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Olimpiadi invernali Milano – Cortina 2026: deve esser fatta la procedura di valutazione ambientale strategica, per evitare scempi ambientali e sprechi di denaro pubblico.


bosco sotto la neve

Le XXV Olimpiadi invernali Milano – Cortina d’Ampezzo 2026 sono certamente una grande manifestazione sportiva e anche un’occasione per la ripresa economico-sociale dopo i disastri determinati dalla pandemia di coronavirus Covid-19.

Tuttavia è bene mettersi in testa una volta per tutte che non possono essere l’ennesima occasione italica per realizzare scempi ambientali e sprechi di ingenti fondi pubblici.

Invece pare proprio che siamo su questa strada.

Uno dei modi più efficaci per prevenire scempi e sprechi è lo svolgimento della procedura di valutazione ambientale strategica (V.A.S.) concernente l’intero complesso di opere e interventi rientranti nel programma per la realizzazione della manifestazione sportiva.   Procedura che – per legge – deve accompagnare e migliorare qualsiasi programmazione e pianificazione.

Eppure, finora, nessuna procedura di V.A.S. è stata avviata.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha, così, inoltrato una nuova specifica istanza alle Amministrazioni pubbliche competenti (Ministeri della Transizione Ecologica e della Cultura, Regioni Lombardia e Veneto, Province autonome di Trento e di Bolzano) perché venga finalmente avviata la necessaria procedura di V.A.S.

E’ stata informata la Commissione europea.

Non c’era, quindi, ancora il programma complessivo degli interventi, tuttavia “è indubbio che il ‘Piano dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026, insistente sui territori delle Regioni Lombardia e Veneto, nonché delle Province autonome di Trento e di Bolzano’… dovrà essere sottoposto alla procedura di sostenibilità ambientale di piani e programmi (VAS) …  e alla procedura di valutazione di incidenza ambientale”, come previsto anche dal relativo Dossier di Candidatura.

Il Ministero della Transizione Ecologica – Direzione generale per il Patrimonio Naturalistico aveva informato (note prot. n. 60561 del 7 giugno 2021, n. 36778 del 7 aprile 2021, n. 10271 del 9 maggio 2019) che stava curando “la trasmissione alla Commissione europea delle misure di compensazione per interventi per i quali la valutazione di incidenza sia giunta a conclusioni negative, ai sensi dell’art. 6, paragrafo 4, della direttiva 92/43/CEE” perché “tra le nuove opere previste per le Olimpiadi 2026 rientra anche la costruzione di una pista da bob a Cortina sul tracciato della preesistente pista Monti, chiusa nel 2008 e ora in rovina”.

Inoltre, se da un lato “la pista di bob in esame risulta esterna ai siti della rete Natura 2000 ed in generale al sistema delle aree protette e tutelate, tuttavia, come è noto, l’area di Cortina è oggetto di diversi interventi connessi alla realizzazione della infrastrutturazione necessaria allo svolgimento dei Mondiali di sci e delle Olimpiadi invernali del 2026, molti dei quali con impatto significativo sui siti Natura 2000 e nello specifico sulla ZSC IT3230017 ‘Monte Pelmo – Mondeval – Formin’”.

Fra i diversi interventi “all’interno di siti della rete Natura 2000, alcuni hanno infatti comportato o comporteranno la necessità di attuare la procedura di deroga prevista dall’art. 6, paragrafo 4, della Direttiva 92/43/CEE ‘Habitat’, a seguito di valutazione di incidenza conclusa con esito negativo;

tra questi:

• Progetto di fattibilità tecnica ed economica intervento (E1) pista da sci alpino “Lino Lacedelli” – Cortina d’Ampezzo. Notificato alla Commissione europea ai sensi dell’art. 6, paragrafo 4, con nota di questa Direzione Generale PNM 10971 del 09.05.2019;

• Realizzazione di una nuova cabinovia ‘Son dei Prade – Bai de Dones’ L3N1, in comune di Cortina d’Ampezzo (BL): per tale intervento l’iter di cui all’articolo 6, paragrafo 4, è stato avviato da codesta Regione del Veneto con nota prot. 259737 del 01.07.2020 ma la trasmissione alle CE non è stata ancora perfezionata in quanto questa Direzione Generale è ancora in attesa di acquisire tutte integrazioni richieste con nota 57097 MATTM del 22.07.2020. A detta richiesta si è avuto infatti solo parziale riscontro da parte della Direzione Turismo regionale, con comunicazione prot. 304701 del 31.07.2020, nella quale è stata specificata la necessità di tempi istruttori supplementari per il completamento della documentazione richiesta, ed in particolar modo dell’aggiornamento complessivo dello Standard Data Form del sito Natura 2000.

