Fermate il gasdotto dei terremoti!

Ancora una volta, per l’ennesima volta, fermate il gasdotto dei terremoti!
Il gasdotto “Rete Adriatica” è tutt’altro che indispensabile, causerebbe pesanti scempi ambientali, attraverserebbe alcune delle aree a maggiore rischio sismico d’Europa e costerebbe circa 3 miliardi di euro di fondi pubblici.
L’abbiamo denunciato in tutte le salse e in tutte le sedi, ma il sonno della ragione, del buon senso (e del diritto) genera mostri.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
No al gasdotto dei terremoti: il Governo ritiri il progetto “Linea Adriatica” SNAM.
La forte scossa di terremoto di magnitudo 4,8, verificatasi nell’Appennino tosco-emiliano, è l’ennesima riprova che il mega gasdotto Linea Adriatica della Snam è incompatibile con territori altamente sismici quali sono quelli dell’Appennino. La Linea Adriatica, altrimenti conosciuta come “metanodotto dei terremoti”, è lunga 430 chilometri da Sulmona a Minerbio, attraversa sei Regioni e si snoda lungo le aree più fragili dell’Italia sotto il profilo sismico; sono le stesse aree già colpite recentemente dai disastrosi terremoti dell’Aquila nel 2009 e dell’Umbria e delle Marche nel 2016 e 2017.
Il sisma, avvertito distintamente anche in Romagna, ha avuto purtroppo diversi precedenti nella medesima area, come i terremoti del 1918, del 1919, del 1542 e quello del 22 marzo 1661, di magnitudo 6,1, che causò la completa distruzione degli abitati vicino all’epicentro e crolli totali o parziali delle abitazioni anche a Cesena, Faenza e Forlì. I terremoti, oltre a provocare la rottura di ogni manufatto umano collocato lungo la linea di faglia, possono provocare frane che a loro volta innescano l’esplosione di gasdotti, come è accaduto tante volte in Italia, esponendo così ad ulteriori pericoli i cittadini che vivono in zone già a rischio. Si veda il caso di Mutignano di Pineto (TE) del 6 marzo 2015 quando, in seguito alla esplosione di un metanodotto Snam per uno smottamento di terreno, l’incendio causò distruzioni e danni fino a oltre 100 metri in tutta la zona circostante. Le distanze di sicurezza attualmente vigenti sono peraltro ridicole perché consentono di realizzare gasdotti anche a 30 metri dalle abitazioni.
Nonostante tali evidenze il Governo ha già autorizzato due dei tre tratti della Linea Adriatica e si appresta ad autorizzare il terzo. L’opera, che comprende anche una centrale di compressione a Sulmona (AQ), costerà ben 2 miliardi e 500 milioni di euro, che verranno pagati dai cittadini attraverso la bolletta del gas. Si tratta di un vero e proprio crimine economico in un Paese in cui vengono cancellati dal Pnrr i fondi per mettere in sicurezza i territori a rischio di dissesto idrogeologico; dissesti causati da eventi estremi derivanti dal cambiamento climatico, come le recenti alluvioni che hanno colpito l’Emilia-Romagna e le Marche, proprio due delle Regioni attraversate dal mega gasdotto.
Ma quello che è ancora più grave è che si tratta di un’opera totalmente inutile. La Linea Adriatica, infatti, era stata praticamente archiviata sia dalla Snam che dal Governo. Ma è stata riesumata in seguito alla guerra in Ucraina, con il pretesto dell’emergenza energetica dovuta all’abbandono delle forniture di metano da parte della Russia.
Una emergenza che in realtà in Italia non c’è mai stata perché nel 2022 il nostro Paese ha avuto a disposizione più gas degli anni precedenti, tanto che ne ha esportato all’estero 4 miliardi e 600 milioni di metri cubi, un quantitativo maggiore della stessa produzione nazionale. Per di più lo scorso anno si è avuto un crollo dei consumi di metano, che sono passati dai 76 miliardi di metri cubi del 2021 a 68,5 miliardi del 2022. Nei primi sette mesi del 2023 i consumi di gas in Italia sono ulteriormente diminuiti del 15 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (fonte: Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), il che significa che alla fine dell’anno essi potrebbero attestarsi intorno ai 60 miliardi di metri cubi o poco più. In buona sostanza l’Italia potrebbe raggiungere già entro quest’anno l’obiettivo che il PNIEC (Piano nazionale energia e clima) ha fissato per il 2030!
