I viaggi venatori.


Albania, cacciatori sardi (da Facebook)

C’è un elemento che abbatte tutte le favole che vengono costruite dal mondo venatorio sul preteso valore ambientale della caccia quale presunto fattore regolatore delle popolazioni di fauna selvatica.

In realtà, la Natura e le popolazioni faunistiche si regolano benissimo da sole, ma le associazioni venatorie e il milieu politico di sostegno continuano a veicolare ‘sta fesseria, quando addirittura non cianciano di caccia etica.

Portogallo, Azambuja, strage di Cervi e Cinghiali (dic. 2020)

Ma sono i sempre più numerosi esempi di turismo venatorio e gli affari che lo attorniano che fanno capire come il vero motore sia semplicemente la voglia di ammazzare esemplari di fauna selvatica, magari rari.

Magari fuori da leggi e regole, anche della decenza.

Infatti, chi s’organizza la mattanza in casa, può esser sanzionato e finire il gioco definitivamente.

Così partecipano, famiglie intere e donne comprese, a carnicerie di Ungulati in Portogallo, ai safari d’Albania e dell’Africa australe, i volti cambiano ma conservano la stessa espressione giuliva, almeno fin quando non giri la ruota.

U.S.A., Texas, Ox Ranch, famiglia felice con trofeo

Contenti d’aver massacrato.

E ognuno di noi può far seguire le riflessioni che gli vengono spontanee.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Tess Thompson Talley con il “trofeo” di caccia (2017)

da L’Espresso, 11 settembre 2025

Vado in ferie per sparare agli animali.

Viaggi organizzati in Bosnia per la caccia illegale. Dove non esiste una vera tutela per le specie a rischio o limiti all’attività venatoria. “A rischio l’ecosistema di tutta l’Europa”. (Gianluca Liva)

viaggi venatori, spedizioni organizzate da cacciatori in cerca di prede oltre confine, stanno diventando sempre più diffusi, alimentati da normative più permissive e controlli meno rigidi rispetto a quelli italiani. Sommerso e poco documentato, questo fenomeno sfugge ai riflettori dell’opinione pubblica, pur avendo un impatto significativo sulla fauna selvatica. I Balcani sono tra le mete preferite per questa attività. In Bosnia ed Erzegovina, in particolare, la caccia ai volatili attrae un numero crescente di appassionati. Negli anni, però, è emerso il problema del modo con cui molti di questi turisti praticano la caccia, in contesti dove il confine tra passione e illegalità si assottiglia. Il risultato è un prelievo eccessivo che minaccia la biodiversità e mette a rischio le specie migratorie.

Ogni anno, almeno 160mila quaglie vengono abbattute illegalmente nei Balcani, circa il 3 per cento della popolazione europea. «Stimiamo che il 75 per cento della caccia alla quaglia in questa regione sia illegale», afferma Justine Vansynghel di Euronatur. «La distruzione del loro habitat, unita a questo bracconaggio di massa, rischia di portare la specie al collasso». I viaggi sono organizzati in collaborazione tra agenzie italiane e operatori locali dall’altra parte dell’Adriatico, i quali offrono servizi completi, tra cui pernottamento, guida locale e l’opportunità di praticare la caccia senza limiti. Ogni anno, in corrispondenza con i mesi delle migrazioni – tra settembre e ottobre – centinaia di cacciatori italiani si recano in Bosnia. «Arrivano sempre più numerosi, e sappiamo che utilizzano richiami illegali, ma coglierli in flagrante è difficile», racconta Nikola Ljuboja, ispettore della caccia a Livno, cantone della Federazione di Bosnia ed Erzegovina e meta di viaggi venatori. L’uso di richiami acustici elettronici, vietati in tutta Europa, è una pratica diffusa. Grazie a questi, gli operatori locali si assicurano che le prede siano numerose e che i clienti siano, di conseguenza, soddisfatti. Spesso questi dispositivi vengono rinvenuti nei campi, ma mancano prove per incriminare direttamente i cacciatori. Goran Topić, dell’Associazione Ornitologica “Our Birds”, spiega che la Bosnia è considerata un «mercato esotico» dai cacciatori stranieri. «Qui trovano ciò che nei loro Paesi non esiste più: abbondanza di selvaggina e poche restrizioni».

