Libidine sanguinaria calibro 12.


Portogallo, Azambuja, strage di Cervi e Cinghiali (dic. 2020)

Sorridono abbracciati e felici in mezzo a centinaia di Cervi e Cinghiali ammazzati.

La caccia sarebbe uno sport, un hobby, un modo per stare immersi nella natura.

Non c’è bisogno di molte parole per descrivere vicende sanguinarie come queste.

Gruppo d’Intervento Giuridico odv

Portogallo, Azambuja, strage di Cervi e Cinghiali (dic. 2020)

da La Stampa, 25 dicembre 2020

In Portogallo 16 cacciatori spagnoli uccidono 540 cervi e cinghiali, una strage che ha scatenato l’ira del governo: “E’ un crimine ambientale”.

Una coppia si mette in posa di fronte alla fotocamera. Alle loro spalle il cielo infuocato di un tramonto che saluta una giornata trascorsa insieme, divertendosi a fare qualcosa di bello, di piacevole. Ma quella che potrebbe essere la cartolina di un viaggio nelle festività di fine anno, magari da una spiaggia e un mare azzurro o da una montagna innevata, è invece una scena dell’orrore: quella coppia in posa sorride in mezzo una distesa di animali morti. Quelle persone sono due dei sedici cacciatori spagnoli che hanno fatto strage di cervi e cinghiali. Il tutto è avvenuto in Portogallo, in una zona di caccia al centro del Paese iberico.

Le foto del massacro degli animali selvatici non sono però passate inosservate, ma sono state postate e condivise centinaia di volte sui social, suscitando l’ira della popolazione, oltre alle denunce delle autorità che accusano i 16 cacciatori spagnoli di “crimine ambientale”.

E ora il caso potrebbe anche trasformarsi in un caso diplomatico tra Portogallo e Spagna: per il ministro dell’Ambiente portoghese, l’efferata uccisione di questi animali selvatici rappresenta un gesto “vile” oltre che un “crimine ambientale” da portare in tribunale. Secondo le informazioni diffuse dai media, il massacro è avvenuto in una fattoria della zona di caccia turistica di Torrebela, vicino ad Azambuja, a circa 40 km dalla capitale portoghese Lisbona, il 17 e 18 dicembre. In quell’area è consentito cacciare singoli animali, ma in questo caso pare sia morta la maggior parte della popolazione di cervi della zona.

«Le segnalazioni e le notizie in nostro possesso sul massacro indiscriminato di animali ci indicano che non ha nulla a che fare con la caccia, intesa come pratica che può contribuire al mantenimento della biodiversità e degli ecosistemi» ha dichiarato il ministro dell’Ambiente portoghese, annunciando l’apertura di un’inchiesta. La fattoria dove si sono svolti i fatti è un’area di 1.100 ettari totalmente recintata e murata, pertanto i 540 animali custoditi al suo interno non hanno potuto fuggire ai loro assassini.

Portogallo, Azambuja, strage di Cervi e Cinghiali (dic. 2020)

(foto da Partido P.A.N.)

  1. Pietro Paolo
    dicembre 27, 2020 alle 8:24 am

    Questo è il vero volto di questa gente, che ogni volta ci viene a pontificare con frasi dotte della caccia ci parlano di massimi sistemi, che loro sono i primi difensori dell’ambiente i veri equilibratori delle biodiversità e di continuare a portare avanti tradizioni ataviche insite nella natura umana con frasi piene di nulla, invece la verità è che tutti loro vorrebbero essere ritratti in quelle foto orgogliosi della loro parte
    di distruzione della terra, i cacciatori sono un corpo estraneo della società civile del mondo attuale, sono loro che devono essere limitati non i selvatici.
    Iniziamo dall’art.842 c.c.

  2. M.A.
    dicembre 27, 2020 alle 9:33 am

    Buongiorno,
    quanto accaduto in Portogallo è la classica monteria spagnola, l’equivalente di una riserva privata a pagamento italiana, una moderna azienda agroturistica venatoria o agrifaunistica venatoria, nulla di diverso. Da noi in Italia, grazie alla 157/92, sulla spinta di chi tuttora rompe le scatole con l’abolizione dell’842 del c.c. queste riserve sono nate e stanno nascendo come funghi. Nascono per soddisfare un bacino clientelare “pillanzoso” che si può permettere di spendere qualche migliaio di euro per l’accesso ad un parco giochi per sfigati. Tiratori che arrivano con SUV, in abiti firmati, ed armi costosissime che della bravura del cacciatore però non hanno più niente. Finché avrò le forze e l’interesse per la causa combatterò questo schifo. In tutta Europa, o quasi, la caccia è gestita da privati che allevano la fauna in riserve di svariati ettari, completamente recintate onde evitare che il loro “bestiame” possa fuggire. Nessuna utilità per la salvaguardia delle specie autoctone. Non ci sono corridoi biologici, non c’è uno scambio di individui e una naturale dispersione secondo la capacità portante. Insomma, sotto il profilo della gestione faunistica è una porcheria! Andare a caccia in una di queste riserve è come andare a pescare in una vasca da bagno con migliaia di pesci. Il bello della caccia oggi, così come la pesca, è cimentarsi grazie alle proprie competenze, conoscenze e abilità nella cattura di un animale selvatico, con gli strumenti che la legge ti mette a disposizione. Sai bene che per gli appassionati come me, la caccia è essenzialmente condivisione con un compagno di caccia di un’azione venatoria sudata che culmina eticamente con il consumo delle carni della preda, attraverso tutte le fasi della macellazione tramandata nelle generazioni. Si ritorna a casa spesso senza niente, ma anche quando capita, se si dovesse raggiungere l’incontro e si è goduto per quei minuti dell’azione venatoria dei propri cani terminata con una “padella” la soddisfazione è la stessa. Per arrivare a godere dello scovo dei tuoi cani e raggiungere l’abbattimento di un animale selvatico, serve lavoro, impegno, cani, esperienza, riconoscimento delle tracce degli animali, conoscenza delle loro abitudini, della loro etologia nella fuga e tante altre cose che in un ambiente recintato non esiste più. Uno sparatore collocato sopra un’altana con fucili che sparano a distanza di qualche centinaio di metri se non anche km, non deve avere nessun tipo di abilità in ambienti di questo tipo. Un animale che in Natura durante la fuga può percorrere distanze superiori ai 30 km, all’interno di questi recinti la sua fuga finisce dove incontra la rete. Che goduria e soddisfazione ammazzare un animale che ti arriva nei piedi perché obbligato da una rete. Non è caccia, è un crimine contro l’ambiente (non dubito che densità così alte di animali possano essere rischiose per lo sviluppo di agenti patogeni) ed è un crimine anche contro la Caccia.

