Sarebbe ora di cambiare registro per evitare le “calamità innaturali”.


strada statale n. 195 interrotta (10 ottobre 2018)

Cagliari, il Rio Santa Lucia sfonda verso il mare e interrompe la strada statale n. 195 (ott. 2018)

anche su Il Manifesto Sardo (“Sarebbe ora di cambiare registro per evitare le calamità innaturali“), n. 27016 ottobre 2018

 

Fra il 9 e il 10 ottobre 2018 si è realizzata – al di là delle impressioni superficiali – l’ennesima calamità innaturale che ha colpito il Bel Paese.   Nel Cagliaritano, ancora una volta.

Purtroppo, in Italia, negli ultimi 55 anni, sono stati più di 5.000 i morti a causa delle ripetute, consuete calamità innaturali.

Da Olbia a Genova fino a Refrontolo e Livorno.   In tutta Italia.

Si ripetono sistematicamente.

Le cause?   Sempre le stesse: quella calamità che si chiama uomo.

Questa volta una donna morta, un pastore disperso, la strada statale n. 195 interrotta per i crolli di due ponti, campagne allagate, 100 milioni di euro di danni.

Proviamo a capire che cosa è successo nell’area dove pericoli e danni sono stati maggiori, il tratto del Rio Santa Lucia.

carta IGM Santa Lucia

Rio S. Lucia, tratto finale, cartografia I.G.M. (rilevamenti 1961)

Il corso d’acqua ha un bacino imbrifero di 110 chilometri quadrati, nasce nella parte nord orientale dei monti del Sulcis, ne costituisce l’impluvio naturale e ha una notevole portata idrica in caso di piena di centinaia di metri cubi al secondo.

Nel caso di forti piogge, come accaduto il 9-10 ottobre 2018 (496 millimetri di pioggia rilevati presso la stazione pluviometrica di Santa Lucia), il Rio Santa Lucia ha il compito naturale di farle defluire a mare.

Nei secoli e fino ai decenni scorsi lo faceva, diligentemente, avendo un’area di espansione di circa 250 ettari rappresentata dalla parte più a sud dello Stagno di Santa Gilla (in primo luogo la parte denominata Stagno di Capoterra).      Da alcuni decenni, per giunta con un tratto canalizzato, deve accontentarsi di una cinquantina di ettari, dopo la realizzazione della strada dorsale consortile, delle Saline Conti Vecchi, dell’impianto di termodistruzione dei rifiuti del C.A.C.I.P., delle lottizzazioni della Residenza del Sole.

P.U.C. di Capoterra, particolare della tavola n. 5 (zonizzazione territoriale con pericolosità idraulica)

P.U.C. di Capoterra, particolare della tavola n. 5 (zonizzazione territoriale con pericolosità idraulica), 2012.  L’area a rischio più settentrionale è quella del Rio S. Lucia.

E il Rio Santa Lucia passa lo stesso e sfonda con maggiore impeto le due piccole bocche a mare di Maramura e di Ponti Nou, dove – non casualmente – s’è verificata l’interruzione della strada statale n. 195.

Lo ha fatto e lo farà, se non si cambia registro.

Lo spieghiamo, ancora, con un disegnino, comprensibile anche per un bimbo.

che cosa succede quando si costruisce dove non si deve

Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus nel corso degli anni hanno esperito varie azioni legali per fermare le ipotesi più folli di edificazione del territorio a rischio idraulico, dal Rio S’Acqua Tomasu proprio al Rio Santa Lucia,[1] allo stesso piano urbanistico di Capoterra.

Antropizzazione del territorio, ignoranza, stupidità.   Ed è sempre così.

I rimedi?

Cagliari, Stagno di Capoterra, protezione in canne semi-divelta

Cagliari, Stagno di Capoterra, Progetto Gilia, percorso naturalistico, protezione in canne semi-divelta

L’allora Governo Renzi, tre anni fa, affermava di voler voltare pagina con il nuovo programma nazionale Italia sicura, il successivo Governo Gentiloni non pare che abbia fatto seguire molti fatti.

L’attuale Governo Conte, abbacinato da reddito di cittadinanza (e relative misure confuse), decreto sicurezza e presunta emergenza migranti, non ha messo nemmeno tre righe in proposito nella Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza (D.E.F.) 2018.

Noi del GrIG, da tempo, abbiamo proposto un vero e proprio New Deal a livello nazionale e regionale, un grande piano di risanamento idrogeologico per salvaguardare l’ambiente, la vita, il lavoro.

Abbiamo formalizzato la proposta a livello regionale anche in sede di osservazioni per la politica di gestione dei fondi comunitari 2014-2020.

In realtà, ben poco è stato fatto e basta una serie di temporali per ritrovarci, come al solito, con strade interrotte, paesi isolati, gravi pericoli per l’incolumità pubblica, centinaia di milioni di euro di danni.

