Sardegna, speculazione energetica, come possiamo salvare il territorio e attuare una corretta transizione energetica.


Villasimius, Porto sa Ruxi
Sardegna, Ginepri sul mare

la petizione Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! si firma qui.

In queste settimane è sempre più acceso il dibattito sulla difficile situazione per il territorio della Sardegna, assediato da una sempre più arrogante speculazione energetica.

La realtà della speculazione energetica, con particolare riferimento alla Sardegna.

La realtà della speculazione energetica è di banale quanto spaventosa evidenza.  Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non vuol dire avere ottusi paraocchi, non vuol dire aver versato il cervello all’ammasso della vulgata dell’ambientalismo politicamente corretto.

Ma non sono solo le associazioni e i comitati realmente ambientalisti a sostenerlo.

La Soprintendenza speciale per il PNRR, dopo approfondite valutazioni, ha evidenziato in modo chiaro e netto: “nella regione Sardegna è in atto una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore) tale da superare già oggi di ben 7 volte quanto previsto come obiettivo da raggiungersi al 2030 sulla base del FF55, tanto da prefigurarsi la sostanziale sostituzione del patrimonio culturale e del paesaggio con impianti di taglia industriale per la produzione di energia elettrica oltre il fabbisogno regionale previsto” (nota Sopr. PNRR prot. n. 27154 del 20 novembre 2023 e nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024).

Altro che la vaneggiata sostituzione etnica di Lollobrigidiana memoria, qui siamo alla reale sostituzione paesaggistica e culturale, alla sostituzione economico-sociale, alla sostituzione identitaria

La cartografia elaborata dalla Soprintendenza speciale per il PNRR è emblematica di quanto sta accadendo nell’Isola.

elaborazione della Soprintendenza speciale per il PNRR, con evidenziata la Marmilla picco di concentrazione, riquadro in ROSSO – e quelli ulteriori FER costituiti da impianti industriali eolici on-shore / off-shore – triangoli BLU / VERDE CHIARO – e fotovoltaici/agrivoltaici – punti GIALLI e ROSSI – ugualmente in valutazione in sede di VIA di competenza statale, il cui impatto cumulativo globale a livello regionale – comprensivo anche delle opere di connessione alla RTN, che ricadono nello stesso ambito territoriale dei predetti impianti industriali FER, e di potenziamento della stessa RTN – non avrebbe eguali se tutti realizzati, tanto a dimostrazione di come la pianificazione in materia di impianti FER non sia in alcun modo adeguata a contemperare la molteplice presenza di impianti sul territorio e il relativo carico di saturazione per la tutela anche del patrimonio culturale e il paesaggio quale fattore ambientale di cui all’art. 5, comma 1, lett. c, del D.Lgs. n. 152 del 2006 (nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024).

Ma questo vale per tutto il territorio nazionale: “tale prospettiva si potrebbe attuare anche a livello nazionale, ove le richieste di connessione alla RTN per nuovi impianti da fonte rinnovabile ha raggiunto il complessivo valore di circa 328 GW rispetto all’obiettivo FF55 al 2030 di 70 GW” (nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024).

Il fenomeno della speculazione energetica, oltre che in Sardegna, è pesantemente presente in modo particolare nella Tuscia, in Puglia, nella Maremma, in Sicilia, sui crinali appennnici.

In tutto il territorio nazionale le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a.(gestore della rete elettrica nazionale) al 30 giugno 2024 risultano complessivamente ben 5.930, pari a 341,33 GW di potenza, suddivisi in 3.805 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 150,29 GW (44,03%), 1.992 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 106,74 GW (31,27%) e 133 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica  a mare 84,30 GW (24,70%).

In Sardegna, le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 30 giugno 2024 risultano complessivamente ben 824, pari a 54,39 GW di potenza, suddivisi in 547 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 23,82 GW (43,81%), 248 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 16,72 GW (30,73%) e 29 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica  a mare 13,85 GW (30,90%).

54,39 GW significa quasi 30 volte gli impianti oggi esistenti in Sardegna, aventi una potenza complessiva di 1,93 GW (i 1.926 MW esistenti, di cui 1.054 MW di energia eolica a terra + 872 di energia solare fotovoltaica, dati Terna, 2021).

centrale fotovoltaica su area agricola

Un’overdose di energia che non potrebbe esser consumata sull’Isola (che già oggi ha circa il 38% di energia prodotta in più rispetto al proprio fabbisogno), non potrebbe esser trasportata verso la Penisola (quando entrerà in funzione il Thyrrenian Link la potenza complessiva dei tre cavidotti sarà di circa 2 mila MW), non potrebbe esser conservata (a oggi gli impianti di conservazione approvati sono molto pochi e di potenza estremamente contenuta).

Significa energia che dovrà esser pagata dal gestore unico della Rete (cioè soldi che usciranno dalle tasse dei contribuenti).

Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche, che – oltre ai certificati verdi e alla relativa commerciabilità, nonchè agli altri incentivi – beneficiano degli effetti economici diretti e indiretti del dispacciamento, il processo strategico fondamentale svolto da Terna s.p.a. per mantenere in equilibrio costante la quantità di energia prodotta e quella consumata in Italia: In particolare, riguardo gli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili, “se necessario, Terna invia specifici ordini per ridurre o aumentare l’energia immessa in rete alle unità di produzione”, ma l’energia viene pagata pur non utilizzata.  I costi del dispacciamento sono scaricati sulle bollette degli Italiani.

Inoltre, la Commissione europea – su richiesta del Governo Italiano – ha recentemente approvato (4 giugno 2024) un regime di aiuti di Stato “volto a sostenere la produzione di un totale di 4 590 MW di nuova capacità di energia elettrica a partire da fonti rinnovabili”.   In particolare, “il regime sosterrà la costruzione di nuove centrali utilizzando tecnologie innovative e non ancora mature, quali l’energia geotermica, l’energia eolica offshore (galleggiante o fissa), l’energia solare termodinamica, l’energia solare galleggiante, le maree, il moto ondoso e altre energie marine oltre al biogas e alla biomassa. Si prevede che le centrali immetteranno nel sistema elettrico italiano un totale di 4 590 MW di capacità di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. A seconda della tecnologia, il termine per l’entrata in funzione delle centrali varia da 31 a 60 mesi”.

Il costo del regime di aiuti in favore delle imprese energetiche sarà pari a 35,3 miliardi di euro e, tanto per cambiare, sarà finanziato “mediante un prelievo dalle bollette elettriche dei consumatori finali”.

Insomma, siamo all’overdose di energia producibile da impianti che servono soltanto agli speculatori energetici.

La Regione autonoma della Sardegna dovrebbe legiferare quanto prima trasformando le previsioni di misure di salvaguardia provvisorie di cui alla legge regionale n. 5 del 2024 in norme permanenti di inidoneità di ubicazione di impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili e di relativa conservazione.

Inoltre, dovrebbe puntualizzare che, ai sensi dell’art. 5 dello Statuto speciale della Regione Sardegna, l’obiettivo di 6,264 GW di installazione di nuovi impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili entro il 2030 concordato in sede nazionale (art. 2, comma 1°, del D.M. Ambiente 21 giugno 2024), deve intendersi quale limite massimo tendenziale non inderogabile, connesso ai limiti derivanti dalla capacità dei sistemi di trasporto dell’energia esistenti, da indicarsi formalmente ogni anno con decreto ministeriale, previa intesa con la Regione autonoma della Sardegna.

Infine, sarebbe semplicemente doveroso vincolare qualsiasi autorizzazione alla prestazione di adeguata fideiussione (art. 1936 cod. civ..) per eventuali danni all’ambiente e agli interessi pubblici nelle fasi di cantiere, di gestione dell’impianto e del ripristino ambientale (decommissioning).

E questo, naturalmente, vale per tutta Italia.

Cagliari, Viale Trento, sede della Regione autonoma della Sardegna

La legge regionale Sardegna 3 luglio 2024, n. 5, la moratoria regionale.

In contemporanea all’entrata in vigore del decreto ministeriale sulle c.d aree idonee e inidonee d’intesa fra Stato, Regioni e Province autonome, il Consiglio regionale sardo ha licenziato la proposta normativa per fermare la speculazione energetica e gestire il territorio isolano avanzata dalla Giunta regionale presieduta dall’on. Alessandra Todde (deliberazione n. 11/3 del 30 aprile 2024, Disegno di legge concernente Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio, dei beni paesaggistici e ambientali, qui la relazione): in Aula 31 voti favorevoli (centro-sinistra + M5S), 21 astenuti (centro-destra), 1 contrario (Lega).

In precedenza, le Commissioni permanenti IV e V del Consiglio regionale della Sardegna avevano istruito il disegno di legge e il 6 giugno 2024 hanno proceduto a una lunga serie di audizioni.  Hanno ascoltato numerosi soggetti imprenditoriali, associazioni e comitati sul disegno di legge regionale a iniziativa della Giunta n. 15 del 2024, “Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio, dei beni paesaggistici e ambientali.