    • dicembre 27, 2020 alle 11:37 am

      …anche questa è “caccia” e, a parte te e qualche altro cacciatore, dal mondo venatorio non si leva nemmeno un flebile sussurro di protesta.
      Buone Feste 🌈

      Stefano Deliperi

      • M.A.
        dicembre 27, 2020 alle 12:24 PM

        Come detto non è “caccia” ma una porcheria, una macelleria “eco-sostenibile”….E’ come entrare in un recinto dove sono stati confinati i maialetti per la macellazione armati di un coltello e compiacersi di essere riusciti ad ammazzarli…o come prendere un pollo da un pollaio per macellarlo o un coniglio da una gabbia per poi vantarsi sui social. Per me questo è la stessa identica cosa, ma su larga scala con animali che di selvatico hanno solo la pelliccia. Animali che non hanno possibilità di fuga, animali che hanno in parte perso la loro indole selvatica ricevendo il cibo dall’uomo in un ambiente chiuso. Animali che non dovendo spostarsi per km e km al fine di trovare cibo per la sopravvivenza non conoscono vie di fuga. I gestori, purtroppo, sono a casa loro, nelle loro terre, che allevano tutelati dalla legge la fauna per fare una volta all’anno queste mattanze. Per alcuni sarà una fonte di reddito, un business, ma per me è uno schifo ancor più se la morte di quegli animali non trova una giustificazione etica con la nutrizione.

        Buone feste

      • dicembre 27, 2020 alle 12:34 PM

        M.A., ripeto, è “caccia” anche questa e come tale è consentita e regolamentata. A tanti tuoi “colleghi” piace andare a caccia in riserve a pagamento, in Italia e all’Estero.
        E piace compiere massacri di questo tipo (vds. https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2014/01/22/cacciatori-italiani-e-sardi-in-particolare-si-distinguono-in-albania/).
        E, ripeto ancora, quasi assenti le critiche da parte del mondo venatorio.

        Stefano Deliperi

      • M.A.
        dicembre 27, 2020 alle 2:05 PM

        In parte puoi aver ragione, ma allo stesso tempo, per me è diverso. Qui si sta parlando di mattanze di animali dal peso di un quintale, allevati per lo scopo in riserve recintate. Non c’è etica. Il caso da te citato è caccia alla selvaggina migratoria, naturale. Ammazzare 550 ungulati, non è come ammazzare 200 tordi, o qualche decina di anatre seppur sembra una mattanza. Il nostro paese è la nazione forse più regolamentata in materia e spesso delle norme troppo stringenti, rispetto al panorama europeo agevola queste forme di turismo. Tutti gli sforzi di conservazione e di tutela fatti nel nostro pase, con limiti, divieti e modalità spesso sono del tutto vane, perchè gli animali tutelati qui, sono catturati senza norme in altri stati europei. Ad esempio, in Italia un cacciatore può abbattere un carniere massimo di 30 tordi in una giornata. Ammazzare 30 tordi non è come ammazzare 30 cinghiali. Magari per voi si, perchè indipendentemente che si tratti di tordi o di cinghiali sono sempre vite, ma per i cacciatori no. In termini di biomassa 30 tordi dal peso di circa 30 grammi corrispondono poco meno ad 1 kg di carne (quanto un pollo o un coniglio più o meno). Con 1 kg di tordi mangiano bene 3 – 4 persone (sia che siano preparati a taccula con il mirto, o arrosto allo spiedo sono molto buoni). 1 kg di tordi che corrisponde al carniere consentito è l’equivalente di un pasto. Un cinghiale di medie dimensioni peserà circa dai 30 ai 50 kg da noi. Un unico cacciatore che abbatte 30 cinghiali ha a disposizione dai 9 a 15 quintali di carne…ecco perchè certe mattanze sono insensate e eticamente ingiustificabili da tutti, cacciatori compresi. Sulla migratoria come abbiamo già detto più volte, servirebbero delle norme comunitarie e non condivise da tutti gli Stati interessati dal flusso migratorio di una specie, al fine di garantire norme omogenee per la conservazione. Allo stato attuale siamo molto lontani. Ne possiamo parlare per giorni, ma non è questo il post adatto.

