Il numero chiuso nelle spiagge ha senso solo se finalizzato alla concreta salvaguardia ambientale.
Arriva l’estate e in Sardegna ritorna il numero chiuso dei bagnanti in alcune delle spiagge più belle e dai delicati equilibri naturali.
Lo ribadiamo ancora: il numero chiuso è utile e fondamentale per conservare gli habitat naturali e le caratteristiche paesaggistiche delle spiagge a patto che l’obiettivo fondamentale sia quello di salvaguardare le spiagge e non semplicemente di fare cassa.
Per capirci meglio, a puro titolo di esempio, non ha molto senso il numero chiuso dei bagnanti sulla spiaggia di Tuerredda (Teulada), quando metà della piccola baia è letteralmente occupata da stabilimenti balneari in concessione, che, per giunta, organizzano feste e meeting.
Ha poco senso il numero chiuso basato sulle presenze contemporanee dei bagnanti e non sulle presenze giornaliere, come avviene in varie spiagge.

Non ha alcun senso l’assenza di una normativa regionale che detti disposizioni comuni minime di salvaguardia per garantire la reale tutela delle spiagge mediante il numero chiuso dei bagnanti.
Ognuno fa per se e i risultati si vedono.
Ne sono uno splendido e duraturo esempio i continui diverbi e tensioni fra le due Amministrazioni comunali di Dorgali e di Baunei per disciplinare gli accessi alle calette del Golfo di Orosei e, in particolare, a Cala Luna.
Uno scenario penoso.
Le calette del Golfo di Orosei da anni soffrono una pesantissima antropizzazione estiva frutto di una spasmodica ricerca avida del massimo profitto realizzabile da beni ambientali tanto delicati quanto in via di progressivo degrado.
Gli operatori economici del trasporto marittimo dorgalese, siniscolese e ogliastrino, in gran parte con scarsa lungimiranza, non vogliono rendersi conto che stanno progressivamente ammazzando quei beni ambientali che costituiscono la fondamentale attrattiva del Golfo di Orosei.
A essi si aggiungono gli innumerevoli arrivi con gommoni propri o a noleggio.
Fino alla più piccola caletta, fino all’ultimo scoglio, come all’Isolotto d’Ogliastra.
Dopo aver fatto fuori la Foca monaca, continuando così, con squisito autolesionismo, faranno fuori anche il loro reddito.
Il numero chiuso di presenze giornaliere (non di presenze contemporanee) è assolutamente necessario per preservare ambienti litoranei unici e irripetibili.
E così dovrebbe essere (e solo in parte è) in tutte le analoghe situazioni, a Tuerredda (Teulada), alla Pelosa (Stintino), a Punta Molentis (Villasimius), così come in tante altre spiagge e piccole isole.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

da La Nuova Sardegna, 3 giugno 2025
La polemica. Ingressi a Cala Luna, riscoppia la guerra tra Dorgali e Baunei.
La sindaca Testone attacca il collega Monni: «Si sente onnipotente». (Luigi Soriga)
Dorgali Cala Luna è nuovamente il pomo della discordia tra i comuni di Baunei e Dorgali, divisi non solo dalla geografia ma anche dalla visione della gestione turistica e ambientale della spiaggia più famosa del Golfo di Orosei. Dopo le dichiarazioni rilasciate il 3 giugno dal sindaco di Baunei, Stefano Monni, secondo il quale i 900 accessi giornalieri a Cala Luna andrebbero suddivisi per “provenienza geografica” – 450 gestiti da Baunei e 450 da Dorgali – è arrivata la durissima replica della sindaca di Dorgali, Angela Testone: «Apprendo con stupore e sconcerto che il Sindaco di Baunei ha deciso di stabilire un limite geografico per gli accessi a Cala Luna. Tale limite imporrebbe che su 900 turisti presenti nell’arenile, 450 provengano da Baunei e il resto da Dorgali. Sarebbe interessante sapere se il senso di onnipotenza che è alla base di questa decisione si spinga fino a controllare la provenienza con documenti di identità o se basti una parola d’ordine. Né mi stupirebbe se, nell’intento di garantire il numero magico ed evitare “contaminazioni” tra i due gruppi, si voglia erigere un muro (con delibera ovviamente) che delimiti l’area di competenza del Comune di Dorgali da quella del Comune di Baunei. Mancano le figure dei ranger che completerebbero questo quadretto che sembra tratto da un romanzo distopico».
Parole che aprono ufficialmente un nuovo fronte nella lunga controversia sulla gestione condivisa di Cala Luna, l’unica tra le cale del Golfo a ricadere su entrambi i territori comunali. La sindaca Testoni, però, chiude il suo intervento con un invito alla distensione: «Noi siamo contrari ai muri, alle separazioni arbitrarie e alle argomentazioni urlate, e vorremmo che i turisti che visitano Cala Luna, qualunque sia la loro provenienza, venissero accolti in sicurezza perché possano godere e rispettare l’impareggiabile bellezza dei luoghi. Al sindaco di Baunei chiedo di incontrarci e dialogare, gli chiedo anche di sotterrare l’ascia di guerra».