Le proposte sono sempre attuali, eccole.

frana causata da tagli boschivi

frana causata da tagli boschivi

Il territorio sardo rivela un diffuso rischio idrogeologico: l’80% dei Comuni (306 su 377) è a rischio frane e alluvioni, con oltre 613 kmq. interessati (dati Ministero ambiente, 2013).

Purtroppo, in particolare nell’autunno 2013, in concomitanza con eventi atmosferici intensi (“Ciclone Cleopatra”), si è verificata l’ennesima calamità innaturale in Gallura, nel Nuorese, nel Campidano, con nuovi gravissimi lutti e danni materiali.Nell’autunno 2015, negli stessi luoghi, la calamità innaturale s’è ripresentata.

In questi giorni l’intera costa sud-occidentale sarda risulta isolata per l’interruzione della strada statale n. 195, sommersa e semi-distrutta dall’acqua.

Non solo.  Si stima che le reti idriche isolane attualmente perdano circa il 55% dell’acqua trasportata (dati Agenia Consulting, 2014), a causa di carenze manutentive e di opere di adduzione obsolete.

acqua

acqua

Per contro, emerge la fragile consistenza del complessivo livello di scolarizzazione: ben il 38,2% della popolazione residente ha solo la licenza media e ben il 24,5% solo quella elementare o, addirittura, alcun titolo.  Tuttora il 25,8% dei sardi fra 18 e 24 anni ha solo la licenza media, il dato più elevato in Italia (dati M.I.U.R., giugno 2013).     Vuol dire che il 62,7% dei residenti in Sardegna in età lavorativa (dai 16 anni in poi) è privo di qualifica professionale (da Sardegna Statistiche, anno 2009).

Questo non fa che aggravare l’attuale crisi estremamente dura, con conseguenze pesantissime sul contesto economico-sociale.

Cagliari, Stagno di Capoterra, barca semiaffondata

Cagliari, Stagno di Capoterra, barca semiaffondata

Riteniamo, quindi, utile proporre che almeno un terzo del complessivo importo dei fondi disponibili inerenti la programmazione comunitaria sia destinata a un vero un vero e proprio new deal nel campo del risanamento idrogeologico e della distribuzione idrica, con il sostegno dei fondi comunitari 2014-2020, così anche da fornire occasioni di lavoro per imprese, professionalità, maestranze di ogni livello, con indubbi riflessi positivi sulla qualità ambientale e della sicurezza del territorio, nonché del miglioramento del contesto economico-sociale sardo nel breve-medio termine.

Ma queste proposte sono analogamente valide per quanto concerne le prossime elezioni regionali sarde del febbraio 2019.

Così dovrebbe essere, se vogliamo davvero voltare pagina.

Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

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[1] Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico riuscirono (1993), con infinite azioni legali, a far arretrare oltre la fascia dei mt. 150 dal Rio Santa Lucia ed oltre la fascia dei mt. 300 dal mare le opere edilizie della “lottizzazione Mille” (le attuali Residenze del Sole, I Gabbiani, ecc.), allora rilevate dal gruppo Immobiliareuropea s.p.a.dell’immobiliarista ed editore Sergio Zuncheddu.        Infatti, con i decreti ministeriali 10 febbraio 1993 e 6 aprile 1993 il Ministero per i Beni ed Attività Culturali, su ricorso ecologista, aveva annullato le autorizzazioni paesaggistiche regionali ex art. 7 della legge n. 1497/1939 (note Ass.to P.I. e BB.CC. nn. 6054 del 10 settembre 1992, 6560 del 15 ottobre 1992, 7163 del 29 ottobre 1992) concernenti il  progetto di lottizzazione MILLE, varianti ed opere di urbanizzazione nella parte in cui (mappale n. 36 parte, n. 9, n. 45 del foglio n. 26 e mappale n. 34 parte del foglio n. 20) interessavano la fascia dei mt. 150 dalle sponde del Rio S. Lucia e la fascia dei mt. 300 dalla battigia marina.

 

Airone cenerino (Ardea cinerea)

Airone cenerino (Ardea cinerea)

(foto A.N.S.A., A.L.C., S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di Giorgio Pelosio
    Giorgio Pelosio
    ottobre 17, 2018 alle 2:29 PM

    Buongiorno innanzitutto complimenti per l ‘attività che svolgete ed i successi ottenuti nella salvaguardia ambientale. In riferimento alle “calamità innaturali “ci sono anche vari dirigenti regionali che non si informano sulle tecnologie recenti in materia di monitoraggio e previsione di precisione degli eventi alluvionali, si basano infatti ancora su sistemi completamente obsoleti come dimostrato dall ‘allarme rosso emanato dalla protezione civile regionale nei giorni scorsi in cui splendeva il sole ed il poetto era pieni di turisti che facevano il bagno. Ho un progetto pronto e cantierabile da anni per identificare alluvioni con la precisione migliore di 700mt ma ne riparleremo con la prossima giunta regionale che auspico competente in materia ed attenta alle necessita dei Sardi..Cordiali saluti . Giorgio Pelosio