Queste le osservazioni e le considerazioni del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)..

Che cosa prevede la legge regionale 3 luglio 2024, n. 5.

centrale eolica

Innanzitutto, dispone, “nelle more dell’approvazione della legge regionale di individuazione delle aree idonee ….. nonché dell’approvazione del PRS, dell’aggiornamento della strategia per lo sviluppo sostenibile e inoltre dell’aggiornamento, adeguamento e completamento del Piano paesaggistico regionale, e comunque per un periodo non superiore a diciotto mesi dall’entrata in vigore della presente legge” la vigenza (art. 3) delle “misure di salvaguardia comportanti il divieto di realizzare nuovi impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili:

  1. zone urbanistiche omogenee A, B, C, D, E, F, G e H, di cui all’articolo 3 del decreto dell’Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica 20 dicembre 1983, n. 2266/U (Disciplina dei limiti e dei rapporti relativi alla formazione di nuovi strumenti urbanistici ed alla revisione di quelli esistenti nei comuni della Sardegna), fatto salvo quanto previsto dal comma 3;
  2. aree naturali protette istituite ai sensi della legge 6 dicembre 1991, n. 394 (Legge quadro sulle aree protette) ed inserite nell’Elenco ufficiale delle aree naturali protette, con particolare riferimento alle aree di riserva integrale e di riserva generale orientata di cui all’articolo 12, comma 2, lettere a) e b), della legge n. 394 del 1991 nonché aree equivalenti istituite dall’ordinamento regionale;
  3. zone umide d’importanza internazionale riconosciute e inserite nell’elenco della Convenzione relativa alle zone umide d’importanza internazionale, con particolare riferimento agli habitat degli uccelli acquatici, firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 13 marzo 1976, n. 448 (Esecuzione della convenzione relativa alle zone umide d’importanza internazionale, soprattutto come habitat degli uccelli acquatici, firmata a Ramsar il 2 febbraio 1971);
  4. zone umide ricadenti nei siti di interesse comunitario (SIC) o in zone di protezione speciale (ZPS) e zone umide ricadenti all’interno di riserve naturali e oasi di protezione istituite a livello nazionale e regionale;
  5. aree incluse nella Rete natura 2000 ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche;
  6. aree di riproduzione, alimentazione e transito di specie faunistiche protette oppure aree in cui è accertata la presenza di specie animali e vegetali soggette a tutela dalle convenzioni internazionali e dalla direttiva n. 92/43/CEE del 1992;
  7. aree agricole interessate da produzioni agricolo-alimentari di qualità, quali produzioni biologiche, produzioni DOP, IGP, STG, DOC, DOCG, produzioni tradizionali, ovvero aree di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico-culturale, nel rispetto dell’articolo 12, comma 7, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 (Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità);
  8. aree caratterizzate da situazioni di dissesto oppure di rischio idrogeologico perimetrate nei Piani di assetto idrogeologico (PAI) adottati dalle competenti Autorità di bacino ai sensi del decreto legge 11 giugno 1998, n. 180 (Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania), convertito con modificazioni dalla legge 3 agosto 1998, n. 267;
  9. aree che distano meno di 7 chilometri da beni culturali, oppure di 1.500 metri per le isole minori, individuati ai sensi dell’articolo 10 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137);
  10. le seguenti aree di cui all’articolo 142, comma 1, del decreto legislativo n. 42 del 2004:
  11. territori costieri compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia;
  12. territori contermini ai laghi compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia anche per i territori elevati sui laghi;
  13. aree prospicienti a fiumi, torrenti, corsi d’acqua iscritti negli elenchi e le relative sponde o piedi degli argini per una fascia di 150 metri ciascuna;
  14. aree montuose per la parte eccedente 1.200 metri sul livello del mare;
  15. parchi e riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi;
  16. territori coperti da foreste e da boschi, ancorché percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a vincolo di rimboschimento;
  17. zone gravate da usi civici;
  18. zone di interesse archeologico;
  19. le seguenti aree così come individuate ai sensi dell’articolo 143, comma 1, lettera d), del decreto legislativo n. 42 del 2004:
  20. fascia costiera;
  21. sistemi a baie e promontori, falesie e piccole isole;
  22. campi dunari e sistemi di spiaggia;
  23. aree rocciose e di cresta ed aree a quota superiore ai 900 metri sul livello del mare;
  24. grotte e caverne;
  25. monumenti naturali ai sensi della legge regionale 7 giugno 1989, n. 31 (Norme per l’istituzione e la gestione dei parchi, delle riserve e dei monumenti naturali, nonché delle aree di particolare rilevanza naturalistica ed ambientale);
  26. zone umide, laghi naturali ed invasi artificiali e territori contermini compresi in una fascia della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche per i territori elevati sui laghi;
  27. fiumi torrenti e corsi d’acqua e relative sponde o piedi degli argini, per una fascia di 150 metri ciascuna, e sistemi fluviali, riparali, risorgive e cascate, ancorché temporanee;
  28. aree di ulteriore interesse naturalistico comprendenti le specie e gli habitat prioritari, ai sensi della direttiva n. 43/92/CEE del 1992;
  29. aree che distano meno di 2 chilometri in linea d’aria da alberi monumentali;
  30. aree caratterizzate da edifici e manufatti di valenza storico-culturale, compresa la fascia di tutela;
  31. aree caratterizzate da insediamenti storici: centri di antica e prima formazione;
  32. aree caratterizzate da insediamenti storici così come definiti dall’ordinamento regionale;
  33. aree che distano meno di 7 chilometri in linea d’aria, oppure 1.500 metri per le isole minori, da impianti di produzione e di accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili realizzati o per i quali sia stata presentata istanza per l’avvio della relativa procedura di autorizzazione alla data di entrata in vigore della presente legge. La distanza è calcolata a partire dal punto più vicino del perimetro considerato per la misura dell’estensione.
centrale eolica a mare

Le misure di salvaguardia si applicano “anche se nelle aree individuate … sono in corso, alla data di entrata in vigore della presente legge, procedure di autorizzazione di impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili” (art. 3, comma 2°), previsione che indica una palese moratoria ovvero sospensione delle procedure autorizzative.

Sono esclusi dall’applicazione delle misure vincolistiche provvisorie una serie di interventi, fra cui gli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili destinati all’autoconsumo, “gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria o di revamping di impianti di produzione e di accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili”, gli impianti di produzione energetica e di accumulo all’interno di interventi di mobilità o di opere pubblici, gli impianti agrivoltaici connessi a un’azienda agricola esistente prima del 2019 aventi soluzioni costruttive in elevazione con altezza minima non inferiore a 2,1 metri dal suolo, tali da garantire la continuità dell’attività colturale e pastorale e l’intero e permanente utilizzo della superficie agricola utile(art. 1, comma 3°).

Portoscuso, centrale eolica

Gli aspetti critici della legge regionale Sardegna n. 5/2024.

La legge regionale n. 5/1024 presenta – come ampiamente evidenziato in sede di audizione presso le Commissioni consiliari istruttorie, in numerose occasioni pubbliche, nonchè in parecchi frangenti sui mezzi d’informazione – macroscopici aspetti critici.

L’avremmo volentieri direttamente evidenziato direttamente alla Presidente della Regione autonoma della Sardegna Alessandra Todde, ma non è mai pervenuta risposta, anche a richieste formali.

In proposito, c’è da dire che non è stato tenuto in minima considerazione nemmeno quanto indicato dalla propria struttura tecnico-giuridica nella Relazione di analisi tecnico normativa (ATN) del 29 aprile 2024, allegata al disegno di legge regionale n. 15.

Innanzitutto, non vengono presi in considerazione i potenziali effetti dei numerosi progetti di centrali eoliche offshore già presentati per il rilascio delle relative pluridecennali concessioni demaniali marittime (artt. 36 e ss. del R.D. n. 327/1942 e s.m.i., Codice della Navigazione, nonchè 5 e ss. del D.P.R. n. 328/1952 e s.m.i., Regolamento di esecuzione del Codice della Navigazione): detti impianti in progetto prevedono necessariamente cavidotti e strutture di connessione con la rete elettrica nazionale presenti sulla terraferma, sui cui appare necessaria puntuale disciplina.

Inoltre, nonostante quanto ripetutamente segnalato, non si è tenuto conto della previsione del pur noto art. 20, comma 6°, del decreto legislativo n. 199/2021, secondo cui “nelle more dell’individuazione delle aree idonee, non possono essere disposte moratorie ovvero sospensioni dei termini dei procedimenti di autorizzazione”.

La giurisprudenza costituzionale è stata estremamente chiara nell’attribuire allo Stato l’emanazione dei principi fondamentali della materia “energia”, fra cui le disposizioni in materia di individuazione di aree idonee e non idonee per l’ubicazione degli impianti, la predisposizione di un’autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio dei medesimi impianti, previa intesa in sede di Conferenza Stato – Regioni – Province autonome (vds. sentenza Corte cost. n. 27/2023; sentenza Corte cost. n. 11/2022sentenza Corte cost. n. 177/2021; sentenza Corte cost. n. 106/2020). 

