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Sella del Diavolo, la natura violata grazie al menefreghismo di chi deve tutelarla: il GrIG chiede l’applicazione dei piani di gestione ZSC, comprese le sanzioni per la violazione della normativa di salvaguardia ambientale europea.


Cagliari, Sella del Diavolo, la punta

La Rete Natura 2000 è nata – grazie alle direttive n. 92/43/CEE e  n. 2009/147/CE – per difendere e conservare gli habitat naturali e le specie faunistiche e botaniche importanti nel territorio dell’Unione Europea.

I siti di importanza comunitaria (SIC), le zone di protezione speciale (ZPS), le zone speciali di conservazione (ZSC) – che costituiscono la Rete Natura 2000 – sono individuati dagli Stati membri coinvolgendo Regioni, Enti locali e Istituzioni scientifiche per poi esser approvate definitivamente dalla Commissione europea. Da quel momento in poi scattano gli obblighi di conservazione.

In Italia, i SIC, le ZSC e le ZPS coprono complessivamente circa il 19% del territorio terrestre nazionale e circa il 6,5% di quello marino.  Le Regioni e le Province autonome sono titolari della gestione di tali aree, in diversi casi han delegato Enti di gestione di aree naturali protette e Comuni.

In Sardegna la Rete Natura 2000 è composta da 128 fra SIC, ZPS e ZSC, in grande parte gestiti dalla Regione autonoma della Sardegna.

A Cagliari, la Sella del Diavolo ne ospita due, proprio per la sua eccezionale importanza naturalistica.

Cagliari, Sella del Diavolo, SIC/ZSC

Sulla Sella del Diavolo, infatti, sono presenti i due siti di importanza comunitaria (S.I.C.) “Torre del Poetto” (codice ITB042242) e “Monte S. Elia, Cala Mosca e Cala Fighera” (codice ITB042243) ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora.

Già il piano di gestione dei S.I.C.  “Torre del Poetto” e “Monte S. Elia, Cala Mosca e Cala Fighera, approvato con decreto Assessore Difesa Ambiente Regione autonoma Sardegna n. 3 dell’11 febbraio 2011 prevedeva, fra le prescrizioni e indirizzi specifici, il divieto di apertura di nuovi sentieri e il mantenimento di quelli esistenti “solo al fine di una loro percorribilità pedonale.

Cagliari, Sella del Diavolo, circuito ciclistico abusivo, danni ed erosione

Da due anni sono stati approvati con decreto dell’Assessore della Difesa dell’ambiente del 30 marzo 2023, n.6/1225 (+ Allegato) l’aggiornamento del Piano di gestione della ZSC ITB042242 “Torre del Poetto e con decreto dell’Assessore della Difesa dell’ambiente del 30 marzo 2023, n.7/1226 (+ Allegato) l’aggiornamento del Piano di gestione della ZSC ITB042243 “Monte Sant’Elia, Cala Mosca e Cala Fighera“: fra le misure regolamentari di conservazione si afferma che “è espressamente vietato, nel sito, il transito con mezzi ciclistici di qualunque tipologia”, quindi stop alle mountain bike sulla Sella del Diavolo.

La Regione autonoma della Sardegna – e per essa l’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente – come qualsiasi altra amministrazione pubblica competente, è tenuta a dare immediata esecuzione alle disposizioni.

Cagliari, Sella del Diavolo, progressiva realizzazione di sentieri (2023)

Disinvoltamente se ne frega, come le autorità pubbliche che dovrebbero salvaguardare habitat naturali tutelati a livello europeo.

Per esempio, in via d’urgenza potrebbe e dovrebbe intervenire il Comune di Cagliari con un provvedimento analogo a quello che vieta il transito sulle dune della spiaggia del Poetto (ordinanza sindacale n. 84 del 18 luglio 2023).

Ma anche il Comune di Cagliari – dopo aver giurato e spergiurato su rapidi interventi di tutela – disinvoltamente se ne frega.

Nemmeno una manciata di cartelli con l’indicazione delle misure di salvaguardia, divieti di transito con mountain bike compresi.

