La legge Salva-Milano, quando la speculazione immobiliare vuol dettare le regole.


Milano, Duomo

Una delle più redditizie fantasie italiche è certamente nel campo della speculazione immobiliare.

Qualsiasi imprenditore immobiliare disinvolto cerca di utilizzare una baracca o un fazzoletto di terreno, un cortile, per tirar su un bel palazzone magari progettato da qualche archistar vera o presunta con tanti prestigiosi appartamenti da vendere o affittare a caro prezzo.

Si chiama rendita speculativa immobiliare.

Se lo si è fatto a Cagliari, estrema periferia dell’Impero, figuriamoci se non si fa a Milano, la capitale morale d’Italia.

Milano, Galleria del Corso

E Milano ha moralità da vendere e affittare a chiunque possa pagarla salata al metro quadro.

In questi ultimi anni sono stati avviati cantieri per la realizzazione di grattacieli e palazzi previa presentazione di semplice scia (segnalazione certificata inizio attività) quale ristrutturazione di edifici di ridotte dimensioni previo abbattimento, senza alcun piano attuativo o particolareggiato  – necessario per legge (artt. 13 e ss. della legge n. 1150/1942 e s.m.i.) – che dovrebbe assicurare la presenza dei necessari servizi ai cittadini (verde pubblico, apparato fognario-depurativo, strade, istituti scolastici, ecc.) e il pagamento degli oneri urbanistici da parte dei costruttori (la presentazione di scia prevede oneri ridotti).

Tale disinvoltura imprenditoriale unita all’ignavia comunale non sono passate inosservate.

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano ha aperto una decina di procedimenti penali per abusi edilizi, fra cui i cantieri dell’Hidden Garden, una “torre” alta 27 metri costruita in un cortile di Piazza Aspromonte, quello della Torre Milano, alta 82 metri in Via Stresa, quello delle Park Towers di Via Crescenzago, due grattacieli affacciati sul Parco Lambro, quello delle Residenze LAC presso il Parco delle Cave, posto sotto sequestro preventivo, quello del Bosconavigli, progettato da Stefano Boeri, novanta appartamenti al costo di 6.400,00 euro al metro quadro a San Cristoforo, oggetto di corposa indagine.

Anche la Procura regionale della Corte dei conti ha avviato un procedimento per ipotizzato danno erariale, in quanto gli oneri di urbanizzazione sarebbero stati troppo contenuti e ormai datati.  Per esempio, nel caso del progetto del Bosconavigli una consulenza tecnica affidata dalla Procura della Repubblica individua un danno per le casse comunali di 5,5 milioni di euro per i ridotti oneri di urbanizzazione.

Per ora decine di imprenditori immobiliari, sviluppatori, progettisti, direttori dei lavori dirigenti e funzionari pubblici indagati.

E il sindaco Giuseppe Sala, già dirigente industriale e astro nascente dei progressisti italiani, non fa il pesce in barile, ma rivendica la bontà dell’attività della sua amministrazione comunale: “sono convinto che abbiamo agito sempre non solo nell’ambito della legittimità ma anche per il bene della città”, tuttavia “diverso è guardarsi avanti, perché alla luce di tutto quello che è successo, delle indagini, delle polemiche, non siamo granitici e non pensiamo che nulla debba cambiare. Prendiamo atto di alcune sensibilità e di alcuni giudizi e da qua in poi partiremo con un lavoro per rinnovare il Pgt“.

Quello che il sindaco Sala chiama “alcune sensibilità” e “alcuni giudizi” si chiama, in realtà, legalità ambientale e qualità della vita nelle città. E non si tratta solo di mere questioni lessicali.

E’ giunto, quindi, il soccorso mattonaro, rappresentato dalla c.d. legge Salva-Milano, la proposta di legge n. 1987Disposizioni in materia di piani particolareggiati o di lottizzazione convenzionata e di interventi di ristrutturazione edilizia connessi a interventi di rigenerazione urbana” (qui l’analisi tecnico-normativa del Servizio Studi della Camera dei Deputati) è stata approvata dalla Camera dei Deputati il 21 novembre 2024 ed è stata trasmessa, per il previsto esame, al Senato della Repubblica, quale proposta di legge n. 1309, assegnata, in sede redigente, all’VIII Commissione permanente (Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica).

Il soccorso mattonaro così come gli interessi in gioco sono trasversalissimi, come di consueto: alla Camera hanno votato a favore Lega, FdI, Forza Italia e Noi Moderati con Pd, Italia Viva, Azione e + Europa, mentre han votato contro M5S e AVS.

Un appello di giuristi e urbanisti sta provando a far aprire gli occhi ai nostri legislatori, finora con modesto esito.

Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Milano, Università “Bocconi”

La Salva-Milano cancella decenni di regole a vantaggio della rendita”. La lettera-appello di giuristi e urbanisti.

Il Parlamento sta discutendo gli emendamenti al cosiddetto decreto “salva-casa”, con il pretesto di tutelare gli acquirenti in buona fede degli immobili che, stando alle prime risultanze di alcune inchieste giudiziarie a Milano, potrebbero essere stati realizzati con permessi rilasciati o ottenuti in violazione delle disposizioni di legge statale e regionale. Se così fosse, il cosiddetto emendamento “salva-Milano” non dovrebbe andare oltre questo comprensibile obiettivo e quindi dovrebbe riguardare soltanto gli incolpevoli acquirenti degli immobili, senza alcuna sanatoria per operatori, professionisti, funzionari e dirigenti che avessero violato le leggi vigenti, le cui eventuali responsabilità vanno lasciate all’accertamento della magistratura.

Nel percorso di approvazione del decreto, volto ad annullare le contestazioni sollevate dalle inchieste giudiziarie sull’urbanistica aperte a Milano, si rischia infatti di cancellare decenni di cultura urbanistica che è alla base del necessario equilibrio fra protezione delle cose e sfruttamento delle stesse, fra fruizione e conservazione, fra la garanzia del diritto privato di proprietà e l’esercizio delle potestà pubbliche chiamate a conformarlo per assicurarne la funzione sociale, a vantaggio di tutti.

Ci riferiamo in primo luogo alla questione degli standard urbanistici fissati dal dm 1444/68. È questo un risultato di grande equilibrio perché fissa i diritti della collettività nel rispetto dei diritti degli operatori immobiliari. Del resto, è noto che molti Prg permettono da tempo di “monetizzare” gli standard, ma sempre tenendo conto delle necessarie dotazioni di servizi e delle distanze fissate dal codice civile e dal dm 1444. Nessuno mai ha infatti lamentato di non aver potuto esercitare il diritto a edificare fissato dai piani urbanistici, a causa dell’obbligo di dover contribuire allo sviluppo della città pubblica, che oggi si vorrebbe invece cancellare a esclusivo vantaggio della rendita urbana, che si risolve nella sottrazione di una quota di reddito nazionale alle categorie, qualunque esse siano, che lo hanno prodotto.

Il problema dunque viene agitato solo oggi, quando sulla base della cancellazione di ogni regola urbanistica e di ogni limite alle pretese della rendita si possono realizzare ex novo o sopraelevare edifici prospicenti ad alloggi legittimamente realizzati da decine di anni (la mostruosa edificazione nei cortili è emblematica del degrado cui si è arrivati), con un danno evidente ai diritti acquisiti e il crescere esponenziale, non solo a Milano, di contenziosi senza fine che non aiutano la civile convivenza.

Chiediamo perciò con forza che il Parlamento ribadisca l’assoluta inderogabilità del dm 1444/68, che costituisce un minimo, non un massimo, di dotazioni di servizi e di verde necessari alla vita nelle città.

Il secondo fondamentale principio che il Parlamento non può permettersi di smantellare riguarda l’obbligo – anche in questo caso previsto da decenni – di dover ricorrere a strumenti attuativi chiari e al permesso di costruire quando si mutano i carichi urbanistici, sicché le amministrazioni pubbliche non possono dismettere il diritto-dovere di verificare la sussistenza delle prerogative di accessibilità e dei servizi, oltre che il rischio di violazione dei diritti dei frontisti e confinanti. Anche in questo caso, siamo di fronte a un potere-dovere delle pubbliche amministrazioni, chiamate a tutelare i diritti di tutti e non solo quelli degli operatori immobiliari, degli investitori e degli speculatori.

Si rischia altrimenti non soltanto di cancellare le regole urbanistiche, ma anche di mettere in discussione il ruolo delle amministrazioni locali sancito dalla Costituzione.