        Rinnovo gli auguri a tutti.

    • Roberto
      dicembre 27, 2020 alle 3:17 PM

      Classico intervento di un cacciatore che si crede illuminato al di sopra di suoi colleghi separatori, in realtà siete tutti uguali, lei ha il piacere di uccidere un essere vivente così ci. E li hanno gli autori della carneficina a pagamento… Lei semplicemente toglie la vita ad un numero limitato ma rimane l’assurdo di divertirsi uccidendo, con l’illusione di avere un rapporto con la natura solo perché si alza all’alba e gira col suo cane tra le campagne, ma col fucile..una buona macchina fotografica sarebbe più soddisfacente.
      Altra sua illusione la ricerca dell’animale selvatico, la preda stanata dal cane e la sua capacità di colpirà. Ricordo, non a lei che fa finta di non saperlo, che la gran parte della fauna più ricercata sai cacciatori è “pronta caccia”, lepri, fagiani, pernici, quaglie, ecc. Allevate e liberate 15giorni prima dell’apertura dalle Province, come sparare ad una gallina, tra l’altro a spese della collettività. Comunque siete una categoria in via di estinzione, per fortuna.

      • M.A.
        dicembre 27, 2020 alle 4:32 PM

        Caro sig. Roberto, io sono sardo. La Sardegna è l’unica regione italiana che non si è piegata all’istituzione dei carrozzoni politici chiamati ATC, ambiti territoriali di caccia, in seguito all’entrata in vigore della legge 157 del 1992. In Sardegna la caccia non è stata “imprenditorializzata” dalla politica come avvenuto dappertutto. Pastori, manovali, muratori e molti cassaintegrati sono cacciatori al pari di avvocati, politici, medici o giudici. La caccia sarda non è cambiata nel corso degli anni ed è praticata da tutti coloro che conservano l’istinto venatorio, a cui è stata tramandata di generazione in generazione la passione per quest’arte. Da noi la selvaggina autoctona è stata conservata e nelle poche giornate di caccia concesse si caccia selvaggina, non “pollagina”. Per chi veramente è appassionato, la nostra campagna è un libro aperto. Non si effettuano lanci di pollame per compiacere i clienti che versano le esose tasse del sistema ATC, in cui la selvaggina viene lanciata come bene dice lei per compiacere qualche benestante annoiato. Certi video di caccia in cui si vedono i fagiani o le lepri pronta caccia che rincorrono i cacciatori scambiandoli per coloro che li hanno allevati, causano ribrezzo non solo agli “animalisti”. Qualora la caccia diventasse un passatempo perdendo il fascino del confronto con il selvatico, del suo studio, della sua etologia e si riducesse a una mera esecuzione di un animale inerme che non ha più l’istinto della fuga, appenderei lo schioppo. Sarebbe come sparare ad un barattolo. Pensi poi anche il sapore e la salubrità di quelle carni allevate con i classici mangimi per i polli. Niente a che vedere con la nostra selvaggina. Per il resto non commento oltre. Le ricordo che la preda uccisa è carne destinata a riempire un piatto al pari
        di un pollo o di una qualsiasi bistecca di maiale.

        Buone feste anche a lei.

      • Pietro Paolo
        dicembre 27, 2020 alle 8:30 PM

        Roberto hai ragione a dire che siano in via di estinzione, lo dicono i dati, oltre il 70% dei cacciatori è over 65 e in giro ci sono 20.000 ultraottantenni col porto d’armi venatorio, magari non gli hanno rinnovato la patente però hanno un arma in casa. I giovani giustamente non si appassionano alla caccia anche se è infiocchettata dalla categoria come un arte epica e leggendaria , è solo violenza gratuita senza alcuno scopo sociale ma solo demenziale violenza…

  3. capitonegatto
    dicembre 27, 2020 alle 9:55 am

    Non voglio ripetere le giuste parole di Pietro Paolo, ma mi chiedo : cosa se ne fanno di tutte queste bestie uccise ? Anche se il termine bestie si associa meglio a certi umani.

  4. Mara machtub
    dicembre 27, 2020 alle 11:51 am

    Che orribile schifo! Spiace ancor di più vedere una donna sorridente in mezzo al massacro.
    E le facce degli assassini potrebbero essere quelle di un nostro qualsiasi vicino di casa, pare gente normale, invece sono sub-normali da rinchiudere al buio per il tempo necessario a far loro comprendere appieno il significato della parola VITA. Sono cacciatori, razza che purtroppo non è ancora in via d’estinzione.
    Mi auguro che, anche sotto la pressione dell’opinione pubblica, il Portogallo li persegua penalmente, con la giusta durezza.
    Che vili individui: sparare ad animali indifesi che non possono fuggire. Mi ricordano gli stupidi pescatori “della domenica” su al nord, che fanno strage di trote nelle pozze d’acqua dove le poverette stanno rinchiuse affamate a migliaia, senza vie di scampo. E poi tornano a casa orgogliosi per la loro bravura. Che orribile schifo!

  5. LaGiraffa
    dicembre 27, 2020 alle 4:07 PM

    Che tristezza .. l’immagine di quelle bellissime, povere creature, uccise per gioco, fa veramente male e fa male pensare che al mondo esistano esseri umani (umani?) così stupidi e crudeli. Niente può giustificarli.