Cagliari, Sella del Diavolo, ciclista che vaga a vanvera in area ZPS, fuori sentiero (fine sett. 2024)

Taglio della vegetazione mediterranea per aprire nuove piste per mountain bike, realizzazione di trampolini per salti, piste con solchi di erosione sempre più profondi questa è la cruda realtà di un’area naturalisticamente importante quale la Sella del Diavolo, mentre le amministrazioni pubbliche competenti – Regione autonoma della Sardegna (autorità di gestione delle aree isolane della Rete Natura 2000) e Comune di Cagliari innanzitutto – dormono i sonni dell’ignavia, in attesa magari di chissà quale ennesimo progetto tanto dispendioso quanto evanescente per la tutela concreta del bene ambientale.

Nonostante precisi obblighi di salvaguardia, nessun provvedimento di attuazione degli aggiornamenti dei piani di gestione delle ZSC che forniscono tutela – finora in gran parte solo sulla carta – al promontorio cagliaritano di grandissimo valore naturalistico e storico-culturale degradato da attività antropiche decisamente impattanti sui delicati habitat naturali.

Cagliari, Sella del Diavolo (area ZSC), circuito ciclistico abusivo, rampa per salti

Il primo provvedimento previsto dai piani di gestione, provvisorio e di emergenza, è il divieto di transito con mountain bike per evitare ulteriore degrado della vegetazione e l’incremento dell’erosione del suolo.

Ancora in queste ultime settimane sulla Sella del Diavolo sono stati verificati tagli di vegetazione mediterranea per realizzare nuovi percorsi per mountain bike, senza che nessuno ne risponda.

E fin da subito le sanzioni possono e devono essere applicate.

Le aree ricadenti nella Rete Natura 2000 (ZSC, SIC, ZCS) sono “aree naturali protette” ai sensi della legge quadro nazionale n. 394/1991 e s.m.i., come riconosciuto dalla giurisprudenza costante (es. Cass. pen., Sez. III, 15 luglio 2022, n. 27466; Cass. pen., Sez. III, 11 maggio 2020, n. 14246), quindi si applicano le sanzioni previste per la violazione dei piani di gestione delle ZSC.

Finora soltanto una spudorata installazione di una zip – line abusiva è stata oggetto di sequestro preventivo e denuncia all’Autorità giudiziaria (nov. 2024) da parte del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale.

Per il resto nulla.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha, pertanto, inoltrato (1 marzo 2025) una nuova richiesta di applicazione delle misure di salvaguardia dei piani di gestione delle ZSC della Sella del Diavolo, comprese le sanzioni previste dalla legge n. 394/1991 e s.m.i. per le reiterate violazioni delle prescrizioni dei suddetti piani, interessando la Commissione Europea, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il Ministero della Cultura, la Regione autonoma della Sardegna, il Comune di Cagliari, le Amministrazioni Militari titolari del compendio demaniale, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, i Carabinieri del Centro Anticrimine Natura, il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, la Polizia Locale.  

In particolare, sono stati segnalati atti e comportamenti di soggetti identificabili.

Segue le analoghe istanze documentate del 30 settembre 2024 e del 27 giugno 2024.

Quanto è chiaramente emerso grazie anche alla sistematica campagna per la legalità e la salvaguardia della Sella del Diavolo posta in essere dal Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) è, infatti, decisamente molto preoccupante ed è stato confermato sistematicamente dalle varie amministrazioni pubbliche competenti, salvo, poi, non tradursi in alcun atto concreto di salvaguardia.

Cagliari, Sella del Diavolo, PAI, zone rischio frane Hg4 (rosso) e Hg3 (arancione)

Il valore naturalistico, ambientale, culturale della Sella del Diavolo è semplicemente straordinario.

La Sella del Diavolo rientra nel demanio militare (ramo Esercito e ramo Marina) ed è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e in parte con vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.).

Cagliari, Sella del Diavolo, Torre di S. Elia e postazione antiaerea

Sono presenti i due siti di importanza comunitaria (S.I.C.) “Torre del Poetto” (codice ITB042242) e “Monte S. Elia, Cala Mosca e Cala Fighera” (codice ITB042243) ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora, ed è prevista quale riserva naturale regionale “Capo S. Elia” (legge regionale n. 31/1989 – Allegato A).

