Home > acqua, biodiversità, difesa del territorio, dissesto idrogeologico, grandi opere, inquinamento, paesaggio, Regione Sardegna, rifiuti, salute pubblica, società, sostenibilità ambientale > C’è poco da gioire per l’inizio della bonifica del disastro ambientale di Furtei.

C’è poco da gioire per l’inizio della bonifica del disastro ambientale di Furtei.


Dal 1997 al 2008 sono stati estratti circa 5 tonnellate d’oro, 6 d’argento e 15 mila di rame in lingotti in forma composita, cioè non immediatamente utilizzabile, macinando 530 ettari di territorio per una quarantina di posti di lavoro.

A Furtei, nel bel mezzo del Campidano, in Sardegna.

Poi il disastro ambientale.

Ora inizia la bonifica, sempre a spese pubbliche.

E c’è ben poco da gioire.

Ecco come si è arrivati a questo scempio ambientale e finanziario.

Furtei, miniera dismessa

La “storia” dell’oro di Furtei.

La miniera d’oro era stata avviata la produzione attraverso l’allora Ente Minerario Sardo – E.M.SA., presieduto da Giampiero Pinna (poi consigliere regionale P.D.S., poi ancora presidente verde del Parco geominerario della Sardegna fino al successivo commissariamento), l’unico ente regionale posto in liquidazione per eccessive perdite della storia autonomistica sarda (legge regionale n. 33/1998).

All’avvìo delle attività minerarie (primi anni ‘90 del secolo scorso) e, successivamente, le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico chiesero, con iniziative legali, lo svolgimento del procedimento di valutazione di impatto ambientale – V.I.A., purtroppo senza alcun esito.

Allora, infatti, la Regione autonoma della Sardegna non applicava la direttiva n. 85/337/CEE in materia di V.I.A. per le attività estrattive: lo farà soltanto con la legge regionale n. 15/2008 (art. 8), dopo due procedure di infrazione avviate dalla Commissione europea per mancato recepimento della normativa, su altrettanti ricorsi proprio delle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico in relazione alle concessioni minerarie rilasciate a Muros (SS), poi fermate dal giudizio negativo da parte della Giunta regionale al termine del procedimento di V.I.A.

stemma Regione Sardegna

La Sardinia Gold Mining s.p.a. (ora in fallimento) era la società mineraria titolare della concessione di estrazione aurifera Santu Miali, le cui azioni vennero in gran parte cedute al partner estrattivo di rilevanza internazionale, e giunsero alla multinazionale Buffalo Gold ltd (Canada).

Per diverso tempo presidente del Consiglio di amministrazione della S.G.M. è stato il già Presidente della Regione Ugo Cappellacci.

Con l’esaurimento dello scarso filone aurifero, abbandonò il cantiere minerario senza porre in essere le necessarie operazioni di messa in sicurezza e di bonifica ambientale.

Ovvio e scontato. Le condizioni del mercato internazionale dell’oro lo rendevano opportuno in una logica essenzialmente industriale e finanziaria.

47 dipendenti si ritrovarono sulla strada.

In più, giusto per guadagnarci ancora, secondo le accuse della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, ben 10 km. dell’attuale strada statale n. 131 “Carlo Felice” sono stati realizzati negli anni scorsi con l’utilizzo di scarti di lavorazione tossici dell’ex miniera d’oro di Furtei … Accusati di traffico illecito di rifiuti il legale rappresentante della miniera, l’australiano Garry Johnston e Antonino Marcis, di Macomer, che si era aggiudicato il subappalto per la realizzazione della strada. Indagati anche Aldo Serafini, della Todini spa, e il direttore dei lavori dell’Anas, Giorgio Carboni.

Conseguentemente la Regione autonoma della Sardegna, ancora titolare di una partecipazione minoritaria (10%) al capitale sociale della Sardinia Gold Mining s.p.a., ha dovuto metter mani al portafoglio di tutti noi sardi per evitare un disastro ambientale e sociale.

Privatizzare i profitti e socializzare le perdite, l’ennesimo esempio del capitalismo made in Sardistàn.

La bonifica ambientale.

Nonostante la presenza della Regione autonoma della Sardegna nella titolarità di parte del capitale sociale,

nel 2009 venne abbandonato il cantiere estrattivo da parte della Società mineraria senza aver effettuato le necessarie operazioni di messa in sicurezza e di ripristino ambientale, fondamentali visto l’utilizzo pluriennale di cianuro, mercurio e altri metalli pesanti.