  2. Avatar di sardo
    sardo
    ottobre 17, 2018 alle 8:52 PM

    Si parla di cambiamenti climatici ma è ben nota alla comunità scientifica internazionale per esempio la cosidetta incostanza del clima mediterraneo alternante lunghi periodi aridi a picchi umidi con forti precipitazioni concentrate oggi come a fine 1800. Sempre oggi si invocano, a scusante e a mascheramento della follia e protervia umana nel continuare a costruire pesantemente negli alvei o sui versanti più ripidi ed erosi, i cambiamenti climatici. In realtà occorre una rivoluzione culturale e civile affinchè cessino una volta per tutte queste azioni dissennate e di grande arroganza ai danni della natura. La natura presenta sempre il conto senza aspettare i cambiamenti climatici.

  3. ottobre 22, 2018 alle 5:21 PM

    quant’è bello scoprire l’acqua calda…e continuare come e peggio di prima.

    A.N.S.A., 22 ottobre 2018
    Maltempo: ingegneri, cambiare strategie.
    Esperti a confronto a 10 anni da tragica alluvione di Capoterra: http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2018/10/22/maltempo-ingegneri-cambiare-strategie_edfc0227-dcd4-4825-a082-b7efc42e34d3.html

  4. novembre 4, 2018 alle 9:53 am

    ben 9 morti in una villa sommersa dalla piena del Fiume Milicia. Inutile chiedersi dov’era stata costruita la villa…

    A.N.S.A., 4 novembre 2018
    Maltempo: esondano fiumi nel Palermitano, 10 morti.
    Situazione critica nel Nordest, allerta arancione in sei Regioni: http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2018/10/30/meteo-nuova-ondata-di-maltempo-da-giovedi_815f9b08-3c79-40a7-8e7f-55beed496f54.html

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    da Palermo Today, 4 novembre 2018
    l maltempo fa strage, villetta sommersa dalla furia dell’acqua: 9 morti a Casteldaccia.
    La villa si trova al confine con Altavilla, non distante dall’autostrada, in contrada Cavallaro. Nell’abitazione si trovava una famiglia per trascorrere insieme una serata, due bambini tra le vittime. Un morto anche a Vicari: http://www.palermotoday.it/cronaca/maltempo-esonda-fiume-morti-casteldaccia.html

  5. novembre 7, 2018 alle 7:07 PM

    come? Con che risorse? Per fare che cosa? Ci sono idee chiare in proposito? Boh…

    A.N.S.A., 7 novembre 2018
    Conte, piano straordinario su dissesto idrogeologico: http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/istituzioni/2018/11/07/conte-piano-straordinario-su-dissesto-idrogeologico_83c21709-034b-46bb-b7e2-f7754bba2953.html

  6. novembre 14, 2018 alle 2:44 PM

    da Sardinia Post, 13 novembre 2018
    Dissesto idrogeologico, la Sardegna è sesta in Italia per aree a rischio frana: https://www.sardiniapost.it/ambiente/dissesto-idrogeologico-la-sardegna-sesta-italia-aree-rischio-frana/

  7. novembre 17, 2018 alle 5:48 PM

    ecco che succede a una zona sportiva in corso di realizzazione in un impluvio naturale.

    da L’Unione Sarda, 17 novembre 2018
    Nubifragio a Sarroch, allagato il cantiere di San Giorgio. (Ivan Murgana): https://www.unionesarda.it/video/video/cronaca-sardegna/2018/11/17/nubifragio-a-sarroch-allagato-il-cantiere-di-san-giorgio-52-798166.html

  8. dicembre 2, 2018 alle 11:32 am

    geniali.

    da Il Fatto Quotidiano, 2 dicembre 2018
    Roma, chiusa perché a rischio crollo scuola materna inaugurata appena 4 anni fa. Costruita a ridosso del canale tombato.
    L’istituto “Case e Campi” di via Gherardini dal 2014 ha ospitato ogni giorno una media di 100 bambini. Ora i vigili del fuoco ne hanno ordinato la chiusura per “evidenti lesioni sui muri”. La struttura è costata il triplo del previsto, “manca il collaudo definitivo” e durante i lavori sono stati effettuati “sversamenti di terreno nell’alveo originario del Fosso dell’Acqua Traversa”, mai bonificato. (Vincenzo Bisbiglia): https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/12/02/roma-chiusa-perche-a-rischio-crollo-scuola-materna-inaugurata-appena-4-anni-fa-costruita-a-ridosso-del-canale-tombato/4802888/

  9. settembre 22, 2024 alle 5:59 PM

    l’ANAS progetta una protezione a mare, sicuramente utile. Il “problema”, però, è a terra.

    da L’Unione Sarda, 22 settembre 2024

    «La 195 mangiata dal mare, è emergenza»: scogliera con massi da 3 tonnellate contro l’erosione.