Cagliari, Sella del Diavolo, cisterna punica

Sono presenti testimonianze archeologiche di epoca punico-romana (i resti del Tempio di Astarte/Venere Ericina, resti di viabilità, cisterne puniche e rimane), i resti della Chiesetta e del Monastero di S. Elia, oggetto di una lunga campagna di scavi, le Torri costiere del Poetto e di S. Elia, i ruderi delle installazioni militari risalenti alla II guerra mondiale, tutti beni culturali tutelati dall’omonimo vincolo (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

Cagliari, Sella del Diavolo, escursione GrIG

Il GrIG, oltre ad aver promosso con escursioni la conoscenza e la fruibilità dell’area mediante il sentiero naturalistico e archeologico della Sella del Diavolo, ormai percorso da migliaia e migliaia di cagliaritani e turisti, grazie anche all’approfondita perizia Sistema pedo-vegetazionale e degrado da processi di erosione antropica nell’area della Sella del Diavolo (Cagliari) predisposta (marzo 2023) dal dott. biol. Francesco Aru e dal dott. geol. Daniele Tomasi, è fermamente impegnato in una vera e propria campagna per la legalità e la salvaguardia della Sella del Diavolo, autentico luogo identitario che non merita gli scempi e la penosa, pigra, ignavia menefreghista dei poteri pubblici che dovrebbero difenderlo.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

pannello del sentiero naturalistico e archeologico della Sella del Diavolo
Cagliari, Sella del Diavolo, Torre costiera medievale e postazione II guerra mondiale
Cagliari, Sella del Diavolo, Iris planifolia
Cagliari, Sella del Diavolo – erosione determinata da apertura di nuovi tracciati abusivi per mountain bike
L’Unione Sarda, 2 marzo 2025
Gheppio (Falco tinnunculus)

(foto S.D., archivio GrIG)

  1. marzo 1, 2025 alle 1:12 PM

    da Casteddu online, 1 marzo 2025

    “La Sella del Diavolo violata grazie al menefreghismo di chi deve tutelarla”: il GrIG chiede l’applicazione dei piani di gestione ZSC.

    Il GrIG chiede l’applicazione dei piani di gestione ZSC, comprese le sanzioni per la violazione della normativa di salvaguardia ambientale europea: https://www.castedduonline.it/la-sella-del-diavolo-violata-grazie-al-menefreghismo-di-chi-deve-tutelarla-il-grig-chiede-lapplicazione-dei-piani-di-gestione-zsc/

  2. Avatar di Luca
    Luca
    marzo 1, 2025 alle 9:42 PM

    Questa battaglia contro le biciclette sulla sella mi sembra l’ennesima inutile crociata come quella al fianco dell’Unione sarda contro le FER(a favore del più inquinante gas e per il predominio delle fonti fossili in fondo). Ai ragazzini che vanno a fare movimento terra per dedicarsi alla loro passione, ad uno sport sano e all’aria aperta, che alternativa viene data? Gli vengono assegnati spazi appositi altrove dove poter praticare uno sport come tanti altri? Per quanto riguarda invece la maggior parte dei ciclisti che frequentano la sella di nuovo credo abbiate preso l’ennesimo granchio. I ciclisti che vanno a fare sport seguono i sentieri che già ci sono mentre invece si vedono numerose volte i pedoni che vanno “fuori traccia” a calpestare e intaccare la macchia mediterranea. Vogliamo poi parlare della monnezza sparsa per tutta la sella? Bottiglie di birra, sacchetti dei rifiuti da picnic terminati, bottiglie di plastica…. tutta “attrezzatura” che di certo non può essere imputata a chi va a pedalare su quella falesia. Insomma se proprio volete tutelare la sella e il faro e cala mosca allora va chiusa al pubblico tutto, non solo quei diavolo di ciclisti, perché qui l’unico nemico della sella è l’inciviltà dilagante di tutta la popolazione che la frequenta e non solo di una categoria specifica.

