Dissesto idrogeologico, l’Italia a rischio.


ISPRA, mappa dei fenomeni di dissesto franoso in Italia (2021)

L’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A.) ha recentemente presentato il rapporto Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio (2021), la mappa nazionale del dissesto e del rischio idrogeologico.

Un territorio complesso e delicato, quello italiano, dove gli equilibri ambientali vengono troppo spesso alterati da logiche e interessi particolari, che causano le tante calamità innaturali di cui è ricca la storia recente.

Sarebbe ora di cambiare registro, una buona volta.

Gruppo d’Intervento Giuridico odv

Capoterra, Poggio dei Pini, ponte travolto dall’alluvione (2008)

qui il Rapporto Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio – Edizione 2021.

qui la Piattaforma IdroGEO.

Mosaicature nazionali di pericolosità in open data

Infografica

Presentazione “Le frane”. A. Trigila, C. Iadanza – ISPRA

Presentazione “Erosione costiera in Italia” – A. Barbano – ISPRA

Presentazione “Le alluvioni” – B. Lastoria – ISPRA

Comunicato stampa ISPRA

Arrivano primi segnali positivi per le coste italiane Dissesto idrogeologico: quasi il 94% dei comuni a rischio frane, alluvioni ed erosione costiera.

Aumenta nel 2021 la superficie nazionale potenzialmente soggetta a frane e alluvioni: l’incremento sfiora rispettivamente il 4% e il 19% rispetto al 2017. Quasi il 94% dei comuni italiani è a rischio dissesto e soggetto ad erosione costiera e oltre 8 milioni di persone abitano nelle aree ad alta pericolosità.

Segnali positivi per le coste italiane: dopo 20 anni, a fronte di numerosi interventi di protezione, i litorali in avanzamento sono superiori a quelli in arretramento.

È il “Dissesto idrogeologico in Italia”, il rapporto 2021 presentato questa mattina dall’ISPRA che fornisce il quadro di riferimento nazionale sulla pericolosità associata a frane, alluvioni e sull’erosione costiera dell’intero territorio italiano.

Nel 2021, oltre 540 mila famiglie e 1.300.000 abitanti vivono in zone a rischio frane (13% giovani con età < 15 anni, 64% adulti tra 15 e 64 anni e 23% anziani con età > 64 anni), mentre sono circa 3 milioni di famiglie e quasi 7 milioni gli abitanti residenti in aree a rischio alluvione. Le regioni con i valori più elevati di popolazione che vive nelle aree a rischio frane e alluvioni sono Emilia-Romagna (quasi 3 milioni di abitanti a rischio), Toscana (oltre 1 milione), Campania (oltre 580 mila), Veneto (quasi 575 mila), Lombardia (oltre 475 mila), e Liguria (oltre 366 mila).

alluvione nella pianura veneta (2015)

Gli edifici.

Su un totale di oltre 14 milioni di edifici, quelli ubicati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata superano i 565 mila (3,9%), mentre poco più di 1,5 milioni (10,7%) ricadono in aree inondabili nello scenario medio.

Gli aggregati strutturali a rischio frane oltrepassano invece i 740 mila (4%). Le industrie e i servizi ubicati in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata sono oltre 84 mila con 220 mila addetti esposti a rischio, mentre quelli esposti al pericolo di inondazione, sempre nello scenario medio, superano i 640 mila (13,4%).

Beni Culturali.

Degli oltre 213 mila beni architettonici, monumentali e archeologici, quelli potenzialmente soggetti a fenomeni franosi sono oltre 12 mila nelle aree a pericolosità elevata; raggiungono complessivamente le 38.000 unità se si considerano anche quelli ubicati in aree a minore pericolosità. I Beni Culturali a rischio alluvioni, poco meno di 34 mila nello scenario a pericolosità media, arrivano a quasi 50 mila in quello a scarsa probabilità di accadimento (eventi estremi). Per la salvaguardia dei Beni Culturali, è importante valutare anche lo scenario meno probabile, tenuto conto che, in caso di evento, i danni prodotti al patrimonio culturale sarebbero inestimabili e irreversibili.

Appennino, frana causata da tagli boschivi

Le coste.

Il nuovo rilievo delle coste italiane ha consentito un aggiornamento dei dati sullo stato e sui cambiamenti in prossimità della riva: nel periodo 2007-2019, risulta in avanzamento quasi il 20% dei litorali nazionali e il 17,9% in arretramento. A fronte di un progressivo aumento dei tratti di costa protetti con opere di difesa rigide, rispetto al 2000-2007 aumentano i litorali stabili e in avanzamento e diminuiscono dell’1% quelli in erosione. A livello regionale il quadro è più eterogeneo: la costa in erosione è superiore a quella in avanzamento in Sardegna, Basilicata, Puglia, Lazio e Campania; le regioni con i valori più elevati di costa in erosione sono Calabria (161 km), Sicilia (139 km), Sardegna (116 km) e Puglia (95 km).

Dati e mappe sono disponibili sulla piattaforma nazionale IdroGEO (idrogeo.isprambiente.it), un’APP multilingua, open data, accessibile da smartphone, tablet e desktop.

Roma, 7 marzo 2022

Ufficio stampa ISPRA

Cagliari, strada statale n. 195 interrotta (10 ottobre 2018)

(foto A.N.S.A., A.L.C., archivio GrIG)

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