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La Maremma e la Tuscia rischiano di diventare banali zone industriali (e tanti saluti all’ambiente, alla storia, all’agricoltura, al turismo).


bosco e girasoli

La petizione Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! si firma qui.

Litorali, boschi, campi coltivati, pascoli, tombe etrusche, macchia mediterranea, paesi medievali, campi di girasoli, corsi d’acqua, terre collettive, questo è il paesaggio storico proprio del territorio a cavallo di Lazio e Toscana.

Maremma e Tuscia, luoghi di natura, arte, agricoltura di qualità, cultura.

Tuttavia, se andrà avanti in assenza di alcuna concreta pianificazione la proliferazione selvaggia di centrali eoliche, centrali fotovoltaiche, centrali agrivoltaiche, potremo scordarci questo lembo del Bel Paese così com’è conosciuto in tutto il mondo.

Potremo scordarci anche qualsiasi richiamo turistico.

Castell’Azzara (GR), colline

Il fenomeno della speculazione energetica, oltre che in Sardegna, è pesantemente presente in modo particolare nella Tuscia, in Puglia, nella Maremma, in Sicilia, sui crinali appennnici.

Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non vuol dire avere ottusi paraocchi, non vuol dire aver versato il cervello all’ammasso della vulgata dell’ambientalismo politicamente corretto.

Alessandro Paoletti e i suoi Girasoli

Ma non sono solo le associazioni e i comitati realmente ambientalisti a sostenerlo.

Qualche sintetica considerazione sulla speculazione energetica in corso in Italia è stata svolta da tempo autorevolmente dalla Soprintendenza speciale per il PNRR, che, dopo approfondite valutazioni, ha evidenziato in modo chiaro e netto: “… è in atto una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore) … tanto da prefigurarsi la sostanziale sostituzione del patrimonio culturale e del paesaggio con impianti di taglia industriale per la produzione di energia elettrica oltre il fabbisogno … previsto … a livello nazionale, ove le richieste di connessione alla RTN per nuovi impianti da fonte rinnovabile ha raggiunto il complessivo valore di circa 328 GW rispetto all’obiettivo FF55 al 2030 di 70 GW” (nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024)”.

Qui siamo alla reale sostituzione paesaggistica e culturale, alla sostituzione economico-sociale, alla sostituzione identitaria.  

L’associazione ambientalista Amici della Terra sta predisponendo una banca dati degli impianti eolici realizzati e in progetto e inizia a render bene la realtà in divenire.

Maremma e Tuscia, centrali eoliche esistenti e in progetto (AdT 2025)

In tutto il territorio nazionale le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 28 febbraio 2025 risultano complessivamente ben 6.110, pari a 354,80 GW di potenza, suddivisi in 3.874 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 153,213 GW (43,19%), 2.051 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 109,77 GW (30,94%) e 131 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica  a mare 88,59 GW (24,97%). Poche richieste (in tutto 54 per 3,22 GW, 0,92%) per idroelettrico, geotermico e biomasse.

Un’overdose di energia potenziale che non potrebbe esser nemmeno esser consumata. Significa energia che dovrà esser pagata dal gestore unico della Rete (cioè soldi che usciranno dalle tasse dei contribuenti).

Solo nella fascia di confine fra Toscana e Lazio almeno un mega-progetto di centrale agrivoltaica, sei progetti di centrali eoliche per complessive 65 “torri” eoliche, in una zona ricca di emergenze ambientali, archeologiche e storico-culturali, nonchè di grande richiamo turistico.