Dopo i primi interventi di emergenza da parte della Giunta regionale (deliberazione n. 34/20 del 20 luglio 2009– stanziamento di 250 mila euro – e deliberazione n. 37/7 del 30 luglio 2009 – predisposizione del piano di caratterizzazione), l’Esecutivo isolano con la deliberazione n. 43/42 del 6 dicembre 2010, con grave ritardo, affrontava sul piano finanziario la pesantissima crisi ambientale conseguente all’abbandono della miniera d’oro di Santu Miali, fino a quel momento vigilata solo grazie all’abnegazione dei dipendenti licenziati dalla società mineraria.

La progettazione e realizzazione dei lavori di ripristino ambientale sono stati affidati alla società in house I.G.E.A. s.p.a.:

*  progettazione e realizzazione di un impianto di trattamento delle acque provenienti dal bacino sterili e dalle cavità ex minerarie ubicate nelle aree di coltivazione denominate “Is Concas, Su Masoni e Sa Perrima”;

*  progettazione e realizzazione della messa in sicurezza delle medesime aree, con eventuale impermeabilizzazione del fondo e delle pareti e la ricostruzione volumetrica del profilo e rinaturazione;

*  progettazione e messa in sicurezza permanente del bacino di accumulo sterili.

Cagliari, Viale Trento, sede della Regione autonoma della Sardegna

L’importo complessivo previsto dei lavori (da completare entro il 2015) era di 16 milioni di euro.

La Giunta regionale – secondo un proprio comunicato stampa dell’1 luglio 2013 – aveva  deliberato di stipulare una convenzione con Igea Spa per l’esecuzione dei servizi relativi alla custodia, gestione e realizzazione dei primi interventi di messa in sicurezza permanente del sito minerario di Santu Miali, secondo le prescrizioni e le indicazioni impartite dall’organo di vigilanza e di polizia mineraria dell’Assessorato dell’Industria.  Il programma operativo presentato prevede una spesa di 2,5 milioni di euro per la conclusione dell’attività geologica, la progettazione e realizzazione dell’impianto di trattamento delle acque contaminate, lo smaltimento dei rifiuti minerari tuttora presenti, l’attività relativa alla caratterizzazione residuale, progettazione messa in sicurezza emergenza ed avvio dell’attività di messa in sicurezza permanente del sito di Is Concas, la gestione ordinaria dei cantieri e dei siti minerari, la custodia ed il mantenimento delle necessarie misure di sicurezza ambientale e la sorveglianza.  ‘Questo intervento – ha spiegato l’assessore Liori – è nell’ambito del piano di sviluppo finalizzato alla bonifica, recupero e riconversione economica delle aree minerarie dismesse. Infatti, nei territori di Furtei, Guasila, Serrenti e Segariu, a seguito dell’abbandono del sito minerario di Santu Miali, conseguente al fallimento della Sardinia Gold Mining Spa, si è determinata una situazione di emergenza ambientale che ha reso necessari una serie di interventi sinora attuati da Igea e, in misura minore, dal Comune di Furtei e dal curatore fallimentare del Tribunale’”.

Ancora con la successiva deliberazione Giunta regionale n. 10/25 del 17 marzo 2015 sono state riprogrammate le risorse disponibili per il Piano Pluriennale di Sviluppo finalizzato alla bonifica, recupero e riconversione economica delle aree minerarie dismesse, o in via di dismissione, della Regione Sardegna” (leggi n. 221/1990, n. 204/1993 e legge regionale n. 22/2002) con riferimento alla miniera dismessa Sardinia Gold Mining s.p.a.

Successivamente, il progetto definitivo di bonifica ambientale è stato approvato ai sensi dell’art. 242 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i. e del decreto legislativo n. 117/2008.

Ora, finalmente, l’avvio della bonifica ambientale, che dovrebbe esser conclusa in tre anni.

Furtei, miniera dismessa

Chi ha pagato?

Non si ha alcuna notizia di iniziative concrete ed effettive poste in essere dalla Regione autonoma della Sardegna per ottenere il pagamento delle spese per la messa in sicurezza e il ripristino ambientale da parte del Soggetto che rivestiva la qualifica di concessionario minerario, perlomeno mediante l’escussione delle fideiussioni di legge prestate.

Tutti gli importi impiegati o finanziati sono, quindi, fondi pubblici.

La stima del costo complessivo della bonifica ambientale del sito inquinato è pari a 65 milioni di euro.

