Biglietti e numero chiuso per i gioielli ambientali? Sì, grazie!
Fa discutere animatamente la prossima decisione del Comune di Baunei di far pagare un biglietto di 5 euro per l’accesso al litorale di Cala Goloritzè, vero e proprio gioiello ambientale della costa ogliastrina.
Il provvedimento è rivolto fondamentalmente alla gran parte dei frequentatori della caletta, che giungono da terra attraverso il demanio civico di Baunei (legge n. 1766/1927 e s.m.i., regio decreto n. 332/1928 e s.m.i. e legge regionale n. 12/1994 e s.m.i.). L’importo prevede il parcheggio auto custodito (Sa Portedda) e serve per coprire i costi dei servizi di vigilanza e di pulizia della spiaggia.
In attesa del provvedimento definitivo, allo stato l’iniziativa appare positiva, magari potrebbe esser completata con la previsione di un numero chiuso di bagnanti, proprio per salvaguardare le caratteristiche ambientali del sito, monumento naturale dal 1993 (decreto assessoriale n. 3112 del 2 dicembre 1993).
Più problematica l’imposizione del biglietto per chi vi giungesse via mare, dopo una bella nuotata (l’accesso alle imbarcazioni è vietato): l’accesso alle spiagge, appartenenti al demanio marittimo (artt. 822 e ss. cod. civ.) e quindi destinate al pubblico uso, dev’essere consentito, anche qualora sussistano eventuali concessioni demaniali (art. 1, comma 251°, della legge n. 296/2006) o proprietà private, come più volte ribadito dalla giurisprudenza (recentemente T.A.R. Sardegna, Sez. II, 12 giugno 2013, n. 205/2013, ord.).
La decisione del Comune di Baunei, nel solco di quanto accade, per esempio, per l’accesso a Bidderosa (Orosei), appare senza dubbio positiva, potrebbe bene esser completata con la previsione del numero chiuso dei bagnanti e dovrebbe esser replicata per i tanti gioielli costieri a rischio, come la delicatissima Mal di Ventre, o la povera spiaggia di Tuerredda (Teulada), oggi soffocata da concessioni demaniali, parcheggi auto, ombrelloni e una densità di bagnanti da fa impallidire quella del Poetto, nota come spiaggia dei centomila.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
(foto da La Provincia del Sulcis Iglesiente, J.I., archivio GrIG)
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Se serve a tenere puliti i gioielli di Sardegna… va bene. Ma che immensa tristezza assistere alla mercificazione di un territorio che solo 40 anni fa aveva il suo maggiore fascino nel senso di assoluta libertà che comunicava!
Farei la stessa cosa per Liscia Ruja, Capriccioli, Poltu li Cogghj (denominata spiaggia del Principe) ed altre bellissime spiagge della Costa Smeralda.
Purtroppo invece vedo che le concessioni demaniali aumentano sempre più e molte di queste spiagge sono diventate una sorta di discoteca all’aperto o spiagge per V.I.P.
Darei l’accesso ovviamente gratis ai residenti, poi numero chiuso per i turisti.
Sono d’accordissimo per il numero chiuso ma contrario al pagamento del biglietto per i residenti in Sardegna.
Avanti tutta GrIG! Anche i sardi è giusto che paghino un biglietto, come si fa del resto per accedere/visitare Tiscali o Su Gorropu.
Forse è un modo… pedagogico per far acquisire la consapevolezza del valore ambientale e paesaggistico di molti siti sardi.
Avanti anche col numero chiuso; la troppa pressione umana altera equilibri naturali presenti per esempio nell’isola di Mal di Ventre e altri monumenti naturali.
Buona estate a tutti.
Fortunatamente chi viene dal mare in teoria avrebbe meno impatto rispetto a chi viene da terra, dato che sarebbe armato solo di se stesso, a differenza di chi arriva dal parcheggio e letteralmente si insedia in 30 m2 di spiaggia, essendo anche in numero molto minore.
