I costi ambientali nascosti delle auto elettriche.


Sumatra, foresta tropicale

Un po’ di sana informazione sui costi ambientali e sociali nascosti degli autoveicoli elettrici.

La trasmissione Report (RAI 3) ci consente di farci un’idea, così come già fece Presa Diretta nel 2021.

E da dove viene il Litio che costituisce parte fondamentale delle batteria elettriche?

Quale impatto reale hanno sull’ambiente e la geopolitica?

Proviamo a pensarci

Consigliamo la visione del servizio giornalistico, ne vale proprio la pena.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

qui il video

da Report, 19 novembre 2023

Green Hypocrisy. (Giulio Valesini, Cataldo Ciccolella)

Deforestazione, centrali a carbone, interi villaggi sgomberati con la forza, scarti chimici nelle acque, operai bruciati vivi, schiavi bambini, fauna e flora devastate, incidenti mortali.

Sono il prezzo nascosto dell’auto elettrica.

Indonesia, tagli forestali

(disegno e foto da mailing list ambientaliste)

  1. Andrea Barizza
    novembre 25, 2023 alle 9:45 am

    E’ giusto tener bene in mente alcune criticità, che però vanno affrontate e risolte, non appunto ignorate, altrimenti si rimane criticabili, in particolare di ipocrisia; il problema dell’approvvigionamento delle materie prime, diciamo “critiche”, che essenzialmente sono quelle necessarie alla realizzazione della batterie, non va da noi sottovalutato; oggigiorno la stragrande maggioranza di tali elementi proviene da paesi ove vengono estratti con poche o nulle attenzioni verso l’ambiente (e spesso anche verso i lavoratori), e ciò perché in primis operare in tal modo è economicamente conveniente; estrarre tali elementi in Europa richiederebbe l’uso di tecnologie minerarie avanzate (che ci sono, le cose son cambiate rispetto a 40 – 50 anni fa), ma che ovviamente sono più costose rispetto alle vecchie inquinanti modalità di estrazione; Report ha evidenziato, ad esempio, il problema del Nichel in Indonesia, problema tutt’altro che nuovo (si veda anche la rubrica Agenda dl Mondo del 7 Maggio scorso https://www.raiplay.it/video/2023/05/Tg3-Agenda-Del-Mondo-del-07052023-fe9495fc-f72e-451d-aa7b-431c2338e89c.html ); ma non va poi meglio con il Cobalto (soprattutto in Africa centrale, Congo in primis), e ovviamente con il Litio (in Sud America, soprattutto in Bolivia : https://www.focsiv.it/lestrazione-del-litio-tra-due-visioni-del-mondo/ ).
    L’Europa (e non i singoli stati, spesso caratterizzati da governi miopi che non vedono oltre la prospettiva della prossima elezione) deve assolutamente impegnarsi su vari fronti:
    – sul sostenere la ricerca al fine di trovare soluzioni tecnologiche che richiedano meno risorse, meno materie critiche, con chiaro riferimento in primis alle batterie;
    – sull’estrazione dei materiali necessari direttamente nel proprio territorio, ovviamente utilizzando moderne tecnologie il più possibile rispettose dell’ambiente e quindi della salute di tutti; questo comporta ovviamente la necessità di imporre dazi su materiali estratti invece in chissà quale parte del mondo distruggendo tutto e senza alcun rispetto delle popolazioni locali, altrimenti continuerà a valere sempre e solo la regola “si compra dove costa meno” (ovvero ove si fanno più danni).
    – sul riciclo dei RAEE, che sono una miniera di materiali critici, ma che spesso finiscono in container diretti in chissà quale paese africano.
    Ricordate, chi critica la transizione energetica ed ecologica ne evidenzia i punti deboli, e su questi si deve quindi ragionare

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