La Regione autonoma della Sardegna ha annunciato di intervenire per la realizzazione degli interventi di bonifica ai sensi dell’art. 245 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i., con successiva facoltà di rivalsa nei confronti del responsabile dell’inquinamento per le spese di bonifica e il maggior danno ambientale subìto (art. 253 del decreto legislativo n. 152/2006 e s,m.i.).

In pratica, se non ha incassato un euro finora, non lo incasserà quasi certamente mai.

Furtei, miniera dismessa, da http://www.tafter.it

I procedimenti penali.

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari (dott. Daniele Caria), al termine di complesse indagini, ha chiesto il rinvio a giudizio di Stewart James Grant, McEwen Brian Roy e William Redmonty, dirigenti della Sardinia Gold Mining, società mineraria responsabile del disastro ambientale su circa 530 ettari conseguente all’abbandono della miniera d’oro di Santu Miali, a Furtei (Sud Sardegna).

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, che ha esperito diverse azioni legali (4 settembre 2009, 8 luglio 2013, 5 luglio 2015) finalizzate alla bonifica ambientale del sito e all’individuazione delle responsabilità del gravissimo inquinamento ambientale, grazie alla preziosa attività dell’avv. Carlo Augusto Melis Costa, del Foro di Cagliari, presenterà istanza di costituzione di parte civile nei tempi proceduralmente previsti

Sarà possibile avere un po’ di giustizia per la Terra e il popolo inquinato?

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

dal sito web istituzionale della Regione autonoma della Sardegna, 21 dicembre 2017

Bonifiche, via libera ai lavori Santu Miali-Furtei. Pigliaru con Spano e Piras: traguardo atteso da anni per il risanamento ambientale.

A seguito dell’approvazione del progetto operativo, parte il risanamento ambientale teso a sanare lo stato di emergenza risalente al 2009, anno del fallimento della Sardinia Gold Mining (Sgm) che ha operato su una superficie di 530 ettari.

Cagliari, 21 dicembre 2017 – Via libera ai lavori definitivi di bonifica e messa in sicurezza dell’area mineraria dismessa di Santu Miali-Furtei. A seguito dell’approvazione del progetto operativo, parte il risanamento ambientale teso a sanare lo stato di emergenza risalente al 2009, anno del fallimento della Sardinia Gold Mining (Sgm) che ha operato su una superficie di 530 ettari. In questi anni Igea, società in house della Regione, ha comunque provveduto a mantenere il sito in sicurezza in attesa delle attività di bonifica, finalmente giunte al via grazie all’impegno della Giunta Pigliaru. La stessa Igea, che in questi due anni ha definito i progetti di risanamento, eseguirà gli interventi il cui costo complessivo è pari a 65 milioni. Questa mattina l’inaugurazione dell’avvio delle bonifiche, nel cantiere di Furtei, con il presidente Francesco Pigliaru, le assessore Maria Grazia Piras e Donatella Spano, i sindaci dei Comuni di Furtei, Nicola Cau, di Guasila, Paola Casula, di Segariu, Andrea Fenu e di Serrenti, Mauro Tiddia, e l’amministratore unico di Igea, Michele Caria.

PRESIDENTE PIGLIARU. “Oggi qui parte un cantiere di fondamentale importanza non solo per questo territorio ma per tutta la Sardegna”, ha detto il presidente Francesco Pigliaru. “Abbiamo lavorato a lungo e con determinazione per far partire la bonifica che avevamo promesso, perché le parole diventassero fatti: la giornata di oggi dimostra che ci siamo riusciti. Siamo molto orgogliosi di essere arrivati a questo punto – ha proseguito il presidente Pigliaru -, e soprattutto di aver raggiunto l’obiettivo con IGEA. Tutti ricordiamo che solo qualche anno fa le lavoratrici di IGEA avevano occupato una miniera per segnalare la gravità della situazione. Anche se ben pochi scommettevano su una soluzione positiva, noi ci abbiamo comunque creduto, investendo risorse ed energie. Tanto impegno è servito perché IGEA, come stiamo dimostrando, è tornata alla piena operatività: oggi lavora garantendo occupazione e mettendo le sue importanti competenze a servizio di tutta la Sardegna, per restituire alla comunità territori finalmente bonificati”, ha detto Francesco Pigliaru, ricordando infine che buona parte del progetto su Furtei è già finanziato. “E se serviranno ulteriori risorse – ha concluso -, non avremo difficoltà a trovarle attraverso il Fondo di Sviluppo e Coesione, perché le bonifiche sono investimenti infrastrutturali essenziali”.