E sul settore turistico l’industrializzazione a fini energetici della Maremma avrebbe effetti semplicemente disastrosi, se ancora qualcuno non l’avesse capito.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) è intervenuta con specifici atti di “osservazioni” in ogni procedimento di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.):

* progetto di centrale agrivoltaica con centrale di accumulo proposto dalla milanese EDPR Centro Italia PV s.r.l. in località Campigliola, nella Maremma grossetana di Manciano, al confine con il Lazio; 

* progetto di centrale eolica  proposta dalla San Nicola Energia s.r.l. (del pugliese Gruppo Hope) nella località agricola di Campo all’Olmo, in Val di Cornia, nella Maremma livornese, fra Campiglia Marittima e Piombino, nei confronti del quale il GrIG è intervenuto (19 dicembre 2024) con un atto di “osservazioni” nel relativo procedimento di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.); 

* progetto per la realizzazione della centrale eolica “Pellestrina Wind” proposto dalla società veneta Pellestrina s.r.l. sempre in Val di Cornia, fra Campiglia Marittima, Piombino e Suvereto, nei confronti del quale il GrIG è intervenuto (12 novembre 2024) con un atto di “osservazioni” nel relativo procedimento di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.);

* progetto per la realizzazione della centrale eolica “Energia Sorano della società romana Olsen Renewables Italy s.r.l. nella Maremma etrusca fra Sorano, Pitigliano, Ischia di Castro e Manciano, nei confronti del quale il GrIG ha effettuato (18 ottobre 2024) un atto di intervento nel relativo procedimento di V.I.A.;

* progetto di realizzazione del “Parco eolico Pitigliano della società milanese Gruppo Visconti Pitigliano s.r.l. nelle località di Pian di Morrano e La Rotta, nei Comuni di Pitigliano e di Manciano, avverso il quale il GrIG ha già inoltrato (16 agosto 2024) un atto di intervento nel relativo procedimento di V.I.A.;

* progetto di realizzazione della centrale eolica “Pitigliano sempre della società romana RWE Renewables Italia s.r.l. fra boschi, campi e macchia mediterranea al confine fra Toscana e Lazio, nei Comuni di Pitigliano, Sorano, Manciano (GR) e Onano (VT), nei confronti del quale  il GrIG aveva già depositato (18 luglio 2024) un atto di intervento nel relativo procedimento di V.I.A.;

* progetto di realizzazione della centrale eolica “Rempilloda parte di Sorgenia Renewables s.r.l.in località Rempillo, nel territorio comunale di Pitigliano, avverso il quale il GrIG aveva già depositato (12 febbraio 2024) un atto di intervento nel procedimento di V.I.A.

Tuscia, cavalli al pascolo e ruderi medievali

Nemmeno la previsione di alcuna prestazione di fideiussione (art. 1936 cod. civ..) per eventuali danni all’ambiente e agli interessi pubblici nelle fasi di cantiere, di gestione dell’impianto e del ripristino ambientale (decommissioning).

La pianificazione paesaggistica – il piano di indirizzo territoriale con valenza di piano paesaggistico (P.I.T.) della Toscana e il piano territoriale paesistico regionale del Lazio – e la siti rientranti nella Rete Natura 2000 purtroppo non costituiscono una garanzia assoluta di salvaguardia del territorio, nè lo sono le fasce di rispetto dal limite di numerose zone tutelate con vincolo culturale e/o con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), posta dall’art. 6 del decreto-legge n. 50/2022, convertito con modificazioni e integrazioni nella legge n. 91/2022, in attesa della prevista individuazione delle aree non idonee all’installazione degli impianti di produzione energetica da fonte rinnovabile, come previsto dal  D.M. Ambiente 21 giugno 2024 (Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili).

centrale eolica

In proposito, la Giunta regionale della Toscana ha approvato (deliberazione GR n. 2 del 2 dicembre 2024) la proposta di legge regionale Disciplina per l’individuazione delle superfici e delle aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti di produzione di energia a fonte rinnovabile in attuazione dell’articolo 20, comma 4, del d.lgs. 199/2021” (+ redazione illustrativarelazione tecnico-normativarelazione tecnico-finanziariascheda aiuti di Statoallegato 1), ora in discussione in Consiglio regionale. La Giunta regionale del Lazio finora si è limitata a una proroga dell’efficacia delle misure provvisorie per il rilascio del provvedimento unico regionale (PAUR) per gli impianti eolici e fotovoltaici a terra (deliberazione Giunta regionale Lazio 28 novembre 2024, n. 1021).

