E’ ora di aprire gli occhi sulla speculazione energetica.


India, Deserto del Thar, centrale fotovoltaica Bhadla Solar Park

La petizione Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! si firma qui.

Un accorato appello ai cittadini perché aprano gli occhi sulla realtà della speculazione energetica a cura del dott. Fabrizio Quaranta, esperto in agricoltura, già primo ricercatore agrario dell’Istituto Sperimentale per la Cerealicoltura (oggi CREA).

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Eboli, centrale fotovoltaica

IN FRAUDANTES MACHINAE AD RENOVATIONEM (ET MERCENARIOS EARUM PRAEDATORES)

Seguo la questione rinnovabili da diversi anni. Di giornalisti e intellettuali che hanno intuito l’imbroglio millantato di verde e coraggiosamente puntato il dito verso questa deriva speculativa c’era Carlo Petrini di slow food e Gian Antonio Stella che scrive sul Corriere. Un po’ ne ha scritto anche Antonello Caporale. E c’era anche un Mauro Pirani già anziano che lanciava l’allarme. La lucida, documentata e controcorrente denuncia di Sgarbi. Ma poi il vuoto totale. Su alcuni giornali, ahimè soprattutto locali, ogni tanto qualche coraggioso cronista cerca di attenzionare la sporadica verità sull’impudico e violento assalto saccheggiatore, ma poi ci sono potenti lobby che sovrastano tutto con la forza dei media e del denaro e si scrive e trasmette quello che del resto lettori e telespettatori obnubilati da anni di ossessiva propaganda vogliono quietamente sentirsi dire.

Quando si lanciò in grande stile il piano green new deal c’era chi gioiva in buona fede forse e chi piangeva perché sapeva dove mettevano soldi e dove si andava a finire. La speculazione con folle incentivi a miliardi e miliardi dati per venti e più anni hanno drogato il mercato e spostato gli investimenti verso questi settori.

Poi arriva la spinta della guerra, si chiude con l’economico gas russo e si punta tutto sull’elettrico e al culto religioso, dogmatico diktat politicamente corretto delle “zero emissioni”. Ora quasi tutti i media controllati da pochi fondi proprietari, accentratori di interessi forti, spingono sui settori più speculativi e promettenti… Farmaci, armi, e, soprattutto, industria delle rinnovabili.Gli armamenti comunque vanno a fossili. Compreso aerei e navi sia civili che industriali, ma questo è un dettaglio da miscredenti che non deve rovinare le acquisite certezze confessionali.

California, deserto del Mojave, centrale solare termodinamica

Sarebbe allora, una buona volta, invece che la grande stampa e i media la smettessero con poco dignitose sviolinate alla speculazione energetica rinnovabilista e al loro ancor meno degno codazzo sodale.

Malgrado deboli paraventi, siamo infatti davanti a multinazionali avide di oltre 400 mld di incentivi pubbliciall’arrembaggio dei territori, per il più grande assalto ambientale della Storia italiana mascherato di “verde”, da troppo tempo ormai supportato vergognosamente da media e politica con un’ossessiva, suadente quanto falsa propaganda persuasiva e manipolatrice.

L’assalto saccheggiatrice della speculazione energetica multinazionale: la più grande tragedia ambientale della Storia italiana, ipocritamente mascherata di verde: antiscientifico, prezzolato e falso alibi di impossibile mitigazione locale di cambiamenti climatici globali.

 Le multinazionali della speculazione energetica, spesso le stesse società col core business nel vituperato “fossile”, stanno infatti massacrando l’Italia più bella, millantando come falsissimo alibi, ridicole riduzioni di CO2 climalteranti locali, del tutto ininfluenti sui cambiamenti climatici globali.

Cina, Pechino, smog

Nel solo anno 2023 la Cina ha infatti emesso 16 000 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (in sistematica crescita dal 1990, + 411%), il 30% delle emissioni globali mondiali. Elevatissimi e in crescita anche gli apporti di India e altri Paesi cd BRICS, con la vittimistica narrazione del riscatto dal perfido Occidente (la cui economia suicida a rinnovabili stanno seppellendo appunto con l’economico carbone).  L’Italia ha emesso 374 milioni di CO2 (in drastica diminuzione dal 1990, – 27%), appunto uno striminzito 0,71% totale delle emissioni globali mondiali (tra l’altro per il 44% imputabile a usi termici, il 34% ai trasporti e SOLO IL 22% alla produzione di energia elettrica).

Quindi se azzerassimo utopicamente le emissioni da produzione elettrica distruggendo completamente e irreversibilmente il nostro patrimonio agronaturale e storico-culturale con dilaganti impianti industriali rinnovabili ridurremmo di un ridicolo, infinitesimale e quindi assolutamente inutile 0.15% (=0.71 × 0.22) le nostre emissioni, senza nessunissimo effetto sui cambiamenti climatici come invece sbandiera il falso alibi dei saccheggiatori tinti di fintoverde.

Del resto MEZZA ITALIA È GIÀ MASSACRATA DA ANNI DA QUESTA MONNEZZA che aumenta e dilaga inesorabile e ha già compromesso buona parte delpiù fragile Sud (1700 pale già feriscono a morte l’ex provincia granaria di Foggia), indifeso e più esposto alla criminalità, per poi rimandare la corrente al Nord energivoro con ulteriori lievitazioni dei costi. MA, malgrado questo già grande sacrificio, NESSUN MIGLIORAMENTO C’È STATO NELLE DINAMICHE CLIMATICHE, anzi…

impatto centrale fotovoltaica, 30 MW, 2013, USA

 Anzi…l’International Energy Agency (IEA), nel World Energy Outlook del 2023, sottolinea come il governo cinese preveda di arrivare al picco delle emissioni nel 2030, per cui non possiamo che prevedere ulteriori folli aumenti delle emissioni cinesi di CO2. Ma è allora qui che andrebbero ridotte le enormi emissioni climalteranti, responsabili dei cambiamenti climatici globali, malgrado certe masochistiche sviolinate dei media occidentali che assolvono il bravo Dragone per 4 specchietti fotovoltaici (per le allodole).

Ma la ben orchestrata, suadente e falsa propaganda, reiterata ossessivamente,  prova a nascondere la tragica realtà: un massiccio consumo di suolo (che ha raggiunto 20.000 ha, raddoppiato nell’ultimo anno) un massacro di territori, natura, campi e boschi che si erano salvati da decenni di selvaggia speculazione edilizia, ora nel mirino di  cavallette impazzite attratte dall’odore di giganteschi, inauditi incentivi pubblici poi scaricati sulle nostre bollette: almeno 400 miliardi € dal 2010 al 2030,  pari al 13% del debito pubblico italiano e 20 manovre finanziarie lacrime e sangue, altro che gli squallidi falsi slogan “abbasseremo le bollette”.

 Queste tecnologie infatti

  • non sono in grado di autofinanziarsi,
  • non garantiscono la costanza dei flussi di corrente,
  •  sono fortemente inquinanti,
  • fanno impennare il costo dell’energia con danno diffuso tra famiglie e imprese,
  • fanno esplodere il debito pubblico
  •  per riempire le tasche di pochi e privilegiati imprenditori che amano fare impresa senza rischio di impresa (tanto cmq paga Pantalone).
  • L’Italia è un paese tra i più densamente abitati nell’Unione Europea e nel contempo presenta valori di ventosità poco interessanti per questa tecnologia. Pur essendo il quinto paese d’Europa per potenza eolica installata, l’Italia risulta essere ultima in Europa per produttività degli stessi impianti.

Negli ultimi 25 anni, l’Italia ha assistito a un’espansione massiccia e incontrollata delle fonti rinnovabili elettriche intermittenti – eolico e fotovoltaico – con un impatto devastante su territorio, paesaggio e coesione sociale. Circa 44 GW di potenza installata si concentrano oggi in poche regioni, quelle con il più alto valore paesaggistico e agricolo come Sardegna, Sicilia, Puglia, Basilicata e Toscana.

Questa espansione è avvenuta senza alcuna pianificazione, in assenza di strumenti di coordinamento tra Stato e Regioni, e spesso tramite decreti-legge ad hoc, approvati in tempi rapidissimi, che hanno introdotto semplificazioni procedurali estreme. Mentre i meccanismi di tutela previsti dalla legge come la pianificazione paesaggistica o la Valutazione Ambientale Strategica sono stati sistematicamente rinviati o svuotati di efficacia, la normativa di protezione del paesaggio, della biodiversità e del suolo è stata di fatto smantellata. Il risultato è che oggi, in Italia, ottenere autorizzazioni per attività industriali tradizionali è spesso difficile, ma per impianti eolici o fotovoltaici i permessi sono estremamente facilitati, fino a prevedere addirittura l’esproprio dei terreni.

Portoscuso, zona industriale di Portovesme, centrale termoelettrica Enel

A fronte di questa accelerazione forzata e quindi antidemocratica, i risultati in termini energetici e climatici sono stati fallimentari. L’Italia continua a dipendere per circa l’80% da fonti fossili per i suoi consumi energetici totali, e nel 2023 solo il 4% dei consumi finali di energia nazionali è stato coperto da eolico e fotovoltaico.

Malgrado la forte crisi agricola italiana, con carenza per quasi tutte le materie prime alimentari (ci manca oltre il 60% di grano e il 50% di mais e poi praticamente tutte le altre) vengono occupati i migliori (e già insufficienti) terreni pianeggianti fertili col fotovoltaico, addirittura con procedure di esproprio coattivodi privati contro altri privati, tra l’altro produttori di eccellenze agroalimentari: forse neanche nel Basso Medioevo!

Un LAND GRABBING de’ noantri che evidentemente non merita l’attenzione delle trasmissioni tivvì che invece prosperano di scandali.

Una volta l’agricoltura godeva di sovvenzioni per tirare avanti ed evitare tragici abbandoni a cascata. Poi la Ue decise che non si possono dare aiuti di Stato.

Gli agricoltori in agonia per la globalizzazione dei mercati, cedono i terreni e per necessità si arriva purtroppo a svendere o chiudere.

costruzione centrale eolica

Poi non manca pure l’ignoranza e la cupidigia che porta a fregarsene e essere contenti di qualche effimera elemosina di centinaia di euro di fronte a irreversibili saccheggi e predazione di storie millenarie ridotte a bottino elettrico da fonti rinnovabili.

Colate di migliaia di tonnellate di cemento (ca 5000 t, inamovibili per ogni plinto) minano, offendono e deturpano irreversibilmente fertili campi agricoli e intonsi crinali montani, per innalzare grattacieli eolici di 200m che svettano e rumoreggiano a centinaia di km/h anche vicino ad abitazioni e testimonianze identitarie della nostra storia, cultura e bellezza, facendo strage di insetti pronubi e avifauna utile agli equilibri biologici

Studi e ricerche di importanti istituti scientifici (tenuti nascosti) provano danni irreversibili su esseri umani, flora e fauna terrestre/marina:

  • Disboscamenti e creazione di enormi strade dove c’erano piccoli sentieri per camminatori e ciclovie
  • Innesco di vecchie e nuove frane su crinali già a rischio idrogeologico
  • Incremento di formazione delle cd. “bombe d’acqua” in cresta, prodotte principalmente per la presenza degli altissimi aerogeneratori che riducono drasticamente la velocità di transito della perturbazione in corrispondenza della cresta,favorendo così la concentrazione di pioggia, forte ruscellamento, erosione e disastrose alluvioni a valle.
  • Cementificazione di suoli naturali o agricoli (5000 tonn di cemento; 200 di acciaio per ogni aerogeneratore)
  • Rischio innesco incendio dagli stessi aerogeneratori e/o ostacolo allo spegnimento di boschi e colture agrarie con mezzi aerei.
  • Rischio gravi danni da caduta dei tralicci o delle pale per rotture meccaniche
  • Ingenti quantità di lubrificanti sintetici derivati del petrolio (oltre 300 litri per turbina, da rinnovare periodicamente), altamente infiammabili e di difficile gestione in caso di incendio.
  • 150kg e più di microplastiche eterne PFAS rilasciate da ogni singola pala all’anno, entrano nei polmoni, sangue e cervello;
  • vibrazioni in aria e terra ed infrasuoni che generano la sindrome da pala eolica su persone ed animali: stress su sistema nervoso, vascolare, linfatico e cellulare, ipossia e radicali liberi. Diversi animali non fecondano più le uova.
  • Persone ed animali abbandonano luoghi vicini all’eolico
  • con documentata svalutazione degli immobili.
  • Grave e irreversibile danno alle economie legate al turismo lento, oggi così importante per la sopravvivenza delle filiere produttive della maggior parte dei territori rurali interni italiani
  • Rilascio di metalli velenosi da eolico offshore: alluminio, zinco, indio, bario e cromo trovati nei molluschi.
  • Strage di avifauna rara e (teoricamente) protetta e insetti pronubi indispensabili al ciclo biologico di varie specie agrarie.

