Home > aree urbane, biodiversità, difesa del territorio, paesaggio, parchi naturali, pianificazione, sostenibilità ambientale, zone umide > Centinaia di abusi edilizi nel parco naturale di Molentargius – Saline: qualcosa si muove e arriva la Procura della Repubblica. Finalmente.

Centinaia di abusi edilizi nel parco naturale di Molentargius – Saline: qualcosa si muove e arriva la Procura della Repubblica. Finalmente.


Cagliari - Quartu S. Elena, Medau su Cramu e Is Arenas, veduta aerea

Cagliari – Quartu S. Elena, Medau su Cramu e Is Arenas, veduta aerea

Si delinea ormai chiaramente il quadro dell’abusivismo edilizio nel parco naturale regionale “Molentargius – Saline” e, in particolare, nella fascia agricola inedificabile di Medau su Cramu – Is Arenas.

Anche il Comune di Cagliari – Servizio edilizia privata ha risposto (nota 217600 del 26 settembre 2014) alla richiesta di informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti inoltrata (21 agosto 2014) in proposito dalle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus.  

Nel territorio comunale di Cagliari sono stati riscontrati e sanzionati n. 206 casi di abusivismo edilizio totale e parziale, n. 245 casi di abusivismo edilizio totale e parziale oggetto di provvedimenti di demolizione e di ripristino ambientale, ben n. 39 casi sono oggetto di procedure di esecuzione coattiva dei provvedimenti di demolizione e di ripristino ambientale, mentre altri n. 137 casi di abusivismo edilizio totale e parziale sono ancora in attesa di esame dell’istanza di condono edilizio. Nessun dato riguardo lo svolgimento delle procedure di valutazione di incidenza ambientale (V.INC.A.), nonostante l’area rientri in un sito di importanza comunitaria (S.I.C.).

Pellicano (Pelecanus onocrotalus, foto di Cristina Verazza)

Pellicano (Pelecanus onocrotalus, foto di Cristina Verazza)

In precedenza era stato il Comune di Quartu S. Elena – Settore pianificazione urbanistica, edilizia privata e SUE a fornire (nota prot. n. 64270 del 17 settembre 2014) le informazioni ambientali richieste: nel territorio comunale di Quartu S. Elena sono stati riscontrati n. 1 caso di abusivismo edilizio totale e parziale oggetto di provvedimenti di demolizione e di ripristino ambientale, n. 14 casi di abusivismo edilizio totale e parziale oggetto di concessioni edilizie in sanatoria, n. 13 casi di abusivismo edilizio totale e parziale ancora in attesa di esame dell’istanza di condono edilizio, mentre in nessun caso sono state svolte le procedure di valutazione di incidenza ambientale (V.INC.A.), nonostante l’area rientri in un sito di importanza comunitaria (S.I.C.).

Come si vede, complessivamente a oggi nel parco naturale regionale “Molentargius – Saline” vi sono ben 259 casi di abusivismo edilizio totale o parziale riscontrati e sanzionati, di questi 39 sono oggetto di procedure di esecuzione coattiva dei provvedimenti di demolizione e di ripristino ambientale, mentre sono 150 i casi di abusivismo edilizio totale e parziale in attesa di esame dell’istanza di condono edilizio.

Una vergogna.      Una totale indecenza.

Cagliari, parco naturale regionale "Molentargius - Saline", nidificazione Fenicottero rosa (Phoenicopterus roseus)

Cagliari, parco naturale regionale “Molentargius – Saline”, nidificazione Fenicottero rosa (Phoenicopterus roseus)

E’ il segreto di Pulcinella che l’abusivismo edilizio entro l’area naturale protetta costituisca il più pesante ostacolo alla predisposizione del piano del parco – il fondamentale strumento di pianificazione e gestione dell’area naturale protetta (qui le linee guida) – e, in definitiva, allo stesso positivo decollo sotto tutti gli aspetti del parco naturale, che ha, come ampiamente noto, avuto vita stentata fin dalla sua nascita (legge regionale n. 5/1999) proprio per tali motivi.   Non bastano le centinaia di milioni di euro investiti negli anni per il disinquinamento di una delle zone umide d’importanza internazionale più rilevanti del Mediterraneo, il mattone abusivo frena qualsiasi prospettiva.

A più di quindici anni dall’istituzione del parco naturale che cosa è successo per combattere e risolvere una volta per tutte l’abusivismo edilizio?

Sostanzialmente molto poco.

In questi giorni – spinti dalle denunce delle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus – le amministrazioni pubbliche competenti sembrano svegliarsi da un torpore pluridecennale, al pari di associazioni ambientaliste quasi incistate nel parco naturale ma poco propense a battersi contro un fenomeno che pure ben conoscono.  Il 25 settembre 2014 si è svolto un “tavolo tecnico” sull’abusivismo edilizio nell’area naturale protetta “presenti gli assessori regionali dell’Urbanistica Cristiano Erriu e dell’Ambiente Donatella Spano, insieme ai rappresentanti competenti dei comuni di Cagliari e Quartu Sant’Elena e del Parco Naturale e il rappresentante del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibact)”.     Risultato? l’abusivismo frena la crescita e l’attuazione del piano di sviluppo del Parco. Siamo determinati a dare impulso a un lavoro congiunto per mettere a regime i manufatti sanabili e attuare un reale coordinamento di azioni amministrative che sono di tipo urbanistico, ambientale e sanitario”.

Cagliari, Molentargius, incendio (17 giugno 2012)

Cagliari, Molentargius, incendio (17 giugno 2012)

Molto più chiara la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari (vi sono almeno 4 sentenze penali passate in giudicato contenenti ordini di demolizione di abusi edilizi e ripristino ambientale), che, insieme al Comune di Cagliari, in una riunione svoltasi sempre il 25 settembre 2014, ha deciso di avviare una campagna di demolizioni e ripristino ambientale di opere abusive insanabili nel parco naturale.

Un po’ di sana giustizia ambientale, finalmente.

Visto anche l’aumento del fenomeno.