Falco della Regina (Falco eleonorae)

In particolare, lo Stato “attraverso la disciplina delle procedure per l’autorizzazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, ha introdotto princìpi che … non tollerano eccezioni sull’intero territorio nazionale” (sentenze n. 286 del 2019, n. 69 del 2018 e n. 99 del 2012; nello stesso senso, sentenza n. 177 del 2021)”.

Una norma regionale che preveda la moratoria delle procedure ovvero la sospensione delle autorizzazioni delle centrali eoliche e fotovoltaiche sul proprio territorio regionale verrebbe con altissima probabilità ancora una volta impugnata per conflitto di attribuzioni (art. 127 Cost.) dallo Stato davanti alla Corte costituzionale con esiti abbastanza agevolmente prevedibili.

Non solo.

Le disposizioni vincolistiche temporanee si applicano “anche se nelle aree individuate … sono in corso, alla data di entrata in vigore della presente legge, procedure di autorizzazione di impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili” (art. 3, comma 2°). Tali disposizioni, inoltre, non possono incidere – e non incideranno – sui procedimenti autorizzativi di competenza nazionale, in particolare il procedimento di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.), ma teoricamente solo a valle della procedura autorizzatoria, significando de facto l’inibizione di progetti che hanno concluso le proprie procedure autorizzative, così come chiaramente indica il prescritto Elenco degli oneri amministrativi a carico dei cittadini, delle imprese e degli altri utenti ai sensi dell’art. 14, L.R. n. 24/2016: “Il disegno di legge comporta degli oneri amministrativi a carico delle imprese che abbiano procedure di autorizzazione o concessione in corso alla data di entrata in vigore, in quanto si determina il divieto di realizzazione di impianti di produzione o accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili per 18 mesi”.

La pudica espressione “oneri amministrativi” può e deve esser letta anche come oneri economici a carico delle società proponenti, determinando lo scontato avvio di azioni risarcitorie nei confronti della Regione autonoma della Sardegna in numero e proporzioni attualmente non calcolabili.

Insomma, un risultato piuttosto modesto, a voler essere buoni.

Roma, Piazza Colonna, Palazzo Chigi, sede del Governo italiano

L’impugnazione governativa.

Come ampiamente previsto, il Governo Meloni ha impugnato la legge regionale sarda, fortemente voluta dalla Presidente della Regione Alessandra Todde, sulla moratoria degli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili.

Il Consiglio dei Ministri, nella seduta n. 91 del 7 agosto 2024, ha, infatti, deciso di impugnare davanti alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzioni (art. 127 Cost.) la legge regionale Sardegna 3 luglio 2024, n. 5Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio e dei beni paesaggistici e ambientali”, comportante una sostanziale moratoria della realizzazione di impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili, “in quanto talune disposizioni in materia di energia da fonti rinnovabili, eccedendo dalle competenze statutarie e ponendosi in contrasto con la normativa statale ed europea, violano gli articoli 3, 41 e 117, primo e terzo comma, della Costituzione”.

Il Governo ha anche chiesto alla Corte costituzionale la sospensione in via cautelare dell’art. 3 della legge regionale impugnata (quello della moratoria).

Gheppio (Falco tinnunculus)

Qui la delibera del Consiglio dei Ministri di impugnazione del 7 agosto 2024.

Al di là degli strali della Presidente Todde, anch’essi prevedibili, l’impugnativa era ampiamente prevista ed è ragionevolmente ipotizzabile anche l’esito del giudizio davanti alla Corte costituzionale, come ampiamente evidenziato in sede di audizione presso le Commissioni consiliari istruttorie, in numerose occasioni pubbliche, nonchè in parecchi frangenti sui mezzi d’informazione.

In particolare,è stato ripetutamente segnalato il pur noto art. 20, comma 6°, del decreto legislativo n. 199/2021, secondo cui “nelle more dell’individuazione delle aree idonee, non possono essere disposte moratorie ovvero sospensioni dei termini dei procedimenti di autorizzazione”.

La giurisprudenza costituzionale è stata estremamente chiara nell’attribuire allo Stato l’emanazione dei principi fondamentali della materia “energia”, fra cui le disposizioni in materia di individuazione di aree idonee e non idonee per l’ubicazione degli impianti, la predisposizione di un’autorizzazione unica per la costruzione e l’esercizio dei medesimi impianti, previa intesa in sede di Conferenza Stato – Regioni – Province autonome (vds. sentenza Corte cost. n. 27/2023; sentenza Corte cost. n. 11/2022sentenza Corte cost. n. 177/2021; sentenza Corte cost. n. 106/2020). 

In particolare, lo Stato “attraverso la disciplina delle procedure per l’autorizzazione degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, ha introdotto princìpi che … non tollerano eccezioni sull’intero territorio nazionale” (sentenze n. 286 del 2019, n. 69 del 2018 e n. 99 del 2012; nello stesso senso, sentenza n. 177 del 2021)”.

Filippine, Isola di Luzon, baia di Bangui, centrale eolica sulla spiaggia (AFP Photo/Ted Aljibe – Il Corriere della Sera)Vogliamo arrivare a questo?

La disciplina sulla c.d. aree idonee.

Nei mesi scorsi, in clamoroso ritardo di anni sulla previsione legislativa,è entrato in vigore il decreto ministeriale relativo alla disciplina nazionale di individuazione delle c.d. aree idonee o meno alla installazione degli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili.

Il D.M. Ambiente 21 giugno 2024 (Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili) è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica del 2 luglio 2024 e ha portato a compimento il processo di formazione della normativa in materia.

Come si ricorda, lo scorso 7 giugno 2024 la Conferenza permanente per i rapporti fra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano aveva siglato specifica “intesa, ai sensi dell’articolo 20, comma 1, del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199, sullo schema di decreto del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica, di concerto con il Ministro della cultura e con il Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, recante ‘Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili’ (PNRR – M2C2, Riforma 1.1)”.

piano paesaggistico regionale – P.P.R., area Piscinas – Scivu

Erano state recepite alcune osservazioni dell’A.N.C.I. e alcune proposte integrative avanzate dalla Regione autonoma della Sardegna, fatte proprie dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, e si è giunti alla sottoscrizione dell’intesa prevista (art. 20, comma 1°, del decreto legislativo n. 199/2021 e s.m.i.) sulle c.d. aree idonee.

Così era stata approvata la bozza dello schema di decreto MASE sulla ‘Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili’(7 giugno 2024), poi formalizzato e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica.

Come noto, ai sensi dell’art. 20, comma 1°, dell’articolo 20 del decreto legislativo n. 199/2021 e s.m.i., con  decreti del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica sono approvati principi e criteri per la aree idonee per l’installazione degli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili, poi puntualmente resi esecutivi in sede regionale con provvedimenti legislativi e regolamentari ai sensi del comma 4° del medesimo art. 20 (direttiva n. 2018/2001/UE, art. 5 della legge 22 aprile 2021, n. 53). 

I provvedimenti relativi alle c.d. aree idonee provvedono a

a) dettare i criteri per l’individuazione delle aree idonee all’installazione della potenza eolica e fotovoltaica indicata nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC), stabilendo le modalità per minimizzare il relativo impatto ambientale e la massima porzione di suolo occupabile dai suddetti impianti per unità di superficie, nonché dagli impianti a fonti rinnovabili di produzione di energia elettrica già installati e le superfici tecnicamente disponibili;

b) indicare le modalità per individuare superfici, aree industriali dismesse e altre aree compromesse, aree abbandonate e marginali idonee alla installazione di impianti a fonti rinnovabili.

Girasole (Helianthus annuus)

Il D.M. presenta poche luci e molte ombre per il futuro del Bel Paese.

In primo luogo, prevede (art. 1) “la ripartizione fra le Regioni e le Province autonome dell’obiettivo nazionale al 2030 di una potenza aggiuntiva pari a 80 GW da fonti rinnovabili rispetto al 31 dicembre 2020, necessaria per raggiungere gli obiettivi fissati dal PNIEC e rispondere ai nuovi obiettivi derivanti dall’attuazione del pacchetto ‘Fit for 55’, anche alla luce del pacchetto ‘Repower UE’” oltre che a individuare “principi e criteri omogenei per l’individuazione da parte delle Regioni e delle Province autonome delle superfici e delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili funzionali al raggiungimento degli obiettivi”.

La potenza installabile aggiuntiva rispetto a quella esistente all’1 gennaio 2021 assegnata alle Regioni e Province autonome (art. 2, Tabella A) è da considerarsi il traguardo minimo assegnato, da cui non si può transigere (complessivamente GW 80,001) e onestamente non si comprende in base a quali analisi aggiornate sia stata determinata.

Alla Sardegna, per esempio, è assegnata la potenza aggiuntiva al 2030 pari a GW 6,264, cioè circa 3,5 volte la potenza attualmente installata (GW 1,93).