Ci vuole un netto cambio di mentalità (concetti contrastanti, lo so). Siamo abituati a vedere gli spazi pubblici “astratti” come un posto usare, sfruttare sinché c’è e poi andare via. È un monumento? Bene, lo si salvaguarda esattamente come si fa con i monumenti architettonici quali Colosseo, Torre dell’elefante e Nuraxi. Quindi ben venga il biglietto e il numero chiuso (che poi alla fine molto probabilmente già mettere il biglietto sarà causa di calo di visitatori) per tutte quelle piccole spiagge sarde, gioielli naturalistici tanto belle quanto delicate.
Si grazie???
Ma proprio per niente!!!
L’appetito vien mangiando: prima si attira l’attenzione su un bene ambientale e o culturale, poi ci si lamenta che la massa e la speculazione lo stanno distruggendo, e poi si sostiene il pagamento di un qualsiasi balzello da far gestire a coop di disoccupati o qualche illuminata associazione che puntualmente getta la spugna al venir meno dei soldi pubblici.
E no! Il tempo delle gabelle è terminato da un pezzo e, si spera, per sempre.
Quello che serve è più e migliore consapevolezza del valore inestimabile (cioè SENZA PREZZO) del nostro territorio quale habitat (naturale, culturale, identitario) sul e nel quale ciascuno di noi, in simbiosi con le altre creature, vive la propria esistenza, liberamente fruendo, con criterio e giusta misura, delle risorse e della bellezza.
Dice bene Mara:
“Ma che immensa tristezza assistere alla mercificazione di un territorio che solo 40 anni fa aveva il suo maggiore fascino nel senso di assoluta libertà che comunicava!”.
Questa terra è la mia terra!
La difendo da qualsiasi lottizzazione e nuova chiudenda come la difendo dal fuoco distruttore, perché la mia libertà è in ogni passo che metto per attraversarla e conoscerla, per capirla e per amarla.
E tutti, tutti abbiamo il diritto di muoverci liberamente per raggiungere la meta che ci siamo prefissati, sempre e comunque nel rispetto della fragilità dei luoghi.
Se una spiaggia, un bosco, una radura sono a rischio, la si preclude temporaneamente, per quanto serve, alla fruizione di tutti.
Come si fa quando si restaura un’opera d’arte.
Ma diversamente da un’opera d’arte, spiaggia e mare sono luoghi naturali, beni di tutti che sarebbe inaccettabile potessero fruire solo coloro che possono pagare un ticket.
Da alcuni decenni troppe spiagge sarde come tante altre nel Mediterraneo hanno perso la loro naturalità a causa di una cieca politica di sfruttamento asservita all’industria balneare tra cui dev’essere compresa anche la speculazione edilizia, ma anche per la pressione esercitata da frequentazione massiccia e non sempre rispettosa dei luoghi anche nei mesi non estivi.
Arenili violati con le auto, o trasformati in discoteche, spazzatura, musica e rumori molesti, furti di sabbia, distruzione della vegetazione spontanea e spoliazione dei fondali … semplice arroganza e maleducazione che nulla hanno a che fare con la libertà.
Ecco, sullo stigmatizzare questi comportamenti permetterei ai Comuni di fare cassa e occupazione.
Multe salate e impietose a chi, in vari modi, viola leggi, regolamenti ed ordinanze, in sfregio al libero vivere civile.
Spiagge e territorio naturali e liberi per tutti i cittadini per bene. Altro che pagare un biglietto d’ingresso!
ricordo che il “balzello” sarebbe per il parcheggio e la pulizia dell’area. Si tratta di zone a uso civico e, nell’interesse dei titolari del diritto di uso civico di Baunei, il Comune avrebbe tutto il diritto di istituirlo.
Stefano Deliperi
Libero Accesso, vuol dire Libero Accesso.
a piedi, senz’auto, verso il demanio marittimo?
da L’Unione Sarda, 25 luglio 2016
Baunei, ticket per l’accesso a Goloritzè: 6 euro per gli adulti, 3 per i bambini. (Giampaolo Porcu): http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2016/07/25/baunei_ticket_per_l_accesso_a_goloritz_6_euro_per_gli_adulti_3_pe-68-518776.html
Dunque: se non sei una Foca Monaca dispersa, per arrivare a Goloritzé hai solo due opzioni: due ore e più di erto cammino partendo dal parcheggio, e sei obbligato a pagare se non vuoi farla completamente a piedi (solo per pochi). Oppure ci arrivi in barca. Se l’hai affittata hai già pagato un bel balzello (ma ne vale la pena), se è tua… puoi fare una bella nuotata ed arrivare in spiaggia esausto ma con solo le mutande, così non hai proprio posto per tenerci i soldi occorrenti. Che fanno: ti fucilano sul posto?
