No alla speculazione energetica!


Domus de Maria, Chia, foce del Rio Chia e Torre costiera

La petizione Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! si firma qui.

Il 2 ottobre 2024 a Cagliari si è tenuta una vivace e partecipata manifestazione popolare in occasione della consegna al Consiglio regionale sardo della proposta di legge popolare denominata Pratobello ’24 (“Proposta di legge urbanistica della Regione Autonoma della Sardegna – Norme urbanistiche in applicazione dell’articolo 3, lettera f, dello Statuto Autonomo della Sardegna (Legge Costituzionale 3 del 26 febbraio del 1948) – disposizioni normative urbanistiche relative all’insediamento di impianti fotovoltaici industriali a terra e eolici terrestri con recepimento di principi e obblighi di tutela e valorizzazione contenuti in programmi sovranazionali, nazionali e regionali”) sottoscritta da ben 210.729 cittadini.

Un segnale politico senz’altro di grande rilievo contro ogni forma di speculazione energetica, sebbene sul piano strettamente tecnico-giuridico il testo proposto appaia portatore di alcuni elementi critici analoghi alla legge regionale Sardegna n. 5/2024, già impugnata dal Governo davanti alla Corte costituzionale.

centrale eolica a mare

Infatti, l’art. 3 (divieto di insediamento) della proposta di legge d’iniziativa popolare ripropone sostanzialmente la moratoria sine die vietata dall’art. 20, comma 6°, del decreto legislativo n. 199/2021 e s.m.i. e da conforme giurisprudenza costituzionale. 

La necessità di una corretta transizione energetica connessa a un’efficace e concreta tutela del territorio è in ogni caso una necessità riferibile a tutta l’Italia, non solo alla Sardegna, così come il fenomeno deleterio della speculazione energetica riguarda tutta l’Italia, non solo la Sardegna e per questo il GrIG propone una moratoria nazionale finalizzata a una pianificazione energetica e territoriale che evidenzi le reali necessità e sancisca la salvaguardia del Bel Paese.

In proposito, Fabrizio Quaranta, ricercatore e socio GrIG, ha fatto un’ampia riflessione e avanza un vero e proprio decalogo.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Tarquinia, necropoli etrusca

Amando profondamente la Terra, l’ambiente, l’agricoltura, la cultura, la bellezza paesaggistica, minacciate seriamente dall’arrembante, confessionale e dogmatica speculazione energetica, ecco un piccolo DECALOGO che, riassumendone le ragionate laiche motivazioni contrarie, possa essere a portata di mano e usato agevolmente per contrastare efficacemente i luoghi comuni che fanno da paravento e alibi alle nefandezze devastatorie di un rinnovabilismo senza regole:

1) sono infatti loro che non hanno capito (o meglio fingono) che i cambiamenti climatici non sono un problema locale, né tantomeno localmente risolvibile, ma GLOBALE: il processo di immissione di CO2 in atmosfera ha già ben precisi grandi responsabili e proseguirà in ascesa per decenni a causa soprattutto delle rivendicazioni socioeconomiche dei cd. Paesi emergenti (BRICS). Che (anche legittimamente, contro “l’invidiato e ricco Occidente“) non hanno nessuna intenzione di decarbonizzare il proprio impetuoso sviluppo e non dismettono certo le centrali a combustibili fossili, anzi le incrementano;

2) di riflesso, i possibili risparmi di CO2, artificiosamente promessi dalle centinaia di devastanti progetti senza pianificazione di torri eoliche e lugubri paramenti funebri fotovoltaici a terra previsti dalla famelica e rapinosa speculazione energetica in Italia, ridurranno in maniera impercettibile e infinitesimale la già irrisoria percentuale imputabile all’Italia (dallo 0.9% allo 0.8%?) di immissione di CO2 (come il prurito di un moscerino sulla pelle di un elefante).

E se, sciaguratamente per tragica, nefasta, mortifera ipotesi, si finisse per riempire di altissime e affastellate torri eoliche e di pannelli fotovoltaici l’intera superficie italiana, l’effetto positivo sul riscaldamento globale sarebbe irrilevante e i suoi terribili effetti non sarebbero cmq scalfiti.           

