La Pineta di Villetta Barrea va salvaguardata senza inutili tagli boschivi.
Ma che senso ha tagliare centinaia di alberi per “tutelare” una pineta?
E’ quanto si vorrebbe fare nella Pineta Zappini di Villetta Barrea (AQ), ma non convince proprio.
L’importanza della Pineta Zappini.
In Abruzzo, fra i tanti, esiste uno dei più pregevoli gioielli ambientali dell’Appennino e va difeso da interventi decisamente discutibili.
La Pineta di Pino nero conosciuta come Pineta Zappini emerge quale popolazione relitta dell’ultima glaciazione. La sua esistenza, lungo le pendici del Monte Mattone, è citata in atti risalenti ad almeno il XVII secolo.
Si tratta di un ecosistema strutturato e fondamentale all’interno dell’area naturale protetta, ospitando specie animali e vegetali, importanti, uniche, endemiche e a volte rare: in estrema sintesi l’Orso marsicano (Ursus arctos marsicanus), lo Scoiattolo meridionale (Sciurus meridionalis), il Tasso (Meles meles), la Martora (Martes martes), il Picchio di Lilford (Dendrocopos leucotos), Artropodi indissolubilmente legate ai Pini, diverse Orchidee del genere Orchis, Aceras, Limodorum, Cephalanthera, Epipactis.
La Pineta insiste su una struttura geologica delicatissima. Un qualsiasi intervento invasivo e non ponderato, potrebbe determinare un grave dissesto, con grave rischio per il sottostante centro abitato di Villetta Barrea.
In una parte del sito, che dovrebbe essere interessato di tagli boschivi, insiste una enorme frana che, guarda caso, è stata ricolonizzata proprio dai Pini neri, certo non per intervento umano. In assenza di copertura boschiva, il terreno già di per sè delicato, rimarrebbe esposto agli effetti degli eventi meteorici.
Le norme di tutela.
La Pineta Zappini rientra nel parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e rientra nella zona speciale di conservazione (ZSC) “Parco nazionale d’Abruzzo” (IT1100205) e nella zona di protezione speciale (ZPS) ”Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise”, ai sensi delle direttive n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e seminaturali, la fauna e la flora e n. 09/147CE sulla salvaguardia dell’avifauna selvatica.
Il progetto di diradamento della Pineta e le alternative.
I tagli boschivi previsti in un discutibile intervento di prevenzione antincendio costituiscono un serio pericolo ambientale e per la difesa del suolo.
Il programma sostenuto da fondi comunitari “PARCHI PER IL CLIMA 2019 Tipologia IV – Interventi per la gestione forestale sostenibile, Categoria I – Interventi di gestione ‘Interventi di riduzione del rischio di incendi boschivi – Pineta di Villetta Barrea (AQ)’”, è promosso dall’Ente Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e comporta il taglio di almeno 3.400 esemplari adulti su una superficie complessiva di 15 ettari di Pino nero (Pinus nigra subsp. nigra var. italica) nella Pineta Zappini.
Sembra che il ricavato sia di 750-800 tonnellate di legno per un valore di 11-12 mila euro: ben poco per un ipotizzabile danno ambientale di notevoli proporzioni.
La dichiarata finalità è quella di prevenzione antincendio per il centro abitato di Villetta Barrea.
Gli alberi tagliati non bruciano, ma vi sono metodi alternativi per difendere il bosco e i paesi vicini:
a) realizzazione di un sistema di monitoraggio continuo, tramite una rete di telecamere con segnali di allarme;
b) potenziamento della struttura della Protezione Civile locale, già in parte attrezzata per le emergenze;
c) aumento del personale di sorveglianza attiva;
d) stoccaggio di moduli contenenti liquido ritardante;
e) possibilità di utilizzare, nel deprecato caso di evento, la notevole riserva d’acqua del vicinissimo Lago di Barrea;
f) valorizzazione naturalistica e culturale di un bosco che rappresenta un unicum nell’Appennino, anche per sensibilizzare i fruitori ad una frequentazione attenta e rispettosa.
Le azioni legali in difesa della Pineta Zappini.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha raccolto le preoccupatissime segnalazioni di residenti, esperti, personalità del mondo scientifico, sfociate anche in una petizione popolare, e ha inoltrato (4 settembre 2022) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti ai Ministeri della Cultura e della Transizione Ecologica, alla Regione Abruzzo, all’Ente Parco nazionale d’Abruzzo,Lazio e Molise, alla Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Aquila, al Comune di Villetta Barrea, ai Carabinieri Forestale, con l’obiettivo di evitare dei tagli boschivi che appaiono tutt’altro che necessari e, per giunta, dannosi.
Le prime risposte sono state improntate al moderato ottimismo: la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Aquila aveva comunicato (nota prot. n. 13612 del 7 settembre 2022) di non aver rilasciato alcuna autorizzazione o parere in favore del diradamento della Pineta.
