Concessioni demaniali “balneari”, oltre il ridicolo.


Portoscuso, zona industriale di Portovesme, tratto di spiaggia appetibilissimo per concessione demaniale “balneare”

Com’era ampiamente prevedibile, dopo una serie di richiami, il 16 novembre 2023 è giunto il parere motivato (art. 258 del TFUE) da parte della Commissione europea sulla seconda procedura d’infrazione (n. 2020/4118) per violazione della direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (c.d. direttiva Bolkestein) in relazione alle sistematiche proroghe delle concessioni demaniali “balneari”.

L’Italia rischia – e non poco – una nuova condanna e una pesante sanzione pecuniaria per la felicità di chi beneficia per quattro soldi di beni pubblici ambientali da tempi immemorabili.

Ne beneficia illegittimamente.

Ma può un Governo metter in piedi una farsa simile per squisiti interessi elettoralistici?

Le conseguenze, però, le pagheranno in senso letterale tutti gli Italiani.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

qui I.S.P.R.A., il Portale delle Coste

Villasimius, Punta Molentis, recinzione nell’acqua di mare (luglio 2019)

da Il Corriere della Sera, 21 novembre 2023

La guerra dei lidi: spiagge occupate dai balneari. Il trucco per sgonfiare i dati. (Gian Antonio Stella)

A forza di promettere «un’Italia grande» a Palazzo Chigi c’è chi si è po’ allargato. Aggiungendo quasi tremila chilometri, come da Aosta a Siracusa e ritorno, alla nostra linea costiera, isole comprese. Dai «circa 8.000» certificati dalla Treccani a 11.173. Boom! Risultato? Le spiagge occupate dalle concessioni balneari sembrano secondarie…

Teulada, spiaggia di Tuerredda “satura” (agosto 2018)
Dati incerti

In realtà, come precisa lo studio sulla Dinamica Litoranea dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, condotto da Maria Luisa Cassese, Filippo D’Ascola, Valeria Pesarino e Andrea Salmeri, definire con esattezza quanto siano lunghe le nostre coste compresi i contorni degli scogli (sopra i 10 metri di diametro massimo ci si riesce, sotto no) è impossibile. I «cambiamenti per erosione o per avanzamento» sono tali che nel giro di vent’anni, dal 2000 al 2020 il totale del nostro «profilo» costiero è sceso da 8.353 a 8.274 (2010) chilometri per risalire a 8.329. La «linea naturale» e cioè senza gli spazi che l’uomo ha «rubato» al mare costruendo via via porti, dighe, ponti, pontili o piazzali marini, è però decisamente minore: 7.522. Più o meno quella studiata sui vecchi sussidiari.

Genova, Boccadasse, anche qui una concessione demaniale “balneare”?
I cambiamenti

Esempio: l’area portuale di Napoli dal Circolo Canottieri vicino a piazza del Plebiscito al lungomare di San Giovanni a Teduccio, era in origine intorno ai cinque chilometri. Adesso, tra Avamporto di Levante, moli e banchine varie si arriva a oltre 22. Ripetiamo: circa. Su un pezzettino delle coste italiane. Prova provata che fa bene la Treccani a restare sul vago e al contrario è stupefacente la precisione della «Relazione sullo stato di avanzamento dei lavori del tavolo tecnico consultivo» sulle concessioni balneari. Che sotto il timbro della Presidenza del Consiglio dei Ministri dichiara: «Totale linea di costa: 11.172.794 metri». E i centimetri? Quanti centimetri se lo stesso Ispra che elabora tutti i dati con le Capitanerie di Porto resta alla larga da queste pignolerie sapendo che in dieci anni il totale della linea di costa può calare di 79 chilometri o crescere di 55?

