Roma, si tagliano gli alberi senza logica e senza legalità.


Roma, Viale dei Quattro Venti, taglio di alberi (14 maggio 2025)

A Roma, da anni, gli alberi si tagliano senza alcuna logica, se non – forse – quella di pensare così di evitare problemi derivanti da eventuali cadute.

Il Comune di Roma Capitale – al di là dei proclami, alcuni anche un po’ infantili – sta gestendo molto male un patrimonio arboreo straordinario.

Roma, Viale dei Quattro Venti, taglio di Olmi (2025)

Da un lato Roma è la capitale europea con il più esteso patrimonio di verde pubblico (oltre 400 chilometri quadrati di verde pubblico tra giardini, parchi, ville storiche e riserve naturali e circa 350 mila alberi), tuttavia l’adozione di opportune Linee strategiche sul verde urbano di Roma (2023) non pare si sia tradotta ancora in efficaci e riconosciute attività di gestione del verde pubblico con particolare riferimento ai valori paesaggistici e storico-culturali che contribuiscono fondamentalmente a rendere l’Urbe quella Città unica che tutto il mondo ammira.

Secondo i dati recentemente pubblicizzati (marzo 2025) dall’Assessora all’agricoltura e ambiente di Roma Capitale Sabrina Alfonsi, fra il novembre 2021 e il febbraio 2025 sono stati piantati 29.665 alberi, ne sono stati abbattuti 13.281, sono state rimosse 10.365 ceppaie ed effettuate 120.000 potature.

Roma, Pincio, taglio dei Pini (13 aprile 2024)

Nessun rispetto dei vincoli ambientali e culturali (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), nessun rispetto della Rete Natura 2000, nessun rispetto della normativa a tutela della nidificazione dell’avifauna selvatica (direttiva n. 09/147/CE), come ampiamente dimostrato in seguito alle azioni legali GrIG.

Finora scarsa efficacia dei controlli del Ministero della Cultura e della stessa Magistratura.

Ecco che cosa ne pensa  Gianfranco Amendola, magistrato in quiescenza, uno dei padri del diritto ambientale in Italia.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Roma, Via San Gregorio, taglio dei Pini (dic. 2020)

da Il Fatto Quotidiano, 11 settembre 2025

Aumentano gli abbattimenti di alberi a Roma: la promessa di ripiantarli non basta.

Si procede ad abbattimenti di massa senza un vero e accurato censimento e senza neppure informare e interpellare i residenti, che giustamente protestano. (Gianfranco Amendola)

Sempre più spesso, negli ultimi tempi, specie nelle grandi città, si assiste a un aumento degli abbattimenti di alberi, anche secolari, motivato da ragioni varie quali malattie delle piante, sicurezza o, più semplicemente, esigenze urbanistiche di cementificazioni. Tanto più che aumentano anche, con il cambiamento climatico, eventi meteorologici estremi con relativi nubifragi e tempeste.

In particolare sono ormai centinaia gli alberi abbattuti a Roma negli ultimi mesi, specie nei quartieri dell’Eur e di Monteverde; e spesso si tratta di alberi di pregio come lecci, pini, tigli dove vivono numerose specie di uccelli. Con la conseguenza che diminuisce il verde pubblico con le sue zone ombrose, cambia drasticamente il paesaggio urbano e si arrecano danni agli uccelli in pieno periodo di nidificazione. Ma è lecito tutto questo scempio in una città che è spesso stata citata per i suoi spazi verdi?

La giustificazione delle autorità romane è che ciò è necessario per evitare la caduta di alberi non sicuri come accadde a dicembre 2024, quando una donna restò uccisa dalla caduta di un albero in un parco di Colle Aniene. E così si procede ad abbattimenti di massa senza un vero e accurato censimento e senza neppure informare e interpellare i residenti, che giustamente sono più volte scesi in piazza a protestare. Proprio quello che in questi giorni è stato decisamente condannato dalla Corte europea di giustizia (Cgce, Sez. V, 1° agosto 2025, in causa C-784/23) chiamata in causa dall’Agenzia per l’ambiente dell’Estonia contro massicci tagli a raso di alberi dove esistevano numerose nidificazioni di uccelli.