Infatti, secondo le informazioni disponibili, acquisite formalmente dalle Amministrazioni pubbliche competenti negli anni scorsi, nell’area di Molentargius – Saline vi erano circa 190 casi di abusivismo edilizio in  Medau su Cramu – Is Arenas, dei quali almeno 12 già dichiarati insanabili: il Comune di Quartu S. Elena aveva comunicato[1] la sussistenza, nell’area in argomento, di 9 concessioni edilizie in sanatoria (complessivi mc. 5.074) e di 4 dinieghi, mentre il Comune di Cagliari aveva comunicato[2] la sussistenza, sempre nella predetta area, di nessuna concessione edilizia in sanatoria e di 8 dinieghi.    Inoltre, le due Amministrazioni comunali avevano reso noto la permanenza in sospeso di 34 casi in attesa del necessario pronunciamento dell’Assessorato regionale P.I. e BB.CC. – Ufficio tutela paesaggio in ordine al vincolo paesaggistico nel territorio comunale di Quartu S. Elena e di 138 casi nel territorio comunale di Cagliari, dove la volumetria complessiva realizzata risultava pari a mc. 50.000.

L’Ufficio regionale Tutela Paesaggio di Cagliari aveva, in un primo tempo (nota n. 1601 del 22 febbraio 2001), reso noto che, in materia di tutela paesaggistica, “dal gennaio 1982 … sono stati rilasciati n° 43 pareri favorevoli.   Non sono stati ancora emanati i provvedimenti sanzionatori … in quanto in fase di elaborazione”.   Successivamente (nota prot. n. 5463 del 25 settembre 2002) comunicava di aver rilasciato n. 4 pareri favorevoli e n. 8 provvedimenti sanzionatori.

Cagliari, parco naturale regionale "Molentargius-Saline", impianti salinieri

Cagliari, parco naturale regionale “Molentargius-Saline”, impianti salinieri

Nel corso degli ultimi anni vari tentativi esperiti nel corso degli anni di predisposizione di un piano di risanamento urbanistico (con cospicui òneri finanziari a carico pubblico) da parte del Comune di Cagliari non hanno avuto seguito.  Lo stesso piano urbanistico comunale (approvato definitivamente nel 2003) ha visto, nel corso del suo lungo e travagliato iter procedimentale, l’annullamento disposto dal Comitato Regionale di controllo (ordinanza n. 000647/025/2001 del 25 maggio 2001) delle previsioni di cui all’art. 31 normativa di attuazione (“ambiti di salvaguardia specifica – zona “A R”, Parco Is Arenas e zona “A S”, Saline), che vi indicavano un piano di risanamento urbanistico (P.R.U.).      Infatti, oltre alle normative ambientali che impediscono alcuna “sanatoria” generalizzata, risulta assente il requisito fondamentale dell’indice minimo di compromissione territoriale (0,40 mc/mq) previsto dall’art. 28 della legge regionale n. 23/1985 e s.m.i., trattandosi – per il solo Comune di Cagliari – di un’area di 200 ettari con circa mc. 50.000 complessivi di strutture abusive (indice di compromissione reale di 0,25 mc/mq).

Analogamente nemmeno appaiono percorribili sul piano giuridico eventuali ipotesi di sanatoria in via legislativa regionale, perchè in palese violazione delle competenze statali esclusive in materia di tutela del paesaggio, degli ecosistemi e dei beni culturali  di cui agli artt. 9 e 117, comma 2°, lettera s, cost., come indica la giurisprudenza costituzionale costante (fra le più recenti Corte cost. n. 210/2014; Corte cost. n. 308/2013,  proprio riguardo la Sardegna).

Cagliari, Saline di Molentargius

Cagliari, Saline di Molentargius

Per giungere, finalmente, a una presa di posizione delle amministrazioni pubbliche competenti, le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus avevano inoltrato (21 agosto 2014) in proposito una richiesta di informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti.       Interessati dall’istanza ecologista la Commissione europea, i Ministeri dell’ambiente e dei beni e attività culturali (Organi centrali e periferici), la Presidenza della Regione autonoma della Sardegna, il Servizio regionale valutazione impatti (S.A.V.I.), il Servizio regionale tutela paesaggistica di Cagliari, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, i Servizi edilizia privata dei Comuni di Cagliari e di Quartu S. Elena, il Consorzio di gestione del parco naturale regionale “Molentargius – Saline” e, per opportuna informazione, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari.

Alle amministrazioni pubbliche competenti è stato, quindi, chiesto:

*  numero dei casi di abusivismo edilizio totale e parziale riscontrati e sanzionati;

*  numero dei casi di abusivismo edilizio totale e parziale oggetto di concessioni edilizie in sanatoria;

*  numero dei casi di abusivismo edilizio totale e parziale oggetto di autorizzazione paesaggistica in sanatoria;

*  numero dei casi di abusivismo edilizio totale e parziale oggetto di procedure di valutazione di incidenza ambientale;

*  numero dei casi di abusivismo edilizio totale e parziale in attesa di esame dell’istanza di condono edilizio;

*  numero dei casi di abusivismo edilizio totale o parziale oggetto di provvedimenti di demolizione e di ripristino ambientale;

*  numero dei casi di abusivismo edilizio totale o parziale oggetto di esecuzione coattiva in danno del trasgressore dei provvedimenti di demolizione e di ripristino ambientale.

Cagliari - Quartu S. Elena, Medau su Cramu e Is Arenas, veduta aerea piscina abusiva

Cagliari – Quartu S. Elena, Medau su Cramu e Is Arenas, veduta aerea piscina abusiva

Eppure la zona umida Stagno del Molentargius – Saline costituisce uno dei compendi naturalistici più importanti del Mediterraneo e, giustamente, è tutelata con vincoli ambientali rilevanti.

Infatti, è classificata zona umida di importanza internazionale in seguito alla convenzione internazionale di Ramsar (D.P.R. n. 448/1976, D.M. 17 giugno 1977), conseguentemente è tutelata con specifico vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e con specifico piano territoriale paesistico (decreto Ass.re reg.le P.I. e BB.CC. del 12 gennaio 1979), che – nello specifico – individua l’area di Medau su Cramu – Is Arenas quale “zona C 1 – conservativa naturale e sistema” dove “è vietata l’edificazione” ad esclusione della realizzazione del depuratore consortile e del piano di zona 167 Costa Bentu.     L’area è, inoltre, tutelata con specifico vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993) e rientra nel sito di importanza comunitaria (SIC) “Stagno di Molentargius e territori limitrofi” (codice ITB040022) di cui alla direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, della fauna e della flora. Con legge regionale n. 5/1999 vi è stato infine istituito il parco naturale regionale “Molentargius – Saline”, tuttora con vita difficile.