Tante realtà locali si battono strenuamente per la difesa del loro territorio. Per esempio, il comitato di Magliano ha avviato una petizione popolare (da firmare!) avverso la realizzazione della centrale eolica “Parco eolico di Magliano con 13 “torri” eoliche altre 200 metri e potenza complessiva di 72,8 MW, mentre ci sono imprese agricole che non si arrendono e coltivano Girasoli e Grano al posto di pannelli fotovoltaici.

Montalto di Castro (VT), concentrazione di centrali fotovoltaiche (da Google Earth)

Uno degli aspetti particolarmente critici è la mancanza di informazione sui reali costi della speculazione energetica.

Gli unici che guadagnano in ogni caso sono le società energetiche, che – oltre ai passati certificati verdi e alla relativa commerciabilità, nonchè agli altri incentivi – beneficiano degli effetti economici diretti e indiretti del dispacciamento, il processo strategico fondamentale svolto da Terna s.p.a. per mantenere in equilibrio costante la quantità di energia prodotta e quella consumata in Italia: In particolare, riguardo gli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili, “se necessario, Terna invia specifici ordini per ridurre o aumentare l’energia immessa in rete alle unità di produzione”, ma l’energia viene pagata pur non utilizzata.

 I costi del dispacciamento sono scaricati sulle bollette degli Italiani.

Inoltre, la Commissione europea – su richiesta del Governo Italiano – ha recentemente approvato (4 giugno 2024) un regime di aiuti di Stato “volto a sostenere la produzione di un totale di 4 590 MW di nuova capacità di energia elettrica a partire da fonti rinnovabili”.   In particolare, “il regime sosterrà la costruzione di nuove centrali utilizzando tecnologie innovative e non ancora mature, quali l’energia geotermica, l’energia eolica offshore (galleggiante o fissa), l’energia solare termodinamica, l’energia solare galleggiante, le maree, il moto ondoso e altre energie marine oltre al biogas e alla biomassa. Si prevede che le centrali immetteranno nel sistema elettrico italiano un totale di 4 590 MW di capacità di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. A seconda della tecnologia, il termine per l’entrata in funzione delle centrali varia da 31 a 60 mesi”.

Il costo del regime di aiuti in favore delle imprese energetiche sarà pari a 35,3 miliardi di euro e, tanto per cambiare, sarà finanziato “mediante un prelievo dalle bollette elettriche dei consumatori finali”.

Insomma, siamo all’overdose di energia producibile da impianti che servono soltanto agli speculatori energetici.

Sovana, Tomba etrusca della Sirena (III-II sec. a. C.)

Il GrIG ha avanzato la proposta della verifica nazionale del quantitativo di energia elettrica realmente necessario e della successiva pianificazione statale in base ai reali fabbisogni energetici delle aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), successivamente da assegnare mediante bandi pubblici al migliore offerente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica.

centrale eolica a mare

La prima cosa necessaria, a breve termine, sarebbe una moratoria nazionale (non regionale, già dichiarata costituzionalmente illegittima con sentenza Corte cost. n. 27/2023 e sentenza Corte cost. n. 28/2025), una sospensione di qualsiasi autorizzazione per nuovi impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili.  Oltre l’individuazione normativa delle aree idonee e inidonee a breve termine, a medio termine, è certamente necessario completare il processo di pianificazione paesaggistica.

