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Alleanza internazionale contro le ricerche petrolifere nel Mar di Sardegna e in tutto il Mediterraneo? Magari!


Sta per concludersi il procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) relativo al progetto di indagine geofisica 2D – 3D proposto dalla Società norvegese TGS-NOPEC Geophysical Company ASA nell’area dell’istanza di prospezione a mare “d.2 E.P.-TG” in una vastissima area del Mar di Sardegna ampia kmq. 20.922.  

Il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione generale Valutazioni Ambientali sta per emanare il provvedimento conclusivo.

Il Ministro Gianluca Galletti l’ha confermato.

Il Presidente del Consiglio esecutivo della Corsica Gilles Simeoni ha chiamato alla mobilitazione generale contro il progetto, ricevendo l’assenso immediato da parte del Presidente della Regione autonoma della Sardegna Francesco Pigliaru. Coinvolgerà anche il Principato di Monaco, per la difesa del Santuario Pelagos, il Santuario per i Mammiferi marini istituito come area marina protetta di interesse internazionale e area specialmente protetta di interesse mediterraneo (A.S.P.I.M.), in base all’Accordo internazionale sottoscritto a Roma il 25 novembre 1999, ratificato con legge n. 391/2001.

Santuario dei Cetacei

Ma l’obiettivo di Simeoni è più ampio, anche in qualità di presidente della Commissione delle isole nella Conferenza delle Regioni periferiche marittime dell’Unione Europea, e concerne l’avvio di “azioni concertate con le autorità europee al fine di vietare la concessione di licenze di esplorazione in tutto il Mediterraneo”, considerando che un eventuale incidente sulle piattaforme di trivellazione off-shore “potrebbe causare un disastro ecologico, economico e sociale”.

Come noto, l’attività di prospezione a mare generalmente consiste in “spari” di aria compressa (airgun) per un tracciato complessivo di migliaia di km. per un periodo di 10 settimane.  I suddetti “spari” hanno una cadenza ravvicinata (uno ogni 5-15 secondi), con intensità sonora variabile fra 240 e 260 decibel, intensità superata in natura solo da terremoti ed esplosioni di vulcani sottomarini.

Al contrario di quanto sostenuto dal Soggetto proponente (“gli impatti ambientali … nel complesso non sono risultati né elevati né irreversibili”), come documentato scientificamente, il danno alle specie di Cetacei e di Tartarughe marine ben presenti nell’area marina interessata sarebbe devastante, sia sul piano uditivo che sotto il profilo dell’orientamento, come riportato dalla letteratura scientifica (vds. S. Mazzariol e altri, Sometimes Sperm Whales (Physeter macrocephalus) Cannot Find Their Way Back to the High Seas: A Multidisciplinary Study on a Mass Stranding, in Plos One, 2011).   Altrettanto potrebbe ipotizzarsi per le specie ittiche, anche di interesse commerciale, con indubbi riflessi negativi sull’economia del settore della pesca.

Balena (da National Geographic)

La procedura di V.I.A. è in corso dal 2015: all’avvìo il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus era intervenuto con un atto di “osservazioni” (2 febbraio 2015). In seguito, dopo le richieste di integrazione da parte del Ministero dell’Ambiente, la Società energetica aveva depositato (luglio 2016) ulteriore documentazione tesa a supportare la propria istanza di ricerca petrolifera, riguardo cui il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus aveva inoltrato (30 luglio 2016) un nuovo atto di intervento.

Ricordiamo che per analoga istanza presentata dalla Schlumberger Italiana s.p.a. in relazione ad analogo progetto di prospezione a mare per la ricerca di idrocarburi nella stessa area marina (avverso il quale l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus aveva presentato l’atto di intervento nel procedimento di V.I.A. con “osservazioni” del 24 giugno 2014), il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, ha provveduto a negare la compatibilità ambientale, con decreto n. 240 del 12 novembre 2015[1], concludendo negativamente anche la procedura di richiesta di titolo per ricerca ed estrazione idrocarburi.