La potenza relativa alle centrali eoliche offshore dev’essere riferita alla Regione prospiciente (art. 2, comma 2°).

Entro il termine di 180 giorni dall’entrata in vigore del D.M., le Regioni e le Province autonome “individuano … con propria legge … le aree” idonee e non idonee per l’installazione degli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili. 

altezza e potenza delle “torri” eoliche (elaborazione Andrea Picciau)

Qualora il termine scada infruttuosamente, sono previste procedure statali sostitutive anche ai fini del raggiungimento coattivo degli obiettivi di installazione previsti (art. 6).

In linea generale, sono da considerarsi “non idonee le superfici e le aree che sono ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42. Le Regioni possono stabilire una fascia di rispetto dal perimetro dei beni sottoposti a tutela di ampiezza differenziata a seconda della tipologia di impianto, proporzionata al bene oggetto di tutela, fino a un massimo di 7 chilometri”.    

Tuttavia, “per i rifacimenti degli impianti in esercizio non sono applicate” queste norme di salvaguardia.

In particolare, per l’individuazione delle aree idonee e non idonee si deve tener conto “delle esigenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, delle aree agricole e forestali, della qualità dell’aria e dei corpi idrici, privilegiando l’utilizzo di superfici di strutture edificate, quali capannoni industriali e parcheggi, nonché di aree a destinazione industriale, artigianale, per servizi e logistica, e verificando l’idoneità di aree non utilizzabili per altri scopi, ivi incluse le superfici agricole non utilizzabili, compatibilmente con le caratteristiche e le disponibilità delle risorse rinnovabili, delle infrastrutture di rete e della domanda elettrica, nonché tenendo in considerazione la dislocazione della domanda, gli eventuali vincoli di rete e il potenziale di sviluppo della rete stessa” (art. 7, commi 2° e 3°).

progetto centrale eolica offshore Sardinia South 2, punto di sbarco del cavidotto sulla spiaggia di Tuerredda (estratto procedura scoping, 2023)

Le Regioni individuano sul proprio territorio:

a) superfici e aree idonee: le aree in cui è previsto un iter accelerato e agevolato per la costruzione ed esercizio degli impianti a fonti rinnovabili e delle infrastrutture connesse secondo le disposizioni vigenti di cui all’art. 22 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199;

b) superfici e aree non idonee: aree e siti le cui caratteristiche sono incompatibili con l’installazione di specifiche tipologie di impianti secondo le modalità stabilite dal paragrafo 17 e dall’allegato 3 delle linee guida emanate con decreto del Ministero dello sviluppo economico 10 settembre 2010e s.m.i.;

c) superfici e aree ordinarie: superfici e aree diverse da quelle delle lettere a) e b) e nelle quali si applicano i regimi autorizzativi ordinari di cui al decreto legislativo n. 28 del 2011 e s.m.i.;

d) aree in cui è vietata l’installazione di impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra: aree agricole in cui vige il divieto di installazione di impianti fotovoltaici con moduli a terra ai sensi dell’art. 20, comma 1bis, del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199.

In ogni caso, sono fatte salve le competenze discendenti dagli statuti delle Regioni e province autonome, nonché dalle relative norme di attuazione (art. 9).

Non è, tuttavia, chiaro il destino dei tantissimi progetti di impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili attualmente presentati (ben 5.930 in tutta Italia, 824 solo in Sardegna, dati al 30 giugno 2024): secondo il principio giuridico fondamentale tempus regit actum, i procedimenti attualmente avviati dovrebbero esser disciplinati dalla normativa ora in vigore, solo dopo l’entrata in vigore delle leggi regionali attuative del D.M. aree idonee potranno operare le relative disposizioni.

Resta da sottolineare che – in ogni caso – i quantitativi di potenza installabile aggiuntiva al 2030 (per esempio, GW 6,264 per la Sardegna) sono inderogabili.

Grifone (Gyps fulvus)

La normativa di tutela provvisoria vigente.

In proposito, si ricorda che l’art. 6, comma 1°, del decreto-legge n. 50/2022, convertito con modificazioni e integrazioni nella legge n. 91/2022, in relazione all’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili è stata individuata una “fascia di rispetto … determinata considerando una distanza dal perimetro di beni sottoposti a tutela di sette chilometri per gli impianti eolici e di un chilometro per gli impianti fotovoltaici”.

Sardegna, nuraghe

Successivamente, con l’art. 47, comma 1°, del decreto-legge n. 13/2023, convertito con modificazioni e integrazioni nella legge n. 41/2023, la fascia di tutela è stata ridotta a “tre chilometri” per gli impianti eolici e a “cinquecento metri” per gli impianti fotovoltaici dal limite delle zone tutelate con vincolo culturale (artt. 10 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e/o con vincolo paesaggistico/ambientale (artt. 136 e ss. e 142 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

Bisogna tener presente che il bene culturale (es. Nuraghe, Chiesa campestre, ecc.) presente in aree di titolarità privata dev’essere formalmente oggetto di provvedimento di vincolo per poter esser preso in considerazione (vds. T.A.R. Sardegna, Sez. I, 29 maggio 2024, n. 414), in quanto per il solo “patrimonio culturale di proprietà pubblica è previsto un sistema di tutela che può definirsi reale in quanto vige una presunzione di interesse storico ed artistico ai sensi del D.Lgs. n. 42 del 2004, art. 12, comma 1 (Cass. Civ., Sez. II, ord. 17 ottobre 2023, n. 28792)”.

Tomba dei Giganti

E bisogna anche tener presente che “una volta esaurita la fase di consultazione, il Ministero dell’Ambiente è tenuto a concludere l’iter procedimentale entro termini precisi – che riguardano tanto l’adozione del provvedimento finale quanto le fasi prodromi che – scaduti infruttuosamente i quali dovrebbe attivarsi il potere sostitutivo” (T.A.R. Sardegna, Sez. II, 3 giugno 2024, n. 436), per cui i tantissimi procedimenti di V.I.A. attualmente in corso potrebbero esser conclusi in tempi brevi.

Il GrIG ha formalmente sollecitato (28 giugno 2024) gli organi centrali e periferici del Ministero della Cultura a concludere nel più breve tempo possibile i tanti procedimenti di vincolo culturale tuttora in corso su beni culturali presenti in terreni di titolarità privata: il Segretariato regionale per la Sardegna del Ministero della Cultura ha risposto (nota prot. n. 3372 del 5 luglio 2024), comunicando l’emanazione di ben 129 decreti di vincolo per altrettanti beni culturali negli ultimi due anni e mezzo, dei quali addirittura 57 nei primi mesi del 2024.

A esse dovrebbero quantomeno aggiungersi le aree ricadenti nella Rete Natura 2000, S.I.C., Z.P.S., Z.S.C. individuate ai sensi delle direttive n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora e la direttiva n. 09/147/CE sulla salvaguardia dell’avifauna selvatica.

BirdLife International, carta del rischio per l’avifauna selvatica a causa degli impianti eolici offshore

Che cosa si deve fare al più presto per salvaguardare il territorio.

La situazione è di una gravità estrema e i tempi sono sempre più stretti.

A questo punto appare velleitaria, in quanto improduttiva di effetti concreti, le proposta di referendum consultivo regionale relativo a qualsiasi modifica del territorio sardo da parte di qualsiasi centrale di produzione energetica da fonte rinnovabile.

Pur essendo condivisibile nella sostanza, anche la proposta di legge popolare denominata Pratobello ’24 (“Proposta di legge urbanistica della Regione Autonoma della Sardegna – Norme urbanistiche in applicazione dell’articolo 3, lettera f, dello Statuto Autonomo della Sardegna (Legge Costituzionale 3 del 26 febbraio del 1948) – disposizioni normative urbanistiche relative all’insediamento di impianti fotovoltaici industriali a terra e eolici terrestri con recepimento di principi e obblighi di tutela e valorizzazione contenuti in programmi sovranazionali, nazionali e regionali”) appare, però, portatrice di alcuni elementi critici analoghi alla legge regionale Sardegna n. 5/2024, già impugnata dal Governo davanti alla Corte costituzionale.

Infatti, l’art. 3 (divieto di insediamento) della proposta di legge d’iniziativa popolare ripropone sostanzialmente la moratoria sine die vietata dall’art. 20, comma 6°, del decreto legislativo n. 199/2021 e s.m.i. e da conforme giurisprudenza costituzionale. .  Disposizioni di sostanziale identico contenuto dovrebbero esser inserite nella normativa regionale sulle aree idonee e inidonee.

Quello che appare necessario sul piano giuridico è l’individuazione delle aree idonee e delle aree inidonee ai sensi del D.M. 21 giugno 2024, percorso normativo su cui Stato, Regioni e Province autonome si sono accordati.

La Regione autonoma della Sardegna, quindi, dovrebbe coinvolgere Comuni, associazioni, comitati e legiferare quanto prima trasformando le previsioni di misure di salvaguardia provvisorie vigenti e le indicazioni del D.M. 21 giugno 2024 in norme permanenti di inidoneità di ubicazione di impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili e di relativa conservazione.

