Incendi e impunità.


Ogliastra, incendio notturno (5 agosto 2023)

Centinaia di incendi, decine e decine di migliaia di ettari di terreni percorsi dal fuoco, pochi incendiari arrestati, meno ancora rimangono in prigione.

Questo è il drammatico scenario che emerge dall’inchiesta del bravo Paolo Biondani per L’Espresso.

Continuiamo a ritenere il Daspo ambientale una proposta utile per contrastare incendi e attentati all’ambiente.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

da L’Espresso, 7 settembre 2023

Chi appicca un incendio in Italia resta impunito.

I roghi degli ultimi 15 anni hanno distrutto 850 mila ettari di verde: una superficie grande come L’Umbria. Ma i condannati sono pochissimi. E quasi tutti i responsabili sfuggono alla legge. (Paolo Biondani)

Boschi di Cantalice, provincia di Rieti, 23 agosto. I carabinieri forestali sono in emergenza. Nel pomeriggio è scoppiato un incendio di «chiara matrice dolosa», che sta diventando sempre più ampio e pericoloso. Queste verdi terre dell’Alto Lazio sono già state colpite in passato da più roghi, ripetuti nel tempo. La zona è sorvegliata dai militari, che hanno anche nascosto foto-trappole nei punti di passaggio. Prima di sera un uomo di 55 anni viene sorpreso mentre sta appiccando altre fiamme sul ciglio della strada, vicino a cumuli di foglie e legna secca. Ha l’accendino ancora in mano, quando viene arrestato in flagranza di reato. I Vigili del Fuoco riescono a spegnere l’incendio solo a tarda notte, dopo ore di lavoro tra rovi e tronchi carbonizzati. A quel punto si scopre che l’arrestato era già stato denunciato dai carabinieri più volte, in questi anni, come presunto responsabile di precedenti «incendi boschivi». Eppure non si è fatto problemi a riaccendere il fuoco tra le querce secolari dei Monti Reatini.

«Casi del genere purtroppo sono l’assoluta normalità: la lotta contro gli incendi in Italia non funziona, le sanzioni penali vengono minacciate, ma non eseguite, se non in pochissimi casi, per cui non spaventano nessuno», commenta l’avvocato Stefano Deliperi, l’esperto di diritto ambientale che da anni difende il territorio italiano con il Gruppo d’Intervento Giuridico (Grig). «Prima di tutto, i responsabili degli incendi devono essere scoperti, identificati e denunciati. Ma le indagini sono molto difficili, anche perché il fuoco si accende in un istante e brucia tutto, compresi i possibili indizi. Nei rari casi in cui gli inquirenti sono talmente bravi da trovare prove certe, poi bisogna fare i processi, con tre gradi di giudizio, e arrivare a una condanna definitiva prima della scadenza dei termini di prescrizione: in Italia, per i reati ambientali, è un’impresa quasi impossibile. Quindi i condannati sono pochissimi. E molti dei colpevoli riconosciuti, sotto i quattro anni di pena teorica, restano fuori dal carcere, in affidamento ai servizi sociali. Finisce davvero in prigione solo chi subisce condanne più severe, ma con i vari benefici di legge spesso ci resta per pochi mesi. Non ricordo nessuna condanna definitiva a più di sei anni per un incendio boschivo».

La crisi generale della giustizia italiana, dunque, garantisce una quasi totale impunità anche per chi brucia i polmoni verdi della nazione. I dati raccolti da L’Espresso confermano che i detenuti per il reato di incendio boschivo sono pochissimi, in rapporto all’enormità delle aree distrutte dal fuoco. Quest’anno, dal primo gennaio al 23 agosto, in Italia sono bruciati 64 mila ettari di verde. In tutte le carceri, alla data del 21 agosto scorso, c’erano 23 accusati di incendio boschivo: 20 condannati (almeno in primo grado), 3 arrestati in attesa di giudizio, secondo i dati ufficiali del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

Oniferi, innesco incendio (da pagina FB Stefania Piras, 27 luglio 2021)

Quasi tutte le indagini per questo reato vengono condotte dai carabinieri, che dal 2016 hanno assorbito anche l’ex Corpo Forestale: nel corso del 2022 i militari dell’Arma hanno effettuano 31 arresti per incendi boschivi. A fine anno (31 dicembre 2022), però, restavano in cella solo 18 detenuti, tutti già condannati (almeno in tribunale). Questo significa che quasi metà degli arrestati sono tornati liberi poco dopo il fermo, in attesa di un processo futuro, o addirittura hanno già espiato per intero una pena ridotta, grazie al patteggiamento o altri benefici processuali.

Da notare che queste cifre riguardano il nuovo, grave reato di «incendio boschivo» (articolo 423 bis), introdotto nel gennaio 2022 dal governo Draghi (mentre l’attuale esecutivo ha annunciato solo qualche ritocco, ben pubblicizzato) in risposta alla catastrofe dell’anno precedente. Nel 2021 in Italia sono stati inceneriti oltre 169 mila ettari di verde: lo 0,5 per cento del territorio nazionale. Gli incendi più gravi hanno devastato la Sicilia (con roghi in oltre il 60 per cento dei comuni) e la Calabria (con 235 centri colpiti). Nello stesso anno, secondo una ricerca di Legambiente, si sono contati solo 16 arresti con l’accusa di aver bruciato boschi (che rientrava ancora nel reato generico di incendio).

