Italia, 4 dicembre 2016, referendum sulla modifica della Costituzione.
“Con il No fermate il Paese e difendete la casta“. “Non è vero, vogliamo cambiare, ma non con una riforma mal fatta come questa”. Il battibecco fra il Presidente del Consiglio Matteo Renzi e il Segretario della F.I.O.M.-C.G.I.L. Maurizio Landini durante la trasmissione “In mezz’ora” (RAI 3, 20 novembre 2016) è quanto di più edulcorato si senta in questi giorni di acceso (è sempre un eufemismo) dibattito sul referendum popolare per la conferma delle modifiche costituzionali approvate nella primavera 2016.
Come si ricorderà, nella Gazzetta Ufficiale del 15 aprile 2016 è stato pubblicato il testo della legge costituzionale (C. 2613-D) approvato da entrambe le Camere, in seconda deliberazione, a maggioranza assoluta dei componenti.
Il provvedimento di riforma dispone, in particolare, il superamento dell’attuale sistema di bicameralismo perfetto, cioè paritario, riformando il Senato che diviene organo di rappresentanza delle Istituzioni territoriali. Contestualmente sono oggetto di revisione la disciplina del procedimento legislativo e le previsioni del Titolo V della Parte seconda della Costituzione sulle competenze dello Stato e delle Regioni. Viene, inoltre, disposta la soppressione del C.N.E.L. e delle Province.
La riforma costituzionale Boschi, proposta dal Governo Renzi (qui il testo), ha sollevato pesanti (e fondate, non solo sul piano giuridico) critiche da parte di alcuni fra i migliori costituzionalisti italiani.
In queste ultime settimane il dibattito è andato sempre più incattivendosi e personalizzandosi, diventando di fatto (anche per colpa sua) un referendum sul premier Matteo Renzi.
Quanto di più sbagliato, perché la Costituzione riguarda la vita quotidiana di tutti gli Italiani, non il futuro politico di uno solo.
Cerchiamo, nel nostro piccolo, di fare un po’ di sana informazione, riprendendo il testo del disegno di legge costituzionale approvato con a fronte il testo della Costituzione vigente, predisposti dal Servizio Studi della Camera dei Deputati.
Così possiamo fare un confronto e, per chi vuole, anche farci un’idea personale.
Per inciso, di fronte a modifiche così ampie sarebbe stato necessario un referendum con diversi quesiti, uno in ragione di almeno ognuno dei vari ambiti (Senato, C.N.E.L., Province, competenze Stato-Regioni). Attualmente non è possibile perché non previsto dalla legge n. 352/1970 e s.m.i. che ne regola lo svolgimento, ma sarebbe bastata una modifica normativa, che purtroppo non è intervenuta perché nessuna forza politica l’ha voluta nemmeno proporre.
Su alcuni punti, infatti, l’opinione è ampiamente diffusa: per esempio, chi vorrebbe mantenere in piedi il C.N.E.L.? Forse nemmeno i suoi componenti.
Su altri punti invece il contrasto è forte.
Personalmente, trovo molti punti parecchio opinabili, quando non assurdi. Eccone alcuni.
Per esempio, ai cittadini elettori verrebbe sottratto l’elettorato attivo riguardo il Senato (nuovo testo art. 57) e si passerebbe da una competenza paritaria per l’approvazione delle leggi (“La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere”, art. 70) a una competenza semplicemente schizofrenica con il nuovo testo dell’art. 70:
“1. La funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due Camere per le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali, e soltanto per le leggi di attuazione delle disposizioni costituzionali concernenti la tutela delle minoranze linguistiche, i referendum popolari, le altre forme di consultazione di cui all’articolo 71, per le leggi che determinano l’ordinamento, la legislazione elettorale, gli organi di governo, le funzioni fondamentali dei Comuni e delle Città metropolitane e le disposizioni di principio sulle forme associative dei Comuni, per la legge che dell’Unione europea, per quella che determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l’ufficio di senatore di cui all’articolo 65, primo comma, e per le leggi di cui agli articoli 57, sesto comma, 80, secondo periodo, 114, terzo comma, 116, terzo comma, 117, quinto e nono comma, 119, sesto comma, 120, secondo comma, 122, primo comma, e 132, secondo comma. Le stesse leggi, ciascuna con oggetto proprio, possono essere abrogate, modificate o derogate solo in forma espressa e da leggi approvate a norma del presente comma.
