Quali sono le responsabilità del disastro ambientale della miniera d’oro dismessa di Furtei?
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha inoltrato (5 luglio 2015) una nuova circostanziata richiesta di informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti riguardo le iniziative svolte dalle amministrazioni pubbliche competenti per contrastare la pesantissima crisi ambientale conseguente all’abbandono della miniera d’oro di Santu Miali, a Furtei (VS).
In particolare si chiede di conoscere quali attività siano state poste in essere per la messa in sicurezza del cantiere minerario, per la bonifica ed il ripristino ambientale e, soprattutto, per il pagamento delle spese da parte del Soggetto concessionario privato.
Interessati il Ministro dell’ambiente, il Presidente della Regione autonoma della Sardegna, l’Assessore regionale dell’industria, i Sindaci di Furtei, Segariu, Sardara, Serrenti e Guasila, il Direttore generale dell’A.R.P.A.S., il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, i Carabinieri del N.O.E. Per opportuna conoscenza e per le attività di competenza la richiesta è stata inviata anche al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari ed al Procuratore regionale della Corte dei conti.
Grazie alla preziosa attività dell’avv. Carlo Augusto Melis Costa, del Foro di Cagliari, saranno inoltre effettuate le necessarie iniziative per intervenire nei procedimenti penali aperti sui gravissimi fatti di inquinamento ambientale.
Precedenti istanze (4 settembre 2009, 8 luglio 2013) erano state inviate al momento dell’abbandono del cantiere estrattivo da parte della Società mineraria in assenza delle necessarie operazioni di messa in sicurezza e di ripristino ambientale e al momento dell’avvio delle fasi di bonifica ambientale, visto l’utilizzo pluriennale di cianuro, mercurio e altri metalli pesanti, nonostante la presenza della Regione autonoma della Sardegna nella titolarità del capitale sociale.
Qual è la situazione attuale?
Dopo i primi interventi di emergenza da parte della Giunta regionale (deliberazione n. 34/20 del 20 luglio 2009– stanziamento di 250 mila euro – e deliberazione n. 37/7 del 30 luglio 2009 – predisposizione del piano di caratterizzazione), l’Esecutivo isolano con la deliberazione n. 43/42 del 6 dicembre 2010, con grave ritardo, ha affrontato sul piano finanziario la pesantissima crisi ambientale conseguente all’abbandono della miniera d’oro di Santu Miali, fino a quel momento vigilata solo grazie all’abnegazione dei dipendenti licenziati dalla società mineraria. La progettazione e realizzazione dei lavori di ripristino ambientale sono stati affidati alla società in house I.G.E.A. s.p.a.:
* progettazione e realizzazione di un impianto di trattamento delle acque provenienti dal bacino sterili e dalle cavità ex minerarie ubicate nelle aree di coltivazione denominate “Is Concas, Su Masoni e Sa Perrima”;
* progettazione e realizzazione della messa in sicurezza delle medesime aree, con eventuale impermeabilizzazione del fondo e delle pareti e la ricostruzione volumetrica del profilo e rinaturazione;
* progettazione e messa in sicurezza permanente del bacino di accumulo sterili.
L’importo complessivo previsto dei lavori (da completare entro il 2015) era di 16 milioni di euro.