  La nostra totale conversione verso le energie pulite potrebbe forse avere un mero valore simbolico ed esemplare, indicando al mondo un possibile percorso virtuoso, nella illusoria speranza che se ne accorga e si converta: mera follia romantica, mentre invece concretamente già con la realizzazione dei progetti presentati si avranno devastazioni con costi ambientali e sociali altissimi che

India, Deserto del Thar, centrale fotovoltaica Bhadla Solar Park. Vogliamo arrivare a questo?

3) cambieranno irreversibilmente i connotati al nostro (fu) Bel Paese, visto che la ben più avida e organizzata speculazione energetica ha esplicitamente intenzione di consumare e devastare quanto si era salvato da 70 anni di speculazione edilizia e selvaggia cementificazione:

– il suolo e suoi insostituibili e preziosi servizi ecosistemici;

– la già insufficiente e ulteriormente decrescente SAU (superficie agraria utilizzabile), in particolare le già scarse terre fertili di pianura, malgrado

–  un’agricoltura che già oggi fornisce pericolosamente meno del 50% dei fabbisogni alimentari del Paese, ancor meno per 2 prodotti icona del made in Italy, grano duro (pasta) e olivo, protagonisti oltretutto del più bel Paesaggio italiano;

– i campi, i pascoli e i prati pascoli che, malgrado le continue sottrazioni di un’urbanizzazione incontrollata, sono ancora il cuore dei sistemi di regimazione idraulico-agraria su cui da secoli si basa la salvaguardia del fragile territorio italiano e quinta ancestrale e ineludibile del più struggente Paesaggio

– i boschi, soprattutto limitrofi agli ancor integri crinali appenninici, ultime oasi di selvaticità, ma presi di mira per lucrare su pochi aliti di vento;

pannelli fotovoltaici con consumo di suolo agricolo
pannelli fotovoltaici su parcheggi per autoveicoli, senza alcun consumo di suolo agricolo

– aree sottoposte a vincolo idrogeologico che vengono offese, forse compromesse, da enormi colate di cemento per le fondazioni di enormi e impattanti grattacieli eolici, orrendi per km;

– le coste, ancora maestose perchè non deturpate dalla speculazione edilizia e dalla squallida omologazione delle strutture “balneari”;

– la salute, il diritto al silenzio notturno dei residenti che invece sono costretti a subire questa invasione coatta e violenta;

– la biodiversità animale e vegetale, contratta, svilita, annullata dalla trasformazione di variegati ambienti agronaturalistici in squallide periferie industriali. Nella nuova normativa europea sul ripristino della natura (Nature Restoration Law), la difesa degli ecosistemi, della biodiversità e del suolo rappresenta una condizione imprescindibile per contrastare il cambiamento climatico;

– la decimazione dell’avifauna più rara e preziosa, flagellata dalle pale di altissime torri eoliche;

– la deturpazione di quel che resta di un condiviso, pubblico, storico, struggente paesaggio identitario;

– la banalizzazione, marginalizzazione, se non l’aggressione irrispettosa al limitrofo patrimonio culturale e architettonico (Barumini, Saccargia, Tuscania, Sorano, Pitigliano…);

– la fine del sostentamento ai redditi delle aree interne legato alla valorizzazione di itinerari di turismo ciclopedonale lento e del variegato indotto agroalimentare per la scomparsa della

 – grande bellezza italiana, invidiata e ricercata nel mondo, dalla “inevitabile” “urgente” “trasformazione senza se e senza ma” in immense squallide omogenee distese di periferie industriali inguardabili e inavvicinabili

– che eroderà e finirà per soffocare il coraggioso, tenace contrasto allo spopolamento delle comunita’ locali

Filippine, Isola di Luzon, baia di Bangui, centrale eolica sulla spiaggia (AFP Photo/Ted Aljibe – Il Corriere della Sera)Vogliamo arrivare a questo?

4) dopo il coraggioso decreto che lo vieta, ma ancora non rassegnati a coprire e devastare la Terra agricola per km con i lugubri paramenti funebri fotovoltaici, i predatori della speculazione energetica, millantano meraviglie con l’agrivoltaico, ricorrendo a fantasiose tesi pseudoscientifiche pur di continuare a tappezzare le superstiti campagne. L’agrivoltaico è infatti un’altra presa in giro, ennesima rapina che devasta il paesaggio e sfrutta l’agricoltura come attività di facciata per impossessarsi di terreni fertili e consumare altro suolo.