2. Le altre leggi sono approvate dalla Camera dei deputati.
3. Ogni disegno di legge approvato dalla Camera dei deputati è immediatamente trasmesso al Senato della Repubblica che, entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, può disporre di esaminarlo. Nei trenta giorni successivi il Senato della Repubblica può deliberare proposte di modificazione del testo, sulle quali la Camera dei deputati si pronuncia in via definitiva. Qualora il Senato della Repubblica non disponga di procedere all’esame o sia inutilmente decorso il termine per deliberare, ovvero quando la Camera dei deputati si sia pronunciata in via definitiva, la legge può essere promulgata.
4. L’esame del Senato della Repubblica per le leggi che danno attuazione all’articolo 117, quarto comma, è disposto nel termine di dieci giorni dalla data di trasmissione. Per i medesimi disegni di legge, la Camera dei deputati stabilisce le norme generali, le forme e i termini della partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche può non conformarsi alle modificazioni proposte dal Senato della Repubblica a maggioranza assoluta dei suoi componenti, solo pronunciandosi nella votazione finale a maggioranza assoluta dei propri componenti.
5. I disegni di legge di cui all’articolo 81, quarto comma, approvati dalla Camera dei deputati, sono esaminati dal Senato della Repubblica, che può deliberare proposte di modificazione entro quindici giorni dalla data della trasmissione.
5. I Presidenti delle Camere decidono, d’intesa tra loro, le eventuali questioni di competenza, sollevate secondo le norme dei rispettivi regolamenti.
6. Il Senato della Repubblica può, secondo quanto previsto dal proprio regolamento, svolgere attività conoscitive, nonché formulare osservazioni su atti o documenti all’esame della Camera dei deputati”.
Una dozzina buona di modi diversi di approvazione di una legge, alla faccia della semplificazione.
Così, trovo antidemocratico che sia la sola Camera dei Deputati a dichiarare lo “stato di guerra” (nuovo testo art. 78). A seconda del sistema elettorale, una maggioranza assoluta rappresentativa di una minoranza degli elettori potrebbe trascinare l’Italia in guerra. Analogamente il Governo sarebbe destinatario della fiducia della sola Camera dei Deputati (nuovo testo art. 94).
In campo ambientale, si completerebbe quanto avviato in via giurisprudenziale e diventerebbe di competenza esclusiva statale la materia “produzione, trasporto e distribuzione nazionali dell’energia” (nuovo testo art. 117, comma 2°, lettera v), con tutte le conseguenze in tema di trivellazioni, perforazioni, ricerche di idrocarburi, metanodotti, ecc. realizzabili senza tener in minimo conto delle esigenze ambientali e territoriali a livello locale.
Si amplierebbe, però, la competenza statale esclusiva su “tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici; ambiente ed eco-sistema” (nuovo testo art. 117, comma 2°, lettera s), decisamente un freno importante e positivo alle mille pulsioni devastanti delle Regioni e delle Province autonome su ambiente e fauna selvatica, dall’eversione dei diritti di uso civico (Sardegna) alla deregulation venatoria (Veneto), dalla diminuzione della tutela dei boschi (Sardegna) all’attività estrattiva in danno del paesaggio e senza il rispetto della normativa comunitaria sull’impatto ambientale (Liguria), giusto per fare qualche esempio.
Mancano pochi giorni al voto, abbassare i toni e far funzionare il cervello sarebbe una gran bella prova di maturità e di democrazia, qualsiasi sia l’opinione di ognuno e l’esito finale.
Buon voto a tutti.
Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
qui il testo del disegno di legge costituzionale approvato con a fronte il testo della Costituzione vigente (Servizio Studi della Camera dei Deputati).
(pubblicità elettorale, foto S.D., archivio GrIG)
Spiegazione utilissima, per chi vuole farsi un’idea su cosa votare il 4 dicembre, anche se, temo, il voto per questo referendum sarà, più che in altri casi in passato, un voto di pancia e, piaccia o no, per come è stato presentato fin dall’inizio, sarà un voto su Renzi e sul suo governo. Non può che essere così, gli italiani non sono “elettori attivi” da tanto tempo, e questo primo ministro è solo l’ultimo di una serie esagerata di personaggi saliti al governo senza avere un riconoscimento popolare, i quali, una volta acquisito il potere adottano (o tentano di farlo) soluzioni che stravolgono le basi della vita degli italiani. Anzi, si tratta di personaggi piazzati appositamente nelle istituzioni per far cadere in testa agli italiani scelte mai condivise. Questa non è democrazia, è un’altra cosa, è una specie di dittatura mascherata, ed è inaccettabile.