Legambiente contesta i dati

Edoardo Zanchini di Legambiente, Roberto Biagini del Coordinamento nazionale Mare Libero, Stefano Deliperi del Gruppo intervento giuridico e larga parte degli ambientalisti sono convinti: lo spropositato «allungamento» delle nostre coste da parte del «tavolo tecnico consultivo» ministeriale coi rappresentanti di 24 associazioni balneari senza uno scienziato dell’Ispra aveva un solo obiettivo. Quello di far sembrare ridotta se non marginale l’occupazione delle concessioni balneari in vigore su 1.613.912 metri di costa, pari al 14%, e di quelle nuove o in fase di rinnovo su altri 529.781 per un totale di 2.143.693 metri (2.143 chilometri nel grafico in questa pagina, ndr): il 19%. Meno di un quinto, era il messaggio «sdrammatizzante», delle coste a disposizione.

Ma è così?

Alghero, Capo Caccia. Anche questa è una costa “utile” per concessione demaniale “balneare”?
C’è costa e costa

Mica tanto. Per cominciare la costa bassa e sabbiosa, per l’Ispra, è di soli 3.418 chilometri. Tutto il resto è costa alta e rocciosa. Ai piedi della quale stanno una miriade di spiaggette che non arrivano neppure alla misura minima di legge per esser date in concessione. 

Quindi le spiagge reali sono solo il 41% degli 8.329 chilometri di costa totale e meno di un terzo addirittura di quelli sbandierati dalla relazione che punta a rinviare ancora una volta l’applicazione della legge europea.

E già questo dato dice che gli stabilimenti occupano in realtà, prendendo per buoni i numeri dei balneari, non il 19 ma quasi il 63% delle spiagge teoriche.

Isola di Palmaria
Il limite

A dispetto della legge regionale 13 del 1999 che prevedeva «una percentuale minima di aree balneabili libere pari al 40% del fronte totale delle aree balneabili», in Liguria — che già Indro Montanelli bollava come «un paradiso perduto» ridotto a un «bagnasciuga di cemento» — le spiagge libere a Taggia sono per Legambiente il 19,7%, Celle Ligure il 17,4%, Spotorno il 13,9%, Rapallo il 13,5%, Santa Margherita Ligure il 12,6%, Alassio 11,8%, Diano Marina 7,2%, Laigueglia il 7,5%…

Il tutto in un contesto di progressivo dissesto idrogeologico: «I numeri parlano chiaro e ci raccontano di aree costiere già in sofferenza e che potrebbero subire cambiamenti e impatti sempre maggiori…».

Portovesme, bacino “fanghi rossi”, chi vuole a mare una bella concessione demaniale “balneare”?
I calcoli

Ma non basta. Secondo gli ambientalisti, infatti, a quella costa bassa e sabbiosa buona per metterci gli ombrelloni e farci il bagno vanno tolti i tratti dove sorgono tante città (avete presente il centro di Messina e altre «città di mare senza il mare»?) più una fetta del 3,26% di «costa abbandonata» e un altro 7,7% «non fruibile» perché è così inquinata da essere «interdetta alla balneazione». 

Ma davvero c’è chi pensa che per aggirare ancora la direttiva Bolkestein che da anni imporrebbe la messa a gara delle concessioni sia sufficiente raccontare a Bruxelles che ci sono migliaia e migliaia di chilometri di spiagge ancora libere da dare a chi volesse inventarsi qua o là un nuovo Twiga? Dove? Sulla costa sarda di Porto Vesme ai piedi delle vasche di fanghi tossici vaste come 246 campi da calcio e alte come un palazzo di 15 piani? Su quella toscana di Rosignano Solvay sbiancata dagli scarichi di sostanze industriali e carbonato di sodio? Su quella campana di Bagnoli dove si parla della bonifica dal 1994? Su quella siciliana di Triscina seppellita sotto fantastilioni di tonnellate di cemento abusivo? O quella di Rossano Calabro su cui svettano le ciminiere dell’ex centrale a carbone?

Sardegna sud-occidentale, Teulada, costa rocciosa dove rilasciare concessioni demaniali “balneari”?
Leggi obsolete

L’Ocse ce l’ha ripetuto un mese fa: «In Italia esistono leggi obsolete che compromettono la concorrenza, un’economia informale pervasiva e disincentivi alla crescita delle microimprese che ostacolano l’aumento della produttività». 