Le colture mediterranee adattate da millenni non hanno certo bisogno di ombreggiamenti, anzi svolgono la fondamentale attività di fotosintesi e quindi accumulo di composti organici soprattutto nei mesi primaverili-estivi.  I cereali ad aprile- maggio, nelle strategiche fasi di levata e spigatura, hanno bisogno di molta luce, mentre l’ombreggiamento ridurrebbe gli accumuli e favorirebbe tra l’altro la fusariosi e quindi lo sviluppo di micotossine cancerogene. Mentre a giugno – luglio una buona insolazione serve a garantire maturazione e perdita di umidità delle cariossidi e quindi un buon profilo igienico-sanitario per la conservazione. Non a caso poi che da secoli le colture orticole o comunque più “ricche” si proteggono eventualmente dai freddi invernali con le serre, ma nessun genio ne ha mai ridotto la produttività nella buona stagione, favorendo anche qui malattie crittogamiche.

 In ogni caso gli orrendi, lugubri paramenti funebri addirittura sopraelevati massacrano anche di più il paesaggio e relativo turismo locale per km e km, indebolendo ulteriormente le comunità locali e la loro sopravvivenza allo spopolamento. Ennesimo episodio della rapina ambientale in corso ad opera della speculazione energetica, a favore delle imprese elettriche, non certo dell’agricoltura. Nessun agricoltore gestisce infatti ‘sto schifo, spesso lo subisce per ricatto della disperazione degli scarsi redditi a fronte di enormi fatiche. E negli anni rimarranno purtroppo appesi e funzionanti quei pannelli, ma le pretestuose colture sottostanti, ormai inutili, scompariranno.

Le “superfici agricole non utilizzabili” sono poi un altro furbesco grimaldello per riuscire ad aggirare le regole ed invadere anche le superstiti campagne. In pochi anni sono stati “abbandonati” 500 000 ettari di grano duro (alla faccia della pasta 100% grano italiano) e 100 000 ettari di splendidi oliveti (alla faccia dell’extravergine locale che fa tanto bene al cuore e al paesaggio interno). Ma solo per una ridotta remunerazione dei prodotti agli agricoltori, non certo per inidoneità dei terreni alla coltivazione. Già una timida ripresa dei prezzi per l’olio EVO ha infatti ridato coraggio e speranza e quindi rimesso in coltivazione qualche migliaio di ettari di uliveti già “dismessi” ma ancora non oltraggiati dai predatori energetici.

centrale fotovoltaica

5)  ingolositi dall’ assenza del rischio d’impresa, con i costi supinamente restituiti dallo Stato (a regime gli aiuti in favore delle imprese energetiche saranno di 35 miliardi di euro “mediante un prelievo dalle bollette elettriche dei consumatori finali “ (furbescamente attraverso poco comprensibili voci), sono continuamente presentati un’overdose di progetti pronti ad assaltare il territorio italiano, quello ancora libero e sano: al 30 giugno 2024 le istanze di connessione di nuovi impianti FER presentate a Terna erano quasi 6 000!, pari a 340 GW di potenza, rispetto ad un obiettivo  FF55 già ambizioso di 70 GW al 2030, cinque volte tanto!

E tardiva e palesemente ipocrita è la precisazione che solo una parte verrà effettivamente realizzata (in mancanza di programmazione, chi decide le priorità nel Far West arraffatorio senza regole ed etica?). La logica deduzione è: se non tutti i progetti saranno realizzati, perché non scremarli a monte con procedure e pianificazione rigorosa invece di genuflettersi al metodo di una ingestibile roulette russa sul territorio dettata da loro stessi? In assenza di contrasto pubblico e comica autoregolamentazione, la sola provincia di Foggia è stata trasformata nella provincia degli orrori con 1650 grattacieli eolici.

E il SUD ha già subito un vero irreversibile martirio anche a causa di …” Interessi della criminalità organizzata continuano ad essere riscontrati nel settore delle energie rinnovabili, sia nelle fasi connesse all’ acquisto delle aree da destinare agli impianti sia nelle attività di progettazione, costruzione e installazione degli stessi. Seppur diffusi sull’intero territorio nazionale, rilevanti concentrazioni sono presenti in aree ad elevata intensità mafiosa...”_ Rapporto alla Commissione Antimafia del 31 luglio 2024 di Enzo Serata, direttore UIF Unità Informazione Finanziaria (antiriciclaggio) della BANCA D’ITALIA

