Ma quanta Sardegna è inquinata davvero?


Arbus, Rio Irvi-Piscinas "rosso"

Arbus, Rio Irvi-Piscinas “rosso”

In questi giorni è sorta una polemica un po’ assurda riguardo l’estensione delle aree inquinate in Sardegna.

All’articolo “La Sardegna è la regione più inquinata d’Italia” del giornalista Augusto Ditel (L’Unione Sarda, 7 marzo 2015) ha replicato seccamente l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente Donatella Spano (“Siti contaminati, l’assessore contesta i dati”, L’Unione Sarda, 8 marzo 2015).

A sua volta, il Presidente regionale dell’I.S.D.E. Vincenzo Migaleddu ha ribadito la correttezza dei dati (“Migaleddu: un sardo su tre vive in una zona inquinata”, L’Unione Sarda, 10 marzo 2015), ma l’Assessore Spano e la sua collega Assessore regionale dell’industria Maria Grazia Piras hanno nuovamente replicato nettamente (“Bonifiche, la Giunta: ‘Solo l’1% del territorio sardo potenzialmente inquinato”, Sardinia Post, 12 marzo 2015), fra le contestazioni di alcune associazioni e comitati ambientalisti.

Secondo le due esponenti della Giunta Pigliaru,  “le superfici interessate da attività di caratterizzazione e bonifica in tutta la Sardegna sono pari a 22.533 ettari, l’1% circa del territorio regionale (zone SIN Sulcis-Iglesiente-Guspinese e Porto Torres). A queste aree si aggiungono circa 1.800 ettari che riguardano Ottana, La Maddalena e altre zone non incluse nei SIN”.   Una deliberazione di Giunta regionale del 2011 (non si sa quale) avrebbe riperimetrato le aree S.I.N.

Portoscuso, polo industriale di Portovesme

Portoscuso, polo industriale di Portovesme

Ma come stanno realmente le cose?

I due siti di interesse nazionale (S.I.N.) per le bonifiche ambientali del Sulcis-Iglesiente-Guspinese (D.M. n. 468/2001) e di Sassari-Porto Torres (L.n. 179/2002) hanno un’estensione complessiva pari a 447.144 ettari, mentre è stato riclassificato (D.M. 11 gennaio 2013) quale sito di interesse regionale (S.I.R.) l’Arcipelago della Maddalena (O.P.C.M. 19 novembre 2008). Questo è quanto risulta ufficialmente dal report del Ministero dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare – Direzione generale per la Tutela del territorio e delle risorse idriche S.I.N. (Siti di Interesse Nazionale) Stato delle procedure per  la bonifica di aree contaminate del marzo 2013.

siti di interesse nazionale, o S.I.N., come noto, rappresentano delle aree contaminate molto estese classificate fra le più pericolose dallo Stato.   Necessitano di interventi di bonifica ambientale del suolo, del sottosuolo e/o delle acque superficiali e sotterranee per evitate danni ambientali e sanitari.   I S.I.N. sono stati definiti dal decreto legislativo n. 22/1997 e s.m.i. (decreto Ronchi) e nel D.M. Ambiente n. 471/1999, poi ripresi dal decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i. (Codice dell’ambiente), il quale ne stabilisce l’individuazione “in relazione alle caratteristiche del sito, alla quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell’impatto sull’ambiente circostante in termini sanitari e ecologici nonché di pregiudizio per i beni culturali e ambientali”.

Sarroch, raffineria Saras s.p.a.

Sarroch, raffineria Saras s.p.a.

I S.I.N. individuati dal Ministero dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare erano 57 (28 dei quali interessano la fascia costiera) sparsi in tutta Italia, ridotti a 39 nel gennaio 2013.

La Regione autonoma della Sardegna non ha il potere di riperimetrare direttamente i S.I.N., ma può inviare proposte di riperimetrazione.   Cosa ben diversa.  E una riperimetrazione effettuata a livello ministeriale non risulta.

Certamente non tutti i 447.144 ettari sono contaminati effettivamente, basti pensare allo splendido complesso dunale di Scivu – Piscinas (Arbus), pur interessato da secolare attività mineraria.   Me è vero anche che vi scorrono il Rio Irvi-Piscinas e il Rio di Naracauli, decisamente inquinati da metalli pesanti, grazie all’incapacità di realizzare un depuratore adeguato per gli scarichi minerari.

