Dov’è la Foca Monaca nel Mediterraneo?


Un recentissimo importante studio promosso dall’Università degli Studi “La Bicocca di Milano inizia a dare qualche informazione sulla presenza della Foca monaca (Monachus monachus), l’unica e rarissima foca del Mediterraneo.

La ricerca Giocare a ‘nascondino’ con la foca monaca del Mediterraneo: un dataset di citizen science rivela la sua distribuzione da tracce molecolari (eDNA), coordinata da Elena Valsecchi e pubblicata (14 febbraio 2023) su Scientific Reports, individua le aree del Mediterraneo centrale dove sono risultate le presenze più numerose con una metodologia basata sull’analisi del DNA: Alto Adriatico tra Istria e laguna di Venezia, Salento-Golfo di Taranto, isole minori siciliane, Sardegna orientale-Canyon di Caprera, Arcipelago Toscano e arcipelago delle Baleari.

Foca monaca (Monachus monachus), mare della Sardegna

Solo poco tempo fa, una ricerca coordinata dal biologo Alexandros A. Karamanlidis e pubblicata sulla prestigiosa rivista internazionale Mammal Review (The Mediterranean monk seal Monachus monachus: status, biology, threats, and conservation priorities, aprile 2016) aveva stimato in 700 esemplari la popolazione complessiva del mammifero marino.

Certo è ancora a rischio di estinzione, ma il numero degli esemplari è ben superiore ai 400 precedentemente stimati.

Suddivisa in tre o quattro colonie dove si riproduce (Madera, Capo Blanco, Mar Egeo e, forse, Isole Dalmate), grazie alla straordinaria mobilità compare tuttora in numerose località del Mediterraneo, dalla costa orientale sarda alle Egadi, dall’Istria alle coste triestine, dai litorali algerini a quelli tunisini.

E sulle coste italiane?

Nel 2020, molto probabilmente, dopo circa cinquant’anni, la Foca monaca (Monachus monachus), l’unica e rarissima foca del Mediterraneo, si è riprodotta in Italia.

Lungo le coste pugliesi, infatti, era stato avvistato e soccorso, purtroppo, infruttuosamente, un cucciolo di Foca monaca. Un cucciolo così piccolo che non può che esser nato lì. Supposizione confermata dall’analisi del d.n.a., che riconduce la madre alla colonia delle Isole Jonie.   Un segnale positivo, che indica l’espansione verso le coste pugliesi.

manifesto a lutto per la Foca Monaca, becero esempio di autolesionismo

Sempre nel 2020 – e non possiamo non pensare al minore disturbo umano determinato dalle misure anti-Covid 19 – un altro esemplare di Foca monaca era stato avvistato e filmato all’Isola di Capraia, dove – giustamente – erano state adottate dall’Ente Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano immediate misure di salvaguardia (ordinanza presidenziale n. 1 del 24 giugno 2020).

Nel 2021 ulteriori avvistamenti.

In Sardegna viveva e si riproduceva una colonia forse fino alla fine degli anni ’80 del secolo scorso, poi è stata letteralmente cacciata via.

Fondamentali in proposito le ricerche di Padre Antonio Furreddu, indimenticabile figura di scienziato.

Grotta del Fico, Foca Monaca (anni ’60 del ‘900)

Avvistamenti di esemplari erratici ve ne sono stati e ve ne sono tuttora lungo le coste isolane (Carloforte, La Maddalena, Cagliari – Sella del Diavolo, Quartu S. Elena – Is Mortorius, Teulada, Villasimius – Capo Carbonara, Villaputzu – Porto Corallo, litorale di Baunei – Dorgali, Castelsardo, Asinara), ma la piccola colonia della Grotta del Fico (Baunei) è ormai scomparsa.

Oggi, purtroppo, nelle calette del Golfo di Orosei nel periodo estivo barconi vomitano incessantemente bagnanti mordi-e-fuggi con una patina logora di politiche di tutela ambientale, mentre le uniche foche sono riproduzioni nella Grotta del Fico.