Di qui, la stretta normativa: un nuovo reato punito con pene più severe, da 4 a 10 anni di reclusione, con via libera alle intercettazioni e indagini più approfondite. Già nel 2022, come si è visto, gli arresti sono raddoppiati. Ma le fiamme hanno continuato a devastare altri 68 mila ettari di boschi e campagne. Nei primi otto mesi di quest’anno ne sono già bruciati quasi altrettanti. E le regioni più colpite, ancora una volta, sono la Sicilia, dove si concentra il 72 per cento delle aree incendiate nel 2023, e la Calabria, con il 17 per cento del totale.

Sardegna, spegnimento di un incendio

Negli ultimi 15 anni, in Italia, il fuoco ha distrutto più di 850 mila ettari di verde, una superficie equivalente all’intera Umbria. Per misurare il livello d’impunità, si può ipotizzare che ogni incendiario riesca a bruciare dieci ettari di boschi (una media aritmetica ricavabili dai dati); a conti fatti, il rischio di arresto si concretizza per una quota minima di colpevoli: meno di uno su mille.

Secondo uno studio dell’Ispra, meno del 2 per cento dei roghi è dovuto a cause naturali, come fulmini o eruzioni. Ancora più rari sono i casi di veri piromani, coartati da patologie psichiche. Quindi c’è un problema gigantesco di criminalità ambientale. I carabinieri forestali continuano ogni giorno a fare indagini e controlli, con oltre 800 stazioni sparse sull’intero territorio nazionale, e con le nuove norme riescono a identificare molti più indagati: nel 2022 il numero delle persone denunciate alla magistratura per il reato di incendio boschivo è salito a 570. Poi però iniziano i procedimenti giudiziari, lentissimi e cavillosi. Molti roghi vanno classificati come colposi, almeno secondo le difese, cioè non volontari, ma provocati da imprudenza, negligenza, disattenzione: la sigaretta accesa, la grigliata spenta male, il falò nei campi dopo la potatura, che in periodi di siccità hanno comunque effetti disastrosi. Gli incendi dolosi, cioè volontari, sono circa la metà del totale: tra il 40 e il 60 per cento, secondo le stime degli esperti. Ma molti casi, almeno stando alle versioni degli accusati, ricordano i delitti preterintenzionali: il contadino o il pastore volevano bruciare solo un’area limitata, per fare spazio alle coltivazioni o al bestiame, ma il fuoco è andato oltre le intenzioni, diventando incontrollabile. In casi come questi, è difficile che il giudice di turno imponga il carcere. A rischiare l’arresto, quindi, sono soprattutto gli incendiari di stampo criminale che agiscono per interesse, speculazione, vendetta, minaccia, intimidazione di stampo mafioso. I professionisti dei roghi, quelli che è più difficile identificare.

Quartu S. Elena, canneto Saline lungo Via Fiume bruciato (7 agosto 2023)

In questa situazione, l’avvocato Deliperi continua da anni a documentare casi plateali di «recidiva specifica», in particolare in Sardegna, una delle regioni più danneggiate. Il 2 agosto scorso, nella zona di Oristano, viene arrestato per un rogo R. A., 66 anni: ora è accusato di essere l’autore di almeno sei incendi. Nell’estate 2021 è finito in carcere G. F., 53 anni, algherese: secondo la procura di Sassari, ha tentato per otto volte di bruciare la pineta sulle dune di Maria Pia, anche mentre la spiaggia era affollata di bagnanti. Resta per ora insuperato il record di un muratore di 44 anni, L. L., che fu arrestato in flagranza nei boschi di leccio del Linas, con il cerino in mano, e condannato a quattro anni dal tribunale di Cagliari: era sospettato di essere l’autore di ben 63 incendi.

Ma allora, se nemmeno il rischio della galera basta a fermare i roghi, dobbiamo rassegnarci a un’Italia in fiamme? Secondo l’esperto del Grig, un rimedio rapido ed efficace ci sarebbe: «Un Daspo ambientale. È una misura amministrativa, prevista fin dal 1989 contro le violenze negli stadi e dal 2018 anche contro il degrado urbano, che permette al questore di tenere lontane alcune persone da certi luoghi. La Corte costituzionale, nel 2002, ha stabilito che è una misura di prevenzione, quindi non è necessario provare in un processo la commissione di un reato, purché esistano fondati sospetti. Gli incendiari sono legati a un contesto, dove distruggono natura, abitazioni, attività lavorative: bisogna allontanarli dal territorio minacciato per un congruo periodo di tempo. Basterebbe un provvedimento simile al vecchio “foglio di via”. Gli attentati all’ambiente, e al patrimonio culturale, dovrebbero essere un campo privilegiato per l’adozione di nuove misure di prevenzione».

