Il Poetto di Cagliari, ripascimento inutile e dannoso.
Ma sì, facciamoci del male e andiamo a vedere la spiaggia del Poetto dalla Sella del Diavolo.
A Cagliari puoi far così una splendida passeggiata fra natura e cultura, ma puoi anche vedere come sia stato inutile e dannoso l’intervento di ripascimento della spiaggia compiuto una quindicina di anni fa dalla Provincia di Cagliari.
Il mare s’è ripreso il sabbione grigio buttato sulla spiaggia emersa e l’ha riportato verso la spiaggia sommersa, quella sott’acqua, per riequilibrare i milioni di metri cubi asportati fino agli anni ’70 del secolo scorso per alimentare l’industria edilizia nell’area vasta cagliaritana.
Un danno ambientale ed erariale, sanzionato dalla Corte dei conti, ma ben poco rispetto a quanto arrecato a tantissimi cagliaritani che hanno la spiaggia dei centomila nell’anima.
Oggi, con buon senso, i lavori del lungomare condotti dal Comune di Cagliari han determinato la realizzazione del primo cordone dunare, già previsto ma non attuato con il precedente progetto. Un primo passo positivo per la spiaggia, insieme allo spostamento dei baretti. Finalmente.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
da L’Unione Sarda, 20 gennaio 2016
Il Poetto senza sabbia. È ancora erosione 13 anni dopo il ripascimento. (Andrea Piras)
E la sabbia va. Vola via, ancora una volta, in barba al ripascimento, al grande pasticcio del 2002. Metri di spiaggia – la speranza di quegli anni – sono stati ingoiati di nuovo dall’acqua. Basta una foto, al di là delle opinioni, per dimostrare la beffa. Si vede bene dall’alto, dalla vetta della Sella del Diavolo. E l’occhio non mente, lo sguardo non bluffa. Come l’obiettivo impietoso di una macchina fotografica.
GLI STABILIMENTI. Rotonda del D’Aquila. Terrazza del Lido. Sono di nuovo palafitte. Come prima del ripascimento, quando ancora ci si illudeva che il grande progetto della Provincia potesse veramente restituire al Golfo degli Angeli il suo arenile. Un tassello di storia geologica che aveva creato il miracolo a due passi dalla città su cui ancora una volta l’uomo metteva le mani per correggere le sue stesse follie, le tonnellate e tonnellate di rena subacquea aspirata dai fondali per costruire parte di Cagliari, parte di Quartu, parte dell’Eur.
LE VERITÀ. Per onor di verità, nessuno, tanto meno gli studiosi che quel “piano di rinascita” avevano scritto e decantato, si sognarono di dire che la spiaggia sarebbe tornata com’era prima. Sarebbe comunque nata qualcosa di simile. Intanto il nero. La sabbia scura pescata maldestramente in fondo al mare dalla draga Antigoon e distribuita su quel che restava di un Poetto malandato, sarebbe presto diventata chiara. Un processo di sbiancamento naturale – così raccontarono – dove il sole avrebbe giocato un ruolo determinante. Macché, nulla di tutto questo avvenne. Il candore dei granelli restò (resta) memoria cagliaritana. Così come la granulometria: ben altra cosa rispetto ai microscopici granelli di un tempo.
I SUPERESPERTI. Lo giurarono, gli esperti, che le dune sarebbero tornate bianche. Difendendo, ad oltranza, il loro operato. Ma non venne in loro soccorso la realtà. Ben prima della Procura della Repubblica.
Dalla Sella del Diavolo lo sguardo si perde nel paradiso. Il nuovo Poetto disegnato dalla Giunta Zedda sembra una rivincita contro la storia recente.