La Giunta regionale – secondo un proprio comunicato stampa dell’1 luglio 2013 – aveva “deliberato di stipulare una convenzione con Igea Spa per l’esecuzione dei servizi relativi alla custodia, gestione e realizzazione dei primi interventi di messa in sicurezza permanente del sito minerario di Santu Miali, secondo le prescrizioni e le indicazioni impartite dall’organo di vigilanza e di polizia mineraria dell’Assessorato dell’Industria. Il programma operativo presentato prevede una spesa di 2,5 milioni di euro per la conclusione dell’attività geologica, la progettazione e realizzazione dell’impianto di trattamento delle acque contaminate, lo smaltimento dei rifiuti minerari tuttora presenti, l’attività relativa alla caratterizzazione residuale, progettazione messa in sicurezza emergenza ed avvio dell’attività di messa in sicurezza permanente del sito di Is Concas, la gestione ordinaria dei cantieri e dei siti minerari, la custodia ed il mantenimento delle necessarie misure di sicurezza ambientale e la sorveglianza. ‘Questo intervento – ha spiegato l’assessore Liori – è nell’ambito del piano di sviluppo finalizzato alla bonifica, recupero e riconversione economica delle aree minerarie dismesse. Infatti, nei territori di Furtei, Guasila, Serrenti e Segariu, a seguito dell’abbandono del sito minerario di Santu Miali, conseguente al fallimento della Sardinia Gold Mining Spa, si è determinata una situazione di emergenza ambientale che ha reso necessari una serie di interventi sinora attuati da Igea e, in misura minore, dal Comune di Furtei e dal curatore fallimentare del Tribunale’”.
Ancora con la recente deliberazione Giunta regionale n. 10/25 del 17 marzo 2015 sono state riprogrammate le risorse disponibili per il “Piano Pluriennale di Sviluppo finalizzato alla bonifica, recupero e riconversione economica delle aree minerarie dismesse, o in via di dismissione, della Regione Sardegna” (leggi n. 221/1990, n. 204/1993 e legge regionale n. 22/2002) con riferimento alla miniera dismessa Sardinia Gold Mining s.p.a.
Non si ha, invece, alcuna notizia di iniziative poste in essere dalla Regione autonoma della Sardegna per ottenere il pagamento delle spese per la messa in sicurezza e il ripristino ambientale da parte del Soggetto che rivestiva la qualifica di concessionario minerario, perlomeno mediante l’escussione delle fideiussioni di legge prestate.
Ma come si è giunti a questa situazione? Lo ricordiamo.
La miniera d’oro era stata avviata la produzione attraverso l’allora Ente Minerario Sardo – E.M.SA., presieduto da Giampiero Pinna (poi consigliere regionale P.D.S., poi ancora presidente verde del Parco geominerario della Sardegna fino al successivo commissariamento), l’unico ente regionale posto in liquidazione per eccessive perdite della storia autonomistica sarda (legge regionale n. 33/1998).
All’avvìo delle attività minerarie (primi anni ‘90 del secolo scorso) e, successivamente, le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico chiesero, con iniziative legali, lo svolgimento del procedimento di valutazione di impatto ambientale – V.I.A., purtroppo senza alcun esito.
Allora, infatti, la Regione autonoma della Sardegna non applicava la direttiva n. 85/337/CEE in materia di V.I.A. per le attività estrattive: lo farà soltanto con la legge regionale n. 15/2008 (art. 8), dopo due procedure di infrazione avviate dalla Commissione europea per mancato recepimento della normativa, su altrettanti ricorsi proprio delle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico in relazione alle concessioni minerarie rilasciate a Muros (SS), poi fermate dal giudizio negativo da parte della Giunta regionale al termine del procedimento di V.I.A.
La Sardinia Gold Mining s.p.a. (ora in fallimento) era la società mineraria titolare della concessione di estrazione aurifera Santu Miali, le cui azioni vennero in gran parte cedute al partner estrattivo di rilevanza internazionale, e giunsero alla multinazionale Buffalo Gold ltd (Canada).
Con l’esaurimento dello scarso filone aurifero, ha abbandonato il cantiere minerario senza porre in essere le necessarie operazioni di messa in sicurezza e di bonifica ambientale.
Ovvio e scontato. Le condizioni del mercato internazionale dell’oro lo rendevano opportuno in una logica essenzialmente industriale e finanziaria.
47 dipendenti si ritrovarono sulla strada.
