Il Consiglio regionale della Sardegna proverà a fermare la speculazione energetica?


Iglesias – Buggerru, Cala Domestica

la petizione Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! si firma qui.

Le Commissioni permanenti IV e V del Consiglio regionale della Sardegna stanno esaminando le proposte normative per fermare la speculazione energetica e gestire il territorio isolano, su proposta della Giunta regionale presieduta dall’on. Alessandra Todde, che ha approvato la deliberazione n. 11/3 del 30 aprile 2024, Disegno di legge concernente Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio, dei beni paesaggistici e ambientali (qui la relazione).

Il 6 giugno 2024 ascoltano associazioni e comitati, fra cui il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), sul disegno di legge regionale a iniziativa della Giunta n. 15 del 2024, “Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio, dei beni paesaggistici e ambientali.

Queste le osservazioni e le considerazioni del GrIG.

centrale agrivoltaica

Il disegno di legge regionale n. 15 del 2024.

Il disegno di legge prevede “il divieto di realizzare nuovi impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili che incidono direttamente sull’occupazione di suolo” anche per gli “impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili le cui procedure di autorizzazione o concessione sono in corso al momento dell’entrata in vigore della presente legge” (art. 2) in attesa dei decreti del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che individuino le aree idonee e non idonee per l’installazione di tali impianti (direttiva n. 2018/2001/UE, art. 5 della legge 22 aprile 2021, n. 53) e del successivo adeguamento del piano paesaggistico regionale (P.P.R.), comunque non oltre 18 mesi.

Innanzitutto, non vengono presi in considerazione i potenziali effetti dei numerosi progetti di centrali eoliche offshore già presentati per il rilascio delle relative pluridecennali concessioni demaniali marittime (artt. 36 e ss. del R.D. n. 327/1942 e s.m.i., Codice della Navigazione, nonchè 5 e ss. del D.P.R. n. 328/1952 e s.m.i., Regolamento di esecuzione del Codice della Navigazione): detti impianti in progetto prevedono necessariamente cavidotti e strutture di connessione con la rete elettrica nazionale presenti sulla terraferma, sui cui appare necessaria puntuale disciplina.

progetto centrale eolica offshore Sardinia South 2, punto di sbarco del cavidotto sulla spiaggia di Tuerredda (estratto procedura scoping, 2023)

Inoltre, nonostante quanto segnalato nella Relazione di analisi tecnico normativa (ATN) del 29 aprile 2024, non pare si sia tenuto adeguatamente conto della previsione del pur noto art. 20, comma 6°, del decreto legislativo n. 199/2021, secondo cui “nelle more dell’individuazione delle aree idonee, non possono essere disposte moratorie ovvero sospensioni dei termini dei procedimenti di autorizzazione”.

La giurisprudenza costituzionale è stata estremamente chiara nell’attribuire allo Stato l’emanazione dei principi fondamentali della materia “energia”, fra cui le disposizioni in materia di individuazione di aree idonee e non idonee per l’ubicazione degli impianti, la predisposizione di un’autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio dei medesimi impianti, previa intesa in sede di Conferenza Stato – Regioni – Province autonome (vds. sentenza Corte cost. n. 27/2023; sentenza Corte cost. n. 11/2022;  sentenza Corte cost. n. 177/2021; sentenza Corte cost. n. 106/2020).  

In particolare, lo Stato “attraverso la disciplina delle procedure per l’autorizzazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, ha introdotto princìpi che … non tollerano eccezioni sull’intero territorio nazionale” (sentenze n. 286 del 2019, n. 69 del 2018 e n. 99 del 2012; nello stesso senso, sentenza n. 177 del 2021)”.

Una norma regionale che preveda la moratoria delle procedure ovvero la sospensione delle autorizzazioni delle centrali eoliche e fotovoltaiche sul proprio territorio regionale verrebbe con altissima probabilità ancora una volta impugnata per conflitto di attribuzioni (art. 127 Cost.) dallo Stato davanti alla Corte costituzionale con esiti abbastanza agevolmente prevedibili.

