Perché ancora “questa” produzione di alluminio inquinante e costosa?


Portoscuso, zona industriale di Portovesme, striscione operai Allumina

Portoscuso, zona industriale di Portovesme, striscione operai Allumina

anche su Il Manifesto Sardo (“Perché ancora questa produzione di alluminio inquinante e costosa?“), n. 207, 16 gennaio 2016

 

Il 30 dicembre 2015 si è conclusa la conferenza di servizi presso la Regione autonoma della Sardegna nell’ambito del procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) relativo al “Progetto di ammodernamento della raffineria di produzione di allumina ubicata nel Comune di Portoscuso, ZI Portovesme (CI)” da parte della Eurallumina s.p.a.    

In buona sostanza, si è trattato dello snodo fondamentale per far ripartire la produzione di alluminio primario e del connesso ciclo dell’alluminio nel polo industriale di Portovesme, a Portoscuso, nella zona della crisi economica e sociale del basso Sulcis.

Così ne parla la Regione nel proprio sito web istituzionale, in perfetto politichese:

Eurallumina, conclusa la conferenza di servizi con soddisfazione delle parti.

Ampia soddisfazione è stata espressa dalle parti per l’impegno profuso dagli uffici regionali e in particolare per il rispetto dei tempi procedurali. Vista la complessità del progetto presentato è stata fatta richiesta all’azienda di integrare la documentazione.

Cagliari, 31 dicembre 2015 – Nel Palazzo della Regione di viale Trento è terminata, ieri sera, la Conferenza di Servizio per il procedimento di valutazione ambientale necessario per gli interventi di ripresa produttiva dello stabilimento di Eurallumina. 

Ampia soddisfazione è stata espressa dalle parti per l’impegno profuso dagli uffici regionali e in particolare per il rispetto dei tempi procedurali. Vista la complessità del progetto presentato è stata fatta richiesta all’azienda di integrare la documentazione”.

Portovesme, bacino "fanghi rossi" bauxite (foto Raniero Massoli Novelli, 1980)

Portovesme, bacino “fanghi rossi” bauxite (foto Raniero Massoli Novelli, 1980)

Centinaia, migliaia di lavoratori del polo dell’alluminio e dell’indotto, i sindacati hanno salutato l’evento con grande soddisfazione, dopo mesi di manifestazioni e di proteste.

I polmoni degli abitanti di Portoscuso e dei centri vicini, compresi quelli dei lavoratori e dei loro figli, sono invece molto meno contenti.

Significa che potrebbe crescere il già pesante livello di inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo. Basti pensare a 1,5 milioni di tonnellate annue di “fanghi rossi” (lo scarto della lavorazione della bauxite).

Insomma, con la nuova centrale ripartirebbe l’Eurallumina, ripartirebbe di seguito l’Alcoa e centinaia di operai riprenderebbero il lavoro. Sempre che la magistratura provveda al completo dissequestro del bacino “fanghi rossi” e la proprietaria United Company Rusal Limited decida di affrontare i necessari investimenti.  Però, ambiente e salute ne risentirebbero, in qualche forma (agevolazioni fiscali, sostegni diretti, ecc.) per l’ennesima volta l’industria molto probabilmente sarebbe sostenuta da ingenti fondi pubblici.     E non poco.

Il tutto fino alla prossima “crisi”.

Infatti, l’intero territorio comunale di Portoscuso rientra nel sito di interesse nazionale (S.I.N.) per le bonifiche ambientali del Sulcis-Iglesiente-Guspinese (D.M. n. 468/2001).       I siti di interesse nazionale, o S.I.N., come noto, rappresentano delle aree contaminate molto estese classificate fra le più pericolose dallo Stato.   Necessitano di interventi di bonifica ambientale del suolo, del sottosuolo e/o delle acque superficiali e sotterranee per evitate danni ambientali e sanitari.   I S.I.N. sono stati definiti dal decreto legislativo n. 22/1997 e s.m.i. (decreto Ronchi) e nel D.M. Ambiente n. 471/1999, poi ripresi dal decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i. (Codice dell’ambiente), il quale ne stabilisce l’individuazione “in relazione alle caratteristiche del sito, alla quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell’impatto sull’ambiente circostante in termini sanitari e ecologici nonché di pregiudizio per i beni culturali e ambientali”. Caratteristica fondamentale relativa alle aree ricadenti nei S.I.N. è la necessità che i carichi inquinanti diminuiscano anziché aumentare.

