Sbarcano anche tanti radar sulle coste sarde.
Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra hanno inoltrato (12 agosto 2011) uno specifico ricorso relativamente a ben 15 radar (dei quali solo uno esistente, a Guardia Vecchia, sull’Isola di La Maddalena) facenti parte – a quanto pare – di un unico sistema coordinato. Di essi n. 4 farebbero capo al Corpo della Guardia di Finanza e n. 11 farebbero capo al Corpo delle Capitanerie di Porto. Gli 11 radar previsti per il Corpo delle Capitanerie di Porto farebbero parte del sistema VTS (Vessel Traffic Service) promosso dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture per il controllo del traffico marittimo di qualsiasi genere, integrabile con il sistema C4ISR (Command, Control, Communications, Computers, Intelligence, Surveillance and Recoinnaissance) a fini fondamentalmente di intelligence militare e di sicurezza. Sono stati interessati la Commissione europea, i Ministeri dell’ambiente e dei beni e attività culturali, la Presidenza della Regione autonoma della Sardegna, la Direzione regionale della pianificazione territoriale, la Direzione regionale valutazione impatti, le strutture periferiche del Ministero per i beni e attività culturali, i Comuni territorialmente interessati, l’A.R.P.A.S.
Gli 11 radar previsti per il Corpo delle Capitanerie di Porto sarebbero dislocati nei seguenti siti:
* Punta della Scomunica, Isola dell’Asinara, (Porto Torres, SS), rientrante nel parco nazionale dell’Asinara (legge n. 394/1991 e s.m.i., D.P.R. 3 ottobre 2002), tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993), rientrante nel sito di importanza comunitaria – S.I.C. “Isola Asinara” (direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali);
* Capo Testa (Santa Teresa di Gallura, OT), tutelato con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993), rientrante nel sito di importanza comunitaria – S.I.C. “Capo Testa” (direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali);
* Isola di Razzòli, Arcipelago della Maddalena (La Maddalena, OT), rientrante nel parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena (legge n. 394/1991 e s.m.i., legge n. 10/1994, D.P.R. 17 maggio 1996), tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993), rientrante nel sito di importanza comunitaria – S.I.C. “Arcipelago di La Maddalena” (direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali);
* Guardia Vecchia, Isola di La Maddalena, Arcipelago della Maddalena, Comune di La Maddalena (OT), operativo dal 2003;
* Isola della Bocca (Olbia, OT), tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993);
* Capo San Marco, Sinis (Cabras, OR), tutelato con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993);
* Capo Sandalo, Isola di San Pietro (Carloforte, CI), tutelato con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993), rientrante nel sito di importanza comunitaria – S.I.C. “Isola di San Pietro” (direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali);
* Capo Spartivento (Domus de Maria (CA), tutelato con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993);
* S. Elia (Cagliari, tutelato con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993), rientrante nel sito di importanza comunitaria – S.I.C. “Monte S. Elia, Cala Mosca, Cala Fighera” (direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali);
* Capo Ferrato (Muravera, CA), tutelato con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993);
* Capo Bellavista, Arbatax (Tortolì (OG), tutelato con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993).
Invece, i 4 radar previsti per la Corpo della Guardia di Finanzasarebbero dislocati nei seguenti siti:
* Il Semaforo, Capo Sperone, Isola di S. Antioco (S. Antioco, CI), tutelato con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993), rientrante nella zona di protezione speciale – Z.P.S. “Isola di S. Antioco, Capo Sperone” (direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali);
* Santa Vittoria – Ischia Ruja (Tresnuraghes, OR), tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993), rientrante nella zona di protezione speciale – Z.P.S. “Costa di Cuglieri” (direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali);
* Capo Pecora (Fluminimaggiore, CI), tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993);
* Argentiera (Sassari), tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23/1993).
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – Provveditorato interregionale per le opere pubbliche per il Lazio, l’Abruzzo e la Sardegna – Sede coordinata di Cagliari, con rispettive note del febbraio 2011, ha comunicato la raggiunta intesa per la localizzazione di opere di interesse statale (art. 3 del D.P.R. n. 383/1994) alle Amministrazioni pubbliche competenti riguardo la realizzazione dei detti radar rientranti nel programma della Guardia di Finanza. Il T.A.R. Sardegna ha adottato provvedimenti presidenziali cautelari sospensivì delle autorizzazioni per la realizzazione dei radar previsti nei territori comunali di Tresnuraghes, S. Antioco e Fluminimaggiore fino all’udienza convocata per il prossimo 5 ottobre 2011.
Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra hanno già inoltrato (28 marzo 2011 e 17 maggio 2011) specifiche richieste di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni interventi riguardo il progetto per l’installazione del radar a Capo Sperone (S. Antioco).
Gli impianti radar producono campi elettromagnetici i cui limiti di tollerabilità sono stabiliti dalla legge n. 36/2001 e dai DD.PP.CC.MM. 8 luglio 2003, tuttavia non risultano preventivamente valutati in alcun modo, aspetto ancor più grave in quanto trattasi di aree di rilevante interesse anche turistico.
Particolarmente rilevante l’assenza di preventiva procedura di valutazione ambientale strategica – V.A.S., prevista dalla direttiva n. 2001/42/CE, che interessa piani e programmi aventi effetti sensibili diretti ed indiretti sull’ambiente e le varie componenti ambientali (decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.). La conclusione del procedimento di V.A.S. è precedente e vincolante all’approvazione definitiva ed all’efficacia dei piani e programmi ad essa assoggettati. Infatti, “la valutazione ambientale strategica e’ avviata dall’autorita’ procedente contestualmente al processo di formazione del piano o programma” (art. 11, comma 1°, del decreto legislativo n. 152/2006 e .m.i.). E ancora, “La fase di valutazione e’ effettuata durante la fase preparatoria del piano o del programma ed anteriormente alla sua approvazione o all’avvio della relativa procedura legislativa. Essa e’ preordinata a garantire che gli impatti significativi sull’ambiente derivanti dall’attuazione di detti piani e programmi siano presi in considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro approvazione” (art. 11, comma 3°, del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.). Fondamentale è la fase della consultazione del pubblico con le specifiche modalità (art. 14 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.). Si ricorda, inoltre, che “la VAS costituisce per i piani e programmi a cui si applicano le disposizioni del presente decreto, parte integrante del procedimento di adozione ed approvazione. I provvedimenti amministrativi di approvazione adottati senza la previa valutazione ambientale strategica, ove prescritta, sono annullabili per violazione di legge” (art. 11, comma 5°, del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.).
Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra auspicano un rapido intervento degli organi comunitari e delle amministrazioni pubbliche coinvolti.
Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra
(foto per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)
da Sardegna 24, 13 agosto 2011
Ambientalisti. Ricorso al ministero contro i radar.
Le associazioni Gruppo d’intervento giuridico e Amici della terra hanno inoltrato un ricorso a Regione, Arpas e ministero per i Beni culturali contro i 15 radar che dovrebbero esser installati in Sardegna. In particolare, le due associazioni hanno richiesto specifiche informazioni sugli impianti, a cominciare dai livelli di produzione di campi elettromagnetici. Inoltre, il Gruppo d’intervento giuridico e gli Amici della terra hanno rimarcato come diverse zone interessate dagli interventi siano tutelate dal vincolo paesaggistico e considerate siti di importanza comunitaria.
da La Nuova Sardegna on line, 13 agosto 2011
Radar Sardegna, ricorso degli ecologisti contro 15 installazioni: http://lanuovasardegna.gelocal.it/sardegna/2011/08/13/news/radar-sardegna-ricorso-degli-ecologisti-contro-15-installazioni-4785134
Non dovremmo mai finire di ringraziarvi! Ma questi schizofrenici al governo… prima emanano leggi per proteggere il territorio, poi pensano di violarle impunemente. Fra di loro ogni tanto si parlano???
da La Nuova Sardegna, 14 agosto 2011
Inviato alla Comunità europea e ai ministeri. Ricorso degli ambientalisti contro i radar sulle coste.
CAGLIARI. Un ricorso contro i 15 radar (di cui uno già esistente alla Maddalena) che dovrebbero essere installati sulle coste della Sardegna è stato presentato dalle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento giuridico e Amici della Terra. Quattro impianti, che rientrerebbero in un sistema coordinato, fanno capo alla Guardia di finanza. Mentre gli altri 11, di competenza delle Capitanerie di porto, farebbero parte del sistema Vts (Vessel traffic service) promosso dal ministero dei Trasporti per il controllo del traffico marittimo e integrabile con il sistema C4isr (Command, control, communications, computers, intelligence, surveillance e reconnaissance) per fini di sicurezza in mare e intelligence militare.
Le due associazioni ambientaliste nel ricorso sostengono che gli impianti contestati possono produrre campi elettromagnetici il cui impatto non è stato valutato e che, per di più, saranno installati in aree di rilevante interesse ambientale oltre che turistico.