La Regione autonoma della Sardegna è davvero sicura che le aree contaminate siano ben più ristrette?fumi industriali

Benissimo, lo dimostri e convinca il Ministero dell’ambiente a riperimetrare i S.I.N. esistenti.

La Giunta Pigliaru può invece far direttamente qualcosa e anche di più su tante altre gravi situazioni.

Per esempio a Sarroch, regno della leucemia, delle alterazioni del d.n.a. infantile e del silenzio, come sistematicamente denunciato, fra i pochi, dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus.

Secondo gli Assessori Spano e Piras Sarroch rientra fra i “siti contaminati”?

E’ poco importante, bambini e adulti si ammalano e muoiono lo stesso.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

anatre_in_volo qui il report Ministero dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare – Direzione generale per la Tutela del territorio e delle risorse idriche S.I.N. (Siti di Interesse Nazionale) Stato delle procedure per  la bonifica di aree contaminate(marzo 2013)

 

Italia, S.I.N. (marzo 2013)

Italia, S.I.N. (marzo 2013)

 

scarichi fognari

scarichi fognari

 

da Sardinia Post, 11 marzo 2015

Bonifiche, la Giunta: “Solo l’1% del territorio sardo potenzialmente inquinato”.

Su una superficie totale di oltre 2,4 milioni di ettari, quella potenzialmente inquinata e interessata da attività di caratterizzazione e bonifica rappresenta circa l’1%, cioè 22.533 ettari rientranti nei siti di interesse nazionale (Sin) del Sulcis-Iglesiente-Guspinese (20.733 ettari) e di Porto Torres (1.800). A questi si aggiungono circa 1,850 ettari fuori dai Sin di Ottana e La Maddalena con 404 discariche dismesse di rifiuti urbani e altre aree minerarie. Complessivamente quindi 24,383 ettari. A questa estensione occorre aggiungere i 2.700 ettari delle aree a mare del sito di Porto Torres e i 29.222 dello specchio acqueo davanti al Sulcis e Guspinese, entrambi ancora da caratterizzare. I dati sono stati illustrati nel pomeriggio dagli assessori regionali dell’Ambiente e dell’Industria, Donatella Spano e Maria Grazia Piras. L’ultima perimetrazione per l’area più estesa, quella del Sulcis-Iglesiante-Guspinese, rissale al 2011 con una delibera regionale che ha recepito varie caratterizzazioni dei territori effettuate da Igea o da privati e che ridisegnava la precedente perimetrazione ministeriale nella quale comparivano 445 mila ettari, con i diversi Comuni che avevano indicato l’intero territorio. Secondo il piano della Giunta Soru, datato 2008, per bonificare i siti minerari dismessi della Sardegna Sud occidentale erano stati calcolati oltre 274,5 milioni di euro, ma attualmente sono disponibili nelle casse regionali poco più di 132 milioni.

 

Cagliari, Santa Gilla, presenza di scarichi incontrollati  di materiali vari.

Cagliari, Santa Gilla, presenza di scarichi incontrollati di materiali vari.

(foto da mailing list ambientaliste, per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)

  1. Mara
    marzo 13, 2015 alle 8:30 am

    In tanti interrogativi un’unica certezza: il posto più inquinato è il cervello dei nostri politici.

  2. marzo 13, 2015 alle 12:31 PM

    A proposito di inquinamento: avete visto il paginone che si è comprato la saras sull’unione per ribadire che si fanno troppe chiacchiere su di lei e che da 50 anni dà lavoro ai sardi?

    • gigi
      marzo 13, 2015 alle 3:29 PM

      a scritto pure che le uniche due sanzioni amministrative per inquinamento dopo 40 anni di industria sono state fatte una al fornaio ed una al barista grazie a due esposti presentati da due dei suoi dipendenti? se il sig.moratti con mille dipendenti si può permettere di distribuire leucemie,un titolare di azienda con3 dipendenti potrà almeno permettersi il lusso di prendere a calci in culo qualche suo dipendente complice dello scempio ambientale?se con la panda investo un passante sarà mica colpa di minchionne?

