Ancora una volta chiesta la revoca dell’autorizzazione unica per la centrale a biomassa di Decimoputzu (CA).
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha nuovamente chiesto (18 dicembre 2014) la revoca dell’autorizzazione unica (art. 12 del decreto legislativo n. 387/2003 e s.m.i., leggi regionali n. 3/2009, n. 5/2009) emessa (determinazione direttoriale n. 12193 del 29 giugno 2012) dal Servizio Energia dell’Assessorato dell’industria della Regione autonoma della Sardegna per la costruzione e l’esercizio dell’impianto per la produzione di energia da fonti rinnovabili, consistente in un impianto di biometanizzazione e produzione di energia elettrica da biomassa,[1] da parte della Società Agricola Agrifera s.r.l. situata nella zona agricola di Terramaini, in gran parte nel Comune di Decimoputzu e in piccola parte nel Comune di Villasor (CA).
La richiesta è determinata dalla palese violazione dell’art. 6 dell’autorizzazione unica secondo cui “la Società agricola Agrifera S.r.l. è tenuta agli impegni ed obblighi … derivanti dalla presente Determinazione pena la revoca della Autorizzazione Unica”.
Precedente analoga istanza era stata inoltrata il 20 agosto 2013 in vista della convocazione da parte del Servizio Energia dell’Assessorato dell’industria della Regione autonoma della Sardegna per il 24 settembre 2013 di una conferenza di servizi per la “regolarizzazione dell’Autorizzazione Unica”.
Infatti, non solo erano state verificate serie violazioni delle prescrizioni, ma sono state recentemente accertate rilevanti discrasie rispetto a quanto autorizzato e a quanto emerso nel corso della medesima conferenza di servizi del 24 settembre 2013.
Eppure tutto questo, curiosamente, non basta per revocare l’autorizzazione unica.
Ancora lo scorso 2 dicembre 2014 il Servizio Energia dell’Assessorato dell’industria della Regione autonoma della Sardegna chiedeva incredibilmente alla Società titolare dell’impianto gli atti dimostranti l’avvenuto recepimento delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione unica (artt. 6-7 della determinazione direttoriale n. 12193 del 29 giugno 2012), quantità e qualità della biomassa utilizzata finora, aree dove è stato sparso il digestato, dimostrazione che non vi sia stato mutamento d’uso di aree non coltivate, relazione agronomica.
Da tempo sono accertate rilevanti violazioni delle prescrizioni impartite nell’autorizzazione unica, non risulta l’irrogazione delle prescritte sanzioni amministrative, risulta solo l’ostinato tentativo di regolarizzare la situazione.
Infatti, la Provincia di Cagliari – Polizia provinciale aveva comunicato (nota prot. n. 56476 USECPC del 17 giugno 2013 l’avvenuto svolgimento di tre sopralluoghi (6 e 12 febbraio 2013 e 8 marzo 2013) presso il cantiere e l’accertamento dell’avvenuto ripetuto conferimento all’impianto, “tramite autocisterna, dei reflui zootecnici provenienti da un … allevamento di bovini di proprietà della Società Agricola F.lli Medda”, in seguito stoccati “nella Prevasca Liquami dell’impianto”.
Si tratta – secondo gli accertamenti condotti dalla Polizia provinciale di Cagliari – di attività di trasformazione di sottoprodotti di origine animale in biogas effettuata senza provvedimento di riconoscimento sanitario (artt. 24, comma 1°, lettera g, del regolamento CE n. 1069/2009; 2 e 12, comma 1°, delle linee guida emanate con D.P.C.M. 7 febbraio 2013; 2 e 12, comma 1°, della determinazione Ass.to sanità R.A.S. n. 464 del 16 maggio 2013) e oggetto di sanzione pecuniaria da euro 10.000 a 70.000 (art. 6 del decreto legislativo n. 186/2012).
Si tratta, inoltre, di attività di trasporto di rifiuti non pericolosi (feci animali) in assenza di formulario di identificazione dei rifiuti (art. 193 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.), con sanzione pecuniaria da euro 1.600 a 9.300 (art. 258, comma 4°, del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.).
Inoltre – in seguito a specifica richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni provvedimenti inoltrata (31 gennaio 2013) dalle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra – la Provincia di Cagliari – Settore Ecologia e Polizia provinciale aveva comunicato (nota n. 13961 USECPC del 6 febbraio 2013) che “con nota del 10.01.2012 prot. n. 2587/USECPC, chiedeva alla ditta AGRIFERA di specificare se il biogas prodotto provenisse da liquami e da altri rifiuti di origine organica in quanto in tal caso trattandosi di rifiuto non rientrava nell’allegato IV parte I del D. Lgs. 152/06. La società con nota del 16.01.2012 rispondeva che il biogas prodotto nell’impianto in corso di autorizzazione, non sarebbe provenuto da liquami considerati rifiuti e/o altri rifiuti di origine organica”.
Conseguenza degli accertamenti svolti dalla Polizia provinciale di Cagliari avrebbe dovuto essere la revoca del l’autorizzazione unica, invece nulla di tutto questo.
Quasi un premio per l’ottima condotta finora tenuta.
Si ricorda che le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra, raccogliendo allarmate segnalazioni di residenti e del locale Comitato Terrasana, hanno provveduto (25 novembre 2012, 31 gennaio 2013, 25 marzo 2013) a inoltrare varie richieste di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni provvedimenti alle amministrazioni pubbliche e alla magistratura competenti riguardo i lavori di realizzazione della centrale e il conferimento di materiali di approvvigionamento.