Ci sarebbe poi da discutere sul ripristino dei siti a fine vita dell’impianto:

  • intanto vedere se è prevista una data precisa o solo un termine indicativo (i progetti indicano magari 25/30, occorre leggere sulle varie autorizzazioni).
  • Viene richiesta una fideiussione a garanzia di questi lavori oppure sono semplici garanzie “a parole”?
  • Fisicamente non è poi possibile un vero ripristino delle stesse condizioni preesistenti, dei grossi blocchi delle fondamenta raschieranno forse un metro?
  • Il suolo fertile si concentra nei primi cm di profondità del terreno e una volta persi microorganismi e sostanza organica non è che basta un po’ di terreno di riporto (preso dove?) per ottenere nuovamente un terreno fertile idoneo all’agricoltura. Il terreno è frutto di un lento processo di degradazione della roccia madre, se al posto di essa c’è un monolite di cemento armato cosa si deve degradare?
  • Le vitali e imprescindibili funzioni di fertilità e filtraggio delle acque sono gravemente compromesse da queste impattanti opere gigantesche e inutili che spesso intaccano anche le falde profonde
  •  Con il fotovoltaico a terra (e la sua ipocrita versione aggiraregole dell’agrivoltaico) il terreno, presto abbandonato della sua finta funzionalità agraria, diventa ” superficie artificiale” e dopo si può fare tutto su un terreno “superficie artificiale”. Discariche, impianti, capannoni ecc. Il colpevole andrebbe denunciato per danno erariale.

In Italia per accaparrarsi questi soldi pubblici si accavallano freneticamente le istanze per nuovi impianti: in tutto il territorio nazionale le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 luglio 2025 risultano complessivamente ben 6.133 (SEIMILACENTOTRENTATRE!!! 17 al giorno, oltre 300 per Regione, ma oltre 1000 in alcune meno fortunate de Sud) pari a 336,11 GW di potenza, oltre 4 volte l’obiettivo di 80, imposto dal Green Deal europeo (in effetti ben 6 volte alla data di oggi, visto che sono stati già installati oltre 20 GW e che quindi ne servirebbero meno di 60)

Le 6133 richieste di saccheggio del territorio sono suddivise in

  • 3.912 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 155 GW (45%),
  • 2.063 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 110 GW (32%),
  • 117 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a mare per 78 GW (22%).

Questa overdose di energia provocata da fonti intermittenti e inaffidabili viene e verrà pagata profumatamente anche se costretti a non usarla nei tanti e crescenti momenti di sovraccarico, con crescenti spese di adeguamenti infrastrutturali, nuove centrali a gas come riserva strategica e comunque rischi di catastrofici black out come successo in Spagna.

Germania, Ostfriesland, Frisia Orientale, centrali eoliche

Anche se qualcuno gongola, nonostante in Europa la potenza installata di pale e pannelli sia superiore al nucleare, le rinnovabili poi producono molto, ma molto meno elettricità e la producono tutta insieme, quando spesso si accavallano e non serve. Infatti non sostituiscono le centrali tradizionali ma le affiancano perché quando il sole e il vento non ci sono, bisogna ricorrere a gas e carbone ….E allora quanto territorio è stato invano sacrificato per un risultato modesto, di scarsa efficacia seppur di falsa propaganda

Il reiterarsi da anni di articoli giornalistici sedicenti democratici e progressisti  e “indignate” trasmissioni di inchiesta a favore dell'”inevitabile” assalto speculativo delle multinazionali per il nostro (???) bene e’ malinconico segno dei tempi e della deriva della democrazia popolare che fu sinceramente  ambientalista: ricordano le vecchie veline dei giornali della destra palazzinara che  negli ultimi 70 anni ha cementificato e  massacrato impunemente gran parte delle campagne e dei sobborghi delle già armoniche città ereditate da secoli rendendole in pochi anni inguardabili e invivibili, malgrado la beffa dei nomi bucolici delle oscene lottizzazioni, un po’ come il tanto ossessivo quanto falso millantare di verde il saccheggio di territori in corso da parte della speculazione energetica.

Ora quel che poco che si è salvato di agronaturale, quello struggente paesaggio storico culturale che ancora permea la nostra identità e permette filiere agroalimentari di eccellenza e quindi turismo di qualità e freno allo spopolamento delle aree interne, si vuol definitivamente degradare e banalizzare a ennesime sordide periferie industriali facendo posto a giganteschi impianti eolici e fotovoltaici tanto ” cari” al lucro insaziabile della selvaggia speculazione energetica multinazionale.

Ed è palese che tutto questo nulla ha a che fare con l’eventuale produzione di corrente pulita o calcoli di costi/benefici ambientali ecc.

centrale fotovoltaica in area agricola

Queste imprese energetiche guadagnano nel mettere a terra gli impianti, consumando suolo e massacrando paesaggio e ogni filiera agroturistica, e del resto (e tanto più il disco rotto dei cambiamenti climatici usato come penoso alibi) non frega niente a nessuno. Fra qualche anno succederà come per i capannoni degli anni ‘70 che in breve tempo (prendi i soldi e scappa) furono abbandonati e rimasero per lo più vuoti e fatiscenti in appezzamenti brulli e sporchi: un triste quadro che ricorre e svilisce tutta l’Italia. Come per le aree industriali negli anni ’70, le aree a servizi negli anni ’80, le aree commerciali negli anni ’90, le aree per la logistica negli anni 2000, con il nuovo escamotage dell’agrivoltaico si aggirano le regole di tutela della terra agricola e si tornano a consumare fertili pianure per la produzione di cibo. Un enorme cavallo di troia pieno di grossi capitali, per lo più soldi nostri, delle nostre bollette o della fiscalità generale, che rovineranno addosso al “fattore terra”, compromettendo per sempre terreni vergini. Non è infatti MAI successo per le precedenti ondate speculative, che si riuscisse a ripristinare l’uso agricolo di questi terreni selvaggiamente consumati e degradati. Per lo più giacciono abbandonati come squallide periferie industriali e vengono scientemente ignorati dall’ondata speculativa successiva che invece si rivolge a nuovi superstiti terreni agricoli intonsi come nuove vergini da stuprare.

Non è allora un caso il comune sentire della subdola delegittimazione contro le Soprintendenze, tra le poche efficaci e meritorie Istituzioni pubbliche a fronteggiare vecchi e nuovi barbari predatori di territori.

  Una gran mole di impianti industriali spacciati con ipocrita e falso termine manipolatore di “parchi” impattano e impatteranno sempre più sui territori migliori rimasti, con investimenti colossali ma senza rischio d’impresa perchè garantiti da altrettanti colossali incentivi di centinaia di miliardi che paghiamo con le ns bollette e la fiscalità generale (altro che la clamorosa e falsa bufala propagandista sulle “rinnovabili che abbassano le bollette”).

Filippine, Isola di Luzon, baia di Bangui, centrale eolica sulla spiaggia (AFP Photo/Ted Aljibe – Il Corriere della Sera). Vogliamo arrivare a questo?

Invano Comuni, Regioni, Enti di tutela, agricoltori, cittadini residenti o meno, amanti della natura, della cultura e del paesaggio, bollati con arrogante ignoranza provocatoria come NIMBY, si oppongono a questo ben orchestrato aggiramento delle norme che tutelano i territori.

Ma se certe sedicenti altezzose élite intellettualoidi, in scia e protette dal pensiero unico rassicurante si sentono talmente supponenti da rieducare il “popolo che non capisce” e indurlo a rassegnarsi che dovranno vivere nella schifezza industriale perchè (ipse dixit?)  il paesaggio inesorabilmente” cambia nel tempo”, resta il fatto che alle tutto sommato limitate schifezze che offendono oggi la naturalità e il paesaggio rurale dei luoghi sopravvissuti a vecchi assalti (un tempo unanimemente combattuti), ora se ne aggiungerebbero tante altre, ma stavolta enormi, diffuse e irreversibilmente esiziali.

E cmq un vecchio reato non ne giustifica uno nuovo ben peggiore. Aver rubato caramelle nel passato, non autorizza oggi un omicidio, anzi una strage di vivibilità.

Del tutto forzato e stridente risulta comparare turbine alte 200 metri posizionate sulle creste dei crinali rispetto ai (pochi e distanti) tralicci dell’alta tensione che, nelle aree collinari, non superano i 15-20 metri: a differenza di quest’ultimi, una turbina eolica di grandi dimensioni come quelle previste in Appennino è nettamente visibile a decine di chilometri di distanza in un raggio di pari dimensione.

 Almeno i giornali con presunzione democratica scevra da forti  condizionamenti economici non si accodino alla incessante propaganda mediatica  della speculazione energetica nella sua tragicomica vulgata per cui installare in zone di pregio ambientale come gli Appennini o nelle aree agricole dell’indifeso Sud, dell’amata Sardegna, dell’Italia più bella e sana, decine di pale eoliche di dimensioni pari ai più imponenti grattacieli italiani non è altro che il naturale proseguimento della “ congenita antropizzazione del territorio”, stucchevole argomento dei nuovi salotti bene indottrinati, quando invece si tratterebbe di una deturpazione paesaggistica di proporzioni tali da ritenersi senza precedenti nella storia dell’uomo, per dimensioni e tempi di attuazione, in quanto non sedimentata in centinaia d’anni come le modificazioni del paesaggio del passato.

La pur necessaria decarbonizzazione e una efficace transAzione energetica verso le rinnovabili non obbliga però lo Stato, gli enti locali e i cittadini italiani a essere pressati e minacciati dagli studi legali delle multinazionali dell’energia per realizzare “urgentemente” grandi e impattanti impianti FER, con addirittura espropri di privati verso altri privati, mai visto nella Storia italiana, alla faccia della tanto sbandierata Costituzione (in particolare nei suoi artt. 9, 41 e 43).

Mar di Sardegna, progetto di centrale eolica offshore (tratto da documentazione procedura di scoping)

 La stessa produzione di energia pulita generata da impattanti installazioni di tipo industriale può essere del resto agevolmente raggiunta, come dichiarato dagli ultimi rapporti ISPRA (ente scientifico pubblico di grande spessore ancora a schiena dritta) attraverso la collocazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti delle zone residenziali non tutelate, commerciali, industriali per non parlare degli enormi spazi della invadente logistica. Solo una parte dei tantissimi tetti civili e dei capannoni industriali già disponibili potrebbero fornire da subito 100.000 ha di superficie (ISPRA-Report Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2023, Report n. 37/202), permettendo di installare una potenza tra 70 e 90 GW e quindi centrando facilmente il target di 80 previsto per il 2030 (che con i 19 aggiunti nel 2024 in effetti è ora già sceso a 61 GW). Costi e tempi di realizzazione oltretutto sarebbero ridotti, visto che queste strutture, rispetto ai terreni agricoli, sarebbero già meglio attrezzate per ospitare un impianto. Se poi si aggiungono anche strutture pubbliche, parcheggi, aree oggetto di bonifica, cave e miniere dismesse, strutture ferroviarie e comunque le immense aree già consumate, impermeabilizzate e spesso fatiscenti, si potrebbero avere a disposizione altri 800 000 ettari di superfici piane!!!(monitoraggio ISPRA) che sarebbero più che sufficienti per raggiungere tutti gli obiettivi ambientali e di domanda energetica al 2050 e oltre senza intaccare il prezioso e sempre più raro suolo agricolo (Ecoscienza 2023 – 2, anno XIV pagine 24-25.  GLI SPAZI PER IL FOTOVOLTAICO ALTERNATIVI AL SUOLO a cura di Pasquale Dichicco, Ines Marinosci, Michele Munafò- ISPRA). Tra l’altro, oltre alle rinnovabili, si incentiverebbe anche il restauro conservativo ed estetico di migliaia di immobili che spesso precludono la vivibilità delle periferie urbane senza invece creare ulteriori nuove mostruosità. E quindi nuove immense squallide periferie industriali.

Su queste le aziende potrebbero avere pure crediti d’imposta, anziché scialare con folli incentivi che finiscono ora ai fondi esteri. E poi sulle tante aree degradate, sulle centinaia di chilometri quadrati di superfici già impermeabilizzate e consumate presenti in Italia, dunque senza arrecare ulteriori danni alle poche aree ancora incontaminate del Paese.

progetto centrale eolica offshore Sardinia South 2, punto di sbarco del cavidotto sulla spiaggia di Tuerredda, 2023

E poi non si può non parlare della truffa dell’agrivoltaico,

nel ben tracciato solco della ipocrita furbizia italiana aggiraregole, quelle regole che seppur tardivamente solo da poco tempo hanno impedito finalmente il tombamento diretto della fertilità dei migliori terreni di pianura, ma che ora si vogliono bypassare sollevando un poco da terra i lugubri paramenti funebri con la falsa lusinga che possa continuare l’attività agricola.  Ma invececon la riduzione della radiazione solare si hanno cmq inevitabili contrazioni della fotosintesi e quindi perdite produttive e qualitative per le poche colture agrarie artificiosamente messe a dimora come paravento per giustificare il core-business delle multinazionali energetiche.