Il GrIG ha recentemente promosso in proposito la petizione popolare Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica!, che ha ormai superato le 21 mila adesioni, dove sono esposte chiaramente le ragioni perché si possano finalmente pianificare gli interventi di una vera e condivisa transizione energetica senza stravolgere superstiti aree agro-naturalistiche, eccellenze alimentari, campi, pascoli, boschi, coste, crinali, avifauna, siti archeologici, beni artistici e culturali, sentieri, cammini, ciclovie, itinerari turistici enogastronomici scampati ad un vorace consumo di suolo e ora gravemente minacciati da questa arrembante deriva affaristica mascherata di verde e senza rischio d’impresa perchè incentivata con le nostre bollette.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Il Tirreno, 5 aprile 2025
Tarquinia, necropoli etrusca

(foto da Google Earth, da mailing list ambientalista, E.R., S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di Fabrizio Quaranta
    Fabrizio Quaranta
    aprile 5, 2025 alle 1:26 am

    Ottimo articolo, grazie di cuore per l’impegno granitico e capillare a salvare l’Italia piu’ bella.

    Firmiamo le petizioni!

  2. aprile 5, 2025 alle 12:36 PM

    da Tuscia Times, 4 aprile 2025

    GrIG: “La Maremma e la Tuscia rischiano di diventare banali zone industriali (e tanti saluti ad ambiente, storia, agricoltura e turismo)”.

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    da New Tuscia, 4 aprile 2025

    “La Maremma e la Tuscia rischiano di diventare banali zone industriali”. (Gaetano Alaimo)

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    da Viterbo News 24, 4 aprile 2025

    ‘La Maremma e la Tuscia rischiano di diventare banali zone industriali‘.

    Il commento dei volontari Grig: ‘Il nostro territorio divorato centrali eoliche, fotovoltaiche e agrivoltaiche’.

    • aprile 9, 2025 alle 3:03 PM

      da La Nazione, 9 aprile 2025

      I grandi impianti della discordia: “Eolico e fotovoltaico, così no. In Maremma sarebbe un disastro”.

      L’associazione ’Grig’ contesta i progetti presentati. “In totale sono previste 65 torri in zone di pregio”. (Nicola Ciuffoletti)

      L’associazione ’Grig’ contesta i progetti presentati. "In totale sono previste 65 torri in zone di pregio"

      La Maremma e la Tuscia rischiano di diventare “banali” zone industriali e tanti saluti all’ambiente, territorio e natura. La denuncia arriva dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (Grig), intervenuta con specifici atti di ’osservazioni’ in ogni procedimento di valutazione d’impatto ambientale (Via) relativo a progetti di impianti eolici sul territorio maremmano. La situazione su questo tema cambia continuamente, nuovi progetti vengono presentati, pochi (al momento) vengono stoppati: insomma tenere la situazione sotto controllo è molto difficile, spesso anche gli amministratori non hanno il polso della situazione perché molti progetti vengono presentati in silenzio.

      A fare il punto è il Gruppo d’Intervento Giuridico.

      “Solo nella fascia di confine fra Toscana e Lazio – spiegano gli esponenti dell’associazione – almeno un mega-progetto di centrale agrivoltaica, sei progetti di centrali eoliche per complessive 65 torri eoliche, in una zona ricca di emergenze ambientali, archeologiche e storico-culturali, nonché di grande richiamo turistico. Sul settore turistico l’industrializzazione a fini energetici della Maremma avrebbe effetti semplicemente disastrosi, se ancora qualcuno non l’avesse capito”.

      L’associazione sta seguendo da vicino tutti i progetti che riguardano la provincia di Grosseto, ad esempio si sono mossi con osservazioni contrarie al ’Parco eolico Pitigliano’, contro la ’centrale eolica – Rempillo’ e contrati a ’Energia Sorano’. Osservazioni sono state mosse anche contro il progetto di centrale agrivoltaica proposto dalla società milanese Edpr Centro Italia Pv Srl in località Campigliola, nella Maremma grossetana (comune di Manciano), al confine con il Lazio.

      “Tante realtà locali si battono strenuamente per la difesa del loro territorio. Per esempio – concludono dall’associazione – il comitato di Magliano ha avviato una petizione popolare contro la realizzazione della centrale eolica ’Parco eolico di Magliano’ con 13 torri eoliche altre 200 metri e potenza complessiva di 72,8 Mw, mentre ci sono imprese agricole che non si arrendono e coltivano girasoli e grano al posto di pannelli fotovoltaici”.