E non è certo «allungando» di tremila chilometri la linea costiera italiana che si può rispondere alla commissione Ue, che giorni fa ha bacchettato la relazione tecnica spiegando che «vi si afferma altresì che il totale delle aree disponibili “non deve riguardare unicamente le parti sabbiose, ma è da includersi anche la parte di costa rocciosa, poiché su quest’ultima è possibile installare strutture turistico-ricreative”». Testuale.

lunghezza delle coste e concessioni demaniali “balneari” (Il Corriere della Sera, 21 novembre 2023)
Carloforte, Stea. Ci mettiamo ombrelloni e pedalò?

(foto per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)

  1. Luigi
    novembre 23, 2023 alle 10:43 am

    La cosa evidente di tutto questo è che ci si batte perché i balneari danno fastidio, non per ragioni ambientalistiche, cosa vi avranno fatto mai?!
    Si invoca con forza l’applicazione di una legge europea calata dall’alto contro il nostro interesse, che è come se in una ipotetica unione africana uno Stato si opponesse a una legge voluta da chissà chi e per quale motivo o interesse e lì ci fosse gente che si scandalizza perché non viene riconosciuta e applicata.

    Dove sta l’interesse pubblico nazionale o ambientalistico nel cacciare tutti i balneari e dopo averne fatto piazza pulita mettere all’asta le coste al miglior offerente? Come minimo una cosa del genere comporterebbe la redistribuzione a grandi gruppi d’investimento, che vengono per guadagnare non per fare beneficienza, e non meno di dieci anni di stallo totale conseguenti alla distruzione dell’esistente, si perderebbero centinaia di miliardi tra posti di lavoro e indotto turistico, roba da affossare la nazione. Chi dovrebbe mettere i capitali per questo? Abbiamo già visto negli ultimi 25/30 anni questa politica applicata a tutti i gruppi industriali del nostro Paese e abbiamo visto che ha fatto solo danni.

    Anziché proporre soluzioni migliorative che vadano nell’interesse di tutti, spingete per cambiamenti distruttivi o punitivi che calpestano chi ha investito denaro o vuole farlo creando servizi e lavoro, a vantaggio dell’abbandono totale dellle risorse naturali o della loro futura cessione a colossi internazionali. E questo perché per voi pagano un canone basso?!
    Siamo sicuri che stiate dalla parte giusta?! A me non sembra. Comincio ad avere una certa età e di cose buone fatte dagli ambientalisti non ricordo, sarà colpa della memoria? Trovo difficile concedervi anche il beneficio del dubbio.
    Scusate questa lettera insolita per voi, che ve la suonate e ve la cantate da soli, ma è quello che penso.