Non solo.  Il d.d.l.r. prevede (art. 1, comma 1°)

Nelle more dell’emanazione dei decreti del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica di cui al comma 1 dell’articolo 20 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199 (Attuazione della direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 1° dicembre 2018, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili) dell’approvazione della legge regionale sull’individuazione delle aree idonee ai sensi del comma 4 dell’articolo 20 del medesimo decreto legislativo e del successivo adeguamento e completamento del Piano Paesaggistico Regionale (PPR) e comunque per un periodo non superiore a 18 mesi dall’entrata in vigore della presente legge, l’intero territorio regionale è sottoposto a misure di salvaguardia del paesaggio, del territorio e dell’ambiente comportanti il divieto di realizzare nuovi impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili che incidono direttamente sull’occupazione di suolo”.

Cagliari, Viale Trento, sede della Regione autonoma della Sardegna

Tali disposizioni, con esclusione degli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili destinati all’autoconsumo (art. 1, comma 3°), “si applicano anche agli impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili le cui procedure di autorizzazione o concessione sono in corso al momento dell’entrata in vigore della presente legge” (art. 1, comma 2°).

La previsione del “divieto di realizzare nuovi impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili che incidono direttamente sull’occupazione di suolo” non può incidere – e non inciderebbe – sui procedimenti autorizzativi di competenza nazionale, in particolare il procedimento di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.), significando de facto l’inibizione di progetti che hanno concluso le proprie procedure autorizzative, così come chiaramente indica il prescritto Elenco degli oneri amministrativi a carico dei cittadini, delle imprese e degli altri utenti ai sensi dell’art. 14, L.R. n. 24/2016: “Il disegno di legge comporta degli oneri amministrativi a carico delle imprese che abbiano procedure di autorizzazione o concessione in corso alla data di entrata in vigore, in quanto si determina il divieto di realizzazione di impianti di produzione o accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili per 18 mesi”.

La pudica espressione “oneri amministrativi” può e deve esser letta anche come oneri economici a carico delle società proponenti, determinando lo scontato avvio di azioni risarcitorie nei confronti della Regione autonoma della Sardegna in numero e proporzioni attualmente non calcolabili.

piano paesaggistico regionale (P.P.R.), Baratz e Porto Ferro

Disciplina sulla c.d. aree idonee.

Ai sensi dell’art. 20, comma 1°, dell’articolo 20 del decreto legislativo n. 199/2021 e s.m.i.. con  decreti del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica saranno approvati principi e criteri per la aree idonee per l’installazione degli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili, poi puntualmente resi esecutivi in sede regionale con provvedimenti legislativi e regolamentari ai sensi del comma 4° del medesimo art. 20.  

Attualmente è stata presentata dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) una specifica proposta di decreto ministeriale MASE di concerto con i Ministeri della Cultura e dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste all’esame della Conferenza permanente Stato – Regioni – Province autonome per la prescritta condivisione.

I provvedimenti relativi alle c.d. aree idonee provvedono a

a) dettare i criteri per l’individuazione delle aree idonee all’installazione della potenza eolica e fotovoltaica indicata nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), stabilendo le modalità per minimizzare il relativo impatto ambientale e la massima porzione di suolo occupabile dai suddetti impianti per unità di superficie, nonché dagli impianti a fonti rinnovabili di produzione di energia elettrica già installati e le superfici tecnicamente disponibili;

b) indicare le modalità per individuare superfici, aree industriali dismesse e altre aree compromesse, aree abbandonate e marginali idonee alla installazione di impianti a fonti rinnovabili.

La proposta del MASE prevede “la ripartizione fra le Regioni e le Province autonome dell’obiettivo nazionale al 2030 di una potenza aggiuntiva pari a 80 GW da fonti rinnovabili rispetto al 31 dicembre 2020, necessaria per raggiungere gli obiettivi fissati dal PNIEC e rispondere ai nuovi obiettivi derivanti dall’attuazione del pacchetto ‘Fit for 55’, anche alla luce del pacchetto ‘Repower UE’” oltre che a individuare “principi e criteri omogenei per l’individuazione da parte delle Regioni e delle Province autonome delle superfici e delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili funzionali al raggiungimento degli obiettivi”.