Scusami Grig, mi chiedo se sia vero che dietro la riforma costituzionale ci siano le banche (http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/09/22/referendum-costituzionale-la-riforma-e-voluta-dalla-finanza-di-jp-morgan/3047056/
Le Costituzioni – ci suggerisce Morgan – nascono dalla fine dei fascismi, tutelano i diritti dei lavoratori, evitano “riforme” economiche (leggi: tagli, spending review, involuzioni neoliberiste). Addirittura le costituzioni garantiscono quella cosa orribile, obsoleta e – direbbe una nostra conoscenza – da “rottamare” che è “il diritto di protestare se i cambiamenti sono sgraditi” (sic!)).
Mi spaventa e non poco la riforma del titolo V, e non capisco perché la Sardegna non debba essere rappresenta in Senato. Forse per non mettere i bastoni tra le ruote al governo per probabili settori innovativi (eolico, solare etc) speculando sulle nostre risorse ambientali?
In questo panorama tragi-comico, per quanto mi riguarda, votare SI significa piegarsi al valore delle banche che gestiscono i mercati (e di conseguenza i governi) privandoci dell’unica tutela che ci è rimasta: la Costituzione.
La Costituzione per lo Stato, secondo me, dovrebbe essere come il Vangelo o la Bibbia per la Chiesa. Non dovrebbe essere cambiata per adeguarla ai tempi moderni o alle esigenze produttive del Sistema. Modificando la Costituzione si crearanno dei nuovi precedenti.
Votando NO, probabilmente, cadrà il governo e non essendoci moderati in grado di sostituire l’ attuale governo, si aprirebbe la strada ai Populisti stile Trump, con tutti i rischi del caso…..
Astenendosi, invece, essendo un referendum senza quorum, si sta indirettamente dalla parte di chi vince sia per il SI e sia per il No.
Con i se e con i ma (tutto a livello personale é opinabile) non si fa nessuna riforma: qualcosa di buono c’é ed é un inizio; poi quelli contrari si possono mettere d’accordo (se ci riescono, cosa alquanto improbabile visto che negli ultimi 30 anni sono stati capaci solo di discussioni inconcludenti), per apportare ulteriori modifiche migliorative.
Si tratta della Costituzione, non di una legge ordinaria che poi si aggiusta con qualche emendamento. Dovrebbe esser sufficiente una sola modifica malfatta per imporre lo stop.
E qui si tratta di un testo costituzionale che prevede un processo legislativo semi-indecifrabile che sottrae la sovranità al popolo (che non eleggerebbe più il Senato!).
E il solo fatto di aver trasformato, con un’approvazione parlamentare a colpi di maggioranza (maggioranza frutto di una legge elettorale anticostituzionale che ha dato una netta maggioranza a una netta minoranza), la Carta simbolo dell’unità nazionale, in un elemento di spaccatura profonda del Paese, è stato un atto di estrema gravità. Trasformare la Costituzione in un testo che alimenta la divisione di una nazione, alla mercè di ogni maggioranza occasionale è una eclatante violazione dell’essenza stessa della Costituzione.
E chi la propone , e come la sta difendendo , che lascia perplesso.
E poi , molto importante e’ gia’ in atto una nuova deriva dei mezzi d’informazione pro governo, e questo non depone a favore del rafforzamento democratico.
Non riesco ad immaginare a quali mezzi di informazioni ti riferisci: forse al “Fatto Quotidiano” o alla “Sette”; la stessa presentazione del GRIG é orientata in un certo modo che non mi sembra di percepire pro governo. Dunque lascia da parte il rafforzamento democratico che non viene certo indebolito dalla riforma, avallata da illustri giuristi. Se poi vogliamo che chi é chiamato a governare (di destra o di sinistra in base al risultato elettorale) continui ad essere condizionato da partiti con quote di elettorato minoritarie non resta che mantenere lo status attuale.
“Una dozzina buona di modi diversi di approvazione di una legge, alla faccia della semplificazione”.
È forse questo l’aspetto più paradossale della campagna elettorale referendaria: i fautori di una complicazione assurda dei processi legislativi (il cui numero non è neppure determinabile con certezza in base al nuovo art. 70) che sbandierano una presunta grande semplificazione quale cavallo di battaglia per chiedere il voto degli elettori.