Portoscuso, zona industriale di Portovesme, impianti Alcoa

Portoscuso, zona industriale di Portovesme, impianti Alcoa

Fin d’ora, la situazione ambientale/sanitaria dei residenti di Portoscuso, in particolare della fascia infantile, è già al limite del collasso.

Nel gennaio 2012 (nota stampa ASL n. 7 del 23 gennaio 2012) così avvertiva un comunicato stampa dell’A.S.L. n. 7 di Carbonia, in seguito a comunicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero dell’ambiente: “…si ritiene necessario informare la popolazione di Portoscuso di fare in modo di differenziare la provenienza dei prodotti ortofrutticoli da consumare per la fascia di età dei bambini da 0 a 3 anni. Occorre perciò fare in modo che in questa fascia di età non siano consumati esclusivamente prodotti ortofrutticoli provenienti dai terreni ubicati nel Comune di Portoscuso. Già nel 2008 l’Università di Cagliari (Dipartimento Sanità pubblica, Medicina del lavoro) nel corso di una ricerca (Plinio Carta, Costantino Flore) affermò chiaramente la sussistenza di deficit cognitivi in un campione di bambini di Portoscuso, dovuto a valori di piombo nel sangue superiori a 10 milligrammi per decilitro (vds. “Environmental exposure to inorganic lead and neurobehavioural tests among adolescents living in the Sulcis-Iglesiente, Sardinia” in Giornale italiano di medicina del lavoro ed ergonomia, 15 aprile 2008, in http://www.biowebspin.com/pubadvanced/article/18409826/#sthash.kjkUGkfA.dpuf). La letteratura medica, infatti, indica un’associazione inversa statisticamente significativa tra concentrazione di piombo ematico e riduzione di quoziente intellettivo, corrispondente a 1.29 punti di QI totale per ogni aumento di 1 µg/dl di piomboemia (sulla tossicità del piombo vds. http://www.phyles.ge.cnr.it/htmlita/tossicitadelpiombo.html).

Il Rapporto S.E.N.T.I.E.R.I. – studio epidemiologico, Ministero della salute, S.I.N. Sulcis-Iglesiente-Guspinese (2012) ha evidenziato un pesantissimo rischio per la salute, fra cui un “rischio osservato di circa 500 volte l’atteso … per tumore della pleura fra i lavoratori del settore piombo-zinco (Enirisorse, ex Samin), un incremento di mortalità per tumore del pancreasfra i lavoratori del settore alluminio (Alcoa), mentre fra i “produttori di allumina dalla bauxite (Eurallumina) la mortalità per tumore del pancreas e per malattie dell’apparato urinario è risultata in eccesso”.

Portoscuso, zona industriale di Portovesme, centrale termoelettrica Enel

Portoscuso, zona industriale di Portovesme, centrale termoelettrica Enel

Ormai è la stessa catena alimentare a esser compromessa.

La Direzione generale dell’Azienda USL n. 7 di Carbonia aveva reso noto (nota prot. n. PG/201416911 dell’11 giugno 2014) che “gli esiti” dei monitoraggi condotti con la stretta collaborazione dell’I.S.P.R.A. e dell’Istituto Superiore di Sanità hanno portato alla “richiesta al Sindaco del Comune di Portoscuso di adozione di provvedimenti contingibili e urgenti che al momento consistono in:

* divieto di commercializzazione/conferimento del latte ovicaprino prodotto da sette allevamenti operanti sul territorio comunale con avvio a distruzione presso impianto autorizzato;

divieto di movimentazione in vita e di avvio a macellazione dei capi allevati presso le attività produttive del territorio, nelle more della effettuazione di verifiche  mirate sulla eventuale presenza di diossina nelle carni;

* permane il divieto di raccolta dei mitili e dei granchi nel bacino di Boi Cerbus;

*  permane divieto di commercializzazione e raccomandazione di limitazione del consumo di prodotti ortofrutticoli e vitivinicoli prodotti nel territorio”.