• ‘PROGETTO L1N6 BACINO IDRICO POTOR’: procedura ai sensi dell’articolo 6, paragrafo 4, non ancora avviata da codesta Regione del Veneto, ma correlata agli interventi di cui sopra.”

Il Ministero della Transizione Ecologica – Direzione generale per il Patrimonio Naturalistico ha, quindi, invitato la Regione Veneto “a valutare con particolare attenzione, anche nell’ottica di area vasta, gli effetti sulla biodiversità e sulla conservazione degli habitat e degli habitat di specie che la realizzazione dell’intervento in esame potrebbe comportare, considerato che l’area di Cortina d’Ampezzo è già oggetto di importanti interventi infrastrutturali. Ciò anche al fine di proporre che siano prese in considerazione soluzioni alternative a minor impatto”.

Come si può vedere, il quadro per quanto riguarda l’Ampezzano è tutt’altro che ambientalmente sostenibile.

La Regione Lombardia, la Provincia autonoma di Trento e la Provincia autonoma di Bolzano non hanno fornito alcuna risposta.

Come noto, la procedura di V.A.S. dev’essere svolta in occasione di piani o programmi che possano avere significativi impatti sull’ambiente, come il caso del programma per le XXV Olimpiadi invernali, lo scopo di fornire i criteri per la scelta della strategia più sostenibile per l’ambiente, in seguito alla valutazione di tutte le strategie possibili e le ragionevoli alternative effettuata comparando gli obiettivi di sviluppo del piano o programma con gli effetti significativi, singoli e cumulativi che l’attuazione dello stesso potrebbe avere sull’ambiente.

Nel caso specifico, è interessata l’intera Regione Alpina compresa fra la Lombardia, le Province autonome di Trento e di Bolzano e la Regione del Veneto.

Strade, sbancamenti, varianti, svincoli, piste da sci, invasi idrici, impianti di sci artificiale e chissà quant’altro.

Un elenco completo non conosciuto, ma certo decine e decine di interventi finanziati con il decreto Ministero Infrastrutture del 4 novembre 2020 (un miliardo di euro complessivamente) e rientranti nel decreto Ministero Infrastrutture del 7 dicembre 2020, così come a iniziativa di Enti pubblici territoriali di vario livello e comunque connesse, come, per esempio, i collegamenti  sciistico/impiantistici fra Livigno e Santa Caterina Valfurva con creazione di nuovo dominio sciabile ed ampliamento dell’esistente, costruzione di nuovi impianti di risalita  e potenziamento degli impianti di innevamento artificiale con creazione di bacini idrici artificiali volti ad alimentare la produzione di neve artificiale, indicati nella proposta di aggiornamento del Piano territoriale di coordinamento provinciale di Sondrio, attualmente in corso di procedura di V.A.S. ben più limitata.

Anche il Comune di Bormio (SO), per esempio, ha analogamente recentemente approvato (deliberazione Consiglio comunale n. 5 del 26 gennaio 2022) specifica intesa con la Regione Lombardia e il Concessioni Autostradali Lombarde s.p.a. per la progettazione e la realizzazione della c.d. tangenzialina di Bormio in area di grande rilievo ambientale (prati dell’Alute, sponda del Torrente Frodolfo), tutelata con specifico vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.), tutela idraulica (regio decreto n. 523/1904 e s.m.i.) e destinazione ad area naturale protetta regionale (legge regionale Lombardia n. 83/1986 e s.m.i.) in completa assenza di procedura di V.A.S. in precedenza enunciata

Uno degli elementi portanti della valutazione ambientale strategica risiede, invece, nella valutazione complessiva degli interventi, così da poterne verificare e prevedere gli impatti cumulativi.