    L’Anas presenta un progetto aggiornato per salvare dalle inondazioni il tratto a due corsie tra Cagliari e Capoterra: investimento da 8,5 milioni. Lavori anche sul ponte «in pessime condizioni». (Enrico Fresu) (https://www.unionesarda.it/news-sardegna/provincia-cagliari/la-195-mangiata-dal-mare-e-emergenza-scogliera-con-massi-da-3-tonnellate-contro-lerosione-kh8wg6yo)

    Le «inondazioni», soprattutto nel periodo invernale, si «verificano sempre più spesso» e sono diventate «un’emergenza»: a volte è necessario bloccare il traffico. Il ponte «al chilometro 8+050 e il corpo stradale ad esso prossimo risultano in pessime condizioni di conservazione: richiedono interventi urgenti di manutenzione straordinaria». In pericolo c’è «l’incolumità pubblica», tanto che «l’intervento è stato inserito nel Piano degli interventi urgenti di protezione civile».

    Così l’Anas introduce il progetto di messa in sicurezza della Statale 195, nel tratto a due corsie «tra le progressive 5+500 e 8+700» stretto fra il mare, che si sta mangiando tutto, e la laguna di Santa Gilla: un’arteria vecchia e non più adatta alle esigenze e al mostruoso volume di mezzi che ci si riversano ogni giorno. Ma unica alternativa, al momento: da mettere in sicurezza contro l’erosione attraverso la realizzazione di una scogliera.

    Una proposta che la società di gestione delle strade ha appena revisionato, depositando nuove carte negli uffici dell’assessorato regionale all’Ambiente, per sapere se i lavori debbano essere assoggettati a valutazione d’impatto ambientale o no. Un procedimento in piedi dal 2019, che potrebbe subire un’accelerazione grazie a questo nuovo passaggio: i tecnici dell’Anas hanno recepito le indicazioni emerse durante varie conferenze di servizi e hanno formulato una nuova proposta.

    L’importo complessivo dei lavori ammonta a 8 milioni e 406 mila euro: fondi necessari per mettere in sicurezza circa 1,2 chilometri di strada. Non un’arteria secondaria: connette il capoluogo con i centri del versante occidentale del Golfo degli Angeli (Teulada, Domus de Maria, Pula, Villa San Pietro, Sarroch, Capoterra), con il passaggio di una media di 25 mila veicoli al giorno (2.500 all’ora tra le 8 e le 9 del mattino, fascia di punta).

    La distanza tra la battigia e la carreggiata è quasi azzerata «in corrispondenza del pennello in sinistra idraulica del canale attraversato dal “Ponti Becciu”» e «la tendenza evolutiva della linea di riva nel tratto d’interesse registra un generalizzato arretramento». Andrà sempre peggio, quindi: alcuni cedimenti della strada si sono già registrati.

    Per questo sarà necessario realizzare una scogliera su una lunghezza di 1200 metri (prima erano 2.500). Verranno usati massi naturali di nuova fornitura di peso compreso fra una e tre tonnellate, disposti su due file, per quanto riguarda la mantellata, e pietrame di cava di peso compreso tra  5 e 50 chili per quanto riguarda il basamento e il nucleo. Nel progetto si legge che« le caratteristiche geometriche dell’opera di difesa (impronta a terra, altezza, ecc.) sono state definite coniugando gli obiettivi di progetto con le esigenze di tutela ambientale e paesaggistica, ossia sono il risultato di un compromesso tra la necessità di difendere l’infrastruttura viaria dalle ingressioni marine e dall’erosione e la volontà di minimizzare l’impatto naturalistico e paesaggistico dell’intervento». 

    Sarà necessario intervenire anche sul Ponti Becciu dove, allo stato attuale, «i trefoli inferiori delle travi risultano in diversi punti esposti e recisi e anche le spalle presentano diversi punti in cui è venuto meno il copriferro con esposizione dell’armatura. Relativamente il rilevato stradale, la continua azione delle onde ha eroso parte del rilevato riducendone, in alcuni punti, perfino l’arginello». 

    Quando arriverà l’autorizzazione Anas cercherà di ridurre al minimo i disagi per il traffico, realizzando uno stradello alternativo. 

  1. ottobre 17, 2018 alle 12:00 PM
  2. novembre 10, 2018 alle 5:21 PM
  3. marzo 6, 2019 alle 10:38 am
  4. gennaio 22, 2020 alle 9:14 PM

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