Solo uno dei tanti capitoli del consueto assalto lucrativo al territorio.

Ulteriore drammatico e irresponsabile consumo di suolo e dei suoi ineludibili servizi ecosistemici, in primis proprio lo stoccaggio di immensi quantitativi di CO2, con disfacimento del paesaggio e della superstite ruralità dei territori.

centrale eolica

Il fotovoltaico e l’agrivoltaico consumano suolo agricolo, distruggono anch’essi i paesaggi e soprattutto provocano impennate dei prezzi dei terreni agricoli rendendo la terra inaccessibile agli ultimi agricoltori rimanenti o ai giovani che con coraggio persistono nel voler vivere in campagna per far vivere le campagne.

Ovviamente le società energetiche privilegiano terreni di pianura perché più comodi da infrastrutturare. Il paradosso è che si tratta quasi sempre della risorsa collettiva più scarsa: i mortiferi progetti si abbattono infatti sui terreni più fertili, spesso utilizzati con criteri etici ed ecologici da piccoli produttori che consapevolmente ne preservano i servizi ecosistemici, in una realtà geografica con la fisionomia complessiva di una catena montuosa immersa nel Mediterraneo. L’Italia ha perso il 30% delle sue terre coltivate in 25 anni e importa il 60% del suo grano e di praticamente tutte le materie prime. La sovranità alimentare non è mai stata così lontana.

Una diffusione massiva del fotovoltaico nell’edilizia residenziale con le Comunità Energetiche Rinnovabiliinvece consentirebbe, tra l’altro, una gestione diretta della produzione elettrica da parte dei cittadini e finalmente un vero risparmio in bolletta, riducendo sensibilmente i costi elevati ma poco chiari di dispacciamento e migrazione dell’energia, oltre a garantire (queste si, non le bufale delle multinazionali) decine di migliaia di posti di lavoro a medie e piccole imprese per l’installazione capillare degli impianti.

È notoriamente infinitesimale e del tutto inutile l’incidenza di questi pur enormi impianti industriali sulla riduzione delle emissioni globali mondiali che sono generate invece dai vecchi e nuovi capitalismi (USA vs Cina e India): con gli impianti energetici industriali italiani non si salva di certo il pianeta come invece incalza ossessiva una falsa retorica di parte.

Ridurre la nostra giàmicroscopica percentuale (0.15%) di CO2 climalterante farebbe un baffo ai cambiamenti climatici globali, mentre si annienterebbe in maniera irreversibile una delle poche ricchezze che ancora rimangono all’Italia e al mondo: la storia, la cultura, l’identità del paesaggio italiano, non solo patrimonio nazionale, ma dell’intera umanità.

San Gimignano. Vorreste una doppia cinta di “torri” eoliche a circondar San Gimignano turrita?

Fermiamo finche’ siamo in tempo il più grande e lucroso scempio ambientale della Storia italiana impudicamente mascherato di finto verde.

Un patrimonio culturale, agricolo e ambientale ricco e famoso nel mondo non merita certo di essere sottoposto all’irreversibile degrado elargito da infrastrutture ingombranti e di enorme e irreversibile impatto su ecosistemi, biodiversità, paesaggi, economie e identità locali: per questo le comunità che si vedono imporre tali opere sono scosse da crescenti tensioni e conflitti sociali.

Un attacco mortale, in grado di azzerare la GRANDE BELLEZZA superstite e le correlate attività agroturistiche, ma ancor di più di azzerare il futuro delle aree interne “colpevoli” di essere le più incontaminate e indifese. A meno che non si tratti di un futuro di abbandono, nel quale si aprono ghiotte occasioni per speculatori di ogni tipo: le valli più interne, dall’aspetto “verginale”, si prestano bene ad ospitare le cose più immonde e le speculazioni più inconfessabili.Del resto, è negli intendimenti del Governo abbandonare le aree interne ad una “fine dignitosa” (qualunque cosa voglia dire).

tetti fotovoltaici

BASTA SCEMPI, TETTI E AREE DISMESSE BASTANO

ce lo dice vanamente da anni ISPRA, istituto scientifico pubblico tra i più seri e affidabili, e le stesse ferree (grida manzoniane?) premesse e disposizioni dei documenti europei sulla idonea dislocazione delle rinnovabili recepiti in Italia, ma invece si continua impunemente a consumare prezioso e raro suolo vergine, comodo e lucroso per la speculazione, tragico per tutti noi.

Non so proprio come ne usciremo da questo immenso barbarico bottino di territori.

 Intanto resistiamo alle prediche indecorose dei falsi profeti e uniamo le forze dal basso.

La sacra terra non è Res Nullius da tombare irreversibilmente per lucri privati.

Questa TransAzione si può fare e si faccia sulle tante aree già compromesse e consumate, ma si risparmi quel che resta del suolo e dei paesaggi unici che tutto il mondo ci invidia.

Fabrizio Quaranta

Lago di Bolsena, Isola Bisentina, sullo sfondo la centrale eolica di Piansano

(foto da AFP Photo/Ted Aljibe – Il Corriere della Sera, mailing list ambientaliste, da Google Maps, S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di Fabrizio Quaranta
    Fabrizio Quaranta
    agosto 15, 2025 alle 8:54 am

    Grazie! Buon ferragosto!

    • agosto 15, 2025 alle 9:55 am

      🌞🦅🦅

    • agosto 16, 2025 alle 10:44 am

      Aderisco a questo lucido appello contro la distruzione di quel che resta del Bel Paese, aderirò alla vostra associazione, come storico dell’ arte voglio contribuire, con le mie modeste forze, a salvare lembi di paesaggio e beni culturali meravigliosi da questa ignobile speculazione.

      Riccardo Battiferro Bertocchi

    • Avatar di Cristina Tani
      Cristina Tani
      agosto 16, 2025 alle 5:28 PM

      Grazie per il bellissimo articolo sulla strage del verde in Italia in nome del green!!!

  2. Avatar di Pino
    Pino
    agosto 15, 2025 alle 10:40 am

    Questo articolo è illeggibile! Pieno di mistificazione e inesattezze su tutti i fronti tratti.

    Da una parte ci sono i GRETINI, dall’altra VOI. Entrambi sostenete teorie e rappresentazione estreme della realtà.

    Fate una cortesia alle persone comuni: fondate la vostra religione e esponete un bel cartello di riconoscimento all’inizio di ogni vostra celebrazione!

    Vi saluto con tristezza.

    • agosto 15, 2025 alle 11:11 am

      Egregio esperto Pino, immaginiamo che lei sia in grado di articolare una qualche critica sul merito di quanto ha letto ovvero dobbiamo purtroppo pensare che non vada oltre slogan anche un po’ datati?
      Suvvia, ci illumini…

      Stefano Deliperi

      • Avatar di Andrea Manna
        Andrea Manna
        agosto 15, 2025 alle 6:16 PM

        rispondere ad una massa di affermazioni talebane senza alcun senso comporta tempo. Il tempo è prezioso. La vostra isoletta la più inquinante d’Europa che emette per ogni kWh una quantità di CO2 paragonabile a quella della Polonia.

        Tenetevela, poi però non lamentatevi dei tumori o del fatto che non avrete corrente quando sarete obbligati a spegnerle.

      • agosto 15, 2025 alle 6:39 PM

        la Sardegna sarebbe la “più inquinante d’Europa“?
        Si capisce subito il suo pensiero, se lo tenga stretto.

        La “balla” della Sardegna inquinatrice d’Italia.

        Stefano Deliperi

    • Avatar di giulio
      giulio
      agosto 18, 2025 alle 10:56 PM

      Pino e Andrea Manna sembrano accomunati dalla sindrome del proto-salvini, convinti che in Sardegna siano tutti approfittatori dediti allo statalismo e qui dimostrano di non aver nemmeno letto bene il testo dato che affermano concetti da frasi fatte e nel caso di Manna sicuramente anche il contrario di quello che sta contestando

  3. Avatar di Stefano Ascagni
    Stefano Ascagni
    agosto 15, 2025 alle 4:29 PM

    Buongiorno, vedo che qualcuno come al solito perde il pelo, ma non il vizio salvo poi gridare al lupo al lupo quando scopre tardivamente l’amara verità dei fatti.
    Forse non sanno chi gestisce il business della vendita di energia prodotta nei parchi eolici e fotovoltaici.
    Sono aziende (e tante non italiane) che speculano sulla riduzione della CO2 (tema che riguarda altri paesi che ne producono molta di più) sfruttando gli incentivi statali.
    Si può anche accettare un “certo livello” di impatto ambientale per le rinnovabili (il PV è
    meglio perché si ricicla facilmente e non lascia impronta di cemento nel terreno) ma questo deve andare a vantaggio del popolo italiano con prezzi dell’energia elettrica in costante riduzione.
    Invece il costo dell’energia continua ad aumentare anche se prodotta da rinnovabili e in bolletta si paga anche la quota per gli incentivi delle rinnovabili di cui godono anche gli speculatori.
    Le recenti CER non cambiano nulla perché offrono l’incentivo a FONDO PERDUTO del 40% anche a questi signori e gli importi diventano importanti se parliamo di impianti di qualche MW.
    Non conosco il Sig. Quaranta che mi sembra anche un po’ troppo “contro” e incline a soluzioni impraticabili (recupero capannoni abbandonati per installare PV ?), ma ciò che dice mi fa riflettere.
    Anche se i parchi centralizzati sono una soluzione tecnica migliore forse è meglio procedere con il residenziale (l’energia che produco è mia e non la pago) e i capannoni industriali e di logistica attivi.
    Saluti

  4. Avatar di Salvo
    Salvo
    agosto 15, 2025 alle 4:53 PM

    questo estremismo fatto di mistificazione dei dati e fake news ha stancato, dovreste chiudervi in un garage e respirare a pieni polmoni i gas di scarico prodotti dai fossili che, anche grazie a voi, continueremo a bruciare finché non finiranno, perché finiranno prima o poi. Ma tanto a voi va bene il mondo così com’è, fatto di energia fossile e di terrorismo mediatico

  5. Avatar di Andrea Segatta
    Andrea Segatta
    agosto 15, 2025 alle 5:18 PM

    Articolo terribile, con punto di vista unidirezionale, con una marea di inesattezze tecniche, carico di odio cieco verso le energie rinnovabili. Da pensare sia finanziato da qualche gruppo fossile come spesso accada.

    pessimo, veramente pessimo.

    • agosto 15, 2025 alle 5:37 PM

      solo slogan, nessuna obiezione concreta: secondo il suo ragionamento, lei da chi è pagato?

      Stefano Deliperi

      • Avatar di G.L.G
        G.L.G
        agosto 15, 2025 alle 7:06 PM

        Concordo con l’installazione del FV in tutti i posti meno impattanti, ma l’articolo è veramente fazioso, lo poteva concludere con un viva il gas, viva il carbone, viva il petrolio!

        ma lei la corrente la usa solo per luci?

