TG3 Ambiente Italia, ecco i tagli boschivi nella Foresta demaniale del Marganai!


Lo sapevate che i tagli boschivi della Foresta demaniale del Marganai servono per combattere i cambiamenti climatici?

Così ci han detto i vertici dell’Ente Foreste della Sardegna (E.F.S.) su Ambiente Italia, RAI 3, sabato 20 febbraio 2016, alle ore 12.55.

Quindi, per far adattare boschi e foreste ai cambiamenti climatici, bisogna dar loro una bella ripassata di motoseghe, secondo il Commissario straordinario Giuseppe Pulina e il suo staff.

Chissà come han fatto finora boschi e foreste a cavarsela per qualche centinaio di milioni di anni senza le motoseghe dell’E.F.S. e poi pensate che cosa posson combinare in Amazzonia se lo vengono a sapere….

Foresta demaniale Marganai, area dei primi interventi di taglio (loc. Caraviu e su Isteri, Comune di Domusnovas)

Foresta demaniale Marganai, area dei primi interventi di taglio (loc. Caraviu e su Isteri, Comune di Domusnovas)

Comunque, guardatevi il bel servizio televisivo di Igor Staglianò e fatevi un’idea con la vostra testa.

Però, due parole su un aspetto non secondario: della nuova politica di gestione delle Foreste demaniali sarde – dal Marganai a Is Cannoneris, a Montarbu – han parlato TG 3 (Giorgio Galleano per Fuori TG, aprile 2015; Igor Staglianò per Ambiente Italia, febbraio 2016), Il Corriere della Sera (Gian Antonio Stella, settembre 2015), Il Fatto Quotidiano (Ferruccio Sansa, gennaio 2016).   Segno del rilievo nazionale delle notizie e delle informazioni.

E non certo perché prendono per oro colato quel che dicono esperti della pianificazione ambientale del territorio e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus (altre associazioni ambientaliste finora non pervenute).

E i mass media sardi?

foresta mediterranea del Sulcis

foresta mediterranea del Sulcis

A parte il lodevole caso del quotidiano online Sardinia Post con il bravo Pablo Sole e Il Manifesto Sardo, La Nuova Sardegna vi ha dedicato un paio di articoli di Mauro Lissia (settembre 2015) in merito alle attività del Soprintendente per le Belle Arti e il Paesaggio Fausto Martino (blocco dei lavori di taglio al Marganai e conseguente denuncia alla magistratura).      Per il resto poco o nulla.

Non c’è bisogno di alcun commento.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

foresta mediterranea

foresta mediterranea

(foto F.A., J.I., S.D., archivio GrIG)

  1. febbraio 22, 2016 alle 10:21 am

    Il ceduo è una delle vergogne di questo paese che soffre anche per l’incompetenza dei “tecnici” e di amministratori ignoranti. Nell caso specifico L’idea di pagare persone per fare danni è desolante. La manodopera impiegata per tagliare poteva essere impegnata per interventi di difesa idreogeologica o altro.

  2. Giorgio Zintu
    febbraio 22, 2016 alle 10:49 am

    Qualcuno, nel filmato, dice che le foreste sopravviveranno all’Ente foreste. Ho i miei dubbi, perché credo che i danni inferti all’ambiente non sempre sono reversibili. E’ già accaduto in Sardegna, erano tempi sabaudi, ma gli effetti se non la logica non sono tanto diversi.
    Pulina, il commissario dell’Ente foreste, a quanto risulta, è ordinario di zootecnia e la zootecnia non serve a conservare un ambiente forestale. stando al concetto da lui espresso, è davvero singolare che questo personaggo ricopra quel ruolo ma, in un Paese come il nostro, è la testimonianza vivente del ruolo svolto dalle spartizioni partitiche nella scelta della nomenclatura istituzionale. E ragionando, dopo aver rascoltato il sindaco di Domusnovas, si capisce bene che il peggior nemico della Sardegna siano proprio molti sardi e comunque gran parte del corpo elettorale.
    E’ comunque probabile che, tornando al tema del salvare il Marganai, non basti l’amato Giuseppe Dessì, ma serva una Commissione di docenti in Scienze forestali e in Ecologia che effettui sul campo una stima dei danni e verifichi quale sia la distanza reale tra Puliga e la tutela dell’ecosistema. Se almeno il futuro ha ancora una priorità nell’agenda umana.
    La crescita tumorale degli impianti a biomasse sottratti spesso a qualsiasi verifica sullimpatto ambientale e l’appeal esercitato dai consumi di pellet dovrebbero indurre tutti a una riflessione e a queso punto alla magistratura non guasterebbero le parole di Fabrizio: Se avete preso per buone le “verità” della televisione…siete lo stesso coinvolti”.