Il riferimento è alla gestione delle prenotazioni tramite app e Qr Code: Baunei ha deciso di inserire Cala Luna nel proprio sistema informatico per controllare i 450 ingressi di sua competenza, lasciando a Dorgali il compito di gestire i restanti. Una scelta che, secondo Monni, risponde a una necessità pratica e temporanea, in attesa che venga sviluppata un’app condivisa, come richiesto dalla Regione nella Delibera 15/20 di marzo.
da La Nuova Sardegna, 4 giugno 2025
Guerra per Cala Luna, il sindaco di Baunei: «Altro che onnipotenza, il mio è buonsenso».
Stefano Monni risponde al duro attacco di Angela Testone sui 450 ingressi per Comune gestiti attraverso app e Qr Code.
Baunei Più che una spiaggia da cartolina sembra un campo minato. Continua la guerra su Cala Luna e i sindaci di Dorgali e Baunei, che la gestiscono da separati in casa, non se le mandano a dire. Due giorni fa era stata Angela Testone usare parole durissime nei confronti del collega. Oggi Stefano Monni risponde per le rime sulla sua pagina facebook.
«È la seconda volta in pochi giorni che subisco un’aggressione verbale.
Dapprima mi si chiede la “dismissione di posture belliche”, poi leggo … “si crede onnipotente”.
Ecco, finché si tratta di fare commenti sulla mia persona, come mi è stato insegnato, ritengo sia preferibile lasciar perdere.
Ma, visto che tali affermazioni si riferiscono alle modalità con le quali esercito le funzioni e il ruolo di sindaco di Baunei, non posso rimanere silente. Lo devo, prima di tutto, alla cittadinanza che sto cercando di rappresentare al meglio delle mie capacità, dedicando tutto l’impegno che posso. Alla stessa cittadinanza di Baunei tengo a precisare che non ho mai mancato di rispetto a nessuno. E ritengo non corretto che si manchi di rispetto al sindaco di Baunei. Non è una buona cosa, soprattutto se proviene dal rappresentante di un’Istituzione».
Dopodiché il sindaco Monni elenca i fatti.
1) Ad aprile 2024 ho proposto di studiare una formula che prevedesse una disciplina condivisa e una gestione compartecipata dell’arenile di Cala Luna.
Non ho mai ricevuto un riscontro positivo.
2) A Luglio 2024 entrambi abbiamo ricevuto dalla Regione Sardegna l’invito ad addivenire a una disciplina condivisa e una gestione compartecipata.
Baunei (soltanto) ha convintamente accolto l’invito.
3) A Marzo 2025 la Giunta Regionale ha disposto che “I Comuni di Baunei e di Dorgali garantiranno il rispetto del carico antropico ai fini di una gestione sostenibile e ottimale dell’habitat attraverso l’implementazione di un sistema condiviso di prenotazione degli accessi per Cala Luna”.
4) Ad Aprile 2025 ho scritto dando la mia più ampia disponibilità per creare insieme un sistema di prenotazione condiviso.
«Non ho ricevuto alcun riscontro».
5) Nei giorni scorsi, visto che la stagione balneare è già iniziata e quindi è di fatto impossibile mettere in piedi un sistema unico di prenotazione degli accessi (da fare magari per il 2026), ho proposto – non deciso!? – che per il 2025 “la soluzione più ragionevole e realizzabile passi per due sistemi di prenotazione (che, tecnicamente, potrebbero coordinarsi e dialogare) gestiti in autonomia dai due comuni, ognuno dei quali ‘lavori’ 450 persone. In tal modo, sul presupposto della paritarietà delle prerogative dei due enti, verrebbero sin da subito soddisfatti la cura degli interessi di tutela della pubblica incolumità e della salvaguardia ambientale”.
Chi ha affermato che avrei deciso che “450 provengano da Baunei e il resto da Dorgali” ben sa quindi che non ho mai fatto questa proposta, ma – per semplificare la procedura preservando la potestà di entrambi – ho semplicemente prospettato che ognuno dei due comuni gestisse autonomamente 450 ingressi, in modo chiaro e trasparente e … A PRESCINDERE DALLA PROVENIENZA GEOGRAFICA.
Nel senso che i 450 ingressi lavorati dal nostro sistema sono ovviamente aperti, indistintamente, a tutti gli operatori, da La Caletta ad Arbatax, passando per Santa Maria, Cala Gonone e Orosei.
Non temo smentite su quanto sopra rappresentato, che contiene il mero racconto di fatti documentati e documentabili.
Ritengo di avere sempre formulato proposte di buon senso, aprendomi a qualsiasi forma di dialogo che non violasse le prerogative (irrinunciabili) che riguardano le competenze e la giurisdizione del comune di Baunei.
Per contro, non solo ho ricevuto attacchi, ma addirittura mi si chiede di “sotterrare l’ascia di guerra” che io, non solo non ho mai dissotterrato, ma non ho proprio mai avuto».
(foto Claudio Fancello, per cont GrIG, J.I., S.D., archivio GrIG)







La logica di amministrazioni e (im)prenditori turistici è sempre la stessa : massimo profitto nel minor tempo possibile. I risultati si vedono , luoghi e ambienti massimamente da proteggere e salvaguardare ridotti a fast food per un turismo usa e getta ; in prospettiva non rimarrà nemmeno quello.