    • novembre 23, 2023 alle 3:07 PM

      ..la cosa evidente è che gli attuali concessionari demaniali “balneari” occupano beni pubblici di grande valore ambientale, pagando – quando pagano – canoni risibili, pretendendo di farlo senza alcun limite temporale come fosse quasi un diritto divino, pur incassando redditi decisamente sostanziosi.
      L’interesse pubblico sta nell’ottenere canoni adeguati al reale valore del bene di cui fruisce il concessionario con istallazioni temporanee che non vadano a ledere i valori ambientali e paesaggistici del litorale.
      Ciò significa – come richiede la normativa comunitaria e la giurisprudenza univoca – assegnare le concessioni demaniali previo specifico bando.
      L’interesse pubblico è anche non pagare – come collettività nazionale – la pesante sanzione pecuniaria che arriverà dalla Corte di Giustizia europea dopo la condanna per la seconda procedura d’infrazione causata dalla mancata assegnazione delle concessioni demaniali senza adeguate procedure selettive.
      Tutti gli Italiani dovrebbero pagare per far felici gli attuali concessionari demaniali?
      Ovviamente chi oggi ha in mano una concessione demaniale che vorrebbe “eterna” non è contento di tutto questo, ma è un suo “interesse privato”, non certo un “interesse pubblico”.
      Lo capisce anche un bambino.
      Ai bandi che prima o poi saranno fatti gli attuali concessionari potranno partecipare, magari consorziati per offrire condizioni migliori.
      Nei bandi, per esempio, potranno esser inserite clausole che attribuiscono punteggi per le esperienze svolte nel settore (e che, quindi, verranno incontro agli attuali concessionari).
      Dove sta scritto, poi, che le concessioni demaniali finiranno ai “grandi gruppi d’investimento”? Magari finalmente qualche soggetto locale potrà lavorare in un settore oggi “chiuso”.
      E dove sta scritto che ci sarebbe un “abbandono totale delle risorse naturali”? Ma pensa davvero che un tratto di litorale senza concessioni demaniali sia “abbandonato”?
      Per lei non dovrebbe esistere la “spiaggia libera”?
      Quel che facciamo è sotto gli occhi di tutti, lo può leggere nelle pagine di questo blog. A lei non piace? A noi e a migliaia e migliaia di cittadini piace.
      Non sappiamo, invece, che cos’abbia lei combinato di buono per la collettività fino a giungere a “una certa età”. Anche perchè si presente come anonimo.
      Comunque le abbiamo dato la possibilità di suonarsela e cantarsela e le auguriamo una buona serata.

      Stefano Deliperi

  2. novembre 23, 2023 alle 11:09 PM

    A.N.S.A., 23 novembre 2023
    La Cassazione, ingiusto escludere i balneari dalla causa.
    In giudizio a Consiglio Stato. Esulta il centrodestra: ‘Ora tutela’: https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2023/11/23/la-cassazione-ingiusto-escludere-i-balneari-dalla-causa_73900577-01fd-47f9-8ca9-ec46dc47be33.html

  3. Claudio
    novembre 24, 2023 alle 8:06 am

    Mi sorge una domanda: qual’è la norma che preveda la dimensione minima di una spiaggia da poter dare in concessione?
    E poi: ma si dà in concessione un fronte mare con retrostante area usufruibile (nel senso che può essere arenile ma anche di ciottoli)?

    • novembre 24, 2023 alle 2:59 PM

      le dimensioni delle concessioni demaniali “balneari” sono disciplinate dalle Regioni e l’arenile può comprendere anche ciottoli, dipende dalla natura.

  4. Gianpiero Mirto
    novembre 24, 2023 alle 9:20 am

    Chi e’ contro agli attuali concessionari continua ad attaccarli sui canoni irrisori colpevolizzando la categoria ma la colpa non è piuttosto dello Stato? Chi determina il canone? Viene regolamentato da una legge dello Stato, ci vuole così tanto a cambiarla? Se un inquilino paga poco di affitto deve andare dal padrone di casa a sollecitare un aumento? E’ una questione strumentale per dare addosso alla categoria in favore di chi?
    Libero mercato? Tante compravendite sono sempre state fatte chi le vieta? L’ illusione che con la Bolkestein aumenteranno le spiagge libere è per chi non ha capito assolutamente la direttiva servizi che in teoria dovrebbe aumentare la concorrenza a vantaggio dei fruitori ma chi pensa che i prezzi degli ombrelloni si abbasseranno e’ fuori strada, al contrario chi investirà per una nuova concessione a tempo limitato vorrà rientrare al più presto dai costi sostenuti. Bolkestein riguarda la direttiva servizi ma il demanio in buona parte dà in concessione dei beni molti dei quali neanche inerenti alle spiagge… Ristoranti, sale da ballo, residence, e anche distributori di benzina, tabaccherie, cosa c’entrano con gli arenili? Si porta via l’azienda creata dal privato non certo dallo Stato in favore di qualcuno che godrà del lavoro e dell’avviamento di chi ha investito la propria vita e in molti casi anche quella dei propri familiari nella concessione. Se pare giusto…