ASSESSORE SPANO. Soddisfatta l’assessora della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, che ha dichiarato: “Abbiamo raggiunto un altro importantissimo traguardo perché possiamo dare ai sardi risposte certe sul risanamento ambientale, sul quale questa Giunta si è impegnata su tutto il territorio regionale. Le bonifiche, per l’alta complessità che caratterizza questi procedimenti, specialmente su porzioni così ampie del territorio, hanno una tempistica necessariamente lunga a garanzia della qualità del progetto e delle tecniche utilizzate. Voglio ringraziare – ha concluso l’assessora Spano – i funzionari dell’Amministrazione regionale che hanno lavorato per rispettare l’iter amministrativo e seguire la tabella di marcia quanto più celermente possibile”.

ASSESSORE PIRAS. La competenza di esecuzione degli interventi, che prevede un cronoprogramma di tre anni, è in carico all’assessorato dell’Industria tramite la società in house IGEA. “Le bonifiche sono un obiettivo di legislatura: restituire alla popolazione i propri spazi e anche offrire nuove opportunità per lo sviluppo economico, per future intraprese”, ha detto l’assessora dell’Industria, Maria Grazia Piras. “Spesso si parla di equilibrio fra ambiente e attività produttive. Furtei era una ferita in un territorio che non ha avuto né sviluppo né tutela dell’ambiente. Stiamo iniziando un’operazione di giustizia e lo stiamo facendo con Igea, nostra società in house a cui abbiamo dato una nuova mission dopo le difficoltà del passato”. Piras ha dunque ringraziato la grande squadra che ha permesso, oggi, l’inaugurazione della “prima, importante bonifica. Tre anni fa – ha commentato – in pochi avrebbero scommesso che ce l’avremmo fatta”.

LE PRIORITÀ DI AZIONE. La caratterizzazione ha restituito elevate concentrazioni di metalli pesanti in corrispondenza delle strutture di deposito dei rifiuti minerari. La presenza di acque acide ad elevato contenuto di metalli pesanti in corrispondenza del bacino sterili, dei vuoti minerari e delle falde hanno reso necessaria la progettazione di soluzioni specifiche per le acque minerarie. Dinanzi a questa situazione complessa sono state definite le priorità di intervento. Sarà realizzato un impianto di trattamento per le acque dei vuoti minerari e del bacino sterili. Quindi andranno isolate in maniera definitiva le sorgenti della contaminazione: il progetto prevede che le maggiori discariche minerarie siano completamente rimosse e messe in sicurezza. In una seconda fase si procederà agli interventi sui suoli limitrofi ai centri di pericolo e sulle matrici di riporto nell’area impianti.

Presentazione “Approvazione progetto definitivo-operativo degli interventi di bonifica e messa in sicurezza dell’area mineraria dismessa di Santu Miali – Furtei” [pdf]

 

 

(foto da www.tafter.it, Provincia Medio Campidano)

 

  1. Carlo Forte
    dicembre 23, 2017 alle 3:20 PM

    Che schifezza di sistema…..prima fanno devastare un territorio,mangiano con i cow boys li fanno scappare e poi come sempre è il cittadino che deve pagare.Salvi capra,cavoli e quel marciume dell’idea,dove succhiano tutti igiullari del centrodestra.Ancora per poco,il fallimento di stato avanza in maniera innarestabile…….

  2. dicembre 24, 2017 alle 12:36 PM

    da Sardinia Post, 22 dicembre 2017
    Furtei, causa civile del Grig: “Non è giusto che i sardi paghino la bonifica”. (Alessandra Carta): http://www.sardiniapost.it/cronaca/furtei-causa-civile-del-grig-non-e-giusto-che-i-sardi-paghino-la-bonifica/

    ________________________________

    da Cagliaripad, 22 dicembre 2017
    Furtei, Gruppo d’Intervento Giuridico: “Al via bonifica del disastro ambientale, ma con soldi pubblici”.
    “Ora inizia la bonifica, sempre a spese pubbliche. E c’è ben poco da gioire, a differenza di quanto fanno i vertici istituzionali della Regione autonoma della Sardegna”: http://www.cagliaripad.it/278892/furtei-gruppo-dintervento-giuridico-al-via-bonifica-del-disastro-ambientale-soldi-pubblici

  1. dicembre 23, 2017 alle 4:55 PM

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.