        Fact-check, dall’inizio alla fine

        1) Quanta nuova capacità FV+eolico c’è davvero in Italia (2024–2025)?Fine 2024: fotovoltaico 36,68 GW e eolico 12,91 GW → ~49,6 GW totali. Primo semestre 2025: +2,81 GW FV (gen–giu), record storico mensile a maggio; eolico sostanzialmente stabile. Totale FV+eolico a ~53,2 GW al 30/06/2025 (dato di riepilogo su base Terna). Quindi non 44 GW, ma ~53 GW. 2) Domanda elettrica 2025 e quota rinnovabiliGiugno 2025: richiesta elettrica 27,56 TWh, +7,4% vs giugno 2024; rinnovabili 48,5% della domanda del mese (idroelettrico in calo per siccità, FV in forte aumento). Nel 1° semestre 2025 la domanda è +0,3% vs 1° sem. 2024. Maggio 2025: record storico: rinnovabili 56% della domanda mensile. D’altronde lei scrive il suo articolo con l’aria condizionata…. E da dove la prende la corrente? Dal carbone? Noooooo dal fv purtroppo, moltiplicato per svariati milioni di condizionatori.Ok considerando solo l’estate:Dato di base (quanto “pesa” l’AC nel mondo oggi)• L’elettricità usata per il raffrescamento degli ambienti è circa 2.000 TWh/anno a livello globale (ordine di grandezza IEA; “oggi” ≈ 2023-2024). 1 TWh = 10⁹ kWh → 2.000 TWh = 2×10¹² kWhFattori di emissione da usare (CO₂ per kWh)• Media rete elettrica globale 2024: ~445 gCO₂/kWh (IEA; intensità in calo nel 2024). • Gas naturale (solo combustione in centrali moderne): ~450 gCO₂/kWh (IEA Emission Factors; valore tipico). • Carbone (mix globale centrali a carbone): ~900 gCO₂/kWh (range 820–1.050; usiamo 900 come valore tondo). • Fotovoltaico (LCA medio, cioè produzione+uso+fine vita): ~40 gCO₂/kWh (meta-analisi LCA NREL/letteratura). Calcolo “full-switch” (tutta l’AC mondiale alimentata da X)Formula: CO₂ = kWh × (gCO₂/kWh) ÷ 10¹² → MtCO₂• Se alimentata da FV:2×10¹² kWh × 40 g/kWh ÷ 10¹² = ~80 MtCO₂/anno.• Se alimentata da gas:2×10¹² × 450 ÷ 10¹² = ~900 MtCO₂/anno.• Se alimentata da carbone:2×10¹² × 900 ÷ 10¹² = ~1.800 MtCO₂/anno.• Se alimentata alla media della rete 2024:2×10¹² × 445 ÷ 10¹² = ~890 MtCO₂/anno. Cosa significa in pratica• FV vs gas: ~820 MtCO₂/anno evitati.• FV vs carbone: ~1.720 MtCO₂/anno evitati.• FV vs media rete 2024: ~810 MtCO₂/anno evitati.Note importanti • Qui stiamo confrontando solo le emissioni legate all’energia elettrica usata dai climatizzatori. Le perdite di refrigerante (HFC) contano a parte e valgono in ogni caso, qualunque sia la fonte elettrica (da ridurre con standard & Kigali Amendment). Stime divulgative pongono l’insieme “AC + refrigeranti” intorno a ~3% delle emissioni globali oggi, con forte crescita se non si migliora l’efficienza e si riducono i leak. • La domanda per il raffrescamento sta crescendo (~+4%/anno dal 2000; potenzialmente >6.000 TWh/anno al 2050 senza efficienza), quindi l’ordine di grandezza degli impatti futuri può triplicare se non elettrifichiamo con FV/eolico e AC ad alta efficienza. • Nel 2024 le rinnovabili hanno fatto ~32% dell’elettricità mondiale; l’intensità CO₂ del settore elettrico sta scendendo: il differenziale a favore del FV tenderà a restare molto ampio rispetto a gas/carbone.3) “400 miliardi” di incentivi 2010–2030?Le componenti di oneri in bolletta per rinnovabili (ASOS) valgono ~7–9 mld €/anno negli ultimi anni (2023–2024). Per arrivare a “400 mld” servirebbero ~20 mld/anno per 20 anni: non risulta dai documenti ufficiali di ARERA. 4) Suolo occupato dal FV a terraFine 2023: ~16.400 ha (GSE). Stime SNPA allineate: ~17.900 ha. In ogni caso non raddoppiati in un anno e <<1% della SAU italiana. 5) “Italia ultima in Europa per produttività eolica”Il capacity factor eolico onshore italiano è ~21% (2018–2023, IEA). Non è l’ultimo in Europa: è nella fascia medio-bassa ma non “fanalino di coda” assoluto. 6) Impatti tecnici citati su eolicoFondazioni: tipicamente ~500–1.000 m³ di calcestruzzo per turbina onshore (ordine di grandezza 1.200–2.400 t, non “5.000 t”). In casi grandi si può superare, ma 5.000 t è fuori scala per l’onshore standard. Lubrificanti: gearbox tipici 200–400 L per turbine di fascia 2–3 MW; macchine più grandi possono salire oltre, ma non è uno standard fisso “300 L” per tutte. “Microplastiche dalle pale”: la letteratura tecnica stima grammi–pochi kg per turbina/anno da erosione del bordo d’attacco, non 150 kg per pala/anno. Ordini di grandezza nettamente inferiori. “Bombe d’acqua” e piogge: gli studi su micro-effetti climatici dei parchi eolici trovano effetti locali e modesti (turbulenza, mixing, piccole variazioni), non un aumento di eventi estremi di precipitazione. 7) Emissioni in Italia: quanto pesa la produzione elettrica?Per il 2023: i trasporti ~28%, produzione di energia ~21% del totale nazionale GHG; la sola elettricità è una frazione della “produzione di energia”. Quindi il “22%” riferito solo all’elettrico non è corretto. 8) Cina: i numeri corretti (e aggiornati) su emissioni ed energiaEmissioni: nel 2023 la Cina ha emesso ~12,6 Gt di CO₂ (solo CO₂ energetica e processi, non CO₂e), ~33% delle emissioni globali di CO₂ da energia (~37,4–37,8 Gt nel 2023–2024). Il “16.000 Mt CO₂e = 30%” citato nell’articolo può valere se si parla di tutti i gas serra in CO₂e (EDGAR stima 53,0 Gt CO₂e globali 2023 senza LULUCF: 30% ≈ 15,9 Gt CO₂e), ma non per la sola CO₂ energetica. È cruciale distinguere CO₂ da CO₂e. Rinnovabili in Cina: nel 2024 la Cina ha installato 277 GW di nuovo FV (cumulato FV ~887 GW a fine 2024). Nel 1° semestre 2025 sono stati aggiunti ~212 GW FV (prima dell’introduzione delle nuove regole di mercato), con possibile rallentamento nel 2° semestre ma comunque anno da record. Nel 2024 le fonti low-carbon hanno fatto il 38% della generazione elettrica cinese (eolico+FV 18%). Conclusione sul punto: i dati cinesi riportati dall’articolo non sono corretti per il 2025 (usa installazioni e mix di anni precedenti) e confondono CO₂ con CO₂e sulle emissioni.Comunque si prevede una riduzione della co 2 cinese del 23% con questi dati a salire 9) OPEC: quante emissioni di CO₂ (confronto sintetico). Eh già… perché se non fai un discorso completo non si capisce. Le vecchie sette sorelle non hanno necessità di soldi?Somma 2023 (CO₂, non CO₂e) dei Paesi OPEC attuali (stime territoriali, Mt):Iran 779, Arabia Saudita 623, Iraq 193, EAU 206, Kuwait 112, Algeria 180, Nigeria 128, Libia 61, Venezuela 85, Gabon 4,9, Guinea Equatoriale 3,8, Congo 7,3 → ~2.38 Gt CO₂ complessive (~6–7% del mondo 2023). Per confronto, Cina ~12,6 Gt nel 2023. 10) “L’andamento sempre crescente dell’elettricità” e la sostituzione di petrolio/ICEIntensità CO₂ dell’elettricità in calo a livello globale: ~445 gCO₂/kWh nel 2024, attesa a ~400 gCO₂/kWh nel 2027 (IEA). In UE il 2023 ha visto un calo ~20% dell’intensità vs 2022. Petrolio & trasporti: la quota del petrolio nella domanda energetica globale è scesa <30% nel 2024 (IEA). L’elettrificazione dei trasporti avanza: 17 milioni di auto elettriche vendute nel 2024 (quota >20% del mercato globale), con ulteriore crescita nel 2025; in UE le BEV sono al 15,4% (gen–mag 2025). In Italia la quota BEV 2025 è in risalita (dati in miglioramento nel 2025), ma resta sotto la media UE. —Errori/inesattezze chiave dell’articolo (riassunto rapido)1. Capacità FV+eolico in Italia: indica 44 GW; i dati 2024–H1 2025 certificano ~53 GW. 2. Quota emissioni elettriche “22%”: il 21% 2023 è per l’intera “produzione di energia”; la sola elettricità è inferiore. 3. Suolo FV “20.000 ha raddoppiati in un anno”: i dati ufficiali danno ~16–18 mila ha a fine 2023; nessun raddoppio. 4. “Ultimi in UE per produttività eolica”: CF medio ~21%, non “ultimi”. 5. Impatto materiali/manutenzioni eolico: fondazioni ~1.2–2.4 kt tipiche, non 5 kt; lubrificanti nell’ordine di centinaia di litri, non cifra fissa universale; microplastiche: grammi–pochi kg/turbina/anno, non 150 kg/pala/anno. 6. “Bombe d’acqua” da parchi eolici: non supportato dalla letteratura (solo effetti microclimatici locali/modesti). 7. Cina 2025: l’articolo usa numeri non aggiornati e confonde CO₂ con CO₂e. Nel 2024–H1 2025 la Cina ha aggiunto 277 GW (2024) + ~212 GW (H1 2025) di FV; emissioni 2023 ~12,6 Gt CO₂. 8. OPEC: confronto corretto → ~2,38 Gt CO₂ nel 2023 (6–7% mondo) contro Cina ~12,6 Gt.

      • agosto 15, 2025 alle 7:35 PM

        grazie, le risponderà l’Autore dell’articolo.
        Buona serata.

        Stefano Deliperi

    • Avatar di Ermenegildo
      Ermenegildo
      agosto 15, 2025 alle 6:42 PM

      Purtroppo l’articolo dice il giusto.
      15 anni che lavoro nel settore e la situazione è quella descritta.
      Unica imprecisione: lesproprio dei terreni è contemplato per le pale eoliche. Non per le altre fer. Poi è sempre possibile per le connessioni elettriche, a servizio di qualsiasi fer. Ma tipicamente avvengono sotto strade pubbliche

  6. Avatar di Hefaistos
    Hefaistos
    agosto 15, 2025 alle 6:14 PM

    Non una parola vera.

    Un favore ai veri nemici della natura: i padroni del fossile.

    • agosto 15, 2025 alle 6:39 PM

      ..ma che pensiero profondo…

      Stefano Deliperi

      • Avatar di Hefaistos
        Hefaistos
        agosto 15, 2025 alle 7:00 PM

        Quanto basta e avanza al confronto dell'”articolo” .

      • agosto 15, 2025 alle 7:02 PM

        ..e allora se lo tenga ben stretto!

        Stefano Deliperi

    • Avatar di Juri
      Juri
      agosto 18, 2025 alle 9:38 PM

      Nell’articolo è spiegato per filo e per segno come ricavare enormi quantità di energia solare senza consumare un metro quadrato in più di territorio.

      L’unico favore che vedo è quello fatto a chi dell’ambiente non gliene potrebbe importare di meno e per i quali l’amore incontenibile per le distese di pannelli fotovoltaici su terreni agricoli è dettato dai 400 miliardi di incentivi pubblici.

  7. Avatar di Paolo Donnianni
    Paolo Donnianni
    agosto 15, 2025 alle 6:33 PM

    Articolo penoso e pieno di inesattezze non documentate. Ho sprecato pure 2 minuti della mia vita a leggerlo

  8. Avatar di Daniele
    Daniele
    agosto 15, 2025 alle 7:15 PM

    …..no comment, chi ha scritto è accecato da un odio verso le rinnovabili, articolo con dati inesatti…… prima di scrivere che bisogna coltivare a tutti i costi, partiamo dal presuppostoo che stiamo coltivando cereali in perdita….grano anno 2025 perdita di 200€/ettaro…….partiamo da qui, poi parliamo di agrivoltaico nocivo

  9. Avatar di Fabrizio Quaranta
    Fabrizio Quaranta
    agosto 15, 2025 alle 8:00 PM

    Caro GRIG, sono ancora a ringraziarti per lo spazio concessomi e ovviamente per la tua lunga, coraggiosa e rigorosa battaglia a favore del nostro patrimonio agronaturale e storico culturale, in particolare della nostra Grande Madre Sardegna, minacciato da speculatori energetici con la maschera verde assetati di inauditi incentivi pubblici.

    Sono particolarmente contento che la triste verita’ sul piu’ grande business- scempio ambientale della Storia italiana abbia toccato le coscienze di tanti lettori e soprattutto i loro sensi di colpa.

    Chissa’, se in buona fede ed estranei al grande business, si pentono pure loro e andranno ad accrescere il numero sempre piu’ alto di cittadini per bene che, malgrado una pluriennale estesa ed ossessiva propaganda, hanno capito il grande imbroglio che vuole ridurre la nostra bella Italia a discarica industriale senza nessunissimo effetto sui penoso alibi dei cambiamenti climatici generati lontanissimo da noi.