Per la Sardegna è stato ipotizzato il raggiungimento dell’obiettivo di 6.264 MW aggiuntivi al 2030 (art. 2, Tabella A).

gemme, acqua, bosco

In particolare (art. 7, comma 3°), secondo la proposta MASE, per l’installazione degli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili “sono considerate non idonee le superfici e le aree che sono ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42. Le Regioni stabiliscono una fascia di rispetto dal perimetro dei beni sottoposti a tutela di 3 chilometri per gli impianti eolici di 500 metri per gli impianti fotovoltaici. Le Regioni possono, in deroga ai valori di cui al periodo precedente, introdurre fasce di rispetto di norma fino a 7 chilometri per la tutela di beni di peculiare pregio, quali a titolo esemplificativo i siti rientranti nel patrimonio UNESCO, i siti rientranti nella lista FAO GIHAS e quelli iscritti nel registro nazionale dei paesaggi rurali storici di cui al decreto MASAF n. 17070 del 19 novembre 2011, solo nel caso in cui sia comunque garantito il raggiungimento degli obiettivi di cui alla Tabella A dell’articolo 2 del presente decreto. Resta ferma, nei procedimenti autorizzatori, la competenza del Ministero della cultura a esprimersi in relazione ai 11 soli progetti localizzati in aree sottoposte a tutela secondo quanto previsto dall’articolo 12, comma 3- bis, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387.”

Si deve evidenziare che, nella proposta MASE, a meno che non vi sia diversa richiesta del soggetto proponente, “sono fatti salvi i procedimenti avviati in data antecedente alla data di entrata in vigore delle leggi e dei provvedimenti adottati dalle Regioni e dalle Province autonome in attuazione dell’articolo 3, commi 1 e 3. Tali procedimenti vengono comunque conclusi ai sensi della disciplina regionale e statale previgente”, ciò significa che nonostante Regioni e Province autonome non approvino le proprie normative in attuazione della disciplina nazionale, tutte le istanze precedenti saranno comunque esaminate sulla base della disciplina previgente (art. 10).

Sono, comunque, fatte salve le competenze statutarie delle Regioni e delle Province autonome (art. 9).

Nuraghe e rottami

La normativa di tutela provvisoria vigente.

In proposito, si ricorda che l’art. 6, comma 1°, del decreto-legge n. 50/2022, convertito con modificazioni e integrazioni nella legge n. 91/2022, in relazione all’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili è stata individuata una “fascia di rispetto … determinata considerando una distanza dal perimetro di beni sottoposti a tutela di sette chilometri per gli impianti eolici e di un chilometro per gli impianti fotovoltaici”.

Successivamente, con l’art. 47, comma 1°, del decreto-legge n. 13/2023, convertito con modificazioni e integrazioni nella legge n. 41/2023, la fascia di tutela è stata ridotta a “tre chilometri” per gli impianti eolici e a “cinquecento metri” per gli impianti fotovoltaici dal limite delle zone tutelate con vincolo culturale (artt. 10 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e/o con vincolo paesaggistico/ambientale (artt. 136 e ss. e 142 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

Bisogna tener presente che il bene culturale (es. Nuraghe, Chiesa campestre, ecc.) presente in aree di titolarità privata dev’essere formalmente oggetto di provvedimento di vincolo per poter esser preso in considerazione (vds. T.A.R. Sardegna, Sez. I, 29 maggio 2024, n. 414), in quanto per il solo “patrimonio culturale di proprietà pubblica è previsto un sistema di tutela che può definirsi reale in quanto vige una presunzione di interesse storico ed artistico ai sensi del D.Lgs. n. 42 del 2004, art. 12, comma 1 (Cass. Civ., Sez. II, ord. 17 ottobre 2023, n. 28792)”.

E bisogna anche tener presente che “una volta esaurita la fase di consultazione, il Ministero dell’Ambiente è tenuto a concludere l’iter procedimentale entro termini precisi – che riguardano tanto l’adozione del provvedimento finale quanto le fasi prodromiche – scaduti infruttuosamente i quali dovrebbe attivarsi il potere sostitutivo” (T.A.R. Sardegna, Sez. II, 3 giugno 2024, n. 436), per cui i tantissimi procedimenti di V.I.A. attualmente in corso potrebbero esser conclusi in tempi brevi.

