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Ma che democrazia vogliono imporre?
La Redazione de Il Fatto Quotidiano promuove una petizione indirizzata a Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica, Pietro Grasso, Presidente del Senato della Repubblica, Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati, e Matteo Renzi, Presidente del Consiglio dei Ministri affinchè dicano un bel “no” al Parlamento dei nominati e alle riforme che limitano i referendum e uccidono la democrazia partecipata.
Io l’ho firmata, insieme a oltre 90 mila italiani. E siamo sempre di più ogni ora che passa. Leggi tutto…
Denuncia del MoVimento 5 Stelle per messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Per cortesia, qualcuno regali a questi cittadini nelle Istituzioni un buon manuale di diritto costituzionale.
Qui c’è un sintetico compendio, per iniziare. Leggi tutto…
Giorgio Napolitano è stato rieletto Presidente della Repubblica.
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è stato rieletto alla più alta carica della Repubblica, con 738 voti.
Al di là delle opinioni personali, un grandissimo gesto da parte sua di disponibilità e di responsabilità verso i gravissimi problemi economici, sociali, politici che attraversa l’Italia.
Quella disponibilità e responsabilità che finora è mancata e manca tuttora a troppi rappresentanti politici degli italiani.
I nostri migliori auguri di cittadini.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
A.N.S.A., 20 aprile 2013
Napolitano rieletto al Colle, storico bis.
Rieletto al sesto scrutinio con 738 voti. Standing ovation in aula. Non si alza il M5S. Prodi, auguri a Napolitano. Berlusconi, grazie. Bersani, risultato eccellente. Leggi tutto…
Una Repubblica a uso privato.
Il premier Silvio Berlusconi ci ha abituato a ogni nefandezza riguardo la gestione della res publica.
Eppure riesce ancora a sorprendere.
Nel decreto-legge sulla c.d. manovra economica (“Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria”) inviato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per quella promulgazione che auspichiamo non ci sia compare una disposizione (art. 37, comma 23°) che – guarda caso – è disegnata e modellata proprio sulle esigenze della sua Fininvest.
La norma di fatto consentirebbe a Silvio Berlusconi di non pagare i 750 milioni di euro che deve alla C.I.R. del gruppo De Benedetti in base alla sentenza di primo grado del Tribunale di Milano sul lodo Mondadori: in vista della sentenza di secondo grado della Corte d’Appello di Milano (attesa per il fine settimana), il Governo Berlusconi introduce all’ultimo momento una norma che modifica due articoli del codice di procedura civile (il 283 e il 373) con un unico obiettivo: obbligare il giudice d’appello a sospendere l’esecuzione di una sentenza se la condanna supera i 20 milioni di euro (10 se è in primo grado) e se la parte che deve pagare presta “idonea cauzione”. Leggi tutto…
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