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Elezioni regionali della Toscana 2025, il GrIG avanza ai candidati alla Presidenza le proprie proposte contro la speculazione energetica e per una concreta transizione ecologica.


Ambrogio Lorenzetti, Allegoria del Buon Governo, Siena (1338-1339). La Toscana se l’è dimenticato?

La petizione Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! si firma qui.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) – Toscana ha avanzato (30 settembre 2025) le proprie proposte ai candidati alla Presidenza nelle prossime elezioni regionali del 12-13 ottobre 2025 contro la speculazione energetica e per una concreta transizione ecologica rispettosa degli eccezionali valori ambientali e storico-culturali della Toscana.

Il GrIG ha, quindi, interessato Antonella Bundu (coalizione Toscana rossa, sostenuta da Rifondazione Comunista, Potere al Popolo e Possibile), il presidente in carica Eugenio Giani (coalizione di centro-sinistra, sostenuta da Partito Democratico, Alleanza Verdi Sinistra, Movimento 5 Stelle e “Casa Riformista” con all’interno Italia Viva, Partito Socialista Italiano, Partito Repubblicano, +Europa e nomi civici) e Alessandro Tomasi (coalizione di centro-destra, sostenuta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Noi Moderati e la lista civica “È ora! Tomasi Presidente”) perché si esprimano sul delicato rapporto fra energia e tutela del territorio.

centrale eolica

Come noto, il D.M. Ambiente 21 giugno 2024 (Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili) assegna alla Toscana la potenza aggiuntiva da realizzare entro il 2030 pari a GW 4,250, cioè circa il doppio della potenza attualmente installata (GW 2,210).

In questi ultimi mesi più volte (anche nel corso di un incontro specifico fra l’Assessore regionale all’Ambiente Monni e le Associazioni ambientaliste lo scorso 21 novembre 2024) il GrIG ha fornito al Consiglio regionale e ai vertici politico amministrativi della Toscana considerazioni e proposte che puntano all’utilizzo delle aree già compromesse (es. zone industriali, siti degradati, ecc.) e delle coperture di edifici industriali, commerciali, residenziali per il posizionamento specifico di pannelli fotovoltaici, così come suggerito da ricerche E.N.E.A. e I.S.P.R.A.

Infatti, lo studio ENEA pubblicato sulla Rivista Energies (N. Calabrese, D. Palladino, Energy Planning of Renewable Energy Sources in an Italian Context: Energy Forecasting Analysis of Photovoltaic Systems in the Residential Sector, 27 marzo 2023) afferma che per sopperire ai fabbisogni energetici dell’intero patrimonio residenziale italiano basterebbe realizzare pannelli fotovoltaici sul 30% dei tetti a uso abitativo.

tetti fotovoltaici

Inoltre, afferma e certifica l’I.S.P.R.A. (vds. Report Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici. Edizione 2023, Report n. 37/202), è molto ampia la superficie potenzialmente disponibile per installare impianti fotovoltaici sui tetti, considerando una serie di fattori che possono incidere sulla effettiva disponibilità di spazio (presenza di comignoli e impianti di condizionamento, ombreggiamento da elementi costruttivi o edifici vicini, distanza necessaria tra i pannelli, esclusione dei centri storici).

Dai risultati emerge che la superficie netta disponibile può variare da 757 a 989 km quadrati. In sostanza, si spiega, “ipotizzando tetti piani e la necessità di disporre di 10,3 m2 per ogni kW installato, si stima una potenza installabile sui fabbricati esistenti variabile dai 73 ai 96 GW”. A questa potenza, evidenziano i ricercatori dell’Ispra, si potrebbe aggiungere quella installabile in aree di parcheggio, in corrispondenza di alcune infrastrutture, in aree dismesse o in altre aree impermeabilizzate; “ipotizzando che sul 4% dei tetti sia già installato un impianto, si può concludere che, sfruttando gli edifici disponibili, ci sarebbe posto per una potenza fotovoltaica compresa fra 70 e 92 GW”.

L’I.S.P.R.A. ha stimato l’energia producile dai tetti fotovoltaici Comune per Comune: qui la stima ISPRA 2023, suddivisa per superfici utili per ogni Comune italiano.

ISPRA, tabella stima superfici tetti fotovoltaici (elaborazione L’Unione Sarda, 4 settembre 2025)

Analoghe considerazioni sono state argomentate (vds. Fotovoltaico, all’Italia basterebbero i capannoni industriali., su Nuova Energia 3/2023) dal Prof. Angelo Spena, professore emerito di Fisica Tecnica Ambientale e Gestione ed Economia dell’Energia presso l’Università degli Studi di Roma – Tor Vergata, in precedenza presso le Università di Roma La Sapienza e di Perugia, attualmente Presidente del Gestore Mercati Energetici (GME), società pubblica che agisce nel rispetto degli indirizzi del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) e delle previsioni regolatorie definite dall’Autorità di Regolazione per Energia Rete e Ambiente (ARERA). Il GME organizza e gestisce i mercati dell’energia elettrica, del gas naturale e quelli ambientali, nel rispetto dei principi di neutralità, trasparenza, obiettività e concorrenza,

Pisa, Piazza dei Miracoli

Ulteriore elemento produttivo – finora non adeguatamente preso in considerazione – è individuabile nella realizzazione di pannelli fotovoltaici lungo le principali arterie stradali (autostrade, superstrade).

Energia producibile in modo diffuso, democratico, più facilmente controllabile dalle popolazioni interessate.

Forse, la risposta alla domanda è proprio qui: tale produzione energetica danneggerebbe i grandi produttori, compresi quelli di proprietà pubblica.

pannelli fotovoltaici sulla copertura di parcheggi per autoveicoli

Inoltre, sarebbe semplicemente doveroso vincolare qualsiasi autorizzazione alla prestazione di adeguata fideiussione (art. 1936 cod. civ..) per eventuali danni all’ambiente e agli interessi pubblici nelle fasi di cantiere, di gestione dell’impianto e del ripristino ambientale (decommissioning).