In più, giusto per guadagnarci ancora, secondo le accuse della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari, ben 10 km. dell’attuale strada statale n. 131 “Carlo Felice” sono stati realizzati negli anni scorsi con l’utilizzo di “scarti di lavorazione tossici dell’ex miniera d’oro di Furtei … Accusati di traffico illecito di rifiuti il legale rappresentante della miniera, l’australiano Garry Johnston e Antonino Marcis, di Macomer, che si era aggiudicato il subappalto per la realizzazione della strada. Indagati anche Aldo Serafini, della Todini spa, e il direttore dei lavori dell’Anas, Giorgio Carboni”.
Conseguentemente la Regione autonoma della Sardegna, ancora titolare di una partecipazione minoritaria (10%) al capitale sociale della Sardinia Gold Mining s.p.a., ha dovuto metter mani al portafoglio di tutti noi sardi per evitare un disastro ambientale e sociale.
Privatizzare i profitti e socializzare le perdite, l’ennesimo esempio del capitalismo made in Sardistàn.
Se un euro pubblico dev’essere erogato, deve avvenire esclusivamente per il ripristino ambientale di un territorio ampiamente devastato, importi poi da ottenere anche in via coattiva dalla Società mineraria. Non un soldo deve andare per sostenere ancora il profitto privato.
Per diverso tempo presidente del Consiglio di amministrazione della S.G.M. è stato il già Presidente della Regione Ugo Cappellacci.
E’ possibile ora avere un po’ di giustizia per la Terra e il popolo inquinato?
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

Furtei, miniera dismessa, da http://www.tafter.it
(foto da www.tafter.it, Provincia Medio Campidano)
da L’Unione Sarda, 5 luglio 2015
Miniera di Furtei, esposto in Procura per le bonifiche: “Bomba ecologica”: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2015/07/05/miniera_di_furtei_esposto_in_procura_per_le_bonifiche_bomba_ecolo-68-424965.html
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da Sardinia Post, 5 luglio 2015
Miniera al veleno, il Grig: “Chi paga per il disastro di Furtei”?: http://www.sardiniapost.it/cronaca/miniera-al-veleno-il-grig-chi-paga-per-il-disastro-di-furtei/
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Furtei, la cronistoria di un disastro annunciato: http://www.sardiniapost.it/cronaca/furtei-la-cronistoria-di-un-disastro-annunciato/
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da Sardegna Oggi, 5 luglio 2015
Furtei, nell’ex miniera lago di cianuro e bonifiche assenti. Esposto in procura: “Bomba ecologica”: http://www.sardegnaoggi.it/Cronaca/2015-07-05/29532/Furtei_nellex_miniera_lago_di_cianuro_e_bonifiche_assenti_Esposto_in_procura_Bomba_ecologica.html
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da CagliariPad, 5 luglio 2015
Ex miniera d’oro di Furtei, ecologisti: “Disastro ambientale”.
Gli ecologisti chiedono di conoscere quali attività siano state poste in essere per la messa in sicurezza del cantiere minerario, per la bonifica e il ripristino ambientale e per il pagamento delle spese da parte del concessionario privato: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=19671
Il solito disastro Italiano, dove la commistione tra pubblico e privato produce da anni ruberie e devastazione di territori. E chi doveva controllare siede ancora sulle catreghe ,quelle si d’oro !!
L’assenza e la complicità,dovuta al non intervento,degli organi preposti.Mi chiedo Grig,ma una denuncia per omissione a chi deve intervenire e non lo fà?No,troppo estremo?
già fatto.
Grandi
un po’ di “cultura”.
da Sardinia Post, 7 luglio 2015
Ai vertici dell’Arpas l’ex vicepresidente della Sardinia Gold Mining. (Piero Loi) (http://www.sardiniapost.it/cronaca/ai-vertici-dellarpas-lex-vicepresidente-della-sardinia-gold-mining/)
Nuovo modello organizzativo, modifiche al regolamento e dirigenti freschi di nomina: il percorso di riforma dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpas) avviato circa sei mesi fa dalla giunta regionale è arrivato a compimento. E una novità spicca su tutte: l’attivazione del Servizio “Rete laboratori e misure in campo” che diventa il vero dominus dei controlli ambientali nell’intera Isola. Con le nuove norme, infatti, non saranno più i presidi territoriali dell’Arpas a svolgere le indagini sullo stato di salute dei territori, ma la nuova struttura. In pratica, i dati sull’inquinamento ambientale saranno prodotti e gestiti dalla Rete dei Laboratori.