A esse dovrebbero quantomeno aggiungersi le aree ricadenti nella Rete Natura 2000, S.I.C., Z.P.S., Z.S.C. individuate ai sensi delle direttive n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora e la direttiva n. 09/147/CE sulla salvaguardia dell’avifauna selvatica.

Chiusdino, ruderi dell’Abbazia di San Galgano

La realtà della speculazione energetica, con particolare riferimento alla Sardegna.

La realtà della speculazione energetica è di banale quanto spaventosa evidenza.  Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non vuol dire avere ottusi paraocchi, non vuol dire aver versato il cervello all’ammasso della vulgata dell’ambientalismo politicamente corretto.

Ma non sono solo le associazioni e i comitati realmente ambientalisti a sostenerlo.

La Soprintendenza speciale per il PNRR, dopo approfondite valutazioni, ha evidenziato in modo chiaro e netto: “nella regione Sardegna è in atto una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore) tale da superare già oggi di ben 7 volte quanto previsto come obiettivo da raggiungersi al 2030 sulla base del FF55, tanto da prefigurarsi la sostanziale sostituzione del patrimonio culturale e del paesaggio con impianti di taglia industriale per la produzione di energia elettrica oltre il fabbisogno regionale previsto” (nota Sopr. PNRR prot. n. 27154 del 20 novembre 2023 e nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024).

Altro che la vaneggiata sostituzione etnica di Lollobrigidiana memoria, qui siamo alla reale sostituzione paesaggistica e culturale, alla sostituzione economico-sociale, alla sostituzione identitaria.  

La cartografia elaborata dalla Soprintendenza speciale per il PNRR è emblematica di quanto sta accadendo nell’Isola.

elaborazione della Soprintendenza speciale per il PNRR, con evidenziata la Marmilla picco di concentrazione, riquadro in ROSSO – e quelli ulteriori FER costituiti da impianti industriali eolici on-shore / off-shore – triangoli BLU / VERDE CHIARO – e fotovoltaici/agrivoltaici – punti GIALLI e ROSSI – ugualmente in valutazione in sede di VIA di competenza statale, il cui impatto cumulativo globale a livello regionale – comprensivo anche delle opere di connessione alla RTN, che ricadono nello stesso ambito territoriale dei predetti impianti industriali FER, e di potenziamento della stessa RTN – non avrebbe eguali se tutti realizzati, tanto a dimostrazione di come la pianificazione in materia di impianti FER non sia in alcun modo adeguata a contemperare la molteplice presenza di impianti sul territorio e il relativo carico di saturazione per la tutela anche del patrimonio culturale e il paesaggio quale fattore ambientale di cui all’art. 5, comma 1, lett. c, del D.Lgs. n. 152 del 2006 (nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024).

Ma questo vale per tutto il territorio nazionale: “tale prospettiva si potrebbe attuare anche a livello nazionale, ove le richieste di connessione alla RTN per nuovi impianti da fonte rinnovabile ha raggiunto il complessivo valore di circa 328 GW rispetto all’obiettivo FF55 al 2030 di 70 GW” (nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024).

Il fenomeno della speculazione energetica, oltre che in Sardegna, è pesantemente presente in modo particolare nella Tuscia, in Puglia, nella Maremma, in Sicilia, sui crinali appennnici.

In tutto il territorio nazionale le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a.(gestore della rete elettrica nazionale) al 31 marzo 2024 risultano complessivamente ben 5.678, pari a 336,38 GW di potenza, suddivisi in 3.642 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 144,84 GW (43,06%), 1.897 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 101,14 GW (30,07%) e 139 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica  a mare 90,41 GW (26,88%).

In Sardegna, le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 marzo 2024 risultavano complessivamente ben 809, pari a 57,67 GW di potenza, suddivisi in 524 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 22,99 GW (39,87%), 254 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 16,86 GW (29,23%) e 31 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica  a mare 17,82 GW (30,90%).

centrale eolica

57,67 GW significa quasi 30 volte gli impianti oggi esistenti in Sardegna, aventi una potenza complessiva di 1,93 GW (i 1.926 MW esistenti, di cui 1.054 MW di energia eolica a terra + 872 di energia solare fotovoltaica, dati Terna, 2021).

