RINNOVABILI: ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE AL PARLAMENTO, NO AL FAR WEST.


locandina 10 giugno 2021

Il 10 giugno 2021 manifestazione #Coalizionearticolo9 in Piazza Montecitorio

Gli ambientalisti italiani chiamano a raccolta l’opinione pubblica affinché le norme contenute nel Decreto Semplificazioni, varato a supporto del PNRR, non provochino una ferita irreparabile al paesaggio e alla biodiversità.

Per questo le Associazioni, raggruppate nella Coalizione Articolo 9 creata nei giorni scorsi per richiamare il principio costituzionale che tutela il paesaggio e la natura del Paese, anche sulla spinta del recente messaggio del Presidente della Repubblica, manifestano il 10 giugno con un presidio in Piazza Montecitorio, dalle 10 alle 13.

Fiume Elsa

Le Associazioni hanno già inviato a tutti i parlamentari una lettera per spiegare  il loro costituirsi  in Coalizione e per sottolineare i rischi di una gestione autoritaria del Piano di installazione di pannelli fotovoltaici e impianti eolici di dimensione industriale.

Alle sedici iniziali si sono aggiunte altre formazioni per un totale di ventuno Associazioni, ovviamente favorevoli a misure efficaci per il contrasto al cambiamento climatico, ma che chiedono al Parlamento di stralciare dal Decreto tutte le norme che si riferiscono alla installazione di impianti eolici e fotovoltaici nei territori agricoli, collinari, montani. Per puntare sul loro utilizzo sulle superfici degli edifici, dei capannoni industriali, dei parcheggi, in aree dismesse e comunque non utilizzabili per altri scopi.

Appennino Umbro-Marchigiano, Monte dei Sospiri dopo la realizzazione della locale centrale eolica (2016)

Occorre scongiurare una radicale trasformazione dei territori di pregio naturalistico e paesaggistico in una sterminata zona industriale, a danno dell’agricoltura, del turismo. Le Associazioni denunciano il  pensiero unico che spinge per una indiscriminata installazione delle rinnovabili, sostenuto dalle lobby dei facilitatori degli impianti grazie a massicce risorse economiche destinate a condizionare l’opinione pubblica. 

Le Associazioni chiedono un vero dibattito pubblico intorno a queste scelte e che la loro voce venga ascoltata a partire dallo spazio di rappresentanza nell’organismo di consultazione previsto dall’ art. 3 del Decreto semplificazioni.

 Altura, presidente Stefano Allavena

Amici della Terra, presidente Monica Tommasi

Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, presidente Rita Paris

Assotuscania, presidente Donata Pacces

Centro Parchi Internazionale, responsabile Franco Tassi

CNP, presidente Gianluigi Ciamarra

Comitato per la Bellezza, presidente Vittorio Emiliani

Emergenza Cultura, coordinatrice Maria Pia Guermandi

ENPA, presidente Carla Rocchi

Federazione nazionale Pro Natura, presidente Mauro Furlani

Forum Nazionale Salviamo Il Paesaggio, portavoce Cristiana Mancinelli Scotti

Gruppo d’Intervento Giuridico, presidente Stefano Deliperi

Gufi, presidente Giovanni Damiani

Italia Nostra, presidente Ebe Giacometti

Lipu – BirdLife Italia, presidente Aldo Verner

Mountain Wilderness Italia, presidente Franco Tessadri

Movimento Azzurro, presidente Rocco Chiriaco

Movimento nazionale Stop al Consumo di Territorio, portavoce Alessandro Mortarino

Respiro Verde Legalberi, portavoce Massimo Livadiotti

Rete della Resistenza sui Crinali, coordinatore Alberto Cuppini

Wilderness Italia, presidente Giorgio Aldo Salvatori

centrale fotovoltaica

(foto D.M., A.L.C., archivio GrIG)

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  1. Mara machtub
    giugno 10, 2021 alle 7:40 am

    Un paio di notissime associazioni ambientaliste sono assenti: stanno dalla parte degli speculatori?
    “territori agricoli, collinari, montani.” e MARINI!
    Sono veramente dispiaciuta di non poter partecipare.

