Home > acqua, beni culturali, biodiversità, coste, difesa del territorio, inquinamento, mare, paesaggio, rifiuti, salute pubblica, società, sostenibilità ambientale > Beata ignavia, l’inferno in paradiso, alla foce del Rio Irvi – Piscinas.

Beata ignavia, l’inferno in paradiso, alla foce del Rio Irvi – Piscinas.


La marea rossa scende da Ingurtosu verso il mare di Piscinas lungo il Rio Irvi – Piscinas.

Per fortuna, le forti correnti marine intervengono per contenere i danni ambientali al posto delle ignavi autorità umane.

Dopo i primi sopralluoghi da parte della Guardia costiera, sembra che l’allarme possa essere ridimensionato, tuttavia la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari avrebbe aperto un’indagine.

Piuttosto assurdo quanto afferma il sindaco di Arbus Paolo Salis:  “Triste destino ogni anno la stagione turistica viene macchiata da fatti che fanno male al nostro territorio. Sorvoliamo sulle riprese video di una piaga storica del territorio, ovvero l’inquinamento della spiaggia dai minerali delle vecchie miniere, vergognoso farlo girare sui social, una pubblicità negativa che scoraggia i turisti. Quel fiume non arriva tutto dai pozzi minerari. La maggior parte proviene dalla vicina diga Donegani, da dove volutamente è stata fatta uscire dalla valvola di sfogo sul fondo della struttura, nel rispetto delle regole del Genio civile che impone il mantenimento di un certo livello dell’invaso“.

Il problema non è certo un video che documenta un pesante inquinamento ambientale e può danneggiare il turismo, il problema è l’inquinamento ambientale.

Arbus, foce del Rio Irvi-Piscinas “rosso”

Bella scoperta, in ogni caso.

Passano gli anni, ma non cambia nulla.

Siamo in un paradiso (ambientale), ma anche in pieno inferno (ambientale e sanitario).

Già nel 2019 era stato proprio il Comune di Arbus ad esporre le “valutazioni effettuate dall’Istituto Superiore di Sanità sugli arenili del SIN Sulcis Iglesiente Guspinese, tra cui quello di Piscinas, relativamente al rischio sanitario a causa della concentrazione di metalli derivanti dalle lavorazioni minerarie ed in particolare arsenico, cadmio, piombo e zinco” e dispensa serenità per i bagnanti e un po’ anche per i residenti.

Infatti, in base all’ordinanza sindacale n. 35 del 26 agosto 2019, “l’arenile può essere usufruito in assenza di rischio per un periodo di giorni complessivi, anche frazionati:

– di 150 giorni nel lato sud
– di 90 giorni nel lato nord
– di 60 giorni nella parte centrale compresa tra la foce del Rio Piscinas e quella del Rio Naracauli
” (qui la planimetria).

Arbus, cartello alla foce del Rio Irvi – Piscinas

Tutto a posto, quindi?

Ecco che cosa è emerso negli anni scorsi anni.

Già con ordinanza del Sindaco di Arbus n. 3068 del 26 gennaio 1998 (confermata con sentenza del Tribunale superiore delle acque pubbliche n. 122 del 6 dicembre 2001) veniva disposto a carico della Società Italiana Miniere – SIM s.p.a. (ora I.G.E.A. s.p.a.) la bonifica ambientale dello scarico inquinante e del letto del corso d’acqua, ma gli interventi sono tuttora ineseguiti.

Non solo. 

Per risolvere il problema del grave inquinamento ambientale venne finanziato (art. 17 della legge regionale n. 4/2000) uno specifico impianto di trattamento delle acque con un importo di euro 981.268,11 da parte della Regione autonoma della Sardegna. L’impianto è stato successivamente realizzato nel 2007-2008 dalla Provincia del Medio Campidano, ma si ignora sia il grado di funzionamento che l’efficacia, visto il perdurare dei fenomeni di inquinamento.   Da successive richieste del Comune di Arbus alla Provincia del Medio Campidano l’impianto non sembrerebbe esser mai stato attivato.

In proposito, le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra avevano chiesto (25 giugno 2012) informazioni ambientali, interventi di bonifica e l’esperimento dell’azione per danno ambientale) al Ministero dell’ambiente, l’A.R.P.A.S., la Provincia del Medio Campidano, il Comune di Arbus, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, la Commissione europea, i Carabinieri del N.O.E. e, per gli aspetti rispettivamente di competenza penale ed erariale la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari e la Procura regionale della Corte dei conti per la Sardegna.

