Servitù energetica.
anche su Il Manifesto Sardo, (“Servitù energetica”), n. 344, 16 febbraio 2022
L’abbiamo già detto e denunciato pubblicamente, ma lo facciamo di nuovo, visto il silenzio dei cosiddetti rappresentanti del popolo, a parte qualche rara eccezione virtuosa.
Questa la “fotografia” del sistema di produzione energetica sardo (energia richiesta in Sardegna: GWh 9.171,5 energia prodotta in più rispetto alla richiesta: GWh +3.491,5, dati TERNA 2019) è che oltre il 38% dell’energia oggi prodotta “non serve” all’Isola e viene esportato verso la Penisola grazie alle connessioni oggi esistenti ovvero viene disperso in quanto non utilizzato (i sistemi di accumulo e conservazione sono ancora in fase di studio o sperimentale).
In Sardegna, al 20 maggio 2021, risultavano presentate ben 21 istanze di pronuncia di compatibilità ambientale di competenza nazionale o regionale per altrettante centrali eoliche, per una potenza complessiva superiore a 1.600 MW, corrispondente a un assurdo incremento del 150% del già ingente comparto eolico isolano.
Le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 agosto 2021 risultano complessivamente pari a 5.464 MW di energia eolica + altri 10.098 MW di energia solare fotovoltaica, cioè 15.561 MW di nuova potenza da fonte rinnovabile. Otto volte i 1.926 MW esistenti (1.054 MW di energia eolica + 872 di energia solare fotovoltaica, dati Terna, 2021).
Numerosi i progetti per centrali eoliche off shore.
A queste si somma un’ottantina di richieste di autorizzazioni per nuovi impianti fotovoltaici.
Complessivamente sarebbero interessati più di 10 mila ettari di boschi e terreni agricoli.

Ormai il quadro è chiaro, a mare e in terra la Sardegna sembra proprio destinata a diventare una piattaforma di produzione energetica, un’Isola destinata all’ennesima servitù, la servitù energetica.
L’ha affermato chiaramente – e ha annuito l’attuale Ministro della Transizione Ecologica Antonio Cingolani – l’amministratore delegato del Gruppo ENEL Francesco Starace, secondo cui lo “scenario ipotizza l’installazione, a Thyrrenian link in esercizio, di un gigawatt di batterie e circa 4/5 gigawatt di potenza di rinnovabili in più rispetto a quanto abbiamo adesso. Oltre agli ovvi benefici ambientali, come la scomparsa di fatto dell’anidride carbonica prodotta dalle fonti fossili, un piano del genere svilupperebbe investimenti sull’intera filiera da qui al 2030 di 15 miliardi di euro, un indotto più che doppio e una occupazione tra i 10 e i 15mila addetti qualificati e specializzati”.
Qualsiasi nuova produzione energetica non sostitutiva di fonte già esistente (p. es. termoelettrica) può esser solo destinata all’esportazione verso la Penisola e verso la Corsica.
Il motivo del potenziamento della rete elettrica di interconnessione, rientrante negli obiettivi comunitari, è esplicitato chiaramente: “in Sicilia, in Sardegna e soprattutto in Campania c’è una forte produzione da fonti rinnovabili non programmabili, solare ed eolico, in costante aumento. Il Tyrrhenian Link migliorerà la capacità di scambio elettrico e quindi si potranno utilizzare al meglio i flussi di energia da fonti rinnovabili favorendone lo sviluppo”.
Con la realizzazione del Thyrrenian Link, il nuovo doppio cavo sottomarino di Terna s.p.a. con portata 1000 MW, 950 chilometri di lunghezza complessiva, da Torre Tuscia Magazzeno (Battipaglia – Eboli) a Termini Imerese, alla costa meridionale sarda.
Dovrebbe esser pronto nel 2027-2028, insieme al SA.CO.I. 3, l’ammodernamento e potenziamento del collegamento fra Sardegna, Corsica e Penisola con portata 400 MW, che rientra fra i progetti d’interesse europeo.
Al termine dei lavori, considerando l’altro collegamento già esistente, il SA.PE.I. con portata 1000 MW, la Sardegna avrà collegamenti con una portata complessiva di 2.400 MW.
Non di più.
Visto che la realizzazione di impianti da fonte rinnovabile non comporta la sostituzione automatica degli impianti “tradizionali” (anzi), visto che attualmente non la si immagazzina, dell’energia prodotta in eccesso che ne facciamo?
E in questa situazione dovremmo dar centinaia di milioni di euro di soldi pubblici sotto forma di finanziamenti e incentivi per centrali elettriche off shore la cui energia eventualmente prodotta che fine dovrebbe fare?