    • Avatar di giulio
      giulio
      agosto 18, 2025 alle 10:29 PM

      Sig. Quaranta, mi permetta, io sono d’accordo che la speculazione sulle rinnovabili esiste ed è un problema e sono d’accordo che il fotovoltaico se messo sui tetti e tettoie sarebbe una ottima soluzione (con accumulo ovviamente) ma mi permetta di farle notare che se ha scatenato l’ira di tanti detrattori e che leggendoli si ha l’impressione che nemmeno abbiano capito la sua posizione dato che si sono bloccati solo ala questione contro le pale eoliche come se lei fosse totalmente contro le rinnovabili, mi permetta di farle notare che forse dovrebbe rivedere un pochino il suo modo di esporre e di trattare le argomentazioni in modo da essere piu comprese tra l’altro anche meno prolisso e ripetitivo sempre se posso dirlo

      Grazie, Saluti

      giulio

  10. Avatar di caiofabricius
    caiofabricius
    agosto 15, 2025 alle 11:08 PM

    G.L.G. energie “verdi” S.p.A ama i numeri obnubilanti e gli impattanti impianti industriali spacciati da una ossessiva incalzante prezzolata, ma pur sempre falsa, retorica di parte, per “parchi”.

    Io amo invece la meraviglia della ancor sopravvissuta natura e gli struggenti paesaggi agrari orgoglio della bellezza e delle filiere lavorative italiane dell’agroalimentare e il suo generoso indotto.

    Sembrera’ incredibile, ma potremmo andare d’accordo,
    pero’ peccato che nel suo piccato contradditorio abbia dimenticato questo semplice facto:

    “La stessa produzione di energia pulita generata da impattanti installazioni di tipo industriale può essere del resto agevolmente raggiunta, come dichiarato dagli ultimi rapporti ISPRA (ente scientifico pubblico di grande spessore ancora a schiena dritta) attraverso la collocazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti delle zone residenziali non tutelate, commerciali, industriali per non parlare degli enormi spazi della invadente logistica. Solo una parte dei tantissimi tetti civili e dei capannoni industriali già disponibili potrebbero fornire da subito 100.000 ha di superficie (ISPRA-Report Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2023, Report n. 37/202), permettendo di installare una potenza tra 70 e 90 GW e quindi centrando facilmente il target di 80 previsto per il 2030 (che con i 19 aggiunti nel 2024 in effetti è ora già sceso a 61 GW). Costi e tempi di realizzazione oltretutto sarebbero ridotti, visto che queste strutture, rispetto ai terreni agricoli, sarebbero già meglio attrezzate per ospitare un impianto. Se poi si aggiungono anche strutture pubbliche, parcheggi, aree oggetto di bonifica, cave e miniere dismesse, strutture ferroviarie e comunque le immense aree già consumate, impermeabilizzate e spesso fatiscenti, si potrebbero avere a disposizione altri 800 000 ettari di superfici piane!!!(monitoraggio ISPRA) che sarebbero più che sufficienti per raggiungere tutti gli obiettivi ambientali e di domanda energetica al 2050 e oltre senza intaccare il prezioso e sempre più raro suolo agricolo (Ecoscienza 2023 – 2, anno XIV pagine 24-25. GLI SPAZI PER IL FOTOVOLTAICO ALTERNATIVI AL SUOLO a cura di Pasquale Dichicco, Ines Marinosci, Michele Munafò- ISPRA). Tra l’altro, oltre alle rinnovabili, si incentiverebbe anche il restauro conservativo ed estetico di migliaia di immobili che spesso precludono la vivibilità delle periferie urbane senza invece creare ulteriori nuove mostruosità. E quindi nuove immense squallide periferie industriali.

    Per la frenesia panneIlatrice quindi i TETTI E MIGLIAIA DI ETTARI DI AREE GIA’ CONSUMATE E IMPERMEABILIZZATE BASTANO E AVANZANO per raggiungere e superare gli obiettivi imposti dal Green Diol , semplicemente pianificando e spostando solo una parte dei 400 mld di incentvi del grande business in quella direzione .

    …..Perche’ scempiare allora le gia’ insufficienti terre fertili e squallidizzare i nostri amati e ancor intonsi monti e crinali? (Dai che la risposta e’ facile).

    Sono fuori a camminare tra quelle ancor immense seppur minacciate bellezze e non ho computer per inviare decine di citazioni scientifiche, quando ritorno conto di risponderle nel dettaglio.

    In ultimo, spiace deluderla, pur vivendo a Roma, non ho aria condizionata o altri capricci energivori e, amando la mia citta’ , mi ci muovo da oltre 50 anni in bici con grande soddisfazione, salute e puntualita’. Per cui i suoi calcoli sono difettati ab origine.

    L’unico petroliere fossilivendolo che conosco e’ il benzinaio sotto casa che tra l’altro mi vede di rado.
    Non sarei invece tanto convinto della posizione superpartes di tanti “verdi” commentatori…mmhhh

    P.s. convinca tra l’altro tutti sti odiatori di terre e natura a cercarsi luoghi piu’ adatti per riempirli di rottami.

    • Avatar di G.L.G.
      G.L.G.
      agosto 16, 2025 alle 8:54 PM

      La sua risposta non corregge tutti i numeri inventati, può essere condivisibile il suo pensiero, ma non servono numeri messi a casaccio per dire che quello che scrive è vero. E non credo, scusi se dubito , ma fin’ora non dimostra alcuna credibilità, che non abbia un condizionatore ed usi la bicicletta per Roma. O Probabilmente è un gran privilegiato, perché chiaramente da romano le posso dire che non si può più stare senza aria condizionata e che soprattutto sia allucinante che lei usi la bicicletta a Roma per andare a lavorare. O abita al centro (improbabile perché non ci sono benzinai al centro da secoli), o semplicemente fa parte dei fortunatissimi 1/250.000, ma il resto di noi romani facciamo 20 km in macchina…

      • Avatar di caiofabricius
        caiofabricius
        agosto 17, 2025 alle 12:08 am

        Comodi luoghi comuni e placide certezze del politicamente corretto creano visioni distorte e quando si viene riportati di fronte alla realta’ ci si puo’ agitare e scalciare: esempio di attualita’ il rinnovabilismo saccheggiatore ma sedicente furbescamente filantropico.

        Cominciamo con le certezze che si sgretolano: non sono un privilegiato del Centro storico, ma abito nella semiperiferia all ‘Appio Latino e li’ tranquillamente da sempre senza fanatismi e capricci energivori di aria condizionata o inutili riscaldamenti (sono mammifero con circolazione sanguigna evoluta, non protorettile subitalico lamentoso).

        Ho lavorato per 43 anni sulla Cassia altezza Tomba di Nerone, facendo senza particolari sforzi e piagnistei 35 km al giorno in bici di cui circa 30 comodamente e goduriosamente in pianura (Caffarella, ciclabileTerme Caracalla, Circo Massimo, Campitelli, Argentina, Pantheon, Corso, Popolo, Flaminia, ciclabile Tiziano, p.te Milvio, Orti Farnesina, Giochi Delfici, Tomba di Nerone oppure variante banchina Tevere sotto 14 antichi ponti) Sempre in orario a differenza di colleghi imbufaliti nel traffico “pecolpa dellaltri”.

        Il benzinaio Agip e’ in via Macedonia, ma non fa molti soldi con me malgrado sia un noto complice del fossile (ma smettetela co’ ste str…)

        Ma queste sono scelte personali che poco hanno a che fare con l’articolo, ma se le mette in dubbio…

        Il suo speranzoso tentativo di zittire chi le disturba decennali certezze di propaganda politicamente corretta cercando di annichilire frastornando con puntigliosi cavilli di numerologia dogmatica senza riferimenti bibliografici non scalfisce quanto documentato e anzi in molti punti finisce per confermare pur con qualche cavilloso aggiornamento che pero’ non cambia la sostanza quanto da me scritto, anzi, appunto, lo rafforza .

        Come le dicevo, ma forse non lo ha letto, sono in cammino nella Bellezza italiana ancora (purtroppo per poco, visto 6133 progetti devastatori in itinere ) non martoriata dal saccheggio della speculazione energetica mascherata di verde, e non ho pc dove scaricare le tante citazioni bibliografiche a conferma di quanto scritto.

        Tra qualche giorno rientro e, seppur controvoglia, perdero’ tempo a inviarle un po’ di materiale che temo pero’ il pur ottimo Deliperi avra’ difficolta’ a trovar spazio per pubblicare e lei a leggere.

  11. Avatar di Giuseppe 67
    Giuseppe 67
    agosto 16, 2025 alle 9:16 am

    La ditta dove lavoro ha installato pannelli solari sopra la copertura dei capannoni . Il 70 % del fabbisogno giornaliero viene coperto da energia solare , il restante 30% viene acquistato da energia da fonti rinnovabili ( le aziende che forniscono energia elettrica , non sono Onlus, perciò al calo di domanda aumentano il prezzo del prodotto ). La Cina è la più grande investitrice in fonti rinnovabili perché si è accorta che poteva morire di inquinamento atmosferico . Non importa su quanto sia insignificante il nostro contributo in confronto al resto del mondo, dobbiamo essere consapevoli che non possiamo continuare a inquinare per sempre. A chi pensa solo a fare soldi non importa come li farà , perciò sfrutta ogni occasione per farli , sta ai governi con leggi adeguate impedire che ciò avvenga . E siamo già in ritardo di 40 anni con le leggi per la salvaguardia dell’ambiente.

    • Avatar di caiofabricius
      caiofabricius
      agosto 16, 2025 alle 9:52 am

      Se tutte le ditte e i condomini e lo Stato pianificatore installassero pannelli su tetti e aree gia’ impermeabilizzate non ci sarebbe bisogno di trasformare campagne fertili e crinali struggenti in sozze discariche industriali fonte di lucro vergognoso mascherato di verde e TUTTI ANDREMMO D’ACCORDO come accade quando c’e’ un Buon Governo

      • Avatar di giulio
        giulio
        agosto 18, 2025 alle 10:41 PM

        👍

  12. Avatar di caiofabricius
    caiofabricius
    agosto 17, 2025 alle 11:03 am

    inchiesta – Domani, 16 ago 2025

    Greenwashing e territori che resistono

    Fare profitti colonizzando la transizione: la nuova via delle multinazionali del fossile

    Dall’Italia alla Catalogna aziende controllate dai colossi del petrolio avviano progetti green, senza consultazioni pubbliche e attraverso società con capitale minimo, spesso create ad hoc. Tutto all’oscuro dei residenti. «Queste operazioni, formalmente legali, possono generare un monopolio di fatto e oscurare le responsabilità», spiega l’avvocato Rimera. La resistenza dei comitati cittadini e i rischi di una transizione «centralizzata, opaca, imposta dall’alto»: «Come avvoltoi puntano le aree dove l’agricoltura è già in crisi e strappano la terra a chi se ne prende cura»

    BP e Shell si stanno accaparrando terreni agricoli per seppellirli di pannelli fotovoltaici…….

  13. Avatar di Marco
    Marco
    agosto 17, 2025 alle 12:02 PM

    Leggo solo oggi…forse chi si è scagliato contro l’articolo (ottimo, tra l’altro) nel giorno di Ferragosto non ha colto un piccolo particolare:

    Nessuno è contro le rinnovabili, ma una sola regione non può e non deve farsi carico di pannelli FV e pale eoliche per il soddisfare il fabbisogno di decine di milioni di persone che risiedono altrove.

    Vero, abbiamo sole e vento. Ma non per questo dobbiamo regalare terre (perché a noi Sardi, di tutto questo scempio non viene niente, nessun beneficio) e farci sfregiare il paesaggio.

    Notizia di oggi: procedure facilitate

    https://www.unionesarda.it/fotovoltaico-sardo-lagricoltura-perdera-altri-100mila-ettari-b0850np3

  14. Avatar di Giuseppe Andrea Alesso
    Giuseppe Andrea Alesso
    agosto 17, 2025 alle 3:08 PM

    nessuno è contro le rinnovabili purché non si vedano da casa mia. Fino ad oggi la maggioranza dei sardi ha campato con energia prodotta dal fossile che, per chi non lo sapesse, ammazza le persone che abitano vicino alle centrali (ma di questo stranamente non si fa menzione).
    Non si fa menzione dell’impatto paesaggistico delle centrali, dei carbondotti, delle navi carboniere a 2 miglia dalla costa tutto l’anno.
    Come al solito tutto si traduce in un “cherry picking” con una buona dose di bugie e mistificazioni.

    • agosto 17, 2025 alle 5:00 PM

      ma di che parla? Ma ha letto l’articolo? Quante idiozie in un breve commento.

      Stefano Deliperi

      • Avatar di Giuseppe Andrea Alesso
        Giuseppe Andrea Alesso
        agosto 17, 2025 alle 5:11 PM

        Riconosco le buone intenzioni ma di ambiente capite poco o nulla. l’articolo è pieno zeppo di sciocchezze, ma servono competenze per poterle apprezzare e voi non le avete tutto qua

      • agosto 17, 2025 alle 5:47 PM

        se la sua competenza è espressa dai suoi commenti, lei può star tranquillo, il mondo intero le riconoscerà.
        Stia bene.