Un assetto nuovo, che si fonda sull’accorpamento delle attività di controllo, che rende centrale la figura del responsabile della neonata Rete. Alla cui direzione, lo scorso 10 giugno il direttore dell’Arpas, Alessandro Sanna, ha nominato Giorgio Tore, l’ex vicepresidente della Sardinia Gold Mining. Una scelta che ha suscitato perplessità. Non in relazione alle competenze professionali del prescelto, ma per ragioni di opportunità. “È evidente – dice Stefano Deliperi, del Gruppo d’Intervento giuridico – che il responsabile di questa struttura unica debba rivestire un profilo di particolare competenza e indipendenza. In quest’ottica, la recente scelta non può essere accolta con favore”.
L’oro “avvelenato” della Marmilla.
Il fatto è che quello di Tore non è un nome nuovo per l’Arpas. L’ingegnere minerario approda all’agenzia per la protezione dell’ambiente già nel 2009. Prima di allora, un lungo periodo trascorso al servizio di Eni (dove si occupa di geotermia e pozzi off-shore per lo sfruttamento di idrocarburi) e Progemisa, l’agenzia regionale controllata dall’Ente Minerario Sardo sotto la cui ala è decollata la ricerca dell’oro in Marmilla. La strada che porta alle colline di Furtei è dunque breve. Tore la percorre nel 1993, diventando vicepresidente della Sardinia Gold Mining fino al 2000. Il resto della storia va sotto l’etichetta della “nera ambientale”, visti gli ingenti quantitativi di cianuro e arsenico lasciati in eredità al mai bonificato Klondike sardo dalla società fallita nel 2009. La domanda di oggi è: posto che l’assegnazione dell’incarico arriva in seguito alle verifiche effettuate da una commissione, che ha giudicato ammissibili tutte le candidature pervenute, sulla base di quali considerazioni si definisce il profilo di Tore come “il più idoneo a ricoprire l’incarico fiduciario di Direttore della struttura complessa Servizio rete dei Laboratori e Misure in campo, articolazione dell’Area Tecnico Scientifica”?
L’inchiesta su Eurallumina.
C’è un altro fatto da richiamare. È il luglio 2009 quando Tore viene nominato dall’allora commissario dell’agenzia Bruno Simola a capo del dipartimento di Portoscuso. Per il polo industriale del Sulcis sono giornate torride, ma il caldo c’entra poco: i Carabinieri del Nucleo operativo ambientale (Noe) hanno infatti già avviato le indagini che faranno scattare i sigilli al Bacino dei fanghi rossi dell’Eurallumina e alla Sala pompe dell’Enel. Ed è proprio nelle intercettazioni disposte dalla Procura cagliaritana che ricorre il nome di Tore (non indagato). In una delle intercettazioni spiega al direttore dell’Eurallumina Nicola Candeloro che “l’Eurallumina deve creare un modello sul fenomeno (dell’inquinamento, ndr) che sia discusso e condiviso da tutti, in modo tale che poi, anche se non funziona, nessuno possa andare a dire ‘avete sbagliato’, perché non potrà essere messa in dubbio la buona fede”.
Sulla buona fede dei dirigenti dell’Eurallumina nutre invece seri dubbi il pm Marco Cocco, che ha chiesto il rinvio a giudizio di Candeloro e dell’amministratore delegato dell’Eurallumina Vincenzo Rosino. E gli stessi Noe che, in testa alla trascrizione delle intercettazioni, spiegano come da questa telefonata “emergano elementi inerenti le indagini in corso, con riferimento ai rapporti dei dirigenti della società con gli enti autorizzativi e di controllo”.