In tal senso, anche nel caso fosse approvato, l’emendamento “salva-Milano” non dovrà comunque riguardare il futuro: dopo la conversione in legge del decreto, l’edilizia milanese (e, più in generale, quella italiana) dovrà svolgersi nel rigoroso rispetto delle leggi poste a tutela di tutti, fermo altrimenti l’intento dei sottoscritti firmatari di avvalersi di ogni strumento utile per opporsi alla preannunciata deriva, anche nella convinzione che evidenti profili di illegittimità non passerebbero indenni da una pronuncia della Corte costituzionale.

Firmatari:

Carmine Abate, architetto, consigliere nazionale Italia Nostra
Ilaria Agostini, urbanista
Aurelio Angelini, Unesco
Arianna Azzellino, docente universitaria
Piera Baldi, architetto
Emilio Battisti, architetto
Luna Beggi, geografa
Paolo Berdini, urbanista
Anna Maria Bianchi, presidente Carte in regola
Paola Bonora, geografa
Sergio Brenna, urbanista
Maria Agostina Cabiddu, giurista
Sergio Caserta, cooperatore
Piero Cavalcoli, urbanista
Giancarlo Consonni, urbanista
Alessandro Dal Piaz, urbanista
Luigi De Falco, architetto, vicepresidente di Italia nostra
Vezio De Lucia, urbanista
Veronica Dini, avvocato
Lidia Fersuoch, consigliera nazionale di Italia Nostra
Marina Foschi architetto, consigliere nazionale Italia Nostra
Laura Fregolent, urbanista
Luca Beltrami Gadola, direttore Arcipelago Milano
Maria Cristina Gibelli, urbanista
Corrado Giuliano, giurista
Giorgio Goggi, urbanista
Danila Iacovelli, giurista
Carlo Iannello, costituzionalista
Paolo Maddalena, vicepresidente emerito della Corte costituzionale
Camilla Maldini Casadei, architetto
Massimo Maresca, presidente di Italia Nostra Campania
Gabriele Mariani, ingegnere architetto
Rossella Montagnani Marelli, Anpi
Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena
Silvia Morselli, architetto
Adriana Elena My, presidente di Italia Nostra Piemonte
Francesco Pallante, costituzionalista
Stefano Piazzi, architetto
Mario Piccinini, architetto
Gioacchino Piras, geografo urbanista
Ezio Righi, urbanista
Piergiorgio Rocchi, urbanista
Maria Teresa Roli, architetto, consigliere nazionale di Italia Nostra
Michele Sacerdoti, amministratore locale
Maurizio Sani, urbanista
Enzo Scandurra, urbanista
Giuseppe Scandurra, antropologo
Cristina Tonelli, storica del design
Graziella Tonon, urbanista
Lucia Tozzi, studiosa di scienze urbane
Cristina Treu, urbanista
Alessandra Trigilia, architetto
Massimo Villone, costituzionalista
Alberto Ziparo, urbanista

da Il Fatto Quotidiano, 5 giugno 2024

Norma Salva-Milano e locali di 20 metri abitabili (anche al piano terra): ora il Decreto Casa di Salvini è a tutti gli effetti una sanatoria.

Una sanatoria. Difficile definire diversamente le modifiche che la Lega ha messo nero su bianco (a quattro giorni dalle elezioni) per ampliare la portata del decreto Salva-casa. Si va dai micro-appartamenti abitabili già da 20 metri quadrati al limite ai soffitti a 2,4 metri, dall’abitabilità dei locali al piano terra all’estensione delle tolleranze agli immobili ancora da costruire. Ciliegina sulla torta del liberi tutti, infine, è la cosiddetta norma Salva-Milano, per risolvere il caso dei grattacieli di Milano, bloccati dalla magistratura perché ritenuti abusivi.

Le mani della Lega sull’edilizia – Il provvedimento inizierà l’iter parlamentare la prossima settimana, subito dopo la pausa per le elezioni europee, ma Salvini ha già anticipato quale sarà la prossima mossa per mettere le mani della Lega sul comparto: trasformare il ministero, il Mit, in Mite, aggiungendo proprio la ‘e’ finale di edilizia. Si tratterebbe di un ricalco del Mite di draghiana memoria, ma la denominazione del ministero della Transizione ecologica resta oggi vacante, abbandonato dal governo Meloni per il nuovo Mase. Proprio al Mit la Lega punta ad affidare il compito di adottare il Piano casa Italia per il riordino di edilizia residenziale e sociale guardando a nuovi modelli di cooperazione pubblico-privato con gli operatori del credito che hanno vocazione sociale (“fondi pazienti”).

Le modifiche al Salva Casa – L’attesa è però soprattutto per l’emendamento che consentirà l’abitabilità dei ‘micro appartamenti’. La Lega proporrà nuovi limiti di 20 metri quadrati, dagli attuali 28, per una persona e di 28 per due, dai 38 di oggi. Per l’altezza dei soffitti, l’obiettivo è passare dal minimo di 2,70 metri a 2,40 (come già consentito per corridoi e bagni). “Ragionevole e di buon senso” anche poter cambiare la destinazione d’uso di un locale posto al piano terra per ricavarne un’abitazione, come sollecitato in particolare dai piccoli Comuni e dai borghi storici. Le nuove tolleranze saranno estese anche agli immobili futuri “per garantire una uniformità della disciplina e un trattamento uniforme per tutti gli interventi edilizi”. Modifiche riguarderanno poi la verifica in loco dei lavori per evitare che, una volta ottenuto un certificato di agibilità/abitabilità da un tecnico del Comune o della Asl, nessuno possa rilevare difformità successivamente. Semplificazioni arriveranno via emendamento anche sugli interventi realizzati prima del 1977, l’anno della legge Bucalossi, e per l’iter di regolarizzazione di parziali difformità, limitando l’entità (e quindi l’importo) dei lavori che possono essere richiesti per regolarizzare l’immobile circoscrivendoli solo a quelli che sono necessari e imprescindibili per la sicurezza. Limiti anche al potere sostituivo delle Regioni, che oggi possono annullare il rilascio del titolo edilizio dei Comuni anche dopo 10 anni, e soluzione con il Salva Milano “per le centinaia di famiglie che vivono oggi in palazzi che non possono essere abbattuti” anche in altre città.

Ecco la “norma Salva-Milano” – La cosiddetta norma ‘Salva-Milano‘ (“molto auspicata dalle amministrazioni locali”) come ampiamente annunciato è entrata nel pacchetto di emendamenti della Lega al decreto ‘Salva-casa’, assegnato alla Camera dei deputati, dove il prossimo 11 giugno sarà incardinato nella Commissione ambiente e infrastrutture. “Non entrando nel merito delle inchieste giudiziarie, non possiamo permetterci di bloccare le autorizzazioni edilizie, arrestando lo sviluppo e la crescita delle città”, spiega il partito di Matteo Salvini, secondo il quale è necessario “un intervento per aiutare le centinaia di famiglie che vivono oggi in palazzi che non possono essere abbattuti”. L’intento dell’emendamento “è quello di trovare soluzioni al problema delle ristrutturazioni edilizie che non riguardano solo Milano, ma anche altre città dove per anni si è lavorato seguendo la stessa interpretazione di norme. Sono problemi che nascono dalla sovrapposizione tra la normativa statale, la normativa regionale e i provvedimenti adottati da alcuni Comuni, che consentono la cosiddetta ‘demo-ricostruzione con Scia“, viene spiegato.

Milano, Piazza XXIV Maggio

(foto S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di capitonegatto
    capitonegatto
    dicembre 13, 2024 alle 10:22 am

    Crozza ha ben riassunto cosa succede : ” Povera Milano “, e direi in tante altre citta’. Ma i sindaci non sanno, non possono, o scientemente non vogliono ostacolare chi, oltre misura delle regole urbanistiche, voglia cementificare a tutti i costi ? Costi ambientali che pagheremo tutti !!

  2. Avatar di Andrea
    Andrea
    gennaio 5, 2025 alle 5:30 PM

    Nel 1992 esplose Mani Pulite per molto meno. Ma allora c’era un chiaro progetto per rovesciare quel sistema. Adesso, se si esclude qualche voce minoritaria, tutti sembrsno essere d’accordo sul “sacco di Milano”. Mi piacerebbe capire come mai.

  3. gennaio 23, 2025 alle 4:33 PM

    da Il Corriere della Sera, 23 gennaio 2025

    Torre Milano, otto a processo per abuso edilizio e lottizzazione abusiva. I vicini: «Il palazzo toglie due ore di sole». La replica: «Nessun complotto».