        Stefano Deliperi

      • Avatar di Marco
        Marco
        agosto 18, 2025 alle 10:44 am

        Esimio nonché illustrissimo signor Alesso, appunto perché “i sardi per anni hanno campato con il fossile”, il cui utilizzo per inciso si è reso necessario pure da parte di aziende anche non Sarde che hanno inquinato aria, mari e terre (aspettiamo ancora le bonifiche) bisognerebbe impattare il meno possibile il territorio.

        E ogni regione dovrebbe avere le pale necessarie unicamente per il proprio fabbisogno.

        Ci dica, sempre se può, esimio ill.mo sign. Alesso, per quale motivo la Sardegna dovrebbe essere riempita di ferraglia, avere il paesaggio deturpato, avere i terreni sventrati (ha mai visto cosa è necessario fare per piantare una pala eolica?) e fungere da batteria in grado di fornire energia per decine di milioni di non residenti, il tutto senza vantaggi per noi.

        C’é poi il discorso delle cabine di accumulo di immense quantita di energia.

        Non penseremo mica che i campi elettromagnetici generati rappresentino un beneficio per la salute di uomini e animali?

        L’unica soluzione sensata per la Sardegna è installare usare capannoni e aree industriali per Pale eoliche e pannelli FV, ma in quantità strettamente necessaria per il nostro fabbisogno.

        Lo sfruttamento di questa terra deve essere fermato.

    • Avatar di Fabrizio Quaranta
      Fabrizio Quaranta
      agosto 17, 2025 alle 6:26 PM

      Io, come molte persone che amano ancora ambiente, paesaggio, storia e cultura e non si sono vendute per 4 elemosine ai banditi speculatori NON abitiamo vicino ai luoghi minacciati di scempio prezzolato, ma in citta’.

      Quindi fatela finita co’ sti penosi infantili e offensivi ritornelli che vi hanno inculcato di NIMBY e amici dei fossili.

      Le multinazionali che si vorrebbero mangiare Sardegna e Italia intortando i gonzi con l’alibi impossibile della mitigazione locale dei cambiamenti climatici globali sono le STESSE DEL PETROLIO in pieno green washing (vedi post precedente) e hanno in mano purtroppo importanti giornali e media con cui manipolano l’opinione pubblica aizzandola contro chi vuole fermarne il piu’ grande e inutile saccheggio ambientale della Storia

    • Avatar di un vero sardo
      un vero sardo
      agosto 18, 2025 alle 5:30 PM

      Esimio nonché illustrissimo signor Alesso, qui in Sardegna siamo meravigliati per l’interesse che manifestate alla nostra salute, tutti preoccupati dei poveri sardi, costretti a vivere in una terra infernale, gli italiani (popolo più corrotto e mafioso dell’intero globo terracqueo) hanno a cuore i poveri sardi !, tutti noi vi ringraziamo della vostra bontà, purtroppo il buon cuore degli italiani (popolo più corrotto e mafioso dell’intero globo terracqueo) non è capito, grazie ancora esimio nonché illustrissimo signor Alesso

      • Avatar di Juri
        Juri
        agosto 18, 2025 alle 9:48 PM

        Sì, mi aggiungo alla commozione per cotanta premura verso la Sardegna e i sardi i quali, diciamocelo, sono proprio testardi come stereotipo vuole. Proprio non vogliono comprendere quanto sarebbe meraviglioso trasformare l’Isola in una piattaforma industriale e ancora, sembra incredibile, insistono nel blaterare di paesaggio, biodiversità, importanza di preservare i territori non antropizzati.

        Proprio non capiscono come sarebbe più bella, la Sardegna, ricoperta di mostri d’acciaio, sventrata da migliaia di km di nuove sterrate larghe 20 metri, sommersa di silicio al posto di inutili fertili terreni.

        Sì, testardi, proprio dei gran testardi.

  15. Avatar di Coordinamento regionale Controvento Calabria
    Coordinamento regionale Controvento Calabria
    agosto 18, 2025 alle 2:44 am

    RINNOVABILI SÌ MA NON COSÌ

    La crisi ecologica planetaria, complessa, multidimensionale e strettamente connessa a una altrettanto drammatica crisi sociale, non può essere declassata , ridotta a un problema climatico da affrontare con una transizione energetica. Il riscaldamento globale , molto più e molto prima che una causa , è una conseguenza dall’avvelenamento dell’ambiente, della rottura dei cicli geochimici, della devastazione degli ecosistemi e della biodiversità; e non si può sperare di contrastarlo se permane il meccanismo infernale responsabile di tanti disastri e squilibri. Il dottor Quaranta, lo ha scritto chiaramente, vorrebbe come noi fuoriuscire dall’ energia fossile ma capisce anche lui che non si può affidare l’Avis ai vampiri: non è realistico pensare che gli stessi protagonisti di un’economia in rotta di collisione con i limiti biofisici del Pianeta possano avere a cuore da un giorno all’altro l’interesse generale piuttosto che l’utile monetario da conseguire nel più breve tempo possibile. È necessario delegittimare moralmente la crescita economica, una follia condannata dalla storia che stiamo vivendo, smetterla con i flussi incessanti di materia ed energia dedicandoci all’armonia, alla giustizia nei rapporti interumani e alla cessazione dei rapporti conflittuali con la natura. La guarigione della biosfera è ormai l’unica sensata priorità, e le attività antropiche divoratrici di suolo e inquinanti devono uscire di scena se la sopravvivenza biologica della specie umana diventa di nuovo un obiettivo comune. I riduzionisti pensano che tutto possa rimanere inalterato grazie alla panacea delle rinnovabili; invece in questo forsennato e bulimico contesto le rinnovabili non rinnovano niente, diventano un ‘ altra frontiera dell’affarismo e un nuovo beffardo strumento di distruzione del mondo. Devono aiutarci a smetterla col consumo di suolo e di risorse, devono ribaltare il nostro immaginario sviluppista , non devono distruggere boschi, terreni agricoli, economie locali, storia e bellezza. Pienamente d’accordo con Quaranta anche per il richiamo alla Costituzione Repubblicana: le leggi che stanno facilitando e accelerando la costruzione degli impianti dopo la liberalizzazione del settore energetico sono contro la legalità costituzionale, sono leggi eversive. Le leggi ordinarie non possono reinterpretare la Carta fondamentale a loro piacimento: e dunque, nonostante le violazioni ripetute, l’energia è, in un ordinamento consacrato al pieno sviluppo della persona umana nel suo contesto ecologico e sociale , un servizio pubblico essenziale, che deve fare capo allo Stato o a enti esponenziali di collettività locali e/o regionali oppure a comunità di lavoratori e utenti. I soldi prelevati dalle bollette degli italiani e consegnati agli operatori del settore energetico rappresentano un’usurpazione a beneficio di voraci parassiti, e il congegno degli incentivi è una truffa ordita da politici servi di mercati finanziari e potenti lobby ai danni dei loro elettori.

    Coordinamento regionale Controvento – Calabria

    Per la cura dell’ambiente e del territorio

  16. Avatar di Carlo
    Carlo
    agosto 18, 2025 alle 5:20 PM

    I vigilantes sul web al soldo degli speculatori d’oltremare si mostrano in tutta la loro povertà intellettuale; chi si dichiara a favore dell’invasione eolico/fotovoltaica lo fa chiaramente perché o al soldo di tali aziende o perché padrone (del vapore) delle stesse; non c’é altra spiegazione.

    Letteralmente pietosi i vari tentativi di delegittimare e infangare quanto contenuto nell’articolo

  17. Avatar di Juri
    Juri
    agosto 18, 2025 alle 9:35 PM

    Articolo da incorniciare che smonta una per una, con argomentazioni inoppugnabili e documentate, la propaganda degli speculatori dell’energia.

  18. Avatar di giulio
    giulio
    agosto 18, 2025 alle 10:12 PM

    notare: lancio d’agenzia di oggi

    “Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA) smetterà di sostenere i progetti solari ed eolici sui terreni agricoli, afferma il Segretario all’Agricoltura Rollins.”

    e la nostra Gioggia? che è sempre pedissequamente alle terga di Trump, perchè non lo segue in questo?

    • Avatar di giulio
      giulio
      agosto 18, 2025 alle 10:52 PM

      p.s.

      per chi non lo sapesse trump (che io non apprezzo certamente come persona) letteralmente odia le pale eoliche e spesso ne ha accennato dicendone di tutti i colori

  19. Avatar di Giulio
    Giulio
    agosto 20, 2025 alle 4:58 PM

    Buongiorno. Bellissimo articolo che apre la testa. Mi affianco Stefano Deliperi come difensore di un territorio che è preda di una speculazione intollerabile fin dal principio. La Sardegna come tante altre zone dell’universo presa d’assalto da interessi non ambientali. Vorrei essere incluso tra i sostenitori di Greta Thumberg concettualmente e anche pensando al periodo di quando si è fatta sentire perché era ragazzina. Abbracciare le generazioni giovani delle ragazze e ragazzi, delle bambine e dei bambini vuol dire togliere di dosso quella crosta di presunzione di essere superiori e di avere sempre la ragione e farsi cullare dall’umiltà . La favola della Sardegna più inquinatrice d’Italia ormai non ci credono neanche quelli che la hanno creata.
    Siamo pieni di gente che si professa grande scienziato con numeri e calcoli astronomici quando basta togliere l’occhio dal telescopio per vedere quando è bello l’universo. Bisogna ascoltare gli scienziati e meno i digitatori di odio.
    Qui vuol farsi capire scrive un articolo come questo, chi non vuole fare intendere invece compila dimostrando di non credere neanche a quello che digita.

    Buona giornata

  20. Avatar di Fede
    Fede
    agosto 27, 2025 alle 5:56 PM

    Concordo con voi ma mi dispiace non abbiate nominato il Friuli, stiamo lottando contro questa speculazione,in più ci troviamo a frinteggiare anche i BESS (batterie di stoccaggio dell’energia ) e vi invito a vedere cosa sono. Li costruiscono a 200 m dalle case senza un minimo di ritrgno nei confronti dei cittadini

    • agosto 27, 2025 alle 7:24 PM

      in verità, sono indicate esclusivamente le aree di maggiore pressione speculativa, ciò non esclude il resto d’Italia, così come le batterie di stoccaggio sono in corso di realizzazione e in progetto in tutta Italia.
      Per segnalazioni può scrivere a grigsardegna5@gmail.com.
      Buona serata.

      Stefano Deliperi

  21. Avatar di emanuelemusa
    emanuelemusa
    agosto 28, 2025 alle 9:05 PM

    Ottimo articolo, che tocca brillantemente molti temi scottanti (consumo di suolo, assenza di pianificazione, concentrazione degli impianti al Sud, enorme backlog di richieste di connessione a Terna, importanza di sfruttare prima tetti e aree dismesse). Vorrei segnalare alcune inesattezze:

    – I “400 miliardi di incentivi” non trovano riscontro: i dati ARERA parlano di 7–13 miliardi/anno. (Energia Oltre+ NHMRC)

    – Eolico e fotovoltaico non coprono solo il 4% dei consumi. I dati del 2023 parlano di una copertura di quasi il 20% dei consumi finali e oltre il 40% della produzione elettrica (Rinnovabili.it)

    – L’idea che “le rinnovabili fanno esplodere le bollette” è parziale: gli incentivi storici hanno inciso sulle componenti di sistema, ma PV e eolico hanno anche abbassato i prezzi all’ingrosso in molte ore. I dati ARERA mostrano che la spesa per incentivi nel 2023 è calata rispetto a picchi precedenti e che i costi oscillano, e non “impennano” inevitabilmente. (Energia Oltre).

    – Le 150 kg/anno di microplastiche per turbina sono numeri fuori scala: le stime parlano di grammi o al massimo centinaia di grammi (MDPI + wes.copernicus.org + WES + MDPI)- il grande blackout del 27 luglio 2025 è stato attribuito a cause tecniche nella rete di trasmissione (sovraccarico, protezioni, interconnessioni), non a un singolo fattore; gli operatori hanno escluso che sia stato “causato dalle rinnovabili” in quanto tali. LINK OECD

    Infine manca un punto importante: – le emissioni legate ai prodotti che importiamo, che rendono l’impronta climatica italiana più alta del solo 0,7% citato;- le emissioni derivanti da prodotti fabbricati in Italia ma venduti all’estero non sono considerate nelle statistiche ufficiali che si basano sull’approccio production‑based.Ancora complimenti e buon lavoro.