  6. Fabio Forti
    dicembre 27, 2020 alle 9:16 PM

    La caccia è regolamentata da rigorosi piani d’abbattimento eseguiti dai cacciatori abilitati attraverso appositi corsi di formazione e se non vengono completati, almeno all’estero (Slovenia, Austria, ecc) devono essere completati dalle guardie forestali per mantenere un equilibrio tra numero di capi e territori, oppure per casi di contenimento di infezioni come la rogna. L’allevamento di cervi o cinghiali per attività di macellazione o monterie, come in questo caso sono sullo stesso piano, così pure la destinazione della carne. Se si supportasse la filiera di commercializzazione della carne proveniente da abbattimenti selettivi si immetterebbero sul mercato tonnellate di carne ottima e magra riducendo l’inquinamento abnorme prodotto dagli allevamenti intensivi.

    • dicembre 27, 2020 alle 9:49 PM

      ..in Italia la caccia è disciplinata da leggi, pianificazione faunistico-venatoria (dove esiste) e calendari venatori. Eventuali piani di contenimento della fauna selvatica sono predisposti in casi di problematiche igienico-sanitarie o concernenti ritenute eccessive popolazioni di selvatici che potrebbero causare squilibri ecologici, spesso tutti da dimostrare.

      C’è chi li organizza (es. http://www.extremenadecazamenor.com/it/viaggi-venatori/caccia-monteria.html), c’è chi li apprezza, bastano soldi e un bel po’ di squallidità d’animo; per giustificare massacri quali quello di cui si parla necessita, invece, una straordinaria abilità di arrampicata sugli specchi.

      Stefano Deliperi

  7. Mirko
    dicembre 27, 2020 alle 9:53 PM

    Purtroppo questo succede dove la caccia non è regolarizzata, molti pseudocacciatori pagano cifre spropositate per abbattere animali pronta caccia cioè selvaggina immessa sul territorio appositamente a scopi venatori,questi fenomeni sono comunque sicuramente meno efferati dalle mattanze che tutti i giorni accadono nei mattatoi di tutto il mondo,il problema è che chi ha fatto questo non può definirsi cacciatore in quanto i cacciatori quelli veri non hanno bisogno e non possono uccidere tanti animali neanche in 10 anni di caccia,sia per via del limite imposto dalla legge e sia per i territori che ormai sono del tutto deturpati dalla civilizzazione che ormai non consentono alle specie di regnare come un tempo…attenzione a non infangare MAI la figura del cacciatore vero, persona che da sempre si è distinta per etica,onestà,amore per il territorio e tutela della fauna

  8. dicembre 27, 2020 alle 10:05 PM

    da The Portugal News, 22 dicembre 2020
    L’ICNF sospende la licenza per la zona di caccia di Torrebela dopo la macellazione di 540 animali.
    L’Istituto per la conservazione della natura e delle foreste (ICNF) sospenderà il permesso per la zona di caccia di Torrebela ad Azambuja, con effetto immediato, presentando al pubblico ministero la denuncia di un reato contro la conservazione della fauna. (https://www.theportugalnews.com/it/notizia/2020-12-22/licnf-sospende-la-licenza-per-la-zona-di-caccia-di-torrebela-dopo-la-macellazione-di-540-animali/57439)

    “L’ICNF sospenderà immediatamente la licenza di zona di caccia turistica di Torrebela (n. 2491-ICNF), a seguito dell’abbattimento di 540 animali in quell’azienda agricola circondata. Le indagini svolte dall’ICNF hanno permesso di raccogliere forti prove di non conformità da parte del concessionario della zona di caccia, in particolare quelle relative alla promozione e alla gestione sostenibile della fauna, tra gli altri fallimenti”, afferma la dichiarazione rilasciata dal Ministero dell’Ambiente e dell’Azione per il Clima.

    “Nel processo di indagine condotto dall’ICNF, al quale è coadiuvato da una brigata GNR/SEPNA, sono state raccolte forti prove di un crimine contro la conservazione della fauna durante una montatura tenutasi il 17 e 18 dicembre, alla quale hanno partecipato 16 cacciatori”, ha detto.

    Nella nota si legge che il Ministro dell’ambiente e dell’azione per il clima, João Matos Fernandes, chiederà anche al Consiglio nazionale della caccia di riflettere all’inizio dell’anno sulla pratica della monta in Portogallo.

    “E’ opinione del ministero che siano necessarie modifiche alla legge per evitare che si ripetano i terribili eventi che sono stati segnalati”, ha aggiunto.

    Il ministero sottolinea che “le notizie e le notizie sull’abbattimento indiscriminato degli animali a Herdade da Torrebela non hanno nulla a che vedere con la caccia, intesa come pratica che può contribuire al mantenimento della biodiversità e degli ecosistemi”.

    __________________________

    da TSF, 22 Dezembro, 2020
    AZAMBUJA. ICNF suspende licença da zona de caça de Torre Bela.
    Será avançada uma participação junto do Ministério Público sobre o abate de 540 animais no último fim de semana: https://www.tsf.pt/portugal/sociedade/icnf-suspende-licenca-da-zona-de-caca-de-torre-bela-13164222.html

  9. donatella
    dicembre 27, 2020 alle 10:30 PM

    Ma che vigliacchi! Che uomini schifosi!

  10. Luigi
    dicembre 27, 2020 alle 10:32 PM

    Non sono cacciatori….ma gentaglia…🤮

  11. Silvanos
    dicembre 28, 2020 alle 7:10 am

    Da cacciatore dico che è una vergogna.