    L’inchiesta sul grattacielo di via Stresa: «Nuova costruzione fatta passare per progetto di ristrutturazione». Il caso è il primo a finire a processo dopo le indagini sull’urbanistica milanese. I vicini: «Quel palazzo ci toglie due ore di sole». (Luigi Ferrarella) (https://milano.corriere.it/notizie/cronaca/25_gennaio_23/torre-milano-otto-a-processo-per-abuso-edilizio-e-lottizzazione-abusiva-costruttori-architetti-ex-dirigenti-del-comune-316c3d50-7a90-430d-9049-7e81f9c43xlk.shtml?refresh_ce)

    La legge Nordio passa la spugna sull’imputazione di abuso d’ufficio, ma il primo processo sull’urbanistica meneghina parte lo stesso perché l’altra legge presentata come «Salva-Milano» (sostanziale condono approvato sinora alla Camera, ma ancora non al Senato nonostante l’irritato pressing del sindaco Beppe Sala anche sul proprio partito) non fa sinora in tempo a disinnescare i procedimenti avviati negli ultimi due anni dalla Procura: la giudice dell’udienza preliminare Teresa De Pascale, dopo aver dichiarato il non luogo a procedere per il reato di abuso d’ufficio abolito nel giugno 2024, ha infatti rinviato a giudizio all’11 aprile – per l’ipotesi di abusi edilizi, lottizzazione abusiva e falso – otto persone fra costruttori, architetti e funzionari del Comune di Milano per la realizzazione da 45 milioni di euro di «Torre Milano», il grattacielo di 24 piani che in via Stresa con il motto «la cittá ti manda in alto» vuole omaggiare edifici simbolo dell’architettura milanese come la Torre Breda o la Terrazza Martini, alto 82 metri e tuttavia autorizzato con una semplice autodichiarata «Scia-Segnalazione certificata di inizio attività» a titolo di «ristrutturazione edilizia» al posto di due demoliti ex edifici preesistenti ma solo di due e tre piani.I vicini di casa

     Gli effetti di questo mastodonte («deprezzamento della casa perché per colpa della nuova costruzione si sono perse due ore di sole al giorno d’inverno, e davanti si vedono solo gli abitanti della Torre») sono lamentati da una vicina di casa, una signora di 61 anni che con l’avvocato Antonella Forloni avanza una pretesa risarcitoria, e di cui la giudice ha ammesso la costituzione di parte civile nel processo istruito dalla pm Marina Petruzzella con i colleghi Paolo Filippini e Mauro Clerici, e con la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano. Lo scomodo ruolo di battistrada in questo genere di processi urbanistici toccherà dunque ai costruttori Stefano e Carlo Rusconi quali rappresentanti legali della società «Opm-Impresa Rusconi e Storm.it», all’architetto Gianni Maria Ermanno Beretta quale progettista e direttore lavori (per lui è stata anche dichiarata la prescrizione di un falso), all’ex direttore del «Sue-Sportello Unico Edilizia» e membro della «Commissione per il paesaggio» del Comune di Milano, Giovanni Oggioni, all’ex responsabile della «Direzione Urbanistica» di Palazzo Marino, Franco Zinna, e a tre dipendenti del «Sue» occupatisi della pratica, Francesco Mario Carrillo, Maria Chiara Femminis, Pietro Ghelfi.

    «Limiti violati»

    Per l’accusa sono stati violati limiti di legge «inderogabili» su «densità, altezza e distanza» degli edifici, con la conseguenza di determinare la «compromissione del paesaggio urbano», il peggioramento delle «visuali» di chi abita vicino e delle «condizioni di soleggiamento» di tutta l’area; e soprattutto l’assenza di un «piano urbanistico attuativo», e i mancati aumenti dei «parcheggi» e del «verde», a dispetto dei nuovi «carichi urbanistici» stimati in 102 appartamenti per 320 abitanti. La prossima delle inchieste urbanistiche ad arrivare alla verifica di una udienza preliminare sarà il 13 marzo davanti alla giudice Alessandra Di Fazio quella per la costruzione delle «Park Towers», due torri di 59 e 81 metri in via Crescenzago.«Nessun complotto»

    «Ce lo aspettavamo, è una questione tecnica che necessita del vaglio dibattimentale. Ci dispiace soltanto che non sia stato valutato l’elemento soggettivo dei reati contestati, perché l’impresa si è semplicemente adeguata alla linea politico-amministrativa del Comune di Milano», commenta ha spiegato Federico Papa, legale del costruttore Carlo Rusconi. E l’avvocato del figlio Stefano, Michele Bencini, confida nel processo: «È un peccato, ma quando la questione sarà approfondita si vedrà che non c’è alcun sistema o complotto e che i rapporti pubblico-privato hanno fatto bene alla città».

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  4. gennaio 28, 2025 alle 2:48 PM

    da Il Fatto Quotidiano, 28 gennaio 2025

    Nuove costruzioni fatte passare per ristrutturazioni: tutte le inchieste della procura sulla speculazione edilizia a Milano.

    Mentre il sindaco Sala spinge per l’approvazione della legge Salva-Milano (arenata al Senato), sono tanti i fascicoli aperti, tutti accomunati dalle accuse simili: https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/01/28/milano-speculazione-edilizia-tutte-inchieste-procura-nuove-costruzioni-ristrutturazioni-news/7853814/

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    Così Milano è diventata Matrix: il paradiso fiscale del cemento.

    Contro Milano – “Sta avvenendo la sostituzione etnica-sociale: via i più fragili, dentro i ricchi”. Da oggi in tutte le librerie “Contro Milano” (Paper First), il nuovo libro di Gianni Barbacetto: alle 18 presentazione con Silvia Truzzi al Teatro Menotti (l’estratto) (https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2025/01/28/cosi-milano-e-diventata-matrix-il-paradiso-fiscale-del-cemento/7853986/)

    A Milano la Pubblica amministrazione ha progressivamente rinunciato a pianificare la città, in nome di uno sviluppo guidato dai privati, dai fondi immobiliari o da società pubbliche (come Ferrovie dello Stato) che si comportano da immobiliaristi privati. Viene via via uccisa l’urbanistica (cioè la progettazione regolata della città in nome del bene comune), sostituita dalla “rigenerazione urbana”, termine-trappola per far digerire la cementificazione di ogni spazio residuo in città, senza regole, con incentivi volumetrici e la possibilità di costruire pagando gli oneri di urbanizzazione più bassi d’Europa. Ma tutto ciò è raccontato con una lingua che crea la realtà virtuale di una città in crescita, coolsexy e green. Una Milano da rendering, perfetta e desiderabile. Una Milano-Matrix, dove ciò che vedi sembra fabbricato dal racconto che ne è stato fatto.

    Milano è attrattiva, perché è stata trasformata in un “paradiso fiscale” dell’immobiliare, dove costruire è facile e poco costoso. Bassi oneri di urbanizzazione e regole urbanistiche allentate, quando non del tutto dimenticate, secondo quello che potremmo chiamare il “nuovo Rito ambrosiano”, fatto di consuetudini che superano le norme e aggirano le leggi. I fondi finanziari internazionali hanno investito a Milano 15 miliardi tra il 2014 e il 2018 e ne investiranno altri 13 tra il 2019 e il 2029, destinati a “sviluppare” e trasformare 10 milioni di metri quadri di città. Queste le previsioni dell’assessore alla Rigenerazione urbana (quella che un tempo era l’Urbanistica) Giancarlo Tancredi. Milano è prima in Europa per investimenti legati all’immobiliare, seguita da Monaco (10,8 miliardi) e Amsterdam (10,2 miliardi). Quello che è successo a Milano negli ultimi anni è riassumibile in due righe: è stato pianificato di costruire su molti milioni di metri quadrati di aree dismesse e, contemporaneamente, di “densificare” le aree già urbanizzate. La chiamano “rigenerazione urbana”, ma è aumento del cemento senza troppi benefici per gli abitanti della città. Il risultato è che la Milano luna park dell’immobiliare è diventata una città “premium” (copyright Dario Di Vico), che attira turismo e investimenti, una Venezia del postmoderno, un Eldorado per i fondi internazionali. Ma una città sempre più difficile per i suoi abitanti: a causa del costo della vita e soprattutto dell’abitare, con i prezzi delle case aumentati in dieci anni del 40 per cento per l’acquisto e del 43 per cento per l’affitto, a fronte di salari cresciuti solo del 5,4 per cento.

    ACQUISTA – “Contro Milano”, Ascesa e caduta di un modello di città. Il nuovo libro di Gianni Barbacetto

    Crescono le disuguaglianze, aumenta il numero di quanti sono di fatto espulsi da Milano. Sta avvenendo una vera e propria “sostituzione etnica”, o almeno sociale: via i più fragili, dentro i più ricchi. Questo è il Modello Milano: grande ricchezza per pochi, impoverimento ed espulsione per molti. Le amministrazioni hanno abbandonato le periferie, ridotto i servizi pubblici e privatizzato ogni cosa, perfino i marciapiedi (diventati dehor per i mille locali della foodification, in una città che di notte si trasforma in una Disneyland del cibo e dei drink). Il ritmo della città è segnato dalle mille Week – Fashion Week, Design Week, Digital Week, Music Week, Wine Week e via così all’infinito – e sull’eventificio che moltiplica un terziario dell’intrattenimento che vorrebbe essere creativo ma diventa noiosamente ripetitivo.

