Progetto di ennesima centrale eolica bocciato e niente soldi. La transizione energetica non deve “massacrare” il territorio.


Nuraghe e rottami

La petizione Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! si firma qui.

Stavolta è andata male.

La società energetica milanese Grv Wind Sardegna 7 s.r.l. intendeva realizzare l’ennesima centrale eolica in Marmilla, nei Comuni di Villanovafranca, Furtei, Villamar e Sanluri, ma il procedimento di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.) si è concluso con una sonora bocciatura.

Non solo.

Il T.A.R. Sardegna, con la sentenza non definitiva Sez. I, 2 maggio 2025, n. 357, ha dichiarato “improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse il ricorso introduttivo del giudizio proposto avverso il silenzio dell’amministrazione” e ha disposto “la conversione del rito in ordinario per la trattazione della domanda sia di risarcimento del danno da ritardo e sia di rimborso del 50 % dei diritti di istruttoria”.

Insomma, niente soldi pronta cassa dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per il lamentato ritardo nella conclusione del procedimento di V.I.A.

Cagliari, sede del T.A.R. Sardegna (Piazza del Carmine-Via Sassari)

Il progetto di centrale eolica “Su Murdegu” prevedeva sette “torri” eoliche per una potenza complessiva di MW 42 e varie opere di connessione e servizi nel paesaggio agricolo e storico-culturale della Marmilla, area della Sardegna che – secondo le intenzioni delle società energetiche dovrebbe trasformarsi in zona industriale per la produzione di energia, fra svariate centrali eoliche, fotovoltaiche, agrivoltaiche e opere connesse.

Per capirci, un’oscena speculazione energetica intorno alla reggia nuragica di Barumini, appartenente al Patrimonio dell’Umanità sotto l’ègida dell’UNESCO,  e al Nuraghe Genna Maria di Villanovaforru.

Il progetto della Grv Wind Sardegna 7 s.r.l. è stato dichiarato incompatibile con i valori ambientali e culturali tutelati con decreto direttoriale n. 190 del 9 aprile 2025, previ parere negativo della Commissione Tecnica PNRR-PNIEC, n. 593 del 13 febbraio 2025, parere negativo della Soprintendenza speciale per il PNRR del Ministero della cultura prot. n. 11077-P del 15 aprile 2024 e conferma del parere negativo della Soprintendenza speciale per il PNRR del Ministero della cultura, prot. n. 8467-P del 24 marzo 2025, aggiornato ai sensi della legge regionale della Regione Autonoma della Sardegna 5 dicembre 2024, n. 20, recante “Misure urgenti per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile (FER) e per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi”.

Le strutture ministeriali hanno considerato pienamente operativa la legge regionale Sardegna n. 20/2024 sull’individuazione delle aree idonee e non idonee per l’ubicazione degli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili.

Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) conferma il suo favore verso una transizione energetica che sia veramente utile alla collettività nazionale e non diventi speculazione ai danni del territorio e delle casse pubbliche.

Realtà della transizione energetica.

Ricordiamo che alla recente  COP 29 di Baku, la 29^ Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Baku, Azerbaijan, 11 – 22 novembre 2024), come sempre, l’Italia ha fatto la sua parte e ha sottoscritto l’appello volontario per la messa al bando del carbone per la produzione energetica insieme numerosi Paesi, fra cui la Gran Bretagna, la Germania, la Francia, il Canada, l’Australia, l’Angola, l’Uganda, l’Etiopia: “i firmatari promettono che i loro prossimi piani climatici non includeranno alcuna nuova centrale elettrica alimentata a carbone senza cattura di CO2”.

L’Italia abbandonerà l’utilizzo del carbone a fini di produzione energetica nel 2025, con l’eccezione della Sardegna, dove l’utilizzo cesserà fra il 2026 e il 2028.

Cina (30,00%), U.S.A. (11,25%) e India (7,80%) – cioè i primi tre grandi “produttori” di CO2 al mondo (complessivamente il 49,5% delle emissioni nel 2023) – non aderiscono alla dismissione del carbone.

E abbiamo detto tutto.