Un’overdose di energia che non potrebbe esser consumata sull’Isola (che già oggi ha circa il 38% di energia prodotta in più rispetto al proprio fabbisogno), non potrebbe esser trasportata verso la Penisola (quando entrerà in funzione il Thyrrenian Link la potenza complessiva dei tre cavidotti sarà di circa 2 mila MW), non potrebbe esser conservata (a oggi gli impianti di conservazione approvati sono molto pochi e di potenza estremamente contenuta).

Significa energia che dovrà esser pagata dal gestore unico della Rete (cioè soldi che usciranno dalle tasse dei contribuenti).

Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche, che – oltre ai certificati verdi e alla relativa commerciabilità, nonchè agli altri incentivi – beneficiano degli effetti economici diretti e indiretti del dispacciamento, il processo strategico fondamentale svolto da Terna s.p.a. per mantenere in equilibrio costante la quantità di energia prodotta e quella consumata in Italia: In particolare, riguardo gli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili, “se necessario, Terna invia specifici ordini per ridurre aumentare l’energia immessa in rete alle unità di produzione”, ma l’energia viene pagata pur non utilizzata.  I costi del dispacciamento sono scaricati sulle bollette degli Italiani.

Insomma, siamo all’overdose di energia producibile da impianti che servono soltanto agli speculatori energetici.

centrale fotovoltaica in area agricola

Le proposte alternative.

Ribadiamo ancora una volta la nostra proposta: dopo aver quantificato il quantitativo di energia elettrica realmente necessario a livello nazionale, sarebbe cosa ben diversa se fosse lo Stato a pianificare in base ai reali fabbisogni energetici le aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), mettesse a bando di gara i siti al migliore offerente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica.

In realtà, la prima cosa necessaria, a breve termine, sarebbe una moratoria nazionale (non regionale, già dichiarata costituzionalmente illegittima con sentenza Corte cost. n. 27/2023), una sospensione di qualsiasi autorizzazione per nuovi impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili.

La Regione autonoma della Sardegna è coordinatrice della Commissione Ambiente ed Energia della Conferenza permanente delle Regioni e Province autonome (delibera del 31 marzo 2016, vds. deliberazione Giunta regionale Sardegna n. 37/26 del 21 giugno 2016): in quella sede può esser approvata una proposta di moratoria nazionale da portare alla Conferenza permanente Stato – Regioni e Province autonome, così da farla divenire provvedimento a efficacia nazionale.

A medio termine, è certamente necessario completare il processo di pianificazione paesaggistica avviato nel 2006 e già previsto su tutto il territorio regionale (art. 1, comma 2°, della legge regionale Sardegna n. 8/2004 e s.m.i.).

Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha recentemente promosso in proposito la petizione popolare Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica!, che ha già superato 9 mila adesioni.

Siamo ancora in tempo per cambiare registro.

In meglio, naturalmente.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Cagliari, Consiglio regionale della Sardegna, rappresentanti ambientalisti all’audizione delle Commissioni permanenti IV e V sul disegno di legge relativo agli impianti energetici da fonti rinnovabili (6 giugno 2024)
Fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus) in volo e centrale eolica

(foto da mailing list ambientalista, S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di caiofabricius
    caiofabricius
    giugno 5, 2024 alle 11:42 am

    Grazie GRIG come sempre, lucido, competente ed esaustivo. Ma temo ormai che i lucrosi affari tinti di finto verde banconota della speculazione energetica non li ferma piu’ nessuno, tantomeno giornali, tv, web e media, accomunati da un raccapricciante silenzio complice ed omertoso.

    Mi ha colpito per il messaggio tragicamente chiaro, questo stralcio della lettera inviata dai Comitati sardi contro la speculazione energetica (non ricordo se altra piu’ specifica sigla) alla Presidente di Regione Sardegna, Todde, che almeno sembra si sia accorta della tragedia incombente, ma che andrebbe recapitato a maggior ragione all’IGNAVA QUANDO NON COMPLICE intera politica italiana, locale e , soprattutto, centrale ….