Il GrIG – che ha coinvolto i Ministeri della Transizione Ecologica e della Cultura, le Regioni Lombardia e Veneto, le Province autonome di Trento e di Bolzano e ha informato la Commissione Europea – richiede, pertanto, una valutazione preventiva complessiva, che permetta il coinvolgimento dei cittadini in forma singola e associata per la difesa del proprio ambiente e della propria salute.

Gruppo d’Intervento Giuridico odv

Alpi venete, lavori per la realizzazione di una pista da sci

da Altraeconomia, 23 febbraio 2022

La “tangenzialina” di Bormio e i progetti di Regione Lombardia in vista delle Olimpiadi 2026.

In Lombardia le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina stanno funzionando da pretesto per “tirare fuori dai cassetti” e realizzare progetti infrastrutturali fermi anche da vent’anni, consumando nuovo suolo. Il caso della tangenziale di Bormio: si vorrebbe costruire all’interno della piana agricola dell’Alute, vicino a un torrente. (Duccio Facchini)

In Lombardia le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 stanno funzionando da pretesto per “tirare fuori dai cassetti” e realizzare progetti infrastrutturali fermi anche da vent’anni, consumando così nuovo suolo. Il tutto attraverso spedite procedure di valutazione degli impatti ambientali che fanno capo alla sola Regione. È il caso della cosiddetta “tangenzialina” di Bormio (SO), progettata all’interno della piana agricola dell’Alute, nelle immediate vicinanze del torrente Frodolfo, affluente dell’Adda.

Il 26 gennaio 2022 il Consiglio comunale di Bormio ha infatti approvato lo “schema di accordo” con la Regione e la società Concessioni autostradali lombarde Spa (Cal Spa, al 50% di Anas e al 50% di Aria Spa, ovvero Regione Lombardia) per la progettazione e realizzazione della tangenziale, considerata “funzionale allo svolgimento delle Olimpiadi invernali” nonché d’interesse per l’ente locale perché in grado di “alleggerire il traffico veicolare che attualmente grava sull’abitato”.

Un chilometro di asfalto al costo di sette milioni di euro, a debito della Regione. La Fondazione Milano-Cortina 2026 ha assegnato alla variante tre punti su cinque per “Importanza per la viabilità dei Giochi”, ipotizzando che questa possa anche “agevolare l’accesso ai parcheggi posti a Sud della pista Stelvio”. La Fondazione vorrebbe infatti occupare 45.000 metri quadrati di superficie per un parcheggio da 1.500 posti. Periodo di utilizzo 40 giorni, dal 15 gennaio al 25 febbraio 2026. L’area risulta “ancora da individuare”.

Per “mitigare” e “compensare” gli impatti ambientali della tangenziale, l’amministrazione guidata dalla sindaca Silvia Cavazzi, in carica dal 4 ottobre 2021, avrebbe “insistito” -come si legge nella delibera consiliare di fine gennaio– per “adeguare il tracciato dell’infrastruttura”. Come? “Rendendolo maggiormente aderente all’argine del torrente Frodolfo”, che però fa parte della rete ecologica regionale ed è un corridoio di biodiversità.

L’idea della “tangenzialina” risale a più di 30 anni fa, con i primi riferimenti all’opera riportati già nella “Legge Valtellina” del 1990, approvata a seguito dell’alluvione del 1987.
Dopo diverse fasi preliminari il progetto definitivo è stato predisposto nel 2011 e inserito nel Piano di governo del territorio del Comune di Bormio e lì è rimasto “dormiente” e senza fondi fino all’agosto 2020, quando Regione Lombardia lo ha incluso (come “Completamento tangenziale di Bormio”) tra le “infrastrutture e sistemi di mobilità per le Olimpiadi”. Per meglio dire lo ha proprio “tirato fuori dal cassetto in cui giaceva”, per citare il direttore generale Infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile di Regione Lombardia, Aldo Colombo, intervenuto a Bormio a fine dicembre 2021.