  2. stefano
    giugno 10, 2021 alle 8:46 am

    Non si può auspicare la transizione energetica e poi protestare per nuovi impianti eolici. Sappiamo perfettamente che vedere quelle torri alte alte con quelle pale sempre più grandi fa impressione. Ma la via è quella. Non ci solo alternative. Andate a vedere i paesaggi dell’Olanda della Danimarca della Norvegia o della Scozia. Forse la loro natura è più brutta della nostra ? Direi proprio di no. Eppure loro con anni e anni di anticipo hanno già svoltato. E da loro spiccano torri eoliche a vista d’occhio.
    Bisogna decidersi. A mio avviso è l’ora di implementare gli impianti anche a costo di compromettere – visivamente parlando – alcuni paesaggi. Mi rendo conto che non è piacevole. Ma è indispensabile

    • giugno 10, 2021 alle 9:47 am

      mi rendo conto che è molto difficile far capire una cosa semplice: la prima energia da fonte rinnovabile è il risparmio (non si spreca energia, soprattutto in grandi cicli industriali, vds. https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2016/05/16/lettera-aperta-al-presidente-del-consiglio-renzi-al-presidente-della-regione-autonoma-della-sardegna-pigliaru-ai-sindacati-e-ai-lavoratori-sulla-produzione-di-alluminio-e-sul-disastroso-inquinamento/, https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2019/12/17/portoscuso-meglio-un-cancro-che-un-disoccupato-in-casa/), a cui segue una seria pianificazione energetica dove dev’essere indicata la reale necessità di produzione energetica nazionale.
      E’ più facile rivolgersi ai terreni agricoli e boscati perchè costano di meno delle aree industriali dismesse.
      Una follia.
      Siamo stati, siamo e saremo contro il Far West attuale, dove ogni “imprenditore” sveglio fa quello che vuole a spese della Collettività e dell’ambiente.

      Stefano Deliperi

      • capitonegatto
        giugno 10, 2021 alle 3:33 PM

        Sono d’accordo. E’come quelli che vogliono sempre costruire il nuovo con nuova superficie, mentre nei limiti del possibile e’ meglio ristrutturare l’esistente.

    • Riccardo Pusceddu
      giugno 10, 2021 alle 4:19 PM

      Mi fa un enorme piacere che io non sia piu’ l’unico su questo blog a pensarla come te.
      Il risparmio energetico e’ sacrosanto ma da solo non sara’ mai sufficente (proprio per un fatto puramente logico) a ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera, ammesso che ridurle fosse sufficente di per se, invece che portarle a zero|.
      Ci vogliono pale eoliche e tante!
      E’ vero che i pannelli fotovoltaici si possono istallare sui tetti delle case invece che in campagna ma non le pale eoliche piu’ efficenti (quelle piu’ alte e grandi)!
      Mi fa altresi piacere che il WWF e Greenpeace non partecipino alla manifestazione. Un segnale positivo che anche gli ambientalisti si stanno rendendo finalmente conto che ostacolare la produzione di energia rinnovabile e’ quasi sempre un’assurdita’.

      • giugno 10, 2021 alle 7:03 PM

        ..invece per sbancare crinali, boschi, terreni per mettere aerogeneratori alti ormai più di 100 metri (“più alte e più grandi”) non si produce anidride carbonica…..
        Beate illusioni.

        Stefano Deliperi

      • Riccardo Pusceddu
        giugno 10, 2021 alle 11:01 PM

        I lavori di sterramento per l’impianto di pale eoliche sono minimi in confronto a quelli necessari per gli impianti fotovoltaici. In pratica solo l’area necessaria per costruire le fondazioni e per allargare o creare ex novo le strade per portare i materiali sul posto. Col ripristino dei luoghi gli alberi possono in teoria arrivare fino ai masti quando si istallano le pale eoliche piu’ alte e le strade di accesso possono ritornare a dimensioni piu’ ridotte.
        Questo e’ chiaramente evidente anche nella prima foto dell’articolo: il bosco non sembra essere stato spianato.
        Gli alberi, quelli si, si possono piantare in aree dismesse. Le pale eoliche invece vanno messe dove c’e’ piu’ vento e le aree industriali non sempre hanno vento a sufficienza per consentire il massimo rendimento di un’impianto eolico. E’ per questo che vengono fatti in genere in aree in altura dove i boschi non sono stati tagliati perche’ troppo isolati.
        Dulcis in fundo, piu’ alte le alte le pale, meno gli uccelli e i pipistrelli uccisi.

      • giugno 11, 2021 alle 9:40 am

        ..questi sono i “lavori di sterramento” per la realizzazione di un impianto eolico. Poi, a fine ciclo, dovrebbe esserci il ripristino ambientale, spesso inattuato.
        Così, giusto per sapere di che cosa si parla.

