Abusivismo edilizio nel parco naturale regionale “Molentargius – Saline”, forse finalmente si affronta la problematica.
La Commissione consiliare Pianificazione Strategica e dello Sviluppo Urbanistico del Comune di Cagliari, presieduta dall’avv. Antonello Angioni, il 22 marzo 2021 ha ascoltato in videoconferenza le associazioni ambientaliste Legambiente Sardegna, Associazione per il Parco di Molentargius, Italia Nostra e Gruppo d’Intervento Giuridico (era convocato, ma assente, anche il WWF) in relazione all’attuazione della mozione su “Medau su Cramu” di cui alla deliberazione del Consiglio comunale n. 87 del 21 luglio 2020.
Innanzitutto è meritorio che, per la prima volta, l’Amministrazione comunale cagliaritana affronti la problematica, con il coinvolgimento delle parti sociali, con l’obiettivo di pervenire a una soluzione definitiva.
Naturalmente offriamo la nostra piena disponibilità per un confronto e un apporto nell’ambito dei reciproci ruoli e forniamo le seguenti considerazioni.
Con la mozione, il Consiglio comunale
“impegna il Sindaco e la Giunta
1) a stabilire ogni opportuno contatto con tutte le istituzioni (Ente Parco Molentargius Saline, Città Metropolitana, Comune di Quartu Sant’Elena, Regione Sardegna, Soprintendenza Beni Culturali e Ambientali, Ministero dell’Ambiente) aventi specifiche competenze su Medau Su Cramu e, possibilmente, a promuovere la costituzione di una cabina di regia per portare a soluzione le diverse criticità esistenti;
2) a redigere, in esito all’auspicata regolarizzazione urbanistica del compendio, nell’ambito delle misure di adeguamento del PUC al PPR ovvero in un momento successivo (con variante da adottare rispetto al PUC o attraverso altro idoneo strumento), un “piano guida” per Medau Su Cramu che preveda l’inserimento della borgata nel Parco del Molentargius e l’effettuazione di un intervento straordinario di risanamento urbanistico e ambientale e di infrastrutturazione civile;
3) a considerare con adeguata attenzione, nella prospettiva del risanamento, la tutela delle situazioni di maggiore valenza sociale evitando di generalizzare le misure di riqualificazione a beneficio di eventuali fenomeni di natura speculativa e, in ogni caso, avendo come riferimento la salvaguardia dei valori paesaggistici;
impegna altresì il Consiglio Comunale
4) ad istituire una Commissione d’indagine – ai sensi dell’art. 21 dello Statuto Comunale e dell’art. 58 del Regolamento del Consiglio Comunale – con funzioni consultive, formata da consiglieri comunali ed esterni (in particolare il Consorzio di residenti di Medau Su Cramu), al fine di acquisire i necessari elementi conoscitivi sulla complessa situazione che investe aspetti sociali, urbanistici e ambientali.”
Lo stesso Consiglio comunale è a conoscenza che
“la borgata di Medau su Cramu è stata interessata da un importante sviluppo edificatorio, spesso non sorretto da titoli abilitativi, e diversi proprietari si sono poi avvalsi, ai fini della sanatoria degli abusi, della normativa nazionale – che, dal 1985 ai primi anni 2000, ha prodotto tre leggi di condono edilizio (L. 47/1985, L. 724/1994 e L. 326/2003) – e della correlata normativa regionale.
L’Ufficio Sorveglianza Edilizia del Comune di Cagliari, in esito ad una specifica richiesta della Commissione Consiliare Permanente “Pianificazione Strategica e dello Sviluppo Urbanistico”, di recente, ha fornito un report dettagliato nel quale si precisa che nell’archivio dell’Ufficio, dal 27 dicembre 1961 al 17 aprile 2020, sono state registrate 239 pratiche edilizie (alcune delle quali riguardanti il medesimo lotto e/o immobile) di cui 235 risultano definite: delle suddette 235 pratiche, solo 95 sono relative ad accertamenti eseguiti prima della data di pubblicazione sul Buras del “P.T.P. Molentargius -Monte Urpinu” (16 gennaio 1979) e che, in riferimento alle stesse 235 pratiche, – quelle interessate da un’istanza di condono edilizio sono 88 (si precisa che, in certe pratiche, è presente più di un’istanza di condono posto che queste ultime sono 147).