…”Nel portafoglio della «società» di Mattia Messina Denaro il settore più «redditizio» sono gli impianti eolici, circa 1,5 miliardi sequestrati” … (La Stampa, 17 gennaio 2023)

centrale eolica

6)  Per cercare di sbarazzarsi di un importante organo dello Stato, vigilante sulla tutela del patrimonio pubblico, minacciato ora più che mai da questo barbaro assalto, vergognosi (e inconcepibili fino a pochi anni orsono), sono i reiterati attacchi alle Soprintendenze, tanto accanitamente delegittimate dagli sponsorizzati media sedicenti liberal-progressisti finto verdi, definite come burocrazia “principale ostacolo alle rinnovabili (testuale)

7)  Le rinnovabili forniscono energia in maniera intermittente, con drammatica assenza di fornitura in certe ore o interi giorni.  Nel migliore dei casi possono garantire energia per 2000 ore/anno…ma nell’anno ci sono 8760 ore. Le FER producono molto meno elettricità di quanto sbandierato e la producono tutta insieme, quando spesso si accavallano e non serve. Infatti non sostituiscono le centrali tradizionali ma le affiancano perché quando il sole e il vento non ci sono, bisogna ricorrere a gas e carbone.

 E allora quanto territorio è stato invano sacrificato per un risultato modesto, di scarsa efficacia seppur di falsa propaganda. Inevitabilmente rimarranno le centrali a combustibile fossile per garantire una fornitura continua, altro che illusoria completa “imminente” sostituzione.

Appennino Umbro-Marchigiano, Monte dei Sospiri dopo la realizzazione della locale centrale eolica (2016)

8) Per qualsiasi obiettivo più o meno fantasmagorico di gigamegawattoni da rinnovabili (per continuare le pessime abitudini di capricci energivori?) bastano e avanzano 1 000 000 (un milione, non c’è errore) di ettari di TETTI E AREE GIA’ CONSUMATE, degradate, impermeabilizzate: lo affermano i dati scientifici del capillare monitoraggio (almeno 80 GWh facilmente raggiungibili entro il 2030) di ISPRA , ente terzo fra i più seri d’Italia, ma volutamente ignorato da stampa e media sedicenti “liberal-progressisti” e associazioni che comicamente e impudicamente ancora si millantano “ambientaliste”.

E nessuno protesterebbe e, anzi, sarebbe ottima occasione per riqualificare migliaia di km2 di edifici, capannoni e piazzali fatiscenti o brutte aree industriali dismesse.

Non c’è nessun bisogno di continuare nella follia suicida di consumare suolo, vera tragedia ambientale per chi vuol farsi chiamare ancora “ambientalista”

Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, soprattutto se il guadagno è più grande e facile puntando a massacrare aree naturali e agricole, casomai espropriando qualche ostinato riottoso o ammaliando agricoltori stanchi di sacrifici, tanto poi i costi di questo frenetico LAND GRABBING di casa nostra, gli affaristi tinti di verde banconota li recuperano con gli incentivi pagati dalle nostre bollette.

Fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus) in volo e centrale eolica

9)  La Germania ha interrotto i nuovi progetti eolici e si trova ad affrontare costi miliardari per smaltire le turbine, non riciclabili e inquinanti.

E DA NOI CHI SI ACCOLLERA’ I NOTEVOLI COSTI DI SMALTIMENTO a fine ciclo?

 La stessa situazione si ripete nelle altre nazioni dell’Ue in cui sono interrotti gli incentivi europei/statali”. In altre parole, una volta terminati i sussidi, l’interesse delle aziende per l’eolico crolla, evidenziando una sproporzione tra i costi elevati e i benefici limitati di questa tecnologia.

“l’Europa si troverà colpita da una de-industrializzazione devastante, se si continua con l’imposizione delle regole Ue in merito all’energia.” Produzione industriale a luglio – 2,5 % (calo tendenziale annuale a – 5,3 % annuale (fonte il Sole 24).  Con la transizione energetica, il Green deal in Europa ha peggiorato la ns COMPETITIVITÀ. Per le imprese l’elettricità a MWh costa in EUROPA 300 €, contro gli 80€ di USA E CINA, i massimi responsabili del riscaldamento climatico 