E questo, naturalmente, vale per tutta Italia.

Tuttavia, la realtà odierna della speculazione energetica è di banale quanto spaventosa evidenza.  Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non vuol dire avere ottusi paraocchi, non vuol dire aver versato il cervello all’ammasso della vulgata dell’ambientalismo politicamente corretto.

Non si può certo circondare San Gimignano turrita da una doppia cerchia di “torri” eoliche alte più di 200 metri in nome di una pretesa e falsa transizione energetica!

San Gimignano

Ma non sono solo le associazioni e i comitati realmente ambientalisti a sostenerlo.

Qualche sintetica considerazione sulla speculazione energetica in corso in Italia è stata svolta autorevolmente dalla Soprintendenza speciale per il PNRR, che, dopo approfondite valutazioni, ha evidenziato in modo chiaro e netto: “… è in atto una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore) … tanto da prefigurarsi la sostanziale sostituzione del patrimonio culturale e del paesaggio con impianti di taglia industriale per la produzione di energia elettrica oltre il fabbisogno… previsto … a livello nazionale, ove le richieste di connessione alla RTN per nuovi impianti da fonte rinnovabile ha raggiunto il complessivo valore di circa 328* GW rispetto all’obiettivo FF55 al 2030 di 70 GW” (nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024)”. [*lievitati a 342 GW solo 5 mesi dopo]

Qui siamo alla reale sostituzione paesaggistica e culturale, alla sostituzione economico-sociale, alla sostituzione identitaria

Castell’Azzara (GR), colline

Il fenomeno della speculazione energetica, i cui progetti più ingenti ora beneficiano anche di corsia preferenziale, è pesantemente presente in modo particolare nella Tuscia, in Puglia, nella Maremma, in Sardegna, in Sicilia, sui crinali appennnici.

In Toscana è particolarmente preoccupante la situazione in Maremma e sull’Appennino.

In tutto il territorio nazionale le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 luglio 2025 risultano complessivamente ben 6.133, pari a 336,11 GW di potenza, suddivisi in 3.912 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 155,40 GW (44,90%), 2.063 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 110,18 GW (31,83%), 117 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a mare per 77,72 GW (22,46%), 24 richieste di impianti di produzione energetica da fonte idroelettrica per 2,49 GW (0,72%), 11 richieste di impianti di produzione energetica da biomasse per 0,24 GW (0,07%) e 6 richieste di impianti di produzione energetica da fonte geotermica per 0,08 GW (0,02%).

centrale agrivoltaica

Per quale motivo un’azienda presenta comunque la propria istanza di connessione alla rete elettrica pur non avendo certezza dell’accoglimento?

Perché vale comunque la pena tentare: in caso di accoglimento, congrui introiti sono garantiti.

Anche in caso di energia inutilizzabile.

Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche, che – oltre ai precedenti certificati verdi e alla relativa commerciabilità, nonchè agli altri incentivi – beneficiano degli effetti economici diretti e indiretti del dispacciamento, il processo strategico fondamentale svolto da Terna s.p.a. per mantenere in equilibrio costante la quantità di energia prodotta e quella consumata in Italia: In particolare, riguardo gli impianti produttivi di energia da fonti rinnovabili, “se necessario, Ternainvia specificiordiniperridurre o aumentare l’energia immessa in rete alle unità di produzione”, ma l’energia viene pagata pur non utilizzata. 

costi del dispacciamento sono scaricati sulle bollette degli Italiani.

Inoltre, la Commissione europea – su richiesta del Governo Italiano – ha recentemente approvato (4 giugno 2024) un regime di aiuti di Stato “volto a sostenere la produzione di un totale di 4 590 MW di nuova capacità di energia elettrica a partire da fonti rinnovabili”.   In particolare, “il regime sosterrà la costruzione di nuove centrali utilizzando tecnologie innovative e non ancora mature, quali l’energia geotermica, l’energia eolica offshore (galleggiante o fissa), l’energia solare termodinamica, l’energia solare galleggiante, le maree, il moto ondoso e altre energie marine oltre al biogas e alla biomassa. Si prevede che le centrali immetteranno nel sistema elettrico italiano un totale di 4 590 MW di capacità di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. A seconda della tecnologia, il termine per l’entrata in funzione delle centrali varia da 31 a 60 mesi”.

Chiusdino, ruderi dell’Abbazia di San Galgano

Il costo del regime di aiuti in favore delle imprese energetiche sarà pari a 35,3 miliardi di euro e, tanto per cambiare, sarà finanziato “mediante un prelievo dalle bollette elettriche dei consumatori finali”.

Insomma, siamo all’overdose di energia producibile da impianti che servono soltanto agli speculatori energetici.

Ed è ora che i candidati alla Presidenza della Regione Toscana e le coalizioni che li sostengono prendano posizioni chiare e nette per garantire una corretta transizione energetica in un quadro forte di tutela del territorio.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) – Toscana

Girasole (Helianthus annuus)

(foto da mailing list sociale, E.R., S.D., archivio GrIG)

  1. ottobre 6, 2025 alle 2:27 PM

    riceviamo e pubblichiamo volentieri.

    Buongiorno, 

    Mountain Wilderness Italia aderisce all’appello del GrIG inviato alle forze politiche che si confronteranno nelle elezioni regionali prossime. In piena convinzione le ragioni che portate sono condivise da tutto il Consiglio direttivo nazionale. Un grazie a sostegno della vostra continua attività,

    Luigi Casanova Presidente di Mountain Wilderness Italia

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