    • novembre 24, 2023 alle 3:01 PM

      buongiorno Gianpiero,
      cerchiamo di essere seri e di non nasconderci dietro un dito.
      Anche i granellini di sabbia delle spiagge sanno che la categoria delle imprese balneari in tutti questi anni ha fatto fortissime pressioni perchè la situazione (canoni demaniali annuali compresi) rimanesse invariata e la classe politica di volta in volta al governo ha fatto di tutto per compiacerla.
      Nessuno si illude e ha mai detto che con l’applicazione doverosa della Direttiva Bolkestein aumenteranno le spiagge libere, dove l’ha letto?
      La Direttiva Bolkestein si applica in tutte le ipotesi di concessioni di beni e servizi pubblici e un concessionario di un bene pubblico dovrebbe sapere che la concessione del bene non è e non può essere eterna.
      La concessione di un bene demaniale non è una “infeudazione” del bene demaniale, trasmissibile fino alla fine dei secoli alla propria discendenza.
      Buona serata.

      Stefano Deliperi

      • Gianpiero Mirto
        novembre 24, 2023 alle 4:12 PM

        Buongiorno a Lei Stefano, riguardo ai canoni la categoria riconosce da anni la necessità di un adeguamento e per quanto mi riguarda in quanto titolare di una pertinenza ho dovuto subire dal 2006 al 2020 un canone prossimo ai 100.000,00 € annuali (sicuramente un’ingiustizia riguardo alle altre concessioni per le solite leggi improvvisate), la Bolkestein è una direttiva servizi e non andrebbe applicata ai beni, lo dice lo stesso Fritz Bolkestein che l’ha scritta… le concessioni non sono proprietà private, è implicito, ma chi ha avuto la titolarità in epoca di rinnovo automatico ha fatto investimenti che a fronte di una scadenza non avrebbe affrontato. Lo Stato ha dato a suo tempo in concessione un arenile su cui, nel rispetto della legge sono stati fatti impianti talvolta importanti e create aziende con investimenti di capitali rilevanti che hanno portato ai risultati commerciali che tutti riconoscono e che a fronte di eventuali aste non possono essere disconosciuti.
        Riguardo alla categoria raramente si menziona il fatto che i ricavi dei balneari sono gli unici del settore turistico ricettivo con Iva al 22%, un campeggio ha Iva al 10% e dov’è la differenza tra la locazione di una piazzola o di un ombrellone? In Europa l’iva del settore e’ anche spesso inferiore al 10% … La differenza di 12 e più punti fanno ben più del raddoppio dei canoni attuali, verrà parificata? La cosa ovviamente è insignificante perché tanto è la categoria che evade più di chiunque altro in Italia…
        Grazie comunque per l’attenzione

      • novembre 25, 2023 alle 12:49 PM

        …per carità, anche il buon Flavio Briatore ha affermato che paga troppo poco e che dovrebbe pagare almeno mezzo milione di euro all’anno, visto che fattura 10 milioni di euro (vds. https://www.corriere.it/cronache/23_marzo_14/briatore-si-dovremmo-pagare-molto-piu-8c703bec-c224-11ed-b2d4-71b1e6158fab.shtml).
        Ma la realtà è che, nei fatti, c’è una sorda ostilità diffusa all’aumento dei canoni e, in buona parte, anche al semplice pagamento (vds. deliberazione Corte dei conti, Sez. controllo Stato, 21 dicembre 2021, n. 20/21/G in https://www.corteconti.it/Download?id=66e13045-e3dc-4787-9bc3-a2f59e757143).
        Che la direttiva Bolkestein si applichi anche alle concessioni demaniali l’ha affermato la Corte di Giustizia Europea, la Corte di cassazione, il Consiglio di Stato, lo affermano due procedure d’infrazione contro l’Italia per cattivo recepimento della direttiva comunitaria in materia, pare proprio che la cosa sia fin troppo chiara.
        Possono esserci adeguamenti del regime IVA, possono esserci punteggi aggiuntivi nei prossimi bandi in favore dei concessionari attuali che abbiano effettivamente svolto l’attività, ma è scontato che questa farsa non può continuare all’infinito.
        Buon fine settimana.