        Stefano Deliperi

    • donatella
      giugno 10, 2021 alle 4:35 PM

      risposta al sig Stefano della risposta di oggi , ore 8,46 am :
      “Nei paesi previdenti che lei cita sicuramente sono stati capaci di fare dei piani energetici in modo da ricavare energia rinnovabile secondo i lori bisogni riducendo l’utilizzo di fonti energetiche non rinnovabili. l’Italia, che pure non è il popolo degli antichi Vichinghi, ma parte dei popoli fari di civiltà, è diventato sempre più il popolo dei furbetti che da una parte non dà il permesso di mettere il minivoltaico sui tetti delle nostre case perchè ” deturpa”, mentre sono pieni di ogni schifezza ( antenne, parabole, pompe di calore-condizionamento, depositi di acqua, ecc..) dall’altra si danno incentivi milionari per distruggere il suolo ( boschi,campi, paesaggi , mare…) a tutti gli intraprendenti imprenditori di turno, italiani e stranieri. Non possiamo e non dobbiamo lasciare il Bel Paese in balia di questo modo di gestire i miliardi di incentivi distribuendoli con procedure “semplificate” a chi è solamente più furbo per accaparrarseli. In Italia la politica è molto brava a raccontarci che le decisioni sono prese per il Bene Comune mentre è l’esatto contrario, bisogna ritornare parte attiva nelle decisioni.
      Grazie a tutte le associazioni , grazie GrIG che ci aiuti sempre a prendere coscienza e stai sul fronte, in trincea.

    • Alessandro
      giugno 10, 2021 alle 7:43 PM

      Si renda conto che:

      A) l’energia che produciamo basta e avanza.

      B) l’uomo si ciba anche di frutta e verdura.

      C) l’esproprio consentirà anche di posizionare inceneritori..non male come idea; togliamo boschi e mettiamo inceneritori

      D) il proprietario del terreno, magari coltivato da generazioni e, penso ad esempio a tante realtà sarde, dove ha costruito il proprio domicilio per se e per la propria famiglia, non impattando in quanto non si deve spostare per andare a lavorare, si trova di colpo privato di tutto in cambio di due spiccioli.

      E) riempire il paesaggio sardo di pale eoliche per fare gli interessi altrui è da miserabili.

      F) disboscare produttà danni irreparabili anche a diverse specie animali,per non parlare del rumore assordante che le pale producono. Che le mettano in aree desertiche o industriali dismesse.

      Aggungo che sui temi ambientali e biodiversità e tutela del territorio, un ministro più insensibile di Cingolani non si era mai visto.

  3. donatella
    giugno 10, 2021 alle 9:05 am

    ventuno Associazioni unite per scongiurare lo spreco immane di suolo e di paesaggio della nostra Italia, ho un grande palpito dentro il mio cuore di amore per la Terra e per tutte le sue creature e prego perchè una massa ingente di popolo pensante porti la voce della Terra nel Parlamento distratto da altro
    Grazie a tutti, grazie GrIG!

  4. giugno 10, 2021 alle 11:15 am

    da Linkiesta, 9 giugno 2021
    Movimenti verdi. La Coalizione nata per salvare il paesaggio in nome dell’articolo 9 della Costituzione. Oltre venti associazioni ambientaliste italiane, che hanno unito le forze per spiegare cosa non funziona nel decreto legge varato a supporto del Pnrr, saranno in piazza il 10 giugno per una prima protesta civile nel corso della quale chiederanno di avere uno spazio di rappresentanza nell’organismo di consultazione previsto dall’articolo 3 del dl Semplificazioni: https://www.linkiesta.it/2021/06/coalizione-articolo-9-transizione-econologica-pnrr-rinnovabili/

  5. capitonegatto
    giugno 10, 2021 alle 3:44 PM

    Prendo spunto da questo articolo di conversione e risparmio energetico, per porre un quesito sugli isolamenti termici da porre alle abitazioni. Su questi isolamenti e’ stato paventato il rischio di poca traspirabilita’ , con la creazione all’interno delle abitazioni di muffe e ponti termici, che possono essere ovviati !! con la ventilazione meccanica !! Molte le pubblicita’ di materiali e soluzioni d’impiego, ma nessuno da indicazioni atte alla scelta per evitare o minimizzare questi possibili problemi .

    • Riccardo Pusceddu
      giugno 10, 2021 alle 5:01 PM

      Se eseguiti a regola d’arte non ci sono ponti termici. La ventilazione meccanica serve soprattutto per non sprecare energia ma forse anche per la muffa.
      Ribadisco pero’ che isolare le case non basta per fermare le emissioni di anidride carbonica.