“Il primo obiettivo era il rilancio dell’economia -ha dichiarato il dirigente regionale-. Volevamo far partire in questi anni velocemente dei cantieri che dessero spazio alle imprese, tendenzialmente lombarde, che hanno buone prospettive dall’attività edilizia. A questo si univa la prospettiva olimpica: conditio sine qua non è che l’opera venga ultimata prima dell’inizio delle Olimpiadi, sennò poco si congegnava con gli obiettivi”. Ecco perché, non appena insediata, la sindaca di Bormio è stata chiamata da Regione per “sollecitarmi nel dare una risposta su questo intervento”. Si tratterebbe come detto di un chilometro di strada largo almeno 9,5 metri, “interamente a monte della scarpa dell’argine alto del Frodolfo”, che da una nuova, ulteriore, rotonda realizzata lungo la Statale 38, poco prima del ponte di Santa Lucia, devierebbe nella piana dell’Alute, fino all’innesto nei pressi del cimitero nuovo e più avanti al “ponte delle bandiere”. Accanto alla tangenziale dovrebbe nascere anche una ciclopedonale, di poco più lunga (1,17 chilometri).

La planimetria allegata allo “schema di accordo” votato dal Consiglio comunale di Bormio il 26 gennaio è quella del progetto definitivo datato novembre 2011 ma la sindaca Cavazzi, intervistata da Altreconomia, sostiene che l’amministrazione locale proporrà nelle fasi di discussione e autorizzazione dell’opera un tracciato diverso, più “aderente all’argine del torrente Frodolfo” al fine di tutelare le “terre più fertili che sono quelle lontane dal fiume”.

L’annunciata iniziativa, che la sindaca garantisce si svolgerà nel “rispetto dell’area golenale”, appare però in contraddizione con i principi di tutela e di vincolo delle fasce di rispetto di 150 metri dai corsi d’acqua (in alcuni punti si infatti è anche al di sotto dei 40 metri). Della questione si occupa ogni anno il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), pubblicando proprio un indicatore specifico del consumo di suolo entro i 150 metri dai corpi idrici nel rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, a cura di Michele Munafò (Ispra). “A livello nazionale nell’ultimo anno sono stati coperti artificialmente altri 77 ettari delle fasce fluviali o lacustri -spiega Munafò-, di cui 18 in Lombardia, 16 in Veneto e 6 ettari in Piemonte e nelle Marche”. Non sono interventi “neutri”. “Il consumo di suolo andrebbe evitato in corrispondenza dei corsi d’acqua per tutelare aree particolarmente delicate e che garantiscono preziosi servizi ecosistemici -continua Munafò-. Inoltre c’è anche una valenza di riduzione della pericolosità idraulica: i corsi d’acqua infatti sono vivi, devono poter espandersi, modificare il proprio alveo, non essere rinchiusi con sponde cementificate”.

È anche per queste ragioni che diverse associazioni e organizzazioni impegnate nella tutela del paesaggio -incluso il Gruppo di intervento giuridico (Grig)- hanno richiesto già dalla primavera 2021 al ministero della Transizione ecologica di includere la tangenziale in un’unica procedura di Valutazione ambientale strategica (VAS) a livello nazionale, insieme a tutti gli altri interventi “pro Olimpiadi”. “È una procedura fondamentale e tutelante per comprendere gli impatti ambientali ed economico sociali di un complesso di opere che vanno a interferire con habitat di grande rilievo nonché contesti già esistenti”, spiega Stefano Deliperi, presidente del Grig. Che si domanda: “Quest’opera, come tante altre tra Lombardia, Veneto e Trentino-Alto Adige, ha un senso? O è l’ennesima e inutile tangenziale, svincolo, viadotto? Per fugare ogni dubbio c’è la procedura di VAS. Altrimenti bisogna finirla con questa overdose di opere pubbliche che non servono. Non lamentiamoci poi dei tagli ai servizi e alla spesa sociale”. La mancata attivazione potrebbe produrre “illegittimità a cascata sotto il profilo giuridico”, continua Deliperi, che ipotizza come ricaduta anche il blocco dei fondi.