    Dopo anni di trasformazioni, il sindaco Giuseppe Sala realizza il sogno di Letizia Moratti, che lo chiamò a Palazzo Marino nel 2009 come “city manager” e poi lo mandò a preparare l’Expo 2015: è lei ad avviare il progetto di Milano città premium. Milano era città del fare e del sapere. Era capitale morale, grande industria e piccole botteghe, professioni, case editrici e università. Adesso è diventata città della rendita, dove è più conveniente affittare su Airbnb l’appartamento avuto in eredità da papà che inventarsi un’attività creativa o rischiare un’impresa produttiva. Sono arrivati, è vero, investimenti per miliardi. Ma che cosa resta, alla città e ai cittadini? Più inquinamento, meno suolo e meno servizi, perché le regole (lasche) con cui si è lasciato edificare rendono pochissimo alla collettività: è piccola la quota degli immensi profitti realizzati che viene restituita alla città in termini di verde, servizi, asili, trasporti, piscine… Le mani sulla città prendono molto e danno in cambio poco. Si stima che a Milano la percentuale del valore realizzato dagli operatori immobiliari che torna alla città sia attorno all’8%. A Monaco di Baviera è in media del 30%. Senza contare che, tra i mancati oneri urbanistici e la sottovalutazione delle monetizzazioni degli standard, Milano in questi anni potrebbe aver perso 2 miliardi di euro.

  5. gennaio 30, 2025 alle 2:48 PM

    A.N.S.A., 29 gennaio 2025

    Altra tegola per Boeri, a processo per Bosconavigli.

    I pm: ‘Lottizzazione abusiva e abuso edilizio’. (https://www.ansa.it/lombardia/notizie/2025/01/29/processo-per-boeri-e-altri-a-settembre-per-il-bosconavigli_58cd4e05-21fe-4dfa-bd67-187382dc278b.html)

    Rischia gli arresti domiciliari nell’inchiesta sulla Beic, la Biblioteca europea di informazione e cultura di Milano, e va a processo per il progetto Bosconavigli.

    Ancora guai giudiziari per l’archistar del Bosco verticale Stefano Boeri.

    Si aprirà alla fine di settembre, davanti al Tribunale di Milano, il processo sul progetto ‘Bosconavigli’, un complesso residenziale che dovrebbe sorgere nello storico quartiere San Cristoforo, zona sud-ovest del capoluogo lombardo, e che vede imputati per lottizzazione abusiva e abuso edilizio l’architetto insieme ad altre sei persone, tra cui i dirigenti comunali Alberto Viaroli e Giovanni Oggioni. Quest’ultimo, ex direttore dello Sportello unico edilizia e componente della Commissione per il paesaggio, è coinvolto in altre inchieste sull’urbanistica ed è stato rinviato a giudizio anche per il caso delle Torri Milano.

    La Procura di Milano nei giorni scorsi ha disposto il rinvio a giudizio per citazione diretta dell’architetto di fama internazionale. Si tratta di un’altra tegola per Boeri, perché solo lunedì la Procura di Milano si è spinta a chiedere gli arresti domiciliari per lui e per Cino Zucchi, indagati per turbativa d’asta e falso nell’inchiesta sul concorso di progettazione internazionale per la realizzazione della biblioteca Beic, che dovrebbe sorgere nel 2026 con i fondi del Pnrr. Un progetto “che Milano attende da 40 anni e che è importante per la città”, rimarca il sindaco Giuseppe Sala, che si augura che i due architetti “non abbiano conseguenze” per questa indagine. Quelle in cui è coinvolto Boeri sono solo alcune delle inchieste relative all’urbanistica che scuotono Milano da oltre un anno, che hanno portato a un blocco dell’edilizia e alla perdita per il Comune di 165 milioni di oneri di urbanizzazione nel 2024.

    Per questo è urgente, secondo Palazzo Marino, che il Senato approvi quanto prima la norma Salva Milano, su cui però anche il Pd è spaccato. “Non sono intenzionato a fare un passo indietro” se non dovesse passare al Senato il Salva Milano perché il Pd non lo voterà, “ma sarebbe un problema politico”, chiarisce il sindaco Sala lanciando un messaggio al suo partito di maggioranza in Comune. Perché se dal Pd non appoggiassero questa norma, “metterebbero in discussione il mio lavoro e quello del mio predecessore, cioè Giuliano Pisapia, a cui le norme sull’urbanistica risalgono”. Sala è “confidente” che tutto si ricomponga ma avverte: “non è un problema di passi indietro, ma di giudizio sulla mia amministrazione”. 

  6. marzo 5, 2025 alle 2:38 PM

    il sindaco di Milano Beppe Sala afferma di non sapere. Allora perchè non tace?

    A.N.S.A., 5 marzo 2025

    Inchieste urbanistica, arrestato ex dirigente Comune Milano.

    Tranche su corruzione, falso e depistaggio.Chieste 3 interdittive. (https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2025/03/05/inchieste-urbanistica-arrestato-ex-dirigente-comune-milano_804f80cd-28b2-489a-a671-546063c03f6a.html)

    Nelle indagini della Procura di Milano sulla gestione dell’urbanistica della città arriva il primo arresto.

    Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf ha eseguito un’ordinanza con cui il gip Mattia Fiorentini ha disposto i domiciliari per Giovanni Oggioni, architetto ex direttore dello Sportello unico edilizia del Comune ed ex componente della Commissione paesaggio.
        Per la vicenda, che rientra nel pacchetto di inchieste coordinate dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, sono state ipotizzate le accuse di corruzione, frode processuale, depistaggio e falso, e sono state chieste anche tre misure cautelari interdittive.
        Il giudice deciderà dopo gli interrogatori preventivi.

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    Inchieste urbanistica, indagata anche Assimpredil-Ance Milano.

    Assieme ad Abitare. Contestato l’illecito amministrativo. (https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2025/03/05/inchieste-urbanistica-indagata-anche-assimpredil-ance-milano_dee6df58-f2cf-4960-9459-352986d0f01b.html)

    Nel filone delle indagini sulla gestione dell’urbanistica a Milano che stamane ha portato ai domiciliari l’architetto Giovanni Oggioni, in qualità di componente della commissione paesaggio di Palazzo Marino e di ex dirigente dello Sportello unico per l’edilizia, sono indagate in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti anche Assimpredil-Ance Milano e la società di sviluppo immobiliare Abitare In.
        Lo si legge nell’ordinanza con cui il gip Mattia Fiorentini, oltre all’arresto di Oggioni, ha disposto il sequestro preventivo di circa 300 mila euro come profitto del reato contestato al professionista.

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    Inchiesta urbanistica, Giuseppe Sala ‘vivo preoccupato’.

    Ma sull’arresto non ho elementi per poter esprimere giudizi. (https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2025/03/05/inchiesta-urbanistica-giuseppe-sala-vivo-preoccupato_543358ab-18e7-4dc2-a691-a7c59d5a84f9.html)

    “Io vivo preoccupato, al momento non ho elementi per poter esprimere giudizi”.

    Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala commenta il primo arresto per le inchieste sull’urbanistica.

    • marzo 5, 2025 alle 2:55 PM

      A.N.S.A., 5 marzo 2025

      Arrestato un ex dirigente del Comune di Milano nell’inchiesta sulla gestione urbanistica.

      Domiciliari per Giovanni Oggioni, architetto ed direttore dello Sportello unico edilizia del Comune ed ex componente della Commissione paesaggio. (https://www.ansa.it/lombardia/notizie/2025/03/05/arrestato-un-ex-dirigente-del-comune-di-milano-nellinchiesta-sulla-gestione-urbanistica_04a1ae68-8ecc-4875-848f-86f8bbb59662.html)

      Primo arresto nelle indagini della Procura di Milano sulla gestione dell’urbanistica della città.

      Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf ha eseguito un’ordinanza con cui il gip Mattia Fiorentini ha disposto i domiciliari per Giovanni Oggioniarchitetto ex direttore dello Sportello unico edilizia del Comune ed ex componente della Commissione paesaggio. Per la vicenda, che rientra nel pacchetto di inchieste coordinate dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, sono state ipotizzate le accuse di corruzione, frode processuale, depistaggio e falso, e sono state chieste anche tre misure cautelari interdittive. Il giudice deciderà dopo gli interrogatori preventivi.

      Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha parlato delle inchieste sull’edilizia in città, anche con gli studenti del liceo Parini che lo hanno invitato durante la co-gestione. “Non do giudizi perché non è il caso ma a Milano l’edilizia è ferma perché le indagini della Procura hanno portato al fatto che c’è una paralisi – ha detto rispondendo alle domande degli studenti -. Molte realtà avevano un’autorizzazione del Comune messa oggi in discussione dalla procura. Quindi giudicheranno e poi vedremo”.

      “È chiaro che io difendo sempre l’amministrazione, il Comune, la squadra ma se poi uno ha sbagliato che paghi e che paghi anche duramente ha Sala. “Ci rimettiamo a quello la procura sta facendo e spero di avere informazioni”, ha aggiunto. La persona arrestata “era stato dirigente del comune non all’inizio della mia fase ma nell’ultima. 

      Una organizzazione parallela che avrebbe preso il posto di quella istituzionale degli uffici comunali che sarebbero stati ridotti a simulacro e appendice di uffici privati, in modo da privilegiare i professionisti prescelti, attraverso la valutazione positiva dei loro progetti sebbene non rispettassero le norme. E’ quanto ipotizza la Procura di Milano. Come si legge nell’ordinanza del gip Mattia Fiorentini, i pm ipotizzano che a tale organizzazione parallela, ideata e diretta da Oggioni, abbiano preso parte i funzionari per i quali è stata chiesta la misura interdittiva della sospensione dalle attività. Lo scopo sarebbe stato favorire alcune società operatrici per procurarsi in cambio arricchimenti economici. Inoltre con tale sistema, è la ricostruzione, gli indagati avrebbero goduto di efficaci tutele al punto che la loro richiesta di approvazione della legge chiamata Salva Milano per bloccare le indagini dei magistrati, è stata immediatamente portata all’attenzione del Governo e del Parlamento.

      “Siamo garantisti fino al terzo grado di giudizio, ma ci preoccupa la deriva che stanno prendendo le indagini sull’urbanistica milanese, partendo dal presupposto che il Sindaco Sala ha sempre cercato di scaricare sugli altri ogni responsabilità, come se le regole non le avesse fatte chi ha guidato il Comune negli ultimi 14 anni. Si tratta dell’ennesima conferma dell’esistenza di un ‘sistema Milano’ dettato dalla politica delle amministrazioni Pisapia e Sala”. Così in una nota il gruppo Lega per Salvini Premier di Palazzo Marino che, dopo aver appreso “con sgomento” dell’arresto dell’ex dirigente dell’urbanistica del Comune di Milano e delle perquisizioni a Palazzo Marino, chiede un consiglio straordinario urgente “affinché il sindaco esponga chiaramente ai milanesi cosa stia accadendo negli uffici comunali”.Per il gip Oggioni puntava a far cadere sindaco e giunta di Milano

      L’architetto Giovanni Oggioni avrebbe puntato a convincere l’assessore comunale alla casa Guido Bardelli ad allinearsi alle sue posizioni e a prendere iniziative contro il sindaco Giuseppe Sala e la Giunta, da far cadere, usando l’argomento pretestuoso delle famiglie dei dipendenti del comune che soffrono e della disumanità dello stesso sindaco Sala. Lo si evince da alcune chat riportate nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Mattia Fiorentini. Nel telefono di Oggioni è stata trovata una serie di messaggi, tra cui quelli scambiati nel dicembre 2023 con Bardelli. I due, nella chat, commentando in modo negativo gli interventi dell’assessore Giancarlo Tancredi e del direttore della Rigenerazione urbana, Simona Collarini, in merito alla variante in discussione del Pgt di Milano durante una riunione presieduta da Regina De Albertis, alla guida di Assimpredil Milano, parlano con disprezzo delle indagini della Procura. Con Bardelli che bolla come pazzi i pm e Oggioni che replica in modo ironico definendole il Pgt del pubblico ministero Marina Petruzzella, uno dei titolari delle inchieste. E con l’assessore che infine afferma che bisogna far cadere la Giunta.Il “sistema”

      Le indagini avrebbero fatto emergere l’esistenza di un “sistema”, composto da membri della Commissione per il Paesaggio, operatori economici, progettisti privati e soggetti interni all’amministrazione comunale milanese, il cui fine era quello di favorire il rilascio di titoli edilizi illeciti e di realizzare operazioni immobiliari altamente speculative. L’arresto viene eseguito alla vigilia dell’esame in Senato della proposta di legge nota come Salva Milano. Oggioni, già vicepresidente della Commissione per il paesaggio del Comune di Milano dal 2021 e, in precedenza, dirigente dello Sportello Unico per l’Edilizia, è accusato di corruzione, falso e depistaggio. Secondo la ricostruzione operata dalle Fiamme Gialle, in particolare, Oggioni avrebbe ricevuto altre utilità da un’associazione di categoria dei costruttori edili e da un operatore economico del real estate al fine di favorire il buon esito di numerose pratiche edilizie. L’architetto arrestato, sempre secondo l’accusa, avrebbe inoltre falsamente rappresentato lo stato dei luoghi (circa il superamento delle altezze consentite, aggiramento delle norme sui cortili, ampliamento delle cubature e superfici edificabili, eccetera) nell’ambito di alcuni iter autorizzativi edilizi, e modificato le credenziali di accesso dei cloud già sottoposti a sequestro lo scorso mese di novembre sempre dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della GdF di Milano, impedendo così alla pg di procedere alle copie forensi. Sono in corso perquisizioni.Indagata Assimpredil-Ance Milano

      Nel filone delle indagini sulla gestione dell’urbanistica a Milano, sono indagate in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti anche Assimpredil-Ance Milano e la società di sviluppo immobiliare Abitare In. Lo si legge nell’ordinanza con cui il gip Mattia Fiorentini, oltre all’arresto di Oggioni, ha disposto il sequestro preventivo di circa 300 mila euro come profitto del reato contestato al professionista.Il ruolo dell’architetto Oggioni

      Giovanni Oggioni avrebbe illecitamente portato avanti una preselezione, una pre-istruttoria, per scegliere quali costruttori favorire nelle pratiche edilizie. Lo si legge nell’ordinanza di custodia cautelare. Tanto che uno dei punti del suo contratto di consulenza con Assimpredil, per l’accusa, faceva riferimento alla pre-validazione dei progetti edilizi, con cui Oggioni, dal 2021 e fino ad oggi, anche in pensione, avrebbe fatto da cerniera tra pubblico e privato, favorendo le imprese immobiliari. Oggioni è accusato anche di falso per non aver dichiarato i conflitti d’interesse relativi al fatto che la figlia lavorasse per Abitare In e che lui avesse avuto quella consulenza fino allo scorso anno da Assimpredil. Per corruzione è indagato nei suoi rapporti con la società di sviluppo immobiliare Abitare In sui progetti Lambrate Twin Palace, Porta Naviglio Grande, Milano City Village, Palazzo Naviglio e per l’intervento Vaiano Valle. Sempre per corruzione nei suoi rapporti con l’associazione di imprenditori edili per 11 progetti: gli interventi immobiliari di via Flumendosa, via Razza, Cascina Boldinasco, via Bovio, via Fiuggi, via Giovanni Meli, viale Tibaldi, via Trentacoste, via Salaino-Valparaiso, via Gnocchi e via Oristano. Sempre Oggioni è accusato di una lunga serie di altri falsi su vari progetti immobiliari già finiti al centro delle inchieste milanesi, perché spesso fatti passare per ristrutturazioni in violazione di legge senza i necessari piani attuativi. Si va da quello in via Lepontina-via Valtellina, fino a via Lamarmora, via Anfiteatro, via della Zecca Vecchia e via Cecchi. Per traffico di influenze illecite e falso è indagato Marco Cerri. Per falso Andrea Vairoli, così come Carla Barone.L’architetto Oggioni avrebbe partecipato alla stesura della legge Salva Milano per bloccare le indagini sull’ulrbanistica

      Giovanni Oggioni avrebbe preso parte, assieme a Marco Cerri, progettista ed ex componente della Commissione paesaggio e indagato anche lui, alla stesura degli emendamenti della legge Salva Milano, per bloccare le indagini sull’urbanistica, e si sarebbe mosso per farli arrivare, sempre tramite Cerri, in Parlamento, attivando canali politici. Lo segnalano i pm, come si evince dall’ordinanza firmata dal gip di Milano Mattia Fiorentini. Agli atti viene riportata una serie di intercettazioni su quello che i pm definiscono un brigare per ottenere la Salva Milano.Assimpredil Ance, “sempre operato nella massima trasparenza”

      Assimpredil Ance ha “sempre operato nella massima trasparenza e correttezza, per gli obiettivi e nelle modalità stabilite dal proprio Statuto”. Lo sottolinea in una nota l’Associazione che, dopo avere appreso di essere indagata dalla procura di Milano nelle indagini sull’urbanistica, ribadisce “piena fiducia dell’operato della magistratura”. L’Associazione, si legge ancora nella nota, “sta collaborando con l’Autorità giudiziaria per fornire ogni elemento utile all’accertamento dei fatti”.