Allo stato attuale, è pura speculazione per ottenere fondi, incentivi pubblici e certificati verdi o no?
A chi serve questo enorme quantitativo di energia che sarebbe prodotta, considerato che l’energia prodotta in Italia ogni anno è di gran lunga superiore alla domanda?[1]
Questi non sono aspetti che meritano il minimo approfondimento solo perché vanno contro la narrazione prescelta?
Con l’art. 31 del decreto-legge n. 77/2021, convertito nella legge n. 108/2021 il divieto di accumulo per l’energia prodotta anche da fonte rinnovabile è superato, quali sono allora i veri motivi della scarsa progettualità in materia?[2]
La delega contenuta nell’art. 5 della legge 22 aprile 2021, n. 53 (legge di delegazione europea) sull’attuazione della direttiva n. 2018/2001/UE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili prevede esplicitamente l’emanazione di una specifica “disciplina per l’individuazione delle superfici e delle aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili nel rispetto delle esigenze di tutela del patrimonio culturale e del paesaggio, delle aree agricole e forestali, della qualita’ dell’aria e dei corpi idrici, nonche’ delle specifiche competenze dei Ministeri per i beni e le attivita’ culturali e per il turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, privilegiando l’utilizzo di superfici di strutture edificate, quali capannoni industriali e parcheggi, e aree non utilizzabili per altri scopi”.
Disciplina a oggi non emanata, sebbene alcune disposizioni precedenti siano recenti, come il Piano energetico regionale della Sardegna 2015-2030 – Individuazione delle aree non idonee all’installazione di impianti energetici alimentati da fonti rinnovabili (deliberazione Giunta regionale n. 59/90 del 27 novembre 2020).
Soprattutto una cosetta sfugge.
Il 10 febbraio 2021 il Parlamento europeo ha adottato la risoluzione legislativa sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un dispositivo per la ripresa e la resilienza chiudendo definitivamente l’iter per la disciplina dei Pnrr (Piani nazionali di ripresa e resilienza) avviato dalla Commissione europea lo scorso 27 maggio 2020, mettendo a disposizione dei Paesi Ue 672,5 miliardi di euro per la ripresa e la resilienza, dunque la parte più sostanziosa dei 750 miliardi del pacchetto Next Generation Eu.
La risoluzione è stata assunta in coerenza con l’accordo storico raggiunto dal Consiglio europeo del 17-21 luglio 2020 che, approvando la proposta della Commissione, ha deciso di assumersi il carico di un debito comune tra stati Ue in risposta alla crisi pandemica.
Il concetto fondante è netto: per ogni euro di spesa dev’essere dimostrato che non nuoce all’ambiente, pena la perdita dei fondi comunitari.
Eppure piovono progetti di centrali eoliche e fotovoltaiche, a terra e a mare, senza alcuna logica se non quella del profitto privato.
Lasciamo allora che a decidere sul futuro del territorio siano di fatto le società energetiche?
Ma lo vogliamo dire – senza ipocrisie, greenwashing e fumo negli occhi – che la Sardegna (con la Sicilia) sarà il prossimo “hub energetico del Mediterraneo” con la conseguente servitù energetica?
Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico odv
[1] Gli ultimi dati disponibili (primo trimestre 2021, elaborazione QualEnergia su dati TERNA) vedono una domanda pari a 78 TWh, di cui 27,38 prodotti da fonti rinnovabili (il 34,8%). Gli ultimi dati annui disponibili (TERNA, 2019) affermano che “nel 2019 in Italia la domanda di energia elettrica ha raggiunto i 319.622 GWh, con una flessione dello 0,6% rispetto all’anno precedente”, mentre “la potenza efficiente lorda si è attestata a 119,3 GW (+1,0 % rispetto al 2018 essenzialmente imputabile alle rinnovabili). Il parco di generazione termoelettrico si è mantenuto sostanzialmente stabile, mentre il parco di generazione delle fonti rinnovabili continua la sua crescita con un incremento generale pari al +2,2% ed una potenza che rappresenta il 46,5% del totale installato in Italia (era 46% nel 2018)”.
La potenza efficiente lorda del “sistema energia” italiano è ampiamente sufficiente a sostenere la domanda, visto che “il valore della punta massima registrato nel 2019 è stato pari a 58,8 GW, e si è verificato il giorno 25 luglio alle 17. La punta 2019 è stata leggermente più alta (+1,8%) rispetto alla punta del 2018, determinando un trend di crescita che si protrae dal 2014. Si conferma la forte correlazione tra il carico e le temperature estive°.
[2] Il solo Gruppo ENEL, per esempio, progetta un impianto ad accumulo da 122 MW a Portovesme con il superamento dell’esistente centrale termoelettrica (vds. L’Unione Sarda, 21 ottobre 2021).