TG 3 Sardegna, 6 luglio 2015
edizione delle 19.30 (minuto 7,10): http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-43fb30ec-ec3d-47ef-9744-036a5be3f629-tgr.html#p=0
da L’Unione Sarda, 8 luglio 2015
Furtei, esposto alla Procura per le mancate bonifiche. (Mauro Madeddu) (http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_231_20150708090955.pdf)
Doveva essere l’Eldorado della Sardegna, invece la miniera d’oro di Furtei si è rivelata un autentico disastro ambientale. Anche perché le indispensabili bonifiche per rimediare ai danni provocati dall’insensata corsa all’oro nella zona di Santu Miali non sono state fatte. L’associazione ecologista Gruppo d’intervento giuridico richiama ora l’attenzione sull’inquinamento di Furtei e presenta un esposto alla Procura della Repubblica di Cagliari e al procuratore regionale della Corte dei Conti, proprio sulle mancate bonifiche. La vicenda è nota: il sogno dell’oro si infrange nel 2009 quando la società titolare della concessione, la Sardinia Gold Mining, porta i libri in tribunale e la miniera che doveva cambiare i destini di una collettività si rivela per quello che effettivamente è: una bomba ecologica di cui «ancora oggi, a distanza di sei anni, non capiamo chi si deve fare carico», spiega Stefano Deliperi, presidente del Gruppo d’intervento giuridico, in una nota che si conclude ricordando che «per diverso tempo, presidente del Cda della Sgm è stato Ugo Cappellacci», prima di diventare governatore. Ora gli ecologisti hanno presentato una nuova richiesta di «informazioni ambientali e adozione di provvedimenti riguardo le iniziative svolte dalle amministrazioni pubbliche per contrastare la crisi ambientale conseguente all’abbandono della miniera». Chiedono soprattutto alla Regione «chi debba pagare il piano da 16 milioni di euro per le bonifiche affidato a Igea», spiega Deliperi, «perché non vorremmo che fossero i sardi. Non sappiamo se la Regione si sia adoperata per ottenere il pagamento delle spese per la messa in sicurezza e il ripristino ambientale da parte della società che aveva la concessione mineraria». Se così non fosse, «sarebbe di una gravità eccezionale. Come Gruppo interverremo nei due procedimenti penali in corso: uno sull’inquinamento, l’altro sulla possibilità che 10 chilometri della Carlo Felice siano stati realizzati usando scarti di lavorazione tossici dell’ex miniera».
Bravissimi, solo un appunto (inquietante): ma di quali fideiussioni parlate?
di quelle che la Società mineraria avrebbe dovuto prestare al momento del rilascio della concessione estrattiva.
È storia vecchia. E non solo a Furtei. Quando c’è da prendere (incentivi, sgravi, contributi, finanziamenti, immobili, etc.) tutti vengono in Sardegna … a braccia aperte e pancia larga.
Quando c’è da pagare tutti sono affetti da braccino corto, e se ne vanno in silenzio dopo aver svuotato il salvadanaio e lasciataci la casa sporca e in disordine.
Oltre al gravissimo problema dell’avvelenamento di suoli e delle falde (che quel laghetto al mercurio dovrebbero farglielo prosciugare succhiando il liquame con la cannuccia!) che ha costi stratosferici per l’ambiente e per la collettività, resta pure lo scempio del territorio disseminato di deprimenti, quanto pericolosi, scheletri di edifici e opifici in rovina.
Le nostre aree industriali e minerarie ne sono piene ma, per assurdo, a fronte di decine di opifici e aree dismessi, anziché valorizzare l’esistente si continua a sacrificare nuovo terreno per installare nuove attività produttive (il cui unico prodotto è, spesso, lo scheletro di un nuovo capannone non terminato a causa del fallimento dell’impresa previo prosciugamento doloso dei contributi pubblici).
