Ciclone Cleopatra, un anno dopo.
E’ passato un anno dal tragico Ciclone Cleopatra, l’ennesima calamità innaturale che ha colpito la Sardegna il 18 novembre 2013, tragica conseguenza dell’abusivismo edilizio e di assurde scelte pianificatorie.
Purtroppo nulla di diverso dal resto d’Italia, dove frane e alluvioni sono realtà quotidiana, frutto di quel massacro del territorio che la classe politica vorrebbe fosse figlio di nessuno.
A un anno di distanza che cosa è accaduto?
Non c’è stato nemmeno un politico che si sia dimesso, nemmeno fra i più colpevoli, quelli che hanno raccolto caterve di voti grazie alla speculazione edilizia più becera e assassina.
La ricostruzione e il risanamento idrogeologico stentano. La colpa? Dei fondi statali non arrivati (660 milioni di euro il fabbisogno complessivo), affermano il Presidente della Regione autonoma della Sardegna Pigliaru e un coro di amministratori locali.
Ma intanto non partono nemmeno quegli interventi per cui i fondi sono comunque disponibili.
Le proposte per un vero e proprio New Deal del territorio ci sono, ma difficilmente vengono considerate.
I procedimenti penali stanno facendo il loro corso e vanno avanti. Forse sono gli unici.
E l’unico colpevole accertato (dai sindaci) è un povero pollo…
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
A.N.S.A., 15 novembre 2014
Alluvione: la ricostruzione non decolla. A un anno disastro risorse col contagocce, danni per 664 milioni. (Fabrizio Fois)
CAGLIARI, 15 NOV – Oltre 664,6 milioni di euro di danni stimati con ponti crollati e strade dissestate, 82 comuni colpiti, 19 vittime, 493 persone evacuate e 292 assistite dagli oltre duemila tra volontari e operatori della Protezione civile impiegati sul campo. Aziende in ginocchio e famiglie che hanno perso tutto, anche i ricordi dei propri cari stampati nelle fotografie finite sotto una marea di fango.
Un anno dopo l’alluvione del 18 novembre 2013 tanto resta ancora da fare non solo perchè i tempi della burocrazia sono lunghi, nonostante l’iter accelerato con la nomina del commissario straordinario per l’emergenza alluvione, ma per la scarsità di risorse stanziate. Tanto ridotte che non si placano, dopo 365 giorni e fiumi di parole, le polemiche per quei soldi – 200 milioni – promessi dal Governo durante le visite ufficiali in piena emergenza e arrivati con il contagocce.
Se si pensa che il solo fabbisogno finanziario per la messa in sicurezza di strade statali e provinciali è di 113 milioni di euro, i 20 milioni effettivamente arrivati in Sardegna sui 200 sbandierati a voci, sono davvero pochi. Di questi 20 milioni poi, il dipartimento della Protezione civile si è trattenuto 190 mila euro per le spese sostenute in forma diretta per l’emergenza. Roma è inoltre intervenuta con la sospensione dei tributi per le famiglie e aziende colpite, dando la possibilità di ricorrere a mutui agevolati per la ricostruzione del patrimonio e dei beni mobili privati (90 mln). Ma per i comuni sono rimasti i vincoli del patto di stabilità.
La Regione ha dovuto sborsare 52 milioni (12 mln più 40 mln) per poter avviare i lavori, alcuni dei quali in queste settimane stanno vedendo la luce, mentre l’Anas ha destinato altri 50 milioni e ora sono in corso opere programmate per oltre 9 mln.
Secondo il report regionale del 20 ottobre 2014, solo per il patrimonio pubblico il fabbisogno ammonta a 495.675.526,23 euro (30.502.338,59 euro per primi interventi urgenti, 206.017.815,77 euro per interventi urgenti e/o di ripristino e 259.155.371,87 per interventi strutturali di riduzione del rischio residuo).
A disposizione sulla contabilità speciale ci sono però solo 32.019.000 euro dei quali 26.927.713,30 per 351 interventi di soccorso e assistenza alla popolazione, somma urgenza e provvisionali urgenti (178 rendicontati per un totale di circa 12 mln) e 5.091.286,70 per altre tipologie di rimborso. La Regione ha già messo a correre 11,750 milioni per interventi di ripristino di infrastrutture e opere pubbliche danneggiate.