In poche parole, a Portoscuso non si può vendere il latte ovicaprino né fare allevamento ovicaprino, non si possono raccogliere mitili e crostacei, non si possono vendere frutta, verdura e vino, chi li consuma lo fa a rischio e pericolo.

Portoscuso, zona industriale di Portovesme, cartelli bonifica bacino "fanghi rossi"

Portoscuso, zona industriale di Portovesme, cartelli bonifica bacino “fanghi rossi”

Anche sotto il profilo energetico non emerge quella necessità di nuovi impianti produttivi, a fronte di un eccesso del 21,3% di energia prodotta in Sardegna rispetto al fabbisogno e già oggi esportata verso la Penisola e la Corsica (dati P.E.A.R.S., gennaio 2014), per giunta con impianti in progetto alimentati da combustibile fossile come il carbone, foriero di ulteriori emissioni di CO2 e di altri elementi non favorevoli al miglioramento qualitativo dell’aria e delle altre componenti ambientali, con indubbi riflessi sulla salute pubblica.

Quali alternative allora?

L’alluminio è materiale completamente riciclabile e riutilizzabile all’infinito per la produzione di oggetti anche sempre differenti.                       L’Italia (insieme alla Germania) è oggi il terzo Paese al mondo per la produzione di alluminio riciclato, dopo gli Stati Uniti e il Giappone.

Attualmente ben il 90% dell’alluminio utilizzato in Italia (il 50% nel resto dell’Europa occidentale) è alluminio riciclato e ha le stesse proprietà e qualità dell’alluminio originario: viene impiegato nell’industria automobilistica, nell’edilizia, nei casalinghi e per nuovi imballaggi.

Portoscuso, polo industriale di Portovesme

Portoscuso, polo industriale di Portovesme

La raccolta differenziata, il riciclo e recupero dell’alluminio apportano numerosi benefici alla Collettività in termini economici perché il riciclo dell’alluminio è un’attività particolarmente importante per l’economia del nostro Paese, storicamente carente di materie prime, in termini energetici, perchè permette di risparmiare il 95% dell’energia necessaria a produrlo dalla materia prima[1], nonchè sotto il profilo ambientale in quanto abbatte drasticamente le emissioni inquinanti e necessità di molte meno risorse naturali.

Nel 2014 in Italia sono state recuperate ben 47.100 tonnellate di alluminio, il 74,3% delle 63.400 tonnellate immesse nel mercato nello stesso anno: così sono state evitate emissioni inquinanti pari a 402 mila tonnellate di CO2 ed è stata risparmiata energia per oltre 173 mila tonnellate equivalenti petrolio (dati Consorzio Italiano Imballaggi Alluminio – CIAL, 2015).     Attualmente nel nostro Paese operano undici fonderie che trattano rottami di alluminio riciclato, con una capacità produttiva globale di circa 846 mila tonnellate di alluminio secondario (2014), un fatturato complessivo di oltre 1,57 miliardi di euro e circa 1.500 lavoratori occupati nel settore.

Per quale curioso motivo non si punta alla trasformazione del polo industriale dell’alluminio di Portovesme in polo produttivo dell’alluminio riciclato (raccolta, riciclo e riutilizzo, nuovi prodotti): i posti di lavoro sarebbero conservati, i costi di produzione diminuirebbero, l’ambiente e la salute di residenti e lavoratori finalmente ne avrebbero benefici, infine si smetterà di buttar via soldi pubblici per iniziative industriali fuori mercato da tempo.

La Regione e i sindacati non han nulla da dire in proposito?

Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

 

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[1] la produzione di un kg. di alluminio di riciclo ha un fabbisogno energetico (0,7 kwh) che equivale solo al 5% di quello di un kg. di metallo prodotto a partire dal minerale (14 kwh).

 

a Portoscuso si deve vivere così?!

a Portoscuso si deve vivere così?!

 

(foto Raniero Massoli Novelli, S.D., archivio GrIG)

  1. Terrae
    gennaio 16, 2016 alle 8:42 am

    È che senza prorogare problemi di cui referenziarsi soluzione, certa politica e certo sindacalismo non avrebbero ragion d’essere.