E va detto che l’Italia è una delle nazioni che sforna più leggi e in tempi meno lunghi in Europa e nella maggioranza dei casi con un solo passaggio Camera-Senato. E dunque si vorrebbe stravolgere la Costituzione affermando di voler risolvere un problema che in realtà non esiste.
Ripeto quanto già consigliato altrove: leggete “Loro diranno noi diciamo” di Zagrebelski. C’è un confronto articolo per articolo, molto illuminante. La Costituzione non è un dépliant di viaggi, che si può far circolare anche pieno di errori, tanto poi si ristampa. NO. NO. NO.
Consiglio, a chi non lo ha seguito, di andare a rivedere il confronto Renzi-Zagrebelski su La7 mediato da Mentana di fine settembre scorso per farsi un’idea molto più illuminante di quello sui cui siamo chiamati a votare.
Ho seguito il confronto Renzi-Zagrebelski su La7. Ho assistito ad un’arrogante prevaricazione di un premier non eletto da nessuno. Ho ammirato l’educazione e il buon senso di Zagrabelski dalle cui espressioni mimiche facevano intendere molto più di uno sterile soliloquio di un equilibrista diletante. Tante contraddizioni sputate a vanvera sopprimendo con prepotenza un contraddittorio. Ho anche seguito la farsa della Boschi a otto e mezzo dove la plateale intesa con la Gruber è stata sotto gli occhi di tutti. Onida da gran signore non è entrato nel merito di una scorretto metodo relativo alla conduzione della conduzione. Si leggeva fra le righe una certa sua rassegnazione. Trovarsi nel posto sbagliato in un momento altrettanto sballato.
Meriti e plausi alla nostra ottima costituzione frutto di una democratica discussione fra i rappresentanti e le stesse parti sociali nel dopoguerra. Ribadiamo un nostro diritto ad esistere votando un secco NO!
E’ proprio curioso, da un lato Lei plaude alla nostra ottima costituzione, da l’altro si lamenta che al governo ci stia un premier non eletto da nessuno (quest’ultima, cosa peraltro non vera, perché ha ottenuto la fiducia delle due camere).
Non condivido poi l’esposizione che da del confronto: il prof. Zagrebelski non mi é sembrato per niente intimorito; in difficoltà forse si nel confutare le contestazioni a partire
dalla citazione con cui Renzi citando un’intervista dello stesso Zagrebelsky, del 27 agosto 2013, a ‘Repubblica’, in cui “proponeva un premio di maggioranza, col ballottaggio. Ora mi lascia perplesso. Deve fare pace con se stesso. Mi si dica che la riforma non va bene, non che è antidemocratica”.
Comunque, stia tranquillo, che se vince il SI nessuno metterà in dubbio il diritto di esistere degli onesti cittadini italiani.
La fiducia delle due camere con una maggioranza non decisa dai cittadini ma con accordi sottobanco con ******* come Denis Verdini non è un modo democratico per elegggere un premier. Le votazioni politiche non indicarono alcuna maggioranza, ne tanto meno Renzi rappresentava in quel momento un candidato al premierato. Pur di raccattare una maggioranza si è alleato con ****** come Alfano e con Berlusconi nel famoso patto del Nazareno. Napolitano eletto per la seconda volta incostituzionalmente diede altrettanto inconstituzionalmente a Renzi di raccattare una maggioranza (qualunque essa fosse). La sx si è trasformata nella peggiore delle dx, Renzi è riconosciuto a livello internazionale come il più incopentente dei presidenti delle camere della storia della repubblica. Il suo confronto a otto e mezzo con Travaglio ha messo in evidenza tutta la sua incopetenza, oltre che stupidità. Continuatevi a farvi le pere con quel tosco ebete. Per quanto riguarda il mio stato d’animo non è suo compito dare dei giudizi e non voglio entrare nel merito, anche se sono molto preoccupato. Piuttosto a ben vedere gli onesti cittadini ben si guardano da proclamarsi simpatizzanti del PD. I delinquenti di quel partito occupano cariche ben importanti nel nostro parlamento.
Mi sembra che Lei abbia una visione tutta sua della democrazia; comunque, complimenti per lo stile.
Che dire.
Anche qui, in piccolo, vogliamo riprodurre la “discussione” sterile in corso là fuori?