    • Avatar di giulio
      giulio
      agosto 28, 2025 alle 9:48 PM

      Grazie Emanuele, confermi in me l’idea che Fabrizio Quaranta scrivendo in modo cosi allarmistico e iperbolico nei dati non fa un buon servizio alla causa, oltre ad essere troppo lungo e ripetitivo nell’esposizione come ho scritto sopra

    • Avatar di Fabrizio Quaranta
      Fabrizio Quaranta
      agosto 30, 2025 alle 7:45 am

      I dati e la bibliografia sul piu’ grande, lucroso e inutile scempio ambientale della Storia mascherato di verde (marcio) sono tanti e non sempre di facile interpretazione e affidabilita’. DI sicuro resta la tragica evidenza di una deriva speculativa che forte di anni di ossessiva e complice propaganda preparatoria che ha addormentato le capacita’ di valutazione e contrasto, modificato leggi e spento faticose tutele ambientali, passa ora all’incasso con il sistematico massacro di 6133 progetti devastanti dii luoghi agronaturali e storico culturali piu’ incontaminati e armonici d’Italia.

      In ogni caso se non basta il lungo documento che generosamente il Grig ha pubblicato e sapientemente AssoTuscania (tra le tante vittime) ha sintetizzato alcuni giorni dopo, essendo finalmente rientrato a casa dopo un lungo cammino fra le meraviglie in pericolo del ns Paese, sto per mandare quanto appuntato sul pc.

      E’ materiale corposo che non penso possa rientrare nello spazio dei commenti e non so se il Grig riterra’ utile mettere a disposizione la sua pur accogliente testata.

      Del resto ricordo che e’ facile a chi affacciato comodamente in finestra sparare giudizi e sentenze su chi la’ sotto prova a lavorare e metterci la faccia Non sia mai poi se va contro placide certezze ormai politicamente corrette acquisite in anni di bombardamento mediatico.

      AH sti Nimby!!!

  22. Avatar di Fabrizio Quaranta
    Fabrizio Quaranta
    settembre 3, 2025 alle 3:59 PM

    ———- Forwarded

    In risposta alle consuete critiche vecchie e nuove degli amici della speculazione energetica sono a  proporre una (la *n 16* ) delle oltre 30 pagine di *bibliografia* che sto mettendo insieme sull’ IMBROGLIO DELLE RINNOVABILI, IL PIU’ GRANDE SCEMPIO AMBIENTALE DELLA STORIA

    Tante pagine, una per argomento di riferimenti scientifici, tecnici e giornalistici, che possono servire a rafforzare le motivazioni della nostra sacrosanta battaglia e rispondere anche con dati alle consuete critiche e attacchi fatti di stanchi slogan avversi dei craniopialliati.

     *Questa e’ solo un capitolo, seguira’ l’Opera Magna* 🤣 .

    16) SULLE SOSTANZE PERICOLOSE ED INQUINANTI DISPERSE NELL’ARIA

    l rotore di una pala eolica alta 200 metri ha un diametro di circa 162 metri e una superficie esposta al vento di almeno 20 000 metri quadri, e quindi molto esposta alla erosione.  Il materiale utilizzato per la costruzione del rotore è un composito di fibra di vetro o carbonio e polimeri.

    https://www.plastix.it/pfas-o-non-pfas-questo-e-il-dilemma/

    Al fine di migliorare l’aerodinamica e la resistenza agli agenti atmosferici, le lame sono rivestite da uno strato di resine epossidiche. Bisfenolo A128 70-90% e Bisfenolo F 170 5-15%

    Un problema noto nell’industria eolica è l’impatto significativo dell’erosione dovuta alla pioggia e altri agenti atmosferici sui rivestimenti delle pale eoliche, con un’incidenza che aumenta proporzionalmente alle dimensioni del rotore e alla velocità di rotazione. 

    https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5666952/ On the Material Characterisation of Wind Turbine Blade Coatings: The Effect of Interphase Coating–Laminate Adhesion on Rain Erosion Performance

    La misura di questi fenomeni erosivi avviene tramite test detti WARER (whirling arm rain erosion) ed e’ standardizzata dalla procedura ASTM G73-10 https://cdn.standards.iteh.ai/samples/111223/b1a78a24011041ac9d7be55941e2a069/ASTM-G73-10-2021-.pdf

    Rilasci ancora maggiori di Bisfenolo A ed F avverrebbero nel caso di fenomeni di fulminazione o rottura dei rotori.

    L’EFSA (Autorita’ Europea per la Sicurezza Alimentare) afferma che il Bisfenolo A è molto dannoso per la salute.

    https://www.efsa.europa.eu/it/topics/topic/bisphenol

    In particolare, il BPA può danneggiare il sistema immunitario umano a dosi molto basse. Tale effetto va ad aggiungersi a una serie di altre conseguenze nocive sulla salute umana già scoperte in precedenza, come l’alterazione del sistema endocrino, la riduzione della fertilità e le reazioni allergiche cutanee.

    L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha recentemente ridotto in modo significativo l’assunzione alimentare di Bisfenolo A da un’assunzione giornaliera tollerabile di 4 microgrammi nel 2015 a0,04 nanogrammi per kg di peso corporeo e al giorno.

    QUINDI NE BASTEREBBERO GIA’ POCHI GRAMMI DISPERSI DALL’EROSIONE DELLE PALE PER INNESCARE EFFETTI ALTAMENTE NOCIVI

    Il bisfenolo A è altamente inquinante per le falde acquifere.

    https://www.politesi.polimi.it/retrieve/a81cb05b-3b6e-616b-e053-1605fe0a889a/2015_04_Zambotto_Piazza.pdf

    Il bisfenolo A ed F rilasciato verrebbe veicolato dai corsi d’acqua anche dalle carni e i prodotti derivati di specie ovine e ittiche, formaggi, bottarga di muggine, bevande consumati in loco ed esportati in tutto il mondo, con conseguenze nefaste sulla salute della popolazione locale e dei consumatori

    L’installazione di manufatti con grandi superfici come le enormi pale eoliche completamente rivestite da resine epossidiche contenenti Bisfenolo A soggette a naturale erosione sono quindi altamente inquinanti.

    …Risultati sono stati utilizzati dal Norwegian Turbine Group per calcolare la quantità di polvere epossidica per l’intera superficie delle pale: non meno di 62 kg di polvere epossidica su tutta la superficie all’anno su pale non gigantesche come le attuali.

    https://www.meteoweb.eu/2022/08/impianti-eolici-bisfenolo-a/1001144456/

    Leading edge erosion of wind turbine blades: Understanding, prevention and protection – ScienceDirect

    L’erosione superficiale delle pale delle turbine eoliche è uno dei problemi piuttosto critici dello sviluppo dell’energia eolica.

    Chemical emissions from offshore wind farms: From identification to challenges in impact assessment and regulation – ScienceDirect  https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0025326X2500390X

    Questa revisione ha compilato un elenco basato sulla letteratura di potenziali emissioni chimiche correlate all’OWF (parchi eolici offshore) contenenti >200 contaminanti organici e inorganici, compresi i polimeri.

    https://www.mdpi.com/1996-1073/14/18/5974  A Comprehensive Analysis of Wind Turbine Blade Damage L’erosione del bordo d’attacco può diventare un problema dopo soli 2 anni di funzionamento della turbina 

    https://www.researchgate.net/publication/371599607   (PDF) The toxic wings – Damage and casualty of wind turbine blades

    Sembra che i pochi ricercatori che hanno cercato di fare ricerche su questo problema abbiano scoperto che ci sono pochi/nessun dato su questo problema e soprattutto che le cifre che esistono sono inaffidabili. Inoltre, troviamo che i dati riportati si applicano quasi esclusivamente alle vecchie turbine eoliche che sono molto piccole (con pale da 20 metri a poco più di 60 metri). È come studiare le statistiche sugli incidenti automobilistici basandosi sui dati dell’auto T-Ford dal 1913 al 1923. Ovviamente ha poco valore per le statistiche sugli incidenti attuali. Le torri eoliche infatti oggi superano i 150 metri e ormai moltissime i 200. Nel campo della metodologia, ciò significa che i risultati non sono validi per il problema.

    Windräder vergiften Wildtiere, Muscheln oder Austern und gefährden damit die menschliche Gesundheit

    Indagini e studi hanno rilevato inquinanti tossici derivanti dall’abrasione delle pale del rotore delle turbine eoliche nei cinghiali, nelle cozze e nelle ostriche. L’installazione di massa di turbine eoliche a terra e in mare aperto sta iniziando a mettere sempre più in pericolo il nostro approvvigionamento alimentare e la nostra salute… Perizie e indagini hanno dimostrato che l’abrasione delle pale del rotore è distribuita su 1000 metri in prossimità di una turbina eolica, cioè contamina un’area di 3,14 chilometri quadrati (F=r²Pi). Ciò porta alla contaminazione del suolo e delle acque superficiali, nonché delle acque sotterranee con le particelle più fini dei materiali utilizzati carbonio/GRP/CFRP, incluso il bisfenolo-A

    PFAS e altre sostanze tossiche entrano nell’ambiente attraverso l’abrasione. A seconda della posizione e della produzione, il tasso di erosione dovrebbe essere di circa 30-150 kg per turbina eolica all’anno, un po’ di più per le località costiere o per le turbine eoliche molto alte. L’articolo, come i due articoli del CPM sulle “fibre cattive“, apparentemente si riferisce a particelle di microplastica costituite da resina epossidica tossica GRP/CFRP rinforzata con fibra di vetro e dal cancerogeno bisfenolo A, nonché PFAS

    Gli studi presentati in precedenza hanno stimato le quantità all’anno che vengono perse dalle superfici. Dopo pochi anni, raggiungono oltre 100 chilogrammi per pala del rotore, il che può portare a milioni di microparticelle. Questi valori aumentano di conseguenza con tre rotori e di nuovo con diverse turbine.

    https://www.landtag.nrw.de/portal /WWW/dokumentenarchiv/Dokument/   MMST18-292.pdf

    Leading Edge erosion and pollution from wind turbine blades_Final 5_july_English_130721

    Per il Servizio Scientifico del Bundestag del 2020, basate sul rapporto Fraunhofer, su pale del rotore lunghe 30 metri si verifica una notevole abrasione sui 10 metri esposti alle intemperie, che porta a 45 kg di abrasione all’anno per turbina eolica. Ebbene, oggi non abbiamo più pale del rotore lunghe 30 metri, ma almeno 80 metri, e si stanno avvicinando ai 100 metri! Quindi, se ipotizziamo solo pale del rotore lunghe 80 metri, che sono lo standard oggi, dobbiamo ipotizzare una lunghezza di circa 40 metri esposta alle intemperie, all’aggressione e all’abrasione, e non 10 metri, come ipotizzato dal Servizio Scientifico e dal rapporto Fraunhofer. Ciò significa che non si tratta più di 45 kg all’anno, ma di 45 volte 4 = 180 kg all’anno per turbina eolica. E se si calcolano 180 kg per 25 anni di funzionamento, si tratta di 2-3 tonnellate di microparticelle e sostanze chimiche deperibili rilasciate nell’ambiente per ogni turbina eolica. Inizialmente, questo non rappresenta un problema per l’operatore, che può far riparare la superficie e i rotori ogni anno. Ma l’area circostante, soprattutto quando si tratta di terreni agricoli utilizzati per la produzione alimentare, soffre naturalmente a causa della continua contaminazione da microparticelle e sostanze chimiche deperibili, che dopo 20 o 25 anni renderà queste aree non più utilizzabili per la produzione alimentare. Per gli agricoltori, questo è più o meno come un’espropriazione.  https://www.kla.tv/Windraeder/31771

    https://rumble.com/v6wq8cy-no-eolico-killer-in-friuli-venezia-giulia.html

    Energia eolica e PFAS: comprendere i rischi per la fauna selvatica

    https://www.panorama.it/attualita/Quanto inquinano le pale eoliche

  23. Avatar di Fabrizio Quaranta
    Fabrizio Quaranta
    settembre 4, 2025 alle 4:56 PM

    Continuiamo….dobbiamo arrivare a 30 e più… (ma dove son finiti i palepannelli boys ?)

    Prendo spunto dal prezioso documento di Amici della Terra

    https://www.occhioviterbese.it/progetti-eolici-nella-tuscia-sicurezza-a-rischio-2/

     per proporre il 2° capitolo della BIBLIOGRAFIA relativa a

     L’IMBROGLIO DELLE RINNOVABILI – Il più grande scempio ambientale della Storia millantato di verde.