In Italia ogni regione stabilisce limiti specifici di capi che si possono cacciare a seconda del suo contesto ambientale e faunistico. È così che, per esempio, in una regione è possibile cacciare al massimo 25 uccelli al giorno, mentre in un’altra il limite è di 15. Quando, nei piani di gestione regionale, si vede che una specie è in sofferenza, il limite si abbassa di conseguenza. In Bosnia, d’altra parte, i carnieri dei cacciatori italiani ogni giorno si riempiono di centinaia e centinaia di uccelli.

«Ci sono soltanto alcune stime del numero di agenzie coinvolte nell’organizzazione di questi viaggi, ma non sappiamo quanti siano i clienti», ha dichiarato Massimo Buconi, presidente di Federcaccia, «di certo posso dire che si tratta di una pessima pratica che affligge le rotte migratorie e danneggia tutti noi». Le forze dell’ordine, in generale, hanno possibilità limitate per intervenire sul problema. La polizia di alcuni Paesi non ha le competenze minime in materia di caccia illegale e bracconaggio. Le risorse sono scarse, così come il personale a disposizione. Inoltre, in alcuni luoghi la corruzione è ancora molto diffusa.

In passato, varie indagini hanno messo in luce anche un lato poco conosciuto del turismo venatorio, legato al fenomeno del traffico di fauna selvatica. Nicola Pierotti, ex ispettore della Polizia Forestale Italiana, ricorda l’operazione “Balkan Birds”, che nel 2001 portò alla scoperta di un traffico illegale di uccelli protetti. «Scoprimmo che gli uccelli venivano nascosti in doppi fondi delle auto o trasportati in camion refrigerati. Sequestrammo dodici tonnellate di fauna selvatica, tra cui oltre centomila uccelli protetti, come tordi, allodole e migliaia di beccacce», racconta Pierotti, «nei Balcani ci sono aree private adibite alla caccia dove nessuno osa ficcare il naso, nemmeno le autorità. Inoltre, dalle intercettazioni telefoniche era emerso che, spesso, la caccia non è altro che un pretesto. Non era raro ascoltare conversazioni in cui si parlava dell’organizzazione di cene con ragazze con cui poter poi passare la notte».

Milan Ružić, della Società per la Protezione degli Uccelli della Serbia, parla senza mezzi termini di criminalità organizzata. «Chi viene a cacciare qui lo fa perché sa che può contare su complicità locali. C’è un intero sistema di corruzione che garantisce loro protezione». Il problema, spiega, riguarda tutta Europa: «Le specie che migrano non appartengono a nessuno Stato. Se in Lettonia o Polonia si investono milioni per la loro tutela e poi vengono sterminate illegalmente in Serbia, l’intero equilibrio salta».

Una certa visione della caccia, radicata in un’idea ormai superata di supremazia sull’ambiente, persiste in alcuni ambienti venatori. La fauna non è più considerata parte di un ecosistema da gestire con equilibrio, ma una risorsa da sfruttare. I cacciatori italiani che compiono questi viaggi alimentano un fenomeno che sfugge ai controlli e lascia un segno profondo sulla fauna e sui territori.

Questo articolo è stato realizzato con il supporto di Journalismfund Europe.

(foto Partido P.A.N., da pagina Facebook di Themi Perri, Ox Ranch, )

  1. Avatar di Pietro Paolo
    Pietro Paolo
    settembre 13, 2025 alle 12:11 PM

    I cacciatori Istudiati ci fanno sempre il pippone sulle regole stringenti della pratica venatoria, che loro rispettano da cittadini modello dicono, ci danno degli ignoranti in materia di legislazione sulla caccia e poi vanno a cacciare dove non ci sono regole??? Ecco questo è il loro vero ruolo…distruttori di biodiversità!! Scelto da questi signori con ostentato orgoglio.