        Stefano Deliperi

  5. Donatella
  6. dicembre 22, 2023 alle 10:34 PM

    ecco che cosa succede, dove i neuroni funzionano.

    dal sito web istituzionale del Comune di Rimini, 22 dicembre 2023
    La Giunta comunale approva le linee di indirizzo per le evidenze pubbliche relative alle concessioni demaniali marittime.
    Con la formalizzazione di questo passaggio, si dà quindi mandato agli uffici comunali di predisporre le procedure di evidenza pubblica per l’assegnazione delle concessioni nel 2024. (https://www.comune.rimini.it/novita/la-giunta-comunale-approva-le-linee-di-indirizzo-le-evidenze-pubbliche-relative-alle)

    La Giunta di Rimini ha approvato l’atto di indirizzo per la regolarizzazione delle concessioni demaniali marittime alla normativa UE, in scadenza il 31 dicembre 2023. Con la formalizzazione di questo passaggio, si dà quindi mandato agli uffici comunali di predisporre le procedure di evidenza pubblica per l’assegnazione delle concessioni nel 2024. L’avvio del procedimento consente all’Amministrazione comunale di differire la data di scadenza delle concessioni attualmente in essere per il tempo necessario all’indizione delle gare, avvalendosi dell’anno di slittamento ‘per oggettive difficoltà’ previsto dalla legge 118/2022 (il cosiddetto decreto concorrenza Draghi), così come anche concordato con la Regione e gli altri Comuni della costa dell’Emilia Romagna.

    L’approvazione dell’atto di indirizzo arriva a seguito di un corposo lavoro portato avanti durante il corso dell’anno da un tavolo tecnico amministrativo, costituito ad hoc e composto da dirigenti e personale degli uffici comunali, affiancati da un pool di esperti del settore e legali costituzionalisti, al fine di definire un provvedimento il più possibile coerente con le indicazioni provenienti dalle norme comunitarie e dalla giurisprudenza.

    L’atto di indirizzo comprende una ricognizione della situazione delle concessioni in essere (470 concessionari) raggruppate in categorie per tipologia (stabilimenti turistico-balneari, concessioni rilasciate di ridottissime porzioni demaniali, aree di libero transito sull’arenile, associazioni sportive/dilettantistiche, ecc). Tra i requisiti che saranno valutati al momento delle procedure di evidenza pubblica e che dovranno trovare poi dettagliata applicazione nelle stesse: i requisiti generali dell’aspirante concessionario, la capacità tecnica e professionale del concessionario, la capacità finanziaria. Sarà valorizzata la promozione delle piccole e medie imprese, le ricadute occupazionali, la sostenibilità ambientale e l’idoneità degli interventi proposti dagli aspiranti concessionari per assicurare un elevato livello di protezione ambientale e il minimo impatto sul paesaggio. Trattasi di criteri di ordine generale, che saranno quindi maggiormente approfonditi e specificati negli atti relativi alle singole categorie di concessioni. L’atto tiene conto anche della necessità di far svolgere il regolare funzionamento della stagione balneare 2024, prevedendo che nuovi titoli concessori non possano essere rilasciati prima della chiusura della prossima stagione balneare.

    “Questo atto di indirizzo è il frutto di un lavoro durato mesi, che si intreccia con il percorso avviato per l’approvazione del nuovo piano dell’arenile, in un combinato disposto che rappresenta il disegno della spiaggia di Rimini di domani, con l’obiettivo generale di una sempre migliore fruizione e gestione – è il commento dell’Amministrazione Comunale – Per arrivare a questo provvedimento l’Amministrazione si è avvalsa del supporto di consulenti di alto profilo, necessario in considerazione della delicatezza del tema e in grado di poter fornire agli uffici una bussola per orientarsi in un contesto normativo indefinito e confuso, in un’anossia di informazioni e di indicazioni da parte del Governo. Mentre Roma resta ferma, i Comuni sono obbligati a correre, in solitaria”.