Io trovo il tutto orribile, stupido, dannoso e micragnoso.
E’ preciso dovere delle Amministrazioni tenere i posti puliti e dei Cittadini non sporcarli. Chi sgarra paga multe salate e basta. I controllori devono essere pagati dal Comune e le risorse devono uscire dalle salate tasse che ciascuno paga.
Questo recente passaggio dei Sardi dalla disarmante ospitalità totale alla totale predisposizione a mungere i turisti è orrenda, deprimente.
Come se Goloritzé avesse lo stesso bisogno di attenzioni del Colosseo.
Allora mettiamo su ogni spiaggia una cassetta delle elemosine, affidiamoci al buon cuore del turista…
Ma per favore. E distinguere fra residenti e “istrangius” è ancora più folle: un modo per far sentire di troppo chi non ha la fortuna di essere un nativo residente. Guardi, sguazzi un po’, paghi e fuori dalle palle. Sardegna tanto amata, dove sei precipitata?
Due oreeee??? Esagerata….Il 17 aprile scorso ci ho messo 50 minuti, soffermandomi a fare foto lungo il paesaggio 😉
Al ritorno un’ora e 10…non vi dico quant’era fredda l’acqua all’inizio, ma che faccio, vado a Goloritzè dopo una lunga camminata e non mi faccio il bagno???
E’ perché sei un giovanotto! 🙂 Io invece mi fermo a guardare le formiche, i fiori, i rami secchi, le nuvole, le rocce animate e soprattutto a riprendere fiato.
da L’Unione Sarda, 27 luglio 2016
Guerra ai ladri di sabbia, il Comune di Baunei alza il tiro: multe fino a 9mila euro: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2016/07/27/guerra_ai_ladri_di_sabbia_il_comune_di_baunei_alza_l_asticella_mu-68-519252.html
Devo una risposta a Stefano Deliperi (ti leggo solo adesso).
Si, a piedi, e con lo bisaccia in spalla. Così ci arrivavano i pastori da terra.
Oppure remando di buona lena come i pescatori ponzesi che queste calette hanno scoperte dal mare.
Ovviamente erano altri tempi (ma neppure così lontani; più o meno sino a 50 fa). È solo per dire che è la natura impervia dei luoghi a fare da “calmiere” all’eccesso di presenze.
Dal momento che si decide di rendere fruibile un luogo più o meno isolato e disperso costruendo strade e/o altre infrastrutture, si deve prendere atto che il “gioiello” non è più lo stesso, e lo sarà sempre meno.
Poi vorrei ricordare, per stare in zona, che gioielli erano Cala Sisine e, soprattutto, Cala Luna, e cosa sono oggi.
Se si è così preoccupati per la tutela della spiaggia dai danni provocati dall’arrembaggio dei bagnanti, magari si può smettere di pubblicizzarla in fiere e sui media turistici, e di attenzionarla col sottointeso che chi va a bagnarsi nelle sue acque va a godere (manco fossero acque miracolose) di chissà quale privilegio esclusivo.
E poi, chi va in spiaggia (come in un QUALSIASI ALTRO LUOGO) NON DEVE SPORCARE, e dunque non capisco perché si debba pagare PREVENTIVAMENTE per la pulizia.
Torno a dire: si puniscano pesantemente i trasgressori, i maleducati, i criminali.
No, proprio non mi riesce di convincermi che pagare per entrare in spiaggia possa avere una qualche ricaduta sulla tutela della stessa.
Più in generale sono convinto, piuttosto, del contrario, ovvero che incassare dei soldi in modo così facile possa indurre ad operare affinché la spiaggia sia frequentata da quanta più gente possibile proprio per fare cassa.