(foto da mailing list ambientaliste, S.D., archivio GrIG)
ecco.
A.N.S.A., 16 febbraio 2022
Pe, più rinnovabili offshore per rispettare obiettivi clima.
Eurocamera chiede a Stati procedure più brevi per i permessi: https://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/istituzioni/2022/02/16/pe-piu-rinnovabili-offshore-per-rispettare-obiettivi-clima_f3843d81-6918-4e16-862e-c52f085d7790.html
https://www.unionesarda.it/assalto-eolico-blitz-sul-golfo-degli-angeli-yiixlikh. e di questo cosa ne pensa? Pili ha scoperto un vero complotto o fa parte della stessa strategia che lei ha raccontato e bene o male avviene tutto alla luce del sole, tanto nessuno (rappresentanti del popolo e cittadini) dice e fa nulla?
..onestamente non vedo alcun “complotto”, è tutto piuttosto alla luce del sole. Basta non farsi abbindolare dalle “armi di distrazione di massa”.
Buona giornata.
Stefano Deliperi
Trovo scandaloso che i media nazionali evitino ogni confronto pubblico sull’argomento delle rinnovabili basate su eolico e fotovoltaico; assistiamo ad una informazione e comunicazione a senso unico che la dice lunga sulla autonomia degli organi di informazione e della nostra classe politica. Addirittura anche trasmissioni come REPORT si sono inginocchiate di fronte allo strapotere delle lobbies del settore. Vista l’autorevolezza di GRiG, mi chiedo se non possa intervenire in merito.
Sotto gli occhi di tutti dove vuole essere mandato il futuro della Sardegna, della Sicilia e quindi dell’Italia perchè sono le due maggiori Isole del Nostro Paese, anche se si vuole farlo dimenticare sotto la maledetta parola “green” che ” verde, cioè erba e foglie non è di certo: ringraziamo chi questi nostri “benedetti” occhi ce li fa aprire per vedere come stanno realmente le cose, grazie GrIG.
E’ uno scandalo! Una follia neocoloniale che Pili ed il GRIG gli unici che hanno avuto ed hanno il coraggio di denunciare. Il mare ma anche le terre alte della nostra Isola risorse strategiche di paesaggio e ambiente saranno spazzate via per sempre. Nessun’altra associazione ambientalista prende posizione perchè da sempre impegnate a stampellare grandi lobby economiche e affaristiche che in nome di una presunta produzione energetica verde con l’eolico ed il fotovoltaico stanno violentando la nostra terra nell’indifferenza più assoluta della politica ma soprattutto delle gente sarda che evidentemente dopo il furto di boschi, miniere e coste ora non ha più neppure uno scampolo di identità per riconoscersi abitante di una terra diversa da qualsiasi altra industrializzata del centro nord Europa.
Mentre se non si fanno le centrali eoliche il paesaggio e l’ambiente sardo non verranno spazzati dal riscaldamento globale?
leggi e cerca di capire che c’è scritto…..
ecco, chiaro no?
A.N.S.A., 18 febbraio 2022
Energia: cavo sottomarino e Gnl con le navi per la Sardegna.
Bozza decreto transizione e phase-out all’attenzione del Cdm. (https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2022/02/18/energia-cavo-sottomarino-e-gnl-con-le-navi-per-la-sardegna_97297507-fd63-4706-96c5-9eac3cbb20d4.html)
Si basa su due progetti principali il programma di transizione energetica per la Sardegna, come definito nella bozza di decreto sottoscritta dal ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, lo scorso 15 febbraio e ora all’attenzione del Cdm per il via libera definitivo.
Il provvedimento – che sta circolando nelle chat degli amministratori locali – individua le opere e le infrastrutture necessarie al phase-out dell’utilizzo del carbone in Sardegna e alla decarbonizzazione dei settori industriali dell’Isola, in coerenza con il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec) del 2019.
I progetti principali riguardano, secondo quanto si evince dalla bozza, la realizzazione del Cavo Hvdc Sardegna – Sicilia, parte del Tyrrhenian Link, da 500+500 MW per il collegamento tra le due isole maggiori.
Relativamente al phase-out si prevede un collegamento virtuale per l’apporto di Gnl, attraverso il trasporto di gas naturale via mare. Il terminale di rigassificazione di Panigaglia (in Liguria) e al largo della Toscana (Olt), consentiranno il caricamento del Gnl su bettoline, mentre le “navi spola” gasiere- con il sistema il sistema viene chiamato Floating Storage and Regasification Units (Fsru) – attraccheranno nel porto di Portovesme per il Sud dell’Isola e a servizio della città metropolitana di Cagliari” e a Porto Torres per il nord e l’area metropolitana di Sassari. In programma anche la realizzazione di un impianto di rigassificazione nell’area portuale di Oristano.