A.R.P.A.S., tabella analisi Rio di Naracauli

L’A.R.P.A.S. – Dipartimento di Cagliari aveva comunicato (nota n. 22369 del 23 agosto 2012) i risultati delle analisi effettuate nel corso d’acqua del Rio Irvi – Piscinas, e nel mare prospiciente la foce in seguito alla specifica richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni interventi (25 giugno 2012), riguardo lo scarico di acque inquinate da metalli pesanti dal pozzo minerario dismesso di Casargiu, in Comune di Arbus (VS).

A.R.P.A.S., tabella analisi Rio Piscinas

Sono stati effettuati i campionamenti “delle acque provenienti dalla galleria mineraria presente in località Casargiu (Pozzo Fais) … delle acque provenienti dalla seconda galleria situata nel promontorio che ospita la miniera di Casargiu” e “n. 3 prelievi di acqua di mare prospiciente la foce del Rio Piscinas”.  Inoltre, l’A.R.P.A.S. – Dipartimento di Cagliari effettua controlli mensili per la salvaguardia della salute pubblica (decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i. e D.M. n. 260/2010).

I risultati sono stati drammatici: “nei tre campioni di acqua di mare è stato riscontrato un contenuto di Cadmio superiore allo standard di qualità previsto dal D.M. 260/2010”, cioè da 1 μg/l  a 4 μg/l.

Inoltre, “nei due campioni di acqua proveniente dalle gallerie è stata riscontrata la presenza di metalli pesantiFerro fino a 223900 μg/l, Manganese fino a 56960 μg/l, Zinco fino a 680500 μg/l, Cobalto fino a 1450 μg/l, Nichel fino a 2375 μg/l, Arsenico fino a 90 μg/l,Cadmio fino a 1100 μg/l e così via.

Elevati tenòri di metalli pesanti sono stati riscontrati nei campionamenti mensili 2011-2012 nel Rio Piscinas (soprattutto Cadmio, Rame, Nichel, Piombo, Zinco) e nel Rio di Naracauli (soprattutto Cadmio, Zinco).

I risultati delle analisi, per l’adozione degli opportuni provvedimenti di natura amministrativa e penale, erano stati inoltrati a tutti gli altri Soggetti pubblici competenti.

Arbus, cartello alla foce del Rio Irvi – Piscinas

Ne marzo 2016 ad Arbus si era tenuto un dibattito pubblico riguardo il pesante inquinamento determinato dalla fuoruscita di metalli pesanti dai cantieri minerari dismessi di Casargiu, sempre nel territorio comunale di Arbus: l’allora amministratore delegato della società regionale Igea s.p.a. (obbligata dalla legge alle bonifiche ambientali) Michele Caria affermava che “quel fiume che nasce da Casargiu e arriva fino alle dune di Piscinas trasportando il suo carico di metalli pesanti continuerà a uscire inesorabilmente dal sottosuolo. La cosa da fare è impedirgli di arrivare a Piscinas”.

Alle parole, le ennesime, finora non è seguito alcun intervento risolutivo.

I tenori di metalli pesanti attuali non potranno essere molto diversi.

Oltre all’inquinamento ambientale e ai rischi sanitari sono evidenti i riflessi anche riguardo alla balneabilità del litorale.

Il litorale appartiene al demanio marittimo (artt. 822 e ss. cod. civ.), mentre il corso del Rio Piscinas-Irvi è classificato “acqua pubblica” (regio decreto n. 1775/1933 e s.m.i.; legge n. 36/1994 e s.m.i.; decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.).     L’area in argomento ospita alcuni dei più suggestivi siti di archeologia mineraria (Ingurtosu, Naracauli, Piscinas), rientranti nel Parco geominerario, storico, ambientale della Sardegna (legge n. 388/2000, D.M. Ambiente 16 ottobre 2001).  

Arbus, Naracauli, Laveria Brassey

E’ ricoperta in buona parte di macchia mediterranea evoluta, contempla ambienti dunali unici nel Mediterraneo tutelata con specifico vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), mentre la fascia dei mt. 300 dalla battigia marina, le sponde fluviali e gli ambienti dunali sono tutelati con specifico vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993).  L’area è, inoltre, destinata a riserva naturale regionale “Monte Arcuentu – Rio Piscinas” (legge regionale n. 31/1989 – allegato “A”) ed è interamente classificata quale sito di importanza comunitaria (S.I.C.) “Monte Arcuentu e Rio Piscinas” (direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali).