Inoltre, dovrebbe puntualizzare che, ai sensi dell’art. 5 dello Statuto speciale della Regione Sardegna, l’obiettivo di 6,264 GW di installazione di nuovi impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili entro il 2030 concordato in sede nazionale (art. 2, comma 1°, del D.M. Ambiente 21 giugno 2024), deve intendersi quale limite massimo tendenziale non inderogabile, connesso ai limiti derivanti dalla capacità dei sistemi di trasporto dell’energia esistenti, da indicarsi formalmente ogni anno con decreto ministeriale, previa intesa con la Regione autonoma della Sardegna.

Fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus) in volo e centrale eolica

Le proposte alternative.

Ribadiamo ancora una volta la nostra proposta: dopo aver quantificato il quantitativo di energia elettrica realmente necessario a livello nazionale, sarebbe cosa ben diversa se fosse lo Stato a pianificare in base ai reali fabbisogni energetici le aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), mettesse a bando di gara i siti al migliore offerente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica.

In realtà, la prima cosa necessaria, a breve termine, sarebbe una moratoria nazionale (non regionale, già dichiarata costituzionalmente illegittima con sentenza Corte cost. n. 27/2023), una sospensione di qualsiasi autorizzazione per nuovi impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili.

quattro spighe nel campo di grano

La Regione autonoma della Sardegna è coordinatrice della Commissione Ambiente ed Energia della Conferenza permanente delle Regioni e Province autonome (delibera del 31 marzo 2016, vds. deliberazione Giunta regionale Sardegna n. 37/26 del 21 giugno 2016): in quella sede può esser approvata una proposta di moratoria nazionale da portare alla Conferenza permanente Stato – Regioni e Province autonome, così da farla divenire provvedimento a efficacia nazionale.

Oltre l’individuazione normativa delle aree idonee e inidonee a breve termine, a medio termine, è certamente necessario completare il processo di pianificazione paesaggistica avviato nel 2006 e già previsto su tutto il territorio regionale (art. 1, comma 2°, della legge regionale Sardegna n. 8/2004 e s.m.i.).

Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha recentemente promosso in proposito la petizione popolare Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica!, che ha ormai superato le 18 mila adesioni.

Siamo ancora in tempo per cambiare registro.

In meglio, naturalmente.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

centrale eolica

Allegato – elenco non esaustivo dei progetti di centrali produttive di energia da fonti rinnovabili da non autorizzare per contrasto con zone di rispetto di vincoli ambientali e culturali (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), nonché per violazione della normativa in materia di usi civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i.legge n. 168/2017regio decreto n. 332/1928 e s.m.i., legge regionale Sardegna n. 12/1994 e s.m.i.):

*  progetto di realizzazione di centrale eolica proposto dalla società campana IVPC s.r.l. nell’area di Su Monte de Subra, nei territori comunali di Pattada, Bultei e Benetutti (SS);

* progetto di centrale eolica proposta dalla società milanese Ecowind 6 s.r.l.  nell’agro alle falde meridionali del massiccio dei Sette Fratelli, nei territori comunali di Maracalagonis, Sinnai, Selargius, Quartucciu, Settimo San Pietro (CA);

*  progetto di centrale eolica “Bruncu de Lianu” proposto dalla società milanese Ecowind 2 s.r.l. in località Baccu Mandara – Bruncu de Lianu, alle pendici del massiccio dei Sette Fratelli, in Comune di Maracalagonis (CA);

*  progetto di centrale eolica “Parco eolico flottante Mistral, proposto dalla Parco Eolico flottante Mistral s.r.l. (Gruppo Acciona) nel Mar di Sardegna, prospiciente Alghero, la Planargia, le coste settentrionali del Sinis (violazione di fasce di rispetto in relazione ai cavidotti e altre opere connesse a terra);

*  progetto di centrale eolica flottante nel Mar di Sardegna sud occidentale, proposto dalla Ichnusa Wind Power s.r.l. al largo dell’Isola di San Pietro e del Sulcis (violazione di fasce di rispetto in relazione ai cavidotti e altre opere connesse a terra);

* progetto di realizzazione della centrale eolica “Macomer 2” proposto da Enel Green Power s.r.l. nell’area compresa fra il Montiferru, Il Monte S. Antonio e l’altopiano di Abbasanta, nei territori comunali di Macomer, Borore e Santulussurgiu (NU – OR);

* progetto per la realizzazione di una centrale eolica da parte della milanese Sorgenia Renewables s.r.l. nei territori comunali di Seneghe, Narbolia, San Vero Milis, Solarussa, Siamaggiore (OR);

* progetto di centrale eolica Sindia proposto da Enel Green Power s.p.a. in varie località agricole e di pascolo arborato nei Comuni di Sindia, Scano di Montiferro, Santulussurgiu (OR), Macomer, Borore (NU);

* progetto di centrale eolica “Luminu proposto dalla GRV Wind Sardegna s.r.l. in località varie della Marmilla e del Sarcidano, nel paesaggio agrario-archeologico alle pendici della Giara, nei Comuni di Barumini, Escolca, Gergei, Las Plassas, Villanovafranca, Genoni, Gesturi, Nuragus;

* progetto di centrale eolica “Marmilla proposto dalla società milanese Engie Trexenta s.r.l. in varie località agricole della Marmilla, nei Comuni di Sardara, Villanovaforru, Sanluri e Furtei;

* progetto di centrale eolica “Serras proposto dalla società torinese Asja Serra s.r.l. sempre nel paesaggio agricolo della Marmilla, nei Comuni di Sardara, Villanovaforru, Sanluri e Lunamatrona;

* progetto di centrale eolica “Impianto eolico di Collinas presentato dalla Sorgenia Renewables s.r.l. nei territori comunali di Collinas, Villanovaforru, Lunamatrona e Sanluri;

*  progetto di centrale eolica “Sanluri – Sardara della Marte s.r.l. (Gruppo ENEL) con un impianto di accumulo energetico nelle aree agricole fra Villanovaforru, Sanluri e Sardara;

* progetto di centrale eolica “Alientu” proposto dalla Sardaeolica s.r.l. nel territorio comunale di Seui (SU);

*  progetto di realizzazione della centrale eolica “Serra Joni” da parte della società multinazionale Acciona Energia Global Italia s.r.l. in località varie fra Ogliastra, Barbagia e Sarcidano, nei territori comunali di Ussassai, Esterzili, Escalaplano e Seui (SU-NU);

*  progetto di realizzazione della centrale eolica “Orgosolo – Oliena” da parte della società pugliese Scirocco Prime s.r.l. in località varie dell’agro di Orgosolo, Oliena e Nuoro, ai piedi del Supramonte (NU);

* progetto di realizzazione della centrale eolica “Impianto di Telti” da parte di Enel Green Power s.r.l. in località varie della Gallura, nei territori comunali di Telti e Calangianus (SS);

*  progetto di realizzazione della centrale eolica “Campovaglio” da parte di Acciona Energia Global Italia s.r.l. in località varie della Gallura, nei territori comunali di Tempio Pausania e Aglientu (SS);

*  progetto di realizzazione della centrale eolica “Bassacutena” da parte di Myt Eolo 1 s.r.l. in località varie della Gallura nel territorio comunale di Tempio Pausania;

* progetto di realizzazione della centrale eolica “Parco eolico Sedda Perdonau proposta dalla società romana Sedda Perdonau Wind s.r.l. su pascoli, macchia mediterranea e campi di Serra Perdonau,  nei territori comunali di S. Andrea Frius, S. Nicolò Gerrei, Serdiana, Dolianova, Donori, Samatzai, Nuraminis (SU).

Sardegna, vincoli paesaggistici presenti (artt. 136 e ss., e 142, comma 1°, del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i., da Sardegna Geoportale)
Gabbiano reale mediterraneo (Larus michahellis)

(foto AFP Photo/Ted Aljibe – Il Corriere della Sera, Cristiana Verrazza, C.B., S.D., archivio GrIG)

  1. agosto 16, 2024 alle 12:07 PM

    dal sito web istituzionale della Regione autonoma della Sardegna, 9 agosto 2024

    Energia rinnovabile: primo incontro con le rappresentanze degli Enti locali per la stesura della legge sulla individuazione delle aree idonee e non idonee ad accogliere gli impianti. (https://www.regione.sardegna.it/notizie/energia-rinnovabile-primo-incontro-con-le-rappresentanze-degli-enti-locali-per-la-stesura-della-legge-sulla-individuazione-delle-aree-idonee-e-non-idonee-ad-accogliere-gli-impianti)

    Cagliari, 9 agosto 2024 – Le Associazioni che rappresentano gli Enti locali (ANCI, AICCRE, ASEL, UNCEM e CAL), si sono confrontate questa mattina nella sede dell’assessorato degli enti locali e urbanistica per definire la metodologia operativa da adottare per dialogare con i territori nell’ambito della stesura della legge sull’individuazione delle aree idonee e non idonee ad accogliere gli impianti di Fonti di Energia Rinnovabile (FER). Durante l’incontro, presieduto dall’assessore Francesco Spanedda, è stata illustrata la tempistica per la definizione del Disegno di legge che dovrà essere presentato in Consiglio regionale entro l’inizio di ottobre. L’obiettivo prioritario in questa fase è la definizione dei criteri che consentiranno l’identificazione delle aree idonee, sulla base di un’ampia serie di criteri stabiliti dalle norme vigenti che dovranno essere integrati con altri specifici dei nostri territori proposti anche dagli enti locali. Nel corso dell’incontro le Associazioni hanno ribadito la necessità di riprendere in mano il futuro energetico della Sardegna e manifestato la viva preoccupazione per le trasformazioni in corso nel paesaggio dell’isola, espresse con forza da cittadini e istituzioni.