    • marzo 2, 2025 alle 12:13 PM

      Caro Luca,

      non sa proprio a che attaccarsi per difendere il proprio egoistico girovagare su mountain bike dove cavolo le pare, alla faccia delle minime regole di salvaguardia ambientale che sono codificate, chiare e semplici, nei piani di gestione delle ZSC della Sella del Diavolo: l’accesso è solo pedonale ed è vietato qualsiasi altro mezzo a causa dell’evidente degrado e dell’ormai drammatica erosione.Ora il “problema” sono i poveri “ragazzini che vanno a fare movimento terra per dedicarsi alla loro passione, ad uno sport sano e all’aria aperta“?Ma vadano da un’altra parte, non in un’area naturale protetta!Perchè se lei parcheggia l’auto in sosta vietata viene multato? Ma come, non si può fare quello che si vuole?Analogamente in una società civile vengono prima gli interessi pubblici collettivi come quello della salvaguardia di aree naturalistiche di eccezionale interesse.Venga alle escursioni che periodicamente promuoviamo e vedrà che nessuno gira a vanvera fuori sentiero come il biker fotografato in questo articolo.

      Da parecchi anni decine di bikers se ne fregano altamente di sentieri e vegetazione, salvo poi protestare e chiedere regolamentazione quando partono le denunce. Le regole ci sono già, facciamole rispettare.

      Quanto alla transizione energetica, non c’è più sordo e cieco di chi non vuol sentire e non vuol vedere: come detto e ripetuto alla noia, siamo stra-favorevoli al passaggio dalle fonti fossili alle fonti rinnovabili, ma non da idioti, “senza se e senza ma“.  In questo spazio web avrà mille occasioni di leggere e approfondire, se mai ne avesse voglia.Buona domenica.

      Stefano Deliperi

      P.S. questo è un sentiero aperto appositamente e abusivamente per l’ennesimo circuito ciclistico con rampa di salto da eternare su YouTube…

      • Avatar di Fabrizio Quaranta
        Fabrizio Quaranta
        marzo 2, 2025 alle 1:37 PM

        Ottima risposta Stefano: il piu’ importante diritto dell’uomo, la Liberta’, furbescamente svilito a libbberta’ DFCP.

        Succede purtroppo anche qui al Parco di San Pietro-Monte Ciocci di Roma, dove gli eroici muntainbaicherss hanno scempiato con attrezzature da scavo professionale sentieri e radure per fare “salti” …e io che sono pioniere ciclista urbano da almeno 200 000 km percorsi in questa selvaggia citta’, mi incz ancor di piu’.

        Per il piu’ grande e losco affare del secolo, la predazione di territori agronaturalistici e storico- culturali da parte della speculazione energetica millantata di verde (banconota da 100), non c’e’ da stupirsi che dopo decenni di incessante propaganda mediatica il sentire comune sia favorevole alla flagellazione dei piu’ bei territori italiani scampati al massacro palazzinaro: e poi il cibo, checcefrega, l’importante avere energia per il suvvone, l’asciugatrice, il condizionatore ecc ecc. La Sardegna, la Tuscia, la Maremma, l’Appennino se la sono cercata : troppo belli e integri fanno gola ai nuovi predatori.

        6000 progetti per 5 volte le necessita’, tutti arrembanti a consumare altro prezioso suolo, ma NESSUNO previsto su tetti e grandi aree gia’ consumate disponibili per 10 000 kmq COME INVECE PRESCRITTO DALL’EUROPA ( richiamata solo per i loro porci comodi= 35 miliardi di incentivi pagati da noi tutti)

      • Avatar di Luca
        Luca
        marzo 3, 2025 alle 1:09 PM

        Mi devo scusare perché nell’impeto della scrittura ho omesso il fatto che non sono assolutamente d’accordo allo sbancamento che fanno i ragazzini, tuttavia se avessero una struttura dove praticare lo sport sono sicuro si risparmierebbero volentieri il lavoro che fanno sulla sella. Nè sono contro il regolamento di tutela EU che va applicato ma in maniera anche più restrittiva. Però la maggior parte dei ciclisti che frequentano quei sentieri di certo non vanno li con la vanga a fare lavori ma usano i sentieri esistenti così come li usano i pedoni.