Altri fondi sono arrivati dalla generosità degli stessi sardi e degli italiani: tra questi i circa 5,4 milioni raccolti dalla Croce Rossa Italiana, oltre 174 mila euro devoluti nel concerto “Sardegna Chi_ama” organizzato dal jazzista Paolo Fresu e le risorse che si stanno ancora raccogliendo con la vendita del dvd del progetto “18Undici” avviato da un comitato di giornalisti.
18 novembre 2014
Maltempo, come si è arrivati a questo punto e cosa si può fare.
Un territorio fragile, l’Italia, a fortissimo rischio idrogeologico con 1000-2000 frane ogni anno, oltre 6.600 comuni (l’82% del totale) in aree pericolose e 5,8 milioni di persone potenzialmente esposte a grandi pericoli. In giorni drammatici come questi – con alluvioni, frane e vittime – riesplodono le polemiche. Innanzitutto sui tre condoni edilizi che in 30 anni hanno lasciato un profondo segno sul Belpaese. Ma poi anche sullo Sblocca Italia: c’è infatti chi, e non solo tra gli ambientalisti, punta il dito contro il decreto per il rischio di nuove cementificazioni e altri cantieri. Ma il provvedimento contiene anche un’accelerazione degli interventi che contrastano il dissesto idrogeologico.
Ecco il punto della situazione:
IL PIANO DEL GOVERNO – Nove miliardi di “soldi veri”, di cui due già in cassa, e un pacchetto di investimenti 2014-2020 come non è “mai stato fatto” quello del Governo Renzi contro il dissesto idrogeologico. A parlare in un’intervista all’ANSA è Erasmo D’Angelis, sottosegretario alle Infrastrutture e capo della struttura di missione #italiasicura contro il dissesto idrogeologico.
EXPO, AREA A RISCHIO – Eccolo il simbolo italiano della “rimozione del problema, della mancata coscienza del rischio: è l’Expo 2015, che senza interventi rischia di restare alluvionato, sotto gli occhi del mondo, perché 5 anni fa, nell’individuare l’area e gli stanziamenti, non è stata prevista una voce di spesa per la bonifica della zona. Il cantiere del Seveso partirà nel giugno 2015 e si concluderà nel dicembre 2016. Ma almeno durante l’Expo questo dovrebbe garantire una prima sicurezza”.
SETTEMILA CANTIERI, 200 MILA POSTI DI LAVORO – In sei o sette anni verranno aperti tra i sei e settemila cantieri, ricorda D’Angelis, “con uno sbocco per 150-200 mila posti di lavoro. Certo, non abbiamo la bacchetta magica: ci vorrà qualche anno prima di avere sicurezza in quel 12% del territorio che non regge più neanche un acquazzone”. Per ogni cantiere ci vorranno tra 2 e 4 anni: per Firenze e l’Arno ne serviranno quattro, per Milano e il Seveso due.
TOSCANA “DA EMULARE” – Il sottosegretario, nella polemica tra Renzi e le Regioni, afferma che è vero che “i Condoni li fa Roma” ma è altrettanto vero che “le Regioni avevano la possibilità di respingere al mittente il condono stesso, come fece la Toscana”. Regione modello virtuoso perché “è l’unica che ha una legge regionale, del 2012, che impedisce di costruire in aree a rischio”. Una legge da “esportare” nelle altre Regioni, auspica l’esperto.
PERCHE’ SIAMO A QUESTO PUNTO – Le cause dell’attuale disastro vengono da lontano: “Siamo un Paese da record in termini di cementificazione. Si è asfaltato senza logica, deregolamentando, costruendo in aree a rischio, tombando i fiumi, disboscando. Però c’è anche una profonda mutazione climatica, le cifre parlano da sole: fino al 2006 avevamo 15 eventi straordinari l’anno; nel 2013 ne abbiamo avuti 352, quest’anno oltre 400″. Basti pensare, aggiunge, che “in 72 giorni ci sono stati 15 morti, migliaia di sfollati e almeno 1,5 miliardi danni: inaccettabile per un Paese come l’Italia”.
2,3 MILIARDI ‘DIMENTICATI’ – Altrettanto “inaccettabile” in un Paese così a rischio, è poi il capitolo dei soldi non spesi: quei 2,3 miliardi, in parte di fondi europei, “rimasti lì – spiega D’Angelis – per anni mancati controlli sulla spesa, per sciatteria della Pubblica Amministrazione, per iter burocratici”.