    C’è qualcuno che si candida ad ospitare una nuova discarica per i fanghi rossi?

  2. gennaio 16, 2016 alle 10:45 am

    non si riesce a proporre (o non si vuole proporre) lavori compatibili con la salute delle persone. Ecco perché continua la diatriba lavoro-ambiente.

    • Terrae
      gennaio 16, 2016 alle 6:02 PM

      Ma davvero si parla di lavoro?
      Ma stiamo attenti anche a CHI e PERCHÉ parla di ambiente, per promuovere istanze buttate lì col mero scopo di muovere soldi a beneficio dei soliti noti.

      Chi ricorda la “bonifica” fatta a ridosso di Paringianu a metà degli anni ’80?

      Dal punto di vista ambientale Non ha risolto nulla, anzi, se possibile ha aggravato la situazione, ma quell’enorme movimento di terre e rocce diciamo che … ha creato ricchezze e fortune insperate.

      Un classico esempio di scempio del territorio e consumo di risorse fatto in nome della difesa della salute pubblica.

      Forse è a questo tipo di ambientalismo che guardano coloro che vogliono rianimare il polo metallurgico sulcitano.

      Salute Ambiente e Lavoro subordinati a interessi particolari.

      • gennaio 17, 2016 alle 7:51 am

        A noi ecologisti ci accusano di voler mandare a casa gli operai, di essere contro il lavoro, contro l’industria sempre e in ogni caso (e io lo sono sempre e in ogni caso contro l’industria, perché so quello che ha provocato e che sta continuando a provocare ad Ottana, a due passi da dove abito io). GUAI A NOI se protestiamo contro l’Alcoa! Gli operai ci sbranano! Non dobbiamo fiatare! Dobbiamo essere per il lavoro, per i sardi!
        Io SONO per il loro lavoro, ma contro l’Alcoa e contro il petrolchimico. Sulla bonifica di Paringianu non ne so nulla quindi non posso dire nulla.
        L’unica soluzione è far votare un referendum cittadino per sapere se vogliono che l’Alcoa e l’industria, e quindi il lavoro, l’occupazione e i veleni, ripartano, oppure se vogliono iniziare a respirare aria sana ma morire di fame… Perché questa è la nostra maledizione, mandataci dall’alto.

  3. Fabrizio De Andrè
    gennaio 16, 2016 alle 11:38 am

    Mi chiedo perchè si parla solo di inquinamento a portoscuso,come se i paesi limitrofi fossero immuni al vergognoso assassinio di stato in atto.Carloforte dista solo 8 km dal Polo spargiveleni di portoscvesmespargiveleni le ricadute sono evidenti per l’alto tasso di mortalità per tumori,infarti e affezioni allevie respiratorie.I nostri pollitici hanno sempre omesso la verità e non so come u paise è sempre rimasto fuori dalla zona a rischio.Leggendo lo striscione dei lavoratori votodiscambio,mi chiedo se è giusto lasciare esposte delle accuse rivolte a chi si batte per la salute del territorio.La politica attinge a piene mani soldi e voti dal pozzo senza fondo Sulcis e a parte articoli sui quotidiani questi clan continuano a gestire il territorio,protetti dalla legge sempre più al servizio del potere. La prima pagina dell’Unione oggi è dedicata all’Igea(ma non dimentichiamoci alcova,carbosulcis,ila,eur allumina)con una lunga sfilza di nomi,sindacalisti compresi sempre più al servizio delle multinazionali.LA MANCANZA DI LAVORO UCCIDE LA DIGNITÀ….ma di quale dignità state parlando……Se aveste un pò di dignità non dovreste uscire per la vergogna.LAVORO DALLA BONIFICA DEL TERRITORIO

  4. Carlo Forte
    gennaio 16, 2016 alle 2:46 PM

    Ti chiedi anche il perché grig?Come farebbero le cosche a mantenere in piedi il sistema se non funzionassero le fabbriche di morte…..Andate a lavorare ,che non sapete neanche cosa vuol dire, mantenuti.