(foto da pagina Facebook di Stefania Piras, per conto GrIG, J.I., S.D., archivio GrIG)

  1. Giuseppe Mariano Delogu
    settembre 9, 2023 alle 12:03 PM

    Chiedo ospitalità per inserire un mio commento all’articolo. Insistere sull’aumento delle pene per chi causa un incendio è materia che risale a diverso tempo : già il 432-bis che introduceva il reato specifico di incendio boschivo aumentava le pene e rendeva il reato grave. Tale veniva assunto dalla successiva L. 353/00 (legge quadro sugli incendi boschivi) che successivamente è stato ulteriormente aumentato con la conversione in legge del D.L. 120 (con L.155/21). In quella sede partecipai in audizione al Senato (Comm. Ambiente) come Società Italiana di Scienza ed Ecologia Forestale (SISEF) assieme al collega Davide Ascoli e, tra i vari emendamenti presenti, sollevammo il problema della ambiguità di un dispositivo previsto – di cui parlerò appresso – che fu fortunatamente cassato in sede di approvazione finale della legge. Ora quella parte cassata ricompare nel nuovo decreto del C.M. che, all’ultimo comma, oltre ai precedenti che aumentano per l’ennesima volta le pene, introduce il seguente: la pena “è aumentata da un terzo alla metà quando il fatto è commesso al fine di trarne profitto per sé o per altri o con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti all’esecuzione di incarichi o allo svolgimento di servizi nell’ambito della prevenzione e della lotta attiva contro gli incendi boschivi”. In sostanza si applica la pena aumentata prevista per l’incendio doloso (“chi cagiona un incendio”) per coloro che “….con abuso dei poteri o violazione dei doveri inerenti all’esecuzione di incarichi o allo svolgimento di servizi nell’ambito della prevenzione o della lotta attiva” che di fatto vengono equiparati agli incendiari. Ora, io non sono un giurista e spero di sbagliarmi ma a seguito della mia lunga attività di direzione delle operazioni di spegnimento di incendi in Sardegna (ora sono in pensione e ne ragiono senza emotività) mi chiedo: chi sono coloro che nello svolgimento dei servizi nell’ambito della lotta attiva? Immagino tanti miei ex-colleghi i quali durante le operazioni su un incendio che in giornate difficili cambia continuamente comportamento ed è imprevedibile per mille ragioni che qui non c’è tempo di spiegare, ritengano di considerare in scienza e coscienza il loro lavoro concluso, magari su una piccola superficie e valutano necessario chiudere le operazioni e inviare le squadre a casa. Magari per qualche motivo (riaccensione? Nuovo innesco? Cambio di condizioni meteo?) l’incendio riparte e genera una superficie di gran lunga superiore a quella conclusa. Un cittadino ritiene di essere danneggiato da questo fatto e denuncia il direttore delle operazioni di estinzione per “abuso di potere” o “violazione dei doveri inerenti etc. etc.”. La frittata si ribalta: chi lavora per spegnere è accusato di aver cagionato un incendio e la pena prevista per l’incendio doloso la si applica a lui con maggiorazione da un terzo alla metà! Incredibile? No: c’è già un forestale in Sardegna rinviato a giudizio per questo motivo. Sapete cosa significa? L’estinzione difensiva: come per la medicina difensiva il Direttore delle operazioni o chi per lui richiede all’eccesso tutti i mezzi aerei disponibili, invia squadre da ogni dove anche se non necessarie, oppure quel giorno in cui è di servizio e le condizioni meteo sono difficili si mette in malattia, per non assumere la responsabilità. Siccome l’incendio non ha solo bisogno di ignizione puntuale per diventare tale ma si propaga per condizioni del territorio senza soluzione di continuità dei combustibili (es. l’incendio di Posada del 7-8 agosto scorso) il rischio è di avere un enorme quantità di grandi incendi forestali in tutto il territorio regionale e nazionale italiano. Credo sia doveroso, come si fece nel 2021, cassare questo comma pericoloso per la sua vaghezza e possibile interpretazione in senso negativo contro chi ci mette la anima e talora la vita per estinguere un incendio.
    Giuseppe Mariano Delogu, Docente a contratto UniSS per Sistemi Forestali e Ambientali (Tecniche di Protezione Civile)

    • Riccardo
      settembre 9, 2023 alle 10:47 PM

      Dott. Delogu, condivido pienamente.
      Si aggiungono difficoltà giuridiche e pressioni psicologiche su chi già svolge un compito molto difficile e deve prendere decisioni importanti “al momento”, durante una “emergenza”.
      Si rischia di influire sulla serena capacità decisionale e porre i tecnici AIB sulla difensiva con spreco di risorse umane ed economiche.
      Bisognerebbe farlo questo mestiere, almeno una volta, prima di puntare il dito!
      Credo anche io doveroso, cassare questo comma.