  12. Rubino
    dicembre 28, 2020 alle 8:45 am

    Questi animali è gente che di cacciatore non ha niente e sbagliato avvicinarli al termine cacciatore. Il vero cacciatore è tutt’altro.

  13. Roberto
    dicembre 28, 2020 alle 9:01 am

    Le critiche dal mondo venatorio ci sono state eccome, solo che come sempre vengono nascoste. Come quando le associazioni di cacciatori si sono dedicati alla pulizia degli argini dei fiumi. O come quando hanno salvato migliaia di anatre rimaste intossicate da scarichi illegali… No per questo neanche una parola. Mentre gente nel quale nessun vero cacciatore si riconosce, viene etichettata come caccia. Forse secondo alcuni punti di vista, ma non di tutta una categoria, sopratutto quella che sta in italia.

    • Pietro Paolo
      dicembre 28, 2020 alle 10:49 am

      ti sei dimenticato delle parole spese dai cacciatori quando beccano i bracconieri come il “capo compagnia di caccia” dell’altro giorno, la finta Paradura dopo aver ammazzato l’asinella di Lo Cicero bei finti gesti di pulizia e restyling poi magari
      gli argini li pulite probabilmente per sparare meglio, e possiamo metterci i cacciatori vedette antincendio in Sardegna del cacciassessore Lampis mai visti! io abito in campagna in mezzo al nulla e cacciatori a fare prevenzione antincendio zero però a sparare si sono presentati subito appena consentito e qualche volta in orari pressoché notturni o sparare il cinghiale a settembre visto coi miei occhi quindi io vivo nella realtà poi voi volete dirci che siete unaltra cosa ma nella realtà siete i soliti che prendono più del consentito se nessuno se ne accorge e vi piace farlo.

    • dicembre 28, 2020 alle 3:50 PM

      quindi salvi l’anatra dagli scarichi per riempirla poi di pallini che se non la uccidono subito la lasciano storpia a vita…geniale!
      sai come possono rendersi utili subito e facilmente gli evoluti cacciatori? recuperando le milionate di bossoli sparati e sparsi ovunque in tutti i boschi della Sardegna!

  14. amico
    dicembre 28, 2020 alle 10:21 am

    Immagini vergognose e gente infame e vigliacca. Se sia caccia o meno a me poco interesse, Se vogliamo definirli cacciatori o meno poco mi riguarda. Sempre di massacro si tratta. Un unica precisazione, Sino a che non vi è stata una severa regolamentazione anche i “veri cacciatori” si sono spesso prodigati in azioni forse non identiche a queste ma molto molto simili. E’ solo il divieto e la paura della sanzione che li trattiene. Ricordo ancora le battute di anni fa in cui non ci si faceva scrupolo di uccidere quanto più possibile. Le calate dalla penisola di veri cacciatori che venivano nella nostra terra a distruggere quello che da loro avevano già estinto. Navi che partivano con gente carica di uccellagione morta. Ripeto solo le sanzioni fermano chi ha certi istinti.

    • M.A.
      dicembre 28, 2020 alle 11:30 am

      Caro amico, la 157/92 nacque per il motivo di cui parli tu: “legare il cacciatore al territorio” in modo da evitare quel nomadismo venatorio che spesso depredava tutto il Sud Italia tra gli anni ’70 e ’90, anni in cui era vivo ancora quel legame con la cultura rurale dell’epoca precedente, ma anni anche di progresso tecnologico (armi e munizioni) e benessere economico (lavoro e soldi).
      La caccia, che per tanti secoli prima era l’hobby esclusivo dell’aristocrazia, all’epoca era l’hobby più praticato dalla classe operaia. Se da una parte la legge è nata con buoni principi, è cresciuta male in questi 29 anni e sta morendo peggio. La scrematura del milione e mezzo dei cacciatori degli anni ’90 è avvenuta solo esclusivamente tramite il portafoglio. La caccia all’epoca tutelata anche dal PCI, anche se oggi è sovente accostare governi di centro destra come filo venatori, con le riforme post referendarie è stata per forza di causa maggiore abbandonata dalle classi sociali meno abbienti per ritornare a far parte delle classi sociali benestanti. Un calo costante dei cacciatori. La continua cementificazione, depauperamento degli habitat e frammentazioni dei boschi, ha costretto gli ATC ossia le istituzioni provinciali di stampo politico che si occupano della gestione venatoria, a creare il business del “pronta caccia” per giustificare le esose tasse degli iscritti. E via i lanci di lepri ungheresi, cinghiali dell’est Europa, minilepri, starne, quaglie e fagiani di importazione, con vere e proprie truffe economiche e danni al patrimonio faunistico, e all’ambiente stesso, abbastanza dimostrato dall’esplosione demografica degli ungulati. Come se non bastasse la legge permette la creazione di riserve private nate dappertutto e spesso nei territori più vocati dal punto di vista faunistico. Fortunatamente questo è un sistema che anno dopo anno sta collassando, non ci sono più clienti, perché manca un ricambio generazionale! Chiunque sia veramente un cacciatore deve provare ribrezzo per questo sistema qui. E quando non ci saranno clienti che a pagamento esercitano una determinata pressione venatoria su alcune specie, sia le istituzioni sub provinciali degli ATC, sia le Regioni, ma la stessa ISPRA andranno in tilt, fin quando lo Stato sarà obbligato a rivedere la 157/92 in funzione di una nuova legge più moderna che vieti totalmente queste porcherie. Ci sono già i primi segnali. ATC che stanno scomparendo per insostenibilità economica-finanziaria, tentativo delle Regioni di accorparli con leggi regionali che vengono ripetutamente cassate, e la stessa ISPRA che da il via libera per il proseguimento della caccia al cinghiale oltre i termini di legge, autorizzazione di piani di controllo, etc etc. E’ un sistema che sta morendo, o forse è già morto ma non se ne sono ancora resi conto.