  5. Giorgio Zintu
    gennaio 16, 2016 alle 6:25 PM

    Sono d’accordo sulla conclusione perché quasi sicuramente l’impatto ambientale del riciclo è inferiore alla scellerata opzione effettuata dalla Regione Sardegna, da molti anni fedele subordinata a scelte fatte altrove. E qui non si parla più di miopia ma di cecità acclarata. Se poi una ASL e i sindaci si limitano a fare i notai di una situazione sanitaria senza precedenti per la sua gravità, significa semplicemente che una classe politica è connivente e/o irresponsabile. E niente potrà fermare lo spopolamento della Sardegna se perdureranno scelte fatte di carbone, scorie nucleari, servitù militari, raffinerie e altro che tutti sanno.
    In quanto all’affermazione “I polmoni degli abitanti di Portoscuso e dei centri vicini, compresi quelli dei lavoratori e dei loro figli, sono invece molto meno contenti” essa non sembra ancora sufficiente a destare da un lungo sopore una popolazione che pare priva di qualsiasi riferimento valoriale salvo il tirare a campare, giusto quanto serve per arrivare là dove la salute non serve più.

  6. Riccardo Pusceddu
    gennaio 18, 2016 alle 7:18 am

    ma perche’ invece che dare i soldi a vuoto per un settore pericoloso per la salute e l’ambiente, non li si da invece direttamente agli operai sotto forma di disoccupazione per un paio d’anni così da permettergli di sopravvivere e di trovare altro lavoro o di crearselo da se?

    • Giorgio Zintu
      gennaio 18, 2016 alle 12:33 PM

      La domanda dovrebbe essere posta agli amministratori regionali ma anche al sindacato che è parte del problema e della soluzione. Indubbiamente ci sono da fare progetti lungimiranti ma nei quali tutto deve essere operato in trasparenza, un’onestà assai rara in Sardegna come in Italia, salvo rare eccezioni. Si può ricorrere al worker’s buy-out o alla riconversione di parte dei lavoratori nella coltivazione di canapa sativa per impieghi industraili in siti inquinati. Si può fare tanto ma occorre che sindacato e forze politiche escano dal passato che li condanna alla servitù e guardino al futuro con visioni nuove e con un nuovo modello di partecipazione.

    • Terrae
      gennaio 19, 2016 alle 2:46 PM

      Panem et circenses … E rapporti clientelari.

      Non si andrebbe, comunque, da nessuna parte.

  7. G.G.
    gennaio 19, 2016 alle 11:14 am

    I soldi non sono dati a vuoto,i soldi se li pappano loro, **************,i loro parenti.Già sanno quello che fanno,non capisco come fanno ad essere sempre in circolazione,nonostante i soldi rubati.

  8. gennaio 19, 2016 alle 10:32 PM

    da Sardinia Post, 19 gennaio 2016
    Eurallumina, “Finora nessun nulla osta dall’assessorato all’Ambiente”. (Piero Loi): http://www.sardiniapost.it/cronaca/eurallumina-finora-nessun-nulla-osta-dallassessorato-allambiente/

  9. Carlo Forte
    gennaio 21, 2016 alle 11:02 am

    Non si possono neanche più chiamare delinquenti,il reato degli inquinatori è andato in prescrizione.Dopo aver scaricato veleni anche sotto il manto stradale degli ospedali sono stati assolti,questa è l’italiga lo stato assolve i suoi complici.Vaffaculo

  10. gennaio 21, 2016 alle 10:26 PM

    da Sardinia Post, 18 gennaio 2016
    Eurallumina, ambientalisti Grig: “La Regione faccia un passo”: http://www.sardiniapost.it/ambiente/eurallumina-ambientalisti-grig-la-regione-faccia-un-passo/

  11. Sulcitano
    gennaio 29, 2016 alle 1:51 PM

    Salve,
    non sarà sfuggita a voi del GrIG la perla di oggi a pagina 6 dell’Unione Sarda con intervista a Pigliaru e Piras (assessore industria):
    Alla domanda “E la nuova centrale a carbone di Portovesme?”
    La risposta illuminata di questi grandissimi amministratori:
    “Noi dobbiamo pur pagare qualcosa per lo sviluppo, ma tutto questo va nella direzione di una Sardegna più pulita, che rispetterà i limiti dell’Europa!”