Il ricorso è stato inviato alla Commissione europea, ai ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali, alla presidenza della Regione Sardegna, ai comuni interessati e all’Arpas. I dieci radar ancora da installare, oltre a quello già presente alla Maddalena, a Guardia Vecchia, per la Capitaneria dovrebbero sorgere: sull’isola dell’Asinara, rientra all’interno del Parco nazionale e per giunta l’area individuata è punta della Scomunica, uno dei luoghi più panoramici e intatti dell’isola. A Santa Teresa di Gallura, nella zona di Capo Testa in un’area sottoposta a vincoli paesaggistici e di conservazione integrale. Sull’isola di Razzoli all’interno del Parco dell’arcipelago della Maddalena. Sull’isola della Bocca, vicino a Olbia, in una zona sottoposta a vincoli. A Capo San Marco, nella penisola del Sinis, in una zona tutelata. A Capo Sandalo, sull’isola di San Pietro in un’area vincolata. A Capo Spartivento, Teulada, in un punto sottoposto a vincolo di conservazione integrale. A Capo Sant’Elia a Cagliari. A Capo Ferrato vicino a Muravera. A Capo Bellavista ad Arbatax, in Ogliastra.
I quattro radar per la guardia di finanza sono invece stati previsti a Capo Sperone, sull’isola di Sant’Antioco, a Ischia Ruja in territorio di Trenuraghes dove il comune è però già riuscito a otterea sospensiva dal Tar Sardegna. A Capo Pecora nel comune di Fluminimaggiore e infine in una zona spettacolare dell’Argentiera vicino a Sassari.
Anche i comuni di Sant’Antioco e Fluminimaggiore hanno ottenuto la sospensiva fino al 5 ottobre, quando il Tar dovrebbe pronunciarsi nel merito. Le associazioni ecologiste contestano in particolare l’assenza della procedura di valutazione ambientale strategica (Vas), prevista da una direttiva comunitaria.
Un dubbio. Ma perchè solo in Sardegna questa concentrazione di Radar? Sicurezza? Da chi e da che cosa? In numero di abitanti siamo la periferia di una grande città. Non sarebbe più logico istallarli altrove? Possiamo ragionevolmente dubitare che la sardegna ,ancora una volta, possa essere il campo libero su cui coltivare affari poco chiari?
su Informazione Libera, 14 agosto 2011
http://www.facebook.com/notes/informazione-libera/radar-sardegna-ricorso-degli-ecologisti-contro-15-installazioni/10150278387954154?ref=nf
e meno male che esiste ‘sto Gruppo d’Intervento Giuridico, altrimenti a Olbia manco sapevano che gli stavano piazzando un radar in mezzo al porto 😉
da La Nuova Sardegna, 21 agosto 2011
Comune contro ministero: «Non vogliamo il radar sul faro di Isola Bocca».
Il senatore Scanu “Rifiutiamo le scelte che sono calate dall’alto e condizionano il futuro”.
OLBIA. Hotel a 5 stelle, isola casinò, grande occhio del sistema di superdifesa dell’esercito. Il destino del faro dell’Isola Bocca cambia schizofrenico ogni 6 mesi. Uno stravagante fabbricatore di futuri alternativi ha progettato una nuova vita per l’edificio che sorge su un’isola grande come una manciata di pietre. Dal 1887 sorveglia l’ingresso del golfo. L’ultima idea dello Stato è mettere un radar sul faro. Isola Bocca, secondo il governo, dovrebbe rientrare nella rete dei 15 radar che punteggeranno le coste sarde. Un albero di natale che lo Stato vuole accendere in tempi brevissimi.
In Gallura sono previsti tre dei 15 radar che devono essere installati. Il terzo esiste già è nel parco militarizzato della Maddalena. E se a Santa Teresa tutto il paese è sceso in piazza per dire no al radar sul faro, in città l’annuncio passa sotto silenzio. O quasi, perché il senatore del Pd Gian Piero Scanu ha presentato una interrogazione per capire cosa accade. I radar di fabbricazione israeliana sono di nuova generazione. Tecnologia a microonde. Non servono per cuocere il pollo, ma per avvistare le imbarcazioni che arrivano davanti alla costa, sono capaci di avvistare anche un chiattino a 40 miglia di distanza. Un super occhio elettronico nato per fare parte in modo ufficiale del sistema Vts, Vessel traffic service, quello che controlla il traffico delle navi, ma integrabile con il sistema C4isr, Command, control, communications, computers intelligence, surveillance e reconinaissance. Una sigla infinita che indica la rete radar di sicurezza e di intelligence militare.