    … “Sa bene che quando avrà portato a termine il suo piano, anzi il piano di coloro che l’hanno messa sullo scranno su cui siede, la Sardegna non esisterà più. Sa bene che dovremo dire addio alla nostra agricoltura, ai nostri allevamenti, al nostro turismo. O pensa anche lei che i turisti verranno a frotte per visitare i parchi eolici, come strombazza una indecente associazione finto-ambientalista?
    Lei sa che dovremo dire addio ai nostri meravigliosi paesaggi, al nostro invidiatissimo mare, alle nostre notti stellate, ai silenzi antichi che fanno della Sardegna una terra unica al mondo. Tutto sarà violentato, devastato, consegnato a quelli che chiama benevolmente “investitori”. Soggetti che per profitto cancelleranno una civiltà millenaria. E sarà stata lei a sancirlo”.

  2. giugno 5, 2024 alle 3:03 PM

    da Il Manifesto Sardo, 4 giugno 2024

    Il Consiglio Regionale della Sardegna proverà a fermare la speculazione energetica?

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    da La Testata, 5 giugno 2024

    QUANDO GIRANO LE PALE. La Sardegna si rivolta contro il governo di Roma. Dal colonialismo ovino alla distruzione dei boschi del periodo piemontese e unitario, dalle servitù militari alle servitù energetiche del governo Meloni? (Vincenzo Di Dino): https://www.latestata.it/editoriale/quando-girano-le-pale/

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    A.N.S.A., 4 giugno 2024

    Todde, ‘in Sardegna richieste rinnovabili +10 volte il tetto Ue’.

    Presidente, ‘energia che non viene neppure sfruttata dai sardi’: https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2024/06/04/todde-in-sardegna-richieste-rinnovabili-10-volte-il-tetto-ue_5162ed68-a4a5-4b64-b995-756f873a9fd7.html

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    3 giugno 2024

    Todde, ‘bozza governo su rinnovabili offensiva, presi in giro’.

    Vertice di maggioranza per i prossimi passi della Sardegna: https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2024/06/03/todde-bozza-governo-su-rinnovabili-offensiva-presi-in-giro_a2f17f20-5caf-4758-a5bd-4a1abf2171cc.html

  3. Avatar di Infinito
    Infinito
    giugno 5, 2024 alle 5:34 PM

    Io sarei per un Referendum abrogativo della legge draghi

  4. Avatar di caiofabricius
    caiofabricius
    giugno 5, 2024 alle 7:32 PM

    “Il neocolonialismo energetico del governo Meloni….”

    Ho sempre votato a sinistra, una sinistra sociale e ambientalista, ma mi sembra che il demente e falso rinnovabilismo confessionale senza se e senza ma, tinto di finto verdr banconota, venga soprattutto da giornali, testate , politici ex corazzate ambientaliste che gravita(va)no soprattutto a sinistra e che ora promuovono tour fra i lugubri paramenti funebri fotovoltaici a terra

    Forse saranno manovre elettorali, ma le uniche concrete operazioni contro sti banditi siano quelle dei ministeri del’agricoltura e beni culturali, ampiamente sbertucciati sul noto giornale come “limitatori del progresso”

  5. giugno 6, 2024 alle 6:01 PM

    A.N.S.A., 6 giugno 2024

    Rinnovabili: ambientalisti, ‘la moratoria deve essere nazionale’.

    Deliperi (Grig), ‘ddl della giunta rischia di essere impugnato’. (https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2024/06/06/rinnovabili-ambientalisti-la-moratoria-deve-essere-nazionale_0caecda3-cb07-430e-9147-cc5f92380e4e.html)

    li ambientalisti contro il disegno di legge di sospensione per 18 mesi degli impianti da energie rinnovabili sul territorio sardo, due le ragioni: “Se approvato così come è stato scritto, sarà sicuramente impugnato dal governo e inoltre il problema è nazionale e serve, semmai, una moratoria a livello italiano”.    Lo sostiene, a nome del Gruppo di intervento giuridico, Stefano Deliperi, atteso in audizione nelle commissioni Urbanistica e Industria del Consiglio regionale, insieme ai referenti delle altre associazioni ecologiste.