      • marzo 5, 2025 alle 3:03 PM

        da Il Fatto Quotidiano, 5 marzo 2025

        Inchieste sulla speculazione edilizia a Milano, primo arresto: ai domiciliari l’ex dirigente comunale Oggioni. Dirigeva lo sportello unico.

        Indagate anche Assimpredil-Ance e la società Abitare In. Secondo l’accusa c’era un “sistema”, composto da membri della Commissione per il Paesaggio, operatori economici, progettisti e funzionari comunali il cui fine era favorire il rilascio di titoli edilizi illeciti e la realizzazione di operazioni immobiliari altamente speculative. (https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/03/05/inchieste-sulla-speculazione-edilizia-a-milano-primo-arresto-ai-domiciliari-lex-dirigente-comunale-oggioni-dirigeva-lo-sportello-unico/7900796/)

        Alla vigilia dell’esame in Senato della proposta di legge “salva Milano” arriva il primo arresto nell’ambito delle indagini della Procura sulla gestione dell’urbanistica. Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza ha eseguito un’ordinanza con cui il gip Mattia Fiorentini ha disposto i domiciliari per Giovanni Oggioni, architetto da poco in pensione che tra il 2019 e il 2021 ha diretto lo Sportello unico edilizia del Comune e dal 2021 è stato componente della Commissione paesaggio. Le accuse sono di corruzione, frode processuale, depistaggio e falso. Oggioni era già indagato sia nell’inchiesta della procura di Milano per Bosconavigli , vicenda che vede indagata l’archistar Stefano Boeri, sia per il progetto Scalo house dove è stata realizzata una residenza universitaria e sono in corso di realizzazione due nuovi palazzi.

        Per la vicenda, che rientra nel pacchetto di inchieste coordinate dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, sono state chieste anche tre misure cautelari interdittive per Andrea Viaroli, ex dirigente dello Sportello unico edilizia, anche lui già indagato in altre inchieste, Marco Cerri, già indagato anche per traffico di influenze illecite ed ex componente della Commissione per il paesaggio, e Carla Barone, già indagata in qualità di dirigente comunale. Il giudice deciderà dopo gli interrogatori preventivi. Per Oggioni, 68 anni la Procura aveva chiesto il carcere e il gip ha optato per i domiciliari. Oltre all’arresto, il gip ha disposto il sequestro preventivo di circa 300mila euro come profitto del reato contestato. Perquisizioni sono state svolte in Comune, negli uffici del dirigente della Direzione Rigenerazione urbana e nelle sedi dell’Assimpredil Ance e della società Abitare Inindagate in base alla legge sulla responsabilità amministrativa.

        Sala: “Se uno ha sbagliato paghi duramente” – “Io vivo preoccupato“, il commento a caldo del sindaco Giuseppe Sala, “al momento non ho elementi per poter esprimere giudizi. Devo capire, leggo le agenzie e al momento non so nulla, non so i fatti imputati, non so se i fatti sono imputati quando era in Comune, alla Commissione paesaggio, o quando lavorava per Ance. Non posso dire nulla, appena capisco qualcosa mi pronuncerò”. Un’ora e mezza dopo il primo cittadino ha aggiunto: “È chiaro che io difendo sempre l’amministrazione, il Comune, la squadra ma se poi uno ha sbagliato che paghi e che paghi anche duramente. Sia chiaro”.

        Un “sistema” per favorire il rilascio di titoli illeciti – Le indagini avrebbero fatto emergere l’esistenza di un “sistema“, composto da membri della Commissione per il Paesaggio, operatori economici, progettisti privati e soggetti interni all’amministrazione comunale milanese, il cui fine era quello di favorire il rilascio di titoli edilizi illeciti e di realizzare operazioni immobiliari altamente speculative. Oggioni, 68 anni, già vicepresidente della Commissione per il paesaggio del Comune di Milano dal 2021 e, in precedenza, dirigente dello Sportello Unico per l’Edilizia, è accusato di corruzione, falso e depistaggio.

        “Abitare In assunse sua figlia in cambio del buon esito delle pratiche” – Secondo la ricostruzione delle Fiamme Gialle, Oggioni avrebbe ricevuto altre utilità da un’associazione di categoria dei costruttori ediliAssimpredil Ance, e da un operatore del real estate, Abitare In, per favorire il buon esito di numerose pratiche edilizie. Abitare In, si legge nell’ordinanza, ha assunto la figlia Elena “che percepiva da detta società nel 2020 di euro 10.000,00, nel 2021 di euro 27.500,00, nel 2022 di euro 38.666, nel 2023 di euro 47.974 per un totale di euro 124.140,00, in tal modo venendo illecitamente remunerato per le funzioni svolte di pubblico ufficiale ed esercitate in violazione dei doveri di ufficio previsti dalla legge e dai regolamenti, omettendo di dichiarare il “conflitto di interessi” e di astenersi dai lavori della Commissione, così condizionandone l’attività amministrativa in favore delle pratiche edilizie presentate da Abitare in S.p.a” tra cui anche il Lambrate Twin Palace e Porta Naviglio Grande.

        “Con Assimpredil un accordo di consulenza da 178mila euro” – Allo stesso Oggioni viene contestato di aver “stipulato con Assimpredil-Ance”, che “rappresenta gli interessi di imprese operanti nel settore dello sviluppo immobiliare di Milano i cui progetti sono stati oggetto di valutazione da parte della Commissione per il paesaggio”, un “accordo di consulenza” in base al quale ha “percepito tra il febbraio 2022 e il novembre 2024 euro 178.884“. Nelle sedute della commissione “ometteva di dichiarare il conflitto e di astenersi partecipando alla loro valutazione in violazione del regolamento”.

        “Cancellò il suo account per impedire l’analisi dei messaggi” – L’architetto arrestato, sempre secondo l’accusa, nell’ambito di alcuni iter autorizzativi avrebbe falsamente rappresentato lo stato dei luoghi circa il superamento delle altezze consentite, aggiramento delle norme sui cortili e ampliamento delle cubature e superfici edificabili, tra il resto. E modificato le credenziali di accesso dei cloud già sottoposti a sequestro lo scorso mese di novembre sempre dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della GdF di Milano, impedendo così alla pg di procedere alle copie forensi. Si sarebbe procurato una nuova password con cui sarebbe entrato nel cloud dei suoi dispositivi elettronici sequestrati e avrebbe cancellato il suo account per impedire l’analisi dei messaggi e la ricerca delle prove.

  7. marzo 5, 2025 alle 7:27 PM

    un po’ di buon senso, finalmente.

    dal sito web istituzionale del Comune di Milano.

    Palazzo Marino. La nota del Comune di Milano.

    Milano, 5 marzo 2025 – Alla luce delle ipotesi di reato emerse dall’Ordinanza del GIP del 21 febbraio 2025, che il Comune di Milano ha ricevuto oggi e ha potuto leggere integralmente, l’Amministrazione considera di costituirsi parte civile. A partire dal 2020 il Comune di Milano ha reso obbligatorio per dirigenti e funzionari responsabili dichiarare eventuali condizioni di incompatibilità. E questo vale anche per i membri di Commissione, compresa la Commissione comunale per il Paesaggio, sia alla nomina sia in sede di trattazione di ogni pratica. Dichiarazioni che non risultano essere state rese da chi oggi indagato.

    Teniamo a ricordare che il Comune di Milano, alla luce delle indagini che recentemente hanno riguardato l’urbanistica, ha già messo in atto diverse misure:

    con apposita delibera di Giunta, datata febbraio 2024, lo Sportello Unico per l’Edilizia si è adeguato alle interpretazioni del GIP in tema di pianificazione attuativa e ristrutturazione edilizia;

    a settembre 2024 è stato modificato il Regolamento della Commissione comunale per il Paesaggio, rafforzando ulteriormente il principio di trasparenza che lo guida e prevedendo che almeno 8 componenti su 15, compreso il Presidente, per l’intera durata dell’incarico non svolgano attività di libera professione nel territorio comunale;

    a novembre sono state introdotte regole molto restrittive sui contatti tra funzionari dello Sportello Unico per l’Edilizia e gli utenti privati;

    è datato 1° marzo 2025 l’avvicendamento di alcuni dirigenti;

    inoltre a maggio 2023 il Consiglio comunale ha approvato la delibera di Giunta relativa all’aggiornamento degli oneri di urbanizzazione e a novembre 2024 sono stati aggiornati anche i criteri di monetizzazione dello standard.