La Sardegna ha la specificità , unica nel Mediterraneo, di larghi tratti di coste integre , perderle sarebbe un danno irreparabile per l’isola e per tutti . Quando questa coscienza diverrà cultura comune e condivisa ?
E’ il dio denaro che comanda.
Poco importa a quei politicanti della tutela dell’ambiante, è più importante non scontentare il proprio bacino di voti e magari anche i propri interessi personali. Vergogna!
la cosa fa sorridere a fronte delle centinaia e centinaia di persone sbarcate quotidianamente dai barconi.
da L’Unione Sarda, 23 giugno 2025
Scesi dallo yacht si appropriano di Cala Goloritzè: sgomberati dai vigilanti.
Avevano trasformato la paradisiaca spiaggia in una feudo privato. Il Comune di Baunei: «Non lo permettiamo a nessuno».
da L’Unione Sarda, 15 luglio 2025
Arzachena, via all’“accesso responsabile” a Le Piscine: fino a 80 persone in spiaggia per evitarne erosione.
Ecco come prenotarsi, il provvedimento è in vigore fino al 31 agosto. (Claudio Modesto Ronchi)
ecco che cosa succede a Tuerredda (Teulada).
da L’Unione Sarda, 23 luglio 2025
Gli scarichi delle barche in riva a Tuerredda: “Ditemi se si può accettare una cosa così”. (Enrico Fresu)
«Ditemi voi se a Tuerredda si può vedere una cosa così…». Alessandro Meloni è allibito. Sui social pubblica immagini delle bellezze della Sardegna e porta avanti la sua attività di content creator.
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Ma lunedì era sulla meravigliosa spiaggia di Teulada e ha dovuto documentare “l’altra faccia”. Al largo, a poca distanza dalla costa, numerose barche ormeggiate. A riva quelli che sembrano (sono) scarichi, che sporcano di marrone il cristallino dell’acqua del mare.
Uno scempio, per un posto come Tuerredda: «Non si deve vedere nessun mare, una cosa così, però…», aggiunge Meloni, per sottolineare lo sfregio a un angolo di paradiso.
al di là del ridicolo.
da L’Unione Sarda, 24 luglio 2025
Caos prenotazioni nelle spiagge sarde a numero chiuso: a Punta Molentis accesso solo con Spid.
Ogni località impone regole diverse. I balneari avvisano: «Sì ai limiti, ma con servizi adeguati».
ma davvero?
da L’Unione Sarda, 25 luglio 2025
Spiagge a numero chiuso, i sindaci: «Giusto così, la priorità è l’ambiente.
»Gli amministratori dei Comuni che hanno deciso di imporre limitazioni d’accesso ai litorali difendono la scelta: «Coste più tutelate».
“piano per proteggere Tuerredda”? E’ semplice, iniziate a revocare le concessioni balneari e a limitare a 300 il numero di bagnanti giornaliero.
da L’Unione Sarda, 3 agosto 2025
Fare tesoro di quanto è accaduto a Punta Molentis, e pensare a un piano straordinario di protezione civile per intervenire a Tuerredda e nelle altre spiagge della costa in caso di emergenze. (Ivan Murgana)
Il giorno dopo il terribile incendio che ha devastato l’area attorno a una delle spiagge più belle di Villasimius, a Teulada ci si interroga su come si possano difendere gli arenili della costa in caso di un attacco incendiario come quello che ha devastato Punta Molentis.
Il sindaco, Angelo Milia, spiega come, in condizioni analoghe a quelle del rogo divampato domenica nella spiaggia di Villasimius, allo stato attuale non ci siano strumenti a disposizione: «Con un incendio come quello che abbiamo visto, sospinto dal forte vento verso il mare, c’è poco da fare. Alla maggior parte delle spiagge della nostra costa, Tuerredda su tutte, si accede attraverso un’unica strada, ma in realtà poco cambierebbe se fossero anche due, il problema è che ci si arriva comunque attraversando ampie zone di macchia mediterranea, completamente secca durante il periodo estivo, e quindi facilmente infiammabile. Per evitare il sovraffollamento di Tuerredda, e di conseguenza ridurre anche i problemi di gestione del flusso dei bagnanti in caso di incendi, abbiamo istituito il numero chiuso, ma non può essere la soluzione a tutti i problemi». Angelo Milia spiega come occorra sedersi a un tavolo con le altre istituzioni per predisporre un piano di intervento che consenta di affrontare emergenze come quella di Punta Molentis: «Occorre un piano di protezione civile che tenga conto delle caratteristiche delle nostre spiagge, quanto è accaduto a Villasimius è davvero preoccupante, quelle scene terribili devono però spingerci a farci trovare pronti qualora capitasse anche da noi. Fasce parafuoco a ridosso degli arenili, un piano di evacuazione in grado da consentire a tutti i bagnanti di mettersi immediatamente al riparo: per garantire la massima sicurezza nelle nostre spiagge, nulla può più essere lasciato al caso».