    In effetti è il cap.14, ma poi rimetteremo tutto in ordine con l’edizione dell’Opera Magna

    CONTRA PRAEDONES FALSOS VIRIDES

    BIBLIOGRAFIA

    Cap.14 – SUI RISCHI PER STRONCAMENTI IMPROVVISI DELLE GRANDI MACCHINE EOLICHE

    SULLA CORRETTA DISTANZA DI SICUREZZA

    https://www.mdpi.com/1996-1073/14/18/5974  A Comprehensive Analysis of Wind Turbine Blade Damage

    https://amicidellaterra.it/images/coalizioneart9/Linee_guida_corretta_misurazione_delle_distanze_tra_aerogeneratori.pdf

    La corretta misurazione delle distanze degli aerogeneratori o da questi ultimi, è di importanza fondamentale per salvaguardare la sicurezza e la salute delle persone, per consentire l’appropriato inserimento paesaggistico, per garantire i migliori livelli di producibilità e per limitare i possibili danni alla fauna selvatica. A fronte di tale rilevanza, riscontriamo una evidente inosservanza delle LINEE GUIDA che, sebbene necessitino di adeguati aggiornamenti, costituiscono vere e proprie norme interposte che richiederebbero invece il loro massimo rispetto. Ne consegue la impossibilità di rilasciare pareri favorevoli in sede di VIA o di autorizzare impianti eolici che non rispettino le LINEE GUIDA.

    https://amicidellaterra.it/images/coalizioneart9/Studio_rischi_rottura_impianti_eolici_Tuscia_Maremma.pdf

    Al fine di determinare il rischio per la pubblica incolumità in caso di rottura degli organi rotanti, va calcolata innanzitutto la gittata dei rotori e di frammenti dei rotori. Nella relazione che segue, si presentano i risultati ottenuti secondo lo schema di calcolo balistico classico, per la distanza di gittata massima di un rotore intero, e di frammenti di 5 metri e di 10 metri di lunghezza staccatisi dalle estremità dei rotori. Sono calcoli prescritte più volte dalla CTVIA (Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale Via-Vas) e ritenuti indispensabili in una recente sentenza del Consiglio di Stato. In questo schema, che è quello utilizzato in tutti i progetti eolici che vengono trattati, la gittata massima dipende dal diametro D dell’area spazzata, dall’altezza A del mozzo e dalla velocità angolare dei rotori. Dai risultati emersi, nella media dei vari progetti, la gittata massima di un rotore intero è di 260 metri, di un frammento di 10 metri è di 985 metri e di un frammento di 5 metri è di 1043 metri.

    Nessun progetto presenta un corretto calcolo per la gittata di frammenti di un rotore e nessun progetto procede a una corretta analisi di rischio.

    https://www.occhioviterbese.it/progetti-eolici-nella-tuscia-sicurezza-a-rischio-2/

    https://www.ilrestodelcarlino.it/reggio-emilia/cronaca/crolla-il-rotore-della-pala-eolica-e-polemica-05f67889

    https://www.gazzettadiparma.it/mediagallery/2023/08/09/video/l-impressionante-crollo-della-gigantesca-turbina-eolica-dopo-una-raffica-di-vento-video-727465/

    https://www.rainews.it/tgr/molise/video/2025/02/crolla-una-pala-eolica-a-tufara-eb52e893-a858-482b-840a-20a48e14f349.html?wt_mc=2.www.wzp.rainews

    https://www.reddit.com/r/CatastrophicFailure/comments/1kdli8z/wind_turbine_blade_breaks_off_and_falls_killing/?rdt=40928 Wind turbine blade breaks off and falls, killing an 81‑year‑old man cycling nearby – May 2, 2025 (Akita,Japan)

    https://youtu.be/GwsWfD_mtTo?si=xeKoZN7tE7bfRj  Safety incident occurred on wind farm in weeks leading up to fatal accident (Australia)

    https://newbedfordlight.org/another-ge-wind-turbine-blade-fails-in-uk/

    https://www.n-magazine.com/vineyard-wind-turbing-fail

    https://www.windpowermonthly.com/article/1915031/resident-thought-siemens-gamesa-turbine-collapse-was-earthquake

    https://uk.news.yahoo.com/wind-turbine-collapse-western-india-140025951.html

    https://biz.chosun.com/en/en-society/2025/04/21/CZ34S37DZFFD5PYGKANJJ5PAJQ/

    https://ktvo.com/news/local/wind-turbine-collapses-in-schuyler-county-sunday-morning

    https://www.ctvnews.ca/london/article/turbine-blade-plummets-to-the-ground/

    https://www.rechargenews.com/markets/multiple-vestas-turbine-collapses-keep-major-us-wind-farm-offline/2-1-1790494

    https://www.windpowermonthly.com/article/1908269/turbine-collapses-wind-farm-oklahoma

    https://renews.biz/88958/enefit-says-sensor-malfunction-caused-turbine-collapse/

    https://www.abc.net.au/news/rural/2025-02-06/wind-turbine-collapse-western-victoria-unacceptable/104903430

    La manutenzione di queste turbine eoliche non è facile. Le turbine eoliche possono richiedere molta elettricità per prevenire la formazione di ghiaccio (Nufenen), che spesso deve essere fornita da generatori ( a gasolio!!)

     Il comune deve quindi coprire i costi di manutenzione, informare la popolazione, mantenere le strade di accesso, sgomberare la neve, monitorare il parco eolico e così via. Vengono posati cavi, trasformatori, linee ad alta tensione, enormi fondamenta in cemento, basi per gru e vaste aree forestali. C’è persino un rischio per la vita avvicinandosi alle turbine eoliche. In inverno, escursionisti e sportivi sono avvertiti di non avventurarsi troppo vicino alle turbine eoliche, citando il pericolo di pezzi di ghiaccio volanti.

    Alla fine, secondo una ricerca di infosperber.ch , potrebbe rivelarsi un gioco a somma zero, addirittura negativo per comuni e contribuenti.

  24. Avatar di Fabrizio Quaranta
    Fabrizio Quaranta
    settembre 5, 2025 alle 12:54 PM

    Come per le vecchie dispense in edicola quando eravamo giovani o i romanzi di fine ‘800 a puntate sui giornali vi invio un altro capitolo (il terzo) degli oltre 30 dell’Opera Magna BIBLIOGRAFICA, in effetti cominciamo dall’inizio stavolta                                                                              

    L’ IMBROGLIO DELLE RINNOVABILI:

    IL PIU’ GRANDE E INUTILE SCEMPIO AMBIENTALE DELLA STORIA MILLANTATO DI “VERDE”

    Speculazione miliardaria delle multinazionali camuffata da filantropia salvifica                               

    Ipocrita narrazione propagandistica dei media compiacenti.

    ” Che un principio in apparenza sacrosanto come la necessità di privilegiare le fonti di energia rinnovabile si sia tradotto in Italia in una terrificante aggressione al territorio e nella distruzione di paesaggi che sono un patrimonio collettivo dell’umanità è sotto gli occhi di tutti; perciò penso sia benvenuta ogni iniziativa che cerchi di risvegliare l’attenzione della politica e dell’opinione pubblica verso questa catastrofe ambientale misconosciuta.” Alessandro Barbero

    BIBLIOGRAFIA

    cap. 1)  CON LE RINNOVABILI C’E’ IRRISORIA E INUTILE RIDUZIONE DI CO2 CLIMALTERANTE LOCALE DEL TUTTO ININFLUENTE SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI GLOBALI GENERATI LONTANISSIMO DALL’ITALIA (CINA, USA, INDIA, “BRICS”):

    Solo un retorico e falso alibi giustificativo per affari speculativi che stanno devastando il superstite patrimonio agronaturale e storico culturale ben coscienti che nulla migliorerà per il clima, tanto più per quello locale

    Del tutto risibili e soprattutto palesemente insincere gli alibi degli speculatori energetici (e i tanti, troppi loro sodali) per giustificare e far approvare i loro progetti predatori sugli splendidi crinali appenninici e sulle più integre campagne italiane: la riduzione di CO2 climalterante locale sarebbe irrisoria e completamente ininfluente sui cambiamenti climatici globali, mentre imponenti le conseguenze sui territori inutilmente e irreversibilmente devastati.

      Le emissioni di CO2 italiane (374 milioni tonn) sono infatti solo lo 0.71% di quelle mondiali (52 963 milioni tonn), e di queste solo lo 22% è originato per produrre elettricità:

    SIAMO QUINDI A UN IRRISORIO E SOPRATTUTTO ININFLUENTE (0.71x 0.22) = 0.15% delle emissioni mondiali per produrre elettricità!

    Nel solo anno 2023 la Cina ha emesso ca 16 000 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (in sistematica crescita dal 1990, + 411%), il 30% delle emissioni globali mondiali, l’Italia ne ha emesse 374 milioni (in drastica diminuzione dal 1990, – 27%), appunto uno striminzito 0,71% totale delle emissioni globali mondiali (tra l’altro per il 44% imputabile a usi termici, il 34% ai trasporti e SOLO IL 22% alla produzione di energia elettrica).

     Nel 2024, il Dragone Rosso ha consumato oltre il 58% del carbone mondiale, quasi il 40% in più rispetto al resto del pianeta messo insieme. Nello stesso anno, le sue centrali a carbone hanno generato l’incredibile quantità di 10.766 TWh di elettricità, superando di gran lunga l’intera produzione di elettricità dei 27 Paesi UE, stimata in circa 2.770 TWh.

     La produzione di carbone ha raggiunto i 4,66 miliardi di tonnellate nel 2024, e le previsioni suggeriscono che entro il 2025 toccherà i 4,8 mld? Perché aumenta la capacità estrattiva? Circa 105 milioni di tonnellate (Mt) aggiuntive, per lo più di carbone termico. Che senso ha produrre così tanto?

    Qui siamo in presenza non di sovrapproduzione, ma di strategia. Il carbone è la “polizza assicurativa” dell’energia cinese: è prodotto internamente, facilmente stoccabile, controllabile dal punto di vista dei prezzi e immune agli shock dell’offerta internazionale. In un mondo in cui i prezzi del GNL sono soggetti a forti oscillazioni e l’affidabilità del solare è compromessa dalla sua intermittenza, il carbone offre qualcosa di prezioso: la prevedibilità.

    All’inizio del 2025 la Cina aveva circa 98 GW di centrali a carbone in costruzione. Nel 2024 sono stati approvati nuovi progetti per 62 GW più altri 11 nel primo trimestre 2025. Quindi 98 +62+11= 171 GW di nuove centrali a carbone, una cifra spaventosa che si aggiunge ai circa 240 esistenti per un totale monstre intorno ai 400 GW.

    È vero che la Cina ha investito moltissimo in rinnovabili e installato centinaia di GW di solare ed eolico negli ultimi anni, ma la percentuale di energia prodotta con le rinnovabili attualmente è inferiore a quella italiana.

     L’International Energy Agency (IEA), nel World Energy Outlook del 2023, sottolinea come il governo cinese preveda di arrivare al picco delle emissioni nel 2030, per cui non possiamo che prevedere ulteriori aumenti delle emissioni cinesi di CO2.

    E i nostri “giornalisti d’inchiesta” vanno direttamente in Cina per mostrarci e rieducarci come sono bravi e verdi, a differenza nostra che abbiamo i “folkloristici” comitati anti-rinnovabili: una propaganda falsa e offensiva. La provincia del Guandong, esaltata da Presa Diretta come modello di sviluppo sostenibile a causa dell’alta diffusione della mobilità elettrica, ha un mix energetico dove le rinnovabili pesano sostanzialmente zero

    EDGAR – The Emissions Database for Global Atmospheric Research   GHG emissions of all world countries

    2024 report

     Commissione europea, CO2 emissions of all world countries, 2024 Report

    Sintesi – World Energy Outlook 2023 – Analysis – IEA

    Coal – Global Energy Review 2025 – Analysis – IEA

    Coal Mid-Year Update 2025 – Analysis – IEA

    Chinese coal group cuts 2024 output forecast | Reuters

    https://www.corriere.it/oriente-occidente-federico-rampini/24_novembre_20/emissioni-di-co2-la-cina-sorpassa-l-europa-anche-nelle-colpe-storiche-e6ccad03-5d4c-4ae8-bbdc-411e77910xlk.shtml

    Stop all’Invasione: Qualche Numero a Supporto | l’Astrolabio  Elaborazione Amici della Terra su dati Eurostat.  Approfondimento su consumi e obiettivi europei di eolico e fotovoltaico per l’Italia. Maggio 2024. 

    COP29 Azerbaijan – United Nations Climate Change Conference

    Centrali a carbone al bando, dalla Cop29 l’impegno dei Paesi ricchi

    Pichetto, uscita dal carbone nel 2025 tranne in Sardegna – Energia & Energie – Ansa.it

    ENERGIA. RIPROVARE CON IL CARBONE? – IUS101

    Watch Carbon Dioxide Move Through Earth’s Atmosphere – NASA ScienceIn Cina, Stati Uniti e Asia meridionale, la maggior parte delle emissioni proviene da centrali elettriche a fossili, soprattutto carbone…

    https://presskit.it/2025/05/25/emissioni-di-co2-europa-32-con-la-deindistrializzazione-cina-e-india-vicini-al-300-i-numeri-dati-dal-ministro-foti-al-festival-delleconomia-di-trento/

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