GLI AMBIENTALISTI. Stefano Deliperi, ecologista e guerriero implacabile in difesa dell’ambiente, vorrebbe pronunciarla quella frase: noi l’avevamo detto . La tiene per sé. «Il livello di erosione raggiunto oggi è in effetti cominciato negli anni scorsi. Direi subito dopo la fine dei lavori. Non poteva che accadere questo vista l’immensa trincea che c’è in mezzo al Golfo scavata negli anni Settanta dalle draghe per il recupero delle sabbie. Quel solco ha avuto inevitabili riflessi sulla spiaggia emersa che ha continuità diretta con quella sommersa. Per questo il Poetto continuerà forse ad erodersi e oggi si può solo salvare il salvabile». In attesa del riconquistato equilibrio.
GLI ACCORGIMENTI. E proprio per salvare il salvabile, nell’ambito del piano di riqualificazione del litorale, sono stati messi in atto una serie di accorgimenti che saranno, tra l’altro, fatti propri anche dall’amministrazione quartese per dare continuità all’intero arenile da Marina Piccola a Margine Rosso.
Intanto in diversi punti, nelle cosiddette retrodune che separano la spiaggia dalla strada, è stata stesa una speciale rete di juta capace di bloccare la sabbia ma anche ospitare la vegetazione. Un vero e proprio ecofiltro che, come accaduto a Villasimius e Chia, sembra essere la soluzione migliore per fermare la dispersione. In ultima analisi l’erosione causata in questo caso dal vento. Non solo: nel progetto salvaspiaggia, anche i nuovi chioschi sono stati spostati verso l’interno.
(foto S.D., archivio GrIG)
Giusto per rammentarci che le spiagge sono spiagge e basta. Così come qualsiasi altra entità o ambiente naturale sono quello che sono, e basta.
E invece ci si ostina a fare delle spiagge aree attrezzate come se fossero palestre, ristoranti, discoteche, musei, spa, rampe di lancio, porti, supermercati, boutique di cianfrusaglie, cinema all’aperto, ippodromi, portacenere e discariche … qualsiasi cosa che spiaggia non è.
Perché senza tutto questo troiaio la spiaggia, il bosco, la campagna, ci paiono inospitali, residui di mentalità retrograda dove “…minchia, non c’è nemmeno un baretto per farsi una birretta!”.
È intanto tra un bagno di mezzanotte, il cinema sotto le stelle e lo spago aglio e olio, consumiamo la spiaggia sotto i nostri piedi che la calpestano a milioni estate e inverno, dando l’occasione ai approfittatori di turno di occuparla sine die e trasformarla per rispondere meglio al guadagno di pochi.
E i ripascimenti, come le barriere frangiflutti che disegnano troppi litorali del Mediterraneo rispondono esattamente a questa logica di sfruttamento, parente stretta di una mentalità gretta e cacciarona.
Sabbia marina per l’edilizia ???
sì, per decine d’anni.
Cagliari è stata ricostruita con la sabbia del Poetto.
Temo che non passeranno troppi lustri per vedere la rottura del cordone dunale (oramai atrofizzato e compromesso dalla mano dell’uomo) e l’ingresso del mare negli stagni.
Il previsto innalzamento del livello medio dei mari non farà altro che accelerare questo processo.
E hai voglia di stendere stuoie di juta.
Concordo pienamente, e tutto questo grazie agli amministratori locali che eleggiamo , ma che fanno spesso l’interesse di pochi e non di tutti, e a cui non ci si ribella per convenienza, visto che si elegge qualcuno sempre per avere un tornaconto.
da L’Unione Sarda, 25 gennaio 2015
«Aggredire l’erosione». (Andrea Piras): http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=49215
da CagliariPad, 27 aprile 2016
Poetto, lotta all’erosione: tornano le dune.
Poetto, proseguono gli interventi per recuperare la sabbia. Nell’immagine (dalla pagina facebook del sindaco Massimo Zedda) le strutture in canne che stiamo posizionando per favorire la formazione delle dune e per proteggere la spiaggia dall’erosione: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=28466
da L’Unione Sarda, 17 febbraio 2017
Poetto, è ricomparsa la sabbia bianca: le dune alla Quarta e Quinta fermata. (Marcello Cocco): http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2017/02/16/le_mareggiate_restituiscono_la_sabbia_bianca_in_alcuni_tratti_del-68-570606.html