Interessati il Ministero dell’ambiente, la Direzione generale regionale della pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia, il Servizio regionale dell’energia, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, i Carabinieri del N.O.E., la Provincia di Cagliari, i Comuni di Decimoputzu e di Villasor, nonché la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari per gli eventuali aspetti di competenza
La Società Agricola Agrifera da Milano, titolare dell’impianto, è arrivata nelle terre del Campidano, nella zona agricola (2,5 ettari) di Terramaini, per realizzarvi una centrale a biomassa da 999 kWe, 1 in meno della soglia oltre la quale dovevano esser preliminarmente svolti i procedimenti di valutazione d’impatto sull’ambiente.
Attualmente, invece, la legge n. 116/2014 (art. 15, comma 1°, lettera c) ha stabilito che – temporaneamente – non esistono più soglie dimensionali per le procedure di verifica di assoggettabilità alla valutazione di impatto ambientale.
Centrali a biomassa, centrali eoliche, tanti altri progetti nel concreto effettivamente impattanti sull’ambiente e sui contesti economico-sociali devono essere ora concretamente valutati in tutti i casi.
La giurisprudenza l’aveva già affermato. L’avevamo detto e sostenuto, più volte, motivatamente e in modo documentato, la legge lo prevede, ora, finalmente, anche la Regione autonoma della Sardegna ne ha preso atto.
Qualora vi fosse la revoca dell’autorizzazione unica, una nuova richiesta di autorizzazione all’esercizio dell’impianto sarebbe assoggettata alla procedura di verifica di assoggettabilità a V.I.A.
La produzione di energia elettrica da biomassa ha un senso positivo – sul piano ecologico e sociale – quando è situata presso il luogo di “produzione” della biomassa stessa, presso la stessa (o le stesse) azienda agricola dal cui ciclo produttivo deriva. In caso diverso, non ci vuole particolare fantasia per ipotizzare motivazioni puramente speculative.
Riguardo l’ubicazione in area agricola di simile impianto, fondamentalmente sussiste un contrasto fra normativa nazionale e normativa regionale.
Infatti, quantomeno le aree ricadenti nel territorio comunale di Decimoputzu appaiono rientrare in “zona agricola E” del vigente piano urbanistico comunale (P.U.C.), specificamente “E 1 – aree caratterizzate da produzione agricola tipica e caratterizzata”.
E’ pur vero che tali impianti di produzione di energia elettrica “possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici” (art. 12, comma 7°, del decreto legislativo n. 387/2003 e s.m.i.), tuttavia, secondo l’art. 13 bis della legge regionale n. 4/2009 e s.m.i., l’art. 3 del D.P.G.R. 3 agosto 1994 , n. 228 (direttive per le zone agricole, criteri per l’edificazione nelle zone agricole) e l’indirizzo giurisprudenziale costante, nelle zone agricole “E” degli strumenti urbanistici comunali, possono essere autorizzati soltanto interventi relativi ad attività agricole e/o strettamente connesse (vds. per tutti Cass. pen., sez. III, 9 marzo 2012, n. 9369), non attività di produzione energetica di tipo industriale – come quella in corso di realizzazione – slegata da attività agricole in esercizio nel sito.
Sembrerebbe pertanto logica la sola presenza di impianti simili connessa ad aziende agricole presenti nell’area. In questo caso, invece, la biomassa da utilizzare nella centrale in costruzione giungerebbe dai campi di Villacidro, a una quarantina di km. di distanza.
Domanda banalissima, ancora impellente: per quale motivo la Società Agricola Agrifera non ha chiesto d’installare la sua centrale a biomassa a Villacidro? Mistero.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, insieme al locale Comitato Terrasana, si attendono un sussulto di legalità e buon senso che porti alla revoca dell’autorizzazione unica e al ripristino della legalità e delle elementari regole per il mantenimento della salute pubblica.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
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[1] L’impianto di Decimoputzu prevede l’utilizzo di 20.200 tonnellate annue di biomassa (insilato di mais, triticale, sorgo), per circa 60 tonnellate giornaliere, con una produzione di biogas di 3,6 milioni di metri cubi annui e energia elettrica prodotta pari a 7 milioni di kWn annui.
(foto per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)
Complimenti, speriamo avvenga anche per altri casi simili che non certo mancano purtroppo.
odor di merda, profumo di soldi.
A.N.S.A., 4 ottobre 2015
Ricarica auto elettriche impianto biogas.
Inaugurata oggi da Agrifera nella centrale di Decimoputzu. (http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2015/10/04/ricarica-auto-elettriche-impianto-biogas_8cc97333-8b3f-492e-86ac-569c2d107b12.html)
CAGLIARI, 4 OTT – Inaugurata oggi a Decimoputzu la prima stazione di ricarica a impatto zero associata a uno degli impianti produttivi di Fabbrica Energie Rinnovabili Alternative.
L’energia prodotta dalla Centrale a biogas di Agrifera (azienda del Gruppo Fera), rifornisce la colonnina ad accesso pubblico installata nei pressi dell’impianto. Rapida, 100% rinnovabile, sempre accessibile, la colonnina ha una potenza di 22 kW e ha due prese tipo 2-Mennekes, compatibile con tutte le auto elettriche.
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da Sardinia Post, 4 ottobre 2015
A Decimoputzu la prima stazione ricarica di auto elettriche a biogas: http://www.sardiniapost.it/cronaca/a-decimoputzu-la-prima-stazione-ricarica-di-auto-elettriche-con-impianti-biogas/
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da CagliariPad, 4 ottobre 2015
Biogas e auto elettriche, ecco la prima stazione ricarica.
L’energia prodotta dalla Centrale a biogas di Società Agricola Agrifera, azienda del Gruppo FERA, rifornisce la colonnina ad accesso pubblico installata nei pressi dell’impianto. Un ciclo virtuoso a disposizione dei veicoli elettrici 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=22337