    “Se approvato così andrà incontro a un’impugnativa davanti alla Corte Costituzionale e sicuramente l’esito è abbastanza scontato – prevede Deliperi – perché c’è una giurisprudenza univoca nel corso degli ultimi anni, per cui le moratorie temporanee o prolungate da parte delle regioni, non sono consentite”.    Per gli ambientalisti del Grig, inoltre, serve una “pianificazione seria a livello nazionale: sia lo Stato a assegnare tramite bandi le aree dove andare a effettuare effettivamente la produzione di energia da fonte rinnovabile”, precisa sottolineando che ora una moratoria nazionale sarebbe molto più veloce “di un’approvazione del completamento del piano paesaggistico per cui ci vorrebbero anni, non mesi, ed eviterebbe il contenzioso davanti alla Corte Costituzionale”.    Per gli ambientalisti “non ha senso produrre folli quantitativi di energia se non per venire incontro agli interessi della speculazione energetica – spiega Deliperi -.    Perché sarà energia che non potremmo consumare, non potremmo conservare, e non potremmo portare dalla Sardegna alla penisola, perché i quantitativi sono enormi”.

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    da L’Unione Sarda, 6 giugno 2024

    Il Grig: “Serve una moratoria nazionale, quella della Regione verrà impugnata”. (Stefano Fioretti) (https://www.unionesarda.it/multimedia/cronaca-sardegna/il-grig-serve-una-moratoria-nazionale-quella-della-regione-verra-impugnata-plljbz5t)

    E’ una voce fuori dal coro quella del Gruppo di Intervento Giuridico sull’assalto dei signori del vento alla Sardegna. Nella lungo giornata di audizioni in Consiglio Regionale, il presidente Stefano Deliperi ha ribadito la posizione del GIG sul disegno di legge della Giunta, all’esame delle Commissioni congiunte. 

    «Sarà sicuramente impugnato – ha detto Deliperi – e l’esito è scontato, essendoci una giurisprudenza in tal senso». Secondo Deliperi serve una moratoria nazionale, a sostegno della quale è già partita una raccolta firme in tutta Italia. «Il problema è nazionale – ha aggiunto il presidente del Gruppo di Intervento Giuridico -e non è soltanto della Sardegna».

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    da Report Sardegna, 6 giugno 2024

    Rinnovabili: mobilitazione in Sardegna ma riavvio dialogo a Roma: https://www.reportsardegna24.it/rinnovabili-mobilitazione-in-sardegna-ma-riavvio-dialogo-a-roma/

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    da You TG, 6 giugno 2024

    Moratoria eolico, oggi le audizioni in Consiglio regionale a Cagliari: “Approvarla subito”: https://www.youtg.net/top-news/58599-no-ai-mega-impianti-energetici-i-comitati-presentano-le-proposte-contro-la-loro-realizzazione

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    da Link Oristano, 6 giugno 2024

    Impianti eolici e fotovoltaici: molti no e pochi sì nelle audizioni in Regione: https://www.linkoristano.it/2024/06/06/impianti-eolici-e-fotovoltaici-molti-no-e-pochi-si-nelle-audizioni-in-regione/

    • giugno 7, 2024 alle 6:56 PM

      da Teleregione, 6 giugno 2024

      Seduta congiunta a Cagliari per discutere la sospensione degli impianti di energia rinnovabile. (Eleonora Bullegas)

  6. giugno 6, 2024 alle 7:15 PM

    da L’Unione Sarda, 6 giugno 2024

    Fonti rinnovabili: nella nuova bozza del ministero sono state accolte le richieste delle Regioni.

    Recepite le modifiche su eolico offshore e procedure autorizzative: il caso Sardegna. (https://www.unionesarda.it/news-sardegna/fonti-rinnovabili-nella-nuova-bozza-del-ministero-sono-state-accolte-le-richieste-delle-regioni-vyjbfmma)

    Il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica (Mase) ha accolto le richieste presentate dalla Conferenza delle Regioni relative al decreto sulle aree idonee per le rinnovabili.