In relazione alle 147 istanze di condono edilizio, occorre considerare che:
– n. 120 sono state presentate ai sensi della legge 47/1985, n. 18 ai sensi della legge 724/1994 e n. 9 ai sensi della legge 326/2003; – delle predette 147 istanze, n. 17 (di cui 10 presentate ai sensi della legge 47/1985 e 7 ai sensi della legge 326/2003) sono state rigettate mentre le restanti 130 non sono state ancora definite;
– delle suddette pratiche di condono edilizio, sulla base delle autocertificazioni, n. 80 si riferiscono ad interventi eseguiti prima del 16 gennaio 1979 (data di pubblicazione sul Buras del Piano Territoriale Paesistico).
La situazione si presenta assai critica, anche sotto il profilo sanzionatorio, posto che sono state emesse ben 263 ordinanze comunali di demolizione (delle quali solo 5 risultano ottemperate) e 9 ordinanze di demolizione da parte della Procura della Repubblica (di cui 6 risultano ottemperate).
Avuto riguardo alla tipologia degli illeciti edilizi accertati, si precisa che 184 riguardano fabbricati (interventi di nuova costruzione), 93 recinzioni e 21 opere minori.
Il problema dell’abusivismo edilizio non presenta solo risvolti legali ma ha anche e soprattutto implicazioni sociali, in considerazione del numero di persone che vede coinvolte (per la sola parte riguardante Cagliari circa 600 persone), gran parte delle quali vivono in condizioni economiche disagiate; in ogni caso, anche gli “abusivi” sono titolari delle utenze idrico-fognarie ed elettriche e sono altresì censiti dal Comune di Cagliari anche ai fini del pagamento della Tari e dell’Imu”.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico odv si occupa attivamente dell’area e, in particolare, della grave problematica dell’abusivismo edilizio da parecchi anni.
E cosa nota e risaputa: l’abusivismo edilizio dentro il parco naturale regionale “Molentargius – Saline” e, in particolare, nella fascia agricola inedificabile di Medau su Cramu – Is Arenas, costituisce il più pesante ostacolo alla predisposizione del piano del parco – il fondamentale strumento di pianificazione e gestione dell’area naturale protetta– e, in definitiva, allo stesso positivo decollo sotto tutti gli aspetti del parco naturale[1].
Il parco, come ampiamente noto, ha avuto vita stentata fin dalla sua nascita (legge regionale Sardegna n. 5/1999) proprio per tali motivi. Non bastano le centinaia di milioni di euro investiti negli anni per il disinquinamento di una delle zone umide d’importanza internazionale più rilevanti del Mediterraneo, il mattone abusivo frena qualsiasi prospettiva.
Nessun dato riguardo lo svolgimento delle procedure di valutazione di incidenza ambientale (V.INC.A.), nonostante l’area rientri in un sito di importanza comunitaria (S.I.C.)[1]. La volumetria complessiva realizzata risulta pari a mc. 50.000 circa.
Nel territorio comunale di Quartu S. Elena sono stati riscontrati[2] n. 1 caso di abusivismo edilizio totale e parziale oggetto di provvedimenti di demolizione e di ripristino ambientale, n. 14 casi di abusivismo edilizio totale e parziale oggetto di concessioni edilizie in sanatoria, n. 13 casi di abusivismo edilizio totale e parziale ancora in attesa di esame dell’istanza di condono edilizio, mentre in nessun caso sono state svolte le procedure di valutazione di incidenza ambientale (V.INC.A.), nonostante l’area rientri in un sito di importanza comunitaria (S.I.C.).
Il Servizio Tutela Paesaggio di Cagliari della Regione autonoma della Sardegna aveva, in un primo tempo (nota n. 1601 del 22 febbraio 2001), reso noto che, in materia di tutela paesaggistica, “dal gennaio 1982 … sono stati rilasciati n° 43 pareri favorevoli. Non sono stati ancora emanati i provvedimenti sanzionatori … in quanto in fase di elaborazione”. Successivamente (nota prot. n. 5463 del 25 settembre 2002) comunicava di aver rilasciato n. 4 pareri favorevoli e n. 8 provvedimenti sanzionatori.
Come si vede, complessivamente a oggi nel parco naturale regionale “Molentargius – Saline” vi sono ben 277 casi di abusivismo edilizio totale o parziale riscontrati e sanzionati, di questi, mentre sono 143 i casi di abusivismo edilizio totale e parziale in attesa di esame dell’istanza di condono edilizio.
A più di vent’anni dall’istituzione del parco naturale che cosa è stato fatto per combattere e risolvere una volta per tutte l’abusivismo edilizio?
Sostanzialmente molto poco. E non c’è da andarne fieri.
Vari tentativi esperiti nel corso degli anni di predisposizione di un piano di risanamento urbanistico (con cospicui òneri finanziari a carico pubblico) da parte del Comune di Cagliari non hanno avuto seguito.