Ispra, in Italia 500mila frane, in Europa 700mila.
Ogni anno in Italia 1000-2000 frane, di cui il 10% pericolose.
Ogni anno ci sono tra le 1000 e le 2000 frane in Italia. Il 10% di queste sono le più pericolose, quelle con “problemi maggiori” e definite come “principali, ovvero quelle che causano vittime, feriti, evacuati e danni a edifici e infrastrutture”. Lo afferma il geologo Alessandro Trigila, responsabile dell’Inventario nazionale dei fenomeni franosi dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), ricordando come nel nostro Paese siano “censite quasi 500 mila frane” che fanno dell’Italia “uno dei Paesi europei maggiormente esposti” (in Europa ne sono censite circa 700 mila). “Tutte le frane censite – spiega Trigila – sono frane che potenzialmente potrebbero innescarsi, potrebbe essere una qualsiasi di quelle 500 mila”. In Italia, osserva poi l’esperto, sono stati fatti “tanti errori di pianificazione”, come “un’urbanizzazione non ordinata” costruendo spesso “in aree sbagliate”; basti pensare che, secondo l’ultimo annuario dei dati ambientali dell’Ispra, “il consumo di suolo” viaggia “al ritmo di 7 metri quadrati al secondo, pari a 100 campi di calcio al giorno. Abbiamo un territorio fortemente antropizzato”. “Riteniamo ci siano piu soluzioni – dice Trigila – come delocalizzare in alcuni casi edifici non compatibili, interventi di messa in sicurezza, pianificazione territoriale”. Infine è importate avere “banche dati sempre aggiornate”.
(foto Raniero Massoli Novelli, archivio GrIG)
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- Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.)
- Testo unico dell'edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.)
- direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora
- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
- V.I.A. e V.A.S. di competenza regionale (Sardegna)
- normativa nazionale sulla caccia (legge n. 157/1992 e s.m.i.)
- normativa regionale sulla caccia (l.r. Sardegna n. 29/1998 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sulle aree protette (legge n. 394/1991 e s.m.i.)
- legge quadro regionale sulle aree protette (l.r. Sardegna n. 31/1989)
- normativa sul diritto all'informazione ambientale (decreto legislativo n. 195/2005)
- normativa nazionale sull'elettrosmog (legge n. 36/2001 e s.m.i.)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico ad alta frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico a media-bassa frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- normativa nazionale sugli usi civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i.)
- regolamento attuativo in materia di usi civici (regio decreto n. 332/1928 e s.m.i.)
- normativa regionale sugli usi civici (l.r. Sardegna n. 12/1994 e s.m.i.)
- normativa sul vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sul randagismo (legge n. 281/1991 e s.m.i.)
- normativa regionale su animali e anagrafe canina (l.r. Sardegna n. 21/1994)
- normativa sul "ritorno" al nucleare (legge n. 99/2009)
- Convenzione europea sul paesaggio (20 ottobre 2000)
- Comuni abilitati alle funzioni amministrative in materia di paesaggio (Sardegna)
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da L’Unione Sarda, 18 novembre 2014
Alluvione 2013, niente è cambiato. Lo scandalo dei soldi della Croce rossa: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2014/11/18/articolo-6-396184.html
Se ad Olbia piovesse con le stesse quantità dell’anno scorso si avrebbero gli stessi risultati.
E’ deprimente vedere solo messe e programmi televisivi di ricordo di chi non c’è più.
Servono opere pubbliche immediate (e ben fatte).
Chi ha la casa (o alberghi) in letti dei fiumi o comunque dove non deve stare deve abbandonarla per essere abbattuta.