Non si capisce perché lo Stato, se non la Regione o i Comuni, davanti alla fuga o all’inadempienza di imprenditori incapaci e/o senza scrupoli, non provveda seduta stante alla confisca di qualsiasi patrimonio riconducibile all’azienda ed ai suoi proprietari a ristoro dei danni ambientali e sociali (debiti con i dipendenti, con i creditori, etc.).
Un deterrente efficace con effetti benefici sulla tutela dell’ambiente.
Fidejussione a parte.
dal sito web istituzionale della Regione autonoma della Sardegna
Bonifiche, Furtei: approvato progetto preliminare con azioni risolutive.
La Conferenza ha esaminato le diverse ipotesi di intervento presentate dalla società Igea ed ha approvato il progetto preliminare che prevede azioni risolutive per la bonifica del sito, tra le quali la messa in sicurezza definitiva del bacino sterili, le asportazioni complete delle discariche minerarie, in particolare quella di “Sa Fronti”, gli interventi sull’area impianti e il riempimento dei vuoti minerari secondo le migliori tecniche disponibili. (http://www.regione.sardegna.it/j/v/25?s=285687&v=2&c=205&t=1)
Cagliari, 24 luglio 2015 – Svolta importante nella bonifica e messa in sicurezza dell’area mineraria di Furtei. Ieri, nell’ambito delle attività prioritarie di bonifica e messa in sicurezza delle aree minerarie, si è tenuta presso l’Assessorato regionale della Difesa dell’ambiente la Conferenza di servizi sull’area mineraria di Santu Miali di Furtei che interessa i territori comunali di Furtei, Guasila, Segariu e Serrenti, alla quale hanno partecipato rappresentanti delle Province di Cagliari e Medio Campidano, i Sindaci dei Comuni interessati, l’Assessorato all’Industria della Regione, ARPAS, ENAS ed IGEA.
La Conferenza ha esaminato le diverse ipotesi di intervento presentate dalla società Igea ed ha approvato il progetto preliminare che prevede azioni risolutive per la bonifica del sito, tra le quali la messa in sicurezza definitiva del bacino sterili, le asportazioni complete delle discariche minerarie, in particolare quella di “Sa Fronti”, gli interventi sull’area impianti e il riempimento dei vuoti minerari secondo le migliori tecniche disponibili.
“È stato svolto un lavoro complesso ed intenso per arrivare a questo risultato, che ha visto la costante partecipazione dei sindaci del territorio – dichiara l’assessore dell’Ambiente, Donatella Spano –. Si attende ora in tempi celeri la consegna del progetto definitivo che consentirà l’utilizzo delle risorse disponibili per il risanamento e il completo ripristino ambientale del territorio”.
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da CagliariPad, 24 luglio 2015
Miniera Furtei, ok alle bonifiche.
“È stato svolto un lavoro complesso ed intenso per arrivare a questo risultato, che ha visto la costante partecipazione dei sindaci del territorio – dichiara l’assessore dell’Ambiente, Donatella Spano”: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=20276
stiamo ancora aspettando di sapere se la Regione autonoma della Sardegna s’è fatta dare almeno un euro da quei criminali inquinatori.
Si tratta della deliberazione Giunta regionale n. 38/20 del 28 luglio 2015, non ancora visibile sil sito web istituzionale.
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dal sito web istituzionale della Regione autonoma della Sardegna
Bonifiche, la Giunta stanzia le risorse complessive per l’area mineraria di Furtei.
Con la delibera che riprogramma i fondi di azione e coesione 2007/2013, approvata oggi dalla Giunta, si apre un nuovo scenario sul fronte delle bonifiche ambientali. (http://www.regione.sardegna.it/xml/getpage.php?cat=7873)
Cagliari, 28 luglio 2015 – Con la delibera che riprogramma i fondi di azione e coesione 2007/2013, approvata oggi dalla Giunta, si apre un nuovo scenario sul fronte delle bonifiche ambientali.