Magari erodendo spazi naturali per offrire ai frequentatori nuovi “servizi”, e “creare nuove opportunità per risollevare la depressa economia locale”.
E, come in un circolo vizioso, ci sarà ancora qualcuno che, dichiarandosi preoccupato per la salute della propria gallina dalle uova d’oro, invocherà il contingentamento dei visitatori e dei bagnanti tramite l’aumento del ticket e/o l’introduzione di nuovi balzelli come misura dolorosa ma indispensabile per salvare dalla distruzione il ricordo del gioiello che fu.
Comunque io faccio la mia parte e nelle spiagge a pagamento NON CI VADO e la vacanza la faccio altrove dove il mare e la natura sono belli uguale e la gente sorride al mancato ingiusto salasso.
Bye, bye Baunei!
Bye, bye Orosei!
personalmente inibirei il traffico veicolare per qualsiasi caletta del Golfo di Orosei.
Purtoppo, peró, non é così.
A quel punto, c’è chi vuole la spiaggia pulita ( anche dai rifiuti portati dal mare), chi vuole il parcheggio (anche se a distanza dal mare), c’è poi chi deve vigilare, perché i turisti non facciano danni: domanda banale, da dove saltan fuori i soldi per tuto questo? Dal bilancio striminzito di un Comune di mille abitanti o poco più?
Ecco i “ticket ecologici”…
Stefano Deliperi
Ecologia per ecologia, voglio eccedere di proposito.
Tutti i santi giorni mezza Sardegna si rovescia su Cagliari provocando rumori e disagi, emissioni nocive, producendo rifiuti di ogni sorta, consumando acqua, etc., etc., etc.
E il Comune a spendere soldi per vigili, netturbini, differenziata, acqua, etc.
Non sarebbe giusto che prima di entrare in città a ciascun ospite venisse chiesto di pagare un ticket per coprire le spese di gestione ecologica del capoluogo? Non parlo di parcheggi.
E poi perché non chiedere un contributo anche a coloro che salgono a Castello per lo struscio al Bastione, visto che hanno il privilegio di godersi il salotto buono della città?
E a quelli che bazzicano tra gli stagni o si fanno le escursioni a gratis sulla Sella del Diavolo, autentici gioielli naturalistici della città, si può o no chiedere un ticket ambientale!?
O vogliamo chiamarla tassa sull’aria che respiriamo!?
Ma se un onesto e leale cittadino si rifiutasse di pagare il ticket di ingresso in una spiaggia, e addirittura si facesse pure il bagno nelle acque cristalline antistanti, ma che reato commetterebbe? Lo si può accusare di cosa?
infatti, il ticket non è per l’ingresso in spiaggia, bene demaniale aperto al pubblico uso, ma per i “servizi” connessi, cioè fondamentalmente il parcheggio auto.
Il problema che segnali (trasformazione delle spiagge in facile fonte di incassi) si è manifestato in modo molto pesante l’anno scorso nella spiaggia di Porto Giunco (quest’anno non so, spero di no), quando il Comune di Villasimius ha destinato a parcheggio una vasta area di terreno a monte dello sterrato di accesso alla spiaggia (terreno che dunque ha subito il rilevante danno ecologico che la sosta di centinaia di veicoli comporta).
Nei provvedimenti comunali che autorizzavano la nuova area di sosta si leggeva che sarebbe dovuta servire a liberare altre aree dalle auto ma ciò non avvenne. L’esito finale fu che alla pressione già eccessiva di mezzi e bagnanti si aggiunse un altro carico da 100-150 auto al giorno (ognuna a 5 Euro giornalieri).
Idem a Cala Pira due anni fa, quando al ticket per i parcheggi non fu affiancato il numero chiuso. Fortunatamente l’enorme area di sosta ora se l’è ripresa il privato che l’aveva messa a disposizione del Comune.
Aggiungo poi che fa veramente tristezza vedere come sono state ridotte le cale del Golfo di Orosei. Chioschi persino a Cala Mariolu.
E allora c’è qualcosa che mi sfugge.