In ambedue i casi il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha coinvolto il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare (titolare del procedimento), il Servizio valutazione impatti (S.V.A.) della Regione autonoma della Sardegna, il Parco nazionale dell’Asinara, il Parco naturale regionale di Porto Conte, l’Area marina protetta del Sinis – Mal di Ventre e tutti i Comuni rivieraschi (Alghero, Bosa, Cuglieri, Magomadas, Narbolia, Porto Torres, San Vero Milis, Sassari, Stintino, Tresnuraghes, Villanova Monteleone). Ha messo, inoltre, a disposizione di chiunque fosse interessato un fac simile di atto di intervento nel procedimento di V.I.A.: Comuni, comitati e singoli cittadini ne hanno virtuosamente approfittato.

Non c’è e non ci può esser spazio per simili progetti dal pesante impatto sull’ambiente e la fauna marina, ben venga una vera e propria alleanza internazionale per bandirli dal Mediterraneo!

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

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[1] In precedenza la Commissione tecnica V.I.A./V.A.S. aveva emesso l’articolato parere negativo n. 1650 del 7 novembre 2014,

 

airgun, modalità di ricerca (da “A deaf Whale is a dead Whale”, Oceana)

da La Stampa, 31 maggio 2017

Le balene sono salve, bocciato il progetto per la ricerca del petrolio nel Mediterraneo. (Nicola Pinna)

Quindici miglia non bastano per parlare di distanza di sicurezza. Di certo, non sarebbero sufficienti a salvare balene e delfini dal bombardamento di aria compressa che avrebbe come obiettivo quello di cercare petrolio e gas in mezzo al mare. Il progetto di una multinazionale norvegese si ferma davanti al Santuario dei Cetacei, l’oasi dei mammiferi marini che si trova tra Sardegna, Corsica, Liguria, Toscana e Principato di Monaco.

L’idea dei norvegesi era quella di andare alla ricerca di idrocarburi con la tecnica dell’air-gun, un metodo che secondo tutti i biologi avrebbe messo a soqquadro l’area protetta in cui vivono indisturbate balene e tartarughe e tante altre specie protette. Il piano era quello di sparare nel fondale raffiche di aria compressa che avrebbero consentito ai geologi di capire se nel fondale al largo della Sardegna si nasconde davvero un ricco giacimento. Ma i 260 decibel di ogni esplosione, secondo studiosi e ambientalisti, rischiano di far perdere l’orientamento ai cetacei e di creare gravissimi scombussolamenti all’habitat di questa grande fetta di Mediterraneo.

I tecnici del Ministero concordano con tutte le osservazioni ricevute e così il progetto non supera la Valutazione d’impatto ambientale. E il ministro Gianluca Galletti fa sapere che nei prossimi giorni firmerà un decreto che blocca definitivamente il piano per le prospezioni sottomarine.

«La mobilitazione di Sardegna e Corsica insieme ha dato un primo grande risultato – esulta il presidente corso Gilles Simeoni – Il blocco del progetto ci consente di salvaguardare il nostro mare. Ma adesso dobbiamo porci l’obiettivo di ottenere un divieto totale in tutto il Mar Mediterraneo».

 

mare e coste (foto Benthos)

Bombe per trovare il petrolio nel santuario delle balene.        Sardegna, Corsica e Montecarlo alleate contro il progetto di una società norvegese. (Nicola Pinna)

Ci sono persino le orche, ma avvistarle non è sempre facile. Le balene, i delfini, i capodogli e le stenelle fanno la loro nuotata quotidiana tra le imbarcazioni che ogni giorno attraversano il loro santuario. Tra Sardegna, Corsica, Liguria e Toscana i cetacei di tutto il Mediterraneo hanno trovato un riparo sicuro: una specie di rifugio in cui fermarsi durante i grandi viaggi. Ci sono anche le tartarughe marine, quelle che sempre più spesso scelgono le nostre spiagge per deporre le uova e ripetere una riproduzione che ogni volta sembra miracolosa. Nel paradiso del silenzio ora incombe il pericolo di un bombardamento violento: un assalto sottomarino che ha l’obiettivo di cercare (e magari estrarre) petrolio e gas. Nel blu più profondo, a 24 miglia dalle coste della Sardegna, una società norvegese è convinta di trovare un tesoro. E lo vorrebbe sfruttare al più presto. Con un metodo che gli esperti chiamano “air-gun”: bombe di aria compressa, da sparare a ripetizione sui fondali, a un’intensità sonora che potrebbe variare tra i 240 e i 260 decibel. Una potenza assordante, che in natura – spiegano gli scienziati – può essere superata soltanto dai terremoti o dai vulcani sottomarini.