    Dobbiamo PAGARE ancora? Per quale SVILUPPO? Quello delle industrie di Portovesme?
    E i problemi alla salute pubblica della comunità locale (inclusi i deficit cognitivi), fanno parte del PREZZO da pagare?
    E’ proprio vero che continuiamo a non imparare dagli orrori!
    GrIG siete l’unica speranza insieme alla Magistratura!

    • Terrae
      gennaio 29, 2016 alle 3:52 PM

      Politica di sussistenza.

      … O deficit cognitivi diffusi anche nel Transcixerri?

    • Giorgio Zintu
      gennaio 29, 2016 alle 7:19 PM

      Infatti le risposte alla Pigliaru sono lo specchio dell’Italia di oggi, del potere in mano a chi afferma che esiste il carbone “pulito” anche se ammazza, come ormai credo non ci siano dubbi tralasciando pure CO2 e altro, e sostiene una Sardegna più pulita. Davvero condraddizione in termini che dimostra l’assoluto servilismo della cosiddetta informazione, prona a tutti i poteri esclusi quelli della logica.

  12. Fabrizio De Andrè
    gennaio 30, 2016 alle 11:08 am

    Votate sta gente e poi vi lamentate del loro operato.Cosa vi aspettavate sostenibilità?Il prezzo lo paghiamo noi che ci spacchiamo la schiena per mantenere i batticasco e i loro mandanti.L’assistenzialismo ha generato una società di parassiti mantenuti vivi per il voto di scambio,solo così i signorotti della morte possono rimanere al potere.Tutto l’altro non esiste,gli unici lavoratori da appoggiare sono quelli dell’industria,cassintegrati a vita,con 2 o 3 lavori che sottraggono a chi paga le tasse per mantenerli.Siamo ostaggi del” immobilismo partitico che non vuole mollare l’osso perchè troppi cani se lo stanno rosicchiando.Il futuro è un altro ma chi comanda siete voi…….lo stato delle cose,e voi non cambierete mai perchè regnate sull’ignoranza

  13. marzo 17, 2016 alle 3:40 PM

    c’è da chiedersi se hanno un minimo di conoscenza del panorama internazionale della produzione dell’alluminio oppure se lo conoscono e non gliene frega nulla.

    A.N.S.A., 17 marzo 2016
    Cagliari, operai Eurallumina in presidio. Attacco a Regione e plauso a Consiglio su svincolo usi civici: http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2016/03/17/cagliari-operai-eurallumina-in-presidio_55c486f1-03c7-499b-bc61-59b33c8e0122.html

    _____________________________________________

    da L’Unione Sarda, 17 marzo 2016
    Cagliari: sit in silenzioso dei lavoratori dell’Eurallumina: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2016/03/17/cagliari_sit_in_silenzioso_dei_lavoratori_dell_eurallumina-68-479357.html

    __________________________

    da Sardinia Post, 17 marzo 2016
    Eurallumina: nuovo sit-in a Cagliari. Plauso su svincolo “usi civici”: http://www.sardiniapost.it/economia/eurallumina-nuovo-sit-in-a-cagliari-plauso-su-svincolo-usi-civici/

  14. marzo 23, 2016 alle 10:45 PM

    da Sardinia Post, 23 marzo 2016
    Eurallumina, al via il processo per disastro ambientale. (Piero Loi): http://www.sardiniapost.it/cronaca/eurallumina-al-via-processo-disastro-ambientale/

  15. aprile 14, 2016 alle 5:51 PM

    A.N.S.A., 14 aprile 2016
    Eurallumina: nuova protesta a Cagliari.
    Pressing su Regione per riapertura stabilimento Portovesme: http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2016/04/14/eurallumina-nuova-protesta-a-cagliari_f2046c23-da77-4576-88a2-b77a4e994d49.html

  16. Maggio 2, 2016 alle 2:44 PM

    A.N.S.A., 1 maggio 2016
    1 Maggio: operai Eurallumina a P.Chigi.
    Delegazione ottiene incontro dopo 48 ore presidio a Montecitorio: http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2016/05/01/1-maggio-operai-eurallumina-a-p.chigi_d0c0c2a5-426b-47d1-8321-118cd82ad105.html

