Prosegue devastante il consumo del suolo in Italia.


Stintino, complesso turistico-edilizio Il Bagaglino

Presentato nei giorni scorsi dall’ Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale (ISPRA) il Rapporto sul consumo del suolo 2021.

Da leggere e capire, soprattutto in tempi di transizione ecologica (ma verso dove?):

Transizione ecologica e fotovoltaico, meglio sui tetti che a terra: solo in Sardegna ricoperti più di un milione di mq di suolo, il 58% del totale nazionale dell’ultimo anno. E si prevede un aumento al 2030 compreso tra i 200 e i 400 kmq di nuove installazioni a terra che invece potrebbero essere realizzate su edifici esistenti. Il suolo perso in un anno a causa dell’installazione di questa tipologia di impianti sfiora i 180 ettari.  Dopo la Sardegna è la Puglia la regione italiana che consuma di più con tale modalità, con 66 ettari (circa il 37%)”.

Allarmante, poi, la situazione nelle fasce costiere:

L’analisi del consumo di suolo nella fascia costiera viene valutato attraverso l’analisi a diverse distanze dalla linea di costa: 300 m (dove quasi un quarto del territorio è artificializzato), tra 300 e 1.000 m (18,9%), tra 1 km e 10 km (8,7%) e oltre 10 km (6,5%).

Badesi, cantiere edilizio in area dunale (marzo 2013)

I risultati mostrano che la percentuale maggiore di suolo consumato si ha nella prima fascia, dove i valori si attestano intorno al 30% per molte regioni, con i valori massimi in Liguria (47%) e nelle Marche (46,1%); in Abruzzo, Emilia-Romagna, Campania, Lazio, Puglia, Calabria e Sicilia sfiorano o superano il 30%, mentre nelle regioni restanti i valori sono inferiori alla media nazionale del 22,8%.

Facendo invece riferimento all’incremento di consumo di suolo i valori massimi sono registrati in Sardegna e in Molise, rispettivamente +1,06% nella fascia tra 300 e 1.000 m e +1,05% nella fascia tra 1 km e 10 km.

L’incremento per tutte le Regioni si aggira intorno allo 0,20% per la prima fascia, mentre raggiunge valori più alti nelle fasce oltre 1 km. La densità di consumo di suolo maggiore si trova in Emilia-Romagna in cui nella fascia tra 300 m e 1 km è di 12,85 m2/ha, seguita dalla Sardegna con 8,68 m2/ha, dalle Marche con 7,44 m2/ha e dall’Abruzzo con 6,85 m2/ha. Nell’ultimo anno le Isole (+0,26) registrano il valore di crescita percentuale del consumo di suolo più alto (Figura 27, pag. 65), seguono il Nord-Ovest e il Sud con valori simili (0,25%). Le altre tre ripartizioni si attestano allo 0,24% (Nord-Est) e 0,22% (Centro), mantenendosi al di sotto del valore nazionale (0,24%)“.

Continuando su questa direzione, prepariamoci a nuovi disastri ambientali e a nuove calamità innaturali.

Gruppo d’Intervento Giuridico odv

impatto – tipo di una centrale fotovoltaica da 30 MW (2013)

dal sito web istituzionale I.S.P.R.A., 14 luglio 2021

Presentazione del Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2021”.

Rapporto; Dati principali a livello regionale, provinciale e comunale e Schede di dettaglio sui dati regionali

Programma della presentazione del rapporto

Comunicato stampa della presentazione del rapporto

Programma della conferenza stampa

Comunicato stampa e infografiche della conferenza stampa “Neanche la pandemia ferma il consumo di suolo. Speciale Roma e Milano”

Video “Neanche il Covid ferma il consumo di suolo. Speciale Roma e Milano”

Visualizza la cartografia e i dati principali

Scarica la cartografia e i dati completi

Video della presentazione del rapporto

Video della conferenza stampa “Neanche la pandemia ferma il consumo di suolo. Speciale Roma e Milano”

Alpi venete, lavori per la realizzazione di una pista da sci

da SNPA, 14 luglio 2021

Consumo di suolo: senza interventi costi alle stelle già nel 2030.

È un costo complessivo compreso tra gli 81 e i 99 miliardi di euro, in pratica la metà del Piano nazionale di ripresa e resilienza, quello che l’Italia potrebbe essere costretta a sostenere a causa della perdita dei servizi ecosistemici dovuta al consumo di suolo tra il 2012 e il 2030. Se la velocità di copertura artificiale rimanesse quella di 2 mq al secondo registrata nel 2020 i danni costerebbero cari e non solo in termini economici. Dal 2012 ad oggi il suolo non ha potuto garantire la fornitura di 4 milioni e 155 mila quintali di prodotti agricoli, l’infiltrazione di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana (che ora scorrono in superficie aumentando la pericolosità idraulica dei nostri territori) e lo stoccaggio di quasi tre milioni di tonnellate di carbonio, l’equivalente di oltre un milione di macchine in più circolanti nello stesso periodo per un totale di più di 90 miliardi di km. In altre parole due milioni di volte il giro della terra.