Sulla procedura autorizzativa si gioca un pezzo importante della partita infrastrutturale delle Olimpiadi 2026. Regione Lombardia punta tutto, nel caso della tangenziale di Bormio, sul Procedimento autorizzatorio unico regionale (Paur), vestendo contemporaneamente l’abito di soggetto proponente ed ente valutatore. Tanto da spingersi, prima ancora di valutare l’opera, a prevedere nel cronoprogramma allegato alla convenzione la positiva conclusione del Paur e il giorno dell’approvazione del progetto definitivo, il 25 novembre 2022. È quella “conditio sine qua non” di cui Colombo ha dato conto schiettamente.

Le associazioni ambientaliste non ci stanno e hanno deciso di inviare una nuova istanza per attivare la Vas al ministero -oggi “pesce in barile”, lamenta Deliperi-, mettendo in copia conoscenza anche la Commissione europea. Intanto Italia Nostra Sondrio il 22 febbraio ha scritto al prefetto, al ministero dell’Interno e alla sindaca di Bormio, affinché “l’Amministrazione comunale provveda di dotarsi di un regolamento attuativo per le consultazioni referendarie della popolazione”, facendo esprimere i cittadini.

Secondo Guido Morcelli, referente a Bormio di Mountain Wilderness, la “tangenzialina” non solo non risolverebbe alcun problema del traffico bormino, andando a sbucare all’intoppo del “ponte delle bandiere”, ma rappresenterebbe una parte di una lunga serie di interventi che potrebbero riguardare nell’immediato futuro il territorio cittadino e dell’Alta Valtellina in generale. Osserva con preoccupazione ad esempio l’iter di integrazione e variante del Piano territoriale di coordinamento provinciale che fa capo alla Provincia di Sondrio. Da più parti infatti si ripropone il via libera al cosiddetto “Piano Gasser”, predisposto in passato dall’omonimo ingegnere Erwin Gasser e che vorrebbe collegare le stazioni esistenti “con lo scopo di formare una grande area sciistica dell’Alta Valtellina”. La Fondazione Milano-Cortina 2026 sembra averne tratto un pezzo quando tra le “opere principali” nel “cluster Valtellina” riporta anche un eventuale “impianto a fune tra Pentagono e Stelvio”, ovvero tra la partenza della funivia esistente e l’area sportiva comunale, verso l’Adda. Passando sopra il centro abitato.

(foto da mailing list ambientalista, S.L., archivio GrIG)

  1. marzo 2, 2022 alle 5:02 PM

    da Alta Rezia News, 2 marzo 2022
    Olimpiadi invernali Milano – Cortina 2026: deve esser fatta la procedura di valutazione ambientale strategica, per evitare scempi ambientali e sprechi di denaro pubblico: https://www.altarezianews.it/2022/03/olimpiadi-invernali-milano-cortina-2026-deve-esser-fatta-la-procedura-di-valutazione

  2. marzo 7, 2022 alle 5:56 PM

    da Sostenibilità, Equità, Solidarietà, 6 marzo 2022
    A DIFESA DELLE DOLOMITI UN APPELLO ALLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE E COMITATI CIVICI. (Dante Schiavon): https://sostenibilitaequitasolidarieta.it/a-difesa-delle-dolomiti-un-appello-alle-associazioni-ambientaliste-e-comitati-civici/

  3. marzo 14, 2022 alle 8:21 PM

    da Salviamo il Paesaggio, 3 marzo 2022
    Olimpiadi invernali Milano–Cortina 2026: occorre VAS per evitare scempi ambientali e sprechi di denaro pubblico: http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2022/03/olimpiadi-invernali-milano-cortina-2026-occorre-vas-per-evitare-scempi-ambientali-e-sprechi-di-denaro-pubblico/

  4. agosto 16, 2022 alle 2:54 PM

    da Il Fatto Quotidiano, 16 agosto 2022
    Olimpiadi Milano-Cortina 2026, pubblicato l’elenco delle opere da realizzare: ecco quanto si spenderà e come.
    L’elenco completo è stato pubblicato sul Bollettino della Regione Veneto, dopo che l’amministratore delegato della società “Infrastrutture Milano-Cortina 2020-2026 spa”, Luigi Valerio Sant’Andrea, ha comunicato i tre elenchi delle opere alle amministrazioni interessate, ovvero le Regioni Lombardia e Veneto, oltre alle province autonome di Trento e Bolzano. Il totale dei costi stimati è di oltre 2 miliardi di euro. (Giuseppe Pietrobelli): https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/08/16/olimpiadi-milano-cortina-2026-pubblicato-lelenco-delle-opere-da-realizzare-ecco-quanto-si-spendera-e-come/6762869/

