Perché i Cinghiali aumentano nonostante le mattanze venatorie?

La petizione No al Far West calibro 12 in Italia si firma qui
Ogni anno – durante la stagione venatoria e con i tanti piani di abbattimento in esecuzione – vengono uccisi centinaia di migliaia di Cinghiali (Sus scrofa) in Italia.
Eppure aumentano costantemente.
Un decreto della Direzione generale Welfare della Regione Lombardia del 28 febbraio 2023 (in corso di pubblicazione) addirittura ha previsto una taglia fino a 100 euro per ogni esemplare di Cinghiale femmina abbattuto nella zona a rischio di contagio della peste suina.
Un incentivo, in realtà, per l’aumento dei Cinghiali.
La recente indagine nazionale condotta dall’I.S.P.R.A. sulla gestione del Cinghiale nel periodo 2015-2021 ha visto la stima della presenza di circa 1,5 milioni di esemplari su tutto il territorio nazionale, in crescita nonostante i circa 300 mila esemplari abbattuti ogni anno (con una crescita del 45% nel periodo considerato rispetto agli anni precedenti. E un aumento dei danni in agricoltura stimati in una media annuale di 17 milioni di euro su tutto il territorio nazionale.
La cosa curiosa è che nessuno sembra chiedersi come mai i Cinghiali sono aumentati in tali dimensioni e come mai è aumentato il loro areale.
Soprattutto, come mai più esemplari vengono uccisi e più il Cinghiale aumenta la sua diffusione?
La crescente disponibilità alimentare in campagna e nelle periferie urbane determinata dalle numerosissime discariche abusive, le reiterate immissioni a fini venatori, l’ibridazione con il Maiale allevato allo stato brado o semi-brado e il conseguente aumento della fecondità, la caccia tutt’altro che selettiva sono i fattori dell’aumento dei Cinghiali in Italia.
Insomma, più fesserie umane che colpa del Cinghiale.
Fortunatamente è stata recentemente autorizzata in Italia la sperimentazione di contraccettivi temporanei per l’Ungulato, metodo che potrebbe incruentamente contenerne il numero.
Il prof. Andrea Mazzatenta, docente di Psicobiologia e Psicologia Animale presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Teramo, dopo pluriennali analisi del fenomeno, spiega come la caccia contribuisca decisamente alla proliferazione del Cinghiale nel report scientifico “Emergenza Cinghiali: danno ambientale, agrario ed economico” (2021), presentato alla Commissione permanente Agricoltura del Senato della Repubblica nell’ambito dell’indagine sui danni causati all’agricoltura dall’eccessiva presenza della fauna selvatica.
Prima si comprende e meglio è, per tutti.
Uno dei tanti motivi per cui è semplicemente assurda la previsione di piani di abbattimento di ogni specie di fauna selvatica in ogni momento dell’anno e in ogni luogo, compresi centri abitati e parchi naturali, disposta dalla legge 29 dicembre 2022, n. 197 (art. 1, commi 447-448), su cui ha aperto un’indagine la Commissione europea per potenziale contrasto con le direttive europee sulla salvaguardia della fauna selvatica, anche su ricorso del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG).
Oltre 25 mila cittadini hanno già sottoscritto la relativa petizione popolare promossa dal GrIG contro i piani di abbattimento faunistici senza se e senza ma: anche tu firma e fai firmare per una scelta di civiltà!
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
La petizione No al Far West calibro 12 in Italia si firma qui
(foto L.A.C., P.F., S.S., archivio GrIG)
riguardo il “disegnino”, grazie, l’ho salvato
ma servirebbe una presentazione diversa, io conosco almeno 2 cacciatori di cinghiali e glielo inoltrerei ma questo schema non è presentabile!
innanzitutto scrivere “la caccia è il problema” è sicuramente la cosa vera ma non è attraente dal punto di vista del marketing se volete mostrarlo ad un cacciatore, poi le parole usate nella spiegazione forse se fossero piu “terra-terra” sarebbero piu adatte ai soggetti a cui si dovrebbe rivolgere
Giulio non per difendere il GrIG, non ne ha certo bisogno, penso dovresti fare le tue osservazioni al sito esserevegan.it che lo pubblica in un articolo. Per quanto riguarda l’appeal di queste tesi scientifiche sui cacciatori, per me non è per loro (per loro e’ solo becera ideologia) che dobbiamo pubblicarle e farle girare, ma e’ per far crescere la conoscenza di tesi scientifiche nel pubblico non cacciatore. Per cambiare il paradigma, e cioè: non è il cinghiale il problema, ma il cacciatore con la sua attività che non incide minimamente, ma anzi ne incrementa la proliferazione incontrollata.
si d’accordo
comunque è risaputo che un eventuale referendum su abolizione della caccia stravincerebbe, bisognerebbe essere piu efficaci ma il problema è la politica (tutti, i partiti di destra innanzitutto ma temo che anche il PD avrebbe paura a sostenerlo)
E gia’ , bisognerebbero spiegarlo “terra-terra”, visto che l’acume diminuisce con il rumore dello sparo, e piu’ si spara e piu’…..
Hai ragione Giulio sul referendum, non so cosa si aspetta ancora a trovare unità tra le varie anime ambientaliste per proporne uno serio che sarebbe vincente…proprio non capisco, anche se non è semplice. Però proporre anche la sola abolizione del art 842 cc ( che permette ai trogloditi l’ingresso nei fondi privati, senza permesso del proprietario) sarebbe veramente letale per la pratica della caccia.
Ottimo studio. In più vorrei far presente che il periodo di caccia ormai estesissimo in tutte le aree forestali aperte alla caccia in tutta Italia Sardegna compresa, proprio al fine di uccidere il maggior numero di animali selvatici possibile, sta sistematicamente escludendo gli stessi animali dai loro habitat naturali (le foreste) processo che erroneamente si pensa coincidente con una loro nuova predilezione per gli ambienti antropizzati e addirittura urbani ma che tale non è in quanto frutto della inevitabile concentrazione dovuta alle quasi quotidiane battute di caccia grossa effettuate anche in Sardegna che stanno spingendo i cinghiali (in intere famiglie o in individui erratici) dalle aree storicamente predilette ad altre in cui (animali intelligentissimi quali sono) sperano di non essere perseguitati dalle braccate e dal fuoco di fucili o carabine.
Non si dimentichi poi che la stessa concentrazione determina anche maggiori possibilità di imparentamento con maiali bradi più prolifici.
Assolutamente
se i cinghiali ormai entrano in citta e addirittura in una metropoli come Roma è proprio perchè la dinamica spiegata in questo articolo è verissima, sono i cacciatori che hanno fatto arrivare i cinghiali sin dentro Roma, sparando!