    • Paolo Gregolin
      settembre 10, 2023 alle 7:33 PM

      Davvero molto interessante il concetto di “estinzione difensiva” reso chiarissimo dal paragone con la medicina difensiva. ☝️

  2. GIORGIO PELOSIO
    settembre 9, 2023 alle 6:48 PM

    Complimenti chiarissimo Dott Deliperi per l’analisi puntuale che ha evidenziato la grande difficoltà di ottenere risultati importanti al fine di sanzionare in modo adeguato i piromani che ogni anno distruggono i boschi meravigliosi in Italia.Vorrei aggiungere che avendo quarant’anni di esperienza nel settore del monitoraggio e prevenzione degli incendi boschivi, devo evidenziare che dove sono stati realizzate reti di monitoraggio incendi, attualmente in funzione con successo nei più importanti parchi nazionali, le superfici bruciate si sono ridotte di oltre 80% oltre il raggio di 6 Km dalle stazioni di monitoraggio ed entro i 6 Km nessun incendio si è verificato.
    La soluzione ampiamente sperimentata approvata anche recentemente dall’Agenzia Spaziale Europea, parte dal concetto fondamentale ed elementare : un principio di incendio va rilevato entro 120 secondi e spento entro 15 minuti dall’evento.In caso di forte vento, come dimostrato sia in Italia che all’estero,una volta che le dimensioni del fuoco superano un ettaro ,nessun intervento aereo o terrestre è in grado di fermarlo (vedi incendio di Cuglieri 2021) con uno sperpero inutile di mezzi,rischio elevato per gli addetti dell’antincendio e distruzione anche di milioni di ettari di boschi che oltretutto avrebbero potuto assorbire quantità enormi di CO2.
    In Sardegna c’era una rete di monitoraggio incendi, la prima in Europa costata oltre 26 Ml di Euro ma dal 2005 e è stata disattivata e progressivamente smantellata malgrado una sentenza della Corte d’Appello di Cagliari del 2022 ,passata in giudicato, abbia confermato l’efficacia e la validità dei sistemi definitivamente collaudati.
    Cosa è rimasto ? il fango che alcuni dirigenti forestali hanno buttato sulla tecnologia realizzata; risultato: dal 2005 al 2021 sono bruciati in Sardegna, secondo l’inventario dei Carabinieri Forestali, 275.000 Ha di boschi e macchia mediterranea.Da una stima fatta sulle zone coperte dai sistemi di monitoraggio si sarebbero potuti salvare oltre 100.000Ha.
    La conseguenza ulteriore di quella sentenza è l’imbarazzante silenzio stampa sui sistemi di monitoraggio smantellati ma mi risulta che la magistratura di cui sono fiducioso andrà a fondo sulla vicenda nell’interesse della Sardegna e dei Sardi per comprendere e sanzionare chi ha voluto dismettere le telecamere impedendo oltretutto l’eventuale identificazione dei piromani.

  3. sardo
    settembre 9, 2023 alle 7:00 PM

    Se l’Ispra indica che meno del 2 per cento dei roghi è dovuto a cause naturali (fulmini o eruzioni, i.e.) come mai il Decreto MIPAAF 18 novembre 2021 di approvazione delle Linee guida per l’identificazione dei boschi vetusti al punto 3 tra i “disturbi non direttamente legati alle attività antropiche” comprende gli incendi in quanto “fattori intrinsecamente connessi alle dinamiche naturali”? Dove vogliamo andare se il legislatore agisce in direzione opposta a dati conclamati diffusi da strutture pubbliche nazionali di ricerca e studio?

  4. Rosalba Esperiani
    settembre 11, 2023 alle 3:36 PM

    Buonasera
    L’argomento è per me molto “scottante”perche’ vivo ai piedi del Mobte Pusano devastato nel 2018 da un incendio doloso e successivamente da altro incendio gravemente colposo.
    Nel primo caso e6 stato proprio un volontario antincendio che ha subito condanna in primo grado.Io suggerirei di rivedere i meccanismi legati ai tanti interessi, troppi che ruotano nella filiera dello spegnimento: Canadese, volontari etc.
    Più prevenzione ancge con i droni e meno saccheggiamebto e “pulizia” dei boschi. Anche la xexuazione li rende secchi e lrivi del muschii e del sottobosco, grandi riserce di umidità.
    Rosalba Esperiani

  5. settembre 14, 2023 alle 4:08 PM

    per comprendere le dimensioni del “problema incendi”.

    da Greenreport, 14 settembre 2023
    Copernicus: incendi boschivi record nell’emisfero settentrionale.
    E la stagione degli incendi boreali 2023 non è ancora finita. (https://greenreport.it/news/clima/copernicus-incendi-boschivi-record-nellemisfero-settentrionale/)

    L’emisfero settentrionale si sta lentamente avvicinando alla fine della stagione degli incendi per il 2023, che normalmente inizia a maggio e termina ottobre e il Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS) pubblica i dati sulle emissioni e sul trasporto dei fumi associati agli incendi che forniscono indicazioni preziose per valutare in modo completo gli episodi di incendi più rilevanti degli ultimi mesi.