Poco più sopra un tuo post dice:
“da L’Unione Sarda, 25 luglio 2016
Baunei, ticket per l’accesso a Goloritzè: 6 euro per gli adulti, 3 per i bambini. (Giampaolo Porcu)…”.
Cosa devo capire se non che si paga per l’accesso alla spiaggia, visto che i bambini non guidano e al più vengono parcheggiati loro (poverini!).
Devo pensare che fanno pagare per entrate in spiaggia con la scusa di pagare il parcheggio?
E poi, ad un area a pagamento non deve obbligatoriamente corrispondere anche un adeguato numero di stalli liberi?
il titolo de L’Unione Sarda non credo che corrisponda al contenuto dell’ordinanza Sindaco Comune Baunei n. 17 del 26 luglio 2016.
La trovate qui: http://www.comunedibaunei.it/download.asp?c=e99c8188430aeda171ac247694fa153a&t=1&f=a&id=1370
Stefano Deliperi
P.S. il punto è che non si deve giungere a questo punto (scusate il gioco di parole)…
da La Nuova Sardegna, 29 luglio 2016
Cala Goloritzè, arrivano le prime multe agli escursionisti.
Baunei, tredici turisti stranieri sanzionati per aver violato le norme comunali sul ticket. (Lamberto Cugudda): http://lanuovasardegna.gelocal.it/nuoro/cronaca/2016/07/29/news/cala-goloritze-arrivano-le-prime-multe-agli-escursionisti-1.13887710?ref=hfnsnuea-1
Chissà se i divieti erano BEN segnalati. Fossi uno dei fortunati multati andrei a fondo, prima di pagare. Il Comune di Baunei si è svegliato di colpo: rendendosi conto di sedere su un mucchio d’oro… ha deciso di rasparne un po’, magari a fin di bene. Ma continuo a trovare la cosa orribile e l’assalto dei barconi a Cala Mariolu è identico a quello che ho visto alla meravigliosa Spiaggia del relitto di Zante. Tremenda. Una puzza di gasolio… e ho rinunciato a fare il bagno. Allora meglio vietare del tutto la spiaggia, lasciando libero accesso solo agli eroi che se la fanno tutta a piedi.
(Ma poi i posti di lavoro dei barconi.. delle cooperative.. ecc.) Che tempi.
P.S. Ho letto tutta l’ordinanza del Comune di Baunei, non c’è traccia del balzello di 6 euro. Come sempre ha ragione il GRIG 🙂
😛
Ciao Mara, ciao GrIG.
Anche io ho letto tutta l’ordinanza; avevo persino evidenziato alcuni punti ma in questo momento non ho gli appunti con me.
Certo, il contenuto dell’ordinanza è altra cosa rispetto all’articolo dell’Unione, ma anche del tono del post.
Paradossalmente i fatti ci raccontano che il giornale è più realista del re, cioè dell’ordinanza che Stefano Deliperi ha portato alla nostra attenzione.
Vado a memoria.
Quell’ordinanza, peraltro immaginata in modo disordinato, parla di un contributo ambientale di euro uno dato liberamente e volontariamente da chi attraversa il demanio civico di Baunei.
Ora, le anticipazioni dell’Unione e la cronaca raccontata da La Nuova ci dicono che di liberale e volontario ad un euro si sin solo riempiti la bocca.
Se non esiste qualche altro atto emanato dal Comune, verrebbe da pensare che a violare la propria delibera sia proprio lo stesso Comune (e ora mi scuso io per la cacofonia della frase).
La stessa delibera di cui parliamo, pone per Goloritzé il divieto di accedervi dal mare (ma è possibile uscirne dopo le 16:30 per chi fa l’escursione con operatore locale), ed il divieto di bivacco in spiaggia (essendo disponibile per questo uno spazio nei pressi dell’aguglia di Punta Caroddi). Inoltre è inibito il traffico veicolare su un tratto della strada comunale per raggiungere la Cala.
Di 3 -6 euro non si parla da nessuna parte.
Resto del parere che si voglia semplicemente fare cassa.
Infatti bisogna pure fare attenzione a come e cosa si mangia, visto che le briciole del panino sull’arenile potrebbero essere motivo di sanzione.