Ed essendo la Pineta tutelata con vincolo paesaggistico anche frutto di specifico provvedimento di individuazione dell’area (D.M. 14 ottobre 1977), senza il parere favorevole della competente Soprintendenza allora non si poteva legittimamente tagliare nemmeno un albero. Ora, dopo il decreto-legge n. 104/2023, convertito nella legge n. 136/2023, l’autorizzazione paesaggistica non è più necessaria qualora il taglio sia approvato secondo la normativa forestale e le altre normative ambientali vigenti.
In seguito, comunque, la Soprintendenza ha fornito il proprio parere positivo (nota prot. n. 12276 del 23 agosto 2023) in quanto il “progetto prevede la riduzione del carico di combustibile e del rischio di incendio delle aree boschive limitrofe all’abitato di Villetta Barrea”.
Ovviamente se gli alberi vengono tagliati, non bruciano.
Il 10 agosto 2023 è stata anche avviata, su istanza dell’Ente Parco, la procedura di valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A.), necessaria in quanto l’area rientra nella Rete Natura 2000.
Con atto del 29 settembre 2023 sono state inoltrate osservazioni da parte del Comitato civico di Villetta Barrea, da Mountain Wilderness Italia, dal Comitato per la Bellezza, dal Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), dal GUFI, dal Centro Parchi Internazionale, dalla Società Italiana di medicina forestale, dalla Società Italiana per la Storia della Fauna Selvatica, nonché da decine di personalità del mondo scientifico e culturale, fra cui Dacia Maraini, Franco Pedrotti, Franco Tassi, Vittorio Emiliani, Bartolomeo Schirone.
Sarebbe ora che un po’ di sano buon senso si manifesti anche da parte delle Amministrazioni pubbliche competenti.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
da Il Fatto Quotidiano, 1 novembre 2023
Contro gli incendi (che non ci sono), il Parco Nazionale d’Abruzzo vuole tagliare i pini protetti di Villetta Barrea. Maraini: “Illogico”. (Vincenzo Bisbiglia)
“È il momento in cui bisogna piantare gli alberi, non tagliarli. Ci sono persone di Villetta che si stanno battendo e io sono con loro”. La poetessa e scrittrice Dacia Maraini conferma al Fatto di essere la prima, oltre che la più nota attivista in una vicenda proveniente dall’Appennino centrale e che, come avvenuto per la morte dell’orsa Amarena, rischia di far saltare sulla sedia gli ambientalisti. Il Parco Nazionale d’Abruzzo, tra i più importanti d’Italia, ha infatti deciso il taglio di ben 3.410 pini neri (circa 15 ettari) nella pineta di Villetta Barrea, piccolo angolo di paradiso al confine tra Abruzzo, appunto, Lazio e Molise. Un intervento previsto nell’ambito di un progetto di prevenzione degli incendi boschivi, ratificato proprio da una delibera del Comune di Villetta Barrea (appena 602 abitanti in provincia dell’Aquila) il 6 luglio 2022.
L’abbattimento ragionato degli alberi per prevenire gli incendi, va detto, è una pratica molto comune. Qui però il tema è che il cosiddetto pinus nigra è una specie floristica autoctona e dunque protetta. Della “famosa pineta di Villetta Barrea” si parla sui principali blog di settore, ma soprattutto all’articolo 21 del regolamento del Parco che al comma 7, lettera d, esclude dal taglio “i nuclei spontanei di Pino nero”. Anche perché, come sottolinea l’Ispra, il terreno circostante è caratterizzato da una frana di primo livello, che la pineta aiuta a trattenere. Quindi il parco vuole abbattere un pezzo di bosco che il parco stesso fino a un anno fa diceva di voler di preservare. “Si tratta di un intervento chirurgico limitato ai 50 metri sul lato strada”, spiega il direttore del Parco, Luciano Sammarone, che aggiunge: “Non c’è alcun regolamento approvato, perché manca il piano, ancora incagliato dalla burocrazia delle regioni Abruzzo e Lazio”.