Ora sono giunte le risposte da parte dei  Comuni di Cagliari e di Quartu S. Elena.   Il quadro è chiaro.       Ed è ora di affrontare seriamente il problema nevralgico dell’abusivismo edilizio a Molentargius, tenendo ben ferma la barra su quanto indica la legge e il buon senso: demolizione e ripristino ambientale dove vi sono abusi edilizi insanabili, sanatorie edilizie esclusivamente ove condonabili.   In seguito anche il cammino del piano del parco e del parco stesso sarà molto meno difficile.

Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

anatre_in_voloP.S.   qui la tavola dell’edificazione all’interno dell’area naturale protetta: gli edifici realizzati dopo il 1992 (in rosso), anno di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del piano territoriale paesistico “Molentargius – Monte Urpinu”, sono assolutamente da monitorare.

 

Cagliari - Quartu S. Elena, Medau su Cramu e Is Arenas, veduta aerea

Cagliari – Quartu S. Elena, Medau su Cramu e Is Arenas, veduta aerea

 

P.T.P. "Molentargius - Saline"

P.T.P. “Molentargius – Saline”

L'Unione Sarda, 25 settembre 2014

L’Unione Sarda, 25 settembre 2014

 

La Nuova Sardegna, 26 settembre 2014

 

L'Unione Sarda, 27 settembre 2014

L’Unione Sarda, 27 settembre 2014

 

La Nuova Sardegna, 28 settembre 2014

La Nuova Sardegna, 28 settembre 2014

 

La Nuova Sardegna, 29 novembre 2014

La Nuova Sardegna, 29 novembre 2014

 

L'Unione Sarda, 12 giugno 2015

(foto aeree per conto GrIG, Cristiana Verazza, S.D., archivio GrIG)

______________________________________

[1] Note n. 11827 del 20 marzo 1998, n. 123/01 del 12 febbraio 2001, n. 187/02 del 14 gennaio 2002, n. 1205/03 dell’11 novembre 2003 e n. 289/05 del 5 aprile 2005.

[2] Note n. 3974 del 28 settembre 1999 e n. 617 del 4 febbraio 2002.

Pubblicità
  1. settembre 28, 2014 alle 10:45 am

    da CagliariPad, 27 settembre 2014
    Abusivismo a Molentargius, via alle demolizioni, si muove la Procura.
    Riunione tra magistrati e rappresentanti del Comune di Cagliari il 25 settembre 2014 che ha deciso di avviare una campagna di demolizioni e ripristino ambientale di opere abusive insanabili nel parco naturale. (Ennio Neri): http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=11619

    __________________________________________

    da Sardegna Oggi, 27 settembre 2014
    A Molentargius arrivano le ruspe. Il Grig: “La Procura ha già informato il Comune di Cagliari”. (Paolo Rapeanu): http://www.sardegnaoggi.it/Cronaca/2014-09-27/26466/A_Molentargius_arrivano_le_ruspe_Il_Grig_La_Procura_ha_gia_informato_il_Comune_di_Cagliari.html

    _______________________________________

    da Tiscali Notizie, 27 settembre 2014
    Molentargius, paradiso oltraggiato dal cemento. La denuncia: “Centinaia di abusi edilizi nel parco”: http://notizie.tiscali.it/regioni/sardegna/articoli/14/09/27/molentargius-paradiso-rischia.html

    _____________________________________________

    da Sardinia Post, 28 settembre 2014
    Molentargius, la Procura pronta a intervenire su centinaia di abusi edilizi: http://www.sardiniapost.it/cronaca/molentargius-procura-pronta-intervenire-centinaia-abusi-edilizi/

    ____________________________________

    da Ambiente sul web, 28 settembre 2014
    MOLENTARGIUS: IL PARADISO DEL CEMENTO: http://ambientesulweb.wordpress.com/2014/09/28/molentargius-il-paradiso-del-cemento/

    _______________________________________

    da L’Unione Sarda, 28 settembre 2014
    Abusi edilizi a Molentargius. Le ruspe pronte a intervenire: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2014/09/28/abusi_edilizi_a_molentargius_le_ruspe_pronte_a_intervenire-6-388329.html

    —————–

    Abusi: c’è l’ipotesi ruspe. Centinaia gli edifici a rischio nell’area del parco: tremano in molti. Molentargius, Comune e Procura: «Demolizioni». (Marco Noce): http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=40391

    ———————-

    Gli ambientalisti «Finalmente un po’ di giustizia»: http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=40392

  2. Nico
    settembre 28, 2014 alle 7:23 PM

    senza le denunce del GRIG non sarebbe successo nulla…

  3. settembre 28, 2014 alle 11:05 PM

    Staremo a vedere…….se butteranno giù.

  4. settembre 29, 2014 alle 2:53 PM

    da L’Unione Sarda, 29 settembre 2014
    L’incubo delle ruspe Medau Su Cramu, l’ipotesi demolizioni fa paura. Case abusive in riva allo stagno. Il Parco: «Il problema va affrontato». (Marco Noce): http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=40387

  5. settembre 30, 2014 alle 2:52 PM

    ora bisogna anche dar loro una medaglia per aver costruito abusivamente…

    da L’Unione Sarda, 30 settembre 2014
    MOLENTARGIUS. Parla uno dei residenti nelle case di Medau su Cramu.
    Ruspe, l’ansia degli abusivi «Ci distruggeranno la vita». (Marco Noce): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_231_20140930085257.pdf

    ________________________________________

    da Casteddu online, 29 settembre 2014
    Ruspe a Molentargius, i residenti: “Siamo un beneficio per il parco”.
    Parlano i residenti di Medau su Cramu: gli “abusivi” preannunciano la lotta. (Federica Lai): http://www.castedduonline.it/cagliari/zonapoetto-santelia/17470/ruspe-a-molentargius-i-residenti-siamo-un-beneficio-per-il-parco.html#sthash.hLbCpY7F.dpuf

  6. ottobre 1, 2014 alle 2:52 PM

    da L’Unione Sarda, 1 ottobre 2014
    CONSIGLIO . Approvati gli equilibri di bilancio, sì a matrimoni civili con foto e figuranti.
    Molentargius, ancora un rinvio. Abusi nel Parco: la Commissione urbanistica prende tempo. (Marco Noce): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_231_20141001083729.pdf