      • capitonegatto
        giugno 11, 2021 alle 8:04 am

        Va bene non sprecare energia, e quindi va bene l’isolamento termico delle abitazioni, ma la eventuale creazione di muffa e’ un problema sanitario da non minimizzare, e introdurre una ventilazione la dice lunga. Quindi i costruttori e posatori di questi sistemi dovrebbero meglio informare i cittadini sui migliori sistemi e materiali . Chi beneficia di questo intervento con il superbonus non paga direttamente , e non deve pagare per conseguenze negative in salute.

      • Riccardo Pusceddu
        giugno 11, 2021 alle 11:56 am

        Non penso che la muffa sia un problema cosi’ grande nelle case, a meno che uno non ne sia allergico. Dico questo a ragion di logica in quanto l’ambiente esterno e’ saturo di spore fungine di vario tipo, nonche’ di pollini e particolati vari.
        Non sono un’esperto in materia pero’ quindi forse qualcosa mi sfugge ma in fatto di ventilazione forzata ne so qualcosa e posso dire che equivale a lasciare le finestre aperte senza pero’ sprecare il calore o il freddo che invece vengono recuperati con uno scambiatore di calore simile nel funzionamento a quello del naso umano (e non).

  6. giugno 15, 2021 alle 11:38 am

    da Italia Libera, 10 giugno 2021
    AMBIENTE & TERRITORIO.
    Energie rinnovabili. Le Associazioni ambientaliste al Parlamento: «No al Far West» : https://italialibera.online/energie-rinnovabili-le-associazioni-ambientaliste-al-parlamento-no-al-far-west/

  7. giugno 15, 2021 alle 12:09 PM

    LA BELLEZZA NON DEVE SOCCOMBERE.

    È necessario guardare con favorevole attenzione il proposito internazionale di mitigare le emissioni di CO2 nell’atmosfera attraverso il ricorso alle fonti rinnovabili e non inquinanti di energia. Infatti sarebbe sbagliato sottovalutare il valore di ogni tentativo virtuoso volto a indicare un possibile cammino verso l’uscita dalla crisi climatica che attanaglia il destino degli abitanti del Pianeta. Ciò tuttavia non significa accettare acriticamente che questo scopo venga considerato senza eccezioni come sovradimensionato rispetto ad altre, egualmente inaggirabili, priorità. Purtroppo non è ingiustificato il timore che le priorità culturali, legate alla storia, agli affetti identitari, alla biodiversità, alla consapevole interiorizzazione della bellezza naturale, stiano per essere stritolate dagli ingranaggi del Recovery Plan. Questo grandioso progetto, volto verso un futuro sostenibile, appare oggi condizionato da vecchie soluzioni industrialiste, artatamente riverniciate di verde e sostenute da potenti lobbies, entro le quali spesso si sono infiltrati gli interessi della malavita organizzata.

    La strada non può essere questa.

    Appare dunque opportuno e necessario ribadire oggi, prima che sia troppo tardi, che le emergenze architettoniche, le testimonianze archeologiche e storiche, i paesaggi identitari, gli ambienti naturali con fauna e flora protette da norme e direttive comunitarie, gli stessi panorami, vanno tutelati e dovranno continuare ad essere tutelati, anche nei loro valori estetici, senza cedere a provvedimenti maldestri e devastanti, giustificati dall’iper-enfatizzazione dell’emergenza. Certo, l’emergenza è reale, ma non può essere usata come lasciapassare per giustificare a priori qualunque manomissione. Se appare inevitabile giungere a compromessi, è necessario pretendere chiaramente che tali compromessi vengano affrontati e risolti su un reale piano di parità tra le diverse esigenze e non, come sembra stia accadendo, riproponendo lo schema del “Superior stabat lupus”.

    In particolare, con questo documento intendiamo esprimere il nostro pieno appoggio all’opera meritoria delle Soprintendenze, vere sentinelle sul territorio, al Ministero dal quale dipendono, nonché a quelle associazioni ambientalistiche che – pur favorevoli in linea di principio al ricorso alle rinnovabili – portano avanti da anni la difesa del patrimonio culturale italiano, della biodiversità, delle aree naturali protette, del significato dei paesaggi identitari, ad onta del tenace disinteresse dei media per tali problemi e dell’esplicita diffidenza dello stesso Ministro della Transizione Ecologica.

    Le suddette associazioni da tempo avevano avanzato la richiesta dell’istituzione di un tavolo tecnico nazionale, delegato a stabilire dove gli impianti industriali per la produzione di energia dal sole e dal vento possono essere previsti senza arrecare danni ad altri valori, e dove invece non dovranno essere realizzati né ora né in futuro.