  3. Genius Loci
    febbraio 22, 2016 alle 11:37 am

    Sono d’accordo con Giorgio Zintu ma, alla “Commissione di docenti in Scienze forestali e in Ecologia” aggiungerei una Commissione d’inchiesta di Magistrati…..

  4. febbraio 26, 2016 alle 3:00 PM

    ed ecco anche una strada “abusiva” nel bosco.

    da Sardinia Post, 26 febbraio 2016
    Marganai, non solo tagli: adesso spunta la strada (vietata) nel bosco. (Pablo Sole) (http://www.sardiniapost.it/cronaca/marganai-non-solo-tagli-adesso-spunta-la-strada-vietata-nel-bosco/)

    Il Caso Marganai potrebbe arricchirsi di un nuovo fronte. Nell’area interessata dai tagli della lecceta effettuati nel periodo 2012-2013 e autorizzati dall’Ente foreste, sono spuntate delle piste carrabili non presenti nella cartografia ufficiale. È ipotizzabile – l’accertamento spetta all’Ente foreste e al Corpo forestale – che i nuovi stradelli siano stati aperti, abbattendo ulteriori alberi, dalla cooperativa che si è aggiudicata l’appalto per la ceduazione dei primi 33 ettari.

    Non è poi escluso che siano state anche allargate piste esistenti, pratica anche questa proibita: si tratta di interventi che erano espressamente vietati dal capitolato tecnico (art. 19) firmato sei anni fa dall’attuale direttore generale dell’Ente foreste Antonio Casula, a meno di ottenere uno specifico nulla osta. Passaggio, quest’ultimo, che pare sia stato saltato a pie’ pari. Qualche informazione in più potrebbe e dovrebbe averla il Corpo forestale, che ha il compito di vigilare sull’area del Marganai così come nel resto dell’Isola.

    Di certo, sull’apertura di nuove strade e sull’allargamento di altre non è stata informata la Sovrintendenza ai Beni paesaggistici di Cagliari e Oristano, che ora ha deciso di approfondire anche questo aspetto dopo aver intimato lo stop ai tagli, nel settembre scorso. Non si tratta di un particolare di poco conto e lo dimostra lo stesso divieto firmato dall’Ente foreste. Quando si aprono nuove strade, soprattutto in un’area in forte pendenza come quella interessata dai primi tagli, il cosiddetto effetto cascata è dietro l’angolo: alle prime piogge, senza trovare l’ostacolo delle chiome degli alberi, l’acqua si abbatte direttamente a terra e trascina a valle tutto ciò che incontra, col risultato principale di incrementare l’erosione del suolo.
    La novità è emersa durante un sopralluogo effettuato una settimana fa durante la registrazione del servizio dedicato al Caso Marganai dalla trasmissione di Rai 3 ‘Ambiente Italia’. Sul posto, oltre ai vertici dell’Ente foreste, ai rappresentanti dell’associazione ambientalista Gruppo di intervento giuridico e al team di esperti che sta seguendo l’aggiornamento del Piano di gestione del compendio Monte Linas – Marganai, erano presenti anche due dirigenti della Sovrintendenza ai Beni paesaggistici di Cagliari e Oristano, che hanno osservato lo stato dei luoghi dopo il passaggio delle motoseghe, quattro anni fa. Complice una pioggia battente, è stato osservato in diretta proprio l’effetto cascata.