  3. capitonegatto
    marzo 13, 2015 alle 12:51 PM

    Chi risponde seccamente lo fa per difendere la casta e non i cittadini e l’ecologia. Si risponda nel merito se si vuole capire la dimensione dei problemi.
    Per quanto riguardo le bonifiche occorre valutare bene i risultati e le vere possibilita’ di recupero, in caso contrario andiamo ad ingrassare chi fa questo senza professionalita’ adeguata.

  4. Bio IX
    marzo 13, 2015 alle 12:58 PM

    E sopratutto, quanto sono inquinati gli organismi della popolazione sarda? Bonifichiamo anche quelli? E come, di grazia?

  5. marzo 13, 2015 alle 3:07 PM

    da L’Unione Sarda, 13 marzo 2015
    «Inquinamento basso? La Regione lo dimostri» (http://consiglio.regione.sardegna.it/rassegnastampa/pdf/109228_Inquinamento_basso_La_Regione_lo_dimostri.pdf)

    «La Regione autonoma della Sardegna è davvero sicura che le aree contaminate siano ben più ristrette? Benissimo, lo dimostri e convinca il ministero dell’Ambiente a riperimetrare i Siti di interesse nazionale esistenti». Il Gruppo di intervento giuridico irrompe nella polemica sull’estensione dei siti contaminati in Sardegna (la Regione ha contestato il dato del ministero dell’Ambiente, riportato dall’Unione Sarda, secondo il quale i SIN hanno un’estensione complessiva di 447.144 ettari) e prova a fare chiarezza. Dove sta la verità?, si chiede Stefano Deliperi. «I siti di interesse nazionale rappresentano delle aree contaminate molto estese classificate fra le più pericolose dallo Stato», ricorda l’ecologista. «Necessitano di interventi di bonifica ambientale del suolo, del sottosuolo e/o delle acque superficiali e sotterranee per evitate danni ambientali e sanitari». Quelli individuati dal ministero dell’Ambiente erano 57 (28 dei quali interessano la fascia costiera) sparsi in tutta Italia, ridotti a 39 nel gennaio 2013. La Regione Sardegna non ha il potere di riperimetrare direttamente i SIN ma può inviare proposte in tal senso. E una riperimetrazione effettuata a livello ministeriale non risulta. Certamente non tutti i 447.144 ettari sono contaminati effettivamente», rileva Deliperi, «basti pensare allo splendido complesso dunale di Scivu – Piscinas, pur interessato da secolare attività mineraria. Me è vero anche che vi scorrono il Rio Irvi-Piscinas e il Rio di Naracauli, decisamente inquinati da metalli pesanti grazie all’incapacità di realizzare un depuratore adeguato per gli scarichi minerari». Insomma, «se la Regione è davvero sicura che le aree contaminate siano ben più ristrette lo dimostri e convinca il Ministero a riperimetrare i SIN esistenti». Per Deliperi, tuttavia, la Giunta Pigliaru può far direttamente qualcosa su tante altre gravi situazioni. «Per esempio a Sarroch, regno della leucemia, delle alterazioni del dna infantile e del silenzio, come sistematicamente denunciato dalla nostra associazione». L’ecologista provoca gli assessori Spano e Piras e chiede: «Sarroch rientra tra i siti contaminati?». La risposta, dice, «è poco importante perché bambini e adulti si ammalano e muoiono lo stesso».

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    da La Nuova Sardegna, 13 marzo 2015
    Scontro tra ambientalisti e Regione. (Umberto Aime): http://consiglio.regione.sardegna.it/rassegnastampa/pdf/109243_Scontro_tra_ambientalisti_e_Regione.pdf