Da questi tre punti si dipaneranno le reti che serviranno tutta l’Isola.
Sarà poi l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del decreto, a definire il quadro regolatorio per consentire, per almeno cinque anni, le tariffe di distribuzione “in linea con quelle di ambiti tariffari con costi assimilabili”.
SINDACO PORTOSCUSO, DPCM ANACRONISTICO E DA MODIFICARE – “Si persegue con un disegno anacronistico di un dpcm Sardegna che obbliga ai sardi di diventare energeticamente dipendenti dalla Sicilia e Toscana. Un fatto grave che costerà ai sardi migliaia di posti di lavoro in conseguenza della chiusura delle centrali a carbone e attività connesse, in minima parte sostituite con il gas che notoriamente occupa percentualmente pochissime persone”. Lo dice all’ANSA il sindaco di Portoscuso, Giorgio Alimonda, nel cui territorio, secondo la bozza del Dpcm all’attenzione del Governo, sarà dislocata una delle due navi-spola gasiere che riforniranno la Sardegna di Gnl. “Tale transizione non è neanche ecologica per il fatto che le emissioni di CO2 saranno pressoché equivalenti alla situazione attuale, se si considerano anche i trasporti su strada che sicuramente saranno incrementati – attacca -. Per Portoscuso è una soluzione inaccettabile per gli ulteriori impatti ambientali negativi che si determinerebbero ma in particolare per la sicurezza e fruibilità del porto e dei cittadini residenti nell’attiguo centro abitato”. “Ancora una volta – osserva – Portoscuso dovrebbe essere sacrificata per tutelare gli interessi delle multinazionali che già in passato hanno devastato il nostro territorio, spesso violando le Leggi che dovrebbero tutelare tutti i cittadini italiani compresi i cittadini di Portoscuso. Ci si augura – conclude Alimonda – che il presidente Draghi modifichi questo dpcm che condanna i sardi a pagare molto salati i costi del gas e dell’energia elettrica, anziché cogliere l occasione per una reale transizione ecologica che pianifichi soluzioni strutturali sicure e affidabili piuttosto che soluzioni precarie, pericolose e dannose per l economia del nostro territorio”.
da L’Unione Sarda, 20 febbraio 2022
INCHIESTA. Eolico, la clausola “segreta” di J.P.Morgan.
L’invasione eolica del Golfo di Cagliari finisce in un’operazione finanziaria legata al decreto Draghi sulla Sardegna. (Mauro Pili): https://www.unionesarda.it/economia/eolico-la-clausola-segreta-di-jpmorgan-gc1g7d27
———————
22 febbraio 2022
INCHIESTA. Metanizzazione? No, carri bombolai e bettoline.
Unica certezza lo scippo del vento e del sole. Previsto un cavo elettrico sottomarino dalla Sardegna verso la Sicilia. (Mauro Pili): https://www.unionesarda.it/economia/metanizzazione-no-carri-bombolai-e-bettoline-ky12c07z
“è che oltre il 38% dell’energia oggi prodotta “non serve” all’Isola e viene esportato verso la Penisola grazie alle connessioni oggi esistenti ovvero viene disperso in quanto non utilizzato”.
Ma da che fonti ricavate che l’energia prodotta in piu’ viene “dispersa”?
Fonti prego, e affidabili (non giornalisti ma addetti al settore).
Riccardo, sarà la centesima volta che fai questa domanda e ti è giò stato risposto un’infinità di volte: se l’energia prodotta, per esempio, è 100, te ne serve 62, te ne avanza 38, ma ne puoi trasportare altrove solo 20 e non puoi conservarla in sistemi di accumulo, vuol dire che il restante 18 non si può utilizzare, si spreca, si disperde.
Buona serata.
Stefano Deliperi
Voglio vederlo scritto da un addetto al settore e non da te.
Quindi e’ una tua speculazione seppure non priva di logica oppure e’ anche confermata nero su bianco su un documento ufficiale della Terna o di una qualche altra agenzia che opera nel settore dell’energia?
A volte ragionamenti che paiono sensati sul piano logico possono invece risultare completamente sbagliati qualora si omettano dati empirici che invece si ingnoravano in prima analisi. Pensa solo alla teoria della gravita’ di Newton o alla teoria sulla diminuzione dei consumi dovuti all’aumento dell’efficienza poi clamorosamente smentita da Jevons.
Riccardo, ti è stato già risposto in tante, troppe, occasioni.
Ogni pazienza ha il suo limite.
Vai e cercati la risposta che ti aggrada dove ti pare.
Buona serata.
Stefano Deliperi