10) E per finire, se veramente si volessero interrompere le nefaste conseguenze dei cambiamenti climatici, bisognerebbe avere il coraggio e la coerenza di RISPARMIARE, mirando a comportamenti più sobri e quindi cambiando abitudini e soprattutto capricci energivori, legati ad una fin troppo facile disponibilità di energia fossile (e nucleare) a basso prezzo che nessuno stratagemma rinnovabile potrà ormai più sostituire:

non è più tempo di case (e uffici, negozi, scuole) bollenti d’inverno e gelate d’estate (unica vera causa di black out elettrici in questi ultimi anni);

non è più tempo di abusare dell’auto privata in città, dove ci si muove molto meglio in bici, tantomeno di SUVVONI da 3 tonnellate, sedicenti ecologici perché elettrici ma da ricaricare a prezzo della devastazione del territorio;

non è più tempo di cibi fuori stagione che necessitano di serre, energia e trattamenti, tantomeno di continuare a buttarne circa 25 kg a testa ogni anno…

FERMIAMO LA FOLLIA DEVASTATORIA DELLA SPECULAZIONE ENERGETICA!

Fabrizio Quaranta, ricercatore e socio GrIG

centrale fotovoltaica

(foto AFP Photo/Ted Aljibe – Il Corriere della Sera, da mailing list ambientalista, S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di Andrea Barizza
    Andrea Barizza
    ottobre 3, 2024 alle 11:00 am

    Alcuni punti li trovo assolutamente condivisibili (in primis quando si parla di fotovoltaico su terreni agricoli o peggio previa deforestazione), ma alcuni punti del decalogo sono scientificamente non supportabili; un esempio ? Circa il punto 9, ovvero la non smaltibilità/riciclabilità degli impianti eolici si veda ad esempio il seguente link: https://www.qualenergia.it/articoli/quale-emergenza-rottami-aerogeneratori-riciclabili-94-per-cento/

  2. ottobre 3, 2024 alle 1:07 PM

    da L’Unione Sarda, 3 ottobre 2024

    «Impianto fotovoltaico nei terreni del sindaco: c’è conflitto di interessi».

    Nuraminis, la minoranza accusa Anni: tutto in regola, vi querelerò: https://www.unionesarda.it/news-sardegna/provincia-cagliari/impianto-fotovoltaico-nei-terreni-del-sindaco-ce-conflitto-di-interessi-ju8c8e9j

  3. ottobre 14, 2024 alle 2:56 PM

    ecco quello che accade nella realtà.

    da La Repubblica, 13 ottobre 2024

    In Sicilia è corsa all’oro del fotovoltaico: “Scomparirà il 30% dei campi di grano”.

    Dietro il caso Gibellina una raffica di richieste di autorizzazione all’assessorato. Nella sola piana di Catania le istanze per impianti superano di 10 volte quelle della Lombardia. (Miriam Di Peri): https://palermo.repubblica.it/cronaca/2024/10/13/news/sicilia_corsa_fotovoltaico_impianti-423552560/

  4. Avatar di devoldev
    devoldev
    ottobre 14, 2024 alle 8:15 PM

    la foto del DESERTO indiano del Thar coperto dal FV portato come esempio negativo è veramente una sciocchezza sesquipedale; cosa c’entra il deserto con i campi coltivati? quello è un DESERTO e dunque non si coltiva per definizione; invece l’impianto di Luzon ha una motivazione quasi unica al mondo, è sul percorso dei monsoni, venti periodici molto potenti, dunque una situazione molto molto particolare; e comunque quella spiaggia ha aumentato il flusso turistico globale perché L’IMPIANTO è CONSIDERATO ALLA STREGUA DI UN MONUMENTO NAZIONALE; saranno gli abitanti padroni di sceglierci cosa farne? in sardegna nessuno pensa di fare impoianbti sulle spiagge e a qualche chilometro di dtsnaza dalla spiaggia verso qualunque direzione le pale diventerebbero di fatto invisibili

    • ottobre 14, 2024 alle 9:32 PM

      nella didascalia c’è chiaramente scritto “Vogliamo arrivare a questo?” ed è chiaramente evidente che si tratta di una domanda retorica, di un paradosso.
      A lei da fastidio e non piace? Serenamente c’interessa meno di nulla.
      Buona serata.