    L’attenzione è caduta su una nuova pista che non compare nella cartografia della viabilità pubblicata proprio dall’Ente foreste e questo ha portato a supporre che si trattasse di una nuova strada aperta proprio in occasione della prima stagione di tagli. La pista è spuntata in corrispondenza della linea rossa presente all’interno del cerchio blu, che nella carta dell’Ente foreste indica il confine della parcella da tagliare (41a). Emerge quindi chiaramente che nei documenti originali, della nuova pista non c’era nemmeno l’ombra. Il nuovo stradello collega una “trattorabile principale” (bianca) con quella secondaria (gialla e nera) che parte dalle vecchie case della società mineraria Ammi, a destra del cerchio blu.

    Dalle foto scattate pochi mesi fa nel punto in cui la pista interseca la trattorabile Ammi, si notano diverse piante tagliate ed eradicate, mentre al centro della carreggiata sono chiari i segni del passaggio delle motoseghe, usate per abbattere i lecci che ostacolavano l’apertura della strada.

    Gli effetti dell’apertura della nuova pista sono ben visibili anche in queste immagini. Nella prima, nella parte opposta alla superficie di taglio, si notano gli alberi tagliati ed eradicati (pratica assolutamente vietata).

    Nella foto sotto si vedono chiaramente, nel bel mezzo della pista, i lecci che spuntavano al centro dello stradello, tagliati a raso.

    Quando il progetto di ceduazione è stato presentato al Servizio valutazione impatti della Regione, non era certo prevista l’apertura di nuove strade e forse anche per questo l’intervento è stato approvato senza bisogno di stilare la valutazione di incidenza ambientale, ma con un semplice screening preventivo. Con la realizzazione dello stradello le cose cambiano: alle prime piogge si crea l’effetto cascata e l’erosione è dietro l’angolo, come si nota da questa immagine.

    Sarà ora la Sovrintendenza a verificare se si tratta di piste di esbosco realizzate in occasione dei tagli e se per la loro realizzazione siano state richieste o meno le autorizzazioni. In prima battuta però, sembra alquanto improbabile che gli uffici cagliaritani di via Nazario Sauro sapessero qualcosa: quando il Sovrintendente Fausto Martino è arrivato a Cagliari, nel settembre dello scorso anno, aveva bloccato i tagli nel Marganai proprio perché negli uffici non era arrivato alcun documento. Men che meno le richieste per l’apertura di nuove piste di esbosco.

    Un ulteriore passaggio riguarda l’Ente foreste. Durante il sopralluogo della scorsa settimana, è stato detto che si tratta di un vecchio sentiero. Sentiero, appunto: non una nuova pista percorsa dai camion della cooperativa (inesistente nel rilievo del 2009 ed evidenziata in rosso nelle immagini del 2013 e del 2015). Lo si può notare comparando le foto storiche di Google Earth.

    Un ultimo rilievo che potrebbe sollevare la Sovrintendenza riguarda quel che in gergo tecnico è detta “effrazione di habitat comunitario”. Ad esser precisi, si parla del danneggiamento di una parte di territorio individuata come “landa oro-mediterranea endemica a ginestra spinosa (codice UE 4090)”. L’area in questione si trova tra una strada e un’area di taglio.

    Ora, posto che la carta della viabilità firmata pochi mesi prima dei tagli non riporta alcun stradello: l’Ente foreste era conoscenza di questi interventi? Li ha autorizzati? Ha mai effettuato dei sopralluoghi durante gli interventi di ceduazione e dopo la fine dei lavori, così come previsto dal capitolato tecnico? Se ha riscontrato irregolarità, dall’apertura di nuove piste all’allargamento di quelle esistenti, ha segnalato i fatti al Corpo forestale?