  7. ottobre 3, 2014 alle 3:01 PM

    da Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori, 23 settembre 2014
    Basta con l’abusivismo edilizio nel parco naturale di Molentargius-Saline: http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2014/09/basta-con-labusivismo-edilizio-nel-parco-naturale-di-molentargius-saline/

  8. ottobre 7, 2014 alle 2:48 PM

    da L’Unione Sarda, 7 ottobre 2014
    «Ecco le case degli abusivi». (Carla Raggio): http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=40538

    ———————-

    «Molentargius, questione da risolvere con equilibrio»: http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=40539

  9. ottobre 15, 2014 alle 2:59 PM

    bravo il sindaco Massimo Zedda: parole semplici e chiare.

    da L’Unione Sarda, 15 ottobre 2014
    CONSIGLIO. Invito del sindaco a non abbassare la guardia sul futuro di Buoncammino.
    «Gli abusivi non si illudano».
    Zedda: la Procura ha ordinato di abbattere le case fuorilegge. (Pietro Picciau): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_146_20141015095349.pdf

  10. ottobre 21, 2014 alle 11:13 PM

    è ora.

    da Cagliari Pad, 21 ottobre 2014
    Abusi Medau su Cramu, immobile mai demolito in 30 anni. Il Comune lo acquisisce. Ruspe in arrivo.
    Al patrimonio dell’amministrazione uno stabile di due piani mai buttato giù nonostante l’ordinanza emessa nel 1984. E le ruspe scaldano i motori a Molentargius: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=12207

  11. ottobre 22, 2014 alle 2:58 PM

    da L’Unione Sarda, 22 ottobre 2014
    CONSIGLIO . Approvate linee strategiche e delibera. Sì dell’Aula alle regole sul Parco di Molentargius. (Pietro Picciau): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_231_20141022082307.pdf

  12. novembre 18, 2014 alle 2:57 PM

    ecco il primo.

    da L’Unione Sarda, 18 novembre 2014
    Abusi a Medau su Cramu, scatta il primo sgombero.
    COMUNE. Ordinanza per una casa costruita sulle rive dello stagno. (Michele Ruffi) (http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=41279)

    Demolizioni a Medau su Cramu, ora si fa sul serio: il Comune ha notificato la prima ordinanza di sgombero di una casa costruita abusivamente sulle rive dello stagno di Molentargius. Il prossimo passo sarà quello delle ruspe. Lo scorso 6 novembre il dirigente del servizio Patrimonio ha firmato due documenti indirizzati ai fratelli Lazzarino e Giancarlo Porcu, proprietari di una villetta in via del Sale, ereditata dal padre e divisa in due abitazioni. Dovrà essere lasciata libera entro la mattina del 4 dicembre. «Qualora non si ottemperi entro tale termine», avverte il Municipio, «l’amministrazione provvederà comunque, senza ulteriore preavviso, ad immettersi nel possesso dell’immobile per eseguire la demolizione delle opere abusive».
    TERRA BRUCIATA. A fine ottobre il Comune aveva già iniziato la procedura, che consiste nel far terra bruciata attorno agli edifici irregolari: il servizio di Edilizia privata aveva inviato ad Abbanoa e all’Enel una richiesta di distacco degli allacci idrici ed elettrici. L’immobile è stato poi acquisito gratuitamente al patrimonio del Comune, visto «l’accertamento dell’inottemperanza all’ingiunzione di demolizione», notificato in precedenza ai due fratelli.
    RICORSI. Lazzarino Porcu definisce «un’ingiustizia» quello che sta succedendo, annuncia ricorsi e precisa: «È stato mio padre a commettere l’abuso, per cui abbiamo anche pagato l’oblazione per la sanatoria nel 1984. L’immobile è stato regolarmente accatastato». Il suo caso è simile a quello di molti altri, a Medau su Cramu, «ma non si capisce perché la nostra pratica sia l’unica ad andare avanti. Non siamo mica i peggiori. Molti hanno costruito dopo il 2000. Evidentemente siamo uno scalpo da mostrare all’opinione pubblica: in tre settimane hanno fatto quello che non è stato fatto in trent’anni».
    LA CASA. La villetta grigia è divisa in due: da una parte la casa di Lazzarino Porcu, in cui vivono anche la moglie, due figlie e la madre ottantacinquenne, dall’altra il fratello Giancarlo e la figlia di quest’ultimo. «Gestiamo una pizzeria, questa è la prima e unica casa. Non sapremmo dove andare. Nessuno ha pensato che dietro i fascicoli ci sono vite umane con le loro storie». Rimangono gli abusi edilizi in una zona vincolata e ad alto valore naturalistico: «Mio padre lavorava nelle saline, ha preso questo terreno e lo ha ripulito. Lo rivogliono indietro? Ci rimetteremo l’immondezza che c’era negli anni Settanta».

  13. novembre 29, 2014 alle 10:07 PM

    sono presenti aggiornamenti all’articolo.

  14. dicembre 1, 2014 alle 11:43 PM

    da L’Unione Sarda, 2 dicembre 2014
    Medau su Cramu, l’appello ai consiglieri: “Abbiamo paura di restare senza casa”: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2014/12/01/medau_su_cramu_l_appello_ai_consiglieri_abbiamo_paura_di_restare-6-398424.html

  15. dicembre 3, 2014 alle 2:54 PM

    .N.S.A., 3 dicembre 2014
    Niente demolizioni a Molentargius.
    Dopo sospensiva Tar, Procura attende pronuncia e blocca ruspe: http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2014/12/03/niente-demolizioni-a-molentargius_e382b964-f2f9-408e-8eb1-65eb6c30e4e2.html

    __________________________________________________________________

    da L’Unione Sarda, 3 dicembre 2014
    Molentargius, demolizioni sospese in attesa della sentenza: http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_231_20141203093349.pdf

  16. Fabrizio De Andrè
    dicembre 3, 2014 alle 7:46 PM

    Ehm….ehm

  17. dicembre 10, 2014 alle 2:55 PM

    da L’Unione Sarda, 10 dicembre 2014
    Abusi edilizi, respinto il ricorso del proprietario. (Andrea Manunza) (http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_56_20141210095616.pdf)

