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Quando i poteri pubblici sono asserviti ai grandi interessi particolari: il gasdotto “Rete Adriatica”.


Marche, Monte Catria innevato

Marche, Monte Catria innevato

Lo scorso 1 ottobre 2014 si è tenuta presso il Ministero dello sviluppo economico un tavolo tecnico fra la delegazione ministeriale, guidata dal vice-ministro Claudio De Vincenti, i rappresentanti della Regione Abruzzo – fra cui il presidente Luciano D’Alfonso, il vice-presidente Giovanni Lolli, l’assessore all’ambiente Mario Mazzocca – il sindaco di Sulmona Peppino Ranalli, i rappresentanti dei vari altri Ministeri coinvolti, e i dirigenti del gruppo Snam s.p.a.      

Argomento il progetto del devastante gasdotto “Rete Adriatica”.

“La riunione è andata malissimo”.  Le parole del vice-presidente della Regione Abruzzo sono la sintesi più chiara e lapidaria dell’esito di un incontro che doveva portare a una profonda revisione progettuale.

Sulmona, manifestazione contro il gasdotto "Rete Adriatica"

Sulmona, manifestazione contro il gasdotto “Rete Adriatica”

Infatti, grazie a un’insondabile ottusità umana, si continua a insistere e persistere nel voler realizzare un gasdotto devastante per l’ambiente e inutile sul piano economico-sociale nelle zone a maggior rischio sismico d’Italia (zona sismica “1”), fra le aree a maggior rischio sismico in Europa, intercettando come birilli, le zone altamente sismiche di Abruzzo, Umbria, Marche[1].

Contro questa follìa e per una radicale modifica progettuale sono state numerose e continue le azioni legali ecologiste in tutte le sedi, si è espressa la stessa VIII Commissione permanente “Ambiente” della Camera dei Deputati (risoluzione  n. 7/00518 del 2011), la Regione Abruzzo ha adottato atti normativi e di indirizzo politico, la Regione Umbria ha approvato ben due mozioni consiliari (30 settembre 2014, 11 dicembre 2012) avverso il devastante tracciato, numerosi Enti locali hanno espresso posizioni nettamente contrarie, parecchie manifestazioni popolari hanno indicato la chiara opposizione delle cittadinanze interessate.

Eppure – per ragioni esclusivamente economiche (il gruppo Snam risparmierebbe 50 milioni di euro rispetto alla diversa soluzione che prevede l’utilizzo del “corridoio” del già esistente gasdotto lungo la costa adriatica) – si persevera con prepotenza e arroganza: questo gasdotto s’ha da fare, punto e basta.

Le prossime conferenze di servizi sul gasdotto “Rete Adriatica” potrebbero portare all’autorizzazione definitiva dei tronchi “Foligno-Sestino” e “Sulmona-Foligno”, nonché della centrale di compressione di Sulmona.

E’ troppo chiedere uno straccio di buon senso in questo benedetto Bel Paese?

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

 

il “nostro” Aldo Loris Cucchiarini parla all’assemblea pubblica di Sulmona (22 settembre 2014)

 

da News Town, 1 ottobre 2014

Metanodotto Snam, la delegazione abruzzese abbandona il tavolo tecnico al Ministero.

“La riunione è andata malissimo”.

Non usa giri di parole il vice presidente della Giunta Regionale Giovanni Lolli, raccontando della riunione tecnica convocata a Roma per discutere il percorso del gasdotto ‘Rete Adriatica’. E che si è conclusa dopo pochi minuti, “quando Snam ha iniziato a spiegare le ragioni per le quali, avendo già scartato le ipotesi a mare, si predisponeva a scartare qualsiasi altro possibile spostamento della centrale. Lo presumo, perché non siamo arrivati ad ascoltare le loro argomentazioni fino in fondo. I presupposti però, parevano quelli”.

Lolli spiega che “gli argomenti messi in campo da Snam, in una prima slide, contenevano considerazioni abbastanza sorprendenti: definire Sulmona e la Valle Peligna come zone marginali, ai piedi di una catena montuosa, dove costruire una centrale di compressione non sarebbe così grave, ci ha dato l’impressione di una società che non conosce affatto il territorio. Come rappresentanti politici e istituzionali, non potevamo far finta di niente: il presidente D’Alfonso è scattato. Non tocca a Snam qualificare i territori, tocca a noi che ci abitiamo. Non è Snam che può permettersi di definire un territorio marginale piuttosto che periferico: sono prerogative dell’amministrazione regionale”.