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) denuncia la scandalosa ignavia delle amministrazioni pubbliche competenti per la reale bonifica ambientale di corsi d’acqua, litorale, dune interessate da un inquinamento tanto duraturo quanto frutto di lassismo e incuria, nonché la totale azioni finalizzate al risarcimento del danno ambientale e all’accertamento delle responsabilità, che possono esser avviate soltanto da Enti pubblici territoriali.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

P.S. l’Assessore della Difesa dell’Ambiente della Regione autonoma della Sardegna dal 4 aprile 2019 al 25 novembre 2022 è stato l’on. Gianni Lampis (FdI), oggi deputato. E’ di famiglia arburese e risiede ad Arbus da sempre: avesse sottratto un po’ di quel tempo dedicato, da Assessore, al sostegno della caccia per occuparsi di questo problema avrebbe fatto senz’altro una cosa utile.  

La Nuova Sardegna, 25 marzo 2024
Arbus, Rio Irvi-Piscinas “rosso”
Arbus, Rio Irvi-Piscinas “rosso”
Arbus, dune di Piscinas

(foto S.D., archivio GrIG)

  1. marzo 25, 2024 alle 3:07 PM

    da Link Oristano, 24 marzo 2024

    Fanghi rossi a Piscinas, il Grig all’attacco: “Da anni ignorato l’allarme inquinamento”.

    “Scandalosa ignavia delle amministrazione pubbliche  sulle bonifiche”: https://www.linkoristano.it/2024/03/24/fanghi-rossi-a-piscinas-il-grig-allattacco-da-anni-ignorato-lallarme-inquinamento/

    ______________________________

    da L’Unione Sarda, 25 marzo 2024

    Arbus. L’intervento. Fanghi rossi a Piscinas, ambientalisti all’attacco: “Non si è fatto nulla”.

    Sullo sversamento di metalli pesanti che ha tinto di rosso la sabbia e il mare di Piscinas interviene il Gruppo d’intervento giuridico che se la prende con le dichiarazioni del sindaco di Arbus Paolo salis, apparentemente più concentrato sulla caccia all’autore del video che ha sollevato l’allarme che sui pericoli che il fenomeno comporta per l’ambiente e la salute di chi frequenta la Costa Verde: “Il problema non è certo un video che documenta un pesante inquinamento ambientale e può danneggiare il turismo – rimarca l’associazione ambientalista guidata dall’avvocato Stefano Deliperi (che non fa l’avvocato, n.d.r.) – il problema è l’inquinamento ambientale”. Ma anche “l’ignavia” degli enti che, essendo a conoscenza dell’inquinamento dovuto ai residui dell’attività mineraria e dell’urgenza di intervenire, non l’hanno fatto.

    Gli interventi di bonifica che la società Igea avrebbe dovuto eseguire per effetto di un’ordinanza del sindaco di Arbus del 1998, scrive il Grig, “sono tuttora ineseguiti” e un impianto di trattamento delle acque “realizzato nel 2007-2008 dalla Provincia del Medio Campidano … non sembrerebbe esser stato mai attivato”. Dodici anni fa l’Arpas aveva rilevato in alcuni campioni di acqua di mare prelevata lungo la costa di Arbus concentrazioni di cadmio superiori “allo standard di qualità” e presenza di ferro , manganese, zinco, cobalto, nichel arsenico. Sostanze, queste ultime, rilevate anche nei rii Piscinas e Naracauli.

    L’associazione ricorda che otto anni fa, in un dibattito pubblico ad Arbus, l’allora amministratore delegato di Igea, Michele Caria, disse che bisognava impedire al rio Irvi “di arrivare a Piscinas”: non si è fatto nulla.

  2. Avatar di Caterina
    Caterina
    marzo 25, 2024 alle 4:01 PM

    Il sindaco si lamenta della pubblicità negativa, gli operatori turistici si sono già fatti avanti parlando di danno d’immagine e ipotizzano le solite richieste di risarcimento, le precedenti amministrazioni hanno pressoché ignorato il problema. Ci si preoccupa solo delle possibili ricadute economiche. In Sardegna mi sono sentita dire spesso: “Non si vive di solo ambiente”, e puntualmente rispondo che invece è proprio grazie a un ambiente naturale straordinario che il turismo sardo gode di cospicue entrate e in continua crescita. Che tristezza vedere quel fiume rosso inquinato che attraversa un territorio così bello e si riversa in mare… Ma oltre al Grig c’è qualcuno tra i cosiddetti ‘attori del territorio’ che si preoccupi della salute e del futuro di questo magnifico ambiente e dei suoi abitanti, umani e no?