    Anche diverse regioni del Mediterraneo hanno registrato una significativa attività di incendi boschivi. Nella terza settimana di agosto degli incendi hanno devastato la Grecia settentrionale e centrale e hanno fatto seguito agli incendi di luglio, quando la Grecia ha vissuto la peggiore attività di incendi degli ultimi 20 anni. Di conseguenza, le emissioni di carbonio degli incendi di luglio in Grecia sono state le più alte mai registrate dal CAMS e le emissioni combinate di carbonio di luglio e agosto sono state le terze più alte mai registrate, dopo il 2007 e il 2021.

    Secondo i dati dell’European Forest Fire Information Service, gli incendi boschivi verificatisi nel nord della Grecia quest’estate sono stati i più grandi mai registrati nell’Ue, con un’area bruciata complessiva dall’inizio dell’anno di oltre 173.000 ettari.

    A seguito dell’ondata di caldo che ha colpito la penisola iberica, il Portogallo sudoccidentale è stato colpito da alcuni grandi incendi nella prima metà di agosto. Riflettendo l’estrema attività degli incendi, i dati CAMS FRP per il periodo dal 4 al 9 agosto mostrano valori significativamente più alti della media ventennale. Gli incendi hanno generato spessi pennacchi di fumo, che sono stati per lo più trasportati verso l’Atlantico tra il 6 e il 7 agosto.

    Il 16 agosto, sull’isola spagnola di Tenerife si è sviluppato un grande incendio che si è diffuso rapidamente. I dati del CAMS GFAS mostrano «Un elevato FRP giornaliero totale per le Isole Canarie dal 16 al 22 agosto e le emissioni di carbonio degli incendi per le Isole Canarie in agosto sono state le più alte dal 2003».

    Il CAMS ricorda che «Nel corso della fine della primavera e dell’estate del 2023, diversi incendi boschivi devastanti hanno colpito la maggior parte delle province e dei territori del Canada. Rilevati per la prima volta a maggio, questi incendi sono continuati in diverse località, causando ingenti perdite umane e materiali, oltre che a compromettere gravemente la qualità dell’aria non solo in Canada ma anche in altre regioni del Nord America». Le previsioni e le analisi globali del CAMS, che assimilano le osservazioni satellitari della composizione atmosferica, evodenziano che «Alcuni dei pennacchi di fumo prodotti da questi incendi hanno raggiunto anche l’Europa».

    Il risultato di questa stagione record è che «L’estensione, la costanza e l’intensità di questi incendi boschivi hanno portato le emissioni totali di carbonio stimate per il 2023 a quasi 410 megatonnellate, le più alte per il Canada con un ampio margine nel set di dati CAMS. Infatti, il precedente record di emissioni annuali di carbonio era dell’anno 2014, con 138 megatonnellate di carbonio. Al momento della stesura di questo comunicato ci sono ancora incendi attivi in diverse regioni del Canada e le emissioni annuali del 2023 potrebbero continuare ad aumentare, anche se il tasso di incremento sembra essersi stabilizzato. A questo punto, le emissioni di incendi in Canada rappresentano il 27% del totale delle emissioni globali di carbonio da incendi per il 2023».

    Mark Parrington, senior scientist del CAMS, ha commentato: «Gli incendi boschivi si verificano nelle regioni boreali ogni estate, con luoghi, intensità e durata variabili a seconda delle condizioni idrologiche, meteorologiche e climatiche. Con l’aumento delle temperature e il protrarsi delle condizioni di siccità, aumentano le possibilità di incendi devastanti come quelli del Canada. La capacità del CAMS di monitorare le emissioni degli incendi e il trasporto dei fumi è essenziale per comprendere la portata e i potenziali impatti sulla qualità dell’aria».

    Altri giganteschi incendi boschivi si sono verificatisi in Russia, in particolare nell’oblast di Omsk, nell’oblast di Novosibirsk e nel distretto federale dell’Estremo Oriente. Al 13 settembre si sono verificati 8 incendi boschivi su un’area di 105 ettari in 5 regioni russe, 3 di questi incendi si sono verificati a Khabarovsk Krai, dove gli incendi sono attualmente attivi su 31 ettari.

    CAMS fa notare che «E’ importante sottolineare che, nonostante quest’anno la Russia abbia registrato emissioni di incendi al di sotto della media ventennale, le emissioni di carbonio da incendi boschivi del periodo giugno-agosto per l’Artico sono state le terze più alte mai registrate, seconde solo a quelle dell’anno 2019 e dell’anno 2020, soprattutto a causa degli incendi ad alta latitudine nei territori nord-occidentali del Canada».

    Ad agosto, l’isola hawaiana di Maui è stata colpita da incendi estremi che hanno provocato la morte di almeno 115 persone . La portata e l’intensità degli incendi hawaiani sono aumentate a causa dell’uragano Dora, con forti venti che hanno sollevato le fiamme e causato una diffusione più rapida dell’incendio. L’uragano Dora potrebbe aver contribuito ad innescare l’incendio a causa dei i cavi elettrici abbattuti dai forti. Tuttavia, i dati CAMS FRP relativi agli incendi hawaiani sono limitati dal mascheramento delle emissioni degli incendi a causa dell’interferenza dei vulcani.