    Non esiste prescrizione in un caso che riguarda un’abitazione costruita abusivamente in una zona vincolata e dal «rilevantissimo interesse paesaggistico e ambientale»: la presenza dell’immobile provoca una lesione «sulla corretta gestione del territorio» che «non si attenua col tempo». Inoltre su una sentenza penale definitiva che ha ordinato l’abbattimento del fabbricato e il ripristino dei luoghi non può intervenire il Tar, che «non può sindacare la legittimità degli atti del procedimento d’esecuzione penale». E «se anche così fosse, l’ordine di demolizione resterebbe fermo». Come «lo sgombero coatto». Poche righe per sintetizzare l’ordinanza con la quale ieri il giudice Massimo Poddighe (come giudice dell’esecuzione) ha respinto il ricorso presentato dal cagliaritano Lazzarino Porcu contro l’ordine di demolizione della sua «casa su tre piani» edificata a Medau Su Cramu negli anni Ottanta. Le ruspe del Comune sarebbero dovute entrare in azione il 4 dicembre su ordine arrivato il 10 ottobre dalla Procura, ma il proprietario (e la famiglia) il 27 novembre aveva chiesto la revoca del provvedimento al Tribunale ordinario e fatto ricorso al Tribunale amministrativo, la cui sentenza è prevista oggi, per evitare sgombero e demolizione. La vicenda affonda le radici nella sentenza «irrevocabile» del 13 gennaio 1997 con cui «il pretore di Cagliari dichiarava colpevole Lazzarino Porcu» per aver realizzato abusivamente quell’abitazione. «Senza nulla togliere al dramma umano di chi si vede privato della casa ove ha vissuto lunga parte della vita», scrive il giudice, «la pretesa di Porcu» di fermare tutto «appare inaccettabile. Ha sempre saputo che il fabbricato era stato realizzato abusivamente in un zona vincolata e su un terreno qualificato come inedificabile nello stesso titolo d’acquisto. Ha fatto propria la domanda di condono basata sulla falsa informazione che l’immobile fosse stato concluso prima dell’1 ottobre 1983. Ha proseguito i lavori incurante dell’intimazione a interromperli; non ha dato seguito all’ordine di demolizione; ha agito sempre in piena malafede, confidando non su buone ragioni ma sull’inerzia dello Stato». Ora, a sentenza definitiva, il Comune «procede legittimamente» alla presa in possesso «come incaricato della Procura» e adotta iniziative che hanno «natura di atti della procedura d’esecuzione penale». Ecco perché «non c’è spazio per sospendere l’esecuzione penale in attesa di decisioni di merito del Tar che non potrebbero essere pronunciate». Dunque «non si vede quale aspettativa degna di tutela potrebbe invocare» Porcu, le cui «istanze egoistiche non possono che soccombere di fronte ai superiori interessi pubblici». Gli avvocati Mariano e Massimo Delogu hanno annunciato il ricorso per Cassazione.

  18. dicembre 11, 2014 alle 2:54 PM

    da L’Unione Sarda, 11 dicembre 2014
    Villa abusiva a Molentargius, attesa una mezza decisione. Il Tar si pronuncia sul ricorso di Giancarlo Porcu, rinvio per quello del fratello. (Francesco Pinna) (http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=41645)

    Per il momento i giudici del Tar Sardegna si pronunceranno solo sul ricorso cautelare presentato da Giancarlo Porcu, mentre per quello del fratello Lazzarino hanno rinviato la decisione al 13 gennaio. Nelle prossime ore, dunque, si conoscerà solo la sorte di metà della villa bifamiliare abusiva, costruita dentro il parco di Molentargius, a Medau Su Cramu.
    L’UDIENZA. L’udienza di camera di consiglio, celebrata ieri a porte chiuse, è terminata solo nel pomeriggio. L’esito di uno dei due ricorsi cautelari era atteso nelle ore successive, ma forse arriverà questa mattina. Tempi frazionati, dunque, sulla decisione dei giudici amministrativi per la richiesta di sospendere la demolizione dell’edificio abusivo che appartiene ai due fratelli. Uno subito, l’altro a metà gennaio. Al provvedimento si è arrivati perché gli avvocati difensori Eulo e Paolo Cotza hanno insistito per una decisione immediata del Tar sull’istanza cautelare di Giancarlo Porcu (per il quale grava solo un ordine di demolizione del Comune), mentre hanno presentato nuovi motivi al ricorso del fratello Lazzarino (destinatario invece di un’altra ordinanza, scaturita da una sentenza penale del 1997). «Essendo la situazione di Lazzarino più complessa», ha chiarito l’avvocato Eulo Cotza, «si è resa necessaria nuova documentazione».
    I LEGALI. Di più i due legali non dicono, ma la strategia difensiva appare chiara: provare a separare i provvedimenti per impedire che uno, quello collegato alla sentenza penale, trascini con sé anche l’altro. Determinanti, poi, saranno le perizie tecniche per chiarire se, nell’eventualità che una delle sospensive non venisse accolta, sia possibile demolire solo una parte dell’edificio. Insomma: la partita è aperta, mentre la Procura attende la pronuncia dei giudici amministrativi per decidere cosa fare. In settimana, i pubblici ministeri avevano confermato davanti al giudice dell’esecuzione Massimo Costantino Poddighe l’intenzione di andare avanti con l’abbattimento dei fabbricati non in regola realizzati dentro il Parco di Molentarigus. Alla fine, il ricorso presentato dagli avvocati Mariano e Massimo Delogu per Lazzarino Porcu è stato respinto. Il giudice Poddighe ha chiarito che non scatta la prescrizione per una casa costruita abusivamente in un’area vincolata di grande interesse ambientale e paesaggistico.
    DECISIONE. L’ultima parola ora spetta al collegio della seconda sezione del Tar presieduto da Francesco Scano (a latere Tito Aru e Antonio Plaisant) che si pronunceranno subito sull’istanza di Giancarlo Porcu e, letti i motivi aggiuntivi, su quella di Lazzarino. Ma le ruspe della Procura non spengono i motori.