      Stefano Deliperi

      • Avatar di devoldev
        devoldev
        ottobre 14, 2024 alle 10:03 PM

        ho capito perfettamente che lei la intende come una domanda retorica e PROPRIO per questo è una stupidaggine; metttere il FV nei deserti zone in genere molto assolate e senza copertura vegetale è una scelta del tutto ragionevole, non è paradossale; sarebbe paradossale metterlo nei campi coltivati o abbattere una foresta; ne segue che è un esempio del tutto sballato PROPRIO COME DOMANDA RETORICA; a lei non dà più fastidio la distruzione naturale causata dal riscaldamento globale? e non è questa stimolata da un fattoi apparentemente invisibile ossia la crescita di concentrazione dei gas serra che per noi umani privi di visione nell’ìIR è un fatto invisibile; se lei avesse occhi sensibili al’IR l’atmosfera le apparirebbe inquinatissima; capisce il problema? a lei da fstidio un impianto FV o una pala eolica; due cose che per me se usate correttamente sono una soluzione eccezionale per una parte importante dei nostri problemi ambientali, non completamente ma una parte importante

      • ottobre 14, 2024 alle 10:08 PM

        guardi, chiunque abbia letto con un briciolo di attenzione quanto abbiamo scritto in tutte le salse dovrebbe aver compreso che siamo a favore della produzione energetica da fonti rinnovabili, ma siamo decisamente e concretamente contrari alla speculazione che attualmente prova a fare il bello e il cattivo tempo nel campo dell’energia.
        Quindi, se ha letto, di che sta parlando?
        Lei ha letto quanto scriviamo fino alla noia?
        Buona serata.

        Stefano Deliperi

  5. Avatar di devoldev
    devoldev
    ottobre 14, 2024 alle 10:38 PM

    senta io ho criticato due esempi fatti male due foto scelte male ; sono d’accordo con l’idea generale, ma quelle due foto sono esempi sballati; tutto qua; quanto alla speculazione, la speculazione è un carattere basico del capitalismo di mercato; profitto e merce sopra ogni cosa, valore di mercato contro valore d’uso; dovreste essere coerenti e concludere che il problema è la società di mercato; la soluzione del problema ecologico non è tecnica ma sociale; detto questo però le foto scelte rimangono pessimi esempi che sembrano non contro la speculazione ma contro le rinnovabili (casomai quella di Luzon la capisco di più, ma quella del deserto è proprio una sciocchezza, spero di essermi fatto capire)

    • ottobre 14, 2024 alle 10:45 PM

      siamo d’idea diversa, se non le dispiace.
      Vuol scegliere lei le foto che preferisce sul nostro blog?
      Ma non le sembra di pretendere troppo?
      Viene il GrIG a scegliere i quadri a casa sua? No e nemmeno è mai venuto in mente.
      Buona serata.

      Stefano Deliperi

    • Avatar di caiofabricius
      caiofabricius
      ottobre 18, 2024 alle 2:47 PM

      A Roma quando si vuol confutare un argomento (ad es. il pur palese,vergognoso e inutile assalto al territorio della speculazione energetica tinta di verde banconota da 100) senza solidi argomenti (ad es.deviando il discorso esaltando dettagli insignificanti) diciamo “buttarla in caciara”

      ( La “caciara”, intesa nel senso figurato del termine, è una deformazione dialettale del termine italiano “gazzarra” che voleva dire appunto “chiasso”. Ma se a Roma vi dicono che la state “buttando in caciara” può voler dire anche che il filo del discorso è poco chiaro: cambiare argomento, rendere intricato un ragionamento o una situazione. Fare un casino, insomma. Quale affinità potrà mai esserci fra questo significato e quello da cui si ritiene la parola derivi, ovvero l’edificio dove i contadini riponevano le proprie provviste?

      L’affinità c’è, ed è molto curiosa. Le “caciare” sono diffuse soprattutto nell’Italia centrale, nelle montagne a cavallo fra Abruzzo, Molise e Lazio: si tratta di una struttura semplicissima, costruita con la nuda pietra e senza l’ausilio di malte o cementi. Questa caratteristica era fondamentale: ai pastori serviva un luogo pratico da raggiungere e semplice da costruire, dove poter riporre i loro attrezzi, rifugiarsi in caso di mal tempo e soprattutto, far stagionare i buonissimi formaggi ricavati dal latte delle pecore

      Non tutto andava sempre per il meglio però: il termine “caciara” è stato accostato ad una situazione confusionaria e chiassosa non tanto per la costruzione in sé, ma per le liti che vi scoppiavano molto di frequente fra i pastori. Poteva capitare, infatti, che i coabitanti delle costruzioni litigassero e ricorressero alle mani per risolvere i piccoli furti di attrezzi o di formaggi che si verificavano di frequente: gli stessi contadini finivano, direbbe il romanesco, “in caciara”.

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