INTERVENTI PER 44 MILIONI DI EURO.
La Regione ha destinato 28 milioni di euro per raggiungere la somma necessaria per il recupero dell’intera area mineraria di Santu Miali a Furtei, quantificata lo scorso 23 luglio in base al progetto preliminare predisposto da IGEA e approvato dalla Conferenza dei servizi, coordinata dall’assessorato della Difesa dell’Ambiente. I tempi dell’operazione per ripristinare la qualità ambientale dell’area su cui insisteva l’attività di estrazione dell’oro, che interessa i territori comunali di Furtei, Guasila, Segariu e Serrenti e ricomprende il bacino degli sterili, sono stimati tra i 24 e i 48 mesi. Il costo complessivo è di 44 milioni. Sedici milioni erano già stati stanziati e destinati a tal fine.
I PROGETTI DI BONIFICA AMBIENTALE.
La Conferenza dei Servizi, tra le diverse ipotesi di intervento, ha approvato le seguenti misure: messa in sicurezza del bacino sterili; realizzazione del sito di raccolta a servizio della bonifica dell’area mineraria; asportazione completa delle discariche attualmente prive di idonei presidi ambientali; rimozione di sedimenti e suoli contaminati delle discariche minori e riempimento dei vuoti minerari con inerti ritenuti idonei (un’operazione che consentirà di restituire ampie porzioni di territorio rispetto alla messa in sicurezza permanente di ogni singola discarica mineraria); rinaturalizzazione delle aree; realizzazione dell’impianto di trattamento delle acque contaminate. L’assessorato della Difesa dell’Ambiente ha sinora garantito la riduzione dei tempi del procedimento e fornito i necessari indirizzi per l’esecuzione degli interventi e l’individuazione delle priorità. L’approvazione del progetto è stata resa possibile anche grazie alla partecipazione dei sindaci dell’area interessata.
IL RUOLO DI IGEA.
La società IGEA, negli ultimi anni, ha eseguito il piano della caratterizzazione e della sorveglianza e custodia, insieme agli interventi di messa in sicurezza di emergenza. Era necessario ripristinare immediatamente i presidi di sicurezza con particolare riguardo al pompaggio delle acque ed evitare la tracimazione delle acque contaminate con dispersione nell’ambiente. Sono stati così ripristinati i canali di guardia e gli argini e si è evitata negli anni la dispersione di elementi inquinanti nell’ambiente. Questo ha consentito di eseguire la caratterizzazione di tutta l’area vasta. I risultati di questo lavoro sono stati utilizzati come base del progetto preliminare di bonifica e messa in sicurezza permanente e del piano di monitoraggio presentato tra aprile e maggio 2015. Il progetto è stato poi approvato in sede di Conferenza di servizi lo scorso 23 luglio. Confermando la valenza strategica dell’intervento e l’estrema urgenza, la Giunta, su proposta dell’assessore dell’Industria Maria Grazia Piras, ha contestualmente approvato il rinnovo della convenzione con IGEA per confermare la custodia del sito e l’avvio delle attività di progettazione definitiva, lo studio di impatto ambientale e l’attuazione del monitoraggio. La convenzione è prorogata sino a tutto il 2016 e prevede anche i lavori di custodia, gestione e messa in sicurezza dell’area. La spesa è di 4 milioni e 200 mila euro, a valere sul bilancio 2015. Un milione sarà destinato al progetto per la bonifica e messa in sicurezza permanente.
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da L’Unione Sarda, 28 luglio 2015
La Regione stanzia altri 28 milioni per le bonifiche ambientali a Furtei. (http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2015/07/28/la_regione_stanzia_altri_28_milioni_per_le_ambientali_bonifiche_a-68-427704.html)
La Regione ha destinato 28 milioni di euro per raggiungere la somma necessaria per il recupero dell’intera area mineraria di Santu Miali a Furtei, quantificata lo scorso 23 luglio in base al progetto preliminare predisposto da IGEA e approvato dalla Conferenza dei servizi, coordinata dall’assessorato della Difesa dell’Ambiente.
