Si prepara l’ennesimo scempio della Tuscia, questa volta verso i Calanchi di Bagnoregio.


bosco e girasoli

Il Ministero della Transizione Ecologica – Commissione tecnica PNRR-PNIEC, sfatando l’idea che la vorrebbe fin troppo di manica larga, nei mesi scorsi (nota prot. n. 4522 del 5 luglio 2022), nell’ambito del procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) in corso, aveva in buona sostanza rispedito al mittente il progetto per la realizzazione di una centrale fotovoltaica (potenza 40,93 MWp) estesa più di 54 ettari nelle campagne e nelle macchie di Falaschino (Bagnoregio), Coste Lombarde (Celleno e Viterbo), Campo Salmo (Viterbo) e Grotte S. Stefano (Viterbo e Vitorchiano), in una zona già aggredita dalla speculazione energetica.

Pesanti rilievi sulla stessa normativa applicabile, sull’individuazione puntuale delle aree interessate dal progetto, sul personale occupato nelle varie fasi di vita dell’impianto industriale, sui quantitativi idrici utilizzabili, sugli inquinamenti di suoli e falde, sulle mitigazioni naturalistiche previste, sugli impatti relativi alla biodiversità, sugli usi e il consumo dei suoli, sulle reali interferenze con il paesaggio, sulle emissioni in atmosfera, la produzione di rifiuti e gli impatti sulle risorse naturali.

centrale fotovoltaica

Assente, poi, il piano di monitoraggio ambientale e il necessario studio di incidenza ambientale (V.Inc.A.), considerata la ridotta distanza dalla zona di protezione speciale (ZPS) IT6010008 “Monti Vulsini” dalla zona speciale di conservazione/zona di protezione speciale(ZSC/ZPS) IT6010009 “Calanchi di Civita di Bagnoregio”, tutelate ai sensi delle direttive n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e seminaturali, la fauna e la flora e n. 09/147/CE sulla salvaguardia dell’avifauna selvatica.

La società energetica romana Alter Una s.r.l. ha recentemente depositato ampia documentazione integrativa ed entro il prossimo 7 ottobre 2022 è possibile intervenire nel procedimento di V.I.A. con un proprio atto di “osservazioni”, come farà l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG).

Non si può che ricordare che la speculazione energetica, purtroppo da anni, ha aggredito la Tuscia: secondo dati non aggiornati, siamo di fronte a ben 51 progetti di campi fotovoltaici presentati, in parte approvati e solo in minima parte respinti in pochi anni, complessivamente oltre 2.100 ettari di terreni agricoli e boschi.

Montalto di Castro, concentrazione di impianti di produzione di energia da fonte fotovoltaica a terra (da Google Earth, 2022)

Analogamente sono ormai numerosi i progetti di centrali eoliche presentati o già in esecuzione.

Terreni talvolta affittati, spesso espropriati per due soldi, talvolta nei demani civici.

Centinaia e centinaia di ettari di terreni agricoli e boscati stravolti dalla speculazione energetica, senza che vi sia alcuna assicurazione sulla chiusura di almeno una centrale elettrica alimentata da fonti fossili.

La realizzazione di questi progetti energetici snaturerebbe radicalmente alcuni dei più pregiati paesaggi agrari della Tuscia con pesanti impatti sull’ambiente e sui contesti economico-sociali locali. Stupisce, infatti, l’assenza di alcuna seria e adeguata analisi preventiva sugli impatti negativi anche sul piano economico-sociale di decine di migliaia di ettari di paesaggio storico della Tuscia sulle attività turistiche.

La Provincia di Viterbo detiene il non invidiabile primato per il consumo del suolo per abitante (rapporto ISPRA sul consumo del suolo 2019), 1,91 metri quadri per residente rispetto alla media regionale di 0,47 e nazionale di 0,80.

Lago di Bolsena, l’Isola Bisentina con sullo sfondo la centrale eolica di Piansano

Consumo del suolo che va in direzione opposta agli obiettivi tanto decantati della transizione ecologica.

Evidentemente poco importa il consumo del suolo, in fondo sono solo pascoli, terreni agricoli, roba così.

Il GrIG, insieme ad altre realtà ambientaliste e culturali, si oppone da anni alla speculazione energetica nella Tuscia (e non solo) con azioni legali e di sensibilizzazione.

Gli impianti produttivi di energia da fonte rinnovabile andrebbero ubicati in aree già degradate, in zone industriali, nonché con l’utilizzo dei tetti e coperture di edifici già esistenti.

Stop alla speculazione energetica, stop alla sottrazione dei suoli agricoli e boschivi, stop al furto ai danni delle collettività locali dei terreni a uso civico!

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Il Messaggero, 25 settembre 2022
Tuscia, cavalli al pascolo e ruderi medievali

(foto da mailing list ambientalista, S.D., archivio GrIG)

  1. settembre 26, 2022 alle 5:50 PM

    Ho appena letto l’altro post:

    da Il Corriere di Viterbo, 25 settembre 2022
    Viterbo, scorie nucleari. Confermati tutti i 22 siti idonei della Tuscia.

    Possibile che qualcuno odi tanto quel bellissimo territorio da volerlo distruggere per sempre? Sono allibita.

  2. adtorvieto
    settembre 27, 2022 alle 6:57 am

    Segnalo che è stato presentato un progetto (PHOBOS) per 7 pale eoliche con h di m 200,da realizzare nei comuni di Castel Giorgio e Orvieto (Umbria), in prossimità del confine con il comune di Bolsena nel Lazio, che sarà ben visibile da tutti i comuni del lago omonimo e da oltre 30 comuni di Lazio, Toscana e Umbria. La zona è di estremo interesse archeologico, oltre che paesaggistico, eper questo motivo sono state presentate numerose e qualificate osservazioni di contrarietà da parte di enti, associazioni, comitati e singoli cittadini.

  1. novembre 9, 2022 alle 12:28 PM

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