  19. dicembre 12, 2014 alle 2:50 PM

    da L’Unione Sarda, 12 dicembre 2014
    Demolizione sospesa per una delle due villette.
    MOLENTARGIUS. Il Tar accoglie il ricorso: la decisione il 18 marzo. (Veronica Nedrini) (http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=41663)

    Per una delle due villette costruite abusivamente all’interno del Parco di Molentargius il rischio di demolizione si allontana ma non scompare: l’ordine di smantellamento del Comune è sospeso in attesa della sentenza di merito del Tar, prevista il 18 marzo. Il Tribunale amministrativo ha accolto il ricorso cautelare presentato da Giancarlo Porcu, uno dei due fratelli proprietari delle case di Medau Su Cramu, le quali secondo il Comune (che impone a Giancarlo di demolire) e il Tribunale (che lo ordina al fratello Lazzarino) devono essere abbattute perché realizzate senza autorizzazione in un’area vincolata di grande interesse ambientale e paesaggistico.
    RUSPE SPENTE. Allo stato attuale quindi, se per metà villetta, quella di Giancarlo Porcu, i motori delle ruspe restano ancora spenti, per l’altra metà di proprietà del fratello, i giudici di piazza del Carmine si pronunceranno sulla richiesta di sospensiva il 13 gennaio. Rinvio deciso già mercoledì scorso, quando i legali della famiglia, Eulo e Paolo Cotza hanno presentato dei motivi aggiuntivi di ricorso da valutare. «La situazione di Lazzarino è più complessa», ha spiegato l’avvocato Cotza, «si è resa necessaria nuova documentazione».
    DUE STRADE GIUDIZIARIE. Sebbene le due case costituiscano un’unica villa bifamiliare, la loro strada giudiziaria si è biforcata al Tar. La strategia difensiva sembra voler tentare di salvare almeno una parte del fabbricato, separando il procedimento che riguarda Giancarlo da quello a carico del fratello Lazzarino, più a rischio. Sulla casa di quest’ultimo pende già un giudizio negativo. Un primo ricorso contro l’ordine di demolizione (che deriva da una sentenza penale del 1997) è stato respinto dal giudice dell’Esecuzione. «Senza nulla togliere al dramma umano di chi si vede privato della casa ove ha vissuto lunga parte della vita», scriveva il magistrato, «la pretesa di Porcu è inaccettabile. Ha sempre saputo che il fabbricato era stato realizzato abusivamente in un zona vincolata e su un terreno qualificato come inedificabile nello stesso titolo d’acquisto. Ha fatto propria la domanda di condono basata sulla falsa informazione che l’immobile fosse stato concluso prima del 1 ottobre 1983. Ha proseguito i lavori incurante dell’intimazione a interromperli». Precisando che il Tar «non può sindacare in merito a quest’ordine». Si gioca l’ultima carta: far correre separatamente i due ricorsi.

  20. Fabrizio De Andrè
    dicembre 12, 2014 alle 6:42 PM

    Ehm…….ehm…….chi ha dato ha dato,scurdammoce u passato.

  21. gennaio 14, 2015 alle 2:50 PM

    da L’Unione Sarda, 14 gennaio 2015
    Medau su Cramu, decisione sugli abusi: http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_56_20150114100011.pdf

  22. valeria
    gennaio 18, 2015 alle 11:08 PM

    Gentile signor Deliperi
    Ho letto di recente un articolo dove c’era scritto la seguente affermazione:
    Giovedì scorso, infatti, c’è stato un incontro “a due”: Procura della Repubblica da un lato, Comune di Cagliari dall’altro. E da quel tavolo ristretto è uscita l’intenzione di far marciare le ruspe in direzione Medau Su Cramu da parte della Procura. Per tirare giù non le cosiddette “prime case”, ma abitazioni -così spiega il numero uno del Grig – “sempre “abusive ma date in affitto, o comunque non abitate 365 giorni all’anno”
    E ancora alla domanda:
    Non c’è il rischio di lasciare delle persone senza un tetto, per quanto abusivo, sotto il quale vivere?
    Lei ha risposto:

    “Generalmente non si interviene mai sulle prime case, come dimostrano le ultime demolizioni svolte dalla Procura di Lanusei o di Tempio Pausania. Le demolizioni riguardano sempre realtà diverse da case abitate tutto l’anno. Per esempio abitazioni che vegono date in affitto”.

    Mi chiedo adesso come si sente sapere che la casa in questione è proprio una prima casa, abitate 365 giorni all’anno, da 30 anni, da due famiglie e quattro generazioni.

    • gennaio 18, 2015 alle 11:28 PM

      buonasera Valeria, non conosco il caso specifico di cui Lei parla.
      Sui giornali leggo che riguarda un abuso edilizio oggetto di ordine di demolizione e di ripristino ambientale contenuto in una sentenza penale passata in giudicato fin dagli anni ’90 del secolo scorso.
      Vent’anni fa, quindi. Più o meno.
      In vent’anni penso che si possano fare parecchie cose, fra cui trovare un tetto alternativo a uno abusivo.
      Se così stanno le cose.
      Come Le ho detto, non conosco il caso specifico, ma penso che nessuno rimarrà senza un tetto sulla testa e penso anche che non ci si debba far scudo di questi argomenti per pretendere giustificazioni per ogni violazione di legge a tutela dell’ambiente e del territorio.

      Stefano Deliperi

      • valeria
        gennaio 19, 2015 alle 12:13 am

        Nei giornali i fatti sono spesso distorti e comunque, la storia non è mai completa. Trovare un tetto alternativo non è sempre facile, soprattutto nel clima economico di adesso, ma anche di venti o dieci anni fa. Non sto cercando giustificazioni, ma anche le autorità hanno avuto tanto tempo per agire, eppure non lo hanno fatto. Qui si parla di domande di sanatoria chiuse nei cassetti del Comune da 30 anni. Anche la legge 47 dell’85, quindi, è una legge che andava rispettata, ma il Comune non ha risposto. E poi, si parla tanto del cemento abusivo che disturba l’ecosistema, ma la qualifica di parco ambientale ammette delle strutture come fitness centre, beauty farm, hotel, ristoranti , bar, maneggi e tante altre cose. Quindi questo cemento non fa danni?

      • gennaio 19, 2015 alle 6:15 PM

        vede Valeria, “fitness centre, beauty farm, hotel, ristoranti” non sono previsti da nessun atto di pianificazione dentro l’area naturale protetta “Molentargius-Saline”.
        Stia tranquilla, se a qualcuno saltasse in testa un’idea simile troverà pane per i suoi denti.
        Le ripeto: non conosco specificamente il vostro caso, ma se sussiste una sentenza penale passata in giudicato che prevede demolizione e ripristino ambientale, non ha senso parlare di “domande di sanatoria”.
        C’è una sentenza esecutiva e, pur con tutta la comprensione umana, va eseguita.
        Altrimenti ne converrà che costruire abusivamente “premia” ai danni dei tantissimi cittadini – e sono la stragrande maggioranza – che non lo hanno fatto.