Lo stesso piano urbanistico comunale (approvato definitivamente nel 2003) ha visto, nel corso del suo lungo e travagliato iter procedimentale, l’annullamento disposto dal Comitato Regionale di controllo (ordinanza n. 000647/025/2001 del 25 maggio 2001) delle previsioni di cui all’art. 31 normativa di attuazione (“ambiti di salvaguardia specifica – zona “A R”, Parco Is Arenas e zona “A S”, Saline), che vi indicavano un piano di risanamento urbanistico (P.R.U.).
Infatti, oltre alle normative ambientali che impediscono alcuna “sanatoria” generalizzata, risulta assente il requisito fondamentale dell’indice minimo di compromissione territoriale (0,40 mc/mq) previsto dall’art. 28 della legge regionale Sardegna n. 23/1985 e s.m.i., trattandosi – per il solo Comune di Cagliari – di un’area di 200 ettari con circa mc. 50.000 complessivi di strutture abusive (indice di compromissione reale di 0,25 mc/mq).
Analogamente nemmeno appaiono percorribili sul piano giuridico eventuali ipotesi di sanatoria in via legislativa regionale, perchè sarebbe in palese violazione delle competenze statali esclusive in materia di tutela del paesaggio, degli ecosistemi e dei beni culturali di cui agli artt. 9 e 117, comma 2°, lettera s, cost., come indica la giurisprudenza costituzionale costante (fra le più recenti Corte cost. n. 210/2014; Corte cost. n. 308/2013, proprio riguardo la Sardegna).
Il T.A.R. Sardegna, con sentenze Sez. II, 7 maggio 2015, n. 744 e n. 745, e poi il Consiglio di Stato, con sentenza Sez. VI, 4 settembre 2015, n. 4125, hanno respinto i ricorsi contro le determinazioni dirigenziali del Comune di Cagliari che hanno disposto la demolizione e il ripristino ambientale riguardo le due porzioni di un unico immobile abusivo realizzato nella zona agricola di Medau su Cramu. Nell’ottobre 2015 la struttura è stata demolita.
La giurisprudenza amministrativa è stata chiara in proposito, la data di riferimento per i vincoli di inedificabilità nella zona di Medau su Cramu è quella della pubblicazione sul B.U.R.A.S. del piano territoriale paesistico Molentargius – Monte Urpinu (16 gennaio 1979): “tale piano, approvato con decreto regionale 12 gennaio 1979, è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS) il 16 gennaio 1979, e tale pubblicazione ne costituisce la condizione di efficacia legale, avendo il dPR 22 maggio 1975, n. 480 trasferito alla Regione Sardegna le funzioni relative all’adozione e all’approvazione dei piani territoriali paesistici, con i connessi adempimenti e conseguenze (cfr. Cass. civ. sez. I, 9 aprile 2015, n. 7139)” (Cons. Stato, Sez. IV, 4 settembre 2015, n. 4125).
La zona umida Stagno del Molentargius – Saline costituisce uno dei compendi naturalistici più importanti del Mediterraneo e, giustamente, è tutelata con vincoli ambientali rilevanti.
Infatti, è classificata zona umida di importanza internazionale in seguito alla convenzione internazionale di Ramsar (D.P.R. n. 448/1976, D.M. 17 giugno 1977), conseguentemente è tutelata con specifico vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e con specifico piano territoriale paesistico (decreto Ass.re reg.le P.I. e BB.CC. del 12 gennaio 1979), che – nello specifico – individua l’area di Medau su Cramu – Is Arenas quale “zona C 1 – conservativa naturale e sistema” dove “è vietata l’edificazione” ad esclusione della realizzazione del depuratore consortile e del piano di zona 167 Costa Bentu.
L’area è, inoltre, tutelata con specifico vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993) e rientra nel sito di importanza comunitaria (SIC) “Stagno di Molentargius e territori limitrofi” (codice ITB040022) di cui alla direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, della fauna e della flora. Con legge regionale Sardegna n. 5/1999 vi è stato infine istituito il parco naturale regionale “Molentargius – Saline”, tuttora con vita difficile, nonostante l’assurda prospettiva di includerlo in un grande parco-minestrone con lo Stagno di Santa Gilla e la Sella del Diavolo.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico odv auspica l’approfondimento definitivo del problema nevralgico dell’abusivismo edilizio a Molentargius, tenendo ben ferma la barra su quanto indica la legge e il buon senso: demolizione e ripristino ambientale dove vi sono abusi edilizi insanabili, sanatorie edilizie esclusivamente ove condonabili.