    ________________________________________________

    A.N.S.A., 22 dicembre 2023
    Balneari: Rimini apre i bandi senza norma nazionale.
    ‘Mentre Roma resta ferma, obbligati a correre da soli’. (https://www.ansa.it/emiliaromagna/notizie/2023/12/22/balneari-rimini-apre-i-bandi-senza-norma-nazionale_3c082c98-a65a-4575-9bac-f71890c180a2.html)

    In assenza di una normativa nazionale che regoli l’assegnazione delle concessioni demaniali marittime in scadenza il prossimo 31 dicembre, i Comuni cominciano a fare di testa propria.

    È così per Rimini, la prima meta balneare d’Italia per presenze turistiche, dove la Giunta ha approvato l’atto di indirizzo che regola le evidenze pubbliche per il 2024.

    “Mentre Roma resta ferma, i Comuni sono obbligati a correre, in solitaria”, commenta l’amministrazione comunale.

  7. gennaio 2, 2024 alle 10:37 PM

    siamo oltre, abbondantemente, la linea del ridicolo e la “colpa” sarebbe del Presidente della Repubblica che ha richiamato le Camere legislative per le fesserie normative compiute?

    A.N.S.A., 2 gennaio 2023
    Colle promulga legge per concorrenza ma manda rilievi al Governo.
    Contrasto con norme Ue, indispensabili ora iniziative Esecutivo. (https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2024/01/02/colle-promulga-legge-per-concorrenza-ma-manda-rilievi-al-governo_f2a27e0d-9968-4ee9-9983-52f80704367f.html)

    Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha promulgato il 30 dicembre 2023 la legge annuale per il mercato e la concorrenza 2022 e ha inviato in data odierna al Presidente del Senato della Repubblica, Ignazio La Russa, al Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana, e al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni una lettera di osservazioni nella quale sottolinea “i profili di contrasto con il diritto europeo” e rilevando come siano “indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di Governo e Parlamento”.
    “Il contesto che viene a determinarsi presenta caratteristiche molto simili a quello oggetto della mia lettera del 24 febbraio scorso. I profili di contrasto con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali definitive accrescono l’incertezza del quadro normativo, determinando la necessità di garantire la certezza del diritto e l’uniforme interpretazione della legge da parte di tutti i soggetti coinvolti. Così come ho osservato riguardo alla vicenda delle concessioni demaniali, ciò rende indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di Governo e Parlamento”. Lo scrive Sergio Mattarella in una lettera inviata alla presidente del Consiglio, sul ddl Concorrenza (la legge annuale, promulgata dal Quirinale il 30 dicembre 2023) concentrandosi in particolare sulle assegnazione delle concessioni per il commercio su aree pubbliche.

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    Balneari: Assobalneari, ‘sorprende l’intervento del Colle’.
    “Con tutti i problemi che attanagliano il Paese (non pochi)”: https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2024/01/02/balneari-assobalneari-sorprende-lintervento-del-colle_612a38b1-d072-480f-857b-4742c97aba77.html

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    Lega, ‘garantiremo futuro a balneari e alle loro famiglie’.
    ‘No a svendere lavoro e sacrifici di migliaia di italiani’: https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2024/01/02/lega-garantiremo-futuro-a-balneari-e-alle-loro-famiglie_acbc7cea-631a-43a1-9884-bc806c02bed5.html

    • gennaio 4, 2024 alle 2:22 PM

      A.N.S.A., 4 gennaio 2024
      L’Ue analizzerà attentamente il ddl concorrenza.
      ‘Focus su ambulanti e balneari, dialogo con Italia prosegue’. (https://www.ansa.it/europa/notizie/rubriche/altrenews/2024/01/04/lue-analizzera-attentamente-il-ddl-concorrenza_bda9bb2d-eab7-4584-95ac-de8c82299aa5.html)

      La Commissione europea “analizzerà attentamente” il disegno di legge sulla concorrenza adottato dall’Italia “nella prospettiva del settore degli ambulanti così come in quella delle concessioni balneari” e “porterà avanti il dialogo bilaterale su questi due temi con le autorità italiane”. Lo ha detto un portavoce della Commissione Ue, ricordando in particolare che Bruxelles “sta monitorando la situazione del settore degli ambulanti in Italia e su questo tema è già stata in contatto con le autorità nazionali”.