    Nella nuova bozza che il Mase ha trasmesso alle Regioni (a coordinare su questo dossier c’è la Sardegna), all’Anci e ai ministeri dell’Agricoltura e della Cultura, vengono inserite le proposte di modifica avanzate soprattutto dalla Sardegna, in particolare sull’eolico offshore e sulle competenze autorizzative delle Regioni.

    In sostanza, l’eolico offshore concorrerà per il cento per cento al raggiungimento delle quote regionali (6,2 gigawatt quella assegnata all’Isola), e non solo per il 40% come nella prima versione. Si prevede, inoltre, la possibilità per le Regioni di poter gestire le richieste avanzate dalle società energetiche e non ancora autorizzate, che in Sardegna sono oltre un migliaio. Salve solo le procedure che avevano già concluso tutti gli iter autorizzativi (meno di una decina nell’Isola in Sardegna).

    A Cagliari, intanto, nel palazzo della Regione, proseguono gli approfondimenti sulla bozza. All’opera gli assessori dell’Industria, Emanuele Cani, e dell’Ambiente, Rosanna Laconi, con la presidente Alessandra Todde e i capigruppo di maggioranza, per le valutazioni finali.

    Domani mattina, infatti, a Roma ci sarà la riunione dei presidenti delle Regioni che potrebbe già dare il via libera definitivo al decreto del governo sulle aree idonee, che si attende da oltre due anni. La riunione sarà preceduta questa sera dalla commissione tecnica Ambiente ed Energia, guidata dalla Sardegna.

  7. giugno 7, 2024 alle 2:48 PM

    A.N.S.A., 7 giugno 2024

    Conferenza Stato-Regioni, ok Decreto su aree per rinnovabili.

    Individua dove si possono installare gli impianti. (https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2024/06/07/conferenza-stato-regioni-ok-decreto-su-aree-per-rinnovabili_4087036f-d960-43e4-84eb-e88af2073cb8.html)

    La Conferenza unificata fra Stato, Regioni e Comuni ha approvato stamani a Roma il testo definitivo del decreto del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica che fissa i criteri per l’individuazione delle aree idonee agli impianti di fonti rinnovabili.

    Il decreto dovrà poi essere emanato dal ministro, Gilberto Pichetto.

    Cani, ‘contributo della Sardegna è stato importante’

    “Siamo molto soddisfatti per il risultato ottenuto, sono state accolte le nostre proposte, crediamo di aver dato importante contributo”. Così l’assessore dell’Industria della Regione Sardegna, Emanuele Cani, al termine della Conferenza unificata fra Stato, Regioni e Comuni che ha approvato il testo definitivo del decreto del Mase che fissa i criteri per l’individuazione delle aree idonee agli impianti di fonti rinnovabili. “Come regione Sardegna abbiamo contribuito a normare una materia a livello nazionale, che ha forti implicazioni positive per la Sardegna e i sardi”, ha sottolineato l’assessore che all’interno della Conferenza Stato-Regioni guida la commissione tecnica Ambiente ed Energia.

  8. giugno 9, 2024 alle 8:20 PM

    dal sito web istituzionale del Consiglio regionale della Sardegna (7 giugno 2024)

    Transizione energetica, in commissione Quarta e Quinta iniziate le audizioni sul Disegno di legge 15: https://www.consregsardegna.it/transizione-energetica-in-commissione-quarta-e-quinta-iniziate-le-audizioni-sul-disegno-di-legge-15/

  9. Avatar di Mauro Sabatini
    Mauro Sabatini
    agosto 18, 2024 alle 8:53 am

    Buongiorno
    Complimenti per il servizio impeccabile quanto sconcertante per questa terra unica. Però se mi è concesso dal basso della mia conoscenza varrebbe la pena prendere in considerazione un ulteriore aspetto: è possibile che questo piano diabolico della elettificazione sarda sia anche dannosa per le popolazioni limitrofe agli impianti perché se fosse ipotizzabile, come credo, sarebbe un ulteriore strumento di offesa a questo attentato pubblico e oltretutto arma che è in possesso già dei sindaci perché a tutti gli effetti ci troviamo di fronte ad una catastrofe territoriale e sanitaria. Guardate la lente giornalistica nazionale quanto è lontana da questo argomento non solo sardo il che la dice lunga . È il caso di dire stringiamoci a coorte!

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