Germania, miniera di carbone

Cina, Stati Uniti, India, Unione Europea (27 Stati), Russia e Brasile sono i Paesi che emettono più CO2 al mondo. Insieme, rappresentano il 49,8% della popolazione mondiale, il 63,2% del P.I.L. globale, il 64,2% del consumo di combustibili fossili e il 62,7% delle emissioni globali di CO2 fossile (Commissione europea, CO2 emissions of all world countries, 2024 Report).

Nel 2023 la Cina ha emesso 15.943,99 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (in sistematica crescita dal 1990, + 411%), il 30% delle emissioni globali mondiali, l’Italia ha emesso 374,12 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (in drastica diminuzione dal 1990, – 27%), lo 0,71% delle emissioni globali mondiali.

L’International Energy Agency (IEA), nel World Energy Outlook del 2023, sottolinea come il governo cinese preveda di arrivare al picco delle emissioni nel 2030, per cui non possiamo che prevedere ulteriori aumenti delle emissioni cinesi di CO2.

Cina, Pechino, smog

E’ ben chiara la follìa di chi vorrebbe in Italia una transizione energetica votata al proliferare senza se e senza ma di centrali eoliche, centrali fotovoltaiche, centrali a biomassa in spregio a qualsiasi salvaguardia del territorio: anche se l’Italia scendesse allo 0,5% delle emissioni globali mondiali di CO2 per la nostra Terra non cambierebbe un bel niente.

Il Consiglio di Stato l’ha ricordato recentemente con la  sentenza Sez. IV, 5 marzo 2025, n. 1872.

E ha ragione da vendere il magistrato amministrativo Paolo Carpentieri con il suo forte richiamo al buon senso che dovrebbe guidarci tutti nella transizione ecologica ed energetica: “...è del tutto inutile auto-distruggere qui e ora, subito, i nostri paesaggi, coprendoli di pale eoliche e di campi fotovoltaici, mentre il resto del mondo non fa nulla (anzi, continua a crescere con un’esplosione demografica fuori controllo). È come voler svuotare il mare con un cucchiaino.”.

Per questi motivi, a puro titolo d’esempio, è semplicemente criminale voler assediare la reggia nuragica di Barumini con cinque centrali eoliche e svariate centrali fotovoltaiche, per non parlare (sempre a puro titolo di esempio) della Sardegna inquinatrice d’Italia, una fesseria buona solo per chi si rifiuta di ragionare.

Roma, Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato

La pessima transizione energetica all’italiana.

Il fenomeno della speculazione energetica, oltre che in Sardegna, è pesantemente presente in modo particolare nella Tuscia, in Puglia, nella Maremma, in Sicilia, sui crinali appennnici.

In tutto il territorio nazionale le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 marzo 2025 risultano complessivamente ben 6.070, pari a 355,03 GW di potenza, suddivisi in 3.857 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 153,54 GW (43,25%), 2.030 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 108,42 GW (30,54%) e 132 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica  a mare 89,96 GW (25,34%), mentre sono ben poche (complessivamente 51 per complessivi 3,12 MW, lo 0,88%) le richieste per impianti idroelettrici, geotermici e da biomasse.

Portoscuso, centrale eolica, sullo sfondo la zona industriale

In Sardegna le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 marzo 2025 risultano complessivamente 729, pari a 54,40 GW di potenza, suddivisi in 470 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 19,72 GW (36,25%), 225 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 15,65 GW (28,77%) e 33 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica  a mare per 19,02 GW (34,97%), una sola richiesta per centrale idroelettrica per 0,01 GW (0,01%).

54,40 GW significa più di 25 volte gli impianti oggi esistenti in Sardegna. Risultano installati (2023) impianti energetici a combustibili fossili per MW 2.365 di potenza installata e impianti energetici da fonti rinnovabili per MW 3.660.   La produzione energetica a intermittenza degli impianti rinnovabili fa si che, pur avendo una potenza installata ben superiore, producano meno gigawattora (GWh).

Dobbiamo considerare, poi, che la Sardegna continua a produrre ben più energia di quanto serva a livello regionale, il resto lo esporta: nel 2023 (ultimi dati disponibili, Terna  statistiche regionali, 2023) sono stati prodotti 12.563,1 gigawattora (GWh), di cui 8.621,6 derivanti dal termoelettrico; 1.935,6 dall’eolico; 1.520,9 dal solare; 483,5 dall’idroelettrico; 1,5 da impianti di accumulo.  Tuttavia il fabbisogno regionale non ha superato i 7.636,9 GWh e ben 3.508,3 GWH sono stati esportati verso la Penisola. Si verificano perdite per 507,8 GWh.  L’esportazione di energia è pari al 27,92% di quella prodotta.