    Nei prossimi giorni la Regione e le Associazioni degli Enti locali avvieranno l’organizzazione di una serie di incontri sul territorio per approfondire il tema della transizione energetica, e come poter arginare il rischio di speculazione a detrimento del territorio e del paesaggio. Questi incontri consentiranno alle comunità locali e alla Regione di poter incidere nel modo più efficace con l’approvazione della legge. Il processo di partecipazione e condivisione fa parte di un percorso che, partendo dalla individuazione delle aree idonee, toccherà le diverse tappe delineate nelle linee programmatiche della presidente, Alessandra Todde, passando per il Piano Energetico Regionale, la revisione del Piano Paesaggistico Regionale e la nuova legge urbanistica.

  2. agosto 16, 2024 alle 12:39 PM

    non si comprende perchè non venga utilizzato il sito web istituzionale della Regione autonoma della Sardegna.

    Non si spiega neanche per quale motivo – a moratoria in vigore – continuino a esser avviati e a procedere senza alcun problema i vari procedimenti autorizzativi (es. V.I.A.) per impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili in Sardegna.

    Qualcosa non torna e nemmeno appaiono corrette certe affermazioni che indicano un blocco temporaneo generalizzato che non esiste nella realtà.

    dalla pagina Facebook della Presidente della Regione autonoma della Sardegna Alessandra Todde, 14 agosto 2024 (https://www.facebook.com/story.php?story_fbid=909935440942781&id=100057790011613&rdid=6ARUCXCYujbPNzib)

    Gli impianti con comunicazione di inizio lavori già avvenuta prima del 3 luglio 2024 sono 37 di cui:

    – 4 progetti eolici (1 autorizzato nel 2015, 1 nel 2020, 1 nel 2021, 1 nel 2022);

    – 33 progetti fotovoltaici: (1 autorizzato nel 2019, 3 nel 2020, 21 nel 2021, 7 nel 2022, 1 nel 2023).

    Per tutti questi impianti il corpo forestale, che ringrazio, sta procedendo col verificare quanti abbiano REALMENTE iniziato i lavori e se siano presenti violazioni“.

  3. Avatar di Emanuele Bossi
    Emanuele Bossi
    agosto 16, 2024 alle 6:29 PM

    L’approccio italiano è sempre quelli di dire no… a prescindere.

    Tra tutti i progetti proposti c’è ne sarà qualcuno che avrà problemi autorizzativi, qualcuno che si bloccherà nello sviluppo tecnico, qualcuno perderà per strada i finanziatori …. quindi quanto sarà quello che arriverà ad essere eseguito e produttivo…? E in quanto tempo …?

    Quello che veramente serve è che le amministrazioni comunali regionali… facciano bene il lavoro di analisi tecnica ed ambientale dei vari progetti per fare in modo che vengano rispettate le leggi e vengano attuate misure di compensazione opportune per un obiettivo win-win per gli investitori e la collettività.

    Questo lavoro deve essere fatto in maniera costruttiva con metodo e perseveranza; solo così si può arrivare a progetti condivisi; che rispettano i requisiti ambientali e che possano portare ad un miglioramento per la collettività.

    • agosto 16, 2024 alle 6:41 PM

      ..quindi, senza alcuna pianificazione, lasciamo mano libera agli investitori privati e vediamo poi che ne viene fuori?
      Sarebbe il Far West delle energie rinnovabili, semplicemente una follìa.
      Buona serata.

      Stefano Deliperi

      P.S. i Comuni, in questa materia, non hanno alcuna competenza, la Regione finora non l’ha esercitata gran chè.

    • Avatar di Sara
      Sara
      agosto 17, 2024 alle 10:13 am

      Gli speculatori possono andare altrove.

      Riempire la Sardegna di pale non è fare il bene della collettività e non c’é nessun “win-win”, ma solo “lose”.

      E infatti è da “loser” patentati continuare a sostenere la speculazione a danno della Sardegna e del suo territorio, ci avete sfruttati abbastanza; direi che è il caso di dire basta.

      E poi è stata approvata l’autonomia differenziata, giusto?

      Pertanto differenziamo anche il quantitativo di pale; la florida padania non avrà difficoltà a dare propria del proprio ingegno piantandole nelle proprie terre fino a raggiungere la produzione necessaria

  4. Avatar di Sergio Masala
    Sergio Masala
    agosto 16, 2024 alle 6:54 PM

    6,2 GigaW saranno installati nelle aree idonee, e in quelle non idonee previa procedura di VIA favorevole. I progetti che eccederanno i 6,2 GW e non soddisferanno i requisiti di mitigazione degli impatti nelle aree non idonee si dovranno rassegnare. Così ha detto la Presidente Todde. Io mi fido

    • Avatar di caiofabricius
      caiofabricius
      agosto 16, 2024 alle 9:22 PM

      “…saranno installati in quelle non idonee previa procedura di VIA favorevole….”

      NON IDONEE ?????

      🤔

    • agosto 16, 2024 alle 9:42 PM

      piacerebbe vedere anche fatti concreti.

      Stefano Deliperi

  5. Avatar di gilberta masci
    gilberta masci
    agosto 16, 2024 alle 9:01 PM

    la Sardegna brucia carbone e gas x produrrel energia consumata sul suo territorio..

    Resto e solo polemica sterile facciamo impianti o continuiamo ad ingrassare gli arabi

    fare gli impianti x Vs consumo…

    asini

    • agosto 16, 2024 alle 9:39 PM

      lei offende gli Asini e l’intelligenza altrui.
      Non ha nemmeno letto l’articolo o, se l’ha letto, ne ha capito ben poco.
      Continui così, ma niente biada, buona serata.

      Stefano Deliperi

      • Avatar di caiofabricius
        caiofabricius
        agosto 17, 2024 alle 12:10 am

        Seguo da molti anni il grande e concreto impegno Ambientalista del GRIG e gli interventi e i commenti sono stati sempre costruttivi e di grande utilita’ informativa.

        Da un po’ di tempo trovo invece in commenti sbrigativi uscite livorose, gratuite e offensive.

        Non credo, non voglio credere, che siano concertata opera denigratoria disturbativa della finalmente messa in discussione speculazione energetica.

        Penso piuttosto che siano il frutto avvelenato del martellante bombardamento mediatico lobotomizzante del dogmatico pensiero unico del rinnovabilismo parossistico-confessionale senza se e senza ma, che non accetta alternative razionali laiche e scientifiche alla “inevitabile” devastazione dei territori, anzi come spesso ripetono (ragliano?) a pappagallo la loro “nuova forma di paesaggio” e relativi emozionanti tour di visita in nuove periferie industriali tra lugubri paramenti funebri fotovoltaici a terra e torri eoliche “come quelle di S. Gimignano” (testuale)

    • Avatar di Sara
      Sara
      agosto 17, 2024 alle 10:08 am

      Andiamoci piano con le parolee

      Voi propagandisti della speculazione eolica, perché non so come definire chi dice cose del genere, ormai potete attaccarvi solo a insulti e falsità conditi da livore.

      Paura di perdere facili guadagni?

      Grazie al GRIG per un’altro bell’articolo sul tema della speculazione; spero che le aree elencate nell’articolo siano salvaguardate.

  6. Avatar di capitonegatto
    capitonegatto
    agosto 17, 2024 alle 12:13 PM

    La prodzione di energia rinnovabile e’ importante , ma va gestita con valutazione attenta su molti aspetti : ambientali ( e qui va bene una analisi della G.d.F. ), ma per altri quali : produzione agricola e pastorale , occorrono figure spcecifiche di competenza. Un plauso a Todde , che spero riesca a programmare le aree idonee ai nuovi impianti in tempo utile, anche se alcuni di questi sono stati gia’ autorizzati dal precedente governo
    ( vedremo se legalmente ). Si spera che i nuovi impianti siano affidati con regole molto semplici : Ditte preparate e con esperienza, analisi costi benefici, ( benefici per chi usera’ la nuova energia ), il tutto per le reali necessita’ civili e industriali dell’isola , ora e immediato futuro.