    Da come il ministro Franceschini e il Governo avranno attenzione per i valori sanciti dall’articolo 9 della Costituzione dipenderà il destino di buona parte del paesaggio, della biodiversità e della ricchezza culturale dell’Italia Un sentito plauso va dunque al presidente Sergio Mattarella, il quale proprio in questi giorni ha pubblicamente dichiarato che “gli insulti al paesaggio e alla natura, oltre a rappresentare un affronto all’intelligenza, sono un attacco alla nostra identità”. Non si poteva dire meglio.

    Firmano:

    Paolo Berdini, urbanista, saggista

    Carmine Abate, Scrittore, opinionista, romanziere

    Carmine Abate, architetto

    Maria Giulia Amadasi Guzzo, già ordinario di Epigrafia Semitica, Sapienza Università di Roma

    Luisa Bonesio, già ordinario di Estetica e Geofilosofia del Paesaggio, Università di Pavia

    Salvatore Bragantini, economista, editorialista, già commissario CONSOB

    Duccio Canestrini, ordinario di Sociologia e antropologia del Turismo, Università di Pisa

    Carlo Spartaco Capogreco, storico, ordinario Università della Calabria

    Andrea Carandini, presidente FAI, già ordinario di archeologia classica, Sapienza Università di Roma

    Giovanni Carbonara, professore emerito di Restauro architettonico presso Sapienza Università di Roma

    Andrea Carlino, ordinario di Storia della Medicina, Università di Ginevra

    Pierluigi Ceruti, avvocato, ex parlamentare, estensore della legge 394/91

    Paolo Cognetti, scrittore, vincitore del premio Strega 2017

    Piero Craveri, storico, già ordinario di storia contemporanea Università Suor Orsola Benincasa di Napoli

    Davide Delfino, archeologo

    Vezio De Lucia, architetto, urbanista, Sapienza Università di Roma

    Domenico De Masi, professore emerito di Sociologia del Lavoro, Sapienza Università di Roma

    Mirella Di Giovine, architetto paesaggista

    Donatella Di Pietranonio, scrittrice, vincitrice del Campiello 2017

    Vittorio Emiliani, opinionista, giornalista, Presidente del Comitato per la Bellezza

    Giuliano Ericani, museografo, membro del direttivo ICOM

    Massimo Frezzotti, già responsabile dell’unità Antartide; presidente comitato glaciologico italiano, Ordinario di geologia per la transizione ecologica Università Roma 3

    Simone Gozzano, pro rettore Università dell’Aquila, Ordinario di Logica e Filosofia della Scienza

    Pierluigi Giorgio, regista, attore

    Alessandro Gogna, scrittore e guida alpina

    Carlo Alberto Graziani, già ordinario di Istituzioni di Diritto privato, Università di Siena

    Maria Letizia Gualandi, ordinario di Archeologia, Università di Pisa

    Maria Pia Guermandi, archeologa, IBC responsible for cultural heritage, Huffington

    Domenico Iannacone, giornalista RAI

    Ferdinando Laghi, presidente internazionale di ISDE, Associazione Medici per l’Ambiente

    Cesare Lasen, già presidente del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, botanico e protezionista

    Sandro Lovari, Professore Senior di Conservation Biology, Università di Siena

    Ugo Mattei, ordinario di Diritto Civile, Università di Torino

    Laura Marchetti, ordinario di Biologia Molecolare, Università di Pisa

    Giovanna Marini, musicista, ricercatrice di canto popolare

    Francesco Pancho Pardi, già senatore della Repubblica, ordinario di Urbanistica, Università di Firenze

    Rita Paris, Direttore parco archeologico Appia Antica, Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli

    Rossano Pazzagli, docente di Storia moderna e storia del territorio e dell’ambiente, Università del Molise

    Franco Pedrotti, già presidente Società Botanica Italiana, professore emerito di botanica e ecologia, Università di Camerino

    Paolo Pileri, ordinario di Pianificazione Urbanistica, Politecnico di Milano

    Antonio Pinelli, professore emerito di Storia dell’Arte Moderna, Università Firenze

    Matteo Righetto, scrittore e romanziere

    Francesco Scoppola, architetto, Già direttore generale Antichità e Belle Arti Ministero Beni Culturali

    Lapo Sestan, professore di Storia russa contemporanea, Università L’Orientale, Napoli

    Salvatore Settis, professore emerito, Scuola Normale di Pisa, storico dell’arte antica

    Stefano Sylos Labini, dirigente ENEA

    Francesco Tomatis, ordinario di Filosofia Teoretica, Università di Salerno

    Chiara Valerio, scrittrice e matematica, conduttrice radio

    Giuliano Volpe, ordinario di archeologia del Mediterraneo tardo antico, univ di Foggia. Presidente del Consiglio Superiore per i Beni Culturali, MIBAC

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