Arriva il ripristino ambientale al Porticciolo di Alghero e i controlli delle associazioni ambientaliste sono legittimi (e doverosi).

Il Comune di Alghero, con provvedimento unico n. 66488 dell’11 settembre 2020, ha autorizzato il ripristino ambientale della Pineta e della macchia mediterranea in loc. Porticciolo, dove la la Porticciolo s.r.l. aveva effettuato lavori di sistemazione di recinzione e cancelli in forza del provvedimento unico n. 315 del 9 luglio 2014, con cui il Comune aveva autorizzato i lavori alle seguenti condizioni:
“1. al fine di consentire il libero passaggio della microfauna all’interno del lotto, le maglie della recinzione dovranno avere una larghezza non inferiore ai 15 cm. x 15cm.;
2. non è consentito realizzare nuove piste né allargare la viabilità esistente o aprire varchi nella vegetazione”.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari e il Corpo forestale e di vigilanza ambientale effettuarono, invece, il sequestro preventivo delle aree (settembre 2019), perché, secondo gli accertamenti, sarebbe stata tagliata vegetazione mediterranea senza alcuna autorizzazione.
Ora, dal parere n. 2943 del 12 agosto 2020 espresso dall’Azienda speciale di gestione del parco naturale regionale di Porto Conte, si apprende che “si prevede di mettere a dimora n.130 piante di pino domestico, n.30 piante di ginepro fenicio e n. 15 piante di cisto in ottemperanza a quanto previsto dal procedimento 3871-19 r.g.n.r. della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari”.

Un ravvedimento operoso effettuato dal trasgressore che può portare – se effettuato correttamente – all’estinzione del reato conseguente alla violazione del vincolo paesaggistico/ambientale (art. 181, comma 1 quinques, del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).
L’intera zona è tutelata con specifico vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), mentre la fascia costiera dei 300 metri dalla battigia marina è tutelata anche con vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993). Rientra, inoltre, nella zona speciale di conservazione “Porto Ferro – Baratz” (ITB011155) ai sensi della direttiva n.92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, della fauna e della flora e nel parco naturale regionale “Porto Conte”.
La Porticciolo s.r.l., titolare dell’omonimo campeggio, beneficia da anni di una concessione demaniale stagionale sulla spiaggia, contestatissima in quanto interessante l’area dunale.
Ora il ripristino ambientale per i tagli della vegetazione mediterranea.

Ma c’è anche un altro fatto di rilevante importanza.
La prof.ssa Maria Antonietta Alivesi, referente algherese del GrIG, è stata prosciolta dal G.I.P. del Tribunale di Sassari (provvedimento del 15 settembre 2020) su richiesta del Pubblico Ministero dall’accusa di diffamazione, intentata da un titolare di un chiosco sulla spiaggia di Porto Conte – Mugoni, riguardo cui l’Associazione aveva presentato (27 maggio 2019) istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti alle amministrazioni pubbliche competenti.
Il G.I.P. del Tribunale di Sassari ha “ritenuto che i commenti espressi … rispondano all’esercizio del diritto di critica, espressione del diritto di manifestazione del pensiero, costituzionalmente tutelato, posto che con essi … ha voluto richiamare l’attenzione della pubblica opinione e provocare una riflessione dei cittadini – cui spetta un generale potere di controllo sull’operato della pubblica amministrazione – su un tema di rilevante interesse pubblico e che le espressioni utilizzate nella comunicazione sono sempre rimaste entro i limiti della continenza espressiva, e non sono mai trascese in attacchi personali o in manifestazioni gratuitamente lesive dell’altrui reputazione”.
Se uno su una pubblica spiaggia ottiene di realizzare un mega-chiosco non può pensare di ricevere solo applausi entusiasti…..
Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus esprime la sua forte soddisfazione per due fatti positivi per la salvaguardia ambientale e la legalità, fatti che spingono a un impegno ancor più determinato per la difesa di ambiente e salute pubblica.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

da La Nuova Sardegna, 19 settembre 2020
Chiosco contestato, il gip archivia.
La referente del Grig era indagata per diffamazione: sui social definì la struttura un “parallelepipedo”. (Nadia Cossu)
ALGHERO. «Questo parallelepipedo dalle dimensioni sproporzionate troneggia all’interno della duna che è stata scavata per il posizionamento di quella che sarà l’autosufficienza del chiosco bar…».
Così Maria Antonietta Alivesi, referente di Alghero per il Gruppo di intervento giuridico, interveniva sul proprio profilo Facebook commentando la realizzazione nella zona di Mugoni di un chiosco. In particolare la Alivesi aveva criticato l’operato del Comune di Alghero perché aveva rilasciato l’autorizzazione edilizia per la costruzione di quel fabbricato a ridosso della spiaggia «e in violazione delle norme paesistiche». Il post non era però evidentemente piaciuto a chi stava realizzando l’attività e per questo la referente locale del GrIG era stata denunciata e il suo nome era finito nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Sassari con l’accusa di diffamazione. A conclusione delle indagini preliminari il pubblico ministero Giovanni Porcheddu aveva chiesto l’archiviazione cui era seguita l’opposizione da parte dei titolari del chiosco. Ora il gip ha messo la parola fine alla vicenda decidendo di archiviare.
La Alivesi nel suo post di Facebook chiedeva se fossero stati acquisiti i pareri degli enti preposti al controllo o se, invece, si fosse deciso di dare la concessione con modalità semplificate e senza osservare un iter burocratico corretto.
Inoltre definiva il fabbricato “un parallelepipedo”, commento che il proprietario del chiosco bar aveva ritenuto gravemente lesivo della propria reputazione. Quest’ultimo aveva sostenuto in sintesi che proprio la terminologia usata in senso spregiativo (“parallelepipedo”) e l’insinuazione che l’autorizzazione fosse stata data in modo illegittimo, dimostravano l’intento denigratorio.
Il pm, nella richiesta di archiviazione, aveva rilevato che i dubbi dell’indagata erano invece «più che legittimi, sia ove sollevati dal soggetto per il ruolo ricoperto, sia in qualità di cittadino dotato di ampi poteri di controllo dell’operato della pubblica amministrazione».
Ma il titolare dell’autorizzazione, tramite l’avvocato Giuseppe Melis, aveva presentato opposizione chiedendo una integrazione di indagini e, comunque, che si imponesse al pubblico ministero di formulare l’imputazione coatta a carico dell’autrice del commento.
La Alivesi, difesa dall’avvocato Edoardo Morette, aveva spiegato che quanto riferito era vero (e per questo aveva prodotto gli atti amministrativi ottenuti attraverso domanda di accesso agli atti del GrIg), ma anche che il termine “parallelepipedo”, da lei usato correttamente in quanto insegnante di matematica, indicava semplicemente un prisma, ossia il manufatto in questione. Il gip, accogliendo la tesi del pm e della difesa, ha disposto l’archiviazione.

(foto M.A.A., S.D., archivio GrIG)
Mi fa molto piacere della positiva soluzione della vicenda della Prof.ssa Alivesi.
Le chiedo cortesemente, dott. Deliperi, se è possibile avere, con l’ovvio consenso della Prof.ssa Alivesi, copia del decreto del GIP in modo da poterlo utilizzare a mia volta in aula giudiziaria.