  7. Avatar di Emanuela Manai
    Emanuela Manai
    agosto 17, 2024 alle 12:19 PM

    grazie dell’enorme lavoro di messa a punto della situazione e dell’ottimo articolo, che certo contribuisce a convincere anche gli scettici sulla “transizione energetica” che sia tatticamente conveniente convergere su obiettivi di compromesso, realisticamente raggiungibili, anzi che perseguire, duri e puri, un cammino troppo impervio. Ma l’incipit mi era sembrato promettere qualche argomento a favore del ‘sì alle rinnovabili’, non solo sul piano tattico ma anche come a qualcosa di veramente positivo e desiderabile in sé, una volta eliminata la speculazione. Invece non ho trovato niente di ciò. E non riesco a vedere l’eolico e il fotovoltaico , almeno allo stato attuale della tecnologia, come davvero rinnovabili, come ecologiche, come alternative alle fonti fossili, di cui sono complementari e con le quali si alimentano mutuamente, e soprattutto come separabili in sé dalla speculazione, della quale vivono e nella quale nascono.

    • agosto 17, 2024 alle 12:28 PM

      grazie Emanuela per le tue parole. La scelta in favore dell’energia da fonti rinnovabili è sostanzialmente una scelta obbligata, che presenta comunque aspetti criticabili (es. chi e come realizza i pannelli fotovoltaici nel mondo? Le batterie al Litio da dove vengono?).
      Il permanere della produzione energetica da fonti fossili provoca un aggravamento dell’attuale crisi climatica, non ci sono molti dubbi.
      Oggi l’emergenza – oltre a quella climatica – è altrettanto certamente quella della speculazione in tema di energie rinnovabili.
      Due emergenze da contrastare con decisione. Metodi, tecnologie e procedure ci sono. E la volontà?

      Stefano Deliperi

  8. Avatar di FRANCESCO
    FRANCESCO
    agosto 17, 2024 alle 6:30 PM

    Ottimo intervento, ponderato e meditato. Grazie al Grig!

  9. agosto 22, 2024 alle 2:42 PM

    da L’Unione Sarda, 22 agosto 2024

    Speculazione energetica, i comitati alla Regione: «Non state fermando l’assalto».

    L’assessore all’Urbanistica Spanedda prova a mediare: «Pratobello24 sia complementare al nostro lavoro»: https://www.unionesarda.it/news-sardegna/speculazione-energetica-i-comitati-alla-regione-non-state-fermando-lassalto-fea4nmam

  10. settembre 15, 2024 alle 9:21 PM

    dal sito web istituzionale della Regione autonoma della Sardegna

    Impianti off-shore: assessori Spanedda e Laconi, parere negativo della Regione sul piano di gestione dello spazio marittimo proposto dal Governo. (https://www.regione.sardegna.it/notizie/impianti-off-shore-assessori-spanedda-e-laconi-parere-negativo-della-regione-sul-piano-di-gestione-dello-spazio-marittimo-proposto-dal-governo)

    Cagliari, 13 settembre 2024 – La Regione ha espresso parere negativo e motivato sul Piano di Gestione dello Spazio Marittimo “Tirreno-Mediterraneo Occidentale” proposto dal Governo.

    “Nonostante le nostre ripetute osservazioni in sede di Comitato Tecnico, tutt’ora il Piano sembra essere incompleto, privo di misure specifiche per le aree oltre le 12 miglia nautiche. Ciò lo rende sostanzialmente inefficace, non permettendo né la certezza del diritto per le istituzioni e gli operatori, né la possibilità di una piena partecipazione da parte delle comunità”, ha commentato l’assessore degli enti locali, finanze e urbanistica, Francesco Spanedda.

    La mancanza di misure specifiche per un’area di mare tanto vasta non può che avere effetti sostanziali sull’idoneità dello strumento per raggiungere gli obiettivi. Mancano, inoltre, le risorse economiche indicate come necessarie all’interno del Piano, e soprattutto la regolamentazione dell’off-shore.

    “La Regione – ha precisato Spanedda – chiede con forza che vengano previste nel Piano l’inserimento, per gli impianti eolici, del limite di 25 miglia dalla costa e comunque della non visibilità dalla costa e dai percorsi panoramici, il divieto di installazione e passaggio di cavi in aree soggette a tutela ambientale, la previsione di studi degli impatti cumulativi in tutti i Piani di Gestione e un limite massimo di potenza installabile corrispondente agli obiettivi di installazione fissati dal PNIEC per la produzione nazionale. La Regione chiede, infine, la garanzia di equa ripartizione dello sforzo produttivo di energia per evitare una concentrazione eccessiva in un’unica zona”.

    Il Piano, carente quindi dal punto di vista normativo, non tiene conto delle specificità del Mare di Sardegna e del suo rapporto con il paesaggio e gli ecosistemi dell’isola.

    “Vogliamo una transizione energetica che sia pianificata nel rispetto del territorio e delle aspirazioni della cittadinanza”, ha concluso l’assessore, Francesco Spanedda.

    Compatta la posizione della giunta Todde nel rifiuto del Piano proposto dal Governo.

    “La Regione Sardegna – ha dichiarato l’assessora della difesa dell’ambiente, Rosanna Laconi – sta lottando per difendere il proprio territorio. Siamo per una transizione energetica equa, democratica e garante del nostro patrimonio ambientale; per questo abbiamo espresso parere negativo sul Piano di Gestione dello Spazio Marittimo “Tirreno-Mediterraneo Occidentale” proposto dal Governo. Il Ministro delle infrastrutture, ancora una volta, ha perso l’occasione di pianificare un atto così importante in maniera condivisa con le Regioni.

    Il Piano proposto – ha precisato l’assessora Laconi – è incompleto, inefficace e non raggiunge gli obiettivi prefissati. Nello specifico rileviamo la sostanziale mancanza di elementi che permettano di regolamentare le aree marittime e di soddisfare il dovere di tutela ambientale. La mancata pianificazione delle aree idonee per gli impianti off-shore – ha sottolineato Rosanna Laconi – lascia spazio, ancora una volta, alla deregolamentazione che noi dobbiamo evitare a tutti i costi. La Sardegna – ha concluso l’assessora – è l’unica Regione a essersi opposta, questo non ostacolerà il nostro impegno per una pianificazione territoriale e marittima rispettosa delle esigenze delle comunità e dell’isola. Porteremo le nostre istanze al Ministro, in Parlamento e, se necessario, impugneremo la legge”.

    La produzione di energia da fonti rinnovabili è urgente. È necessario che avvenga in un quadro normativo nazionale rispettoso della Sardegna.

  11. settembre 17, 2024 alle 2:44 PM

    dal sito web istituzionale del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, 12 settembre 2024

    Valutazione Impatto Ambientale (PNIEC-PNRR): Progetto di impianto agrivoltaico denominato “OLMEDO”, sito nei comuni di Olmedo e di Sassari, con potenza 132,126 MWp, con annesso sistema di accumulo a batterie di potenza 40 MW, comprese opere di connessione. (https://va.mite.gov.it/it-IT/Comunicazione/DettaglioUltimiProvvedimenti/4777)

    Conclusa con esito “negativo” (D.M. DM_2024-0000281 del 12/09/2024) la procedura di Valutazione Impatto Ambientale (PNIEC-PNRR) inerente il progetto “Progetto di impianto agrivoltaico denominato “OLMEDO”, sito nei comuni di Olmedo e di Sassari, con potenza 132,126 MWp, con annesso sistema di accumulo a batterie di potenza 40 MW, comprese opere di connessione alla RTN.”.

    Vai al progetto

    Scarica il provvedimento

    ________________________________________________________

    da La Nuova Sardegna, 16 settembre 2024

    Energie rinnovabili. Bocciato l’impianto agrifotovoltaico di 177 ettari a Olmedo.

    Un impianto fotovoltaico

    Parere negativo della commissione nazionale per il Pnrr al progetto esteso su un’area di 400 ettari. (https://www.lanuovasardegna.it/regione/2024/09/16/news/bocciato-l-impianto-agrifotovoltaico-di-177-ettari-a-olmedo-1.100583811)

    Cagliari È stato bocciato oggi, 16 settembre, dalla commissione nazionale Via (Valutazione impatto ambientale) e Vas (Valutazione ambientale strategia) per il Pnrr il progetto di un impianto agri fotovoltaico nell’area di Olmedo. Bocciatura anche per il sistema di accumulo di batterie per una potenza di 40mega watt. 177 gli ettari destinati ai pannelli catturasole su una superficie totale di 400 ettari. Oggi è arrivato anche il decreto congiunto con parere negativo del ministero dell’Ambiente e del ministero della Cultura. 

    Nella zona tra Sassari, Alghero e Porto Torres sono stati presentati altri 32 progetti di impianti tutti in fase di valutazione per complessivi 3,8 gigawatt di potenza.

  12. settembre 19, 2024 alle 4:28 PM

    da L’Unione Sarda, 19 settembre 2024

    Batteria di energia dalla Co2, il gigantesco progetto a Ottana: hangar visibile da chilometri.