  2. Avatar di Dario
    Dario
    settembre 13, 2025 alle 9:21 PM

    Questa gente mi fa ribrezzo, nausea… Non vorrei mai incontrarla per strada la nostra specie è dannosa e siamo tutti responsabili perché potremo opporci a queste nefandezze…

  3. Avatar di sergio
    sergio
    settembre 14, 2025 alle 8:33 PM

    e una vergogna ,c’è da piangere!!non ridere davanti a tanta brutalità verso animali indifesi!!e per questo che il mondo va a rotoli!!!spero che ci sarà giustizia per quei poveri animali davanti a dio!!!

  4. Avatar di Fede
    Fede
    settembre 14, 2025 alle 9:50 PM

    E’ tutto molto triste e preoccupante. Gente che per divertirsi uccide. Non c’è molto da commentare. Forse non c’è consapevolezza e cultura.

  5. Avatar di Franco
    Franco
    settembre 14, 2025 alle 10:58 PM

    Cacciatori Idioti inconsapevoli di esserlo oltre che rappresentare il meglio della vigliaccheria umana Proporrei non il divieto di caccia bensì il permesso di caccia ai cacciatori, i vigliacchi si convertirebbero tutti in un batter d’occhio

  6. Avatar di Gianni
    Gianni
    settembre 15, 2025 alle 10:05 am

    Vi siete chiesti perché gli italiani vanno sempre più a caccia all’estero? Perché in Italia si pagano le tasse per andare a caccia ma di fatto non ci sono più zone dove poter cacciare,ne fauna selvatica.A questo punto mi chiedo perché non si vieta la caccia su tutto il territorio nazionale visto che per il cacciatore italiano la caccia in Italia è solo una spesa. Ma sarebbe un mancato introito per lo stato e aumenterebbero ancora di più i cacciatori che porterebbero soldi all’estero. Non lamentiamoci se gli italiani vanno a fare stragi di selvaggina all’estero dove non ci sono regole perché la colpa di ciò è da imputare a chi ha messo tutte le restrizione venatorie in Italia sopratutto riguardo alla migratoria e ai troppi parchi nazionali.

  7. Avatar di MARIA ANDREELLA
    MARIA ANDREELLA
    settembre 17, 2025 alle 8:23 PM

    Una cosa intelligente da fare è firmare le petizioni per abolire la caccia, i cacciatori sono un numero sparuto e vecchio di trogloditi…una netta minoranza rispetto a chi la caccia non la tollera, la caccia va a braccetto col bracconaggio, con il commercio illegale di animali vivi e di trofei di animali in via di estinzione. Una mattanza insensata, una gratuita crudeltà verso creature innocenti e indifese, cosa c’è di sportivo nell’uccidere gli animali? E lo chiamano PRELIEVO, loro gli animali li prelevano come i soldi al bancomat…fregiandosi di essere i protettori della natura…morta!

  8. Avatar di Stefano Dallorto
    Stefano Dallorto
    settembre 18, 2025 alle 10:52 am

    vergogna quella non è caccia è strage,solo macabro desiderio di uccidere

  9. Avatar di costanza
    costanza
    settembre 18, 2025 alle 11:53 am

    l’orrore.

  10. Avatar di Giorgio
    Giorgio
    settembre 18, 2025 alle 12:44 PM

    Nella foto di apertura dove i cacciatori sardi si selfano con i cadaveri acquatici, noto con stupore che vi sono anche dei mignattai dove in Italia è spece protetta. Quello che più mi indigna è il fatto che all’estero tutto è permesso per il dio denaro è in Italia i cacciatori si lamentano per le tasse sulla caccia. Questa non è caccia è sterminio. Urge in Italia un referendum contro la caccia, ma i politici non sentono nelle orecchie questa parola.

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