Forse è un invito, neppure tanto garbato, a sedersi obbligatoriamente in qualche punto di ristoro consorziato.
Torno a dire che non mi piace chi fa di paradiso gabelle.
> Eh! Chi siete, quanti siete, dove andate, cosa portate? Un Fiorino!
> Ma vaffangulo!!!
Eh! Chi siete, quanti siete, dove andate, cosa portate? Un Fiorino!
Carissima Terrae, grazie della risata, che vale più di 6 giorni di ferie…
Mara, … meglio 6 giorni di ferie.
Ma senza pagare ticket!
🙂 🙂 🙂 🙂 🙂
sarebbe ora…
A.N.S.A., 16 febbraio 2018
La Pelosa cambia volto: via la strada, sì a passerelle salva-dune
A Stintino presentato progetto riqualificazione della spiaggia: http://www.ansa.it/canale_viaggiart/it/notizie/bellezza/2018/02/16/la-pelosa-cambia-volto-via-la-strada-e-passerelle-in-legno_c12a03e0-574d-4f5e-9f41-b760ac3e81e1.html
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da La Nuova Sardegna, 18 febbraio 2018
Spiagge sarde a rischio, ecco i piani per salvarle: «Serve il numero chiuso».
Il geologo Sandro De Muro: «È l’unica soluzione per allungare la vita ai lidi». Le regole per la gestione: no alla rimozione della posidonia e niente ruspe. (Claudio Zoccheddu): http://www.lanuovasardegna.it/italia-mondo/2018/02/18/news/spiagge-sarde-a-rischio-ecco-i-piani-per-salvarle-serve-il-numero-chiuso-1.16494240
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Stintino, sabbia da salvare: vietati gli asciugamani alla Pelosa.
Dall’estate guardie giurate in spiaggia per evitare l’invasione sulle dune. (Giovanni Bua): http://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2018/02/18/news/stintino-sabbia-da-salvare-vietati-gli-asciugamani-alla-pelosa-1.16494243
a Stintino, per salvaguardiare la spiaggia della Pelosa.
A.N.S.A., 26 maggio 2018
La Pelosa, stop fumo e asciugamani vietati in spiaggia.
Comune Stintino vara regolamento per salvaguardare arenile: http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/inquinamento/2018/05/26/la-pelosa-stop-fumo-e-asciugamani-vietati-in-spiaggia_4795972c-66cb-4141-ae3f-e442814a5caf.html
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da La Nuova Sardegna, 27 maggio 2018
Stintino, ecco tutti i divieti per salvare la spiaggia della Pelosa.
Oltre a non poter usare gli asciugamani, non si può fumare e non è consentito l’accesso ai venditori ambulanti. (Giovanni Bua): http://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2018/05/27/news/stintino-ecco-tutti-i-divieti-per-salvare-la-spiaggia-della-pelosa-1.16887330
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26 maggio 2018
La Pelosa, via al regolamento che vieta gli asciugamani in spiaggia.
Il sindaco di Stintino Antonio Diana è stato di parola. Per uscire dall’arenile si dovranno obbligatoriamente sciacquare i piedi: http://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2018/05/26/news/la-pelosa-via-al-regolamento-che-vieta-gli-asciugamani-in-spiaggia-1.16884469
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da Sardinia Post, 27 maggio 2018
Stintino, approvati tutti i divieti per salvaguardare la spiaggia della Pelosa. http://www.sardiniapost.it/cronaca/stintino-approvati-tutti-divieti-tutelare-la-spiaggia-della-pelosa/
da La Nuova Sardegna, 6 aprile 2018
Ticket salva spiaggia in Sardegna: l’idea convince i sindaci.
Goloritzè apripista. Ma in tutta l’isola crescono i litorali a numero chiuso. (Luca Rojch): http://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2018/04/06/news/ticket-salva-spiaggia-l-idea-convince-i-sindaci-1.16678776
da La Nuova Sardegna, 28 giugno 2018
Cala Mariolu, numero chiuso nella perla di Baunei.