Un’overdose di energia che non potrebbe esser consumata sull’Isola (che già oggi ha circa il 38% di energia prodotta in più rispetto al proprio fabbisogno), non potrebbe esser trasportata verso la Penisola (quando entrerà in funzione il Thyrrenian Link la potenza complessiva dei tre cavidotti sarà di circa 2 mila MW), non potrebbe esser conservata (a oggi gli impianti di conservazione approvati sono molto pochi e di potenza estremamente contenuta).

centrale fotovoltaica in area agricola

Questo è il frutto di un’assenza completa di qualsiasi decente pianificazione, il Far West che tanto piace agli speculatori energetici e ai fiancheggiatori dell’ambientalmente corretto.

La Soprintendenza speciale per il PNRR, dopo approfondite valutazioni, ha evidenziato in modo chiaro e netto: “nella regione Sardegna è in atto una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore) tale da superare già oggi di ben 7 volte quanto previsto come obiettivo da raggiungersi al 2030 sulla base del FF55, tanto da prefigurarsi la sostanziale sostituzione del patrimonio culturale e del paesaggio con impianti di taglia industriale per la produzione di energia elettrica oltre il fabbisogno regionale previsto” (nota Sopr. PNRR prot. n. 27154 del 20 novembre 2023 e nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024).

Ma questo vale per tutto il territorio nazionale: “tale prospettiva si potrebbe attuare anche a livello nazionale, ove le richieste di connessione alla RTN per nuovi impianti da fonte rinnovabile ha raggiunto il complessivo valore di circa 328 GW rispetto all’obiettivo FF55 al 2030 di 70 GW” (nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024), cioè circa 4,7 volte l’obiettivo previsto a livello europeo.

progetto centrale eolica offshore Sardinia South 2, punto di sbarco del cavidotto sulla spiaggia di Tuerredda, 2023

Ma è vero che l’Italia rischia di arrivare in grave ritardo sugli obiettivi della transizione energetica dalle fonti fossili alle rinnovabili?

Forse si tratta dell’ennesima balla.

centrale eolica a mare

Paolo Arrigoni, è il Presidente del Gestore Servizi Energetici (G.S.E.), “società del Ministero dell’Economia e delle Finanze che in Italia promuove lo sviluppo sostenibile attraverso l’incentivazione delle fonti rinnovabili, dell’efficienza energetica e della mobilità sostenibile”, ed è molto chiaro nelle sue affermazioni: la crescita delle installazioni di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili in Italia è forte ed è innegabile.

Tra gennaio e agosto di quest’anno (2024, n.d.r.) in Italia sono stati installati ulteriori 5 gigawatt di capacità provenienti da impianti fotovoltaici, tecnologia che si conferma trainante sul fronte delle rinnovabili. A fine 2023, infatti, su complessivi 67 gigawatt di capacità installata, 30,3 provenivano dal fotovoltaico, 23 dall’idroelettrico e 12 dall’eolico”.  Non solo, “il trend dell’installazione è positivo se verifichiamo gli ultimi 4 anni, ma soprattutto ci sono tanti strumenti … tutti i gestiti dal Gse, che hanno dei contingenti che assommati vanno ben oltre l’obiettivo 2030”.

Capito?   “ben oltre l’obiettivo 2030”.

Solo gli sprovveduti per il clima e i mezzi di informazione acritici possono parlare di guerra in corso alle energie rinnovabili in Italia.

