Gli alberi salvano le città, permettiamoglielo.


albero in autunno

albero in autunno

anche su Il Manifesto Sardo (“Gli alberi salvano le città“), n. 198, 1 settembre 2015

 

Può sembrare una cosa banale, ma è una profonda verità.

Gli alberi danno ogni giorno la vita alle città.     Sì, non solo offrono qualità ambientale, ma permettono la stessa possibilità di avere condizioni ambientali minimali per poter soggiornare e lavorare nelle nostre città.

Già nel 2013 era stata pubblicata l’importante ricerca “Carbon storage and sequestration by trees in urban and community areas of the United States” sulla rivista Environmental Pollution (Vol. 178, luglio 2013, pp. 229-236), condotta da David J. Novak, Eric J. Greenfield, Robert E. Hoehn, Elizabeth Lapoint dell’U.S. Forest Service e del Davey Institute: l’analisi sulla situazione ambientale di dieci città americane aveva condotto a rilevanti scoperte.

Gli alberi non solo sottraggono anidride carbonica e forniscono ossigeno all’aria che respiriamo, ma eliminano anche le pericolosissime polveri sottili, specialmente il particolato fine inquinante (inferiore ai 2,5 micron, o PM2,5), generati soprattutto dai sistemi di riscaldamento tradizionali e dal traffico veicolare.

Le implicazioni favorevoli sulla salute e sui costi della sanità sono anche più elevate. Utilizzando il programma BenMAP dell’E.P.A., l’Agenzia di protezione ambientale statunitense, i ricercatori hanno potuto stimare l’incidenza di effetti avversi sulla salute, come mortalità e morbilità, associandola al valore monetario che deriva dai cambiamenti nelle concentrazioni di Pm2,5.      La quantità totale di Pm2,5 rimossa annualmente dagli alberi varia dalle 4,7 tonnellate a Syracuse, alle 64,5 tonnellate di Atlanta, monetizzate in equivalenti valori annuali che variano da 1,1 milioni di dollari a Syracuse ai 60,1 milioni di dollari a New York.   Per quanto riguarda New York si calcola che gli alberi salvino una media di otto vite umane ogni anno.

Abano Terme, alberi tagliati apparentemente "sani" e non "malati"

Abano Terme, alberi tagliati apparentemente “sani” e non “malati”

In queste settimane un altro importante contributo scientifico giunge dagli Stati Uniti per aumentare il nostro debito di riconoscenza per gli alberi cittadini.

Sulla rivista Environmental Research Letters (Vol. 10, 12 agosto 2015, n. 8) è stata pubblicata la ricerca Impact of urbanization on US surface climate, realizzata da Lahouari Bounoua, Ping ZhangGeorgy MostovoyKurtis ThomeJeffrey MasekMarc Imhoff, Marshall ShepherdDale QuattrochiJoseph SantanelloJulie Silva del Goddard Space Flight Center della N.A.S.A.

Dall’analisi satellitare delle città americane – effettuata per la prima volta – i ricercatori hanno verificato che le aree urbane sono vere e proprie “isole di calore”, con una temperatura più elevata rispetto alle aree circostanti da 1 a 3 gradi centigradi (con una media di + 1,9 gradi in estate e + 1,5 gradi in inverno), a causa della massiccia presenza di asfalto, cemento, edifici e altre superfici impermeabilizzanti che frenano il raffreddamento naturale fornito dalla vegetazione.

Ovviamente il surriscaldamento ha effetti anche economici: un grado in più durante l’estate fa salire dal 5 al 20% i consumi di elettricità per i condizionatori.

Il fattore fondamentale per contrastare il surriscaldamento cittadino, assolutamente indipendente dalle emissioni di gas a effetto serra, risulta essere la presenza di vegetazione naturale.

Oristano, parco Via Versilia

Oristano, parco Via Versilia

Più alberi equivale, quindi, a minore surriscaldamento oltre agli effetti positivi in termini di paesaggio, qualità ambientale, contenimento dell’inquinamento.

Concetti di buon senso ora confermati dalle ricerche scientifiche, purtroppo ancora alieni ai nostri amministratori pubblici locali, nonostante avanzate previsioni legislative.

