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Reiterare provvedimenti illegittimi in danno della fauna costituisce danno erariale.

Marmotta (Marmota marmota)
Rilevante pronuncia da parte della Corte dei conti in sede giurisdizionale sui reiterati abbattimenti illegittimi di esemplari di fauna selvatica. Leggi tutto…
Non si può sparacchiare agli Storni nelle Marche quando pare e piace, lo dice la Corte costituzionale.

stormo di Storni (Sturnus vulgaris, foto S.Bottazzo)
La Corte costituzionale, con la recentissima sentenza n. 70 del 5 aprile 2018, ha salvato gli Storni (Sturnus vulgaris) dalla caccia in deroga “stabile e permanente”. Leggi tutto…
21 grammi. Uccisero passeri, tortore, storni, cigni e i mandanti non hanno mai pagato.
Si dice che nel preciso istante della morte tutti perdiamo 21 grammi di peso[1]. 21 grammi, il peso di 5 monete da 5 centesimi una sull’altra, di 3 bustine di lievito di birra disidratato. Il peso di un passero.
Era il 21 marzo 1997 quando il presidente del Consiglio dei Ministri decretò che la passera d’Italia e la passera mattugia fossero escluse dall’elenco delle specie cacciabili[2] di cui all’art. 18, comma 1, della legge 11 febbraio 1992, n. 157. Leggi tutto…
Caccia a febbraio, una “fissa” assurda e distruttiva.
La Corte costituzionale, con la sentenza n. 16 del 26 gennaio 2012, ha ritenuto legittima la legge regionale Sardegna n. 5/2011, che aveva introdotto – nelle more dell’operatività di un Istituto regionale per la fauna selvatica (I.R.F.S.) previsto dalla legge regionale n. 23/1998 e tuttora inesistente – il parere di una commissione scientifica interassessoriale per giustificare la c.d. caccia in deroga. Al posto del parere tecnico-scientifico dell’I.S.P.R.A., Istituto nazionale di ben altra levatura scientifica, consulente ex lege delle amministrazioni pubbliche.
Il Presidente della Regione autonoma della Sardegna Ugo Cappellacci, insieme al suo Assessore della difesa dell’ambiente Giorgio Oppi (in realtà, suo nume tutelare), si sono affrettati a cantar vittoria e a cercare di riaprire la caccia a febbraio sotto la forma di caccia in deroga: infatti, “l’Assessore Oppi, aderendo alle pressanti richieste del mondo venatorio sardo nonché alle esigenze manifestate da alcuni consiglieri regionali, ai termini dell’art. 18, comma 2, della Legge 157/92 e s.m.i, ha richiesto all’ISPRA, il parere riguardo la possibilità di consentire l’attività venatoria anche nella regione Sardegna nella prima decade di febbraio per alcune specie di avifauna quali il colombaccio (Columba palumbus), la cornacchia grigia (Corvus corone cornix), la gazza (Pica Pica) e la ghiandaia (Garrulus glandarius). I rappresentanti dell’esecutivo regionale si stanno prodigando per accelerare il più possibile l’emissione del parere dell’Ispra al fine di consentire il proseguo dell’attività venatoria.”
Ovvio, il grande problema della Sardegna è la caccia a febbraio. Leggi tutto…
Il grande problema della Sardegna: la caccia a febbraio.
Ci sono certe manifestazioni di pensiero che non si sa proprio come catalogare. Per carità, lecite e tutelate dalla nostra carta fondamentale (art. 21 cost.) finchè non sconfinino nella violenza, ma decisamente penose riguardo alle energie profuse per raggiungere un obiettivo tanto arrogante, protervo e illegittimo quanto penoso. La caccia a febbraio è fra questi. Un vero insulto a chi vive sulla sua pelle problemi veri.
Altro che crisi economica devastante, questo è il grande problema della Sardegna, sempre più ridotta a Sardistàn, oscura terra del Mediterraneo centrale.
Priva di motivazioni scientifiche, sanzionata pesantemente dalla Corte di Giustizia europea e dalla Corte costituzionale, costituisce la quasi totalità dell’attività di politici come Ignazio Artizzu (F.L.I.) e la passione becera delle parti più retrive del mondo venatorio, furibondi per l’amputazione giudiziaria del calendario venatorio. Altro che uno straccio di critica al bracconaggio, altro che minima presa di coscienza dei troppi “incidenti” di caccia. Leggi tutto…
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