Umbria, paesaggio appenninico

Umbria, paesaggio appenninico

Su quel territorio, infatti, “la Giunta regionale ha fatto precise scelte politiche, con l’intenzione di investire per lo sviluppo culturale, ambientale e monumentale dell’area. E’ per questo motivo che, in accordo con la delegazione, abbiamo deciso di abbandonare i lavori perché non c’erano più le condizioni per andare avanti”.

“La cosa che più mi ha preoccupato”, ha sottolineato Lolli, è che “sono insorti i direttori generali degli altri ministeri, addirittura avverso il direttore generale del Mibact Abruzzo, il dottor Scoppola a cui rinnovo apprezzamento e solidarietà, dando delle definizioni della Regione Abruzzo molto gravi: saremmo una Regione poco seria perché sei anni fa, in sede di tavolo tecnico sul parere Via, avevamo dato l’autorizzazione al progetto. In sei anni però, è successo di tutto: abbiamo cambiato idea, così come le altre regioni interessate da questa infrastruttura. Si potrà cambiare idea, in questo Paese?”

All’uscita della delegazione abruzzese – con Lolli e Scoppola c’erano appunto D’Alfonso e l’assessore all’ambiente Mazzocca – il vice ministro allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti ha chiuso la riunione, rinviando qualsiasi decisione alla Conferenza dei servizi.

Insomma, a poco è servito il braccio di ferro dei giorni scorsi per rinviare la Conferenza che, in un primo momento, era stata convocata per questo pomeriggio. Sull’onda della partecipata manifestazione organizzata a Sulmona, che aveva visto convergere istituzioni, comitati, semplici cittadini verso un ‘no’ deciso al metanodotto e alla centrale di compressione che Snam vorrebbe realizzare a Sulmona, De Vincenti aveva promosso il tavolo tecnico per tentare una mediazione tra le parti: risultato che, evidentemente, non è stato ottenuto.

Anzi. Ora, torna lo spettro della Conferenza dei servizi che potrebbe dare parere positivo al progetto, a dispetto delle resistenze del territorio. “Confermiamo la nostra volontà a discutere – ha ribadito Lolli – a patto, però, che ci sia una disponibilità reciproca all’ascolto”. L’assessore all’ambiente Mario Mazzocca ha aggiunto che la Regione “continuerà con l’attività amministrativa finalizzata a cancellare la Conferenza di servizi. Va in ogni caso interrotto il procedimento amministrativo e, nelle more, individuare soluzioni alternative. Faremo i nostri atti nelle prossime ore”, ha promesso.

simulazione posa gasdotto (Studio Newton, Fano)

simulazione posa gasdotto (Studio Newton, Fano)

A questo punto, però, la situazione è più che mai complicata. La vicenda, infatti, è assai complessa e si intreccia con affari di politica internazionale. Infatti, la ‘questione ucraina’ ha spinto le istituzioni finanziarie europee a fare pressione sui Governi per velocizzare le pratiche di autorizzazione del ‘Tap’, il gasdotto trans-Adriatico che dovrebbe connettere Italia e Grecia attraverso l’Albania, e della ‘Rete Adriatica’ che andrebbe ad allacciarsi al ‘Tap’ in Puglia per portare il gas da Brindisi fino a Minerbio (vicino Bologna).

E l’Abruzzo, per la realizzazione della ‘Rete Adriatica’, è più che mai centrale. Come lascia intendere la scelta del nome, i corridoi di passaggio del gasdotto erano stati individuati lungo la costa: al contrario, il progetto prevede ora soltanto un tratto di lungomare. Da Biccari (Foggia) in poi, le difficoltà geologiche e un elevato grado di urbanizzazione della costa hanno imposto la scelta di un tracciato più interno. Sulle montagne molisane fino ad arrivare in Abruzzo e, di qui, su per Foligno fino in provincia di Bologna.

I motivi sono soprattutto economici: tra Campochiaro (in provincia di Campobasso) e Sulmona esiste già un tratto del gasdotto Transmed che ha suggerito di sfruttarne il corridoio. Un gasdotto costa circa 2 milioni di euro per ogni chilometro, utilizzare il tunnel abruzzo-molisano vorrebbe dire risparmiare almeno 50 milioni. Ecco perché, per Snam, è cruciale l’Abruzzo interno. Ecco perché la società intende localizzare la centrale di compressione proprio a Sulmona. Nonostante si tratti di una zona a forte rischio sismico e di grande pregio ambientale. Il metanodotto, infatti, taglierebbe 3 parchi nazionali, un parco regionale e oltre 20 siti di rilevanza comunitaria.

E il Governo non può permettersi di rinunciare al progetto, anche e soprattutto per le pressioni europee. “Il Governo ha come priorità la realizzazione, in tempi ragionevoli, della infrastruttura energetica che dovrà essere realizzata perché dobbiamo servire il nostro Paese e l’Europa attraverso le opere di adduzione e di trasporto del gas proveniente dall’est europeo”, ha spiegato l’allora sottosegretario all’economia Giovanni Legnini, in occasione di un primo incontro convocato all’inizio di agosto tra il presidente della regione Luciano D’Alfonso e il vice ministro allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti.

La volontà dell’esecutivo è chiara: il progetto si dovrà fare e passerà in Abruzzo. L’obiettivo è riuscire almeno a modificarne il tracciato. La riunione tecnica appena conclusa non lascia però molti motivi per sperare.

 

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[1] il gasdotto “Rete Adriatica” si snoda lungo le depressioni tettoniche dell’Appennino Centrale storicamente interessato da un notevole tasso di sismicità, con eventi anche di magnitudo elevata, come il terremoto del 6 aprile 2009 che ha colpito L’Aquila e molte altre località dell’Abruzzo, e il terremoto del 26 settembre 1997 che ha colpito l’Umbria e le Marche.  Solo l’anno scorso, il 20 aprile 2013 un nuovo terremoto e un preoccupante sciame sismico anche a Città di Castello (PG).

Nel tratto relativo all’Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche, su 28 località attraversate dal progetto di metanodotto, 14 sono classificate in zona sismica 1 e 14 in zona sismica 2. Anche la centrale di compressione, localizzata a Sulmona, ricade in zona sismica di primo grado.

E’ agevolmente documentabile quanto sopra con l’impressionante mòle di dati presente sul sito web istituzionale (http://www.ingv.it/) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (I.N.G.V.), la massima Istituzione scientifica nazionale in materia.

 

Umbria, Appennino sotto la neve

Umbria, Appennino sotto la neve

(simulazione progettuale Studio Newton di Fano, foto G.M., S.L., archivio GrIG)

  1. mara
    ottobre 4, 2014 alle 9:31 am

    Hanno la stessa sensibilità ambientale delle macchine scavatrici. Procedono a testa bassa con in testa unicamente il profitto, TAV DOCET.

  2. novembre 14, 2014 alle 8:54 am

    Snam e questione energetica : la Regione mostri la schiena dritta!!!!!!

    La conclusione della Conferenza di Servizi sulla centrale e la rimessa degli atti sul tavolo del Governo nazionale, apre uno scenario estremamente delicato e fondamentale: è la partita decisiva il cui esito dipende tutto dal ruolo che la Regione vorrà e saprà giocare. Per il governatore Luciano D’Alfonso, che ha dichiarato che “la Regione non intende essere il cameriere dello Stato”, è questa l’occasione per dimostrare quale peso e capacità il Governo regionale intende mettere davvero in campo nel far valere i diritti inalienabili dei cittadini abruzzesi. Il Presidente D’Alfonso e il Vice Presidente Lolli, unitamente ai Parlamentari ed ai politici presenti all’assemblea del 22 settembre al cinema Pacifico, hanno preso degli impegni precisi nei confronti del territorio. L’epilogo di questa lunga vicenda, iniziata molti anni fa, è tutto nelle mani del governatore D’Alfonso e del Presidente Renzi: saranno loro, nel bene e nel male, ad assumersene pienamente la responsabilità di fronte ai cittadini.
    Con la legge “sblocca Italia” si regala il nostro Paese alle multinazionali del petrolio e del gas che ne decidono la politica energetica ed il governo ne è il fedele esecutore: per questo la vicenda Snam assume un significato fortemente emblematico. Se passa l’imposizione dall’alto di un’opera così devastante, contro la volontà di tutti gli Enti locali ribadita in Conferenza di Servizi, ciò significa che i cittadini e gli amministratori pubblici che essi eleggono non contano più nulla e saremo tutti non solo camerieri, ma ridotti al rango di sudditi perchè saranno solo le multinazionali ed i loro interessi affaristici a disporre del nostro territorio a loro piacimento e senza alcun ostacolo. Ma questa sarebbe la morte della democrazia e del territorio, perché ci costringeranno a soccombere alla «dittatura di un’economia senza volto e senza uno scopo veramente umano» (cfr. documento CEAM Abruzzo e Molise).
    Perciò ci aspettiamo che il governatore D’Alfonso e la giunta regionale mostrino la schiena dritta e, sul progetto Snam, non cedano alle imposizioni di un governo nazionale accentratore; ci aspettiamo che la Regione impugni davanti alla Corte Costituzionale la legge “sblocca Italia” e che difenda il titolo V della Costituzione il quale stabilisce che per le decisioni in materia energetica occorre l’intesa tra Stato e Regione.
    Per quanto attiene alle modalità con le quali si è svolta la Conferenza di Servizi, continuiamo a considerarla illegittima. Essa, a nostro avviso, non poteva essere convocata sulla sola centrale Snam, stante l’unitarietà del progetto che comprende metanodotto e centrale, né potevano essere ignorate dalla responsabile del procedimento le questioni di merito sollevate dalla Regione, quale la mancanza della Valutazione Ambientale Strategica, la necessità della V.I.A. unica e la superficiale valutazione, da parte della Snam, delle alternative di tracciato. Riteniamo, pertanto, che la Regione debba contestare la decisione di chiudere la Conferenza ed attrezzarsi affinché quello con il Governo nazionale sia un confronto vero e a tutto campo. Per le gravi carenze riscontrate è necessario che la Regione chieda la revisione delle decisioni assunte dalla Commissione Nazionale Via.
    Occorre, inoltre, una valutazione dei costi e benefici di un’opera quale la “Rete Adriatica”, la cui utilità è fortemente in dubbio visto il costante calo dei consumi di gas sia a livello nazionale (47,19 mld di mc. primi 9 mesi 2014) che europeo (18% in meno nel primo semestre 2014 rispetto allo stesso periodo del 2013).
    Per quanto concerne le alternative la Regione, insieme al rispetto della norma recentemente approvata che prevede sei mesi per il confronto con il Governo nazionale, deve esigere la piena applicazione di quanto deciso dalla risoluzione approvata con voto unanime dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, la quale “impegna” il Governo a disporre la modifica del tracciato del metanodotto, stante le forti criticità riscontrate sia per quanto riguarda il rischio sismico che per l’ elevato impatto ambientale dell’opera.

    Sulmona, 14/11/2014 Comitati cittadini per l’ambiente

    Info: Mario 3339698792 – Antonio 3407066402 – Giovanna 3284776001
    Email: sulmonambiente@gmail.comhttp://sulmonambiente.wordpress.com
    http://www.sulmonambiente.it

  3. dicembre 2, 2014 alle 2:47 PM

    da Il Corriere della Sera, 2 dicembre 2014
    IL GASDOTTO. Gas, Putin: la Russia rinuncerà a South Stream. Il presidente russo: «Costretti a ritirarci perché la Ue non sostiene il progetto»: http://www.corriere.it/economia/14_dicembre_01/gas-putin-russia-rinuncera-south-stream-b6840f38-7987-11e4-abc3-1c132dc377f5.shtml

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    Adn-Kronos, 2 dicembre 2014
    GAS: UE, MAI STATI CONTRO SOUTH STREAM MA PER RISPETTO REGOLE: http://www.sardiniapost.it/italia-e-dal-mondo/gas-ue-mai-stati-contro-south-stream-ma-per-rispetto-regole/

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    A.N.S.A., 2 dicembre 2014
    South Stream: Renzi, stop Putin non ci preoccupa.
    Titolo controllata Eni crolla in Borsa. Mosca: “Chi ha ucciso il progetto valuti le conseguenze”: http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2014/12/01/s.stream-putin-gas-puo-andare-altrove_872a8595-31c7-4c2b-b6f6-e788a4970da3.html

  4. dicembre 15, 2014 alle 9:05 am

    “LE NOSTRE CENTRALI SONO SICURE: PAROLA DI SNAM!…”
    “Un forte boato all’alba del 10 dicembre scorso, ha svegliato la frazione di S. Antonio e molta parte della città di Ravenna: un incendio con fiamme alte oltre 30 metri, si è sviluppato nella centrale Snam di gas metano in via S. Alberto, il cosiddetto nodo Ravenna, terra della Snam, che scalda il metano prima che venga immesso nella rete nazionale”. E’ un trafiletto dei diversi articoli di stampa locale che hanno riportato la notizia dell’esplosione che sembra essere stata causata da un problema all’impianto di riscaldamento del metano. Fortunatamente, non ci sono stati feriti poichè in quel momento non c’era nessuno all’interno dello stabilimento di via Sant’Alberto e le famiglie residenti nelle abitazioni più vicine, sono già rientrate a casa dopo l’evacuazione.
    La notizia non ha avuto eco nei TG nazionali, come non l’hanno avuta in passato le esplosioni dei gasdotti Snam: (nella bassa molisana nella periferia di Montecilfone il 15 gennaio 2004 per una frana; a Tarsia, in Calabria l’11 febbraio 2010 a causa di uno smottamento di terreno; a Tresana per lavori di manutenzione il 18 gennaio 2012 ed a Sciara (PA) il 20 luglio 2013, causata da un movimento franoso).
    La centrale prevista a Case Pente, oltre ai camini con le loro emissioni inquinanti, avrà le quattro linee di collegamento più il quinto tubo che proseguirà il suo percorso verso Foligno: tutte condotte da 1200 mm. di diametro ognuna e ad una pressione di gran lunga superiore a quella della centrale interessata dall’incendio nei pressi di Ravenna.
    Questi episodi confermano quanto sia indispensabile l’adozione del principio di precauzione previsto dal trattato della C.E. come fondamento della politica ambientale comunitaria (Art. 174), principio che come comitati, considerata l’alta sismicità del nostro territorio, abbiamo invocato subito in tutte le osservazioni inviate ai Ministeri interessati perché, come la cronaca dimostra, queste infrastrutture per le loro caratteristiche, non sono escluse da incidenti.
    Ma devono essere soprattutto spunto di riflessione profonda, sia per i cittadini che per le istituzioni, sul rischio elevato cui sarà sottoposto il nostro territorio dalla realizzazione del progetto della Snam.
    Ed è proprio alle istituzioni, distanti e silenti, che ci rivolgiamo in questo periodo di massima accelerazione degli iter autorizzativi per la centrale e per il metanodotto: è del 28 novembre, infatti la pubblicazione dell’avviso di avvio del procedimento alla costruzione anche per il metanodotto e dobbiamo registrare, nonostante le promesse fatte dai politici che hanno partecipato all’assemblea del 22 settembre scorso al Cinema Pacifico, una totale assenza di iniziative per quanto attiene alla proposta alternativa di progetto e di coinvolgimento anche delle altre Regioni interessate al tracciato.
    Perchè questo “lascia che sia” proprio ora che quella negazione dell’intesa della Regione Abruzzo dovrebbe esprimere tutta la forza del NO in essa contenuta? Perché il nostro Sindaco ed i Sindaci del comprensorio non sono loro stessi promotori di iniziative che aggreghino, informino nel modo corretto e responsabilizzino maggiormente i cittadini affiancandosi all’impegno costante dei comitati?
    Siamo sempre stati convinti che la difesa del territorio e dei diritti costituzionali è una lotta che si porta avanti all’unisono con i rappresentanti eletti, ma questi ultimi devono dimostrare di volerci essere.
    In questa fase, possiamo ancora una volta far sentire la nostra voce ed è per questo che rivolgiamo l’invito ai cittadini, comitati ed associazioni sociali, culturali e di categoria, ad inoltrare le osservazioni all’avviso di avvio del procedimento per il metanodotto il cui termine scade il 17 gennaio 2015.

    Sulmona, 13/12/2014

    Comitati cittadini per l’ambiente

    Info: Mario 3339698792 – Antonio 3407066402 – Giovanna 3284776001
    Email: sulmonambiente@gmail.comhttp://sulmonambientewordpress.com//

  5. gennaio 8, 2015 alle 10:36 am

    Appello ai Comuni, Comitati, Associazioni sociali, culturali e di categoria
    “La grande politica è quella delle risoluzioni audaci “ “Il primo bene di un popolo è la sua dignità”
    (Cavour)

    Dopo la centrale di compressione, anche per il metanodotto siamo ormai nella fase decisiva finale. Il 17 gennaio scade il termine per la presentazione delle osservazioni all’avviso pubblico per l’autorizzazione alla costruzione del metanodotto “Sulmona-Foligno”, tratto dell’opera unitaria “Rete Adriatica gasdotto Brindisi-Minerbio”. L’approssimarsi di tale scadenza, alla quale potrebbe seguire subito dopo la convocazione della Conferenza di Servizi, ci induce, quali cittadini che da sette anni sono “in trincea” nella battaglia contro il progetto della Snam, a rivolgere un appello a tutti i Comuni, ai Comitati ed alle Associazioni sociali, culturali e di categoria, affinchè inoltrino le loro osservazioni motivando la contrarietà all’opera.
    Alla politica chiediamo da sempre di farsi interprete della volontà popolare, ricordando che questa battaglia, nata con il convincimento che si stava affrontando “una piccola opposizione ad un limitato problema locale”, ci ha visti, invece in questi anni di impegno costante ed ininterrotto, al centro di una vicenda che pian piano è emersa come un importante tassello all’interno della politica energetica internazionale; così come pure la controparte che ci troviamo ad affrontare da allora, non è di “ridotte dimensioni”, bensì una multinazionale molto potente sotto il profilo economico e politico.
    Siamo fiduciosi che la politica, quella vera, consapevole del proprio ruolo rappresentativo della volontà popolare, non vorrà mai cedere il passo a quei potentati economici che, in quanto tali, condizionano anche l’apparato politico con la tutta la protervia che sono capaci di esprimere e di mettere in atto. Ai Comuni chiediamo di esprimere o confermare con apposita delibera consiliare, la loro contrarietà al devastante e pericoloso progetto della Snam.
    A tutte le Associazioni, a tutti i comitati ed ai cittadini chiediamo di formulare anch’ essi le loro osservazioni, ricordando che beni assoluti come il proprio territorio e la salute vanno difesi con dignità e coraggio, senza credere che si possa delegare ad altri ciò che è nostro dovere tutelare per primi e quali cittadini, chiediamo di mettere in campo tutta la forza necessaria sostenuta da quell’orgoglio e da quella tenacia che ha sempre contraddistinto gli abitanti dell’Abruzzo, non cedendo al timore che possa valere la ferrea regola che la ragione è del più forte!
    Se Davide ha sconfitto Golia, cittadini ed istituzioni insieme costituiscono una “solida fionda”, ed insieme devono scagliare il sasso contro chi vuole desertificare, mortificare, assoggettare, esporci a rischi certi, compromettere irrimediabilmente il nostro territorio e con esso il nostro futuro. Non permettiamo che ciò avvenga: dipende da noi e saremo responsabili verso i nostri figli perché mentre noi non agiamo, la multinazionale persevera nel suo progetto per i suoi profitti!
    Per tutte le eventuali informazioni necessarie, i comitati cittadini sono a disposizione con la casella di posta elettronica sulmonambiente@gmail.com oppure giomargi54@gmail.com, ed ai seguenti recapiti telefonici: Mario 3339698792 – Antonio 3407066402 – Giovanna 3284776001.
    Sulmona, 8 gennaio 2015
    Comitati cittadini per l’ambiente

    Info: Mario 3339698792 – Antonio 3407066402 – Giovanna 3284776001
    Email: sulmonambiente@gmail.comgiomargi54@gmail.com
    http://sulmonambientewordpress.com//

  1. agosto 25, 2016 alle 10:16 am
  2. agosto 25, 2016 alle 10:17 am
  3. agosto 26, 2016 alle 6:27 PM
  4. dicembre 7, 2017 alle 3:38 PM
  5. dicembre 7, 2017 alle 3:51 PM
  6. dicembre 8, 2017 alle 5:59 am

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