E sull’ambiguità del loro uso futuro e sul fatto che siano calate dall’alto interviene il senatore Scanu. «Sono contrario all’installazione di un radar nel faro di isola Bocca – spiega Scanu -. In questa scelta calata dall’alto è implicita una servitù. La nostra isola tra poligoni, sottomarini, missili trasportati con navi di linea non può ancora pagare dazio. La Regione come in altre occasioni rimane in totale silenzio. Non è tollerabile che venga deciso di installare 15 radar senza sentire le comunità locali. O la Regione non sa nulla, e questo è negativo, oppure sapeva e ha taciuto, ed è anche peggio. Siamo ancora nella logica berlusconiana della Protezione civile Spa, in cui i beni dello Stato vengono svenduti, privatizzati. Come la proposta del ministro Giulio Tremonti di dare il diritto di superficie per 90 anni ai privati. Al contrario io propongo il rilancio e il potenziamento della Conservatoria delle coste, che vigila sul patrimonio e mette i paletti contro gli speculatori».
L’Isola Bocca e il suo faro che ha oltre un secolo, è del 1887, da qualche anno sono al centro di un infinito tormentone. Lo Stato nel 2009 ha tentato di affittarlo ai privati. Il ministero della Difesa sempre più in bolletta voleva trasformarlo in hotel a 5 stelle, e affittarlo ai privati con un solo obbligo. Ricordarsi ogni sera di accendere la luce. Del faro, si intende. Il sindaco Gianni Giovannelli si oppose. Ora il primo cittadino interviene di nuovo e anche questa volta non sembra troppo entusiasta del progetto. «Non ho ricevuto nessuna comunicazione – dice -. Il faro è un simbolo della città. Ho sempre sostenuto che non può essere ceduto ai privati. Credo che anche per installare un radar sia necessario dialogare con le comunità. Una eventuale servitù militare mi preoccupa. Voglio capire quali intenzioni ha il ministero. Penso che per installare un radar nel nostro comune debbano almeno informare l’amministrazione. Noi non accetteremo scelte calate dall’alto».
Cauta anche l’assessore comunale all’Ambiente Giovanna Spano. «Ho ricevuto una comunicazione dal Gruppo di intervento giuridico – spiega l’assessore -. In queste ore ho cominciato a informarmi in modo completo. Ma per ora ho notizie ancora frammentari e non ufficiali. Non voglio demonizzare i sistemi radar, ma è necessario per prima cosa capire se ci siano rischi per la salute o per l’ambiente. C’è anche da valutare un altro aspetto. Il faro è un simbolo della città. Per installare un radar lo Stato deve confrontarsi con la comunità. Dialogare. Può esistere una soluzione condivisa. Basta cercarla».
Degli undici radar previsti dalla Guardia Costiera, solo quello di Punta Sa Scomunica viene installato al di fuori del sedime di fari esistenti, vedi anche le foto di GuardiaVecchia e S’Elia.
I quattro radar della Guardia di Finanza vengono installati tutti in zone soggette a NUOVE servitù militari.
limitare tutto all’aspetto “servitù militari” pare piuttosto riduttivo: innanzitutto manca l’informazione preventiva su obiettivi, strumenti utilizzati, effetti su ambiente e salute. Manca la considerazione di alternative, manca il coinvolgimento delle comunità locali interessate.
da La Nuova Sardegna, 2 dicembre 2011
Carloforte, coro di no al radar a capo Sandalo. (Simone Repetto)
CARLOFORTE. Un no netto e motivato. Il Consiglio ha rispedito al mittente le ipotesi che a capo Sandalo vanga installato un radar per il controllo del traffico marittimo costiero. Alla discussione ha partecipato anche un folto pubblico, sintomo di quanto il problema è sentito.
Com’era nelle previsioni, l’assemblea ha mess d’accordo maggioranza, opposizioni e comitato “No radar capo Sandalo”. La deliberazione ha espresso contrarietà sull’installazione di un radar presso il faro di capo Sandalo (e in qualsiasi parte dell’isola), raccogliendo gli inviti a non distruggere siti ambientali. Ma non sono mancate le polemiche, che hanno visto alcuni membri del comitato e della minoranza accusare l’amministrazione comunale e l’ufficio tecnico di una scarsa attenzione sull’argomento. Il discorso è andato anche ai lavori di ristrutturazione in corso al faro di capo Sandalo che – secondo l’opposizione – farebbero intendere la possibile collocazione di un radar. Il sindaco, raccogliendo tutte le istanze, si è impegnato in prima persona ad adottare ogni azione utile ad evitare che il radar possa essere installato, anche se, ad oggi, non vi è alcuna certezza in merito.