In proposito, si rammenta la presenza di varie tipologie di edifici con finalità abitativa: dalle “prime case” da residenza permanente, alle “seconde case”, alle residenze con piscina.
In parallelo la previsione di un programma comunale – con gli opportuni sostegni finanziari statali e regionali – per la soluzione delle problematiche abitative inerenti le necessità delle “prime case” da abitazione per chi si trovasse in tale situazione.
In seguito anche il cammino del piano del parco e del parco stesso sarà molto meno difficile.
Gruppo d’Intervento Giuridico odv
P.S. qui la tavola dell’edificazione all’interno dell’area naturale protetta: gli edifici realizzati dopo il 1979 (in arancione e in rosso), anno di pubblicazione sul B.U.R.A.S. del piano territoriale paesistico “Molentargius – Monte Urpinu”, devono essere oggetto di verifica, in quanto molto probabilmente abusivi.
[1] qui le linee guida strategiche del piano del parco, qui la relativa procedura di valutazione ambientale strategica (V.A.S.).La redazione del piano è stata affidata (determinazione D.G. Parco n. 37 del 4 giugno 2007) a un gruppo di professionisti coordinati da Francesco Carrer e Franco Piga. Collaborano Rita Cannas (aspetti economici), Marco Cadinu (paesaggista), Fausto Pani (geologo) e Antonio Sanna (aspetti normativi). Secondo una ricerca del Dipartimento di ingegneria del territorio dell’Università di Cagliari, l’edificato in buona parte abusivo di Medau su Cramu (Cagliari – Quartu S. Elena) ha una volumetria complessiva di 200.000 metri cubi (64% residenziale, 24% attività produttive, 12% maneggi e attività rurali) che occupano lo 0,7% dei1400 ettari della superficie complessiva del parco (il 75% sono specchi acquei). Il sistema viario è da lottizzazione pura e gran parte delle costruzioni sono state erette tra il 1979 e il 1992, successivamente – come dimostrano le aereofotogrammetrie – ci sono stati prevalentemente ampliamenti.
[2]Nota Comune di Cagliari – Servizio edilizia privata prot. n. 217600 del 26 settembre 2014. In precedenza note prot. n. 3974 del 28 settembre 1999 e prot. n. 617 del 4 febbraio 2002.
[3] Nota Comune di Quartu S. Elena – Settore pianificazione urbanistica, edilizia privata e SUE prot. n. nota prot. n. 64270 del 17 settembre 2014. In precedenza note prot. n. 11827 del 20 marzo 1998, n. 123/01 del 12 febbraio 2001, n. 187/02 del 14 gennaio 2002, n. 1205/03 dell’11 novembre 2003 e n. 289/05 del 5 aprile 2005.
(foto Cristiana Verazza, Aeronike, S.D., archivio GrIG)
Sarebbe l’ora e ci sarebbe da dare tanto lavoro a tante persone cominciando dall’abbattimento delle opere abusive, e poi tutto il resto per la piena realizzazione del parco, altro che costruire! Grazie
Peccato però che vanno sempre dai poveracci!!! infatti da come si vede sono gran parte ricoveri per attrezzi. Meno controlli vengono fatti nei vari Hotel, Residence, fondi confinanti col le spiagge, che si impadroniscono anche delle spiagge che sino a prova contraria dovrebbero lasciare l’accesso hai beni demaniali!!! invece non è possibile accedervi per diversi chilometri!!! Ma nessuno interviene su questi personaggi.
in realtà, la gran parte degli abusi nel solo territorio comunale di Cagliari (ben 184) riguardano residenze, alcune anche con piscina, altri che “ricoveri per attrezzi”.
altro che “parco-minestrone”…
da L’Unione Sarda, 3 ottobre 2022
Milia sul fronte del parco: “Molentargius soffre, rinascita o Quartu fuori dalla gestione”.
Oasi istituita e mai davvero valorizzata. Il sindaco chiama la Regione: servono un rafforzamento del personale e una dirigenza a tempo pieno: https://www.unionesarda.it/news-sardegna/provincia-cagliari/milia-sul-fronte-del-parco-molentargius-soffre-rinascita-o-quartu-fuori-dalla-gestione-gt3serzj
che sorpresa…
da L’Unione Sarda, 8 febbraio 2023
CAGLIARI. I Forestali sequestrano un complesso nel parco di Molentargius.
Il reato ipotizzato è quello di lottizzazione abusiva, la struttura veniva utilizzata per feste e matrimoni ed era segnalata da molti siti web. (Francesco Pinna): https://www.unionesarda.it/news-sardegna/cagliari/i-forestali-sequestrano-un-complesso-nel-parco-di-molentargius-h1tk19w6