      • amico
        dicembre 28, 2020 alle 6:51 PM

        Guardi la rispetto profondamente perchè esprime in maniera educata e motivata le sue argomentazioni. Io non sono a priori contro la caccia se fatta in una certa maniera. Credo la maniera in cui la intende lei. Però nella sua risposta mi ha dato sostanzialmente ragione. E’ stato necessario un intervento legislativo per bloccare un fenomeno diffuso che ha portato al rischio di estinzione di tante specie animali. Probabilmente se tutti i cacciatori vivessero simile attività come Lei non ci sarebbe bisogno di normative e divieti. L’uomo dovrebbe sapere auto regolarsi. Ma questo non è avvenuto e non avviene nella gran parte dei casi.
        Buona serata.

    • donatella
      dicembre 28, 2020 alle 4:31 PM

      Hai ragione Amico, altrimenti se non avessero un istinto sanguinario non si potrebbero spiegare queste foto : Sorridono abbracciati e felici in mezzo a centinaia di Cervi e Cinghiali ammazzati. E tenere su le teste di questi splendidi e regali poveri animali trucidati con tiranti per fotografarli e mostrare segni di trionfo, e se non avessero avuto fucili e piombo li avrebbero potuti uccidere? La caccia , inutile girare e rigirare la frittata, è questa , andare armati contro esseri inermi e sentirsi superiori e potenti, con la pretesa di insegnare a chi non vanno a caccia come si amano e proteggono gli “altri animali”

    • Pietro Paolo
      dicembre 29, 2020 alle 12:20 PM

      Amico scusami, il fatto di non essere a “priori contro la caccia” è quello che vogliono sentire i cacciatori da chi magari, non so se sia il tuo caso, non ci ha a che fare ogni stagione. Perché chi non è cacciatore, ma deve essere obbligato a subirla a casa sua da persone arroganti col fucile e non gentili e cortesi rispettosi di legalità e ambiente, come si descrivono loro, proprio non riesce a tollerarla ne a priori ne a posteriori.
      Ti invito quindi a vedere le decine di video,orgogliosamente postate dai cacciatori stessi di stragi al quanto orride sui social. Molto significativo è
      quello dell’asinella di Lo Cicero usato dalle associazione venatorie per far dire al poveretto , in una fantomatica telefonata di solidarieta’, che lui “non è contro la caccia a priori” dopo che piange disperato per la morte dell’asinella e vorrebbe probabilmente strozzare “amichevolmente” il cacciatore in quel momento. È veramente dannosa per l’ambiente e la biodiversità la frase “io a priori non sono contro la caccia” e i dotti cacciatori la riescono ad ottenere nelle persone che non hanno esperienza di una giornata di caccia per avere giustificazioni e alibi.
      Amico e amici se ancora non avete visto realmente dal vivo la caccia se volete veramente capire quanto questa sia straziante e orrenda per la preda e anacronistica e fuori dalla società civile fatevi un giro in campagna una giornata di caccia e poi sarete contrari a priori a posteriori e per sempre.

      • amico
        dicembre 29, 2020 alle 4:54 PM

        La mia era una frase rispettosa del modo di porsi del nostro interlocutore e comunque basata sull’idea che in uno stato libero sia necessario rispettare anche chi non la pensa come noi, Tutti gli estremismi sono sbagliati. I disastri della caccia li ho visti e credo sia abbastanza palese dal mio primo intervento, Se poi qualcuno vuole prendere spunto da quella frase per trarne conclusione che non sono le mie non credo che sia una mia responsabilità. L’arroganza dei cacciatori, il loro modo spesso di porsi li conosco e li ho visti. Se poi lei ritiene che la mia frase danneggi l’ambiente e la biodiversità io sinceramente non credo.

    • Pietro Paolo
      dicembre 29, 2020 alle 5:21 PM

      Amico ci mancherebbe che sia la sua frase che danneggia…nessun dubbio sul tuo ragionamento democratico e rispettoso delle opinioni di tutti, il problema è l’uso abuso che ne fanno i ns amici cacciatori. Io sono molto meno diplomatico . Cioè se gli lasci uno spiraglio un dito si prendono la gamba oltre il braccio tutto li.