Proverei ad accantonare la tentazione di posizioni preconcette basate nell’affermare l’opposto del proprio avversario.
Sarebbe il caso di evitare di scambiarsi insulti senza ritorno e accuse pericolose quanto inconsistenti di golpismo (non escludendo che possa esserci qualcuno desideroso di un “sano” repulisti).
Personalmente ho sempre pensato che la “vecchia” Carta, quella originale, era pressoché perfetta, al limite correzioni minime, sensate e condivise. Idem per la “vecchia” legge elettorale proporzionale: sarebbe bastata una ragionevole soglia di sbarramento ed un eventuale meccanismo per garantire comunque un minimo di rappresentanza ai milioni di voti dispersi in liste minori.
Chi ha una certa età ricorderà senz’altro che la modifica dell’impalcatura istituzionale era una fissa del MSI (non partecipante alla Costituente), che caldeggiava una Repubblica presidenziale, il Capo dello Stato eletto direttamente dal popolo, un esercito di professionisti, etc., etc.
A queste istanze hanno lisciato il pelo anche il liberismo legato al capitalismo industriale e finanziario da sempre interessati ad avere uno Stato con un apparato “scalabile” che non metta il naso nei propri affari, cioè uno Stato ben diverso da quello orientato alle politiche sociali ” disegnato dalla Carta.
Questa visione ha preso corpo dopo Tangentopoli; cavalcando il malcontento e la rabbia contro istituzioni e partiti, nuovi soggetti hanno portato quelle istanze al governo e con una legislazione sciagurata hanno minato le basi dello Stato repubblicano disegnato dalla resistenza antifascista.
Vent’anni di tempo perso nel tentativo di addomesticare la legislazione ordinaria, la Costituzione e la legge elettorale ad uso e consumo di un delinquente che ha occupato e svilito le istituzioni col solo fine di salvarsi dalla galera, favorito da avversari politici spesso confusi e incapaci di sintesi politica.
Ecco, risalgono ad allora i guasti fatti alla nostra Carta, con l’introduzione del cd federalismo e altri meccanismi clientelari.
Ad allora risale l’idea errata che il Capo dello Stato, il governo e il primo ministro non eletti direttamente sono degli abusivi, e che persino i giudici debbano passare dalle urne. Bestialità passate per istanze democratiche da chi la democrazia se la metterebbe volentieri sotto i piedi.
Si cavalcano e si alimentano malcontento e ignoranza. E Dio solo sa come sono fatti tanti italiani.
Finalmente, per tornare al referendum costituzionale, da subito ho ritenuta la riforma proposta un’energia schifezza presentando parecchie criticità dal punto di vista della sicurezza democratica.
Ciò nonostante, e nonostante il patto del Nazareno, non è la riforma cucita addosso a Berlusconi che, infatti, non la vota perché non è fatta per restituirgli la verginità penale perduta.
Non intacca la Carta originale in quanto già sfregiata da interventi precedenti.
Ci consegna una Camera bassa completamente diversa dal Senato attuale e dunque non confrontabile.
Relativamente all’elezione diretta dei senatori, posto che si sta ragionando di una scheda ad hoc in sede di elezioni regionali, ricordo che similmente a tutt’oggi l’elezione del Presidente della Repubblica è indiretta e avviene tramite i parlamentari e i presidenti di Regione eletti con suffragio universale.
L’adozione delle modifiche costituzionali sarebbe finalmente un segnale all’interno e all’esterno di un Paese vivo e in movimento, capace di rinnovarsi nonostante decenni di immobilismo.
Se prevalesse il NO la classe politica in generale non avrebbe nessun interesse a cambiare lo status quo e a fare riforme radicali e demolire un apparato statale parcellizzato ad hoc per distribuire incarichi clientelari.
L’ho detto, mi tapperò il naso e voterò SI.
Ovviamente sono convinto che il prevalere dell’uno o dell’altro fronte non scatenerà l’Apocalisse.
Credo invece che sia importante per tutti che la volontà popolare sia espressa in modo chiaro e forte a prescindere da quale sia la scelta di ciascuno.
Ecco perché Tutti i cittadini debbono sentire forte la necessità di andare a dare il proprio voto ragionato e coerente coi propri valori.
Con la speranza che dalle urne esca il risultato migliore per l’Italia, Buon Voto a Tutti.