Dopo Cala Biriàla, restrizioni anche a “Ispuligi de Nie”: potrà accogliere al massimo mille persone. Lo scorso anno si sono contate fino a 2500 presenze contemporanee. (Lamberto Cugudda): http://www.lanuovasardegna.it/nuoro/cronaca/2018/06/28/news/cala-mariolu-numero-chiuso-nella-perla-di-baunei-1.17010667
A.N.S.A., 3 luglio 2019
Cala Mariolu, scatta ticket di 1 euro.
Numero chiuso sino a mille persone al giorno: http://www.ansa.it/canale_viaggiart/it/regione/sardegna/2019/07/03/cala-mariolu-scatta-ticket-di-1-euro_fbf61bc6-1052-4da9-b552-64daefc86aa0.html
A.N.S.A., 26 maggio 2020
Cala Goloritzé subito a numero chiuso, massimo 250 bagnanti.
Da giugno ingressi contingentati in tutte le cale costa Baunei. (Maria Giovanna Fossati) (https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2020/05/26/cala-goloritze-subito-a-numero-chiuso-massimo-250-bagnanti_6613282d-ddc9-4f39-a1a0-03f14b2b6cc8.html)
Tra 24-48 ore l’amministrazione comunale di Baunei, guidata dal sindaco Salvatore Corrias, adotterà l’ordinanza per il numero chiuso a Cala Goloritzé, perla turistica sulla costa centro orientale della Sardegna, calcolato secondo i parametri del distanziamento sociale imposto dal decreto regionale anti-covid: al massimo 250 bagnanti (100 in meno rispetto agli anni precedenti) che possono accedere alla cala solo a piedi o a nuoto, visto che l’ormeggio per le barche è distante 300 metri dalla spiaggia.
Per ogni persona che arriva a destinazione resta in vigore il ticket di 6 euro degli anni scorsi e si potrà prenotare attraverso la app “Heart of Sardinia”, che risponderà attraverso un codice a barre se il posto c’è o consiglierà al turista un altro giorno. Il numero chiuso scatterà già dal prossimo fine settimana, per evitare la giornata campale di domenica scorsa, quando la spiaggia è stata presa d’assalto con punte di 350 persone nel piccolo fazzoletto di sabbia bianca.
“Si tratta di un provvedimento emergenziale per il turismo di prossimità che ci consentirà di regolamentare il prossimo weekend prima della data fatidica del 4 giugno, con la riapertura dei porti e aeroporti sardi- spiega all’ANSA il vicesindaco e assessore al Turismo di Baunei Ivan Puddu – L’ordinanza sarà valida poi tutti i giorni, quando e se arriverà il turismo nazionale ed estero. Gli arrivi e la sorveglianza saranno gestiti da 30 barracelli che si alterneranno a gruppi di 6 per ogni giornata”.
A giugno il Comune adotterà un’altra ordinanza per regolamentare tutta la costa di Baunei secondo i protocolli dell’Inail. “Abbiamo già calcolato i numeri – annuncia l’assessore Puddu – la spiaggia centrale di Santa Maria Navarrese potrà ricevere al massimo 1.300 persone contemporaneamente, Cala Mariolu 550, la spiaggia dei Gabbiani 350, Cala Sisine 1.600. Su Cala Luna invece dobbiamo calcolare il numero massimo con il comune di Dorgali”.
“E’ il nostro piano ‘Baunei Safe’ per poter ospitare un turismo in sicurezza dal punto di vista sanitario. Il progetto è ancora in itinere – sottolinea il vicesindaco – Aspettiamo il turismo nazionale ed estero per armare barche e barconi, anche se c’è da dire che dopo la richiesta del passaporto sanitario per entrare in Sardegna, abbiamo avuto una pioggia di disdette. Speriamo di rifarci a con luglio e agosto”.
da La Nuova Sardegna, 18 luglio 2020
Svolta ambientale a Cala Pira: numero chiuso, ticket d’ingresso e divieto di fumare. (Gian Carlo Bulla): https://www.lanuovasardegna.it/cagliari/cronaca/2020/07/18/news/svolta-ambientale-a-cala-pira-numero-chiuso-ticket-d-ingresso-e-divieto-di-fumare-1.39098043