      Nonostante tutto, verrebbe dire, c’è chi crede nel futuro di questa terra

  3. Avatar di Maurizio
    Maurizio
    aprile 5, 2025 alle 5:15 PM

    Il candidato indichi dunque come ci liberiamo delle fossili entro i prossimi 15-25 anni. Con il nucleare? Chi se ne frega ci teniamo il petrolio e il gas?

    • aprile 5, 2025 alle 6:25 PM

      se ha la pazienza di leggere l’articolo, trova la risposta.
      Buona serata.

      Stefano Deliperi

    • Avatar di Fabrizio Quaranta
      Fabrizio Quaranta
      aprile 7, 2025 alle 8:57 am

      La falsa e prezzolata propaganda dei predatori di suolo della speculazione energetica che pervade ormai ogni mezzo di comunicazione e relativi lettori, tace ovviamente sul fatto che i giganteschi incentivi UE (poi riversati sulle bollette) dovevano servire per rinnovabili “VIRTUOSE” ossia sui gia’ disponibili 100 000 ettari di tetti e 800 000 di aree gia’ costruite, impermeabilizzate, spesso degradate SENZA ULTERIORE CONSUMO DI SUOLO e i suoi preziosi servizi ecosisistemici tra cui proprio lo STOCCAGGIO DI CARBONIO e la REGIMAZIONE IDRAULICA, senza che dopo 2 gocce d’acqua si reclamassero con ossessive geremiadi deleterie ulteriori cementificazioni.

      Fermiamo il piu’ grande assalto ai superstiti territori agronaturali della Storia, vergognosamente millantato di verde (banconota)

    • Avatar di Juri
      Juri
      aprile 7, 2025 alle 3:23 PM

      Il candidato indichi per quale folle perversione si vorrebbero realizzare gli impianti eolici e fotovoltaici su terreni agricoli e aree naturali ancora intatte anziché sui “100 000 ettari di tetti e 800 000 di aree gia’ costruite e impermeabilizzate”.

      Indichi altresì perché quello che giustamente viene indicato come uno dei principali problemi ambientali, ossia il consumo di suolo, quando si parla di installazione dei suddetti impianti viene derubricato a innocuo effetto collaterale.

      • Avatar di Fabrizio Quaranta
        Fabrizio Quaranta
        aprile 7, 2025 alle 4:49 PM

        Il candidato non risponde perche’ nel bombardamento ossessivo propagandistico della arrembante speculazione energetica (millantata di verde senza vergogna) e’ stata omertosamente omessa questa possibile e gia’ raccomandata soluzione per avere miliardi pubblici, scelta virtuosa per tutti ma meno lucrosa per loro (pochi barbari ma tanto avidi)

        Basta scempi

        i Tetti bastano

        FERMIAMO LA PIU’ GRANDE TRAGEDIA AMBIENTALE DELLA STORIA

  4. Avatar di Grazia
    Grazia
    aprile 6, 2025 alle 10:13 am

    i progetti di energia alternativa solare ecc. sono ottimi se.non finalizzati a solo.scopo di lucro…certo le campagne se non.hanno un ricambio.generazionale di nuclei familiari che vi lavorano nell’impresa ….e difficile resistere ai facili guadagni….i costi sono alti se fatti con manodopera assicurata e preparata…spesso la mano d’opera che si offre e scadente e.pericolosa ..vedi denunce se non messi in regola e tentativi di sottrazione dei propri beni….la politica per le piccole imprese familiare è stata sempre assente….o spesso vendi o cerchi alternative altre di guadagno…

  5. Avatar di Federico
    Federico
    aprile 6, 2025 alle 11:46 am

    È veramente assurdo. Un danno ambientale enorme

  1. giugno 3, 2025 alle 3:25 PM
  2. giugno 3, 2025 alle 3:35 PM

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