  5. Pino
    marzo 12, 2016 alle 6:17 PM

    Carissimo GRIG, oltre che al dott. Sole invio anche a Voi queste osservazioni e rigiro le domande che mi sono posto; avete una risposta???
    Io non sono molto pratico di cose di montagna e di foreste, però da una visione superficiale ma attenta delle aree prossime alla strada in questione, cioè quelle che si vedono ricoperte dal bosco e se non ho capito male comprese nella particella n.41a della carta degli interventi del “Progetto Pilota di ripristino governo a ceduo” , sembrano aree ricoperte da una vegetazione abbastanza fitta e di buona altezza. Inoltre non si notano tra la vegetazione le classiche aree vuote che si vedono nelle ortofoto di google earth del 2013 successive all’ultimo taglio di ceduazione, cioè delle aree comprese tra una matricina e l’altra dove risiedono le cappaie delle piante tagliate. Questo può significare che quel bosco risulta assente da interventi di taglio almeno da qualche anno antecedente al 1954? Giudicando dalla foto forse potrebbero essere almeno 7 o forse anche più di 10 anni vede come è alta la vegetazione, cosa ne pensa???? Ma se come dimostrato dalle foto da lei pubblicate quel bosco non è stato tagliato da minimo 62 anni, ma siccome nella foto del 1954 si vede la vegetazione alta e quindi dobbiamo aggiungere almeno altri 7 anni VUOLE DIRE CHE QUEL BOSCO È SENZA TAGLIARE ALMENO DA 69/70 ANNI, o forse anche più ………………..
    ORA MI VIENE SPONTANEA LA DOMANDA PERCHE’ IL DOTT. AIRI NEL SUO PIANO INDICA COME ETA’ DELLA PARTICELLA N°41a SOLO 37 ANNI???? COME MAI SI SONO GUARDATE LE ORTOFOTO DEL 1954 PER LE STRADE E NON PER DATARE LA FORESTA??? MA E’ POSSIBILE CHE IN TUTTE LE FASI AUTORIZZATIVE NESSUNO SI E’ ACCORTO DI QUESTO ERRORE E LO HA CORRETTO????
    INOLTRE L’ART. 42 DELLE PMPF se non erro dice: che nei cedui invecchiati si deve valutare attentamente la situazione prima di tagliare nuovamente quando la formazione arriva a 50 anni …..
    Inoltre, se non ricordo male sempre le PMPF all’ Art. 6 Sradicamento di piante e ceppaie, affermano: E’ vietato lo sradicamento delle piante vive di alto fusto e delle ceppaie vive nei cedui……
    ma allora perchè nelle foto compaiono tanti ceppi/ceppaie di leccio sradicate? disturbavano forse per fare la strada? saranno stati multati i responsabili di queste operazioni???
    Ma allora dott. Sole perché fanno tutte queste cose???? Non è che siano tutti un poco birichini e monellacci??? In attesa di una Vostra risposta saluto Pino

  6. marzo 22, 2016 alle 2:57 PM

    e la strada nel bosco finisce in Procura.

    da Sardinia Post, 22 marzo 2016
    Marganai, la strada non è autorizzata. La Sovrintendenza informa la Procura. (Pablo Sole): http://www.sardiniapost.it/cronaca/marganai-la-strada-non-autorizzata-la-sovrintendenza-informa-la-procura/

    __________________________________________

    dal sito web istituzionale dell’Ente Foreste della Sardegna, 18 marzo 2016
    Nel Marganai nessuna strada abusiva: http://www.sardegnaambiente.it/j/v/152?s=304212&v=2&c=12078&t=1

  7. Carlo Forte
    aprile 7, 2016 alle 10:39 am

    Si faranno la cacca addosso dopo la scorpacciata di sorci verdi,ah ah ah

    • Pino
      aprile 7, 2016 alle 10:20 PM

      ma almeno la cacca così sarà verde e quindi intonata all’ambiente ……
      però che fortuna almeno con la cacca non alterano il paesaggio ……..
      ahahahahahahaha

  8. Carlo Forte
    aprile 8, 2016 alle 10:29 am

    Hai ragione Pino,almeno quello…….Siamo ostaggi di prepotenti e impuniti.

    • Pino
      aprile 8, 2016 alle 9:53 PM

      sopratutto ignoranti, stolti e anche imbecilli, almeno mi auguro per loro………………..
      perchè se così non fosse sarebbero anche dei delinquenti e …….

  1. agosto 21, 2016 alle 7:01 am
  2. agosto 21, 2016 alle 7:02 am
  3. settembre 16, 2016 alle 7:01 am
  4. settembre 16, 2016 alle 7:03 am
  5. febbraio 6, 2018 alle 10:01 am

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