  6. M.A.
    marzo 14, 2015 alle 12:14 am

    Sei molto ottimista Deliperi! Il mondo cambiarà ma gli italiani no! Dopo 25-30 siamo ritornati alla vecchia e cara mamma Democrazia Cristiana che ha generato una graziosa bambina: il PD. Hai voglia di parlare delle tue politiche ambientali, quando il sistema si trova governato con l’appoggio della Chiesa, da ideali di colei che sui settori inerenti al mattone, cemento e in generale sulla speculazione edilizia e distruzione ambientale hanno gettato le basi del progresso. Che ci vuoi fare, noi italiani siamo così! Siamo un popolo di ” piglia in culo”, dei furbi, ma fondamentalmente oltre il 40% non è ne carne e ne pesce e per star bene ed essere governati abbiamo bisogno di uno così, un colui “immagine”..un vecchio travestito dal nuovo che avanza….uno che da un colpo al cerchio e una alla botte, colui che fa cose apparentemente di sinistra, strizzando gli occhi a destra. Abbiamo capito! Non c’è cura e non ce la possiamo fare. Ha ragione Shardana. In questo sistema ci resta solo da lamentarci e confrontarci su un blog, perché chi ha una voce fuori dal coro, si scoglie come neve al sole!

    • marzo 14, 2015 alle 12:14 PM

      quasi quasi potrei anche esser in parte d’accordo con te 😮
      Ma non bisogna mollare, un po’ alla volta, lentamente, le cose cambiano 😉

      Stefano Deliperi

    • Carlo Forte
      febbraio 5, 2016 alle 11:03 am

      Ma guarda csa mi ero perso,un’esternazione del nostro M.A……

  7. Mauro Mudadu
    marzo 14, 2015 alle 12:57 PM

    Complimenti a Stefano e a tutti coloro che con insistenza e caparbietà riescono a non farci ammaliare dal politico di turno, che anche stavolta ha risposto senza aver prima pensato con ragione tecnica e non con dichiarazioni politiche puramente anti allarmistiche. Ma, degli allarmi dei pochi dati sanitari in tutta la Sardegna e i tanti necrologi dove si ringraziano gli operatori dei vari reparti oncologici come vogliono rispondere a parte il fatto che tutti prima o poi dobbiamo morire? Un po’ di quell’acqua ai metalli pesanti o di aria contaminata dalla SARAS, dagli inceneritori chiamati termovalorizzatori o dalle ciminiere delle poche industrie che tanto inquinano per pochi posti di lavoro, delle derrate alimentari sequestrate perché prodotte in siti inquinati; si dovrebbero alimentare i tanti politici ed ex politici che attualmente stanno saldamente seduti nelle comode e salutari poltrone dei poteri economici e finanziari della nostra cara e bistrattata Sardegna. Nelle poltrone dovrebbero stare solo ed esclusivamente chi è preparato a svolgere la mansione tecnico politica e non esclusivamente tecnico affaristica come finora tristemente noto a tutti.

  8. Shardana
    marzo 14, 2015 alle 3:09 PM

    Peccato deliperi,che la distruzione in atto non vada di pari passo con il cambiamento. MA sono così sconvolto dal tuo pensiero che ti rispondo,visto che per una volta non parli di caccia.Le voci fuori dal coro non si sciolgono come la neve,è solo che il loro operato è minimizzato.Meno lamentele sui blog,più presenze sul campo,saluti

    • marzo 14, 2015 alle 6:08 PM

      il cambiamento, reale, verso una buona politica ambientale dipende dalle persone che si danno concretamente da fare. Più siamo e meglio è 😉

      Stefano Deliperi

  9. Ruggero
    marzo 14, 2015 alle 5:46 PM

    La deliberazione di Giunta esiste ed e’ la 27/13 del 1.6.2011, però e’ corretto quanto riportato, ovvero che alla proposta non ha fatto seguito il Decreto del Ministero

  10. marzo 14, 2015 alle 10:45 PM

    E come le considerano le zone interessate dalle servitù militari come il PISQ (Poligono Interforze Salto di Quirra), e tutte le altre zone coinvolte dalle sperimentazioni belliche inserite nel Patto Atlantico di cui ben poco si conosce?

  11. gennaio 15, 2016 alle 10:29 PM

    ci pensa I.G.E.A. s.p.a.