Attualmente l’Italia dispone di una capacità di importazione di gas di circa 90 miliardi di metri cubi (Russia esclusa) e di una rete metanifera interna che può assicurare il trasporto e la distribuzione di oltre 120 miliardi di metri cubi. Ciò nonostante il Governo persiste nell’imporre ai territori impianti che non servono assolutamente a nulla ma che, una volta realizzati, diventeranno investimenti stranded, cioè improduttivi, che però peseranno per i prossimi decenni sui bilanci familiari degli italiani. Non solo la Linea Adriatica, il Governo vuole riempire il nostro Paese di rigassificatori, stoccaggi e depositi di GNL. Inoltre sono in programma altri metanodotti d’ingresso, come l’EastMed-Poseidon da Israele, il raddoppio del TAP, un nuovo gasdotto dall’Algeria e uno nuovo anche dalla Spagna. Siamo di fronte al una vera e propria follia che va fermata prima che produca danni irreparabili all’ambiente, al clima, all’economia dei territori e a quella nazionale. Chiediamo perciò la cancellazione non solo della Linea Adriatica ma anche di tutte le altre infrastrutture energetiche in programma nel settore dei combustibili fossili, delle quali non c’è nessuna necessità ma che servono unicamente a rimpinguare i profitti della Snam e dell’ENI.
No Tubo Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo
Campagna nazionale Per il Clima Fuori dal Fossile
Rete No Rigass No GNL
Gruppo d’Intervento Giuridico
Coordinamento No Gasdotto Snam
No Hub del Gas Abruzzo
Mountain Wilderness
Pro Natura Italia
Comitati cittadini per l’ambiente Sulmona
Tavo Associazioni Ambientaliste Forlì
No Tap/Snam Brindisi
Redazione emergenzaclimatica.it
Orsa Pro Natura Peligna
WWF Forlì-Cesena
Comitato No devastazioni territoriali Umbria
Per il Clima Fuori dal Fossile Ravenna
Movimento civico Cesena Siamo Noi
Legambiente Imola Medicina
A.N.S.A., 19 settembre 2023
Gasdotto e terremoti, “Governo ritiri Linea Adriatica Snam”.
Comitati e associazioni, si rischiano anche frane ed esplosioni.
SULMONA, 19 settembre 2023. “Siamo di fronte a una vera e propria follia che va fermata prima che produca danni irreparabili all’ambiente, al clima, all’economia.
Chiediamo la cancellazione non solo della Linea Adriatica, ma anche di tutte le altre infrastrutture energetiche in programma nel settore dei combustibili fossili”: 17 associazioni ribadiscono, in una nota, la loro posizione contraria alla Linea Adriatica del metanodotto Snam, 430 chilometri da Sulmona a Minerbio (Bologna) attraverso sei regioni nelle aree più fragili sotto il profilo sismico, le stesse colpite dai terremoti nel 2009, del 2016 e 2017.
“La scossa di magnitudo 4,8 nell’Appennino tosco-emiliano è l’ennesima riprova che il mega gasdotto Linea Adriatica della Snam è incompatibile con territori altamente sismici.
Il sisma ha avuto precedenti nella stessa area, nel 1918, 1919, 1542 e quello del 22 marzo 1661, magnitudo 6,1, che causò distruzione vicino all’epicentro e crolli a Cesena, Faenza e Forlì. I terremoti, oltre a provocare la rottura di manufatti sulla linea di faglia, possono provocare frane che innescano l’esplosione di gasdotti. Si veda Mutignano di Pineto dove, nel 2015, con l’esplosione di un metanodotto Snam per uno smottamento, l’incendio causò danni fino a oltre 100 metri. Le distanze di sicurezza vigenti sono peraltro ridicole perché consentono di realizzare gasdotti anche a 30 metri dalle abitazioni”.
Ricordano i comitati che “il Governo ha già autorizzato due dei tre tratti della Linea Adriatica e si appresta ad autorizzare il terzo. L’opera, che comprende una centrale di compressione a Sulmona, costerà ben 2 miliardi e 500 milioni di euro”.
La nota è firmata da: No Tubo Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo; Campagna nazionale Per il Clima Fuori dal Fossile; Rete No Rigass No Gnl; Gruppo d’Intervento Giuridico; Coordinamento No Gasdotto Snam; No Hub del Gas Abruzzo; Mountain Wilderness; Pro Natura Italia; Comitati cittadini per l’ambiente Sulmona; Tavo Associazioni Ambientaliste Forlì; No Tap/Snam Brindisi; Redazione emergenzaclimatica.it; Orsa Pro Natura Peligna; Wwf Forlì-Cesena; Comitato No devastazioni territoriali Umbria; Per il Clima Fuori dal Fossile Ravenna; Movimento civico Cesena Siamo Noi.
(simulazione Studio Newton Fano, foto S.L., S.D., archivio GrIG)
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- Comitato civico "No al Progetto Eleonora"
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- Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.)