    Una costruzione grande cinque ettari: al cospetto le ciminiere della piana sembrano steli di paglia. (Fabio Ledda) (https://www.unionesarda.it/news-sardegna/nuoro-provincia/batteria-di-energia-dalla-c02-il-gigantesco-progetto-a-ottana-hangar-visibile-da-chilometri-ygkxvvty)

    Un hangar bianco grande 5 ettari, che fa impallidire le due ciminiere di Ottana che al cospetto sembrano due piccoli steli di paglia che si innalzano nel cielo, e capace di immagazzinare 20 megawatt.

    Un’enorme batteria, la prima al mondo che funziona con l’anidride carbonica, per lo stoccaggio dell’energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili.

    Lhangar di Ottana visibile da chilometri di distanza
    Hangar Ottana

    L’impianto è quello sorto ieri sera nella piana di Ottana e visibile a occhio nudo da decine di chilometri di distanza.

    Secondo i progettisti è il primo impianto al mondo capace di rendere l’energia rinnovabile dispacciabile e disponibile 24 ore su 24: connesso, quindi, con l’assalto in corso in tutta la Sardegna.

    Realizzato da Energy Dome di Milano, il nuovo impianto segue quello pilota da di 2,5 megawatt, inaugurato nel dicembre di due anni fa. 

  13. settembre 19, 2024 alle 6:35 PM

    che cosa vuol dire “le autorizzazioni non conformi decadono”? Se c’è un’autorizzazione definitiva alla realizzazione dell’opera è esecutiva, una “decadenza” (cioè revoca o annullamento in autotutela) darebbe luogo quantomeno a indennizzo,

    A.N.S.A., 19 settembre 2024

    Rinnovabili: Todde ‘quasi intera Sardegna sarà area non idonea’.

    Via libera in giunta a ddl, autorizzazioni non conformi decadono. (https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2024/09/19/rinnovabili-todde-quasi-intera-sardegna-sara-area-non-idonea_88a03385-3dae-46e2-90ee-9aa683fe3edf.html)

    “La maggior parte del territorio sardo sarà area non idonea a ospitare impianti di produzione da energia rinnovabile”.

    Così la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde in un punto stampa con i giornalisti al termine della riunione straordinaria della giunta di questo pomeriggio che ha dato via libera al disegno di legge di definizione delle aree idonee, che recepisce il decreto del ministero dell’ambiente.

    Con l’approvazione di oggi il testo potrà arrivare ora in Consiglio regionale per l’esame prima nelle commissioni e successivamente in Aula: la Sardegna potrebbe essere così la prima regione approvare la norma sulle aree idonee.
        La sostanza del disegno di legge, passato in giunta dopo l’esame questa mattina nella cabina di regia istituita ad hoc e ieri al vertice di maggioranza di campo largo convocato da Todde, è stata illustrata dalla governatrice insieme agli assessori dell’Industria Emanuele Cani, dell’Ambiente Rosanna Laconi, degli Enti locali, Francesco Spanedda, insieme alle assessore dei Trasporti in Barbara Manca e della Cultura Ilaria Portas, sottolineando il lavoro corale da parte di tutti gli assessorati.
        “Finalmente stiamo regolamentando il nostro territorio – ha precisato Todde -, una sfida trasformativa che ferma la speculazione e blocca il consumo selvaggio di suolo. La Sardegna non si farà più calpestare ma gestirà la propria transizione ecologica”. Le uniche zone che sono destinate a ospitare pale eoliche e pannelli fotovoltaici saranno dunque quelle industriali e le aree già compromesse”.
        Altro punto fondamentale del testo riguarda le autorizzazioni alla realizzazione degli impianti: “Quelle in corso e che riguardano aree che sono state segnalate come non idonee, non avranno più effetto – assicura la presidente pentastellata -.
        Quella marea di autorizzazioni che ha dato vita alle paure legittime dei cittadini che si sono visti travolti da tutte queste richieste, non saranno considerate effettive – ribadisce -, così come quelle già rilasciate e che vanno in contrasto a quanto disciplinato nel disegno di legge approvato oggi”.
       Incentivi per 700 milioni a privati e imprese sarde 

    Il ddl sulle aree idonee approvato oggi dalla Giunta regionale della Sardegna prevede anche i fondi destinati agli incentivi: 670 milioni di euro dal 2025 al 2030 “per i cittadini sardi, le imprese sarde, i Comuni, tutti gli enti regionali perché possano infrastrutturare i tetti e tutte le superfici che potranno essere utilizzate”, ha spiegato la governatrice Alessandra Todde al termine della seduta dell’esecutivo. La norma “recepisce tutto ciò che è previsto dalla legge 5 (la cosiddetta moratoria impugnata dal governo, ndr), che di fatto decadrà una volta che sarà approvata questa legge”, ha aggiunto. Non solo, annuncia Todde, “abbiamo reso gli usi civici, in misura generale, area non idonea, ma se – chiarisce – le singole comunità locali vorranno portare avanti dei progetti di interesse per la comunità, potranno farlo, di intesa con la Regione e attraverso la disciplina del dibattito pubblico”.

    • settembre 20, 2024 alle 2:58 PM

      dal sito web istituzionale della Regione autonoma della Sardegna

      Aree idonee: la Giunta approva il Dl “Disposizioni per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili”. (https://www.regione.sardegna.it/notizie/aree-idonee-la-giunta-approva-il-dl-disposizioni-per-l-individuazione-di-aree-e-superfici-idonee-e-non-idonee-all-installazione-di-impianti-a-fonti-rinnovabili)

      Cagliari, 19 settembre 2024 – La Giunta regionale ha approvato questo pomeriggio il disegno di legge “Disposizioni per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili” che sarà trasmesso al più presto al consiglio regionale per iniziare il suo iter.

      “La Sardegna è la prima Regione d’Italia a proporre una legge sulle aree idonee con circa 3 mesi di anticipo rispetto alla scadenza prevista dal Governo. Siamo orgogliosi di aver presentato un modello virtuoso di transizione ecologica basato sullo sviluppo sostenibile, sulla tutela dell’ambiente, sul rispetto del suolo, del paesaggio, dei territori e dei cittadini sardi.

      Con questa legge, non solo decliniamo i criteri che rendono un’area idonea o non idonea all’installazione di impianti rinnovabili, ma stanziamo un’importante dote economica a favore della Sardegna.

      Vogliamo che ogni famiglia e impresa sarda si possa produrre la propria energia. Infatti, da qui al 2030, investiamo circa 700 milioni di euro per le comunità energetiche, impianti fotovoltaici, accumuli di energia elettrica per autoconsumo, con incentivi – anche a fondo perduto – destinati a cittadini, Comuni, imprese, privati ed enti regionali.

      Gli impianti in corso di autorizzazione, o che hanno già ottenuto un’autorizzazione ma non hanno iniziato i lavori, non potranno essere realizzati se l’area prevista nel progetto non è ritenuta idonea.

      Garantiamo la produzione e la vocazione agricola e la sostenibilità energetica della filiera agroalimentare, anche mediante integrazioni al reddito delle imprese agricole sarde, favorendo pratiche di autoconsumo aziendale. Inoltre, entro 120 giorni, la giunta dovrà approvare il disegno di legge che istituisce l’Agenzia regionale sarda dell’energia.

      Come ulteriore garanzia contro la speculazione, prevediamo l’obbligo per le imprese di presentare 2 polizze fideiussorie: una finalizzata a garantire la corretta realizzazione dell’impianto e ad evitar di lasciare cantieri incompiuti, e l’altra – dal valore doppio rispetto a quello dell’impianto – finalizzata a garantire la corretta dismissione di questo quando giunto a fine vita. Queste polizze sono uno strumento contro quelle società con bassissimo capitale nate al solo scopo di vendere l’autorizzazione al migliore acquirente.

      Sia chiaro: l’autorizzazione viene concessa a chi stipula precedentemente la polizza.

      Questa per noi è una sfida trasformativa che ferma la speculazione e blocca il consumo selvaggio di suolo, finanziando l’autoproduzione, le comunità energetiche e l’autoconsumo con l’obiettivo di tagliare i costi delle bollette per i sardi. La Sardegna non si farà più calpestare ma gestirà la propria transizione ecologica”.

      Lo dichiara la presidente della regione Alessandra Todde.

      ——————————————————

      Delibera del 19 settembre 2024, n. 36/1
      Disegno di legge concernente “Misure urgenti per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile, e per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi”.  

      1. DEL36-1 Relazione ddl.pdf
      2. DEL36-1 Testo ddl.pdf
      3. DEL36-1 Allegato A – Non idonee fotovoltaico e termodinamico.pdf
      4. DEL36-1 Allegato B – Non idonee agrivoltaico.pdf
      5. DEL36-1 Allegato C – Non idonee eolico.pdf
      6. DEL36-1 Allegato D – Non idonee biomasse.pdf
      7. DEL36-1 Allegato E – Non idonee geotermoelettrico.pdf
      8. DEL36-1 Allegato G – Requisiti urbanistico edilizi.pdf
      9. DEL36-1 Allegato F – Aree idonee.pdf
  14. settembre 24, 2024 alle 2:42 PM
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