    A.N.S.A., 15 gennaio 2016
    Igea: chiuse indagini, 95 indagati.
    Procura Cagliari su truffe e peculato società gestione miniere. (http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2016/01/15/igea-chiuse-indagini-95-indagati_943e54de-7b09-434a-b48b-e2fe40cec805.html)

    CAGLIARI, 15 GEN – La Procura di Cagliari ha chiuso le indagini sull’Igea – la società in house della Regione Sardegna che ha il compito di gestire la messa in sicurezza delle aree minerarie- che l’anno scorso avevano portato all’arresto dell’ex presidente della società, Giovanni Battista Zurru, di 77 anni, finito ai domiciliari, e dell’ex sindacalista Marco Tuveri, di 63, in carcere a Uta.
    Inizialmente erano state iscritte nel registro degli indagati 63 persone (tra cui il leader sardo dell’Udc, l’ex deputato Giorgio Oppi) con le ipotesi di peculato, turbativa d’asta, truffa e voto di scambio. I carabinieri della Compagnia di Iglesias, coordinati dal capitano Nicola Pilia, hanno notificato complessivamente 95 avvisi di conclusione delle indagini preliminari.

    Era stata denominata “Geo & Geo” l’inchiesta sull’Igea, chiusa oggi dalla Procura di Cagliari con l’invio di 95 avvisi ad altrettanti indagati. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Marco Cocco, erano scattate nel 2012, arrivando all’apice a dicembre del 2014 con gli arresti. Gli investigatori avevano portato alla luce il cosiddetto “Sistema Igea”. Dall’azienda spariva carburante, attrezzature e materiali della società. Ma il sistema era molto più ampio. Secondo gli investigatori venivano truccati gli appalti e si davano in cambio contratti a termine o lavori di “somma urgenza”, e come contropartita arrivavano pacchetti di voti. Un sistema circolare che permetteva il controllo economico e politico del territorio attraverso la gestione illecita dell’azienda.

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    da La Nuova Sardegna, 15 gennaio 2016
    Voto di scambio, chiusa l’inchiesta Igea: 95 indagati.
    Agli indagati, tra i quali spicca il nome del leader sardo dell’Udc Giorgio Oppi, sono contestati vario titolo i reati di peculato, truffa aggravata, voto di scambio e turbativa d’asta: http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2016/01/15/news/voto-di-scambio-chiusa-l-inchiesta-igea-95-indagati-1.12781627?ref=hfnscaea-1

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    da L’Unione Sarda, 15 gennaio 2016
    Igea: inchiesta chiusa con 95 indagati.
    Ci sono anche Giorgio Oppi e Zurru: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2016/01/15/scandalo_igea_inchiesta_chiusa_ben_novantacinque_gli_indagati-68-458141.html

  12. gennaio 28, 2016 alle 9:47 PM

    A.N.S.A., 28 gennaio 2016
    Amianto: sopralluogo Cc Noe a Ottana.
    Sviluppi dopo esposto in Procura a Nuoro su morti sospette: http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2016/01/28/amianto-sopralluogo-cc-noe-a-ottana_95a8cf71-d094-4552-a78b-ada870c2e0fa.html

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    da La Nuova Sardegna, 28 gennaio 2016
    Amianto, sopralluogo dei Noe a Ottana: si cercano “veleni”.
    Sviluppi dopo l’esposto in Procura a Nuoro per le morti sospette: http://lanuovasardegna.gelocal.it/nuoro/cronaca/2016/01/28/news/amianto-sopralluogo-dei-noe-a-ottana-si-cercano-veleni-1.12856280

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    da L’Unione Sarda, 28 gennaio 2016
    Ottana, inquinamento ambientale: sequestrate alcune aree Ex Enichem: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2016/01/28/ottana_sequestrate_dai_carabinieri_alcune_aree_della_ex_enichem-68-462927.html

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    da Sardinia Post, 28 gennaio 2016
    Amianto, indagine su ‘morti sospette’: sequestrate aree ex Enichem di Ottana: http://www.sardiniapost.it/cronaca/amianto-carabinieri-del-noe-a-ottana-dopo-esposto-su-morti-sospette/

  13. Maggio 16, 2018 alle 12:39 PM

    le peggiori discariche industriali in Sardegna.

    da Sardinia Post, 16 maggio 2018
    La Sardegna discarica dei gruppi industriali: la mappa dell’inquinamento. (Alessandra Carta): http://www.sardiniapost.it/cronaca/la-sardegna-discarica-dei-gruppi-industriali-la-mappa-dellinquinamento/

  1. settembre 19, 2019 alle 10:50 am

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