    • Giorgio
      settembre 14, 2023 alle 5:11 PM

      Sono dati interessanti al fine di comprendere il feneno a livello globale purtroppo nessun sistema satellitare e in grado di rilevare un incendio di alcuni mq in pochi minuti di alcuni metri quadri e con precisione sarebbe eccezionale per interventi tempestivi ma ci vorranno ancora molti decenni

  6. settembre 17, 2023 alle 12:48 PM

    giustizia popolare.

    da L’Unione Sarda, 17 settembre 2023
    Cagliari, appicca un incendio sul colle di San Michele: bloccato e picchiato.
    Rocambolesco episodio nel pomeriggio nella zona devastata dal fuoco alla fine dello scorso luglio: https://www.unionesarda.it/news-sardegna/cagliari/cagliari-appicca-un-incendio-sul-colle-di-san-michele-bloccato-e-picchiato-mmtyh2hf

    • settembre 18, 2023 alle 7:25 PM

      A.N.S.A., 18 settembre 2023
      Cagliari, il rogo nel parco di San Michele appiccato per vendetta.
      Arresatato dalla forestale un 50enne di Villacirdro. (https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2023/09/18/fiamme-nel-parco-di-san-michele-a-cagliari-arrestato-un-50enne_3e86c51a-898b-4501-8d4b-890c9f28484d.html)

      E’ stato rimesso in libertà ma avrà l’obbligo di presentarsi in caserma per la firma il lunedì, mercoledì e venerdì, Marco Curridori, il 50enne di Villacidro arrestato per aver danneggiato le telecamere del parco di San Michele e un’auto e indagato per aver appiccato il rogo che sabato scorso ha devastato mezzo ettaro del bosco che circonda l’area verde di Cagliari.

      L’uomo, secondo quanto accertato dagli agenti del copro forestale, ha agito per vendetta: voleva punire i titolari della pizzeria situata all’interno del parco perchè lo avevano licenziato senza, a suo dire, saldare tutto il dovuto.

      Sabato dopo aver appiccato il rogo, è stato sorpreso da uno dei responsabili della pizzeria. Ne è nata una colluttazione terminata con l’arrivo della polizia e il trasporto in ospedale di Curridori per essere medicato. Qualche ore dopo è tornato e ha danneggiato con una catena e con un casco da motociclista l’auto di uno dei dipendenti della pizzeria, oltre che le telecamere del parco.

      Ma l’azione non è passata inosservata. Sul posto c’erano già gli investigatori della forestale che lo hanno arrestato. Dalle successive indagini è emerso anche il suo coinvolgimento nell’incendio avvenuto alcune orte prima. L’uomo era finito agli arresti domiciliari, poi domenica è evaso e per questo era stato nuovamente arrestato, questa volta dai carabinieri. Oggi si è presentato in Tribunale per il processo per direttissima. L’avvocato che lo rappresenta, Ignazio Ballai, ha chiesto i termini a difesa e ha ottenuto che il suo assistito venisse rilasciato: avrà l’obbligo di presentarsi in caserma tre volte a settimana.

  7. settembre 18, 2023 alle 7:28 PM

    da L’Unione Sarda, 18 settembre 2023
    Burcei, in fumo quasi 10 ettari territorio: «Incendio doloso, fiamme appiccate in due punti».
    Mobilitazione per domare il rogo divampato in una zona di boschi e macchia mediterranea. In volo elicotteri e Canadair. Ora situazione «sotto controllo»: https://www.unionesarda.it/news-sardegna/provincia-cagliari/burcei-in-fumo-quasi-10-ettari-territorio-dietro-lincendio-la-mano-dei-piromani-lsxi6ci2

  8. settembre 27, 2023 alle 5:37 PM

    da L’Unione Sarda, 27 settembre 2023
    Inferno di fuoco a Milis: 65enne condannato a tre anni di reclusione.
    L’uomo, nell’estate 2021, aveva appiccato cinque diversi roghi, per domare i quali erano entrate in azione decine di uomini e mezzi aerei: https://www.unionesarda.it/news-sardegna/nuoro-provincia/inferno-di-fuoco-a-milis-65enne-condannato-a-tre-anni-di-reclusione-qoxukqtw

  9. ottobre 31, 2023 alle 6:48 PM

    da L’Unione Sarda, 31 ottobre 2023
    Tentato incendio ad Alghero: 61enne ai domiciliari.
    L’uomo ha più volte cercato di scatenare le fiamme in un terreno privato. Ora arriva l’ordinanza eseguita dalla Forestale: https://www.unionesarda.it/news-sardegna/sassari-provincia/tentato-incendio-ad-alghero-61enne-ai-domiciliari-s11a9pov

  10. novembre 17, 2023 alle 6:39 PM

    da Sardinia Post, 17 novembre 2023
    Vasto rogo a Tortolì vicino a case e capannoni, i sindaci: “Ripristinate il servizio antincendio”: https://www.sardiniapost.it/cronaca/vasto-rogo-a-tortoli-vicino-a-case-e-capannoni-i-sindaci-ripristinate-il-servizio-antincendio/

