Forti criticità nel Piano Nazionale di Resilienza e Rilancio del governo Draghi. Bio-metano e dintorni.
Sono passati diversi mesi dalla presentazione della seconda bozza del PNRR da parte del governo Conte al parlamento in data 15 gennaio, un documento che era già connotato da un grave squilibrio nella ripartizione interna tra i quattro capitoli della Missione “Rivoluzione verde e transizione ecologica”.
Il primo M2C1 era finanziato con 69,8 Miliardi sul totale di 196, ma di cui solo il 10% pari a 7 Miliardi erano destinati alla “sostenibilità ambientale” in agricoltura ed alla attuazione di politiche di “economia circolare”.
Dei 7 Miliardi veniva destinata all’“Economia circolare” una quota di appena 4,5 Miliardi – pari al 6,44% del budget – di fatto finanziando soltanto il “recupero di energia”, fase che non fa più parte dell’economia circolare che prevede le sole fasi di prevenzione-riutilizzo-riciclaggio.
In particolare si prevedeva di utilizzare per il progetto impropriamente titolato “economia circolare” la quasi totalità dei fondi (3,7 dei 4,5 Miliardi) destinati a sostenere esclusivamente la produzione di combustibili come il “BIO-METANO”, derivato dalla depurazione del BIOGAS prodotto a sua volta da scarti agricoli e dalla frazione organica dei rifiuti urbani, senza considerare che l’articolo 3 punto 15 bis, l’articolo 11 comma 2 e l’articolo 11 bis comma 5 della direttiva 851/2018/CE, della direttiva 851/2018/CE, recepita dal parlamento con il D. Lgs. 116/2020, hanno introdotto il “recupero di materia” ed escluso del tutto dagli obiettivi di riciclaggio dell’economia circolare questo tipo di recupero di energia.
Con l’insediamento del governo Draghi pensavamo che tali evidenti squilibri fossero superati e che nel comparto “Rivoluzione verde e transizione ecologica” venisse supportata la vera “economia circolare” basata sul “recupero di materia” attraverso il riutilizzo di beni, il compostaggio aerobico dell’organico ed il riciclaggio delle frazioni inorganiche per quanto riguarda la valorizzazione dei rifiuti differenziati.
Per quanto riguarda il comparto energia ci saremmo aspettati una visione di medio – lungo termine con un chiaro rifiuto del ricorso all’idrogeno “grigio” o “blu”, quindi da metano o bio-metano, che non sono a emissioni zero.
Dobbiamo constatare invece che anche nella bozza del PNRR del governo Draghi le scelte principali vengono confermate attribuendo alla “Rivoluzione verde e transizione ecologica” la cifra ancora troppo bassa di 4,5 Miliardi, attribuendola quasi interamente alla produzione di bio-metano (con 1,5 Miliardi per la riconversione a “bio-metano” del 70% degli ottocento vecchi impianti di biogas e 2,2 Miliardi per la costruzione di nuovi impianti per la produzione di “bio-metano”).

In pratica la scelta strategica del governo Draghi si basa sull’assunto che l’economia circolare è rappresentata dal passaggio dai combustibili fossili al biometano derivato dal biogas ed a questo passaggio assegna ingenti risorse, affermando che “Il bio-metano è strategico per la decarbonizzazione e l’economia circolare, massimizzando l’energia di recupero da scarti biologici agricoli e agroindustriali” per “sostituire i combustibili fossili con il biogas”!
A proposito di “bio”-metano, ricordiamo anche che esso risulta indistinguibile nella sua struttura chimica da quello di origine fossile, e che questo gas deve essere combusto per essere utilizzato. Diversi recenti studi mostrano altresì come i mezzi pesanti alimentati a metano emettano più CO2 e particolato di quelli alimentati a diesel o a benzina.
E’ noto che le combustioni in generale non possono rappresentare un’alternativa alla decarbonizzazione ad “emissioni zero” né tantomeno uno strumento di contrasto ai cambiamenti climatici.
Occorre considerare altresì che un impianto di biogas da 1 Megawatt necessita di circa 400 ettari di terreno per coltivare mais e sorgo come “materia prima”, per cui OGGI i 1.600 impianti attuali in gran parte nel Nord Italia “occupano” oltre 640.000 ettari sottratti alle coltivazioni per l’alimentazione umana e zootecnica, sebbene il PNRR del governo Draghi ne citi “soltanto” 560 da riconvertire.