    Nel frattempo sono stati avviati i lavori per un nuovo Piano di Governo del Territorio.

    Infine, gli elementi di novità, e purtroppo di maggiore gravità, descritti negli atti di accusa inducono questa Amministrazione a non sostenere più la necessità di proseguire nell’iter di approvazione della proposta di legge cosiddetta ‘Salva Milano’.

  8. marzo 6, 2025 alle 3:01 PM

    prima l’oscena gara era per scrivere, far presentare e sostenere una proposta di legge semplicemente vergognosa per chiunque mastichi un po’ di diritto.

    Un condono edilizio mascherato e gratuito per speculazioni edilizie sfacciate, redditizie economicamente ed elettoralmente.

    Ora la gara – altrettanto oscena – è nel chiamarsi fuori, nell’esternare facce sorprese e indignate, nel dichiarare di “attendere serenamente il giudizio della magistratura”.

    In questo splendido Paese nessuno, a nessun livello, trae le conclusioni delle proprie azioni e se ne torna definitivamente a casa, nemmeno quando compie “errori” epocali.

    E nessun “popolo”, ormai assuefatto a tutto, li costringe.

    Stefano Deliperi

    A.N.S.A., 5 marzo 2025

    Il Comune abbandona il Salva Milano, stop all’iter.

    Fdi-Lega all’attacco. Stop anche da Schlein. Rosso, valuteremo. (https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2025/03/05/il-comune-abbandona-il-salva-milano-stop-alliter_008b2e3f-8837-4ee2-b7a1-c91b564993f6.html)

    Il Comune di Milano fa un passo indietro sul SalvaMilano, il disegno di legge che avrebbe dovuto far ripartire la città dopo il blocco dell’urbanistica causato dalle inchieste.

    “Gli elementi di novità, e purtroppo di maggiore gravità, descritti negli atti di accusa” nei confronti dell’ex dirigente Giovanni Oggioni, che è stato arrestato, “inducono questa amministrazione a non sostenere più la necessità di proseguire nell’iter di approvazione della proposta di legge cosiddetta ‘Salva Milano'”, sottolinea l’amministrazione, che considera la possibilità di costituirsi parte civile nel procedimento giudiziario.

    Lo stop arriva anche dalla segreteria del Pd, Elly Schlein: “Dopo i gravi fatti emersi oggi dalla magistratura è evidente che non ci sono le condizioni per andare avanti”. “La prossima settimana ci saranno riunioni, di maggioranza e di commissioni, per valutare se e come proseguire l’iter del Salva Milano”, afferma Roberto Rosso, senatore di Forza Italia e relatore del provvedimento. “Non commento le indagini, ma è un fatto politico – aggiunge – che il Comune di Milano abbia tolto il suo appoggio al provvedimento”. Fino ad oggi il Comune di Milano, compreso il sindaco Giuseppe Sala, aveva sostenuto la necessità di approvare nel più breve tempo possibile il disegno di legge su cui la politica si è però divisa, anche e soprattutto a sinistra e nel Pd. Dopo l’arresto dell’ex dirigente del Comune il Salva Milano è finito ancora di più sul banco degli imputati della politica perché, da quanto emerso, alcuni degli indagati e l’ex dirigente Oggioni avrebbero fatto pressing sui parlamentari per l’approvazione della norma.

    Accuse troppo gravi per difendere il provvedimento che ha già avuto il via libera definitivo alla Camera ed è fermo in commissione al Senato. Il termine per la presentazione degli emendamenti è slittata al 12 marzo. Lega e Fratelli d’Italia attaccano. Per la Lega le inchieste “sono l’ennesima conferma dell’esistenza di un ‘sistema Milano’ dettato dalla politica delle amministrazioni Pisapia e Sala – spiega il Gruppo consiliare al Comune -. Dopo i disastri fatti sul Salva Milano serve maggiore trasparenza e un immediato commissariamento sulla materia urbanistica”, sostiene il Gruppo consiliare del Carroccio in Comune, mentre il sottosegretario Alessandro Morelli, leghista pure lui, si dice “convinto che tutti debbano sforzarsi per trovare quanto prima una soluzione che faccia uscire da questa situazione di drammatico stallo che danneggia il Paese e vede vittime decine di famiglie nel limbo”. Fratelli d’Italia evidenzia le spaccature nel centrosinistra sul Salva Milano: “Se questa maggioranza non c’è più, il Sindaco Sala ne prenda atto”, dice il capogruppo in Comune del partito Riccardo Truppo che chiede a Sala di farsi da parte. Il centrosinistra è da sempre diviso sul disegno di legge con Avs e il Movimento 5 stelle nettamente contrari, per paura di un condono generalizzato. Il leader pentastellato, Giuseppe Conte la indica come una “legge scempio”.

    Mentre per Angelo Bonelli deputato di Avs e co portavoce dei Verdi “quello che preoccupa è il contenuto delle intercettazioni che evidenziano come il ‘Salva Milano’ sia stato scritto dagli stessi funzionari indagati e poi consegnato al relatore in commissione ambiente. Per questo la legge va fermata”.

  9. marzo 23, 2025 alle 7:31 PM

    complimenti all’Amministrazione comunale di Milano.

    A.N.S.A., 23 marzo 2025

    Pm aprono fascicolo sulla vendita dello stadio di San Siro.

    Inchiesta conoscitiva senza indagati per eventuale danno all’erario.

    on c’è pace per il progetto del nuovo stadio di Inter e Milan nell’area di San Siro. Una storia che va avanti dal 2019 e per cui arriva un altro colpo di scena: la Procura di Milano ha aperto un fascicolo conoscitivo, al momento senza ipotesi di reato né indagati, sulla vendita ai due club da parte del Comune dello stadio Meazza e delle aree circostanti.

    Il provvedimento arriva dopo che le squadre, l’11 marzo scorso, hanno presentato al Comune il dossier di circa 300 pagine con l’offerta di acquisto.

    Nel fascicolo della Procura, coordinato dal pool guidato dall’aggiunta Tiziana Siciliano che si occupa dei reati contro la pubblica amministrazione, l’obiettivo è quello di verificare se ci siano o meno danni per le casse pubbliche e di monitorare l’imminente bando.

    A fissare il prezzo dello stadio e delle aree su richiesta del Comune è stata l’Agenzia delle Entrate, che ha stimato il valore complessivo in 197 milioni di euro, con lo stadio che vale 72,98 milioni. Una cifra che ora è nel mirino della Procura per verificarne la correttezza. Non è escluso poi che in un secondo momento anche la Corte dei Conti possa aprire un fascicolo su eventuali danni erariali, dato che Luigi Corbani, già vicesindaco di Milano e ora promotore del Comitato Sì Meazza per salvare San Siro, dopo aver presentato un esposto in Procura a febbraio, ne presenterà un altro in settimana appunto alla Corte dei Conti.

    Dopo aver ricevuto il dossier delle squadre, il Comune ha approvato nella giunta della scorsa settimana la delibera con le linee di indirizzo per proseguire nel percorso di cessione dei beni, stadio e aree, a Inter e Milan. Il primo passo è la pubblicazione, che dovrebbe essere imminente, di un bando della durata di almeno 30 giorni con l’avviso di avvenuta ricezione della proposta dei club e di sollecitazione di eventuali manifestazioni di interesse relative all’area e allo stadio.

    L’obiettivo come più volte ha spiegato il sindaco Giuseppe Sala, sarebbe quello di concludere l’operazione di vendita entro l’estate, anche perché a novembre di quest’anno scatterebbe il vincolo sul secondo anello di San Siro. I club puntano a realizzare un nuovo stadio accanto a quello attuale, mentre San Siro verrebbe in parte demolito e rifunzionalizzato per ospitare altre attività.

    La nuova indagine arriva come una tegola in un periodo già complicato per il Comune alle prese con le inchieste sull’urbanistica, che hanno portato anche all’arresto di un ex funzionario di Palazzo Marino, mentre sono una ventina i dirigenti indagati in Comune.

    L’apertura del fascicolo su San Siro scatena la polemica politica con Fratelli d’Italia e Forza Italia che chiedono le dimissioni del sindaco Giuseppe Sala, mentre la Lega chiede “trasparenza e competenza” nella gestione dei beni pubblici.

    Anche una parte del centrosinistra attacca la giunta, si tratta di quei consiglieri che da sempre sono contrari alla realizzazione di un nuovo stadio e che puntavano sulla ristrutturazione di San Siro. “Da tempo diciamo che il prezzo di vendita dello stadio fissato in 72 milioni è assolutamente inadeguato e abbiamo continuamente chiesto di sentire il parere di altri esperti”, sottolineano il consigliere dei Verdi Carlo Monguzzi ed Enrico Fedrighini del Gruppo misto. 