    ____________________

    da L’Unione Sarda, 17 novembre 2023
    Villagrande, vasto incendio nella zona di Santa Lucia.
    Le fiamme, alimentate dal forte vento di maestrale, hanno lambito un agriturismo e stanno interessando la montagna: https://www.unionesarda.it/news-sardegna/ogliastra/villagrande-vasto-incendio-nella-zona-di-santa-lucia-j2ngmk4d

    • Pelosio
      novembre 17, 2023 alle 7:51 PM

      Da molti anni ho la personale convinzione che contrariamente a quanto si dice ogni anno come un mantra “fa caldo quindi ci sono gli incendi” gli incendi possono svilupparsi in qualunque giorno dell’ anno basta che ci sia un po’ di vento.Come dice il Sindaco nell’ articolo tre ore di ritardo per l arrivo dei Canadair ,considerato che nel rogo del montiferru 2021 la velocità di avanzamento del fuoco era di 5 ettari al minuto e evidente che anche un ritardo di pochi minuti possa determinare un grande danno ambientale.Il fuoco deve essere rilevato in alcuni minuti e spento entro 10 -15 minuti diversamente e completamente inutile e dispendioso qualunque intervento ,rimangono convegni, work shop meeting pubblicazioni per la valutazione dei danni dopo che i buoi sono scappati. Si continua a girare intorno al problema senza mai affrontarlo alla radice.

  11. novembre 29, 2023 alle 2:42 PM

    da L’Unione Sarda, 29 novembre 2023
    L’incendio che devastò Berchidda causato da «mancata manutenzione della linea elettrica»: dirigente Enel a processo.
    Disposto il rinvio a giudizio, il rogo cancellò 350 ettari di sugherete, vigneti e oliveti, distruggendo anche alcune aziende agricole: https://www.unionesarda.it/news-sardegna/gallura/lincendio-che-devasto-berchidda-causato-da-mancata-manutenzione-della-linea-elettrica-dirigente-enel-a-processo-lovtirb0

  12. dicembre 14, 2023 alle 10:10 PM

    A.N.S.A., 13 dicembre 2023
    Incendiario seriale arrestato dalla Forestale a Samassi.
    Agricoltore accusato di aver provocato una dozzina di roghi: https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2023/12/13/incendiario-seriale-arrestato-dalla-forestale-a-samassi_1f6e4fe4-3ab5-41b5-87bb-edcc0bfd43cd.html

  13. febbraio 9, 2024 alle 6:13 PM

    A.N.S.A., 9 febbraio 2024

    Vasto incendio nel parco eolico tra Aggius e Bortigiadas.

    Al lavoro i vigili del fuoco, in azione un elicottero: https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2024/02/09/vasto-incendio-nel-parco-eolico-tra-aggius-e-bortigiadas_2d285331-4122-4ead-bd8e-17a886c5f35b.html

  14. aprile 17, 2024 alle 9:57 PM

    cose da pazzi.

    A.N.S.A., 17 aprile 2024

    Vasto incendio nel Cagliaritano, evacuate case di campagna.

    Forte vento alimenta le fiamme, in azione anche un canadair. (https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2024/04/17/vasto-incendio-nel-cagliaritano-evacuate-case-di-campagna_8a2d17a0-82ec-4985-9d78-3cefdbff19f2.html)

    È stato individuato dal Corpo forestale il presunto responsabile del vasto incendio, ancora non del tutto domato ma sotto controllo, divampato nelle campagne di Sarroch, nel Cagliaritano, non distante dalla Saras e che ha portato all’evacuazione di alcune case.

    Si tratta di un 60enne che sarà denunciato per incendio colposo: stava bruciando alcune ramaglie e non è riuscito a controllare il fuoco, in un giornata caratterizzata dal fortissimo vento di maestrale.

    Sul posto stanno ancora operando diverse squadre dei vigili del fuoco, il Corpo forestale e i volontari. I due canadair arrivati per dare manforte alle squadre a terra non stanno più operando: uno ha avuto un guasto ed è rientrato, mentre il secondo ha dovuto lasciare i cieli di Sarroch a causa delle forti raffiche di maestrale.Le fiamme adesso si sono spostate su un crinale, lontano dalle abitazioni, e sono controllate dalle squadre a terra.Complessivamente sono fuori casa per qualche ora una quindicina di persone. 

  15. aprile 17, 2024 alle 9:58 PM

    cose da pazzi.

    A.N.S.A., 17 aprile 2024

    Vasto incendio nel Cagliaritano, evacuate case di campagna.

    Forte vento alimenta le fiamme, in azione anche un canadair. (https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2024/04/17/vasto-incendio-nel-cagliaritano-evacuate-case-di-campagna_8a2d17a0-82ec-4985-9d78-3cefdbff19f2.html)

    È stato individuato dal Corpo forestale il presunto responsabile del vasto incendio, ancora non del tutto domato ma sotto controllo, divampato nelle campagne di Sarroch, nel Cagliaritano, non distante dalla Saras e che ha portato all’evacuazione di alcune case.

    Si tratta di un 60enne che sarà denunciato per incendio colposo: stava bruciando alcune ramaglie e non è riuscito a controllare il fuoco, in un giornata caratterizzata dal fortissimo vento di maestrale.