È la situazione attuale e quella futura analizzata dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente nell’edizione 2021 del Rapporto sul “Consumo di Suolo in Italia”. Il Rapporto è stato presentato nel corso di un webinar il 14 luglio. Disponibile anche la video inchiesta dal titolo “Speciale Roma e Milano: neanche il Covid19 ferma il consumo di suolo” promossa da Ispra.

A livello nazionale le colate di cemento non rallentano neanche nel 2020, nonostante i mesi di blocco di gran parte delle attività durante il lockdown, e ricoprono quasi 60 chilometri quadrati, impermeabilizzando ormai il 7,11% del territorio nazionale. Ogni italiano ha a disposizione circa 360 mq di cemento (erano 160 negli anni ’50).

L’incremento maggiore quest’anno è in Lombardia, che torna al primo posto tra le regioni con 765 ettari in più in 12 mesi, seguita da Veneto (+682 ettari), Puglia (+493), Piemonte (+439) e Lazio (+431).

Veneto, pianura alluvionata

Nelle aree a pericolosità idraulica la percentuale supera al 9% per quelle a pericolosità media e il 6 % per quelle a pericolosità elevata. Il confronto tra i dati 2019 e 2020 mostra che 767 ettari del consumo di suolo annuale si sono concentrati all’interno delle aree a pericolosità idraulica media e 285 in quelle a pericolosità da frana, di cui 20 ettari in aree a pericolosità molto elevata (P4) e 62 a pericolosità elevata. Le percentuali si confermano alte anche nei territori a pericolosità sismica alta dove il 7% del suolo risulta ormai cementificato.

Consumo di suolo e isole di calore. A livello nazionale superano i 2300 gli ettari consumati all’interno delle città e nelle aree produttive (il 46% del totale) negli ultimi 12 mesi. Per questo le nostre città sono sempre più calde, con temperature estive, già più alte di 2°C, che possono arrivare anche a 6°C in più rispetto alle aree limitrofe non urbanizzate.  

Transizione ecologica e fotovoltaico, meglio sui tetti che a terra: solo in Sardegna ricoperti più di un milione di mq di suolo, il 58% del totale nazionale dell’ultimo anno. E si prevede un aumento al 2030 compreso tra i 200 e i 400 kmq di nuove installazioni a terra che invece potrebbero essere realizzate su edifici esistenti. Il suolo perso in un anno a causa dell’installazione di questa tipologia di impianti sfiora i 180 ettari.  Dopo la Sardegna è la Puglia la regione italiana che consuma di più con tale modalità, con 66 ettari (circa il 37%).    

E con la logistica l’Italia perde ancora più terreno. Invece di rigenerare e riqualificare spazi già edificati, sono stati consumati in sette anni 700 ettari di suolo agricolo e il trend è in crescita. In Veneto le maggiori trasformazioni (181 ettari dal 2012 al 2019, di cui il 95% negli ultimi 3 anni) dovute alla logistica, seguita da Lombardia (131 ettari) ed Emilia-Romagna (119). 

Costa Paradiso, cantiere edilizio in fortissima pendenza

(foto da mailing list ambientalista, per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)

  1. Infinito
    luglio 18, 2021 alle 1:00 PM

    Sembra che Il problema principale sia il furto della sabbia dalle spiagge, mentre sabbia e cemento che avanzano e che sommergeranno a breve le stesse spiagge non fa notizia.

  2. Porico.
    luglio 18, 2021 alle 8:05 PM

    Continuerà fino a quando non ci sarà un Parlamento che sia in grado di approvare una legge Urbanistica seria ,come gli altri paesi civili. Nel 1963 ci fu un tentativo di Golpe per convincere la DC a ritirare la proposta di legge di Fiorentino Sullo ,la quale avrebbe sconvolto completamente la destinazione del plus valore delle aree da trasformare in edificabili. Le grandi fortune del dopo guerra sono tutte originate da questo principio che vede gli immensi guadagni in mano ai privati e le immense spese infrastrutturali a carico dei poteri pubblici. . In epoca recente un presidente di Consiglio Regionale venne tradito dai suoi stessi compagni di partito. Si era reso colpevole di aver approvato un piano Urbanistico Regionale per proteggere il patrimonio ambientale Sardo. Oggi , e non ieri, ci troviamo con una Regione Sardegna che ubbidisce agli speculatori occulti e, sono continui tentativi di far crollare la diga che impedisce la grande ondata delle speculazioni sul suolo Sardo. La Sardegna è in grave pericolo, oggi più che mai.

  3. dicembre 18, 2021 alle 12:34 PM

    da Italia Libera, 17 dicembre 2021
    Rapporto Ispra sull’ambiente in Italia: «qui la transizione ecologica è già cominciata (e qui no)». (Anna Maria Sersale): https://italialibera.online/ambiente-territorio/rapporto-ispra-sullambiente-in-italia-qui-la-transizione-ecologica-e-gia-cominciata-e-qui-no/?utm_source=mailpoet&utm_medium=email&utm_campaign=gli-ultimi-articoli-di-italia-libera

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