        Non ha speso una parola sulla monnezza di cui è pieno il promontorio o sulle colonie di felini che vengono mantenuti in salute in un ambiente naturale delicato.

        Veramente vuole abbassare la conversazione a livello da bar? Quindi siccome quando lei va sul promontorio con un gruppo di ambientalisti o comunque persone che sicuramente hanno una sensibilità e consapevolezza maggiore rispetto al cittadino medio e nessuno di questi esce fuori traccia allora questo vuol dire che tutti i pedoni che frequentano la sella sono bravi e giusti? Vivo la sella quasi giornalmente e ne vedo di tutti i colori: per esempio ho dovuto riprendere personalmente una crocierista tedesca perché buttava una bottiglietta di plastica in mezzo alla macchia come se niente fosse, come la mettiamo: la mando col vostro gruppo la prossima volta o passate voi a pulire? E’ più facile che un pedone vada fuori traccia che lo faccia un ciclista che non ne ha alcun interesse, ed è più facile che un gruppo vada a fare picnic e si porti birre e cibo che poi abbandonano li che un ciclista vada su a bere birra per poi tornare giù carico di alcool. E per inciso quando vado sulla sella mi porto via i miei rifiuti e anche quelli degli altri.

        L’unica soluzione per tutelare la sella è chiuderla a tutti, una bella recinzione, accesso a numero chiuso a pagamento e guardie, perché questo ci meritiamo.

        Ma il problema vero è il modo con cui comunicate e fate queste battaglie che creano nemici ed un tutti contro tutti inaccettabile. Io mi sposto in città in bicicletta dovrei essere una risorsa: perché non creo traffico, perché non occupo parcheggi e per altri mille motivi. Eppure sono solo un ingombro, un problema. Mi trovo a discutere perché su una strada dove la ciclabile c’è solo da un lato della carreggiata e anche per una breve lunghezza magari esco perché devo svoltare dalla parte opposta e la gente mi manda a quel paese perché non sto “nel mio spazio”. Oppure devo affrontare una ciclabile che interseca più volte la carreggiata perché è un pò di qua o un pò di la e magari piena di automezzi parcheggiati o di pedoni che col marciapiede affianco passeggiano sulla ciclabile e c’è da fare lo slalom. Eppure non auguro la morte di nessuno come invece leggo nei commenti ai Vostri articoli di persone invasate e infervorate contro il nemico della sella! Purtroppo non posso metterle esempi perché non mi è permesso in questo spazio ma basta snocciolare i commenti agli articoli, non qui sul sito del grig ovviamente dove siamo in pochi. Il vostro metodo di comunicazione dovrebbe essere propositivo e costruttivo senza nemici, eppure anche per le rinnovabili il livello è quello del famoso giornale locale noto per le sue battaglie ambientali, risultato? Nella regione con la produzione pro-capite di co2 più alta d’Italia praticamente tutta la popolazione è convinta che i generatori eolici siano il male assoluto, la politica ha approvato una legge regionale che blocca tutto e qualcuno va anche a fare manomissioni pericolose agli impianti esistenti. Per concludere, i ragazzini? “Vadano da un’altra parte”, il perfetto esempio di integrazione ed educazione di una persona che vuole rendere il mondo un posto migliore partendo dalle nuove generazioni.