Infatti, l’approvazione della legge n. 10 del 14 gennaio 2013, “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” è stata una piccola-grande rivoluzione verde per le città: viene sancita la Giornata nazionale degli alberi (21 novembre) con iniziative concrete (es. messa a dimora di alberi autoctoni) e di sensibilizzazione, è stato rivitalizzato il programma “un albero per ogni neonato” (legge n. 113/1992), i Comuni dovranno dotarsi di un catasto del verde urbano e di più consistenti quote di verde pubblico negli strumenti urbanistici generali e attuativi, i cittadini potranno prendere in gestione il “verde di quartiere”, così come – finalmente – avranno una tutela specifica gli alberi monumentali e le alberate cittadine, finora spesso e volentieri massacrati a dispetto di qualsiasi buon senso.

Un altro piccolo passo in avanti: entro il 31 luglio 2015 i Comuni avrebbero dovuto stilare l’elenco dei propri alberi monumentali.

Padova, alberi tagliati

Padova, alberi tagliati

Quanti Comuni hanno davvero compiuto questo piccolo, ma importante passo?    Pochi.

Eppure in tanti casi vi sono già atti di pianificazione che potrebbero aiutare molto: per esempio, in Sardegna c’è il Repertorio degli alberi monumentali allegato al piano paesaggistico regionale (P.P.R., 1° stralcio costiero) ed è stato avviato dall’Ente Foreste della Sardegna il Censimento dei grandi alberi.

Nelle nostre città, nei nostri paesi continua invece il taglio insensato di alberi, siepi e arbusti: da Padova a Carbonia, da Abano Terme a Empoli, da Firenze a Cagliari, la motosega impazza giuliva nel Bel Paese.

Non lamentiamoci per il troppo caldo, quindi…..

Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

 

Empoli, Via Masini dopo il taglio degli alberi

Empoli, Via Masini dopo il taglio degli alberi

A.N.S.A., 27 agosto 2015

Città sempre più calde, antidoto è vegetazione urbana.

Nasa, con asfalto e cemento termometro sale da 1 a 3 gradi.

ROMA – Le città sono isole di calore in cui si registrano temperature da 1 a 3 gradi più alte rispetto alle aree circostanti, a causa della presenza di asfalto, cemento, edifici e altre superfici impermeabilizzanti che frenano il raffreddamento naturale fornito dalla vegetazione. A dirlo è uno studio della Nasa che per la prima volta ha preso in esame gli impatti dell’urbanizzazione su tutto il territorio Usa. Secondo gli esperti, un fattore essenziale per limitare il surriscaldamento cittadino è la presenza di vegetazione.
Analizzando dati satellitari, i ricercatori hanno scoperto che le aree coperte da superfici impermeabilizzanti – siano esse centri cittadini, periferie o strade interstatali – hanno una temperatura estiva che è in media di 1,9 gradi centigradi più alta rispetto alle aree rurali circostanti, mentre d’inverno il termometro segna 1,5 gradi in più.
“Questo non ha nulla a che fare con le emissioni di gas a effetto serra: è un effetto che si aggiunge alle emissioni e che dipende esclusivamente dall’uso del suolo”, spiega Lahouari Bounoua del Goddard Space Flight Center della Nasa.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters, esamina il modo in cui le piante presenti nelle aree urbane, lungo le strade e nei parchi regolano il riscaldamento.

Firenze, cantieri Tramvia, taglio alberi

Firenze, cantieri Tramvia, taglio alberi

“La quantità e il tipo di vegetazione hanno un ruolo importante sulla misura in cui l’urbanizzazione cambia le temperature”, evidenzia il ricercatore Kurtis Thome del Goddard.
Attraverso simulazioni al computer, gli scienziati hanno scoperto che l’incremento della temperatura resta costante a 1,3 gradi con una superficie impermeabilizzata che va dall’1 al 35% della città. Oltre questa percentuale il termometro prende a salire fino a 1,6 gradi, raggiunti al 65% di copertura.

L’impatto, sottolineano gli studiosi, è anche nel consumo energetico: un grado in più durante l’estate fa salire dal 5 al 20% i consumi di elettricità per i condizionatori. Dunque anche un incremento di 0,3 gradi ha conseguenze energetiche.