- Testo unico dell'edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.)
- direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora
- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
- V.I.A. e V.A.S. di competenza regionale (Sardegna)
- normativa nazionale sulla caccia (legge n. 157/1992 e s.m.i.)
- normativa regionale sulla caccia (l.r. Sardegna n. 29/1998 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sulle aree protette (legge n. 394/1991 e s.m.i.)
- legge quadro regionale sulle aree protette (l.r. Sardegna n. 31/1989)
- normativa sul diritto all'informazione ambientale (decreto legislativo n. 195/2005)
- normativa nazionale sull'elettrosmog (legge n. 36/2001 e s.m.i.)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico ad alta frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico a media-bassa frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- normativa nazionale sugli usi civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i.)
- regolamento attuativo in materia di usi civici (regio decreto n. 332/1928 e s.m.i.)
- normativa regionale sugli usi civici (l.r. Sardegna n. 12/1994 e s.m.i.)
- normativa sul vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sul randagismo (legge n. 281/1991 e s.m.i.)
- normativa regionale su animali e anagrafe canina (l.r. Sardegna n. 21/1994)
- normativa sul "ritorno" al nucleare (legge n. 99/2009)
- Convenzione europea sul paesaggio (20 ottobre 2000)
- Comuni abilitati alle funzioni amministrative in materia di paesaggio (Sardegna)
- direttiva n. 2014/52/UE sulla V.I.A. (codificazione e testo coordinato)
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Il mondo al contrario…. ma come farete senza gas….
basta leggere.
“Una emergenza che in realtà in Italia non c’è mai stata perché nel 2022 il nostro Paese ha avuto a disposizione più gas degli anni precedenti, tanto che ne ha esportato all’estero 4 miliardi e 600 milioni di metri cubi, un quantitativo maggiore della stessa produzione nazionale. Per di più lo scorso anno si è avuto un crollo dei consumi di metano, che sono passati dai 76 miliardi di metri cubi del 2021 a 68,5 miliardi del 2022. Nei primi sette mesi del 2023 i consumi di gas in Italia sono ulteriormente diminuiti del 15 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (fonte: Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), il che significa che alla fine dell’anno essi potrebbero attestarsi intorno ai 60 miliardi di metri cubi o poco più. In buona sostanza l’Italia potrebbe raggiungere già entro quest’anno l’obiettivo che il PNIEC (Piano nazionale energia e clima) ha fissato per il 2030!”.
….il mondo al contrario….. ma lasciate fare le tubazioni, ma è possibile che non abbiate altri a cui pensare….. per cui sarebbe meglio, come in Sardegna non avere il gas metano……. il mondo al contrario…..
abbia pazienza, in tutte quelle zone il gas naturale c’è già, ci sono già metanodotti e derivazioni. Il gasdotto “Rete Adriatica” serve fondamentalmente per vendere il gas naturale nell’Europa centrale.
Vds. https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2015/11/20/la-rete-nazionale-dei-gasdotti-e-priva-della-necessaria-valutazione-ambientale-strategica/retenazionalegasdotti/
Il gas serve . In discussione dovrebbe esserci ,prioritariamente,
la sicurezza della infrastruttura ( es. il grado di resistenza per movimenti tellurici e/o alle traslazioni del terreno ). Inoltre , chi realizza in primis strutture del genere , deve prendersi le dovute responsabilita’ secondo protocolli d’intesa ben definiti.
ripetiamo, basta leggere.
“Una emergenza che in realtà in Italia non c’è mai stata perché nel 2022 il nostro Paese ha avuto a disposizione più gas degli anni precedenti, tanto che ne ha esportato all’estero 4 miliardi e 600 milioni di metri cubi, un quantitativo maggiore della stessa produzione nazionale. Per di più lo scorso anno si è avuto un crollo dei consumi di metano, che sono passati dai 76 miliardi di metri cubi del 2021 a 68,5 miliardi del 2022. Nei primi sette mesi del 2023 i consumi di gas in Italia sono ulteriormente diminuiti del 15 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (fonte: Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), il che significa che alla fine dell’anno essi potrebbero attestarsi intorno ai 60 miliardi di metri cubi o poco più. In buona sostanza l’Italia potrebbe raggiungere già entro quest’anno l’obiettivo che il PNIEC (Piano nazionale energia e clima) ha fissato per il 2030!”
Ma se e’ cosi’ abbondante, perche’ il prezzo al consumo e’ cosi’ alto ? In ogni caso , se l’intento era di vendere per far cassa….ok, ma rimane il fatto che ogni opera che interessa il territorio deve avere protocolli di realizzazione / sicurezza , per il territorio , persone , beni.