  3. Avatar di Mario
    Mario
    marzo 25, 2024 alle 5:55 PM

    Altro grave aspetto di cui non si è parlato abbastanza: abbiamo visto/letto che il Rio Irvi ingloba quelle sostanze e fa un percorso che non è nemmeno brevissimo prima di arrivare a mare.

    Vi siete mai domandati dove vanno ad abbeverarsi i cervi e gli altri animali presenti nella zona?

    A quelle povere bestie è stato fatto proprio un gran bel regalo; come è possibile poi che le piante e la vegetazione di cui si nutrono e presso cui si riparano non abbiano assorbito quei veleni?

    Ci sono periodi nei quali l’acqua è ”solamente” rossastra e quindi il fenomeno è meno accentuato e un occhio poco attento potrebbe pensare che si tratti di semplici fanghi; l’acqua del Rio Irvi posizionata prima del Pozzo Casargiu non sarebbe neanche malaccio, però dal punto in cui parte la perdita diventa evidentemente compromessa.

    Nell’articolo dell’Unione leggo la dichiarazione di un responsabile IGEA che dice che al Rio Irvi andrebbe impedito l’accesso a Piscinas. E quindi basta che non arrivi in mare ma va bene che il versamento di sostanze inquinanti continui comunque, e che prosegua a inquinare le piante, le terre e gli animali che ci vivono? Incredibile.

    Grazie al GRIG per lottare per l’ambiente, anche con articoli come questo.

    Un appunto però ve lo devo fare; quelle foto dei carrelli delle miniere che avete messo nell’articolo devono essere vecchissime; i carrelli sono stati abbandonati al proprio destino e quelli che rimangono cadono a pezzi, mangiati dalla ruggine.

    Se poi andate a farvi un giro nella spiaggia, a partire dalla zona a destra dell’albergo e proseguendo verso sud, troverete una magnifica distesa di plastica e microplastica: tappi, bottiglie, bottigliette, bicchieri, piatti (anche frantumati), bidoni, bidoncini, scatole, scatolette, pezzi di giocattoli abbandonati, sacchetti di plastica; di tutto di più. A volte il vento, muovendo la sabbia, qualcosa copre e sposta, ma il danno è evidente.

    E certi amministratori si preoccupano dei video su facebook…

  4. marzo 28, 2024 alle 6:29 am

    oggi, 28 marzo 2024, su Radar, trasmissione su Videolina condotta da Nicola Scano, alle ore 21.00.

    RADAR: https://www.videolina.it/articolo/programmi/informazione/2023/09/21/radar-edizione-2023-2024-77-1187888.html

  5. marzo 30, 2024 alle 12:42 PM

    ..appunto, la scoperta della melma calda

    da L’Unione Sarda, 30 marzo 2024

    Inquinamento a Piscinas? L’Arpas: c’è ma è in linea con i dati storici della zona.

    Arbus, esclusi ulteriori danni ambientali ma si resta in attesa delle analisi del mare: https://www.unionesarda.it/news-sardegna/medio-campidano/inquinamento-a-piscinas-larpas-ce-ma-e-in-linea-con-i-dati-storici-della-zona-xano1qzn

  6. aprile 2, 2024 alle 8:57 PM
  7. aprile 20, 2024 alle 6:51 PM

    supremo sprezzo del ridicolo.

    da L’Unione Sarda, 20 aprile 2024

    Fiume rosso a Piscinas, il Comune ora vuole denunciare l’autore del video.

    La decisione in Consiglio ad Arbus: «Danno d’immagine al territorio, alla sua economia e al turismo». L’opposizione: «Assurdo: piuttosto si risolva il problema». (Santina Ravì): https://www.unionesarda.it/news-sardegna/medio-campidano/fiume-rosso-a-piscinas-il-comune-ora-vuole-denunciare-lautore-del-video-f0zcaalx

  1. No trackbacks yet.

Scrivi una risposta a Caterina Cancella risposta

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.