      Nel commentare il ddl concorrenza il portavoce della Commissione è tornato sul dossier delle concessioni balneari ricordando innanzi tutto che quando l’utilizzo di una risorsa “scarsa” come le spiagge è soggetta ad autorizzazione “tutte le parti interessare alla fornitura di servizi, sia nel presente che nel futuro, devono avere la possibilità di competere” per averne accesso. Questo, ribadisce Bruxelles, al fine di promuovere l’innovazione e una concorrenza leale a beneficio dei consumatori e degli imprenditori, nonché per proteggere i cittadini dal rischio di monopolizzare le risorse disponibili.

      Alla luce di queste premesse, “gli Stati membri – osserva ancora la Commissione – hanno l’obbligo di assicurare che autorizzazioni in numero limitato siano assegnate per un periodo di tempo circoscritto e attraverso una procedura di selezione pubblica e aperta basata aperta su criteri non discriminatori, trasparenti e obiettivi”.

      Lo scorso 16 novembre la Commissione ha adottato un parere motivato, seconda tappa della procedura d’infrazione aperta contro l’Italia per il sistema delle concessioni balneari chiedendo a Roma di rispondere entro due mesi. Una decisione, si ricorda a Bruxelles, che comunque “non pregiudica la prosecuzione dei contatti con le autorità italiane per trovare rapidamente una soluzione”.

  8. gennaio 16, 2024 alle 10:01 PM

    A.N.S.A., 16 gennaio 2024
    Lettera sui balneari in definizione, Roma chiede tempo all’Ue.
    Il governo difende il lavoro del tavolo tecnico, va completata la seconda fase. (https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2024/01/16/lettera-sui-balneari-in-definizione-roma-chiede-tempo-allue_8e08fa64-b90d-48bf-b569-1f35198593ee.html)

    Una difesa del lavoro del tavolo tecnico e una richiesta di più tempo per completare il lavoro. In sostanza, a quanto si apprende, questa richiesta è prevista nella lettera, che è in via di definizione e sarà inviata a ore dal governo alla Commissione Ue, in risposta al parere motivato con cui a novembre Bruxelles ha sancito un passo avanti nella procedura di infrazione verso l’Italia per il mancato adeguamento alla direttiva Bolkestein.

    Nell’esecutivo da settimane si confrontano due visioni sul dossier.

    Per ora prevale quella di chi, come il vicepremier leghista Matteo Salvini, contesta l’applicazione della Bolkestein al settore.

    La lettera, spiegano fonti di governo, difende l’operato del tavolo tecnico interministeriale. Si sottolinea che l’esito della mappatura (contestato dalla Commissione) dimostra come la risorsa demaniale non in concessione (circa il 67%) non sia scarsa e quindi non vada applicata la direttiva.

    E si evidenzia la necessità di più tempo per portare a termine la seconda fase del lavoro del tavolo avviato a maggio, per definire i criteri in base ai quali stabilire se c’è o meno scarsità del bene demaniale. In base alla risposta del governo, Bruxelles deciderà se procedere o meno alla Corte di giustizia europea.

  9. febbraio 16, 2024 alle 10:35 PM

    A.N.S.A., 16 febbraio 2024

    Regione Sardegna proroga concessioni balneari per stagione 2024.

    Verso linee guida per predisposizione del Pul: https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2024/02/16/regione-sardegna-proroga-concessioni-balneari-per-stagione-2024_a84f1ae1-6529-48d2-975c-21427093a306.html

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