      • M.A.
        dicembre 29, 2020 alle 6:54 PM

        Buonasera Pietro Paolo, non ho mai scritto per cercare l’approvazione di nessuno per giustificare quanto faccio nel mio tempo libero o ancor meno di convertire nessuno. Io pratico la caccia con una giustificazione etica e quando mi capita di interloquire su un argomento inerente la caccia o la gestione faunistica, espongo solamente la mia opinione senza offendere nessuno. Ti ricordo che oltre ad essere cacciatore sono anche un antispecista.
        La domanda che mi sono sempre posto è: è etico uccidere per nutrirsi? Io a questo quesito ho sempre risposto affermativamente. Curiosamente, ho visto un documentario su RAI 2 una decina di giorni fa che ha rafforzato la mia teoria. Ci sono prove scientifiche sulla nostra evoluzione, è di come il consumo di carne abbia influito pesantemente in questo percorso. E’ stato veramente bello osservare gli esperimenti sulla masticazione effettuata in laboratorio attraverso i teschi degli ominidi.
        Si, noi siamo onnivori di conseguenza esistiamo anche per mangiare carne e questo mi basta per affermare che è lecito anche cacciare (o pescare), ossia procurarsi la carne (o il pesce). Poi per quanto riguarda la sostenibilità possiamo parlarne per giorni, e sicuramente entrambi sfoceremo alla medesima conclusione che dovremo tutti rivedere la nostra dieta. In futuro a quanto pare si arriverà alla carne sintetica per sfamare la popolazione. Potrei restare anche anni senza mangiarla ma quando mi capita la selvaggina nel piatto l’apprezzo tantissimo, ancor più del pollo o della bistecca di maiale. La bellezza della caccia per me, lo ripeto, è la condivisione dell’azione raggiunta grazie alla mia abilità nel ricercare la preda, utilizzando le mie conoscenze. Per questo motivo ho sempre condannato chi va e spara con i fari la notte, chi mette lacci, chi usa reti e mi sottrae di godermi l’azione di caccia, eliminando animali in modo meschino. Delle pratiche senza etica e senza senso. Io non sono né un cecchino né un tiratore. Spesso la preda vola o corre via, ma quando cade… finisce nel piatto. Poi sulle sofferenze che causo agli animali non mi trattengo tanto, ma ritorniamo sempre li. Ti domando: se una preda può morire per giustificare l’alimentazione di un animale, essendo antispecista ed avendo gli stessi diritti e doveri di un altro animale, perché non può morire per giustificare la mia? Tutti siamo nati per morire e moriamo per far vivere qualcun altro. Sulla sofferenza posso dimostrarti che quella causata da me è senz’altro inferiore per la preda, rispetto a quella che proverebbe la stessa se ammazzata per soffocamento tramite artigli o zanne, ma non è il post adatto.

        Buone feste anche a te.

      • dicembre 29, 2020 alle 7:24 PM

        qua si finisce in “profondissima filosofia”, ma per tornare alla basica realtà dal ragionamento di sopra, sembra che una preda finita sotto gli spari di un cacciatore debba magari pure ringraziarlo “perchè poteva anche finire ben peggio! magari sotto le grinfie di qualcun altro più crudele e cattivaccio!…” eh?, ma che è, benaltrismo in salsa venatoria? “se non prendevo io la raccomandazione la prendeva qualcun altro, quindi è giusto così”, “sono contento che la mia auto sia stata solo vandalizzata, perchè magari qualcun altro poteva anche incendiarla! ora cerco il vandalo e lo ringrazio”, di baggianate similari potrei andare avanti all’infinito….bando alle ciance e alla filosofia da 4 soldi, la differenza tra gli esseri umani e gli altri animali non è nella basica vita materiale ( sia loro che noi viviamo, ci nutriamo, soffriamo e moriamo) ma perchè gli uomini sono consapevoli del loro essere (sulla terra, nell’universo e pure potenzialmente in una dimensione “altra”) ma anche perchè possono scegliere! sempre! gli animali no! seguono quasi esclusivamente l’istinto, impulso che noi già da diverso tempo dovremo aver relegato nel cervelletto, area che dovrebbe essere ben ben controllata e gestita dal restante cervello, ma che per molti esseri umani è purtroppo ancora fulcro di ogni scelta e azione….

      • M.A.
        dicembre 29, 2020 alle 8:05 PM

        Ma infatti Carlo, si può scegliere. Io scelgo di nutrirmi anche di carne, ancor meglio di selvaggina. E’ etica la mia scelta? Secondo me si, e su ho esposto il perché. Ma secondo te, è più etica la mia filosofia, uccido dunque mangio, o quella dell’onnivoro medio, mangio ma non uccido e condanno chi lo fa?? Ho un infinito rispetto per chi è coerente con la sua filosofia e la sua etica. Ho diversi amici vegani che mi rispettano. E io rispetto loro. Uno di questi anni fa mi disse: ” mi rendo conto che è una dieta particolare e che devo integrare con integratori in formato pastiglia, ma non avendo il coraggio di fare ciò che fai, io sto bene così.” Ho apprezzato molto più lui, e chi come lui, a differenza di chi si erge su un piedistallo per buonismo, puntandomi il dito e dipingendomi come un essere spregevole per aver ucciso un coniglio o un cinghiale catturato a caccia, da chi magari poi a cena ha anche la fettina nel piatto.

        Buone feste anche a te.