        Stefano Deliperi

  23. valeria
    gennaio 20, 2015 alle 12:36 am

    Ha ragione, non conosce il caso. La condanna penale passato in giudicato in questo caso è arrivata 13 anni dopo la costruzione della casa e 12 anni dopo la presentazione della domanda di sanatoria, nonostante l’autore dell’abuso fosse assolto 10 anni prima. Non è un caso semplice come potrebbe sembrare dalla lettura degli articoli nei giornali, anche se una lettura attenta dovrebbe far sorgere i dubbi perché molti fatti non tornano.
    Comunque, non intendevo dire che al Parco di Molentargius fossero previste quelle strutture, ma che, in generale, negli interventi di valorizzazione, la qualifica di parco ambientale le ammette, oltre ad altre destinazioni integrative e complementari. Durante una recente riunione presso la direzione del Parco un relatore ha parlato dell’intenzione di fare una Spa nel parco …..

    • gennaio 20, 2015 alle 6:21 PM

      ha ragione, Valeria, varie cose non tornano: se c’è una condanna, non ci può essere un’assoluzione per il medesimo caso.
      O l’uno o l’altro.

      Nel parco naturale di Molentargius-Saline non si possono costruire spa, hotel, ristoranti. Questo, invece, è una cosa precisa. E torna.

      Se non ho sbagliato provvedimento, il suo caso è oggetto dell’ordinanza T.A.R. Sardegna, Sez. II, 13 gennaio 2015, n. 2/2015 (vds. https://www.giustizia-amministrativa.it/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=XQ24UJ7RE5ERJ2NMNIY6IXGDHE&q=), che ha respinto la richiesta di sospensione dei provvedimenti di sgombero, demolizione e ripristino ambientale con la seguente motivazione: “Considerato che il provvedimento di immissione in possesso e l’ordinanza di sgombero e demolizione sono stati adottati dal Dirigente del Comune di Cagliari su incarico dell’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari per dare esecuzione all’ordine di demolizione disposto con la sentenza 13.01.1997 n. 77, confermata nei successivi gradi di giudizio, della Pretura Circondariale di Cagliari”.

      C’è quindi una sentenza penale passata in giudicato che prevede demolizione e ripristino ambientale fin dal 1997.

      Così, c’è il “provvedimento di diniego ex L. n. 47/ 1985 dell’Ufficio Condono Edilizio del Comune di Cagliari 4 giugno 1997 n. 2953”.

      E c’è un “verbale di accertamento (di pregresse) ordinanze emesse dal Sindaco di Cagliari … relative a sospensione lavori e demolizione …”, citato nella “nota del 06.10.2014 n. 225670 della Sezione Sorveglianza del Comune di Cagliari”.

      Da questi atti se ne deduce è stato negato il condono edilizio e che non sono state rispettate ordinanze di sospensione dei lavori, ordinanze di demolizione degli abusi edilizi realizzati, sentenze penali passate in giudicato che ordinano demolizione e ripristino ambientale.

      E a questo punto, secondo lei, che cosa si dovrebbe fare?

      Stefano Deliperi

  24. valeria
    gennaio 20, 2015 alle 9:27 PM

    Non per il medesimo caso, ma per la medesima casa! Ha riportato i fatti con precisione, ma è normale che certe cose non le può sapere. Come, per esempio, che chi ha costruito la casa negli anni 80 è stato assolto per aver costruito l’intero fabbricato ma che la sentenza del 97 dice erroneamente che tale sentenza riguardava solo una parte e che l’altra metà è stata costruita successivamente. O che la notifica di diniego di sanatoria non è mai arrivata al destinatario, così impedendolo di fare ricorso o presentare successiva richiesta di condono. La pubblica amministrazione è obbligata a rispondere in tempo utile, o comunque ragionevole. 12 anni non mi sembrano un tempo ragionevole. E poi, qui ci sono 2 case in ballo. L’altra non è oggetto di ordine di demolizione da parte della Procura, ed ha avuto una risposta dopo 30 anni alla richiesta di sanatoria! Al Comune di Quartu, sempre dentro il Parco, sono state sanate le case fino al 93. (Cosi mi è stato riferito dall’ ufficio condono edilizio di Quartu). Il Comune ha risposto in tempo utile, e chi non è rientrato nel primo condono, ha potuto usufruire del secondo. Comunque, Lei è sicuramente molto più esperto di me in materia e ha ricevuto i dati precisi dai due Comuni, ma mi pare ovvio che hanno agito in modi diversi.
    Per concludere, vorrei dire che apprezzo l’impegno con cui Lei si dedica alla Sua passione. Ci vorrebbero più persone in questa Italia che hanno le idee chiare e che sono coerenti. Le auguro una piacevole serata.
    Valeria

    • gennaio 20, 2015 alle 10:14 PM

      grazie per la stima, il Comune di Quartu S. Elena ha sanzionato vari abusi edilizi realizzati entro il 1993 e i ritardi sono analoghi per i Comuni di Cagliari e di Quartu S. Elena. Ne diamo conto in questo blog in vari articoli.
      Buona serata.