    Sul posto stanno ancora operando diverse squadre dei vigili del fuoco, il Corpo forestale e i volontari. I due canadair arrivati per dare manforte alle squadre a terra non stanno più operando: uno ha avuto un guasto ed è rientrato, mentre il secondo ha dovuto lasciare i cieli di Sarroch a causa delle forti raffiche di maestrale.
    Le fiamme adesso si sono spostate su un crinale, lontano dalle abitazioni, e sono controllate dalle squadre a terra.
    Complessivamente sono fuori casa per qualche ora una quindicina di persone. 

  16. giorgiopelosio24
    aprile 24, 2024 alle 10:05 am

    Il Corpo forestale e’ in grosso affanno tecnico e gestionale. Tra gli altri provvedimenti necessari e urgenti non c’era e non ci doveva essere la proroga degli incarichi di direzione di servizio ai funzionari (ufficiali) perche’ in violazione dell’art.28 c.4 bis della l.r.31/1998 che vieta tale proroga in continuita’ ma occorre attivare subito con legge urgente la mobilita’ preconcorsuale come prevede la legge (d.lgs.165/2001) per i dirigenti regionali ex cfva ed attivare l’espletamento contestuale sempre ai sensi del dlgs 165/2001 del concorso gia bandito per dirigenti.

  17. aprile 24, 2024 alle 2:44 PM

    da L’Unione Sarda, 24 aprile 2024

    Incendio a Capo Comino: distrutto il chiosco e colpita la pineta, non si esclude l’attentato.

    Già in passato un atto simile, meno grave, aveva colpito la struttura, molto frequentata in estate. Quattro ore di lavoro per domare le fiamme. (Fabio Ledda): https://www.unionesarda.it/news-sardegna/nuoro-provincia/incendio-a-capo-comino-distrutto-il-chiosco-e-colpita-la-pineta-non-si-esclude-lattentato-njp423m6

  18. aprile 25, 2024 alle 10:11 PM

    A.N.S.A., 25 aprile 2024

    Incendio nel Nuorese vicino a statale, un Canadair in azione.

    Fiamme a Jerzu in una zona impervia, 3 ettari in fumo: https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2024/04/25/incendio-nel-nuorese-vicino-a-statale-un-canadair-in-azione_612a4c42-3880-47f6-b77e-e638ceb9b72d.html

  19. aprile 29, 2024 alle 9:59 PM

    da L’Unione Sarda, 29 aprile 2024

    Dolianova, grosso incendio accanto a San Pantaleo: le suore provano a spegnerlo a secchiate.

    Le religiose impegnate in mezzo alle fiamme a ridosso del seminario, ma non basta. Arrivano vigili del fuoco e Forestale e lo domano: https://www.unionesarda.it/news-sardegna/provincia-cagliari/dolianova-grosso-incendio-accanto-a-san-pantaleo-le-suore-provano-a-spegnerlo-a-secchiate-ah9t2rz6

  20. Maggio 7, 2024 alle 10:59 PM

    che tragedia…siamo vicini alla famiglia e al Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale.

    da L’Unione Sarda, 7 maggio 2024

    Malore mentre spegne un incendio nell’Oristanese: forestale muore a 28 anni.

    Pietro Cabras si era accasciato ed era stato perso di vista dai colleghi: ricoverato in Rianimazione al Brotzu, non ce l’ha fatta. Ipotesi intossicazione. (https://www.unionesarda.it/news-sardegna/oristano-provincia/malore-mentre-spegne-lincendio-nelloristanese-morto-il-forestale-di-28-anni-r7da7xxx)

    È morto nella tarda serata di oggi Pietro Cabras, agente della Forestale di 28 anni, di Oristano,  che questo pomeriggio era stato colto da un malore mentre era al lavoro su un incendio scoppiato tra Palmas Arborea e Tiria, nell’Oristanese. 

    Il giovane ranger si è accasciato lontano dai colleghi, che non vedendolo più si sono messi sulle sue tracce. Per le ricerche è stato chiesto il supporto dell’elicottero Poli 81 del Reparto Volo della Questura, di stanza a Oristano. 

    Cabras è stato trovato a poca distanza.  Le sue condizioni sono apparse subito gravissime ed è stato disposto il trasferimento in codice rosso al Brotzu di Cagliari, dove è stato ricoverato in Rianimazione.  In serata la terribile notizia. 

    Non è ancora chiaro cosa abbia scatenato il malore che si è rivelato fatale: potrebbe essersi trattato di una intossicazione. 

  21. Maggio 13, 2024 alle 10:21 PM

    da L’Unione Sarda, 13 maggio 2024

    Vasto incendio a Bonorva: arrivano due canadair da Ciampino.

    Per bloccare l’avanzare delle fiamme è stato necessario l’intervento degli aerei della Protezione civile dalla Penisola: https://www.unionesarda.it/news-sardegna/sassari-provincia/vasto-incendio-a-bonorva-arrivano-due-canadair-da-ciampino-ygh8dkff

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