Sì, il turismo, pur mal gestito, ha portato un po’ di soldi, ma ha fatto perdere un bel pezzo di anima.

Per questo, per garantire un po’ di pace alla nostra Foca monaca, abbiamo quindi deciso di non divulgare i luoghi di eventuali avvistamenti di cui possiamo venire a conoscenza.

Ora la nuova ricerca sembra fornire ulteriori speranze per un futuro meno difficile per la nostra Foca monaca.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

qui la ricerca Giocare a ‘nascondino’ con la foca monaca del Mediterraneo: un dataset di citizen science rivela la sua distribuzione da tracce molecolari (eDNA).

Astratto

La conservazione degli animali si basa sulla valutazione della distribuzione e dell’uso dell’habitat delle specie, ma per gli animali in via di estinzione/sfuggenti ciò può rivelarsi difficile. La foca monaca, Monachus monachus, è una delle specie di pinnipedi più minacciate al mondo e l’unica endemica del Mar Mediterraneo. Negli ultimi decenni, le osservazioni dirette sono state poche e sparse, rendendo difficile determinarne la distribuzione lontano dal Mar Egeo (area di distribuzione centrale della popolazione relitta post-declino). Questo studio si basa sull’analisi del DNA ambientale (eDNA) per rilevare la presenza della foca monaca in 135 campioni raccolti in 120 località del Mar Mediterraneo centro-occidentale, che si estendono per circa 1500 km in senso longitudinale e 1000 km in senso latitudinale. Un saggio qPCR specifico per specie recentemente descritto è stato utilizzato su campioni di acqua marina, per lo più raccolti durante il 2021 da un progetto Citizen Science (CS). Rilevamenti positivi si sono verificati in tutto l’intervallo longitudinale, compresa l’area più occidentale esaminata (arcipelago delle Baleari). La distribuzione dei rilevamenti positivi ha indicato sei “punti caldi”, per lo più sovrapposti ai siti storici della foca monaca, suggerendo che le caratteristiche specifiche dell’habitat giocano un ruolo fondamentale. Abbiamo applicato modelli di occupazione di una sola stagione per correggere la probabilità di rilevamento e valutare l’importanza delle caratteristiche specifiche del sito. La distanza da piccoli isolotti e aree protette (o ad accesso limitato) è stata correlata negativamente con la probabilità di rilevamento. Questo nuovo approccio molecolare, applicato qui per la prima volta in un ampio studio CS, ha dimostrato il suo potenziale come strumento per monitorare la distribuzione di questa specie in via di estinzione/sfuggente. Abbiamo applicato modelli di occupazione di una sola stagione per correggere la probabilità di rilevamento e valutare l’importanza delle caratteristiche specifiche del sito. La distanza da piccoli isolotti e aree protette (o ad accesso limitato) è stata correlata negativamente con la probabilità di rilevamento. Questo nuovo approccio molecolare, applicato qui per la prima volta in un ampio studio CS, ha dimostrato il suo potenziale come strumento per monitorare la distribuzione di questa specie in via di estinzione/sfuggente. Abbiamo applicato modelli di occupazione di una sola stagione per correggere la probabilità di rilevamento e valutare l’importanza delle caratteristiche specifiche del sito. La distanza da piccoli isolotti e aree protette (o ad accesso limitato) è stata correlata negativamente con la probabilità di rilevamento. Questo nuovo approccio molecolare, applicato qui per la prima volta in un ampio studio CS, ha dimostrato il suo potenziale come strumento per monitorare la distribuzione di questa specie in via di estinzione/sfuggente.

Grotta del Fico, Foca Monaca
Dorgali, donne in costume e piccolo di Foca Monaca (anni ’60 del secolo scorso)

(foto P.A.Furreddu, per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)

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