      Stefano Deliperi

  25. gennaio 20, 2015 alle 11:20 PM

    da L’Unione Sarda, 20 gennaio 2015
    Stadio Is Arenas, inchiesta chiusa. Notifiche per undici indagati: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2015/01/20/stadio_is_arenas_inchiesta_chiusa_notifiche_per_undici_indagati-6-404417.html

    _____________________________

    da La Nuova Sardegna, 20 gennaio 2015
    Stadio Is Arenas, conclusa l’inchiesta su Cellino e altri dieci.
    Oltre l’ex presidente del Cagliari calcio il gip dovrà decidere per il rinvio a giudizio del sindaco di Quartu, di alcuni dirigenti e imprenditori: http://lanuovasardegna.gelocal.it/cagliari/cronaca/2015/01/20/news/stadio-is-arenas-conclusa-l-inchiesta-su-cellino-e-altri-dieci-1.10705682

  26. febbraio 18, 2015 alle 6:07 PM

    Claudio Papoff (vds. http://www.manifestosardo.org/stefano-deliperi/) è stato nominato nuovo direttore del Consorzio di gestione del parco naturale regionale “Molentargius – Saline”.
    Sembra uno scherzo, ma è vero.

    da L’Unione Sarda, 16 febbraio 2015
    Nomina Claudio Papoff è il direttore di Molentargius: http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=42696

  27. Maggio 9, 2015 alle 8:05 PM

    da CagliariPad, 9 maggio 2015
    Villa abusiva a Molentargius, Tar dà ragione al Comune: ruspe in arrivo.
    Due sentenze che tolgono ogni speranza per i due fratelli cagliaritani proprietari di una villa abusiva nel parco di Molentargius, super protetto da rigidissimi vincoli naturalistici. I giudici hanno respinto ieri sera i ricorsi: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=18004

    _____________________________________

    da La Nuova Sardegna, 9 maggio 2015
    Cagliari, villa abusiva a Molentargius: il Tar è per la demolizione.
    Respinti i ricorsi dei due fratelli proprietari di una bifamiliare costruita nella vincolatissima area naturale protetta dello stagno: http://lanuovasardegna.gelocal.it/cagliari/cronaca/2015/05/09/news/cagliari-villa-abusiva-a-molentargius-il-tar-e-per-la-demolizione-1.11386859

    ___________________________________________

    ______________________________

    da L’Unione Sarda, 9 maggio 2015
    Villa abusiva a Molentargius. Il Tar autorizza la demolizione: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2015/05/09/villa_abusiva_a_molentargius_il_tar_autorizza_la_demolizione-6-418214.html

  28. Maggio 20, 2015 alle 4:33 PM

    ci fosse solo il cartello di “bizzarro”.

    da L’Unione Sarda, 20 maggio 2015
    Parco di Molentargius, il bizzarro cartello degli orari: http://www.unionesarda.it/articolo/notizie_economia/2015/05/20/parco_di_molentargius_il_bizzarro_cartello_degli_orari-2-419627.html

    • Daniel
      ottobre 16, 2015 alle 10:08 am

      Ho visto che alla fine stanno procedendo con la demolizione. Secondo me la legge va rispettata, ma da persona pensante mi chiedo un po’ di cose:
      1. come mai stanno procedendo solo su quella casa? Peraltro i risvolti della vicenda sono, a leggere commenti e informazioni, tragicomici… inclusa una latenza di 30 anni che evidentemente sta passando impunita della amministrazione comunale. Certo non questa, in 30 anni ce ne sono state un bel po’, ma il comune è un’istituzione, non si può ragionare “ad personam”: ci sono responsabilità che nessuno si sta preoccupando di valutare. Come fa una pratica di richiesta di condono a rimanere ferma 30 ANNI, a oblazioni pagate (che fine hanno fatto?) quando riferita a immobile che insiste su territorio vincolato? Qual è il tempo materiale che occorre per analizzare una pratica del genere? Coi vizi di forma che sono trapelati? Qualcuno vuol far credere ai cittadini che un ufficio comunale è 30 anni che analizza quella pratica o più probabilmente che chi doveva lavorare per 30 anni non ha lavorato? Queste però sono responsabilità, anche economiche, delle quali nessuno si sta preoccupando visto che a queste famiglie penso imputeranno i costi di demolizione e a quanto capisco sono eredi o assimilabili di chi ha commesso l’abuso che, leggo, in 30 anni hanno ovviamente anche aggiunto spese di gestione e manutenzione. La giustizia deve essere giusta, con tutti. Non solo coi più deboli o i più furbi, ma anche coi più forti o i più pigri. In un periodo di gravissima congiuntura un “concorso di colpa” del Comune in questa vicenda penso allevierebbe i disagi delle famiglie e darebbe un senso di giustizia a tutto tondo alle cose.
      2. come mai ci sono ruderi palesemente fermi (forse bloccati in costruzione?) che non vengono tirati giù subito (si sarebbe fatto anche meno danno alle famiglie in quei casi) e restano osceni scheletri a rovinare il paesaggio. Il sospetto che sia perché sono interni, ovvero poco visibili dalle strade principali mi viene. Però non ha senso…
      3. al di là della legge, che va rispettata, qualcuno pensa veramente che buttando giù a macchie di leopardo si risani il posto da un punto di vista ambientale? Che diventi fruibile? Bello? Mah.. ho MOLTI dubbi. Forse invece che ragionare così aveva senso pensare di bonificare tutta la zona, costruendo edifici ai limiti del parco per i residenti. Ormai a Cagliari costruiscono quasi soltanto palazzine di lusso che restano immancabilmente invendute…
      4. Le bombe ecologiche che insistono sulle zone di pertinenza del parco (edifici fatiscenti, spesso sede di evidenti accessi illeciti, con tetti in eternit ormai in sfacelo (vedi fronte asse mediano, via Fleming diciamo), inutilizzati completamente) come mai non vengono risanate, assegnate a cooperative/associazioni/enti per farle in qualche modo rinascere o renderle fruibili, un po’ come successo a Marina Piccola?
      5. Come mai c’è vincolo totale ma si è concesso di realizzare un (inutile) ponte ciclabile/pedonale, peraltro usato da pochissimi (anche perché sull’altro non vi è divieto a persone e bici)?
      6. Come mai c’è vincolo totale ma tempo fa hanno usato la strada principale lungo canale per far passare una grossa condotta del gas interrata (peraltro mi lascia perplesso la possibile durata di tale installazione)? E’ possibile fare queste cose dentro il parco?
      7. Come mai proprio dentro il parco la raccolta differenziata non è completa e le zone cassonetti sono spesso uno schifo? Andando in bici o correndo è quasi sempre così…

      Non vorrei, alla fine, che le polveri metaforiche della demolizione di una casa servissero a occultare alla vista problemi di gestione abbastanza evidenti e una mancanza di strategie chiare e condivise. Nel tempo quel parco è costato moltissimo (economicamente, dai bilanci) e non mi pare di vedere ancora proprio l’equivalente di quanto speso… è solo una mia impressione?

      Mi farebbe molto piacere qualche illuminato commento alle mie, sicuramente banali, perplessità.

      Grazie per il vostro impegno e buon lavoro!

  1. No trackbacks yet.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: