I “prodotti” della speculazione energetica, il progetto di centrale eolica offshore davanti a Capo Caccia.
La petizione Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! si firma qui.
Prosegue la predisposizione delle analisi e del progetto della centrale eolica offshore “Sardinia North West” proposto dalla società italo-svedese Avenhexicon s.r.l. (joint venture fra il gruppo Hexicon e Avapa Energy) nelle acque della Sardegna nord occidentale, al largo di Capo Caccia (Alghero).
Una delle aree naturalisticamente più importanti del Mediterraneo, con la presenza di specie di fauna marina e terrestre di straordinaria importanza.

Il progetto prevede, in un’area di mare di 382 chilometri quadrati in concessione, 27 strutture di fondazione galleggianti a forma triangolare ancorate al fondale, dotate ciascuna di n. 2 aerogeneratori, ciascuno con potenza nominale di 25 MW ciascuno, per un numero totale di 54 aerogeneratori e una potenza totale dell’impianto pari a 1.350 MW; cavidotti, cabine di trasformazione, collegamenti terrestri alla rete per una quarantina di chilometri da Alghero fino a Cabu Aspru, nel territorio comunale di Sassari.
Attualmente, terminata la procedura di scoping mediante la quale sono definiti i contenuti degli elaborati progettuali e dello studio d’impatto ambientale (S.I.A.), sono in corso analisi ambientali a mare.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha impedito il preventivo rilascio della concessione demaniale marittima (qui l’avviso al pubblico) attraverso un atto di opposizione presentato (24 agosto 2022) alla Capitaneria di Porto di Porto Torres, coinvolgendo tutte le altre amministrazioni pubbliche competenti.
Analogamente a tutte le altre istanze di rilascio di concessione di concessione demaniale marittima presentate (una ventina), il GrIG ha contestato l’assurda richiesta di concessioni trentennali o quarantennali in assenza di pianificazione e di procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.) e di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.).
Nelle stesse acque della Sardegna nord-occidentale insiste un altro progetto di centrale eolica offshore flottanti, il progetto di centrale eolica “Parco eolico flottante Mistral” proposto (32 aerogeneratori da 15 MW ciascuno, cavidotti, collegamenti a mare e a terra, cabine, ecc.) dalla Parco Eolico flottante Mistral s.r.l. (Gruppo Acciona), avverso il quale il GrIG ha prima depositato (28 giugno 2022) analoga opposizione al rilascio della concessione demaniale marittima, poi è intervenuto (30 luglio 2024) nel relativo procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) attualmente in corso.
In proposito, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – Commissione tecnica VIA/VAS ha chiesto (nota prot. n. 1278 del 31 gennaio 2025) un lungo elenco di approfondite integrazionial progetto e allo studio di impatto ambientale.
Come ben noto, il GrIG da un lato è favorevole alla produzione energetica da fonti rinnovabili, ma è assolutamente contrario a ogni ipotesi di speculazione energetica.
La mancanza di una reale pianificazione energetica e territoriale, la scandalosa mancata considerazione delle alternative decisamente meno impattanti rappresentate dalla produzione fotovoltaica su tetti, capannoni, aree industriali rende l’attuale politica energetica nazionale piuttosto schizofrenica (basti pensare alla realizzazione di nuovi gasdotti) e schiava degli interessi privatistici.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

da Il Fatto Quotidiano, 24 settembre 2025
“Ferma e forte contrarietà alla realizzazione del progetto”, a marzo 2023, sia da parte del Comune di Alghero che da quello di Porto Torres, per il parco offshore al largo della costa nord-occidentale. Possibiliste Legambiente e WWF, meno la Lipu. (Manlio Lilli)
Si chiama Sardinia North West. È il progetto di Parco eolico offshore che la Avenhexicon – joint venture tra la società svedese Hexicon AB e l’investitore italiano di energie rinnovabili Avapa Energy srl – vorrebbe realizzare al largo della costa nord-occidentale della Sardegna, di fronte ad Alghero. Un progetto che, però, non piace né al Comune di Alghero né alla Regione. Possibiliste le associazioni ambientaliste Legambiente e WWF, meno la Lipu. Ma intanto sono state avviate le indagini preliminari in mare.
L’impianto è previsto a Capo Caccia, il promontorio che insieme a quello di Punta Giglio racchiude il Golfo di Porto Conte. Una porzione di mare che in virtù delle sue peculiarità dal 2002 fa parte dell’Area naturale marina protetta Capo Caccia-Isola Piana, individuata come Area Specialmente Protetta di Importanza Mediterranea, nella quale insiste anche una Zona Speciale di Conservazione.
“Dal 2022 affermiamo con chiarezza il nostro no a questo progetto. Il nostro territorio sta già pagando un prezzo ambientale elevatissimo”, spiega a ilfattoquotidiano.it il sindaco di Alghero, Raimondo Cacciotto. “Questa iniziativa è stata “calata dall’alto”, senza alcun coinvolgimento della comunità locale e senza che siano noti i reali impatti ambientali, paesaggistici ed economici”. Più complessa la posizione dell’Assessore regionale all’Urbanistica che a ilfattoquotidiano.it dice: “E’ necessario stabilire limiti chiari per distanze oltre le 24 miglia e per una piena compatibilità con ambiente, paesaggio, pesca e comunità costiere. La transizione energetica è doverosa, ma non può compromettere identità e territorio”.
Il progetto – A luglio 2022 l’Istanza al Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile per la richiesta della concessione demaniale marittima, valida per 30 anni. Concessione sulla quale è intervenuto con uno specifico atto di opposizione l’associazione ecologista Gruppo d’intervento giuridico. A febbraio 2023 arriva l’istanza al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per la definizione dei contenuti dello studio di impatto ambientale. A novembre, ancora del 2023, la Commissione tecnica PNRR-PNIEC stabilisce che nella Redazione dello Studio di Impatto Ambientale “dovranno essere approfonditi e sviluppati con relativo livello di dettaglio” gli Aspetti ambientali, le Tutele Ecologiche e Biodiversità, un Piano di monitoraggio ambientale, l’impatto sui Beni culturali e Paesaggistici, oltre alle Misure di mitigazione e quelle di compensazione.
L’impianto con una potenza totale di 1350 megawatt, “si sviluppa, in mare aperto, a una distanza minima dalla costa sarda di 24 km. Su una superficie di circa 364 km quadrati”, si legge nello Studio preliminare ambientale realizzato da Mpower srl ad ottobre 2022. Spiegando che “è composto da 27 strutture di fondazione galleggianti ancorate al fondale, dotate ciascuna di 2 aerogeneratori, per un numero totale di 54”. Ognuno dei quali, costituito da una torre alta 177 metri e tre pale, per un diametro di 310 metri.
Il trasporto dell’energia prodotta e convogliata nella stazione elettrica di trasformazione, “avverrà tramite cavidotti subacquei per una lunghezza di 41 km fino al molo sopraflutto del porto di Alghero, e successivamente, attraverso cavidotti terrestri, fino alla Sottostazione di Fiume Santo, nel territorio di Sassari, per una lunghezza di 38 km, attraverso i territori dei Comuni di Alghero, Sassari e Porto Torres”. Un progetto, si legge ancora, che avrà tra i “Punti di forza” il fatto di essere posto “a una distanza tale dalle zone costiere da essere poco visibile dalla terraferma e dunque non impattare sulla skyline del paesaggio”. Ma sono in molti tra le istituzione coinvolte a pensarla diversamente. Molto diversamente.
Le amministrazioni locali – “Ferma e forte contrarietà alla realizzazione del progetto”, a marzo 2023, sia da parte del Comune di Alghero che da quello di Porto Torres. I quali si chiedono quale sia “l’utilità per la collettività, a fronte di tale imponente opera, di certo modificativa del territorio e del paesaggio. Nel progetto non è contemplata alcuna misura compensativa per la collettività”. Aggiungendo che “nessun accertamento è stato effettuato dal decisore statale circa la disponibilità della comunità locale di farsi carico degli esiti di un progetto, così impattante sul territorio e sulla gente che in questo territorio vive ed opera”. Sottolinea a febbraio 2023 l’Azienda Speciale Parco di Porto Conte che “il tracciato del cavidotto sommerso è ricompreso per 6,58 miglia nautiche nella Zona Speciale di Conservazione, mentre il cavidotto terrestre intercetta il margine orientale della stessa ZSC”. Circostanza per la quale entrambi verrebbero ad interferire con habitat di interesse comunitario. Anche per questo, scrive l’Azienda Speciale Parco di Porto Conte, “si dovrebbe includere la procedura di Valutazione di incidenza ambientale all’interno della Valutazione di Impatto Ambientale”. Richiesta fatta a marzo 2023 anche dall’Assessorato regionale alla difesa dell’Ambiente. ARPA Sardegna a marzo 2023 evidenzia la necessità che si realizzi “uno studio ad hoc dell’impatto visivo delle strutture offshore del parco”. Elencando le aree marino costiere sulle quali potrebbe interferire il parco eolico. Dalla Costa di Cuglieri all’Entroterra e la zona costiera tra Bosa, Capo Marargiu e Porto Tangone. Dal Lago di Baratz-Porto Ferro a Ls Arenas.
Le amministrazioni locali – “Ferma e forte contrarietà alla realizzazione del progetto”, a marzo 2023, sia da parte del Comune di Alghero che da quello di Porto Torres. I quali si chiedono quale sia “l’utilità per la collettività, a fronte di tale imponente opera, di certo modificativa del territorio e del paesaggio. Nel progetto non è contemplata alcuna misura compensativa per la collettività”. Aggiungendo che “nessun accertamento è stato effettuato dal decisore statale circa la disponibilità della comunità locale di farsi carico degli esiti di un progetto, così impattante sul territorio e sulla gente che in questo territorio vive ed opera”. Sottolinea a febbraio 2023 l’Azienda Speciale Parco di Porto Conte che “il tracciato del cavidotto sommerso è ricompreso per 6,58 miglia nautiche nella Zona Speciale di Conservazione, mentre il cavidotto terrestre intercetta il margine orientale della stessa ZSC”. Circostanza per la quale entrambi verrebbero ad interferire con habitat di interesse comunitario. Anche per questo, scrive l’Azienda Speciale Parco di Porto Conte, “si dovrebbe includere la procedura di Valutazione di incidenza ambientale all’interno della Valutazione di Impatto Ambientale”. Richiesta fatta a marzo 2023 anche dall’Assessorato regionale alla difesa dell’Ambiente. ARPA Sardegna a marzo 2023 evidenzia la necessità che si realizzi “uno studio ad hoc dell’impatto visivo delle strutture offshore del parco”. Elencando le aree marino costiere sulle quali potrebbe interferire il parco eolico. Dalla Costa di Cuglieri all’Entroterra e la zona costiera tra Bosa, Capo Marargiu e Porto Tangone. Dal Lago di Baratz-Porto Ferro a Is Arenas.
(foto da National Geographic, da mailing list ambientalista, S.D., archivio GrIG)










“… Davanti a Capo Caccia…”???
Ma siete in grado di “leggere” una carta geografia???
Va bene tutto, pure la vostra avversione alla decarbonizzazione e contestuale affezione per i componenti aromatici incombusti, PERÒ, non penserete mica che tutti i vostri lettori siano lobotomizzati al punto da non riuscire a leggere una cartina geografica ed accorgersi che il progetto NON impatta di fronte a Capo Caccia MA, caso mai, a largo della costa di BOSA!
Con ciò non voglio certo intendere che Bosa sia un territorio di MINOR PREGIO rispetto a Capo Caccia. VOI invece, evidentemente, SI e strumentalizzare le situazioni ed i luoghi SOLO per la vostra battaglia ideologica.
..ma lei collega il cervello prima di battere le dita su una tastiera?
Il progetto della centrale eolica offshore “Sardinia North West” è nel mare davanti a Capo Caccia, si guardi bene la cartina pubblicata in questo articolo.
Il progetto di centrale eolica “Parco eolico flottante Mistral” è nel mare antistante la Planargia, i guardi bene l’altra cartina pubblicata in questo articolo.
Ambedue sono nei mari del quadrante nord ovest della Sardegna.
Gli insulti e le ingiurie la qualificano per quello che lei è.
Stefano Deliperi
Grande Stefano, grazie GRIG!
Grazie di cuore dagli italiani e stranieri che amano le proprie bellissime Terre sopravvissute alla furia edilizia e oggi mira predatoria del saccheggio schifoso della schifosa ,avida, inarrestabile, inutile, criminale speculazione energetica come cavallette impazzite all’odore di 400 miliardi delle ns bollette senza rischi d’impresa.
L’IMBROGLIO DELLE RINNOVABILI: il piu’ grande, inutile, lucroso scempio ambientale della Storia.
Ho cercato di riassumere tutte le impunite nefandezze di questi delinquenti in un opuscolo che gia’ conta 34 capitoli in 70 pagine ricche di bibliografia.
Oltre che per far conoscere la realta’ travisata da una ben orchestrata pluridecennale e prezzolata propaganda mediatica, anche per rispondere e cercare di far rinsavire le troppe vittime craniopiallate da questo reiterato falso impossibile alibi della riduzione dei cambiamenti climatici con inutili devastazioni locali
Forza GRIG siamo sempre di piu’ che hanno capito lo schifo, abbiamo davanti la peggiore finanza internazionale ma se l’opinione pubblica si strappa i microchip della lobotomizzazione possiamo ancora salvare il salvabile.
E poi c’era lo scoiattolo che confezionava la marmellata…
lo saluti cordialmente da parte nostra. Buona giornata anche a lei.
Stefano Deliperi
Buona sera, “..ma lei collega il cervello prima di battere le dita su una tastiera?”
…e Lei ? Ma le pare un dialogo da administratore ?? P.S. Buona serata..
non siamo tenuti a trattare con i guanti bianchi chi viene a insultarci o ingiuriarci.
Buona serata.
Stefano Deliperi
Abbiamo capito che chi è a favore ha le mani nella marmellata. A costoro interessa riempire il borsello e sei poi il territorio viene inutilmente devastato, poco importa, tanto meglio il loro profitto.