EuroJust e i crimini ambientali europei.
Da alcuni anni è entrata in vigore la direttiva 2008/99/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, sulla tutela penale dell’ambiente, al cui funzionamento partecipa EuroJust, l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione in materia di giustizia penale.
L’ambito di applicazione in materia ambientale, pur potenzialmente rilevante, purtroppo risulta tuttora modesto, come risulta dal Rapporto annuale EuroJust 2024.
Si spera che il recepimento della nuova direttiva 2024/1203/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 aprile 2024, sulla tutela penale dell’ambiente e che sostituisce le direttive 2008/99/CE e 2009/123/CE, entro il maggio 2026, possa rendere più efficaci gli strumenti di contrasto europei ai crimini ambientali.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
da Ambientenonsolo, 17 ottobre 2025
I crimini ambientali nel rapporto dell’Agenzia Europea per la cooperazione nella giustizia penale.
Eurojust, l’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione nella giustizia penale, è un punto di incontro attraverso il quale le autorità giudiziarie nazionali lavorano a stretto contatto per combattere la grave criminalità transfrontaliera organizzata. Il ruolo di Eurojust è contribuire a rendere l’Europa un luogo più sicuro coordinando il lavoro delle autorità nazionali – degli Stati membri dell’UE e degli Stati terzi – nelle indagini e nel perseguimento della criminalità transnazionale.
Recentemente EuroJust ha pubblicato il suo rapporto annuale, un capitolo del quale è dedicato alla criminalità ambientale.
La criminalità ambientale mette in pericolo interi ecosistemi e rappresenta al tempo stesso una grave minaccia per la salute umana. Si tratta di una delle forme più redditizie di attività illecite al mondo. Dal 2016 la criminalità ambientale è la quarta maggiore attività criminale a livello globale. I crimini ambientali sono spesso di tipo organizzato con una dimensione transfrontaliera. Il numero di indagini e azioni penali in materia di criminalità ambientale a livello nazionale ed europeo rimane basso rispetto ad altri ambiti penali.
Nel 2024 Eurojust ha trattato 57 casi di criminalità ambientale, ovvero quasi il 20% in meno rispetto al 2023. La criminalità ambientale ha rappresentato il secondo tipo di reato meno frequente affrontato da Eurojust nel 2024. I reati legati ai rifiuti e i reati contro la fauna selvatica sono rimasti i principali tipi di reati ambientali trattati dall’Agenzia nel 2024.
La Slovenia, seguita dall’Italia, è stato il paese che ha avviato il maggior numero di casi di criminalità ambientale presso Eurojust nel 2024. L’Italia è anche il paese a cui è stato chiesto più spesso di partecipare a casi ambientali transfrontalieri trattati dall’Agenzia.
Il numero di casi ambientali deferiti a Eurojust è stato costantemente basso negli ultimi cinque anni. Ciò è dovuto a una serie di motivi. Una delle principali sfide è rappresentata dalla complessità delle indagini sulla criminalità ambientale, che richiede conoscenze giuridiche, tecniche e scientifiche specializzate e una moltitudine di attori responsabili del monitoraggio della conformità, dell’esecuzione dei controlli, dell’individuazione dei reati e dell’acquisizione di prove. Se lo scambio di informazioni e il coordinamento
a livello nazionale sono già difficili, lo diventano ancora di più a livello internazionale. La mancanza di procuratori specializzati in molti Stati membri dell’UE complica ulteriormente la situazione.
Un’altra sfida è rappresentata dalla diversità degli approcci investigativi ai reati ambientali tra le varie giurisdizioni, a seconda dell’applicazione o meno del diritto amministrativo o penale. Inoltre il mancato riconoscimento della criminalità ambientale come organizzata ostacola l’avvio di indagini transfrontaliere.
Esistono altresì differenze negli approcci legislativi, che possono creare difficoltà nella collaborazione giudiziaria transfrontaliera. Allo stesso tempo le attività criminali che danneggiano l’ambiente sono spesso perseguite per altri reati come la frode, l’evasione fiscale, il riciclaggio di denaro o la corruzione.
Tutte queste sfide si traducono in un basso numero di casi di criminalità ambientale che vengono indagati e successivamente trasferiti a Eurojust.
La nuova direttiva dell’UE relativa alla criminalità ambientale è entrata in vigore nel maggio 2024. La direttiva contiene importanti disposizioni per migliorare la cooperazione transfrontaliera nelle indagini e nei procedimenti giudiziari relativi alla criminalità ambientale. Gli Stati membri dell’UE devono recepire la direttiva nel diritto nazionale entro maggio 2026. Si prevede che questo sviluppo legislativo attenuerà le sfide giudiziarie affrontate nell’ambito della criminalità ambientale e porterà ad un maggior numero di casi deferiti a Eurojust.
Inoltre, le conclusioni del Consiglio sulla lotta alla criminalità ambientale transfrontaliera, pubblicate nell’ottobre 2024, riconoscono che Eurojust ha un ruolo cruciale da svolgere nella lotta contro la criminalità ambientale. Gli Stati membri sono incoraggiati a sfruttare appieno gli strumenti giudiziari specializzati dell’Agenzia, per affrontare con successo i casi di criminalità ambientale.
(foto Balcani e Caucaso, S.D., archivio GrIG)



Commenti recenti