  17. Maggio 3, 2016 alle 2:48 PM

    A.N.S.A., 3 maggio 2016
    Eurallumina: oggi lavoratori al Mise.
    Una cinquantina di operai a Cagliari davanti a palazzo Regione: http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2016/05/03/eurallumina-oggi-lavoratori-al-mise_c18b1167-0b09-4162-8aaf-4df1787401be.html

    __________________________________

    da L’Unione Sarda, 3 maggio 2016
    La protesta delle tute verdi: sit in degli operai Eurallumina in viale Trento: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2016/05/03/la_protesta_delle_tute_verdi_sit_in_degli_operai_eurallumina_in_v-68-493685.html

    _____________________________

    da Sardinia Post, 3 maggio 2016
    Eurallumina, il ministro Galletti: “Pronti a fornire supporto tecnico”: http://www.sardiniapost.it/cronaca/eurallumina-ministro-galletti-pronti-fornire-supporto-tecnico/

  18. Maggio 4, 2016 alle 2:44 PM

    A.N.S.A., 4 maggio 2016
    Eurallumina: sesto giorno mobilitazione.
    Presidi a Montecitorio e davanti Consiglio regionale Sardegna: http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2016/05/04/eurallumina-sesto-giorno-mobilitazione_dc2bfd7f-9bdb-46e1-82db-25cb1fdb89bf.html

  19. Maggio 13, 2016 alle 2:48 PM

    dal sito web istituzionale della Regione autonoma della Sardegna
    Eurallumina, Pigliaru ai lavoratori: interlocuzione con il Governo prosegue.
    Francesco Pigliaru ha ribadito l’interlocuzione in atto con palazzo Chigi e l’interfaccia attiva con tutti i livelli di governo e i lavoratori hanno riconosciuto l’impegno profuso dalla Regione. Durante l’incontro sono state percorse ampiamente le tappe intraprese per il riavvio dello stabilimento di Portovesme gestito dalla multinazionale russa Rusal. Sono stati affrontati anche i diversi aspetti tecnici e dell’iter autorizzativo in corso. (http://www.regione.sardegna.it/xml/getpage.php?cat=7874).

    CAGLIARI, 12 MAGGIO 2016 – Il presidente della Regione Francesco Pigliaru ha incontrato, questa mattina a Cagliari, le rappresentanze sindacali di Eurallumina, assieme agli assessori della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano, e dell’Industria, Maria Grazia Piras, al coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi, e all’amministratore dell’ex Provincia di Carbonia-Iglesias, Giorgio Sanna.

    Francesco Pigliaru ha ribadito l’interlocuzione in atto con palazzo Chigi e l’interfaccia attiva con tutti i livelli di governo e i lavoratori hanno riconosciuto l’impegno profuso dalla Regione. Durante l’incontro sono state percorse ampiamente le tappe intraprese per il riavvio dello stabilimento di Portovesme gestito dalla multinazionale russa Rusal. Sono stati affrontati anche i diversi aspetti tecnici e dell’iter autorizzativo in corso.

    Massima la disponibilità di dialogo con l’azienda da parte della struttura dell’assessorato della Difesa dell’Ambiente, che ha garantito la puntualità dei tempi amministrativi e che ha, nei giorni scorsi, concesso alla Rusal tre mesi di sospensione alla procedura di Via relativa al complesso degli investimenti che ammontano a 190 milioni euro. Gli uffici sono in attesa delle risposte dell’azienda sulle questioni emerse nella Conferenza di Servizi sulla Valutazione d’Impatto Ambientale.

  20. Arpia
    Maggio 13, 2016 alle 3:41 PM

    Ma se Soru, (che capisco oggi abbia altri impegni), era per l’ambiente e la tutela della Sardegna, come mai aveva un candidato amico Pigliaru che si considerava tifoso di Renzi che era amico di Verdini che era amico di Cappellacci?! Ormai si ossigenano a vicenda per togliere l’ossigeno agli altri.

  1. marzo 29, 2016 alle 10:55 am
  2. giugno 26, 2016 alle 7:02 am

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