  5. novembre 23, 2022 alle 2:54 PM

    ecco la gran furbata: non sarebbe un “programma di opere”, ma solo un “piano finanziario di opere”, così da non essere assoggettato a procedura di V.A.S., tenuto conto che “il suddetto Piano degli interventi è stato predisposto effettuando la ricognizione degli interventi già ricompresi in piani e programmi di livello territoriale, per i quali sono state già effettuate specifiche procedure di valutazione ambientale strategica (VAS), laddove previste dalla normativa”.

    dal sito web istituzionale del Governo Italiano
    DPCM 26 settembre 2022, Piano degli interventi da realizzare in funzione dei giochi olimpici e paralimpici invernali Milano Cortina 2026: https://www.governo.it/it/articolo/dpcm-26-settembre-2022-approvazione-del-piano-degli-interventi-da-realizzare-funzione-dei

    D.P.C.M. 26 settembre 2022: https://www.governo.it/sites/governo.it/files/DPCM_20220926.pdf, https://www.governo.it/sites/governo.it/files/DPCM_20220926_txt.pdf

    Allegato A: https://www.governo.it/sites/governo.it/files/Allegato_A_1.pdf

    Allegato B: https://www.governo.it/sites/governo.it/files/Allegato_B_0.pdf

    Allegato C: https://www.governo.it/sites/governo.it/files/Allegato_C.pdf

    Allegato D: https://www.governo.it/sites/governo.it/files/Allegato_D.pdf

  6. ottobre 16, 2023 alle 2:48 PM

    un sussulto di buon senso in mezzo a un’oscenità infinita.

    da RAI News, 16 ottobre 2023
    Olimpiadi 2026, Malagò: “Niente pista da bob a Cortina, per le gare si andrà all’estero”.
    L’annuncio del presidente Coni da Mumbai: “Dal Governo lo stop al progetto”. Sulla comunicazione c’è stata la condivisione da parte del Comitato Olimpico. (https://www.rainews.it/tgr/bolzano/articoli/2023/10/olimpiadi-2026-malago-niente-pista-da-bob-a-cortina-per-le-gare-si-andra-allestero-33540989-ce91-4fab-a473-2ea77a0f6fe6.html)

    Niente nuova pista da bob per le Olimpiadi Milano Cortina 2026 a Cortina d’Ampezzo: la doccia fredda è arrivata stamattina (16 ottobre), con una comunicazione del presidente del Coni Giovanni Malagò da Mumbai: la pista da bob di Cortina D’Ampezzo non verrà costruita.

    Per le gare di bob, slittino e skeleton delle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026 si dovrà cercare una soluzione all’estero, probabilmente a Sankt Moritz, in Svizzera.

    Lo ha comunicato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, durante la sessione del Comitato olimpico internazionale a Mumbai.

    Malagò – si è appreso – ha reso noto di aver avuto in questo senso la comunicazione dal Governo che non c’era più l’intenzione di andare avanti con il progetto per la nuova pista. Sulla comunicazione c’è stata la condivisione da parte del Cio.

    Contro la pista da bob a Cortina si erano mobilitati da tempo gli ambientalisti, anche altoatesini, che hanno più volte denunciato il pesante impatto ambientale e gli alti costi che avrebbe avuto l’opera.

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    questa la realtà attuale delle opere delle Olimpiadi invernali del 2006.

    da Il Dolomiti, 21 settembre 2023
    LE FOTO. L’eredità delle Olimpiadi 2006 di Torino, tra strutture chiuse da anni e erba incolta.
    Michele Filippucci (di POW Italia) ha inforcato la bicicletta e ha impugnato la macchina fotografica per toccare con mano cosa è rimasto dei Giochi del 2006: https://www.ildolomiti.it/immagini/cronaca/2023/le-foto-leredita-delle-olimpiadi-2006-di-torino-tra-strutture-chiuse-da-anni-e-erba-incolta

  1. marzo 6, 2022 alle 10:13 am
  2. luglio 1, 2023 alle 5:17 am

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