Il burocratese in Italia crea più danni della forza della Natura…..
da La Nuova Sardegna, 19 novembre 2014
Chiuse 5 inchieste sull’alluvione. (Giampiero Cocco): http://consiglio.regione.sardegna.it/rassegnastampa/pdf/103287_Chiuse_5_inchieste_sullalluvione.pdf
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Restano ancora aperti altri due fronti di indagine con nuovi nomi eccellenti: http://consiglio.regione.sardegna.it/rassegnastampa/pdf/103288_Restano_ancora_aperti_altri_due_fronti_di_i.pdf
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Croce rossa, si sbloccano i fondi. (Enrico Gaviano): http://consiglio.regione.sardegna.it/rassegnastampa/pdf/103289_Croce_rossa_si_sbloccano_i_fondi.pdf
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Pigliaru: lo Stato ora promette 500 milioni. (Giampaolo Meloni): http://consiglio.regione.sardegna.it/rassegnastampa/pdf/103291_Pigliaru_lo_Stato_ora_promette_500_milioni.pdf
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da L’Unione Sarda, 19 novembre 2014
Olbia, rabbia e speranza: dallo Stato 500 milioni per il rischio nell’Isola. (Caterina De Roberto): http://consiglio.regione.sardegna.it/rassegnastampa/pdf/103318_Olbia_rabbia_e_speranza_dallo_Stato_500_mil.pdf
A.N.S.A., 21 novembre 2014
Alluvione, Delrio “Sardegna non discriminata in aiuti”.
Sottosegretario, 579 mln fabbisogno complessivo: http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2014/11/20/delrio-sardegna-non-discriminata_8740d6e6-6f62-4cd9-b859-3a8cb89458c2.html
da Sardinia Post. 29 settembre 2021
Ciclone Cleopatra, perizia choc in aula: “Non è stato un evento imprevedibile”: https://www.sardiniapost.it/cronaca/ciclone-cleopatra-perizia-choc-in-aula-non-e-stato-un-evento-imprevedibile/
nessun colpevole.
A.N.S.A., 30 settembre 2025
Morte poliziotto in alluvione 2013 nel Nuorese, tutti assolti.
Nessun colpevole tra i 59 imputati, prescrizione per ex sindaca.
Nessun colpevole.
Si è concluso a Nuoro, con una sentenza di assoluzione per tutti gli imputati, il maxi processo per i morti e i danni provocati dall’alluvione che il 18 novembre 2013 devastò la Sardegna.
Per l’ex sindaca di Torpè Antonella Dalu e l’ex assessore comunale Giancarlo Dui il reato di omicidio colposo è stato dichiarato prescritto.
Lo riportano i quotidiani L’Unione Sarda e La Nuova Sardegna.
Il Tribunale di Nuoro, presieduto da Elena Meloni, ha assolto i 59 imputati perché il fatto non sussiste, accogliendo integralmente le richieste avanzate dalla Procura nel dicembre 2024. Un processo lungo, segnato da cambio di giudici, e da uno stop di tre anni a causa dell’emergenza Covid e per l’assenza di un’aula.
Il ciclone Cleopatra causò piogge torrenziali e inondazioni che colpirono diverse aree della Sardegna, tra cui Oloè, Torpè e il Sològo. Tre procedimenti inizialmente autonomi, poi riuniti in un maxi processo. Le due vittime simbolo di quella tragedia furono il poliziotto Luca Tanzi, morto nel crollo del ponte di Oloè mentre scortava un’ambulanza, e l’anziana Maria Frigiolini, travolta in casa dall’esondazione della diga Maccheronis a Torpè.
Le accuse riguardavano soprattutto presunti errori nella gestione dell’emergenza, carenze nei piani di protezione civile, ritardi nel coordinamento e un generale stato di impreparazione delle istituzioni di fronte a un evento meteorologico straordinario.
Per la Procura di Nuoro nessuna responsabilità diretta o posizione di garanzia è stata dimostrata nei confronti di amministratori, tecnici, dirigenti pubblici o imprese coinvolte.
Anche nei pochi casi in cui è stata riconosciuta una carenza amministrativa, come l’omessa attivazione del piano di protezione civile a Torpè, è intervenuta la prescrizione.
Tra gli assolti l’ex presidente della Provincia di Nuoro Roberto Deriu (attuale consigliere regionale) e gli ex assessori provinciali Franco Corosu e Paolo Porcu, dirigenti pubblici, tecnici e funzionari dell’Ente Foreste, dei comuni, di Protezione civile e di varie imprese.
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da L’Unione Sarda, 30 settembre 2025
Ciclone Cleopatra: a dodici anni dal disastro tra Oloé, Torpé e Sologo assolti tutti i 58 imputati.
Una sentenza che accoglie integralmente le richieste dei pubblici ministeri. Tra le vittime il poliziotto Luca Tanzi e l’anziana Maria Frigiolini.