Documenti alla mano, nella relazione tecnica del progetto esecutivo si afferma che l’esigenza “di intervenire in queste aree nasce dal fatto che esse sono al bordo di viabilità ordinaria” e si rileva che “la pineta si trova a strettissimo contatto con l’area urbana e c’è anche un elettrodotto che interessa la pineta nella sua fascia più bassa”. Insomma, bisogna proteggere strade, case e, soprattutto, l’elettrodotto, per il quale si lavora all’ammodernamento. Tra i pareri positivi al progetto, oltre a quello della Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Aquila, c’è quello dell’Università della Tuscia, che però “raccomanda di eliminare tutti i pini isolati attualmente presenti nella prateria e nel ginepreto perché sono quelli che più disseminano e più minacciano quindi la scomparsa della comunità di prateria”. Insomma, meglio i ciottoli del bosco. “Si tratta di pini piccoli, in media 15 centimetri di diametro – dice Sammarone al Fatto -. Quella interessata dall’intervento non è la pineta storica, che si trova più a monte. Gli alberi arrivano fino alle case, si tratta di un intervento indispensabile per ridurre il rischio di incendi”. Proprio per i piani antincendio, l’ente Parco ha ricevuto dal ministero un finanziamento, proveniente di fondi Ue, di 3,5 milioni di euro, di cui 250mila euro destinati alla pineta di Villetta Barrea. Nella relazione esecutiva si fa cenno alla destinazione degli alberi tagliati, la “biomassa da cippato” e “materiale di imballaggio”. La centrale a biomasse più vicina è quella di Pescasseroli, ma si tratta di un settore che attrae molti investimenti in zona, tra cui quelli dell’Enel che, come raccontato anche dal Fatto il 12 settembre scorso, ha in ballo un progetto da 500 milioni di euro proprio a pochi chilometri in linea d’aria da Villetta, sui Monti delle Mainarde, a cui – va detto – i vertici del Parco nazionale per ora hanno dato parere negativo. “Sarebbe meglio che il legno venisse utilizzato per il comparto dell’artigianato, piuttosto che gettato in discarica a un prezzo irrisorio”, dice ancora Sammarone.
Il “pino gate” in Abruzzo è diventato caso. Dacia Maraini, che proprio a Villetta è ormai di casa, è incontenibile: “Per prevenire gli incendi quindi cosa facciamo, tagliamo tutti i boschi del mondo? Non è logico. Gli alberi sono l’unica nostra salvezza, vanno piantati dappertutto, anche in città. Gli incendi si prevengono curando i boschi, bisogna controllarli, anche con la tecnologia. Ci sono persone di Villetta che si stanno battendo e io sono con loro”. E il dossier ora è finito sulla scrivania di un importante giurista italiano, Paolo Maddalena, vice presidente emerito della Corte Costituzionale. “Chiedere un contributo ministeriale per abbattere degli alberi non sta in piedi – dice -. Secondo le tabelle regionali, quella è una zona in cui il rischio incendi è molto basso, non il rischio frane che è altissimo. Questo progetto viola l’obiettivo del direttore del Parco e per questo presenta forti profili di illegittimità”. Franco Tassi, storico direttore del Parco dal 1969 al 2002, è il più arrabbiato: “Vi assicuro che gli alberi abbattuti saranno oltre 10.000, perché ogni arbusto che viene giù se ne porta almeno altri due. È assurdo che sia il Parco a promuovere queste azioni: l’Ente dovrebbe proteggere il bosco, non smantellare l’ecosistema”. La battaglia è appena iniziata.
(foto A.N.S.A., da mailing list ambientalista, Raniero Massoli Novelli, S.D., archivio GrIG)
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- Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.)
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- direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora
- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
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- normativa regionale sulla caccia (l.r. Sardegna n. 29/1998 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sulle aree protette (legge n. 394/1991 e s.m.i.)
- legge quadro regionale sulle aree protette (l.r. Sardegna n. 31/1989)
- normativa sul diritto all'informazione ambientale (decreto legislativo n. 195/2005)
- normativa nazionale sull'elettrosmog (legge n. 36/2001 e s.m.i.)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico ad alta frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico a media-bassa frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- normativa nazionale sugli usi civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i.)
- regolamento attuativo in materia di usi civici (regio decreto n. 332/1928 e s.m.i.)
- normativa regionale sugli usi civici (l.r. Sardegna n. 12/1994 e s.m.i.)
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Marganai 2 solo che ora non c’è piu il doppio vincolo paesaggistico..
Dopo 40 anni di lotta antincendi boschivi, credo di poter parlare con cognizione di causa sulla decisione di tagliate alberi nella pineta di Villetta Barrea in funzione antincendi.
Non conosco l’estenzione complessiva della pineta, ma tagliare 3.400 piante rappresenta sicuramente molto meno dell 1% degli esemplari presenti in quel bosco.
Non è così che si combattono gli incendi boschivi, specie in un bosco di alto pregio naturalistico.
Qualora un incendio dovesse sciaguratamente interessare quella pineta, solo potenti e numerosi mezzi aerei potrebbero governare la situazione, il personale di terra dovrebbe solo scappare per non rimanere intrappolato nelle fiamme. I Tragici morti in Sardegna degli anni scorsi ci dicono come vanno queste cose.
E non sarà certo lo sfoltimento dell’ 1 % della massa legnosa a fermare l’incendio.
Opportuno invece sarebbe effettuare un’attiva vigilanza nel periodo estivo, magari fatta da volontari di Villetta Barrea, dotare il Paese di mezzi antincendi (necessari nella seconda fase dell’incendio), predisporre punti d’acqua intorno al complesso boscato necessari per il continuo rifornimento degli elicotteri.
Solo queste iniziative potrebbero evitare una catastrofe o limitare i danni di un eventuale incendio.
Per gli addetti ai lavori fanno ridere gli interventi proposti da gente che non ha mai visto un fuoco né tantomeno averlo combattuto.
Cesario GIOTTA
ex Sott.le Forestale