Tra le note criticità dovute alla gestione di impianti che producono biogas, specialmente nel Nord Italia, vi è un severo danno ambientale dovuto alla pessima qualità del “digestato” prodotto, contenente composti azotati e metalli pesanti che vengono quindi sparsi sui campi contaminando coltivazioni, terreni e corsi d’acqua. Tutto ciò è accompagnato dalla falsa narrazione secondo cui il Bio-metano potrebbe addirittura “sostituire i combustibili fossili”, nell’utilizzo per autotrazione. Diversi recenti studi mostrano come i mezzi pesanti alimentati a metano emettano più CO2 e altro particolato tossico rispetto a diesel e benzina.
Nel paper redatto a settembre 2019 dalla “European Federation for Transport and Environment AISBL” viene riportato che il GNL (Gas naturale liquefatto / metano al 99%) e lo stesso Bio-metano utilizzato per autotrazione non sarebbero affatto sostenibili, anzi produrrebbero un inquinamento atmosferico da NOx e da particolato PM2,5 e PM10 5 volte superiore ai motori Diesel modello 2013. (vds. https://www.transportenvironment.org/sites/te/files/publications/2019_09_do_gas_trucks_reduc e_emissions_paper_IT.pdf ).
Dai dati ufficiali del GSE – il Gestore Servizi Energetici, si apprende inoltre che il finanziamento annuo a fondo perduto per la quota di elettricità prodotta da “Fonti Energetiche Sostenibili” e da fonti “assimilate” (come inceneritori – centrali a biomasse – impianti a biogas/biometano) è pari a circa 12 miliardi di euro, di cui per il solo biogas circa 1,5 miliardi di euro, a fronte di una produzione di energia da biogas nel periodo 2015-2020 pari solo allo 0.04% del totale. (vds. https://www.gse.it/documenti_site/Documenti%20GSE/Studi%20e%20scenari/Energie%20rinnovabili_scenari%20al%202020.pdf).

L’interpretazione dell’“Economia circolare” che emerge dalla bozza di PNRR del governo Draghi rischia dunque di ritardare la transizione ecologica e di mettere seriamente a rischio la possibilità per l’Italia di accedere ai fondi del NextGenerationUE, la cui erogazione dovrà rimanere coerente ai principi stabiliti e a quanto previsto nelle direttive europee sull’economia circolare.
Citiamo pertanto la comunicazione del 12 febbraio 2021 della Commissione Europea secondo cui “il regolamento che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF, Recovery and Resilience Facility) stabilisce che nessuna misura inserita in un piano per la ripresa e la resilienza (RRP, Recovery and Resilience Plan) debba arrecare danno agli obiettivi ambientali ai sensi dell’articolo 17 del regolamento Tassonomia. Ai sensi del regolamento RRF, la valutazione degli RRP deve garantire che ogni singola misura (ossia ciascuna riforma e ciascun investimento) inclusa nel piano sia conforme al principio’”non arrecare un danno significativo’ (DNSH, ‘do no significant harm’)”.
Invitiamo quindi tutte le forze politiche della maggioranza e dell’opposizione parlamentare a riflettere attentamente sulla gravità di queste previsioni illegittime, anche se ancora in fase di definizione, ed invitiamo tutte le associazioni “ambientaliste”, i comitati, i medici, i giovani e tutti i cittadini a cui preme la tutela della salute pubblica e dell’ambiente a sottoscrivere il presente comunicato per avviare un dibattito pubblico sulle azioni che condizioneranno il futuro di tutti, per contrastare scelte che non sono sostenute da prove scientifiche né per quanto attiene ai benefici ambientali né tantomeno per la salute.
L’attuale situazione richiede il massimo rigore e la massima adesione alle evidenze per scongiurare non solo una sostanziale inefficacia delle misure adottate, ma, cosa davvero grave, un ulteriore peggioramento delle condizioni ambientali, climatiche e di salute.

Per info e adesioni : leggerifiutizero@gmail.com oppure postmaster@pec.leggerifiutizero.org
I co-promotori del presente comunicato si impegnano a coordinare ed a darne ampia diffusione:
1. Massimo Piras per il Movimento Legge Rifiuti Zero per l’economia circolare,
2. Roberto Romizi per ISDE Italia medici per l’ambiente,
3. Angelo Consoli per il Centro Europeo Terza Rivoluzione Industriale – CETRI-TIRES,
4. Giovanni Damiani per il Gruppo Unitario per le Foreste Italiane – G.U.F.I.
5. Stefano Deliperi per il Gruppo di Intervento Giuridico – GrIG
6. Gianni Cavinato per l’ Associazione Consumatori Utenti – ACU
7. Maurizio Pallante per il movimento Sostenibilità Equità Solidarietà – SEquS
Aderiscono al presente appello le prime associazioni, comitati territoriali e singoli attivisti:
• Associazione ambientalista VAS Onlus • Associazione Rifiuti Zero Piemonte
• Associazione Zero Waste Sardegna
• Associazione Impatto Ecosostenibile Zero Waste Campania
• Associazione Zero Waste Lazio
• Associazione Osservatorio Molisano Legalità
• Dott. Massimo Blonda – biologo ricercatore IRSA-CNR Bari
• Associazione Aria pulita Spilimbergo (PN) – Friuli-Venezia Giulia
• Associazione Ambiente Futuro Lombardia • Friday For Future – gruppo di Roma • Arch. Paolo Gelsomini – attivista comitato DeLiberiamo Roma
• Coordinamento Provinciale Comitati Ambiente e Salute – Reggio Emilia
• Carlo Lugli – D.E.S. Modena (Distretto di Economia Solidale delle Provincia di Modena)
• Vanda Morbilli – attivista comitato DeLiberiamo Roma
• Paolo Venezia – attivista Roma
• Associazione Mamme Salute Ambiente ODV – Venafro ISERNIA
• Marco Conte – portavoce comitato DeLiberiamo Roma
• Associazione DiversaMente di Vallefoglia PU – Marche
• Marcello Paolozza – attivista comitato DeLiberiamo Roma
• Movimento Azione Civile – Molise
• Prof.ssa Daniela Poli – Dipartimento di Architettura Università degli studi di Firenze
• Studio legale Saltalamacchia – Napoli
• Comitato No Biodigestore Saliceti – La Spezia
• Forum provinciale per i Beni Comuni Pesaro-Urbino
• Forum Rifiuti Zero Veneto • Centro per le Comunità solari – Bologna
• Rete Emergenza Climatica e Ambientale – EmiliaRomagna • Friday For Future – Ferrara • WWF – Rimini
• Associazione La Lupus in Fabula – Pesaro Urbino
• Associazione Viviamo Vitinia Onlus – Roma
• Comitato Stanga – Padova
• Associazione Arianova – Pederobba Treviso
• Dott.ssa Vitalia Murgia – Università di Pavia
• Associazione Ambiente Basso Molise – Guglionesi CB
• Cooperativa mutuo soccorso Generazioni Future – Roma
• Associazione cittadina “Solidarietà e Partecipazione” – Castrovillari – CS
• Associazione Ambientalista “il riccio” – Castrovillari CS • Società Italiana Protezione Beni Culturali – sezione Molise
• Comitato No Megadiscarica Villacidro – Medio Campidano VS
• Assemblea permanente Villacidro – Medio Campidano VS
• Italia Nostra Sardegna • Unione Sindacale di Base – USB Sardegna
• Comitato Vogliamo Pane non Oil – Bologna
(foto da mailing list ambientalista, S.D., archivio GrIG)
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- Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.)
- Testo unico dell'edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.)
- direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora
- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
- V.I.A. e V.A.S. di competenza regionale (Sardegna)
- normativa nazionale sulla caccia (legge n. 157/1992 e s.m.i.)
- normativa regionale sulla caccia (l.r. Sardegna n. 29/1998 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sulle aree protette (legge n. 394/1991 e s.m.i.)
- legge quadro regionale sulle aree protette (l.r. Sardegna n. 31/1989)
- normativa sul diritto all'informazione ambientale (decreto legislativo n. 195/2005)
- normativa nazionale sull'elettrosmog (legge n. 36/2001 e s.m.i.)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico ad alta frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico a media-bassa frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- normativa nazionale sugli usi civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i.)
- regolamento attuativo in materia di usi civici (regio decreto n. 332/1928 e s.m.i.)
- normativa regionale sugli usi civici (l.r. Sardegna n. 12/1994 e s.m.i.)
- normativa sul vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sul randagismo (legge n. 281/1991 e s.m.i.)
- normativa regionale su animali e anagrafe canina (l.r. Sardegna n. 21/1994)
- normativa sul "ritorno" al nucleare (legge n. 99/2009)
- Convenzione europea sul paesaggio (20 ottobre 2000)
- Comuni abilitati alle funzioni amministrative in materia di paesaggio (Sardegna)
- direttiva n. 2014/52/UE sulla V.I.A. (codificazione e testo coordinato)
- legge sul procedimento amministrativo (legge n. 241/1990 e s.m.i.)
- indirizzi applicativi in materia di V.I.A. per i progetti di centrali eoliche
- Testo unico sull'urbanistica (Sardegna)
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E il piano di transizione energetica? Assalto all’ambiente compreso? Cosa ci aspetta?
Eehh, c’è da fare di meglio
Ho aderito e diffuso , grazie
Nessuna economia puo’ definirsi veramente circolare se basata soltante sul recupero di materia, senza considerare l’energia necessaria per i vari processi ai quali tale materia debba venir sottoposta per far si che divenga utile ai fabbisogni umani.