Per i giganti del mare, dicono i biologi, le bombe d’aria possono provocare effetti più gravi di un violentissimo sisma. Assediati dagli spari, cetacei e tartarughe rischiano di perdere l’orientamento e così il grande parco può trasformarsi in una specie di deserto marino. Il progetto della società Tgs-Nopec comprende un tratto di mare enorme: 20.900 chilometri quadrati, dalla costa di Propriano fino al Golfo di Oristano, sfiorando anche le acque cristalline intorno all’Asinara. Una fetta di azzurro che confina con il Santuario dei Cetacei, istituito nel ’91 grazie all’accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco. E proprio i tre governi ora si uniscono per tentare di fermare il bombardamento ad aria compressa. Il ministero dell’Ambiente sta completando l’iter della valutazione d’impatto ambientale, ma in attesa che da Roma si prenda una decisione, nasce il fronte comune tra Corsica, Sardegna e Principato di Monaco. «Dobbiamo lavorare – dice il presidente corso Gilles Simeoni – per un divieto totale di tutti i nuovi permessi di ricerca o sfruttamento di idrocarburi nel Mediterraneo. Le esplorazioni off-shore potrebbero danneggiare gravemente il santuario marino protetto Pelagos. Un incidente sulle piattaforme di trivellazione potrebbe causare un disastro ecologico, economico e sociale». «Siamo con la Corsica in questa battaglia – sottolinea da Cagliari, il governatore Francesco Pigaliaru – Un progetto di prospezione geofisica nei nostri mari potrebbe provocare gravi rischi per tutto l’ambiente marino limitrofo alle coste».

I biologi Gabriele Costa e Greca Calamita dell’Università di Sassari hanno fatto uno studio: «I mammiferi marini sono i soggetti più sensibili, ma non gli unici a subire gli effetti dei bombardamenti. Le conseguenze più semplici da prevedere per le varie specie sono numerose: cambiamenti nel comportamento, elevato livello di stress, indebolimento del sistema immunitario, allontanamento dall’habitat, temporanea o permanente perdita dell’udito, morte o danneggiamento delle larve dei pesci e degli invertebrati marini».

I norvegesi rassicurano. «L’area di indagine – scrive la Tgs-Nopec nella relazione tecnica allegata alla richiesta – è stata studiata in modo tale che le operazioni si svolgano in un’area posta entro una linea di rispetto di 15 miglia dal confine meridionale dell’Area marina protetta». «Non basta – ribatte l’assessore all’Ambiente della Sardegna, Donatella Spano – La Regione applica il principio di precauzione, dal progetto non si evince chiaramente quali possono essere gli effetti e quanto sia alto il rischio: questo già basta per fermare tutto». Gli ambientalisti hanno già presentato le loro osservazioni e chiedono al ministero dell’Ambiente di bloccare il piano: «Non è la prima volta che ci provano – dice Stefano Deliperi del Gruppo d’intervento giuridico – Lascino vivere in pace balene, delfini e tartarughe».

 

Tartaruga marina (Caretta caretta)

(foto da Oceana, National Geographic, da mailing list ambientalista,  Benthos, archivio GrIG)

 

  1. giugno 1, 2017 alle 2:53 PM

    A.N.S.A., 31 maggio 2017
    Bocciato air gun in santuario cetacei.
    Ministero pronto a formalizzare il no commissione Via-Vas: http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2017/05/31/bocciato-air-gun-in-santuario-cetacei_87572241-7a35-45d8-8f48-f1dd929a88b7.html

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    da La Nuova Sardegna, 31 maggio 2017
    I cetacei sono al sicuro, bocciata la prospezione con l’airgun nei mari sardi.
    Il ministero è pronto a formalizzare il no della commissione tecnica che ha espresso parere negativo alla richiesta di una società norvegese: http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2017/05/31/news/ambiente-i-cetacei-sono-al-sicuro-bocciata-la-prospezione-con-l-airgun-1.15420585

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    da Sardinia Post, 31 maggio 2017
    Il ministero dice No: bocciata la ricerca di petrolio nel mar di Sardegna: http://www.sardiniapost.it/ambiente/ministero-dice-no-bocciata-la-ricerca-petrolio-nel-mar-sardegna/