I tempi dell’operazione per ripristinare la qualità ambientale dell’area su cui insisteva l’attività di estrazione dell’oro, che interessa i territori comunali di Furtei, Guasila, Segariu e Serrenti e ricomprende il bacino degli sterili, sono stimati tra i 24 e i 48 mesi.
Il costo complessivo è di 44 milioni.
Sedici milioni erano già stati stanziati e destinati a tal fine.
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da Sardegna Oggi, 28 luglio 2015
Bonifiche d’oro nell’ex miniera al cianuro di Furtei. Dalla Regione 44 milioni: http://www.sardegnaoggi.it/Politica/2015-07-28/29821/Bonifiche_doro_nellex_miniera_al_cianuro_di_Furtei_Dalla_Regione_44_milioni.html
finalmente il Presidente della Regione Pigliaru ha annunciato il prossimo avvio di una causa per risarcimento dei danni contro la proprietà della Sardinia Gold Mining. 🙂
da L’Unione Sarda, 29 luglio 2015
L’EX MINIERA D’ORO. Pigliaru annuncia la causa di risarcimento contro la Sardinia Gold Mining
Furtei, 44 milioni per le bonifiche. (Matteo Mascia) (http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_146_20150729092541.pdf)
I lavori di bonifica dell’ex miniera d’oro di Furtei saranno presto realtà. La Regione ha stanziato 44 milioni di euro per concludere la progettazione e avviare i cantieri. Secondo le previsioni per ultimare tutte le opere previste saranno necessari circa quattro anni. Termine che inizierà a decorrere dall’imminente approvazione del progetto definitivo. Nel frattempo, così come annunciato dal presidente Francesco Pigliaru, sarà promossa una causa contro la Sardinia Gold Mining per cercare di ottenere il risarcimento dei danni. Gli interventi non riguarderanno solo i siti dai quali si è estratto l’oro: il piano di viale Trento prevede di rinaturalizzare l’area. Dal prossimo autunno sarà inoltre operativo un piano di monitoraggio in collaborazione con l’Arpas e la Provincia. Donatella Spano, assessore regionale all’Ambiente, ha spiegato l’intervento: «Abbiamo adottato una delibera in cui stanziamo 28 milioni di euro. Ne arriveranno poi altri 44 milioni attraverso la parziale riprogrammazione dei fondi europei. Nello stesso documento abbiamo anche inserito interventi di bonifica per l’area di Montevecchio. Il piano non deve quindi essere letto come una discriminazione dei siti contaminati del Sulcis». L’esponente della Giunta ha elencato nel dettaglio i lavori che interesseranno la miniera di Furtei. «Prevediamo di mettere in sicurezza tutti gli inerti, di rimuovere il suolo contaminato e di riempire i vuoti presenti con inerti adatti allo scopo. Tutto il materiale pericoloso sarà trattato e smaltito altrove. Cercheremo quindi di restituire all’area l’aspetto che aveva prima dell’avvio dell’estrazione». Ad occuparsi delle opere di bonifica e messa in sicurezza sarà l’Igea, società della Regione specializzata nella manutenzione e nel recupero di siti minerari dismessi. I lavori di Furtei si sposano benissimo con la mission di Igea una società in liquidazione in grado di assolvere al suo compito. Attraverso uno stanziamento da 4 milioni di euro sarà possibile concludere la fase di progettazione e assumere tutti gli atti conseguenti.
da L’Unione Sarda, 15 giugno 2017
“Disastro ambientale a Furtei”: chiusa l’inchiesta sull’attività nella miniera d’oro. (Andrea Manunza): http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2017/06/15/disastro_ambientale_a_furtei_chiusa_l_inchiesta_sull_attivit_nell-68-612577.html