 

albero solo

albero solo

 

(foto per conto GrIG, M.F., E.R., archivio GrIG)

 

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  1. Giorgio Todde
    settembre 2, 2015 alle 4:25 PM

    Caro Stefano, c’era bisogno della Nasa per sapere che gli alberi abbassano la temperatura? E c’era bisogno del dottor Lahouari Bounoua per dire che gli alberi sono il sollievo delle città? Mah, forse è vero che al responsabile del verde di un comune come Cagliari fa più effetto se glielo dice la Nasa. Si schiatta per il caldo e qua gli alberi li tagliano, li segano, non li curano, addirittura usano le ruspe. Peggio della moglie del parroco nel Werther.
    Buona rilettura.

    Libro secondo – Lettera LVIII
    15 settembre.

    C’è da impazzire, Guglielmo, vedendo che ci sono degli uomini incapaci di comprendere e di sentire il poco che c’è ancora di buono sulla terra. Ricorderai gli alberi di noce sotto i quali mi sedetti con Carlotta nel cortile del vecchio parroco, splendidi alberi che, Dio lo sa, mi riempivano lo spirito di una grande gioia spirituale. Che pace, che ombra fresca diffondevano sul presbiterio!
    Com’erano splendidi i loro rami, e sacro il ricordo dei venerabili sacerdoti che li avevano piantati da tanti anni! Il maestro spesso ricordava il nome di uno di loro che aveva appreso dal suo avo: fu senza dubbio un uomo virtuoso e sotto quegli alberi mi fu sempre sacra la sua memoria. Ebbene, il maestro aveva le lacrime agli occhi, ti assicuro, dicendomi ieri che li hanno abbattuti. Abbattuti! Mi sento impazzire, e sarei pronto a uccidere quel cane che ha vibrato il primo colpo di scure. Io che sarei capace di prendere il lutto se avessi nel mio giardino una coppia d’alberi simili a quelli, e uno dovesse morire di vecchiaia.
    Pure, caro Guglielmo, c’è un compenso; vedi che cos’è il sentimento umano: tutto il villaggio è indignato, e io spero che la moglie del pastore si accorgerà dal burro, dalle uova e dagli altri segni di amicizia che di solito riceve e non riceverà più, di aver ferito la sua parrocchia. Perché‚ è stata lei, la moglie del nuovo pastore -il nostro vecchio è morto- una donna magra e malaticcia che ha molte ragioni di non prendere interesse a nessuno al mondo, perché nessuno ne prende per lei.
    E’ una pazza che si picca di essere sapiente, che si dedica allo studio del canone e lavora enormemente alla nuova riforma morale e critica del cristianesimo; si stringe nelle spalle alle fantasticherie di Lavater, la sua salute è scossa, e di conseguenza non gusta alcuna gioia su questa terra. Soltanto una creatura simile poteva esser capace di abbattere i miei alberi: vedi, non me ne posso capacitare! Figurati che le foglie cadute le insudiciavano e rendevano umido il cortile, gli alberi le toglievano la luce, e quando le noci erano mature i fanciulli vi gettavano contro delle pietre… e tutto questo le dava ai nervi, la turbava nelle profonde meditazioni.

    • settembre 2, 2015 alle 4:35 PM

      Caro Giorgio,
      no, non c’è bisogno. O meglio, non ci sarebbe bisogno.
      Ma in questo povero “Bel Paese” tutto fa brodo, anche la NASA, per provare a far breccia in menti miopi e ottuse.
      Al confronto un paracarro è esempio di duttilità, purtroppo.
      W gli alberi, W la NASA!

      Stefano Deliperi

  2. Carlo Forte
    settembre 2, 2015 alle 4:56 PM

    Che cosa si può fare?Ditecelo,perchè alla fine hanno sempre il coltello ,anzi la motosega dalla parte del manico e fanno quello che vogliono

  3. settembre 4, 2015 alle 2:45 PM

    qui il recente “Urban-Hazard Risk Analysis: Mapping of Heat-Related Risks in the Elderly in Major Italian Cities”, di Morabito M., Crisci A., Gioli B., Gualtieri G., Toscano P., Di Stefano V., Orlandini S., Gensini GF., del C.N.R. (18 maggio 2015): http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25985204

  1. febbraio 8, 2020 alle 4:57 PM

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