La guerra – sacrosanta e doverosa per chiunque abbia un po’ di buon senso – è contro la speculazione energetica arrembante nel povero Bel Paese.

progetto centrale eolica offshore Mistral, aree interessate, 2024

Gli unici che guadagneranno in ogni caso dalla transizione energetica realizzata in ‘sto modo ottuso saranno le società energetiche, che – oltre ai certificati verdi d’un tempo e alla relativa commerciabilità, nonchè agli altri incentivi – beneficiano degli effetti economici diretti e indiretti del dispacciamento, il processo strategico fondamentale svolto da Terna s.p.a. per mantenere in equilibrio costante la quantità di energia prodotta e quella consumata in Italia: In particolare, riguardo gli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili, “se necessario, Terna invia specifici ordini per ridurre o aumentare l’energia immessa in rete alle unità di produzione”, ma l’energia viene pagata pur non utilizzata.  

costi del dispacciamento sono scaricati sulle bollette degli Italiani.

Inoltre, la Commissione europea – su richiesta del Governo Italiano – ha recentemente approvato (4 giugno 2024) un regime di aiuti di Stato “volto a sostenere la produzione di un totale di 4 590 MW di nuova capacità di energia elettrica a partire da fonti rinnovabili”.   In particolare, “il regime sosterrà la costruzione di nuove centrali utilizzando tecnologie innovative e non ancora mature, quali l’energia geotermica, l’energia eolica offshore (galleggiante o fissa), l’energia solare termodinamica, l’energia solare galleggiante, le maree, il moto ondoso e altre energie marine oltre al biogas e alla biomassa. Si prevede che le centrali immetteranno nel sistema elettrico italiano un totale di 4 590 MW di capacità di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. A seconda della tecnologia, il termine per l’entrata in funzione delle centrali varia da 31 a 60 mesi”.

Il costo del regime di aiuti in favore delle imprese energetiche sarà pari a 35,3 miliardi di euro e, tanto per cambiare, sarà finanziato “mediante un prelievo dalle bollette elettriche dei consumatori finali”.

Un’overdose di energia potenziale che non potrebbe esser nemmeno esser consumata. Significa energia che dovrà esser pagata dal gestore unico della Rete (cioè soldi che usciranno dalle tasse dei contribuenti).

Fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus) in volo e centrale eolica

Che cosa possiamo fare concretamente.

In tutta Italia, fra le aree idonee dovrebbero esser individuate le zone industriali e quelle già degradate, mentre dovrebbe esser privilegiata e incentivata la soluzione relativa al posizionamento di pannelli fotovoltaici sui tetti di edifici pubblici, capannoni, aziende, edifici privati, ecc.    

Sarebbe più che sufficiente per le necessità energetiche nazionali.

Si rammenta che lo studio ENEA pubblicato sulla Rivista Energies (N. Calabrese, D. Palladino, Energy Planning of Renewable Energy Sources in an Italian Context: Energy Forecasting Analysis of Photovoltaic Systems in the Residential Sector, 27 marzo 2023) afferma che per sopperire ai fabbisogni energetici dell’intero patrimonio residenziale italiano basterebbe realizzare pannelli fotovoltaici sul 30% dei tetti a uso abitativo.

tetti fotovoltaici

Per esempio, come afferma e certifica l’I.S.P.R.A. (vds. Report Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2023, Report n. 37/202)), è molto ampia la superficie potenzialmente disponibile per installare impianti fotovoltaici sui tetti, considerando una serie di fattori che possono incidere sulla effettiva disponibilità di spazio (presenza di comignoli e impianti di condizionamento, ombreggiamento da elementi costruttivi o edifici vicini, distanza necessaria tra i pannelli, esclusione dei centri storici).

Dai risultati emerge che la superficie netta disponibile può variare da 757 a 989 km quadrati. In sostanza, si spiega, “ipotizzando tetti piani e la necessità di disporre di 10,3 m2 per ogni kW installato, si stima una potenza installabile sui fabbricati esistenti variabile dai 73 ai 96 GW”. A questa potenza, evidenziano i ricercatori dell’ISPRA, si potrebbe aggiungere quella installabile in aree di parcheggio, in corrispondenza di alcune infrastrutture, in aree dismesse o in altre aree impermeabilizzate; “ipotizzando che sul 4% dei tetti sia già installato un impianto, si può concludere che, sfruttando gli edifici disponibili, ci sarebbe posto per una potenza fotovoltaica compresa fra 70 e 92 GW”. 