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    dal sito web istituzionale della Regione autonoma della Sardegna, 31 maggio 2017
    Airgun, no al progetto dalla Commissione tecnica Ministero. Pigliaru e Simeoni: “Le voci della Sardegna e della Corsica ascoltate”.
    La grande ricchezza delle nostre due isole è il patrimonio immateriale e ambientale e dobbiamo fare in modo che possano presentarsi al mondo in tutta l’integrità del loro straordinario paesaggio. Il nostro impegno comune va in questa direzione e applicheremo sempre il principio di precauzione perché impatti negativi non ne mettano a rischio il valore ambientale, culturale, turistico e sociale. La forte intesa tra Corsica e Sardegna ha rafforzato certamente la posizione condivisa, contribuendo a portare a casa il risultato sperato”. Lo dichiarano il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru e il Presidente del Consiglio esecutivo della Corsica, Gilles Simeoni: http://www.regione.sardegna.it/j/v/25?s=339040&v=2&c=149&t=1

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    Airgun. Spano e Giovannini su stop al progetto: “Continuiamo a lavorare insieme per il nostro ambiente e la nostra economia”.
    “Sosterremo sempre una posizione netta contro il degrado e l’impoverimento del nostro ecosistema marino anche per evitare ricadute negative ambientali ed economiche difficilmente prevedibili, potenzialmente irreversibili e non mitigabili. Continueremo a lavorare per la tutela e la valorizzazione delle aree protette”: http://www.regione.sardegna.it/j/v/25?s=339045&v=2&c=149&t=1

  2. giugno 1, 2017 alle 3:03 PM

    da La Stampa, 31 maggio 2017
    Bombe per trovare il petrolio nel santuario delle balene.
    Sardegna, Corsica e Montecarlo alleate contro il progetto cli una società norvegese. (Nicola Pinna): http://www.territorialmente.it/wordpress/wp-content/uploads/2017/06/31-mag-STAMPA.-bombe-per-trovare-il-petrolio-nel-santuario-delle-balene.pdf

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    Bombs to find oil in the sanctuary of whales: http://www.lastampa.it/2017/05/31/esteri/lastampa-in-english/bombs-to-find-oil-in-the-sanctuary-of-whales-GidkSIAcXkzemNiaWEruaO/pagina.html

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    31 maggio 2017
    “Le industrie hanno delle esigenze ma così rischia tutta una specie”. (Giulio Gavino): http://www.territorialmente.it/wordpress/wp-content/uploads/2017/06/31-mag-STAMPA.-Le-industrie-hanno-delle-esigenze-ma-cos%C3%AC-rischia-tutta-una-specie.pdf

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    1 giugno 2017
    STOP AL PIANO DI UNA SOCIETÀ NORVEGESE PERLA RICERCA DI PETROLIO.
    Bombe nel santuario dei cetacei. Il governo: fermare il progetto. (Nicola Pinna): http://www.territorialmente.it/wordpress/wp-content/uploads/2017/06/1-giu-STAMPA.-Bombe-nel-santuario-dei-cetacei-Il-governo-fermare-il-progetto.pdf

    da Cagliaripad, 1 giugno 2017
    Ambiente, Sardegna e Corsica esultano per stop Airgun in mare.
    Sardegna e Corsica esultano per lo stop alla richiesta, pervenuta al ministero dell’Ambiente nel febbraio del 2015, di prospezione geofisica mediante tecnica “air gun” al largo della costa nord-occidentale della Sardegna: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=52365

  3. Mara
    giugno 2, 2017 alle 5:00 PM

    Un grato pensiero a chi ha istituito il Santuario dei Cetacei, se no questa volta gli sparatori passavano..

  4. giugno 2, 2017 alle 10:35 PM

    da LaSpiaPress, 2 giugno 2017
    Salvo il Santuario delle Balene, bocciata la trivellazione nel Mediterraneo. (Simona Mazza): http://laspiapress.com/salvo-santuario-delle-balene-bocciata-la-trivellazione-nel-mediterraneo/

  1. giugno 1, 2017 alle 7:40 am
  2. giugno 1, 2017 alle 11:17 PM

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