      • dicembre 29, 2020 alle 9:20 PM

        Vabbe… Il mio discorso sulla scelta non era evidentemente focalizzato a quello che mangi ma sulle differenze tra uomini e animali e dei conseguenti famosi ” diritti e doveri” che tu indichi di sopra e che evidentemente proprio perché noi abbiamo potere di scelta non possono minimamente essere messi sullo stesso piatto ne usati come scusante per ogni nostra azione nei confronti degli animali stessi:NON abbiamo gli stessi diritti e doveri degli animali quindi, anche perché oltretutto siamo su un versante ben più forte e abbiamo un potere senza pari, oggi, nei confronti di qualsiasi animale sulla faccia della terra, quindi abbiamo maggiori responsabilità e di conseguenza maggiori doveri (che è il tordo che causa il surriscaldamento del pianeta? O è il polpo che ha riempito i mari di plastica?? O magari è la garzetta che ha sotto mano la famosa valigia con dentro il comando per attivare la guerra nucleare???) . Potere che un uomo saggio gestisce con umiltà, mentre un uomo immaturo o confuso sfoga a vanvera alla ricerca di quella breve scossa di adrenalina che gli fa credere di essere dio per neanche giusto dieci secondi…

  15. LUIGI
    dicembre 28, 2020 alle 10:22 am

    Nessun “crimine ambientale” ma questione di gran cattivo gusto sbandierare una tal mattanza di animali allevati brado in una “monteria” ma siamo ormai rassegnati al fatto che anche testate di livello nazionale sbattano lì notizie a caso senza neppure verificare di cosa stiano parlando. E purtroppo non è neanche la prima volta pure per il Gruppo d’intervento giuridico!

    • dicembre 28, 2020 alle 12:35 PM

      se avesse avuto la pazienza di leggere l’articolo, avrebbe potuto apprendere che di “crimine ambientale” ha parlato il Ministro dell’ambiente portoghese, che, con tutta evidenza, ha conoscenza del diritto portoghese meglio di me e di lei.
      L’Istituto per la conservazione della natura e delle foreste (ICNF) sospenderà il permesso per la zona di caccia di Torrebela ad Azambuja, con effetto immediato, presentando al pubblico ministero la denuncia di un reato contro la conservazione della fauna (vds. https://www.tsf.pt/portugal/sociedade/icnf-suspende-licenca-da-zona-de-caca-de-torre-bela-13164222.html).
      Noi del GrIG ci documentiamo, lo faccia anche lei prima di commentare.

      Stefano Deliperi

      • M.A.
        dicembre 28, 2020 alle 1:08 PM

        Conveniamo tutti, cacciatori e non che la monteria è un obbrobrio etico. Ma che il governo portoghese etichetti un’attività legale, autorizzata dalle sue leggi come “crimine ambientale” mi infastidisce. La questione ha causato scalpore mediatico a livello internazionale e il governo con le lacrime da coccodrillo sta cercando di uscirne moralmente pulito. Ma di che reato contro la conservazione della fauna parlano, come si può considerare un animale allevato e immesso in una riserva recintata come patrimonio faunistico?? E’ come se lo Stato si arrogasse il diritto di annoverare il bestiame (mucche, pecore, agnelli…) di un privato allevati in campagna allo stato brado nei terreni di proprietà come patrimonio faunistico. E’ un sistema malato che dovrebbe essere abolito.

      • dicembre 28, 2020 alle 1:15 PM

        ..di “crimine ambientale” ha parlato il Ministro dell’ambiente portoghese, che, con tutta evidenza, ha conoscenza del diritto portoghese migliore della nostra.
        L’Istituto per la conservazione della natura e delle foreste (ICNF) sospenderà il permesso per la zona di caccia di Torrebela ad Azambuja, con effetto immediato, presentando al pubblico ministero la denuncia di un reato contro la conservazione della fauna (vds. https://www.tsf.pt/portugal/sociedade/icnf-suspende-licenca-da-zona-de-caca-de-torre-bela-13164222.html).
        Che cosa si può dedurre? Che quanto accaduto “eccedeva” – se non vogliamo usare altri termini – quanto consentito dall’autorizzazione rilasciata (n. 2491-ICNF) ai gestori della “carnicerìa”.
        Questi sono i fatti, il resto sono considerazioni soggettive sulle quali ci possiamo trovare d’accordo o meno.
        Personalmente penso che sia una porcata ingiustificabile, da qualsiasi punto la si voglia vedere.

        Stefano Deliperi

      • dicembre 28, 2020 alle 2:47 PM

        nella nostra regione il cinghiale e il cervo sono presenti in numero congruo o no?
        perchè da noi in Sardegna situazioni come quelle di sopra per fortuna non mi risulta avvengano, ma mi risulta esistano allevamenti di cinghiali e cervi fatti dalla forestale in aree adiacenti a zone di massiccia attività venatoria
        E quando ogni tot si aprono le recinzioni per far uscire dalle aree protette tutti gli esemplari cresciuti in semi cattività…. ci sono ben subito pronte tante fantastiche doppiette sarde a celebrare questa nuova “libertà” dei simpatici quadrupedi !

      • Mara machtub
        dicembre 28, 2020 alle 4:24 PM

        GRANDE!

  16. Pragmatico
    dicembre 28, 2020 alle 3:04 PM

    Facile fare la voce grossa con i semplici cittadini ed essere Pavidi con le multinazionali della carne e del pesce!
    Mai una lamentela sulla carne e pesce serviti nei fast food o nei banchi frigo zeppi dei supermercati!
    La Coerenza non stà di casa evidentemente!

    • dicembre 28, 2020 alle 4:16 PM

      ..è davvero affascinante vedere quanti anonimi miserabili affollano internet. Il GrIG non è un’associazione vegana, nemmeno nazi-vegana, ritiene la tolleranza un valore, ma non tollera l’illegalità. Per la comprensione della stupidità, inoltre, si rivolga altrove.

      Stefano Deliperi

      • Mara machtub
        dicembre 28, 2020 alle 4:25 PM

        GRANDISSIMO!

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