Energia producibile senza particolari impatti ambientali e conflitti sociali.

pannelli fotovoltaici su parcheggi

Ribadiamo ancora una volta la nostra proposta: dopo aver quantificato il quantitativo di energia elettrica realmente necessario a livello nazionale, sarebbe cosa ben diversa se fosse lo Stato a pianificare in base ai reali fabbisogni energetici le aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), mettesse a bando di gara i siti al migliore offerente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica.

In realtà, la prima cosa necessaria, a breve termine, sarebbe una moratoria nazionale (non regionale, già dichiarata costituzionalmente illegittima con sentenza Corte cost. n. 27/2023), una sospensione di qualsiasi autorizzazione per nuovi impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili per consentire una reale, concreta, effettiva pianificazione energetica e territoriale.

E’ ora che ciascuno di noi faccia sentire la sua voce: firma, diffondi e fai firmare la petizione popolare Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! .

Ormai siamo più di ventunmila ad averlo già fatto.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

L’Unione Sarda, 9 maggio 2025
Filippine, Isola di Luzon, baia di Bangui, centrale eolica sulla spiaggia (AFP Photo/Ted Aljibe – Il Corriere della Sera)Vogliamo arrivare a questo? 

(foto AFP Photo/Ted Aljibe – Il Corriere della Sera, da mailing list ambientalista, S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di Fabrizio Quaranta
    Fabrizio Quaranta
    Maggio 7, 2025 alle 7:26 am

    “…un’oscena speculazione energetica intorno alla reggia nuragica di Barumini, appartenente al Patrimonio dell’Umanità sotto l’ègida dell’UNESCO,  e al Nuraghe Genna Maria di Villanovaforru….

    Evviva🍾

    Uno dei peggiori mostri fermato, GrIG, piccoli David, eroi del ns tempo, serriamo le fila che il predatore Golia assetato di terra e danaro pubblico non e’ piu’ arrogante e sicuro come prima. Atterriamolo definitivamente, ma ha tante orribili e false teste

  2. Avatar di Gavino MELONI
    Gavino MELONI
    Maggio 7, 2025 alle 8:47 am

    Finalmente un po di giustizia.

    Purtroppo c’è ancora molto (troppo) da fare…

  3. Maggio 7, 2025 alle 9:53 am

    da Sardinia Post, 6 maggio 2025
    Il ministero boccia la centrale eolica in Marmilla. Il Grig: “Oscena speculazione energetica”: https://www.sardiniapost.it/cronaca/il-ministero-boccia-la-centrale-eolica-in-marmila-il-grig-oscena-speculazione-energetica/

    ______________________________

    da Cagliari Today, 6 maggio 2025
    Bocciato il parco eolico in Marmilla: “Legge su aree idonee è pienamente operativa”.
    Il Mase non concede la Via alla società per i sette aerogeneratori nel Comune di Villanovafranca. In Sardegna le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna ora sono 729, pari a 54,40 GW di potenza:
    https://www.cagliaritoday.it/economia/progetto-parco-eolico-marmilla-bocciato-villanovafranca.html

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    da Cagliaripad, 6 maggio 2025
    Centrale eolica in Marmilla: progetto “Su Murdegu” bloccato dal Ministero.
    Il progetto prevedeva sette torri eoliche per una potenza complessiva di 42 megawatt e varie opere di connessione e servizi nel paesaggio agricolo e storico: https://www.cagliaripad.it/647284/centrale-eolica-in-marmilla-il-ministero-blocca-il-progetto-su-murdegu/

    ______________________

    da Ifa News, 6 maggio 2025
    TORRI EOLICHE E MARMILLA: https://www.ifanews.it/torri-eoliche-e-marmilla

  4. Maggio 25, 2025 alle 5:40 PM

    Maria Giovanna Bosco, Public Subsidies, Renewable Energies and Rent-Seeking Behaviour: The Case of Sardinia, su L’industria (Il Mulino), Fascicolo 4/2024, ottobre-dicembre

    da L’Unione Sarda, 25 maggio 2025

    «Le rinnovabili? Una bolla speculativa che arricchisce pochi e devasta l’ambiente: energia più cara per cittadini e imprese».

    Maria Giovanna Bosco e lo studio sul “caso Sardegna” pubblicato da Il Mulino: il settore privato ha infiltrato quello pubblico ottenendo miliardi per un settore che economicamente non si regge. (Paolo Paolini)

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