Carissimo Terrae: non c’è bisogno di stravolgere la Costituzione per far avanzare il Paese: nuova Legge Elettorale, condivisa, e poi Elezioni. Non è la Costituzione che tiene ferma l’Italia, sono ingordigia e malafede di chi abbiamo mandato finora a governarci. Non tapparti il naso… annusa il profumo di pulito che potrebbe emanare un governo di onesti!
Utopia? Forse sì, meglio comunque del nichilismo attuale.
Ciao Mara.
Dov’è il profumo di pulito?
Speranza per speranza, credo che possa muoversi qualcosa di più efficace con questo pasticcio di riforma piuttosto che con la sua bocciatura.
Penso che con l’affermazione del NO la politica disonesta frenerà qualsiasi revisione della Carta, come è stato finora.
Se si affermerà il SI, obtorto collo, converrà a tutti concordare quei contrappesi che ora non si vedono, e adottare una legge elettorale equa per cittadini e rappresentanti.
Mara, l’importante è che ci si esprima secondo coscienza, e non per partito preso, per o contro qualcuno.
Spero che questo ci trovi dalla stessa parte.
Buona serata.
Caro Terrae, il profumo di pulito emana dai tanti giovani che si stanno impegnando con i 5 stelle, al di là dei toni di Grillo che è – e rimane – un simpatico catastrofico idealista che almeno ha provato a fare qualcosa di buono.
Mi sono formata un’idea precisa seguendo infiniti dibattiti in Tv (sforzo inutile), leggendo approfondimenti vari sul web (già meglio) e infine leggendo il libro di Gustavo Zagrebelski. E’ esattamente quello che auspica il GRIG: un confronto fra l’attuale Costituzione e il testo stravolto. Per questo, anche se non ho capito molti dettaglli tecnici, voterò convintamente NO.
Una riforma è necessaria, siamo tutti d’accordo, ma non in questo modo pasticciato, che già prima di nascere ha bisogno di correzioni che si faranno “poi..”.
Pazzesco.
Certo che resto “dalla stessa parte” con te: sei un esempio luminoso di intelligente caustico buonsenso. Irresistibile! 🙂
Ri-ciao Mara.
Mancavo un po’ dal blog e solo adesso leggo il tuo bellissimo apprezzamento.
A te il mio riconoscente Grazie!
… E le mie sincere congratulazioni a coloro che, come te, hanno vinto il referendum votando NO senza pregiudizio.
personalmente penso che ognuno dovrebbe farsi una propria idea confrontando l’attuale Costituzione e il testo che ne verrebbe fuori dopo questa riforma.
Così potrebbe votare a ragion veduta.
La campagna elettorale è stata ed è pessima, inacidita, violenta e piena di balle, tutt’altro che un confronto delle idee. Non ha aiutato minimamente a chiarirsi le idee.
Manca ancora qualche giorno al voto, proviamo a pensare con la nostra testa.
Stefano Deliperi
così il voto degli Italiani all’Estero, in Argentina.
da Il Fatto Quotidiano, 1 dicembre 2016
Argentina, schede a terra per giorni. Farnesina: “Andranno lo stesso in Italia”. Renzi: “Col 3% del voto estero vinciamo”.
Alle 16 si fermano le operazioni di voto e parte la macchina che porterà i plichi in Italia per lo scrutinio su cui potrebbe giocarsi l’esito dell’intero referendum, come ha ammesso in ultimo lo stesso Renzi. Promotori del “no” in allerta per il rischio brogli. Al consolato generale di La Plata il caso delle schede abbandonate a terra oltre il cancello. Farnesina: “Solo un disguido, saranno trasmesse insieme alle altre”. (Thomas Mackinson): http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/01/argentina-schede-a-terra-per-giorni-farnesina-andranno-lo-stesso-in-italia-renzi-col-3-del-voto-estero-vinciamo/3228818/
gli Italiani, a maggioranza, hanno deciso.
Ora, finalmente, sarebbe proprio il caso di abbassare i toni 🙂
A.N.S.A., 4 dicembre 2016
Referendum 4 dicembre: primi exit poll: No sopra il 55% e Sì tra 41 e 46%.
Primi dati affluenza definitiva, oltre 68%: http://www.ansa.it/sito/notizie/speciali/referendum/2016/12/03/referendum-4-dicembre_f833e5f1-bbe6-465d-9160-748056e59991.html
Grosso respiro di sollievo. Ora si pensi ai problemi reali dell’Italia.