  10. luglio 16, 2025 alle 2:35 PM

    da L’Espresso, 16 luglio 2025

    Urbanistica a Milano, chiesto l’arresto dell’assessore Tancredi e del costruttore Catella: “Incontrollata espansione edilizia”.

    Il colpo di scena nelle inchieste che stanno terremotando il capoluogo lombardo: l’esponente della giunta Sala accusato di “induzione a dare o avere utilità”, il re del mattone di “corruzione” insieme all’ex presidente della Commissione Paesaggio. Perquisizioni in Comune. Indagato anche l’archistar Stefano Boeri. (Lorenzo Stasi)

    Una bufera giudiziaria si abbatte su Milano, con le inchieste sul mattone – ferme da qualche settimana – che ora fanno un immenso salto qualitativo con la richiesta della procura di arrestare (ai domiciliari) l’assessore all’Urbanistica, Giancarlo Tancredi, e altre cinque persone. Le accuse sono pesanti: per l’esponente della giunta di Beppe Sala, i pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, del pool coordinato dall’aggiunta Tiziana Siciliano, contestano l’“induzione a dare o promettere utilità” nei rapporti con l’immobiliarista Manfredi Catella – uno dei più importanti del capoluogo lombardo – a sua volta accusato di “corruzione” con Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione Paesaggio, il cuore pulsante di tutte le storture milanesi in tema di urbanistica. A Tancredi è contestato anche il “falso” per non aver denunciato, secondo le tesi degli inquirenti, una situazione di conflitto d’interessi di Marinoni.Gli interrogatori di garanzia il 23 luglio

    Il prossimo 23 luglio i sei indagati si presenteranno di fronte al gip, Mattia Fiorentini, per l’interrogatorio di garanzia, lo step introdotto la scorsa estate da Carlo Nordio che precede la concessione (o meno) di misure cautelari, personali o reali. Oltre a Tancredi, al “re del mattone” e a Marinoni, al settimo piano del palazzo di Giustizia di Milano sfileranno anche l’ex membro della Commissione Paesaggio, Alessandro Scandurra, e due imprenditori. Per il procuratore capo di Milano, Marcello Viola, “il fenomeno indagato, legato ad alcuni profili di incontrollata espansione edilizia, ha assunto dimensioni di rilievo notevolissimo”. Questa mattina – 16 luglio – la Guardia di finanza si è presentata in Comune a Milano per effettuare una serie di perquisizioni a carico di alcuni funzionari, oltre che nell’abitazione e nell’ufficio dell’assessore Tancredi.Le accuse a Tancredi

    La procura ipotizza che Tancredi, su input di Catella, si sia adoperato per orientare l’iter di un progetto. L’attuale assessore, infatti, prima di entrare nella giunta Sala nel 2021, è stato in Comune per molto tempo dirigente della pianificazione urbana e ha lavorato sui progetti più importanti della città: da City Life alla Darsena, dal distretto Mind di Rho Fiera ai grattacieli di Porta Nuova. Catella, invece, è presidente del gruppo-colosso Coima, il principale sviluppatore urbanistico in Italia che gestisce 10 miliardi di euro di capitali e che, tra gli investitori, ha fondi sovrani di Singapore, Qatar e Abu Dhabi. Oggi Catella lavora sul villaggio olimpico che sta per sorgere nello scalo di Porta Romana e nei cantieri nell’area, di proprietà del fondo sovrano del Qatar, di Porta Nuova, nel quartiere dove sorge la Torre UniCredit di piazza Gae Aulenti. Per ora, non è ancora chiaro quali forme di “utilità” avrebbe ricevuto Tancredi e quale sarebbe lo scambio corruttivo tra Catella e Marinoni.Il “sistema” Milano

    Quello di oggi – 16 luglio – è l’ennesimo (probabilmente, il più importante) capitolo delle inchieste sull’urbanistica che stanno terremotando Milano che contesta l’esistenza di un vero e proprio “sistema” fatto di autorizzazioni facili per i costruttori, oneri di urbanizzazione al ribasso e nuove costruzioni spacciate per “ristrutturazioni”. Il “Salva-Milano” su un binario morto

    Lo scorso marzo c’era stato il primo grande salto di qualità, con gli arresti domiciliari per Giovanni Oggioni, architetto ed ex vicepresidente della Commissione Paesaggio di Palazzo Marino, ritenuto il presunto “grande manovratore” di un “sistema” di “speculazione edilizia selvaggia” a favore degli interessi dei costruttori. Dopo quell’episodio, dopo essere già stato approvato in sordina alla Camera, si era arenato al Senato il progetto del “Salva-Milano”: voluto fortemente dal sindaco di Milano Beppe Sala per dare regole certe e chiare in tema di urbanistica – per molti non era altro che un condono mascherato –, dopo il passo indietro del Partito democratico il “Salva-Milano” è finito in un binario morto.Indagato anche Stefano Boeri

    Tra gli indagati c’è anche l’archistar Stefano Boeri, per cui però non sono state chieste misure cautelari. Non è la prima volta che Boeri è coinvolto nelle indagini sull’urbanistica: a settembre, infatti, andrà a processo per l’ipotesi di concorso nella “lottizzazione abusiva” per il progetto Bosco Navigli perché –  l’ipotesi di reato è praticamente sempre la stessa – quei 12 piani per oltre 40 metri non sarebbero potuti sorgere senza “un piano particolareggiato esecutivo” e “senza approvazione in Consiglio o Giunta comunali della convenzione con i costruttori”. A febbraio, poi, di fronte alle accuse di “turbativa d’asta” e “falso” e alle richieste di domiciliari da parte della procura, alla fine era stato interdetto dalla possibilità di lavorare per la pubblica amministrazione e dalla partecipazione a commissioni di concorso in un’altra inchiesta sulla gara per la Beic, la Biblioteca europea di informazione e cultura che sorgerà sempre a Milano

  11. luglio 16, 2025 alle 2:39 PM

    A.N.S.A., 16 luglio 2025

    Inchiesta urbanistica a Milano, chiesto l’arresto dell’assessore Tancredi e dell’imprenditore Catella. Perquisizioni in Comune.

    Per entrambi chiesti i domiciliari. Indagato anche Stefano Boeri.

    La Procura di Milano ha chiesto 6 arresti, tra cui quello di Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione urbana del Comune, in uno dei filoni dell’inchiesta sulla gestione dell’urbanistica. I pm hanno proposto per Tancredi e un imprenditore i domiciliari, mentre per un ex presidente e un membro della commissione paesaggio e altri 2 costruttori, il carcere.

    Le accuse a vario titolo sono corruzione e falso. Oggi, oltre a perquisizioni e acquisizioni, il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf sta notificando agli indagati, tra cui l’imprenditore Manfredi Catella, la convocazione per gli interrogatori preventivi dal gip. 

    Nel nuovo filone dell’inchiesta della Gdf sulla gestione urbanistica la Procura di Milano ha chiesto anche la custodia cautelare ai domiciliari per Manfredi Catella, fondatore e ceo del gruppo Coima, in campo in progetti immobiliari importanti che stanno cambiando negli ultimi anni lo skyline della città, come Milano Porta Nuova, il Pirellino, lo Scalo di Porta Romana per le palazzine del Villaggio Olimpico e la Biblioteca degli Alberi, in zona Porta Garibaldi-piazza Gae Aulenti. A Catella gli investigatori hanno notificato l’atto mentre stava per partire in aereo per un viaggio programmato. A suo carico sono state svolte perquisizioni.

    Risulta indagato anche Stefano Boeri, l’archistar noto in tutto il mondo per il Bosco Verticale, nella nuova tranche dell’inchiesta del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf sulla gestione urbanistica di Milano. E’ indagato senza richiesta di custodia cautelare e a suo carico sono state eseguite perquisizioni. Tra i progetti al centro del nuovo filone di indagini ci sarebbe anche la riqualificazione del Pirellino. Boeri è imputato in altri due procedimenti a Milano: per turbativa d’asta e false dichiarazioni per il caso della Biblioteca europea di informazione e cultura e per abuso edilizio sul progetto Bosconavigli.

    Nella nuova indagine della Procura di Milano sulla gestione urbanistica della città, il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf sta effettuando anche acquisizioni di documenti, con un ordine di esibizione, negli uffici del Comune, oltre ad una serie di perquisizioni anche a carico di alcuni funzionari. Le perquisizioni, da quanto si è saputo, hanno riguardato anche l’abitazione e l’ufficio dell’assessore Giancarlo Tancredi, per il quale i pm chiedono gli arresti domiciliari anche per l’ipotesi di corruzione.

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