Pettirosso (Erithacus rubecula)

In proposito – ricorda la Corte – la direttiva uccelli della Ue del 2009 premette che per molte specie di uccelli si registra una “diminuzione in certi casi rapidissima della popolazione e tale diminuzione rappresenta un serio pericolo per la conservazione dell’ambiente naturale, in particolare poiché minaccia gli equilibri biologici”, aggiungendo che “la preservazione, il mantenimento o il ripristino di una varietà e di una superficie sufficienti di habitat sono indispensabili alla conservazione di tutte le specie di uccelli”. E pertanto si prefigge lo scopo di proteggere tutte le specie di uccelli viventi nei paesi europei, obbligando gli Stati membri ad adottare “le misure necessarie per mantenere o adeguare la popolazione di tutte le specie di uccelli a un livello che corrisponde in particolare alle esigenze ecologiche, scientifiche e culturali, pur tenendo conto delle esigenze economiche e ricreative”; precisando, altresì, che essi non devono essere disturbati “in particolare durante il periodo di riproduzione e di dipendenza quando ciò abbia conseguenze significative in considerazione degli obiettivi della presente direttiva”.

Peraltro, il divieto, con particolare riferimento al “deterioramento o distruzione dei siti di riproduzione o delle aree di riposo”, era contenuto già nella direttiva Habitat del 1992. E, se è vero che gli Stati possono derogare a tali divieti per motivi (anche) di sicurezza, è anche vero che occorre sempre intervenire “sulla base di dati scientifici e dell’osservazione di singoli uccelli”. Proprio quello che a Roma non risulta sia stato fatto. Né, ovviamente, a questo può rimediare la promessa che gli alberi saranno ripiantati, perché ormai il danno è stato fatto.

E, quanto a promesse, sarebbe interessante sapere che fine hanno fatto i tanti alberi previsti nei progetti degli architetti del Giubileo, ad esempio alla stazione Termini. E che fine ha fatto la promessa di creare, con i cittadini, una Consulta del verde a Roma.

Roma, Viale dei Quattro Venti, pullus caduto dal nido su albero tagliato (29 aprile 2025)

(foto per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)

  1. settembre 14, 2025 alle 10:42 am

    A parte il solito metodo ‘burocratico’ di procedere degli uffici competenti, evitare che gli alberi non facciano vittime e danni non mi sembra secondario e poi, per esempio, nel citato Eur (dove abito), gli abbattimenti sono stati compensati da nuove piantumazioni; non so altrove, ma propendo per il sì, salvo smentite documentate

    • settembre 14, 2025 alle 1:09 PM

      ovvio che il verde pubblico va monitorato, ma altrettanto ovvio che va fatto con le migliori tecnologie (es. la TAC), non con la semplice VTA (mero esame visivo).
      Poi, o c’è un provvedimento contingibile e urgente (e non si rinviene mai) o si devono preventivamente ottenere le necessarie autorizzazioni ambientali e culturali.
      Si chiama legalità, cosa nebulosa in quel di Roma (e non solo).
      Le sostituzioni in larga misura latitano e, quando ci sono, si condensano in giovani alberelli che in termini di ambiente, paesaggio, salute pubblica non valgono certo alberi adulti. Nemmeno lontaneamente.
      Buona giornata.

      Stefano Deliperi

    • Avatar di Jacopa Stinchelli
      Jacopa Stinchelli
      settembre 14, 2025 alle 3:00 PM

      No, non c’era rischio sui tigli di Viale Europa , ma molti nidi documentati di specie protette, invece. Questa della.sicurezza è una scusa palese per utilizzare i soldi Pnrr per lavori di edilizia altro che verde ( lavori che invece potrebbero essere fatti senza arrecare danni alle alberature storiche) . Non solo a Viale Europa, ma all’EUR in generale,sono state documentate molte uccisioni e distruzioni di nidi , quindi un reato fatto con i soldi pubblici e per cosa ? Di colpo tutto gli alberi sarebbero pericolosi e per questo vanno abbattuto in periodo di nidificazione ? Basta propaganda . Se erano così preoccupati della sicurezza potevano recintare l’altra . Posto più che i ” rimpiazzi” di alberelli attecchiscano , cosa che non sta accadendo in tutta Roma , tantomche l’inganno assicurato per aggiungere al danno la beffa ai cottadini, mi sembra palese che lei non conosca le modalità e le perizie ( spesso assenti) con cui sono stati dichiarato in classe ” D” .

      • dicembre 5, 2025 alle 1:37 PM

        Ma come cappero scrivi???
        Comunque uccidere uccelli non è un reato.

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