        Saluti

      • marzo 3, 2025 alle 7:06 PM

        abbia pazienza, Luca, non ci dobbiamo giustificare con lei perchè chiediamo il rispetto delle regole elementari di salvaguardia ambientale, legittimamente approvate, rese pubbliche e che vanno osservate da tutti.
        Dobbiamo ricordarle che i rifiuti non si buttano?
        Da trent’anni facciamo spesso e volentieri azioni per le bonifiche da scarichi illeciti di rifiuti di ogni tipo da qualsiasi parte, Capo S. Elia compreso.
        Ha ripreso la turista tedesca perchè buttava una bottiglietta di plastica e si porta a casa i suoi rifiuti?
        Fa benissimo, ma fa semplicemente quello che deve fare qualsiasi persona civile.
        Discute con chi occupa indebitamente le piste ciclabili? E quindi?
        E quando il GrIG si sarebbe espresso contro biciclette e ciclisti? Noi chiediamo e pretendiamo il rispetto delle regole, non è difficile capirlo.
        La prima “inclusione” è il rispetto delle regole e vale per tutti, lei e ragazzini compresi.
        Non le va la nostra battaglia contro la speculazione energetica, non le piace la nostra comunicazione.
        Ma non intendiamo convincerla, può serenamente pensarla come vuole. Quasi 2 mila persone ricevono quotidianamente le nostre news.
        Il succo del suo prolisso commento quale sarebbe?
        Buona serata.

        Srtefano Deliperi

        P.S. la Sardegna “regione con la produzione pro-capite di co2 più alta d’Italia” soio per il basso numero dei residenti. Altrimenti la Cina sarebbe spaventosamente virtuosa, ma forse per lei è così : https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2024/09/10/la-balla-della-sardegna-inquinatrice-ditalia/

      • Avatar di Luca
        Luca
        marzo 3, 2025 alle 8:06 PM

        Il succo è che create fazioni, fomentate l’odio tra categorie e svilite le campagne di salvaguardia ambientale. Cordialmente

      • marzo 3, 2025 alle 8:21 PM

        il succo è che è la sua opinione personale. Parecchie persone la pensano ben diversamente.
        Cordialmente.

        Stefano Deliperi

  3. marzo 22, 2025 alle 12:06 PM

    si ringrazia il Comune di Cagliari per la sensibilità dimostrata nel non presentare nemmeno un progetto in proposito.

    dal sito web istituzionale della Regione autonoma della Sardegna, 14 marzo 2025

    Manifestazione d’interesse per interventi di tutela, ripristino e uso sostenibile dei siti Natura 2000: graduatoria proposte ammesse e non ammesse.

    Il Servizio tutela della natura e politiche forestali dell’Assessorato della Difesa dell’ambiente, nel quadro della procedura di selezione delle proposte di interventi di tutela, ripristino e uso sostenibile dei siti Natura 2000, da finanziare sul PR FESR Sardegna 2021 – 2027 Obiettivo specifico RSO 2.7 – Azione 3.7.1, comunica di aver pubblicato la graduatoria delle proposte pervenute e l’elenco delle candidature escluse e inammissibili.

    —————————————————————————–

    Manifestazione di interesse per l’attuazione di interventi di tutela, ripristino e uso sostenibile dei siti Natura 2000 (Delibera di Giunta Regionale n. 2/51 del 18/01/2024).FESR – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2021-2027

    PR FESR 21-27

    Obiettivo specifico RSO 2.7: Rafforzare la protezione e la preservazione della natura, la biodiversità e le infrastrutture verdi, anche nelle aree urbane, e ridurre tutte le forme di inquinamento.

    Azione 3.7.1

    https://www.regione.sardegna.it/atti-bandi-archivi/atti-amministrativi/bandi/17152458272621

  4. marzo 31, 2025 alle 9:55 PM

    la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Cagliari, con la nota prot. n. 6108 del 31 marzo 2025 e gli allegati, ha ricordato di aver reiteratamente chiesto intervento alla Regione autonoma della Sardegna e al Comune di Cagliari – amministrazioni pubbliche competenti – per l’attuazione dei piani di gestione delle ZSC della Sella del Diavolo e “che allo stato attuale non risultano esserci aggiornamenti sulla questione, né risultano pervenute comunicazioni ufficiali da parte degli enti competenti alla regolamentazione e al controllo degli accessi all’area in esame“.

    Una vergogna perdurante, insomma.

  1. marzo 6, 2025 alle 6:29 PM
  2. aprile 12, 2025 alle 12:57 PM
  3. aprile 23, 2025 alle 9:38 am
  4. Maggio 10, 2025 alle 6:36 PM
  5. novembre 2, 2025 alle 6:39 PM

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